33° Rally Lana: il Gruppo N sotto la dittatura delle Clio RS

Successo di Cittadino-Santi con la Clio N3 davanti alla vettura gemella di Arienta-Picchetti. In evidenza anche le piccole Peugeot 106 di Classe N2 che conquistano il terzo e quarto posto di gruppo con Castagna-Filippini e Iraldi-Amerio. Di Tommaso M. Valinotti. Foto Elio Magnano

 

BIELLA, 12 luglio – Sono le Clio RS di Classe N3 a dettare legge in Gruppo N, conquistando sei delle sette prove (concedendone appena una alla Peugeot 106 N2 di Paolo Iraldi-Marco Amerio, signori della notte) e guidando la classifica di gruppo dall’inizio alla fine. Vero mattatore è Alain Cittadino, affiancato da Luca Santi, che guida la classifica dall’inizio alla fine, facendo segnare il miglior tempo in tre delle sette prove speciali, mentre Francesco Menaldo e Simone Boscolo svettano nel primo passaggio a Tracciolino e Giancarlo Arienta-Michela Picchetti fanno loro le Curino finali, quando i portacolori di Winners Rally Team decidono di amministrare la gara avendo in pugno Classe N3 e Gruppo N. Iraldi-Amerio sono invece i vincitori del secondo passaggio a Tracciolino nel pieno della notte, la prova che conclude la prima giornata di gara.

Sul traguardo di Biella Cittadino-Santi chiudono 23esimi assoluti, precedendo nella classifica di Gruppo N e Classe N3 Arienta-Picchetti staccati di 15”1 e principali avversari di Cittadino. In terza posizione Andrea Castagna-Riccardo Filippini, Peugeot 106 e vincitori della Classe N2 e rimasti praticamente sul podio di Gruppo N per tutta la gara, all’arrivo in ritardo di 1’14”7 da Cittadino, protagonisti di una lotta sul filo del decimo con la vettura gemella di Iraldi-Amerio, quarti di Gruppo N con un ritardo di 1”6 da Castagna. I migliori di N4 in classifica di Gruppo N sono Maurizio Gastone-Paolo Tozzini che inizialmente sembrano essere in grado di lottare per la vittoria di categoria con le Clio (secondo tempo sulla prima Rosazza) poi vengono risucchiati dagli altri concorrenti e prima dell’ultima speciale sono quinti di Gruppo N, ma percorrono la Curino finale, a bassa velocità per problemi alla guarnizione della testa della loro Mitsubishi, perdendo due posizioni in Gruppo N, mentre non giungono al traguardo Stefano Bossuto-Nancy Bondì, unico equipaggio di Classe N1, fermi sul secondo passaggio della Curino domenicale.

  • Iscritti 30, verificati 30, classificati 23, ritirati 7.
  • Vincitori Prove speciali: Cittadino-Santi (1, 2, 5); Menaldo-Boscolo (2); Iraldi-Amerio (4); Arienta-Picchetti (6, 7)
  • Leader di classifica: 1-7 Cittadino-Santi

33° Rally Lana, Classe N4: storia di un duello mai iniziato; ma finito con il successo di Gastone-Tozzini

Una panne elettronica blocca in partenza Fabiani-Chiacchiera, lasciando via libera a Gastone-Tozzini che segnano il miglior tempo nelle prime sei prove speciali, rallentando sull’ultima per un problema meccanico alla loro Mitsubishi Lancer. Di Tommaso M. Valinotti. Foto Elio Magnano

BIELLA, 12 luglio – Due iscritti su due vetture diverse e concorrenti. Il Rally Lana offriva la possibilità di un bel duello fra le 4×4 giapponesi nelle mani di Maurizio Gastone-Paolo Tozzini (Mitsubishi Lancer EVO IX) e Lorenzo Fabiani-Monica Chiacchiera (Subaru Impreza).

Un duello mai cominciato e vissuto solo nella seconda parte di gara, quella di domenica, quando anche la vettura delle Pleiadi è tornata in prova speciale.

Il primo colpo di scena si ha in pedana di partenza. La Mitsubishi Lancer di Gastone-Tozzini si avvia regolarmente alle 18.35, mentre la Subaru Impreza di Fabiani-Chiacchiera ammutolisce a pochi metri dal tavolino. A nulla valgono i tentativi del professor Fabiani di rianimarla, pur seguendo i consigli dei meccanici prontamente accorsi e dopo i fatidici 15 minuti l’Impreza viene riportata sotto la tenda del team per capire cosa sia successo. Nel frattempo rapide telefonate con la direzione gara per richiedere il rientro domenica mattina con il Super Rally che viene puntualmente concesso.

