1000 Miglia 2019: la seconda tappa porta le Alfa Romeo a Roma

  • Ieri la carovana della 1000 Miglia ha disceso lo Stivale da Milano Marittima a Roma, per il giro di boa della 37 rievocazione.
  • Il calore del pubblico è ripagato dalla bellezza delle vetture del Museo Storico Alfa Romeo e delle Alfa Romeo Giulia e Stelvio del convoglio ufficiale.
  • Il ritmo della gara ha consentito di apprezzare il fascino dei luoghi, dai borghi più belli d’Italia al fascino senza tempo della Capitale.
  • Si consolida il testa a testa tutto Alfa Romeo tra gli equipaggi Vesco-Guerini e Moceri-Bonetti.

ROMA, 17 maggio – Prima ancora che un sole velato possa sorgere sull’Adriatico, la carovana si rimette in marcia. Il clima è mite e la stanchezza ancora non ha preso posto in auto: le condizioni ideali per raggiungere Roma, il giro di boa della 1000 Miglia. Uno sguardo al road book ricorda che i chilometri non sono troppi, 571, ma le medie imposte sono basse: e infatti le ore al volante sono state tante, con il sole che ha aperto e chiuso il sipario. Ma il tramonto nella Capitale è di un impatto scenico ed emotivo sufficiente a ripagare la fatica.

La spinta del pubblico e del 2.9 V6 Bi-Turbo Alfa Romeo. Tutte le strade portano a Roma, e lungo le strade della 1000 Miglia non ci si smette di stupire dell’entusiasmo del pubblico. Il passaggio delle auto è atteso, sentito e celebrato a qualsiasi ora: la carovana è davvero sospinta, da un borgo all’altro da una partecipazione a volte di semplice meraviglia, a volte più attiva. Non è rara, ai semafori, la richiesta della dedica di un colpo d’acceleratore: vale per la collezione storica, e vale anche per il convoglio ufficiale composto da Alfa Romeo Giulia e Alfa Romeo Stelvio, anche in versione Quadrifoglio, anche nelle serie speciali “Alfa Romeo Racing”. Se la livrea ispirata alla monoposto C38 che gareggia in Formula 1 è immortalata in migliaia di smartphone e macchine fotografiche, il rombo del 2.9 V6 Bi-Turbo rapisce e meraviglia anche i meno esperti.

Creatività e bellezza nei borghi e su quattro ruote. La partecipazione attiva si esprime invece agli incroci e alle rotonde, dove gruppi di persone danno indicazioni sul percorso da seguire, peraltro sempre ben segnalato, come a rendersi più partecipi, per fare parte di uno spettacolo che ogni anno tocca scenari incantevoli. Come non emozionarsi a Urbino, uno dei centri più importanti del Rinascimento? Non c’è troppo tempo ma neppure troppi rimpianti, ché superata Urbino si entra nel quarto settore e si raggiungono Corinaldo, uno dei borghi più belli d’Italia, e Fabriano, città che appartiene all’elenco delle creative dell’Unesco. Creatività che è patrimonio della penisola, e che si esprime anche nelle Alfa Romeo di ieri e di oggi che attraversano via Cavour sino a piazza Garibaldi.

La magia della 1000 Miglia. In Umbria, come sempre, la natura prende il sopravvento:  dopo Assisi, dai finestrini, verde e un silenzio rotto solo dai brusii sommessi e dai rombi dei motori. I tempi da rispettare scandiscono la gara, ma non impediscono di godere dei panorami e di spaziare con lo sguardo. La carovana si inchina a Todi e raggiunge Terni, prima che il sole cali. All’imbrunire è la volta del Lazio: il sesto settore prevede il passaggio a Rieti e l’arrivo a Roma. C’è traffico, ma gli agenti della polizia stradale e dei vigili urbani scortano e dirigono, con pazienza e gentilezza. La 1000 Miglia è una festa per tutti, e il lavoro extra è vissuto con il sorriso. Del resto non capita ogni giorno di vedere sfilare a Villa Borghese le Alfa Romeo 6C 1500 SS del 1928, 1900 SS del 1956 e la 1900 Sport Spider del 1954: un’altra delle magie della 1000 Miglia.

