La foto della settimana: Elio Magnano immortala il selfie di Gil Calleri con Sébastien Loeb

ALBA (CN), 13 giugno – Ci sono momenti della vita che vengono scolpiti nella memoria; ma se si ha anche un’immagine da conservare è meglio. È quanto ha pensato Gil Calleri alla conclusione del Rally Alba 2019, quando si è scattato un selfie insieme a due altri dello staff organizzativo della gara riprendendo sé stesso davanti al palco dei miracoli sul quale stava festeggiando la vittoria il nove volte campione del mondo Sébastien Loeb. Un’immagine da sogno per tutti gli organizzatori e per tutti gli appassionati che Elio Magnano ha prontamente colto e che è stata l’immagine di apertura delle interviste a Gil Calleri pubblicata da www.kaleidosweb.com mercoledì scorso, 19 giugno.

Insignia e le altre ammiraglie Opel: impostato 60 anni fa il progetto delle “tre grandi”

  • La serie K.A.D. era lo specchio dei tempi
  • Un 6 cilindri in linea di 2,6 litri per le Kapitan e Admiral
  • Motore 4.700-V8 per la Diplomat

RÜSSELSHEIM (Germania). La nuova Insignia, attuale ammiraglia della gamma Opel, è la più recente espressione della lunga tradizione della Casa tedesca nel settore delle automobili ammiraglie. Esattamente 60 anni fa, nel 1960, Opel avviò il contemporaneo progetto di tre ammiraglie – che soprannominò, le “tre grandi” – che rispecchiavano il fatto che in Germania il miracolo economico fosse ormai una realtà consolidata.

“Rappresentanti di un’eleganza cosmopolita”

Quando nel Febbraio del 1964 i giornalisti arrivarono sul circuito di prova della Opel capirono subito cosa intendesse la Casa tedesca per “tre grandi”. Accanto alla nuova Kapitan-A, equipaggiata con un 6 cilindri di 2.600 cc da 100 CV, appariva un modello di lusso il cui nome era già conosciuto dai tempi dell’anteguerra: la Opel Admiral. E non era tutto. Il terzo nuovo modello presentato era la Opel Diplomat il cui 8 cilindri a V di 4.700 cc da 190 CV

La documentazione per la stampa spiegava: “Opel Kapitan e Admiral sono due nuove vetture di classe superiore. Entrambe rappresentano un nuovo design automobilistico, ma ciascuna di esse risponde in modo diverso ai desideri di comfort degli automobilisti più esigenti. I frontali sportivi, i fari prismatici e la forma filante della coda sono l’espressione di un’eleganza cosmopolita”. La Diplomat costava 17.500 Marchi (contro i 10.990 della Kapitan ed i 12.200 della Admiral), la pubblicità Opel diceva: “Consenso e rispetto sono assicurati. Il tempo vi appartiene se siederete nella vostra Opel Diplomat V8, senza essere disturbati dal traffico caotico grazie alle perfette prestazioni dei suoi elementi. Il potente motore V8 vi libererà in pochi secondi dalle code ai semafori e dai guidatori più lenti. Anche in autostrada, dove la vostra superiorità sarà subito evidente a tutti e anche a voi, il cambio automatico, il servosterzo e il servofreno limiteranno la vostra attività a pochi gesti indispensabili. Inoltre godrete della sensazione di essere padroni di tutte le corsie. L’auto adatta a guidatori di alto livello”.

Le “tre grandi” si vendettero bene sin dall’inizio e i concessionari non seppero bene se rallegrarsi o piangere: le capacità produttive di Rüsselsheim erano già sfruttate al massimo per soddisfare l’enorme richiesta di Rekord-A e si dovette aspettare fino alla metà del 1964 per poter avviare, in piccole quantità, la produzione delle nuove “grandi”. Ciononostante furono vendute in quantità sorprendente: entro il settembre del 1965 si vendettero 15.030 Opel Kapitan e 31.318 Opel Admiral.

Subito dopo si apportarono alcune modifiche poiché non tutti i clienti erano d’accordo sulla “vivacità” del motore da 100 CV. L’auto che pesava 1.370 kg a vuoto raggiungeva “solo” i 155 km/h e impiegava 15 secondi per raggiungere i 100 km/h da fermo. Così, dopo la chiusura estiva del 1965, le Opel Kapitan e le Admiral furono dotate di un nuovo 6 cilindri di 2.800 cc che con i suoi 125 CV procurava prestazioni superiori: adesso i 170 km/h erano raggiungibili facilmente. La Opel Diplomat non aveva questo problema: i suoi 200 km/h erano raggiunti solo da pochi modelli sportivi.

L’inizio degli Anni ’60 non fu per la Opel di importanza capitale solo per l’apertura della nuova fabbrica di Bochum o per il lancio fortunato di tre nuovi o profondamente rinnovati modelli: in quegli anni cambiò anche l’opinione della direzione vendite in tema di sport e di sportività. Ci si rese conto che stava nascendo una clientela per la quale, pur restando importanti aspetti come l’affidabilità, guardava con crescente interesse alle prestazioni. A partire dal 1963 la Opel presentò vetture dotate di motori più potenti di quelli che ci si sarebbe aspettati dalla tradizione di Rüsselsheim.

Jeep® e Juventus ripartono insieme

  • Ritorna finalmente in campo il connubio vincente tra la squadra bianconera e il marchio Jeep®, Official Sponsor dal 2012 lungo un cammino costellato di successi.
  • Questa stagione pone nuove sfide, sportive e tecnologiche, sempre da affrontare insieme con la voglia e la forza di superare ogni limite.
  • Si riparte dalla Coppa Italia con il claim “Keep Jeep and restart” e dai primi SUV Jeep 4xe con tecnologia ibrida plug-in.

Se si tratta di ripartire, non c’è mezzo migliore di un SUV Jeep®: grazie alla proverbiale capability off road, ogni modello della gamma, in oltre 75 anni di storia, si è rivelato uno straordinario mezzo di libertà. Non solo: nella continua evoluzione del brand, parallelamente alle performance in fuoristrada, sono cresciuti l’handling e la connettività in modo da vivere avventure urbane in pieno comfort, e oggi Renegade e Compass 4xe sono i primi modelli ibridi plug-in del marchio, che apre nuove vie nel mondo dell’elettrificazione.