Nel frattempo Gastone-Tozzini affrontano positivamente la Rosazza (trentunesimi assoluti secondi di Gruppo N) nonostante i tornanti stretti che mettono in difficoltà la mastodontica Mitsubishi, mentre nella successiva Tracciolino i due portacolori della Novara Corse chiudono 45esimi assoluti e ottavi di Gruppo N.

La situazione peggiora nei due successivi passaggi, per la rottura dell’interfono, fatto che comporta il 46° tempo assoluto a Rosazza e 49° sulla Tracciolino che significa andare al riposo in 38esima posizione assoluta, sesta di Gruppo N.

Viene anche assegnato il tempo imposto a Fabiani-Chiacchiera che ripartono domenica mattina in 99esima posizione assoluta, con un ritardo di 14’30” da Gastone, ma con tutta la giornata e 27,6 km di speciali per riprendere confidenza con la Subaru.

Sulla prima Curino Gastone-Tozzini sfruttano al meglio le loro gomme nuove e staccano il 38° tempo assoluto, sesto di Gruppo N, mentre Fabiani deve riprendere confidenza con l’Impreza che non guida da due anni e segna il 64° tempo. Gastone migliora il suo tempo di 6/10 nella speciale successiva, ma non la sua posizione in classifica, mentre Fabiani trova i meccanismi e toglie 14”5 al suo tempo precedente e rimonta cinque posizioni nell’assoluta. La prova successiva è drammatica per Maurizio Gastone e Paolo Tozzini, che hanno problemi allo scarico e alla guarnizione della testa della Mitsubishi, viaggiando praticamente senza turbo, segnando il 78° tempo assoluto con un tempo più alto di 45” rispetto al passaggio precedente. L’equipaggio della Novara Corse riesce comunque a vedere il traguardo finale in 38esima posizione assoluta, quinta di Gruppo N. Il miglior tempo di Classe N4 nell’ultima speciale va a Lorenzo Fabiani e Monica Chiacchiera, 47esimi assoluti, che nei tre passaggi sulla Curino sono riusciti a rimontare 13 posizioni, nonostante il pesante handicap chiudendo 86 assoluti a 14’21”3 da Gastone. Peccato per la panne di sabato, senza quel pesante fardello l’equipaggio della Subaru Impreza avrebbe chiuso 38 posizioni più avanti.

  • Iscritti 2, verificati 2, classificati 2, ritirati 0.
  • Vincitori Prove speciali: 6 Gastone-Tozzini (1, 2, 3, 4, 4 , 5, 6); 1 Fabiani-Maschera (7)
  • Leader di classifica: 1-7 Gastone-Tozzini

Rally della Lanterna, spettacolo assicurato con le auto R5

Ecco i primi nomi dei protagonisti pronti a sfidarsi in Val d’Aveto

Si avvicina il weekend del 5-6 settembre, la data fissata per la trentaseiesima edizione del Rally della Lanterna – 4° Rally Val d’Aveto, che animerà Santo Stefano e le zone limitrofe in una due giorni interamente dedicata ai motori. In questa bizzarra stagione 2020, pesantemente segnata dall’emergenza Covid, il Rally della Lanterna ha mantenuto la propria collocazione nel calendario, a differenza di molte altre manifestazioni che hanno dovuto essere rinviate o addirittura annullate.
Il comitato organizzatore Lanternarally ha lavorato duro per poter adattare le nuove norme federali ad una gara dalla logistica molto particolare e di conseguenza complessa.

Tutto  è pronto a Santo Stefano d’Aveto, paese pronto ad abbracciare il Rally in maniera ovviamente diversa rispetto alle scorse stagioni. Il parco assistenza, distribuito in diverse zone come di consueto, sarà suddiviso in aree chiuse al pubblico e controllate dai commissari di percorso, mentre le prove speciali saranno a porte chiuse, come in tutte le altre gare svolte fino ad oggi. La popolazione locale non farà però mancare il consueto calore verso gli equipaggi, anche se dovrà essere manifestato diversamente; una delle caratteristiche principali di questa manifestazione dovrà essere messa da parte per un anno, certi che nel 2021 piloti e navigatori potranno tornare ad essere abbracciati dal numeroso e caloroso pubblico dell’entroterra ligure.