 

 

 

MS Munaretto. Al Piancavallo duplice vittoria con De Tommaso e Rovatti

Trasferta friulana al Piancavallo completata con grande soddisfazione per la squadra scledense, con un bottino che parla chiaro: vittoria assoluta, vittoria di classe R2B e tutte le auto giunte al termine senza imprevisti. Ora ci si prepara con sei auto per una delle classiche vicino casa, il Rally del Grifo, oltre a ad una partecipazione al Camunia.

Schio (Vicenza) – 15 maggio 2019. Ci mette nuovamente lo zampino Damiano De Tommaso, sempre fedelmente “navigato” da Giorgia Ascalone, riuscito a tenere i nervi saldi in gara nonostante il meteo a dir poco imprevedibile incontrato al 33° Rally Piancavallo. Il varesino, ormai abituato a vincere con la Skoda Fabia R5, sigla il bis nell’International Rally Cup grazie ad una gara studiata nei minimi particolari, affrontata capitalizzando un notevole vantaggio nelle prime prove-speciali, poi gestito con facilità sul finale. Per lui bottino pieno e consolidamento al vertice del campionato.

Superlativo Michele Rovatti su Peugeot 208 R2 il quale, affiancato da Matteo Cavicchi, rompe il ghiaccio e ottiene la prima vittoria di classe della stagione, che gli permette di accumulare punti importanti e lo proietta ai vertici della classifica IRC classe R2B e in testa al Trofeo Peugeot Competition 208 Rally Cup Pro.

Gara in costante crescita per Nicola Sartor, anche lui al volante di una Peugeot 208 R2 divisa con Enrico Tessaro, autore di una seconda parte di gara in progressione, caratterizzata da tempi in prova molto interessanti. Il giovane driver termina la sua performance in quarta posizione di classe e compie un bel balzo in avanti nella classifica IRC, mettendo in guardia gli avversari per i prossimi appuntamenti.

Sette auto per sette equipaggi, MS Munaretto prepara Grifo e Camunia. L’impegna della squadra scledense non accenna ad arrestarsi e questo fine settimana, tra sabato 18 e domenica 19 maggio, si prepara a dar battaglia, sugli asfalti del 10° Rally del Grifo.

Il folto schieramento prevede due Skoda Fabia R5, preparate e pronte ad essere portate in prova dagli equipaggi composti da Alessandro Battaglin/Selena Pagliarini e Tiziano Panato/Michele Zandonà, entrambi al debutto con il “gioiellino” della casa automobilisti dalla freccia alata ma capaci di fare la voce grossa. Prima uscita della stagione per Alessandro Nicoletti, affiancato da Luca Zanrosso, per la seconda volta al volante di una Peugeot 207 S2000, su cui aveva debuttato proprio al Grifo dello scorso anno. Prima fatica dell’anno anche per Mauro Mastella e Giovanni Toffano, coadiuvati da Arnaldo Panato e Matteo Gambasin, entrambi in gara su Renault Clio S1600, naturali candidati ad aggiudicarsi la classe. Ultimo componente della pattuglia Enrico Molo, pronto a “sgomitare” dal sedile sinistro di una Peugeot 208 R2, con la quale si è già levato parecchie soddisfazioni, assieme Mauro Cumerlato.

Sarà in oltre al via Riccardo Pederzani, al 6° Camunia Rally, affiancato da Gabriele Zanni, con una Peugeot 207 S2000 con cui far tremare le parti alte della classifica.

COPPA 127, appuntamento al Rally Storico del Grifo delle sorprese

VERONA. Terzo appuntamento questo week end a Chiampo per la Coppa 127, serie riservata alle Fiat 127, al Rally Storico del Grifo, nel vicentino. Le prove speciali venete, che hanno scritto pagine del rallismo italiano, saranno teatro di una sfida a tre molto interessante fra il pavese Daniele Ruggeri, con Martina Marzi, il veronese Manuel Negrente, in coppia con Andrea Signorini e il rientrante padovano Nicola Benetton col fratello Davide. Se la prima sorpresa della competizione vicentina riguarda il ritorno dei fratelli padovani, la seconda è l’assenza dei leader della classifica Oreste Pasetto e Carlo Salvo che potrebbero permettere un avvicinamento in classifica da parte degli avversari. Appuntamento a Chiampo per un’edizione del Rally Storico del Grifo che promette scintille.