Da questa tradizione deriva il claim “Go Anywhere, Do Anything”, che sintetizza la vocazione e la capacità di spostare in avanti ogni confine. Sulla condivisione di questi valori e su un approccio volitivo rispetto a ogni impresa quotidiana, piccola o grande, si basa il rapporto che lega il marchio Jeep alla Juventus da ormai otto stagioni. Non fa ovviamente eccezione quest’annata segnata dall’interruzione dell’attività agonistica, che ha tenuto sospesi atleti e appassionati.

È arrivato però il momento di ripartire e il brand accompagna la ripresa con il claim “Keep Jeep and restart”, un invito ad andare avanti, pur con modalità nuove, ma rimanendo sempre fedeli alle proprie passioni. La creatività diffusa sui canali social mostra l’inconfondibile vista frontale di Jeep Renegade che riaccende i fari: il fascio di luce richiama i riflettori dell’Allianz Stadium di Torino, che si mostra pronto ad accogliere il primo incontro della ripartenza. La line della campagna recita “Warm up! The new Jeep® 4xe is ready to take the field!”: il brand Jeep è pronto a scendere in campo sul suo terreno preferito, il campo da gioco della Juventus dove, insieme alla squadra, ha conquistato quindici titoli tra campionato, Coppa Italia e Supercoppa italiana dalla stagione 2012-2013 in qualità di Official Sponsor.

Un connubio di successo che riparte dalla Coppa Italia per la semifinale di ritorno contro il Milan, dopo il pareggio per uno a uno nella gara d’andata disputata a Milano il 13 febbraio. La finale della manifestazione è prevista per il 17 giugno a Roma. Proprio nella splendida cornice dello Stadio Olimpico, conquistando la sua tredicesima Coppa Italia, due stagioni fa la Juventus ha tagliato un traguardo da record con il marchio Jeep® sulla divisa bianconera: quattro trofei consecutivi, impresa inedita in Italia, a dimostrazione della passione e della capacità di affrontare e superare qualsiasi sfida. La sfida odierna è quella di ripartire su un terreno nuovo e in sicurezza, come a bordo di un SUV Jeep.

Una Kona Electric per il visionario Bertrand Piccard, nuovo brand ambassador Hyundai in Europa

Il visionario svizzero e Hyundai condividono l’impegno nello sviluppo di soluzioni innovative per proteggere l’ambiente

Piccard guida un esemplare di Kona Electric, il primo SUV compatto a zero emissioni che presenta un’autonomia di 484 km

L’esploratore elvetico ha battuto con Hyundai NEXO il record del mondo per la più lunga distanza percorsa da un veicolo a idrogeno con un solo pieno

11 giugno 2020 – Hyundai ha annunciato una nuova partnership paneuropea con Bertrand Piccard, esploratore svizzero e presidente della Fondazione Solar Impulse. Noto per essere stato il primo uomo a volare in mongolfiera intorno al mondo senza mai fermarsi – nonché il primo a compiere il giro del mondo su un aereo a energia solare – il visionario Piccard condivide l’impegno di Hyundai per l’innovazione e la tutela dell’ambiente: la sua Solar Impulse Foundation è continuamente tesa a trovare soluzioni che “affrontino le sfide ambientali, favorendo al tempo stesso la crescita economica”.

Già Brand Ambassador per Hyundai in Francia, nel 2019 Piccard ha battuto il record mondiale per la distanza più lunga percorsa con un veicolo a celle a combustibile, grazie a soli 6 kg di idrogeno. L’esploratore elvetico ha infatti percorso 778 km attraverso la Francia su Hyundai NEXO, in un tour durante il quale ha incontrato diverse personalità di spicco della politica e dell’industria dell’idrogeno.

Nella sua avventura con Hyundai, Piccard ha testato l’efficienza di IONIQ e ora guida un esemplare di Kona Electric. Grazie alla sua notevole autonomia, a un comfort eccellente e a una tecnologia allo stato dell’arte, il primo SUV compatto a zero emissioni ha rappresentato una scelta stimolante per l’esploratore svizzero. Kona Electric con batteria da 64 kWh ha infatti un’autonomia di 484 km (ciclo misto WLTP) con una singola carica.

“Bertrand Piccard è un precursore della mobilità pulita e con il suo approccio olistico condivide con Hyundai lo stesso spirito progressista”, afferma Andreas-Christoph Hofmann, Vice President Marketing e Product di Hyundai Motor Europe. “Poter contare su una collaborazione con una personalità forte e indipendente come la sua ci aiuterà a sviluppare ulteriormente le nostre attività in termini di soluzioni di mobilità pulita e priva di emissioni, man mano che continueremo a progredire nella costruzione della nostra leadership in questo campo”.

Bertrand Piccard: scienziato, innovatore, esploratore

Piccard è un noto pioniere nello sviluppo di soluzioni innovative di mobilità. Scienziato, psichiatra, inventore ed esploratore, è stata la prima persona a viaggiare per il mondo in mongolfiera. Nel 2016 ha di nuovo circumnavigato il globo, questa volta con un rivoluzionario aereo a energia solare chiamato Solar Impulse. Convinto sostenitore della mobilità ecosostenibile, ha dato vita ad una fondazione a cui ha dato lo stesso nome, con l’obiettivo di promuovere soluzioni innovative e rispettose dell’ambiente nell’affrontare le diverse sfide del nostro tempo.

“Dopo aver volato in giro per il mondo su un aereo alimentato esclusivamente ad energia solare, non avrei potuto guidare nient’altro che un’auto a basse o zero emissioni. E questa è esattamente l’opportunità che Hyundai mi offre. Diventare ambasciatore di questo brand è quindi una scelta che è, per me, tanto logica quanto ecologica” – ha commentato Piccard.

Una visione condivisa sul futuro

Hyundai e Piccard condividono lo stesso spirito pionieristico e innovativo. Esploratore di nuovi modi di pensare e di fare, Piccard – con le sue invenzioni – è stato uno dei primi a immaginare una protezione dell’ambiente legata alla redditività, conciliando ecologia ed economia. Hyundai si dedica costantemente all’innovazione, sviluppando soluzioni di mobilità pulita accessibile ad un numero significativo di persone. Fondata su una profonda condivisione di valori e di impegni, la partnership tra Hyundai e Piccard rappresenta un volano perfetto per promuovere la mobilità elettrica.