Sul fronte sportivo iniziano ad arrivare i primi nomi dei protagonisti, con una sfida al vertice tra tante vetture R5 che si preannuncia entusiasmante. Nel secondo atto del Campionato Rally Liguria Primocanale Motori si potranno vedere in azione tanti specialisti degli asfalti locali come Arzà, Mezzogori, Bigazzi, Guastavino ed il piemontese Araldo con le R5, Maurizio Rossi con la Super 2000, Aragno, Barberis e Peruccio con le Super 1.6 e molti altri in attesa della pubblicazione dell’elenco iscritti ufficiale.
L’edizione 2019 fu vinta da Alessandro Gino su Ford Fiesta WRC, ma dominata da Simone Miele con la Citroen DS3, che proprio sull’ultima prova speciale consegnò la vittoria al rivale in seguito ad una toccata che gli fece forare una gomma.

Sabato 5 settembre giornata dedicata alle operazioni preliminari ed allo shakedown, con le verifiche che quest’anno saranno svolte interamente online, mentre le sei prove speciali saranno tutte nella giornata di domenica 6 settembre, con partenza alle 9 ed arrivo alle 16:30.

Rendez-vous con la storia di Citroën GS Camargue: la storia di un progetto di design innovativo     

4Coupé dalle linee eleganti e dinamiche, GS Camargue fu una “dream car” sportiva, due posti, realizzata dal team di design della Carrozzeria Bertone. Rappresentò il primo caso di progettazione di una vettura Citroën affidata al di fuori del Centro Stile della Marca. Presentata nel 1972 e realizzata sulla base di Citroën GS, la GS Camargue si caratterizza per il design innovativo, dalle linee moderne e aerodinamiche, abbinato a comfort e a tenuta di strada eccezionali.

Per diversi decenni la Marca Citroën ha custodito gelosamente i segreti del proprio Centro Stile, puntando sempre all’effetto sorpresa per il lancio di ciascuna delle sue vetture e senza mai collaborare con stilisti esterni, almeno fino al 1972, quando fu svelata una “dream car”, realizzata dal designer italiano Nuccio Bertone, sulla base della Citroën GS, all’epoca sul mercato da soli due anni.

La GS era il frutto del gruppo di lavoro di Robert Opron, assunto in Citroën nei primi anni ’60 come assistente di Flaminio Bertoni, che diresse il Centro Stile dalla fine degli anni ’20 sino al 1964, anno della sua scomparsa. Opron ha curato anche altri progetti, come il restyling dell’AMI6 (che divenne AMI8), quello della coupé a motore Maserati SM e la berlina Citroën degli anni ’70 e ’80: la CX.

La GS era una berlina media a quattro porte e cinque comodi posti, dotata di sospensioni idropneumatiche, quattro freni a disco ad alta pressione con limitatore automatico sul retrotreno in funzione del carico e della sua ripartizione, un preciso sterzo a cremagliera ed un comfort ed una tenuta di strada tipicamente Citroën. Uno dei punti forti della GS era la carrozzeria, disegnata per la prima volta con l’aiuto dei computer ed estremamente aerodinamica e filante.

Rispetto alle vetture della concorrenza, GS era innovativa e moderna e seppe distinguersi per diversi elementi. Dal design moderno, disponeva di un grande vano bagagli, regolare e facilmente accessibile grazie alla soglia di carico variabile e già molto bassa (solo 42 cm da terra) e grazie al paraurti posteriore integrato nel portellone, che si solleva anch’esso all’apertura, per facilitare il carico. Offriva cinque comodissimi posti, cullati dalla morbidezza della sospensione idropneumatica. Lo sterzo, grazie all’adozione di una geometria specifica dell’asse di rotazione delle ruote anteriori, filtrava le irregolarità della strada per un grande comfort a bordo. L’abitabilità di GS era eccezionale in rapporto alle sue dimensioni compatte e la percezione di spazio a bordo era ulteriormente amplificata grazie all’integrazione del volume del bagagliaio.

Un motore a quattro cilindri con ridottissime vibrazioni (grazie all’architettura boxer a cilindri contrapposti), raffreddato ad aria ma silenzioso e brillante nelle prestazioni la cui cilindrata crescerà negli anni sino a 1300cc e che spingerà la GS (e la successiva GSA) oltre i 150km/h di velocità massima.