Cinture di sicurezza posteriori: più di un italiano su due non le usa

Al Sud e Isole i meno disciplinati; uomini più prudenti delle donne, i giovani più cauti degli adulti.

Milano, maggio 2019. L’uso obbligatorio delle cinture di sicurezza nei sedili posteriori dell’auto è sancito dall’articolo 172 del codice della strada; nonostante questo, sono ancora molti gli italiani che trasgrediscono la norma; più di 1 su 2 (55,9%), vale a dire 24,5 milioni di persone. È questo il dato allarmante emerso dall’indagine commissionata da Facile.it e realizzata da mUp Research in collaborazione con Norstat su un campione rappresentativo della popolazione nazionale adulta. Se è vero che i cittadini sembrano essere generalmente poco disciplinati quando viaggiano sui sedili posteriori dell’auto, è altrettanto vero che, se ci si sposta nei sedili anteriori, il quadro cambia radicalmente e, in questo caso, più di 9 rispondenti su 10 dichiarano di utilizzare sempre le cinture di sicurezza.

Le cinture posteriori: chi le usa e chi no. Guardando alle differenze territoriali, emerge che l’utilizzo delle cinture di sicurezza nei sedili posteriori è più basso nelle regioni del Sud Italia e nelle Isole, dove ben il 65,3% dei rispondenti dichiara di non allacciarle La percentuale è sensibilmente distante da quella rilevata nelle aree del Nord Est, dove, unico caso nella Penisola, chi dichiara di usare le cinture sui sedili posteriori è parte di un campione nettamente superiore rispetto a quello di chi ammette di non farlo (60,2% vs 39,8%).

Significative le diverse abitudini rilevate in base all’età; la buona notizia è che, guardando questa volta a chi dichiara di usare le cinture posteriori, i giovani risultano essere molto più bravi degli adulti; le allacciano il 49,5% dei ragazzi con età fra i 18 e i 24 anni, mentre la percentuale crolla al 42,6% nella fascia 35-50 anni. Se si guarda al sesso, invece, emerge che gli uomini sono i più virtuosi sui sedili posteriori; il 46,4% del campione maschile dichiara di allacciare le cinture quando viaggiano dietro, mentre tra le donne la percentuale scende al 41,9%.

La cinture al volante: 9 su 10 le usano. La buona notizia è che, almeno quando si è seduti nei sedili anteriori, gli italiani sembrano aver capito l’importanza di allacciare le cinture tanto che, secondo i risultati dell’indagine commissionata da Facile.it, più di 9 rispondenti su 10 dichiarano di utilizzarle. Non mancano anche in questo caso le differenze socio-demografiche; quando si è alla guida, se è vero che a livello nazionale la percentuale di chi usa la cintura è sempre molto alta (97,1%), è altrettanto vero che va notata la grande differenza con le aree del Sud ed Isole dove la percentuale di chi usa le cinture (95,4%) risulta inferiore di quasi 2 punti percentuali rispetto alla media nazionale e addirittura 3 punti se messa in relazione con quello del Nord Est (98,3%).

Anche al volante gli uomini sono risultati più inclini all’uso delle cinture rispetto alle donne (97,7% vs al 96,6% del campione femminile).

Il quadro rimane sostanzialmente invariato se dal posto di guida ci si sposta nel sedile passeggero dove, a livello complessivo, il 96,5% dichiara di utilizzare le cinture di sicurezza.

Cinture posteriori: obbligatorie o no?. L’indagine ha voluto sondare anche il grado di conoscenza degli italiani rispetto all’obbligatorietà delle cinture di sicurezza posteriori. Il dato che sorprende è che, più di un italiano su quattro ritiene che l’uso delle cinture posteriori non sia obbligatorio o, comunque, dichiara di non sapere se lo sia (28,8%). Il dato sale fino al 33% nel solo campione femminile e al 35,4% fra i più giovani, che sono anche quelli in assoluto più certi della non obbligatorietà. Osservando i valori su base geografica, emerge che la percentuale di chi non sa o è convinto le cinture posteriori non siano obbligatorie schizza fino al 36,3% nel Meridione (contro il 17,6% registrato nel Nord Est).