Una collaborazione già avviata, che si estende a livello europeo

Piccard è dal 2007 Brand Ambassador per Hyundai in Francia.

 

Nel 2018, ha presieduto la conferenza Hydrogen Today, appuntamento organizzato da Hyundai con i vari attori coinvolti nel settore all’idrogeno, elemento che svolgerà un ruolo essenziale nella decarbonizzazione dei trasporti.

Consegnata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri una Corolla Full Hybrid Electric

Una Toyota Corolla Full Hybrid Electric è stata consegnata nella giornata del 9 giugno alla Presidenza del Consiglio dei Ministri nella prestigiosa cornice di Palazzo Chigi.

È stato il Segretario Generale, Presidente Roberto Chieppa, a riceverla direttamente da Mauro Caruccio, amministratore delegato di Toyota Motor Italia.

La vettura, fornita in comodato d’uso gratuito, entra a far parte del parco di auto della Presidenza del Consiglio: contribuirà così a diffondere la conoscenza della tecnologia Full Hybrid Electric e dei benefici che questa soluzione può portare grazie alle sue basse emissioni climalteranti e soprattutto inquinanti, oltre alla sua straordinaria efficienza energetica.

Il gruppo Toyota è impegnato da oltre vent’anni nello sviluppo di tutte le soluzioni di mobilità elettrificate. La tecnologia Full Hybrid di Toyota e Lexus, oggi già scelta da oltre 15 milioni di automobilisti in tutto il mondo, è infatti in grado di ridurre sensibilmente i consumi, le emissioni di climalteranti, come la CO2, e di inquinanti nocivi per la salute, come gli NOx, (che da ciclo omologativo, e per tutta la gamma elettrificata, risultano inferiori di oltre il 90% rispetto al limite previsto dalla normativa vigente).

“Ci impegniamo quotidianamente per offrire le migliori soluzioni per una mobilità sostenibile – ha dichiarato Mauro Caruccio, amministratore delegato di Toyota Motor Italia – e riteniamo che la tecnologia Full Hybrid Electric di Toyota e Lexus sia la soluzione oggi più immediata per ridurre drasticamente emissioni e consumi: i nostri modelli ibridi sono inoltre economicamente accessibili e facilmente utilizzabili senza dover cambiare le abitudini di chi le guida, non necessitano di un’infrastruttura di ricarica e durano nel tempo mantenendo elevato il loro valore. Per questo – conclude Mauro Caruccio – siamo lieti di dare il nostro contributo e diffondere così la conoscenza della nostra tecnologia e dei suoi benefici”.

L’incontro ha rappresentato anche l’occasione per illustrare al Segretario Generale la visione del gruppo Toyota per la mobilità del prossimo futuro: è stata mostrata anche la Toyota Mirai – parola giapponese che significa per l’appunto futuro – la prima berlina equipaggiata con tecnologia Fuel Cell, alimentata ad idrogeno, prodotta in serie al mondo. Una vettura che emette esclusivamente acqua, ha un’autonomia di oltre 500 km e che si rifornisce in soli tre minuti.

Toyota ritiene che l’idrogeno rappresenti una risorsa chiave per favorire un maggiore utilizzo dell’energia da fonti rinnovabili. Per stimolare l’impiego di questo vettore energetico, nel 2014 ha introdotto sul mercato la prima generazione di Mirai, prodotta fino ad oggi in oltre 10.000 esemplari. Il prossimo anno, ne lancerà sul mercato globale la seconda generazione, con livelli di efficienza notevolmente superiori a quello attuale – ad esempio una ancor maggiore autonomia.

“Su questo fronte c’è ancora molto da fare. Affinché lo sviluppo delle infrastrutture possa consentire la diffusione di mezzi alimentati a idrogeno anche in Italia – sostiene Mauro Caruccio– sarà essenziale che i principali attori del sistema produttivo e distributivo lavorino insieme, sostenuti in modo concreto dalle istituzioni sia nazionali, che locali.”

 

Opel estende la gamma di Corsa-e con batteria elettrica

  • Eco Bonus: tutte le versioni di Corsa-e hanno diritto a 11.000 € di incentivo in Italia
  • Equipaggiamenti al massimo per Opel Corsa
  • Opel Corsa-e con il nuovo allestimento GS Line: auto elettrica sportiva
  • Edition, Elegance e GS Line: tre allestimenti per ogni gusto

RÜSSELSHEIM (Germania). Opel Corsa-e è l’auto elettrica per tutti, pronta per l’uso quotidiano e con un’autonomia tutta elettrica fino a 337 km nel ciclo WLTP1. In più, su quest’auto elettrica è disponibile anche un optional che rappresenta il fiore all’occhiello di Opel – i fari adattivi IntelliLux LED, che sono unici in questo segmento di mercato.

L’autonomia effettiva può variare in base alle condizioni quotidiane e dipende da vari fattori, in particolare dallo stile di guida personale, dalle caratteristiche del percorso, dalla temperatura esterna, dall’uso del riscaldamento e del condizionamento dell’aria e dal precondizionamento termico.

In Italia, agli incentivi Opel, che per Corsa-e arrivano a 5.000 €, si aggiunge l’ecobonus statale che arriva fino a 6.000 € per le vetture con emissioni di CO2 sotto i 20 g/km in caso di rottamazione di una vettura Euro 0, 1, 2, e 3. Così la riduzione del prezzo di listino arriva a ben 11.000 € per un vantaggio cliente estremamente sostanzioso. Se ciò non bastasse Opel ha deciso di applicare, per un breve periodo, uno sconto del 50% sugli equipaggiamenti opzionali per arricchire Corsa con contenuti aggiuntivi.

Tutti gli allestimenti di nuova Opel Corsa e Corsa-e sono equipaggiati con standard che fino a poco tempo fa facevano parte solo della dotazione di vetture di lusso. Per fare qualche esempio, tutte le Opel Corsa sono equipaggiate con la telecamera frontale che coinvolge vari sistemi di assistenza.

Il Riconoscimento cartelli stradali rileva i cartelli stradali di limite di velocità ed è ora in grado di rilevare più informazioni, come ad esempio i segnali con LED, informazioni che vengono poi visualizzate sul quadro strumenti. Oltre a emettere un segnale lampeggiante, il Sistema di mantenimento della corsia di marcia applica leggere correzioni allo sterzo e fa vibrare il sedile del guidatore se la vettura abbandona inavvertitamente la corsia.