Tutto questo era Citroën GS e rappresentava la base di partenza da cui sviluppare un nuovo progetto di design.

La Carrozzeria Bertone, fondata nel 1912 da Giovanni Bertone e sviluppata dal figlio Nuccio, aveva sede vicino a Torino e vantava il design di prestigiose automobili per moltissimi marchi di tutto il mondo.

La “dream car” GS Camargue fu il risultato di una sfida: ricavare dalla GS una berlinetta sportiva a due posti, con l’intento neanche troppo nascosto di mostrare al costruttore francese di cosa fosse capace il gruppo di progettisti guidato da Nuccio Bertone. Il designer che si occupò materialmente del progetto fu Marcello Gandini che iniziò a lavorare sulla “dream car” tra la fine del 1970 e l’inizio del ’71 per arrivare a presentare alla Marca il suo progetto nel 1972.

Per battezzare il prototipo messo a punto dall’equipe di designer italiani, l’ispirazione venne, anche in questo caso, dalla GS, in particolare dal luogo della sua presentazione alla stampa, avvenuta nell’agosto del 1970. L’ambientazione scelta per l’evento fu la regione francese della Camargue, celebre per le sue ampie saline dove corrono libere grandi mandrie di cavalli bianchi. Parve quindi ovvia la scelta del nome Camargue!

La GS Camargue, vettura perfettamente funzionante, fu presentata nel 1972 nei due più importanti Saloni dell’auto in Europa: quello di Parigi e quello di Londra, dove riscosse un successo unanime.

Nella GS Camargue, il team dei designer era infatti riuscito a sviluppare una coupé compatta, valorizzando al massimo lo stile moderno e le linee aerodinamiche di GS. Le linee fluide e affusolate di GS Camargue le conferivano infatti eleganza e nel contempo dinamismo. L’assetto più basso rispetto alla GS offriva a GS Camargue una posizione di guida più sportiva. Il frontale si caratterizza per il design innovativo, con linee geometriche squadrate molto regolari. Decisamente aerodinamico, il profilo della carrozzeria è molto fluido e regolare, sottolineato dalla linea continua del tetto che confluisce nel lunotto molto inclinato, per un design dallo sviluppo molto affusolato. La parte posteriore si contraddistingue per i gruppi ottici che si estendono per tutta la larghezza della carrozzeria formando uno spoiler aerodinamico e per il lunotto in vetro molto ampio e dallo sviluppo curvilineo, integrato nel portellone apribile, una sorta di innovativa capsula vetrata che rende totalmente visibile l’interno. L’abitacolo spazioso e luminoso offre ottima abitabilità per i due occupanti, grazie a sedute ampie ed avvolgenti. Le sospensioni idropneumatiche garantivano un comfort eccellente e nel contempo un’ottima tenuta di strada.

La Marca Citroën arrivò a valutare l’idea di produrre in serie una coupé derivata dalla GS (in questo caso progettata dal design interno del Costruttore) ma il successo della berlina era tanto e tale (quasi 2.500.000 esemplari prodotti!) da sconsigliare qualsiasi intervento sulla “media”, cuore di gamma, della Marca del Double Chevron.

Qualche anno più tardi, la collaborazione con la Carrozzeria Bertone proseguì, quando nel 1978 Nuccio Bertone fu invitato da Citroën a presentare una sua proposta per un’erede della GS, in quel momento al culmine del suo successo, ma che la Marca intendeva sostituire entro i successivi quattro/sei anni. La progettazione fu affidata nuovamente a Marcello Gandini, che facendo tesoro di quanto appreso sulla GS riguardo la tecnologia costruttiva e lo stile Citroën, propose una riedizione del prototipo “Tundra” di Bertone, anch’esso una coupé, con l’aggiunta di altre due porte ed un portellone. Nasceva così il progetto XB che, nel 1982, avrebbe portato all’erede della GS: la BX, prima Citroën di serie il cui design non è nato all’interno del Centro Stile della Marca. La collaborazione tra Citroën e Bertone proseguì proficuamente negli anni, portando alla creazione di XM, ZX, Berlingo e Xantia. Oltre al prototipo Zabrus su base BX 4TC, una sorta di erede spirituale della Camargue.

Oggi, la GS Camargue fa parte della collezione storica Bertone ed è stata esposta da Citroën al salone Rétromobile di Parigi del 2019, in occasione del centesimo anniversario della Marca.