Incrociando questi dati con quelli relativi all’uso delle cinture posteriori emerge un elemento che fa riflettere; sebbene il 71% dei rispondenti dichiari di essere consapevole dell’obbligatorietà delle cinture posteriori, all’atto pratico solo 4 su 10 le allacciano.Significativa la percentuale di italiani ancora scettici circa l’utilità di questi dispositivi di sicurezza; alla domanda “pensa sia utile usare le cinture di sicurezza posteriori?” 1 rispondente su 5 ha dichiarato di non sapere o di ritenerle non utili. Il 79,6% degli intervistati dichiara invece di ritenere utili le cinture posteriori; lo affermano soprattutto gli uomini (81,3% vs 78% del campione femminile); gli italiani con età compresa fra i 51 ed i 65 anni (79,7%) ed i residenti nel Nord Est (87,9%). Ancora una volta il dato si abbassa al Sud e nelle Isole; qui ritengono utili le cinture posteriori solo il 74% degli intervistati.

Cinture di sicurezza e RC auto. Il mancato uso delle cinture, oltre a mettere in pericolo l’incolumità di chi si trova all’interno della vettura in caso di incidente, è soggetto a sanzione amministrativa pecuniaria che va dagli 80 ai 323 euro, cui si aggiunge, se a violare la norma è il conducente, una decurtazione di 5 punti della patente (che sale a 10 per i neopatentati). Da non sottovalutare, inoltre, le possibili conseguenze sul piano dell’RC auto.

 «In caso di danni alle persone trasportate, qualora venisse accertata l’assenza dell’uso delle cinture di sicurezza, la compagnia assicurative potrebbe non rimborsare o applicare il diritto di rivalsa per “trasporto effettuato in mancanza di conformità alle leggi vigenti”», spiega Diego Palano, responsabile assicurazioni di Facile.it. «Inoltre, anche in caso di risarcimento, questo potrebbe essere ridotto qualora la mancanza dell’uso delle cinture abbia contribuito ad aggravare il danno subito.».

Acque azzurre, acque chiare a Piancavallo per l’IRCup

PIANCAVALLO (PN), 12 maggio – Encomiabili non solo nei rispettivi abitacoli, i protagonisti più in vista del secondo atto stagionale dell’IRCup – Pirelli hanno mostrato che ancora si può essere avversari senza essere nemici. E nei raggruppamenti…

Per finire, una di quelle prove speciali che esaltano chi corre e pure chi i rally li segue. Ed è stato su quei ventisei chilometri e spiccioli da Pielungo fin quasi a Tramonti di Sotto passando da Clauzetto che i protagonisti dell’edizione numero 33 del Piancavallo si sono giocati molto, moltissimo. Appena dopo il controllo-stop, Damiano De Tommaso, primo, Fofò Di Benedetto, secondo, e Alessandro Re, terzo, hanno trovato ad attenderli Loriano Norcini: per essere il primo a complimentarsi con loro, certo, ma anche e soprattutto per scortarli fin sotto la pedana. Giusto per evitare che a qualcuno potesse venire la tentazione di fare una sosta fuori programma nel trasferimento conclusivo. Strette di mano e pacche sulle spalle, le solite cose. Poi una voce, quella inconfondibile del rallista siciliano: “Dobbiamo metterci in posa per una fotografia”. Così è stato: prima di tornare ad occupare i rispettivi sedioli, i tre primattori del secondo appuntamento stagionale dell’International Rally Cup e i rispettivi copiloti si sono offerti agli obiettivi. Un gesto, solo un gesto. Che però ha illuminato più ancora delle acque azzurre, acque chiare del lago di Barcis un fine settimana vissuto sotto un cielo novembrino. Che ha spiegato lo spirito con il quale giovani e meno giovani si sfidano in una serie che pure distribuisce premi importanti.

La strada è ancora lunga – in cartellone ci sono ancora tre recite, quella di inizio giugno al Taro, quella di inizio luglio al Casentino e quella di fine settembre a Bassano – e può ancora succedere di tutto. Anche se le due vittorie rastrellate in rapida successione dal ragazzo con la Skoda Fabia di Munaretto mettono i suoi rivali nella poco confortevole situazione di cercare sempre e comunque il colpo grosso. Dovrà farlo Re Junior che per ora è quello che lo segue più dappresso e dovranno farlo Gianluca Tosi e Marco Roncoroni. Ma soprattutto Claudio Porro e Manuel Sossella, i due con le “vuerrecì” che, decisamente poco fortunati in Friuli, hanno lasciato Maniago a mani vuote.