Il sistema di frenata automatica di emergenza basato su radar (Allerta incidente con Frenata automatica di emergenza e Riconoscimento pedoni e ciclisti) riduce la velocità della vettura di max 50 km/h per evitare l’impatto o ridurne la forza. In funzione della velocità, il sistema può identificare veicoli, pedoni, biciclette e motociclette.

Anche il Sistema per la prevenzione dei colpi di sonno fa parte della dotazione di serie e avvisa il guidatore, con tre livelli di allarmi sonori e visivi, che è giunto il momento di prendersi una pausa dopo due ore di guida a velocità superiori a 65 km/h. Il sistema può avvisare il guidatore che è necessaria una pausa in qualsiasi momento se rileva che l’auto si comporta in modo pericoloso, per esempio se effettua sterzate improvvise.

Opel Corsa-e ha come standard il quadro strumenti digitale a colori con schermo da 7” e il sistema di infotainment è dotato di schermo touch a colori da 7” anch’esso, Bluetooth per vivavoce e streaming dei contenuti dello smartphone, Apple CarPlay, Android Auto, presa USB e radio digitale DAB+.

La Nuova Opel Corsa-e offre come standard anche il nuovo servizio di Opel Connect. Con funzioni utili, come la Navigazione live con informazioni sul traffico in tempo reale, la verifica dei principali dati relativi al veicolo mediante app, il collegamento diretto con il soccorso stradale e la chiamata di emergenza (eCall), guidatore e passeggeri possono viaggiare in tutta tranquillità. Premendo il tasto rosso si può ottenere aiuto nel giro di pochi secondi. Se si attivano i tensionatori delle cinture o gli airbag, la chiamata di emergenza viene attivata automaticamente.

Alle versioni Edition ed Elegance di Opel Corsa-e così ben equipaggiate si è aggiunta ora la versione GS Line caratterizzata da elementi sportivi come i cerchi in lega da 16’, sedili sportivi per il guidatore e il passeggero anteriore, pedali in alluminio, tetto nero e paraurti dal look sportivo. Con 100kW (136 CV) prodotti dal motore elettrico, la Opel Corsa-e accelera da zero a 100km/h in soli 8,1 secondi.

Con il nuovo livello di equipaggiamento GS Line, Opel Corsa-e acquisisce un aspetto particolarmente sportivo che si adatta perfettamente alle sue prestazioni dinamiche”, ha detto il responsabile di Opel Germania, Andreas Marx. “Le nostre auto elettriche offrono emozioni senza emissioni, rendendo la mobilità elettrica elegante ed entusiasmante. Inoltre, i prezzi sono estremamente accessibili.”

In alternativa, Opel Corsa-e Elegance è l’ideale per i clienti che preferiscono una vettura confortevole, con sedili in simil-pelle e classici dettagli cromati. Cerchi in lega, volante in pelle, alzacristalli posteriori elettrici e fari full LED sono di serie.

Lexus: consumi ridotti, manutenzione minima e progettate per durare: anche il futuro delle auto premium è sostenibile

  • Dalle tecnologie elettrificate che abbattono le emissioni nocive, alla progettazione attenta ai materiali più durevoli, fino alle innovazioni tecnologiche che riescono a ridurre il più possibile la manutenzione
  • Anche il mondo delle auto di lusso guarda alla sostenibilità come chiave di volta per reinterpretare la mobilità di domani
  • Una prospettiva già adottata da Lexus, il brand premium del gruppo Toyota pioniere della tecnologia ibrido elettrica, che ha fatto della motorizzazione a basso impatto ambientale e dell’affidabilità nel tempo delle sue auto il suo marchio di fabbrica: già oggi il 100% dei modelli Lexus venduti in Italia sono Full Hybrid Electric.

La corsa alla riduzione dei consumi delle nostre auto è stato uno dei mantra del nuovo millennio, da quando la pressione dei cambiamenti climatici in atto ha spinto sempre di più governi, istituzioni e opinione pubblica nel cercare di contenere consumi e impatti sull’ambiente delle attività dell’uomo, tra cui quelle legate agli spostamenti personali.

E tutti noi ci siamo interrogati almeno una volta su quale fosse la soluzione di motorizzazione più sostenibile per i nostri spostamenti quotidiani in auto. Ma le emissioni non sono l’unico fattore che incide sugli impatti ambientali di un’automobile: anche la qualità e resistenza dei materiali utilizzati, l’attenzione alle fasi di progettazione e la durata dell’intero ciclo di vita costituiscono aspetti centrali in questo contesto.

“Anche il segmento premium delle auto sta riscoprendo con forza la sua dimensione etica, in grado di orientare sempre più le scelte di acquisto verso prodotti ad alto valore aggiunto e soluzioni sostenibili” ha dichiarato Maurizio Perinetti, Responsabile Divisione Lexus Italia, il marchio premium del Gruppo Toyota. “Per noi la qualità dei materiali e delle lavorazioni non è mai fine a sé stessa ma ha l’obiettivo di garantire e mantenere inalterato nel tempo il valore e le prestazioni dei nostri modelli, riducendo il più possibile il ricorso alla manutenzione e alla sostituzione; un impegno premiato anche dal mantenimento nel tempo del valore economico residuo dell’usato Lexus, ai vertici del mercato. La certezza di una lunga durata nel tempo consente inoltre di massimizzare nel tempo i benefici ambientali possibili con i sistemi Full Hybrid Electric di ultima generazione di Lexus, già oggi installati nel 100% dei modelli venduti in Italia”.

Opel Blitz: un grande successo figlio della Grande Crisi

  • 90 anni fa Opel lanciò il progetto Blitz
  • Il suo nome si identificò con il marchio del costruttore
  • L’autocarro leggero contribuì al rilancio della Casa tedesca

RÜSSELSHEIM (Germania). Ottanta anni fa, nelle settimane immediatamente successivi al Crollo di Wall Street, anche Opel, come tantissime altre imprese in tutto il mondo, dovette affrontare le conseguenze della Grande Depressione. Anche a Rüsselsheim si dovette licenziare una parte del personale, ma, mentre altre aziende dichiararono fallimento, alla Opel almeno le catene di montaggio rimasero in funzione, sia pure a ritmo ridotto. Cessata la produzione dei grandi modelli a 6 cilindri per i quali non c’era ormai più clientela, ci si rivolse di nuovo ai modelli piccoli per mezzo dei quali si era superata la depressione del Primo Dopoguerra.