Rendez-vous con la storia di Citroën Mehari: un’icona leggendaria, versatile e trasformista, adatta anche per il divertimento

Mehari , versione prodotta dal 1968 al 1978

Mehari , versione prodotta dal 1968 al 1978

Méhari, la cabriolet innovativa e originale di Citroën, con la carrozzeria interamente realizzata in plastica, fu un’auto destinata agli utilizzi più svariati: dal divertimento, al trasporto di attrezzi, capace di essere una cabriolet, un pick-up, fino a berlina a 4 posti. Tutti erano affascinati da questo veicolo innovativo, che filava veloce grazie alla sua leggerezza e che era in grado di viaggiare e resistere ovunque. Un’icona ormai leggendaria che raggiunse quasi 150.000 unità prodotte, molte delle quali ancora in circolazione.

La Méhari nacque da un’intuizione geniale.

Nel 1947, in Francia, la SEAB (Société d’études et d’applications des brevets) fondata dall’imprenditore francese Roland de la Poype si occupava di materiali innovativi, in particolare della plastica e delle resine colorate nella massa.

Nella flotta dei veicoli della SEAB figurava un certo numero di furgoncini AZU e AK, quelli realizzati da Citroën sulla base meccanica della 2CV e dell’AMI6. Un giorno uno di questi ebbe un incidente di una certa importanza. Il conducente del mezzo ne uscì sostanzialmente integro, la carrozzeria della furgonetta fu seriamente danneggiata mentre la meccanica non fu intaccata.

De la Poype non fece riparare il furgoncino perché su di esso aveva altre mire: voleva realizzare lui stesso una carrozzeria in plastica da applicare sulla meccanica Citroën, creando un veicolo commerciale totalmente nuovo, capace di imbarcare carichi irregolari, anche voluminosi, che fosse come un pick-up ma che offrisse anche la possibilità di chiudersi come un furgoncino o aprirsi del tutto, come una spider.

Furono realizzati diversi disegni e qualche prototipo, anche con l’aiuto del designer Jean-Louis Barrault, che aveva già collaborato alla realizzazione del primo prodotto di successo della SEAB, il contenitore per campioni monouso Berlingot, dedicato a L’Oréal.

Alla fine, per la carrozzeria fu scelto l’ABS: un materiale facilmente termoformabile, flessibile e che si può colorare nella massa. Il risultato fu una piccola fuoristrada in plastica, poggiata sul telaio della bicilindrica AZU e che fu presentata alla Direzione Generale di Citroën. L’incontro avvenne nel 1967 nei sotterranei della fabbrica di quai de Javel, in centro a Parigi, accanto alla Senna. Per Citroën erano presenti Pierre Bercot, Direttore Generale della Marca ed il Responsabile dei veicoli commerciali, mentre per la SEAB c’erano Barrault e lo stesso De la Poype.

Non era la prima volta che s’incontravano: la SEAB era nell’elenco fornitori di Citroën, per cui produceva i pannelli delle portiere, i cruscotti ed altri particolari in plastica, tutti oggetti ben realizzati ma spesso in ritardo con i tempi concordati. Per questo, quando De la Poype disse “voi ci fornirete gli chassis e noi costruiremo ed assembleremo le carrozzerie”, Bercot aprì uno dei suoi proverbiali sorrisi e rispose “assolutamente no: la costruiremo noi e voi vi preoccuperete dello stampaggio delle parti”.

A capire le potenzialità della futura Méhari, Bercot ci mise non più di dieci minuti. La Méhari era interessante come veicolo da lavoro, ma strepitosa come veicolo da divertimento! Era leggerissima, quindi in grado di affrontare qualunque fondo stradale senza grandi difficoltà, non si impantanava nel fango o nella sabbia, non affondava nella neve!

Dopo il prototipo color ocra (colore scelto probabilmente pensando ai veicoli da lavoro del servizio “ponti e strade” francese) alla SEAB vennero prodotti una ventina di esemplari nelle tinte più disparate: giallo, rosso, blu, verde e persino un improbabile argento. Tutti questi colori vennero utilizzati per la presentazione ufficiale della vettura nel maggio del ’68 sui campi da golf di Deauville, dove la stampa, unanime, promosse a pieni voti la nuova piccola Citroën.

La produzione partì subito con due versioni: a due e quattro posti, la prima aveva (in Francia) una fiscalità agevolata, la seconda era dotata di una panchetta pieghevole che poteva allinearsi al piano di carico e diventava un pick-up con una sola manovra e non più di dieci secondi di lavoro!