Il rispetto reciproco va di moda anche nei vari raggruppamenti. Anche e soprattutto in quelli nei quali non è scontato, quelli nei quali i giochi sono tutti da fare. Per dire, quello delle R4, N4, R3D e Prod. S4 dove Marco Belli è ancora leader, ma è tallonato da Giuseppe Polisini che a sua volta precede Pier Domenico Fiorese al quale non può bastare aver preso il pallino nella sfida riservata ai “rallisti in divisa”. Lotta sempre accesa anche fra Super 1600 e R3 C e T dopo che, con un colpo di reni, Alessio Della Maggiora ha scavalcato sia Ildebrando Teneggi, sia Andrea Galeazzi. E se Mattia Targon – unico a punteggio pieno – non pare aver problemi in N3-R2C e il solido Michele Rovatti h sfruttato il rally nel nord-est per recuperare alla grande fra i “peugeottisti” con le R2 e tira il gruppone seguito da Alessandro Zorra e Niki Buhler, fra le altre R2 e le A7 l’esito della contesa fra Matteo Montanari e Mariano Mariani resta aperto. Come quello in N2, N1, N0, R1A e R1C fra Alessandro Guglielmetti e Andrea Maglione.

Nel 70° anniversario Coppa Piave si riconferma gara selettiva

Il territorio della Marca trevigiana ha ospitato la manifestazione motoristica che si è riaffermata competitiva e discriminatoria anche con la formula regolaristica. Nel passato si sono sfidati i piloti da rally, sabato gli specialisti del cronometro.

Cavaso del Tomba (TV) – 11 maggio 2019. Alfa Romeo, Audi, A112 Abarth, Citroen, Fiat Abarth, Ford, Lancia, MG, Mini, Peugeot, Porsche, Opel, Talbot Sunbeam, Toyota, Subaru, Volkswagen … Ecco l’elenco dei marchi di auto del presente e del passato che hanno disputato la Coppa Piave Revival, manifestazione di regolarità classica e turistica valida per Campionato Italiano di Regolarità Classica Auto Moderne, gara unica del Campionato Italiano UNVS ed inserita nel calendario del Trofeo Tre Regioni Regolarità Turistica che si è corsa sabato 11 maggio a Cavaso del Tomba, tra le provincie di Treviso, Belluno e Vicenza.

L’evento di quest’anno, come sempre organizzato dal Comitato Piave Jolly Club, raggiunge di slancio un altro importante traguardo che coincide con il settantesimo anniversario della gara.

Si è trattato di una manifestazione che ha visto al via 52 equipaggi, dei quali 14 non hanno raggiunto il traguardo a causa di problemi di origine meccanica e di condizioni metereologiche avverse. Per tutti gli altri la soddisfazione di aver portato a termine una gara che affonda le radici in un’epoca gloriosa delle corse su strada, quando i rally avevano una forte componente eroica tanto è vero che lungo il Piave si sono accese sfide che hanno lanciato nel firmamento del rallismo nomi poi divenuti famosi.

Vediamo la cronaca in dettaglio: l’equipaggio siciliano Accardo-Messina su Lancia Y, leader del Campionato Italiano Regolarità Classica Auto Moderne, ha bissato il successo in gara 1 e gara 2 confermandosi con due gare di anticipo il vincitore del Titolo ACI 2019, invece tra le Auto Storiche, su Alfa Romeo Giulia TI, si sono imposti in entrambe le prove Cicuttini-Castellano.

Nella Regolarità Turistica, tra le Auto Moderne si è affermata la coppia parmense Ceci-Botti su Fiat 500 Abarth, mentre Turri-Frascaroli su Fiat 128, ha prorogato la permanenza ai vertici della classifica auto storiche, piazzandosi inoltre al primo posto quale migliore protagonista del marchio FIAT e vincendo il Campionato Nazionale UNVS.

Ed ecco ora come è andata nei raggruppamenti. Nel primo della Regolarità Turistica Auto Moderne, la coppia Giacoppo-Giacoppo ha conquistato la vittoria; i due hanno corso con una Fiat 500 Giannini per il colori del Team Bassano. Successo dei già citati Ceci-Botti nel secondo e di Serino-Serino su Alfa Romeo Jtdm nel terzo.