La recessione portò però anche qualche vantaggio: i controlli di qualità, ad esempio, migliorarono sensibilmente e furono effettuati utilizzando un maggior numero di persone. L’inizio dell’orario di lavoro fu anticipato per permettere ai dipendenti di occuparsi, dopo il lavoro in fabbrica, dei loro orti e campi che allora erano determinanti per il mantenimento delle famiglie. A partire dall’Estate 1930 furono inoltre organizzate delle visite guidate alla fabbrica che contribuirono anch’esse, sia pure in minima parte, al fatturato della ditta.

1930: un grande concorso a premi. Nel 1930 l’azienda indisse un concorso nazionale per scegliere il nome del nuovo autocarro leggero con motore a 4 cilindri di 2,6 litri che sarebbe uscito sul mercato l’anno successivo. Il primo premio consisteva in una autovettura Opel 4/20 HP, quelli dal secondo al quinto in una motocicletta Opel Motoclub. L’eco fu immensa: 1.500.000 persone parteciparono al concorso. Alla fine la giuria scelse il nome Blitz (“fulmine”) che riprendeva il nome di una bicicletta, Victoria Blitz, costruita da Opel esattamente 40 anni prima, e che era destinata a entrare nella storia della Casa tedesca, come simbolo grafico del suo marchio.

L’autocarro leggero Blitz si conquistò una fama quasi leggendaria che durò fino agli Anni ’70 contribuendo allo sviluppo dell’azienda. La domanda di questo modello, che veniva fornito con una gran varietà di allestimenti differenti e passi diversi, crebbe tanto rapidamente che nel giro di otto mesi la Opel si vide costretta ad aprire una nuova fabbrica, dedicata esclusivamente ai veicoli industriali, a Brandeburgo, in cui assemblare i camion da 2,0 e da 2,5 tonnellate.

Ad essi si affiancò, nel 1936, il Blitz S (dove la lettera “S” stava per “Standard”), un autocarro da 3 tonnellate equipaggiato con il motore Admiral di 3.600 cc. Questo nuovo autocarro che, come volevano la normativa del Ministero del Traffico, era in grado di muoversi in fuoristrada, era disponibile anche nelle versioni a trazione integrale e semi-cingolato (con il nome di Maultier, cioè “mulo”). La Opel ne costruì complessivamente oltre 130.000 esemplari, fino a quando la fabbrica di Brandeburgo non fu distrutta dai bombardamenti alleati.

1946: la ripresa della produzione. La produzione dell’Opel Blitz riprese nel 1946 a Rüsselsheim. Il primo cliente del Dopoguerra fu un imprenditore di Wiesbaden che pagò 6.600 Marchi un Opel Blitz dotato di un motore a 6 cilindri in linea di 2473 cc da 55 CV (40 kW), lo stesso motore usato nel 1938 per la prima Kapitan che ora era disponibile con alimentazione a benzina e a gasogeno. L’Opel Blitz si rivelò un mezzo indispensabile per l’industria e l’artigianato: le sue vendite passarono dalle 3.219 unità del 1947 alle 11.574 del 1949.

Nel 1952 ne fu presentata una nuova versione da 1,9 tonnellate caratterizzata fra l’altro da linee più moderne e arrotondate. Prodotta fino al 1960, in 89.767 unità, diede origine a numerose allestimenti speciali. Nel 1960 fu presentato un Opel Blitz sensibilmente rinnovato: un autocarro leggero da 1,9 tonnellate disponibile con 2 passi diversi (3.000 e 3.300 mm). Equipaggiato con il motore della Kapitan maggiorato a 2.605 cc da 70 CV (52 kW) – successivamente portata a 80 CV (59 kW) – raggiungeva una velocità di circa 100 km/h. Per chi poi avesse voluto un motore Diesel, c’era un economico 2.100 da 60 CV (44 kW) di derivazione Peugeot.

Dotato in seguito del 4 cilindri da 70 CV (52 kW) della Opel Rekord, il Blitz da 1,9 tonnellate restò in produzione fino al 1972 quando la produzione dei veicoli commerciali leggeri fu trasferita da Rüsselsheim negli stabilimenti della Bedford, in Inghilterra.

Gli Opel Blitz che arrivarono in Italia in pochi esemplari alla fine degli Anni ’60 erano i modelli della serie 300-350-375 DL con motori Diesel di 2.112 cc da 67 CV (49 kW) e di 2.490 cc da 96 CV (71 kW) oppure a benzina di 1.897 cc da 83 CV (61 kW). La produzione del Opel Blitz cessò definitivamente nel 1975.

Precisione assoluta: Mokka di nuova generazione mostra il nuovo volto di Opel

  • Design innovativo: Vizor organizza gli elementi nella fascia anteriore che si allarga nel frontale
  • Audace e puro: nuove linee allineate alla futura filosofia di design
  • Nuovo family feeling: tutti i futuri modelli Opel presenteranno l’Opel Vizor

RÜSSELSHEIM (Germania). Il futuro Opel Mokka sarà il primo modello a mostrare il nuovo volto del marchio tedesco. Il team attorno all’ Opel Design Vice President, Mark Adams, ha creato un nuovo volto inconfondibile: Opel Vizor. Come un casco integrale con visiera protettiva che integra organicamente la griglia, i fari e il logo del marchio in un singolo modulo: il nuovo volto Opel.

La leggendaria prima generazione di Opel Manta ha ispirato il concetto iniziale di questa elegante caratteristica. Per nuovo Opel Mokka i designer hanno letteralmente reinventato la griglia di Manta inserendo due fari su una superficie nera, incorniciati da una sottile barra cromata.