Cacciatori, campeggiatori, cercatori di funghi, amanti dell’aria aperta, dalla spiaggia all’alta montagna: tutti erano stregati dal fascino di questo veicolo innovativo, che filava veloce grazie alla sua leggerezza e che era in grado di viaggiare e resistere ovunque. Per questo infatti fu scelto il nome Méhari che è mutuato da quello di una razza di dromedari da corsa, particolarmente robusti e resistenti. Come la 2CV fu definita “lumaca di latta”, la Méhari fu simpaticamente chiamata “lumaca di plastica”.

A suo agio a Saint -Tropez o nel centro di Parigi, la Méhari è stata prodotta in quasi 150.000 unità per circa vent’anni: dal 1968 al 1987, comprese le straordinarie 4×4 che hanno servito l’esercito francese, anche in versione “paracadutabile” e svolto il ruolo di “ambulanze veloci” alla Parigi-Dakar del 1980, dove diedero prova di incredibile efficacia, capaci di andare e tornare facilmente tra le dune, senza insabbiarsi.

Monica Chiacchiera, batti il cinque (di cuori) per cercare fortuna  

BIELLA, 12 luglio – I portafortuna si presentano nei modi più strani, improvvisi e inaspettati. Lo sa bene Monica Chiacchiera, navigatrice di Lorenzo Fabiani, che ha scoperto il suo portafortuna rallistico in una carta da gioco (un cinque di cuori) trovata al Controllo Orario del suo primo rally disputato, il Rally Colli del Monferrato e del Moscato del 2017. Un Controllo Orario piazzato davanti a un cimitero, dove è stata rinvenuta la magica carta che da allora non ha più lasciato il suo posto sulla portiera della navigatrice astigiana.

Rendez-vous con la storia di Citroën. 27 luglio 1990: l’ultima 2CV usciva dalla produzione ed entrava nella storia

30 anni fa l’ultima 2CV esce dalla catena di montaggio nello stabilimento di Mangualde, in Portogallo. Storia di un successo di 41 anni di un veicolo economico ricco di innovazioni.

Popolarità ininterrotta fino ad oggi: originale e piccola vettura, simbolo della gioia di vivere e della libertà, diventata l’espressione di un atteggiamento nei confronti della vita.

L’ultima Citroën 2CV è uscita dalla catena di montaggio il 27 luglio, esattamente 30 anni fa, a Mangualde, in Portogallo.  Questo evento ha segnato la fine di una storia di successo iniziata al Salone dell’Automobile di Parigi nel 1948.

Quando è stata presentata per la prima volta, la 2CV ha stupito per il suo design originale, la versatilità e l’economia estrema. Ha saputo distinguersi anche per le sue innovazioni tecnologiche, all’epoca molto avanzate, tra cui la trazione anteriore, le sospensioni morbide e il motore a due cilindri raffreddato ad aria. L’elevato numero di ordini raccolti ha dimostrato che la “Lumaca di Latta” è diventata rapidamente parte integrante della società ed è ora una delle icone della storia automobilistica.

La Citroën 2CV è stata progettata appositamente per un ampio pubblico in un momento in cui l’automobile era ancora un oggetto di lusso. Era un veicolo economico, con caratteristiche innovative, che doveva rispondere alle esigenze della clientela dell’epoca. La 2CV ha conquistato le masse con questo eccezionale concetto: nel 1990 gli esemplari complessivamente venduti superavano i 5,1 milioni di veicoli (comprese le versioni Fourgonnette).

Il prototipo TPV “Toute Petite Voiture”. Già a metà degli anni ’30, Citroën iniziò a sviluppare un’auto economica, la futura Citroën 2CV. Doveva essere una vettura di piccole dimensioni, capace di andare ovunque e di trasportare ogni cosa, economica nell’acquisto e nella gestione. Queste le esigenze trasmesse dal Direttore Generale all’Ingegner André Lefèbvre, all’epoca Capo Progettista Citroën: «Fate studiare nel vostro reparto una vettura che possa trasportare due contadini con gli zoccoli, cinquanta chili di patate o un barilotto di vino ad una velocità massima di sessanta chilometri orari con un consumo di tre litri per cento chilometri».