Nelle Auto Storiche Galuppi-Nissotti hanno vinto il quinto raggruppamento su Alfa Romeo Gt Junior, mentre il sesto se lo sono aggiudicati i già menzionati Turri-Frascaroli. Il settimo è andato nelle mani di due specialisti delle gare di regolarità Monachella-Tampella su Fiat 127; i due sono “trasparenti” in quanto Top e pertanto risultano vincitori Margutti-Buranello sulla mitica A112 Abarth che si posizionano al secondo posto assoluto della classifica generale. I livornesi Balloni-Catarsi su A112 Abarth del 1983 si sono affermati nell’ottavo e, infine, Coradazzi-Miotto su Fiat Uno 60S hanno portato a casa le coppe del nono raggruppamento.

La Scuderia Padova Autostoriche, con sette equipaggi al via, è salita sul gradino più alto del podio nelle Auto Moderne e nelle Auto Storiche lasciando la piazza d’onore rispettivamente a Speedings Motors Team e Pienne Corse.

C’erano Toni e Alessandro Fassina ad attendere gli equipaggi allo “Zring” per la Super Prova allestita con l’appassionata collaborazione di Giuseppe Zadra che, alla premiazione, ha consegnato i Trofei “Zring Classic”, riservati alla Regolarità Classica e Turistica agli equipaggi Cicuttini-Castellano e Galuppi-Nissotti.

Uno speciale riconoscimento, il prestigioso orologio Lorenz è stato assegnato al socio UNVS Carlo Alberto Picco e ricevuto dalle mani di Achille Sogliani, presidente dell’Unione Nazionale Veterani dello Sport.

Dopo nove ore di gara, intervallate dalla splendida ospitalità della famiglia Biasiotto nell’Azienda Vinicola Foss Marai, nella serata di sabato si sono svolte le premiazioni durante la cena all’Hotel Canova, rinnovando il plauso a chi ha saputo credere nelle capacità del Comitato Organizzatore sostenendo la manifestazione con il proprio patrocinio o con un concreto supporto:

–       Regione del Veneto

–       Provincia di Treviso

–       ACI Sport

–       UNVS – Unione Nazionale Veterani dello Sport

–       De Wrachien Gioielli

–       Fassina Automotive

–       Foss Marai

–       Kayak

Il fascino di Monza, per i muscoli delle vetture dell’European Le Mans Series

Di Valter Ribet

MONZA 12 maggio – Al Monza Eni Circuit è tornata l’European Le Mans Series, l’avvincente gara di endurance sulla lunghezza di quattro ore ha entusiasmato il numeroso pubblico accorso sabato 11 e domenica 12 maggio (giornata di gara) sullo storico circuito lombardo.

Questa è stata la seconda gara stagionale, la prima si è corsa a metà aprile in Francia al Paul Ricard, in pista si sono confrontati i migliori piloti della specialità alla guida dei prototipi LMP2 e LMP3 oltre alle vetture LMGTE.

È stato un week-end ricco di spettacolo ed emozioni, oltre alla European Le Mans Series hanno gareggiato altre due serie quali Michelin Le Mans Cup e Aston Martin Masters Endurance Legends.

Sulla griglia di partenza della quattro ore si sono presentate una cinquantina di splendide vetture, guidate da piloti provenienti da ventisei nazioni, veri e propri bolidi quali Oreca, Dallara, Ligier, Norma, Ginetta (motorizzati Gibson e Nissan) più alcune “tradizionali” Porsche e Ferrari presenti nella LMGTE.

Le condizioni meteo hanno permesso il regolare svolgimento della gara (assenza di pioggia e vento), favorendo le strategie dei vari team che per queste competizioni si concentrano principalmente sulla lunga durata della formula di gara.

Al termine vittorie più che meritate per Job Van Uitert, Norman Nato, Roman Rusinov (Team G-Drive) nella LMP2, Jens Petersen, Mikkel Jensen (Team Euro International) nella LMP3, Christian Ried, Matteo Cairoli, Riccardo Pera (Proton Racing) nella LMGTE.

In quest’ultima classe il podio è stato completato dai piloti Ferrari con il secondo posto del Luzich Racing e il terzo del JMW Motorsport.

Prossimo appuntamento il 21 luglio sul Circuito di Catalogna a Barcellona, per il terzo round.