La visiera di nuovo Opel Mokka si allunga senza interruzioni passando attraverso la parte anteriore del veicolo sotto il cofano, enfatizzando visivamente la larghezza del veicolo e definendo la fascia con una quantità ridotta di elementi. Nessuna decorazione superflua disturba la messa a fuoco su una superficie pura, che integra perfettamente i fari. Il leggendario logo Blitz Opel domina con orgoglio al centro. Un logo puro, preciso e tecnico, un abbinamento perfetto con nuovo Opel Mokka che sarà dotato solo di lampade a LED di alta qualità e fari a matrice IntelliLux LED® di ultima generazione, un vero punto di forza in questo segmento di mercato. Opel Vizor diventerà un segno distintivo di tutti i modelli Opel a partire dal 2020 con l’idea di sviluppare ulteriori innovazioni tecnologiche.

“È stato molto importante per noi creare un nuovo volto per il marchio improntato a uno stile audace e puro del futuro design Opel. Il nuovo Vizor che debutterà nella prossima generazione di Opel Mokka, costituirà un carattere distintivo, rimanendo legato alle sue radici tedesche in termini di forma a servizio della funzione. Una griglia classica nelle auto elettriche come Opel Mokka non sarà più necessaria, perciò sarà Vizor a creare una perfetta integrazione tra illuminazione futura e altre tecnologie, il tutto all’interno di una superficie protettiva ad alta tecnologia”, ha spiegato Mark Adams.

Il nuovo volto del marchio si allinea alla filosofia della bussola di Opel. La prossima generazione di Opel Mokka mostrerà per la prima volta il nuovo frontale realizzato per i futuri modelli Opel.

Nel design della bussola, due assi si intersecano con il Blitz Opel al centro, in modo che il logo del marchio diventi sempre di più la caratteristica principale. La nervatura del cofano, ora più nitida ed evidente, è tipica degli ultimi veicoli Opel e continua sotto il Blitz, enfatizzando l’asse verticale. La caratteristica forma ad ala delle luci diurne a LED, che caratterizzerà tutti i futuri modelli Opel, simboleggia l’asse orizzontale.

Hyundai e Kia aumentano l’efficienza dei veicoli elettrici con una nuova tecnologia della pompa di calore

L’innovazione della gestione del calore di Hyundai e Kia massimizza l’autonomia dei veicoli elettrici a basse temperature

I conducenti di veicoli elettrici possono riscaldare l’abitacolo senza un impatto significativo sull’autonomia di guida elettrica

Kona Electric si è aggiudicata il primo posto in classifica nel test di convalida sull’autonomia reale della Norwegian Automotive Federation

9 giugno 2020 – Hyundai Motor Company e Kia Motors Corporation hanno rivelato nuovi dettagli sull’innovativo sistema della pompa di calore, implementata sulla gamma globale di veicoli elettrici (EV) di Hyundai e Kia per massimizzare l’autonomia di guida elettrica alle basse temperature.

La pompa di calore di Hyundai e Kia rappresenta una delle principali innovazioni nella gestione del calore massimizzando la distanza che i modelli elettrici dei brand possono percorrere con una singola carica, raccogliendo l’eccesso di calore per riscaldare l’abitacolo. A differenza di quel che accade in altri veicoli elettrici, essa consente di accendere il riscaldamento della propria auto senza influire in modo significativo sull’autonomia di guida.

La tecnologia è stata introdotta per la prima volta nel 2014 sulla prima generazione di Kia Soul EV. Composta da un compressore, un evaporatore e un condensatore, la pompa di calore catturava il calore residuo emesso dai componenti elettrici del veicolo, riciclando questa energia per riscaldare l’abitacolo in modo più efficiente. In questo modo i 180 km di autonomia di guida del modello erano salvaguardati anche con rigide condizioni climatiche.

Questa tecnologia, già leader nel settore delle pompe di calore, è stata ora ulteriormente sviluppata per i nuovi veicoli elettrici di Hyundai e Kia. Il nuovo sistema utilizza il calore disperso da un numero maggiore di fonti per una ottimizzazione dell’autonomia a basse temperature. Queste innovazioni permettono ai veicoli elettrici Hyundai e Kia di offrire un’autonomia più consistente in condizioni climatiche fredde, mentre altri veicoli elettrici iniziano a mostrare un calo significativo dell’autonomia. L’efficacia di questa tecnologia è stata dimostrata da Kona Electric in un recente test in Norvegia, il più avanzato mercato di veicoli elettrici al mondo.

Kona Electric vince in Norvegia il test di convalida sull’autonomia reale

La Norwegian Automotive Federation (NAF) ha recentemente testato e messo a confronto 20 veicoli elettrici in condizioni climatiche sia fredde che calde per identificare i modelli con l’autonomia di guida e le prestazioni di ricarica più coerenti ai rispettivi valori di omologazione. Il test ha monitorato la deviazione delle prestazioni di ciascun veicolo in condizioni climatiche di freddo rispetto ai dati dichiarati dai costruttori.

Nelle condizioni di test WLTP (23° C), Kona Electric si è aggiudicata il primo posto in classifica percorrendo ben 405 km rispetto ai 449 km di autonomia dichiarata nel ciclo combinato WLTP, ora aggiornata a 484 km grazie agli ultimi miglioramenti del modello. In climi rigidi, Kona Electric ha assicurato il 91% della sua autonomia WLTP, scostandosi solo del 9% rispetto al valore dichiarato.

Come funziona: riscaldamento dell’abitacolo senza consumo di energia

La tecnologia della pompa di calore di Hyundai e Kia ha fatto il suo debutto sei anni fa sulla Kia Soul EV di prima generazione. Da allora questa tecnologia, già leader nel settore delle pompe di calore, è stata ora ulteriormente sviluppata per i nuovi veicoli elettrici dei due brand. Oggi immagazzina infatti molta più energia riciclando il calore residuo non solo dai moduli di potenza elettrica (PE) (motori di azionamento, caricatore di bordo e inverter), ma anche dal pacco batteria e dal caricatore slow charging.

Il sistema utilizza il calore generato da questi componenti per vaporizzare il refrigerante dalla forma liquida a quella gassosa. Il gas ad alta pressione viene scaricato dal compressore e spostato in un condensatore per essere riconvertito in un liquido. Questo processo genera energia termica aggiuntiva che viene recuperata dalla pompa di calore e utilizzata per riscaldare l’abitacolo.

L’energia catturata migliora l’efficienza dei sistemi HVAC (riscaldamento, ventilazione e aria condizionata) riscaldando in modo più efficiente e riducendo al minimo il consumo della batteria: in questo modo la pompa di calore riduce il consumo di energia dei sistemi HVAC, massimizzando l’autonomia di guida elettrica dell’auto.

Hyundai e Kia continuano a sviluppare la loro tecnologia della pompa di calore per migliorare ulteriormente la captazione e l’efficienza energetica. Il sistema è stato gradualmente perfezionato dalla sua introduzione nel 2014 attraverso test svolti in condizioni di freddo estremo nella Svezia settentrionale, dove le temperature in inverno possono scendere fino a -35° C. Grazie a questi test in condizioni estreme, gli ingegneri hanno identificato ulteriori modalità per riciclare quanto più possibile il calore residuo con l’obiettivo di aumentare l’efficienza del sistema della pompa di calore. Testare la tecnologia in queste condizioni garantisce che la pompa sia in grado di funzionare anche negli ambienti più freddi.

La gestione del calore della batteria migliora l’autonomia di guida dei veicoli elettrici

La pompa di calore è una delle numerose innovazioni dell’attuale generazione di veicoli elettrici di Hyundai e Kia, con la gestione del calore utilizzata anche per realizzare importanti miglioramenti nei pacchi batteria di veicoli elettrici.

Un sistema di raffreddamento a liquido per i pacchi batteria di Hyundai e Kia EV al posto del convenzionale raffreddamento ad aria ha permesso un ulteriore incremento dell’autonomia, senza aumentare le dimensioni fisiche. Questo significa che le celle della batteria negli EV Hyundai e Kia possono essere imballate più saldamente, con i canali di raffreddamento a liquido che occupano meno spazio dei canali di raffreddamento ad aria, aumentando la densità della batteria fino al 35%.

Questa tecnologia permette ai più recenti veicoli elettrici Hyundai e Kia di offrire circa il doppio dell’autonomia e della capacità della batteria rispetto a quelli di prima generazione. Ad esempio, la prima generazione di Soul EV offriva un’autonomia elettrica di circa 180 km con una singola carica del suo pacco batteria agli ioni di litio da 30 kWh. La seconda generazione del modello, con una batteria da 64 kWh che occupa uno spazio simile al precedente, è in grado di percorrere fino a 386 km con una singola carica.

Uno studio condotto dal Ministero dell’Ambiente della Corea del Sud su Hyundai Kona Electric e Kia Niro EV ha rilevato che la pompa di calore ha ridotto significativamente il consumo della batteria a basse temperature. Le auto guidate a temperature di -7° C con il sistema HVAC attivato sono infatti state in grado di mantenere il 90% della loro percorrenza di guida rispetto ai viaggi intrapresi a una temperatura ambientale di 26° C, stabilendo un nuovo punto di riferimento per gli altri veicoli elettrici. Diversamente, i veicoli elettrici di altre case auto hanno visto il loro range di guida scendere tra il 18% e il 43% nelle stesse condizioni di test.

Continuo sviluppo della tecnologia delle pompe di calore

Hyundai e Kia continuano a perfezionare e migliorare il sistema della pompa di calore, così come a sviluppare altre innovazioni nella gestione del calore, per i loro rispettivi veicoli elettrici di nuova generazione. Nell’ambito del piano “Strategy 2025”, Hyundai mira a vendere ogni anno 670.000 veicoli EV e FCEV (veicoli elettrici a celle a combustibile) posizionandosi tra i primi tre produttori di veicoli elettrici entro il 2025. La strategia di Kia a medio-lungo termine, soprannominata “Plan S”, vedrà la gamma del marchio crescere fino a 11 EV nello stesso lasso di tempo.

RC familiare: risparmio medio sino al 58% per chi l’ha già usata

Per moto e scooter il calo arriva, in media, al 54%. A Palermo si può spendere fino 518 euro in meno; a Milano fino a 414 euro

Milano, giugno 2020. A pochi mesi di distanza dall’entrata in vigore dell’RC familiare, la norma che consente ai membri di una famiglia di assicurare i veicoli presenti nel nucleo utilizzando la classe di merito più favorevole, Facile.it ha analizzato un campione di oltre 87.000 preventivi scoprendo che, in media, il risparmio massimo conseguito da chi ha usato l’RC familiare per assicurare un’auto è stato pari al 58%, mentre per le due ruote è arrivato al 54%.

In valori assoluti vuole dire che chi ha beneficiato della norma su un’auto, passando da una classe 14 ad una classe 1, ha risparmiato, in media, 501 euro; per una moto, invece, il risparmio è stato di 425 euro.

«Ad oggi i dati disponibili confermano che chi ha potuto approfittare dell’RC familiare in questi primi mesi è riuscito a conseguire un risparmio significativo sull’RC auto che arriva sino ad oltre il 50%» spiega Diego Palano, Managing Director assicurazioni di Facile.it. «È però necessario contestualizzare i dati rispetto allo scenario di riferimento; il lockdown iniziato a marzo, a meno di un mese dall’ingresso della norma, ha certamente influito sugli effetti della riforma, limitando, almeno in questa prima fase, il numero degli assicurati che ne hanno potuto usufruire. Non è detto quindi che, una volta tornati alla normalità, il risparmio ottenibile grazie alla norma rimarrà su questi livelli».

L’RC familiare potrebbe quindi aver beneficiato del calo generalizzato delle tariffe assicurative verificatosi durante i mesi di lockdown; con il graduale ritorno alla normalità, però, e una curva dei prezzi in risalita, anche i vantaggi ottenibili grazie alla norma potrebbero pian piano ridursi. Per questo motivo, spiegano ancora gli esperti di Facile.it, il consiglio per tutti coloro che hanno una polizza in scadenza o hanno deciso di sospendere l’assicurazione è di rinnovare la copertura adesso, anche se il veicolo non viene utilizzato, mettendosi al riparo dai futuri aumenti.

Risparmio fino al 58% per l’RC auto

Per calcolare il risparmio massimo conseguito grazie all’RC familiare su un veicolo a quattro ruote, Facile.it ha preso in esame i prezzi offerti ad un campione di automobilisti che hanno usufruito della norma (passando dalla classe 14 alla classe 1) e confrontato tali valori con le tariffe offerte agli assicurati di pari profilo che, non potendo beneficiare dell’RC familiare, hanno dovuto assicurare il proprio veicolo in classe 14. L’analisi è stata realizzata a livello nazionale e su tre province campione (Milano, Roma e Palermo) tenendo in considerazione la media delle migliori tariffe disponibili su Facile.it tra il 16 febbraio e il 10 maggio 2020.

Secondo i dati elaborati da Facile.it, in Italia per assicurare un’auto in classe 14 occorrono, in media, 857 euro; usufruendo dell’RC familiare ed ereditando la classe 1 maturata su un altro veicolo presente nel nucleo familiare, il costo scende a 356 euro, con un risparmio di 501 euro, pari al 58%.

Anche guardando i dati relativi alla tre province esaminate, il risparmio in termini percentuali resta importante. A Milano, ad esempio, assicurare un’auto in classe 14 costa, in media, 648 euro; per chi può approfittare dell’RC familiare, ereditando una classe 1, il costo scende a 233 euro, con un risparmio che arriva addirittura al 64%.

A Palermo il risparmio massimo rilevato da Facile.it si attesa al 57%; il premio medio RC auto per un veicolo in classe 14 nel capoluogo siciliano è pari a 916 euro; valore che scende a 397 euro se si eredita una classe 1 grazie all’RC familiare, con un risparmio di 519 euro.

A Roma, invece, il risparmio massimo rilevato arriva, in media, al 55%; nella Capitale, per assicurare un veicolo a quattro ruote in classe 14 occorrono, sempre in media, 766 euro, mentre se si eredita una classe 1 grazie all’RC familiare il prezzo scende a 347 euro, con un risparmio di 419 euro.

Risparmio più contenuto nelle classi intermedie

Se passare dalla classe 14 alla classe 1 grazie all’RC familiare consente di abbattere il premio RC auto di oltre il 50%, il risparmio si riduce man mano che migliora la classe di merito di chi usufruisce della norma.

Guardando i valori nazionali, un automobilista che, grazie all’RC familiare, passa dalla classe 13 alla classe 1, risparmia il 45%. Se il passaggio avviene da una classe 10 alla classe 1, il risparmio si ferma al 25% e, ancora, se l’automobilista si muove dalla classe 6 alla classe 1, il premio medio si riduce solo dell’11%.

Risparmio fino a 54% per l’RC moto

L’RC familiare ha portato un risparmio importante anche a chi ha approfittato della norma per un veicolo a due ruote.

A livello nazionale, secondo i dati raccolti da Facile.it, per assicurare un motoveicolo in classe 14 occorrono, in media, 791 euro; usufruendo dell’RC familiare ed ereditando la classe 1 maturata su un altro veicolo presente all’interno del nucleo, il costo scende a 365 euro, con un risparmio di 425 euro, pari al 54%.

Anche in questo caso, in termini percentuali, il valore del risparmio massimo conseguibile resta piuttosto omogeneo nelle tre province analizzate. A Milano, approfittare dell’RC familiare per una moto (passando da una classe 14 ad una classe 1), significa risparmiare il 48% del premio, a Roma il 47% e a Palermo il 54%.

Produzione industriale: marzo -29,4%, aprile -42,5%

Bilancio disastroso per la produzione industriale durante la quarantena
Va ben oltre le attese la dimensione del calo della produzione industriale in aprile. Dopo la contrazione del 29,4% in marzo registrata dall’indice Istat rispetto allo stesso mese del 2019, in aprile il nostro apparato industriale accusa un calo di ben il 42,5% che coinvolge tutti i settori considerati con un calo massimo dell’80,5% nel comparto delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori e un calo minimo del 6,7% nel settore della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici.
Come è noto, la produzione industriale in Italia immediatamente prima della pandemia, cioè in febbraio, accusava ancora un calo rispetto al massimo registrato prima della crisi del 2008 del 20,9%. Nell’aprile scorso la contrazione rispetto al massimo che ha preceduto il crollo del 2008, precipita, come mostra il grafico qui sotto, al 54,2%. Fortemente negativo sarà anche il dato di maggio che sarà reso noto dall’Istat il 10 luglio. Secondo il Centro Studi Promotor la gravità della situazione non ha bisogno di commenti e si conferma l’assoluta necessità per il Governo di affrontare con provvedimenti di immediata efficacia i problemi del comparto industriale.

Sempre in posizione: un chip a semiconduttore Bosch rivoluziona la navigazione

  • Il nuovo sensore MEMS di Bosch garantisce una navigazione senza interruzioni e aiuta a tracciare i movimenti dei veicoli in maniera realistica
  • Un circuito integrato a semiconduttore cattura i movimenti del veicolo in modo ancora più affidabile e preciso
  • Ulteriori applicazioni: eCall, sistemi di allarme e gestione della flotta

Reutlingen, Germania – È sicuramente successo a tutti almeno una volta: guidare nel traffico di una città che non conosciamo e ritrovarci con il sistema di navigazione che non funziona proprio nel momento in cui ci servirebbe maggiormente. Fortunatamente, queste situazioni non si verificheranno più grazie al sensore SMI230, il nuovo dispositivo MEMS di Bosch. Questo sensore ad alta precisione misura costantemente i cambiamenti di direzione e velocità del veicolo, valuta le informazioni e le trasmette al sistema di navigazione, dove vengono abbinate ai dati di posizionamento del sistema satellitare (GNSS) e utilizzate per la navigazione. L’interruzione improvvisa del segnale di posizione (GPS o altra rete), dovuta per esempio al passaggio in una galleria o in un canyon urbano, causa l’attivazione del nuovo sensore Bosch. “Quando il sistema di navigazione perde segnale, i sensori a semiconduttore Bosch permettono all’auto di non sbagliare strada” ha dichiarato Jens Fabrowsky, membro dell’executive management della divisione Automotive Electronics di Bosch. Avendo a disposizione dati sempre affidabili sui movimenti del veicolo, il tipico effetto “flip-book” del display di navigazione rimane soltanto un ricordo del passato. Grazie alla combinazione di posizione GPS e informazioni del sensore, la freccia di navigazione sul display non compie più salti irrealistici e non cambia più orientamento all’improvviso lungo il percorso da un punto a un altro. “I circuiti elettronici a semiconduttore sono la chiave per la mobilità dei nostri giorni, oggi è impossibile immaginare auto che ne siano prive” ha affermato Fabrowsky. Bosch ha avviato la produzione del SMI230 di recente e i primi clienti stanno già ricevendo il sensore come dotazione di serie.