Grazie alle sue caratteristiche di vettura molto versatile, parsimoniosa nei consumi e dai costi ridotti, la “Toute Petite Voiture” (“macchina molto piccola”) era un’auto per tutti, in città e in campagna. Il progetto era pronto nel 1939 e doveva essere presentato nello stesso anno ma a causa dell’inizio della guerra, il Salone dell’Automobile di Parigi non ebbe luogo; i 250 prototipi già costruiti furono in gran parte demoliti e soltanto pochissimi esemplari furono nascosti.

Citroën 2CV – simbolo di libertà. Dopo la guerra, Citroën riprese a lavorare sul progetto e la Citroën 2CV, modello completamente rivisto rispetto alla TPV, fu presentato il 7 ottobre 1948, al Salone dell’Automobile di Parigi.

Con il 5°Historic San Marino Rally il via al terzo round del CIRT Storico

La serie tricolore Terra Storico promette spettacolo e azione sulle strade sammarinesi.

Serravalle (RSM), mercoledì 26 agosto 2020 – Torna il Campionato Italiano Rally Terra Storico che passerà dagli sterrati toscani a quelli sammarinesi questo fine settimana nella gara organizzata dalla FAMS, Federazione auto motoristica sammarinese. Dietro alle vetture della gara moderna infatti le splendide autostoriche saranno chiamate a sfidarsi nel 5°Historic San Marino Rally, per il terzo round stagionale.

Gli occhi saranno soprattutto puntati sul leader della classifica Due Ruote Motrici Mauro Sipsz. Il driver cremonese che proverà a spingere ancora la sua Lancia Stratos, con i colori di Key Sport Engineering davanti a tutte le altre, affiancato come sempre da Monica Bregoli.

Diversi i possibili rivali di categoria che stavolta avranno il favore delle strade di casa. Primo fra tutti Bruno Pelliccioni insieme a Mirko Gabrielli su Ford Escort MKII RS 2000 della Scuderia Malatesta, anche lui del 3°Raggr., che dista 10 punti da Sipzs. Pelliccioni dovrà guardarsi dagli attacchi di Corrado Costa, altro driver sammarinese, dietro di un solo punto in classifica, navigato da Domenico Mularoni, su Opel Corsa GSI del 4°raggr.

A questi si aggiungono la BMW 320, 3°raggr. di Giovanni Muccioli con Enrico De Marini su BMW 320, e la Escort MKI, 2°raggruppamento, affidata al driver dell’Oltrepo’ Pavese Domenico Mombelli insieme a Marco Leoncini e, la Opel Corsa GSI, 4°raggr., di Ennio Marafon navigato da Alberto Marcon. Voglia di riscatto dopo il Valtiberina per il reggiano Andrea Tonelli su Ford Escort RS coni colori di Movisport, in una gara tutta nuova per lui. In lista tra i possibili protagonisti sulla terra di San Marino compaiono il pilota di casa Andrea Righi con Riccardo Biordi a bordo della Ford Escort, 2°raggr. e, la coppia veronese Pasquali, Paolo ed Enea, su Escort ML2 di 3°raggruppamento.

Pronto a dire la sua, sulla terra di casa, l’attuale leader del tricolore Rally Terra Storico Quattro Ruote Motrici, Marco Bianchini sulla Lancia Delta Int., vincitore di categoria al Valtiberina, anche qui affiancato da Giulia Paganoni. Ai nastri di partenza sempre del 4 Ruote Motrici, anche Stefano Pellegrini su stessa vettura insieme a Cristina De Luigi che andrà in cerca di punti utili che lo facciano risalire nella classifica di Campionato.

Il triplice round tricolore che si svolgerà all’ombra del Titano prenderà ufficialmente il via venerdì 28 agosto con le verifiche tecniche e sportive, le ricognizioni delle prove speciali e lo shakedown. La gara vera e propria sarà tutta sabato 29 Agosto, con 350 km di percorso totale, 9 prove speciali per 65 km di puro spettacolo.

CLASSIFICA CIRT STORICO 2 RUOTE MOTRICI: 1. Sipsz-Bregoli (Lancia Stratos) 32 pt; 2. Pelliccioni-Gabrielli (Ford Escort RS 2000) 22 pt; 3. Costa-Mularoni (Opel Corsa) 21 pt; 4.Turchi-Lazzerini (Fiat 125) 20 pt: 5. Metcalfe-Connor (Ford Escort R1 1980), Muccioli-Manzaroli (BMW 320), Rocchieri-Rocchieri (Opel Kadett) 16 pt;8. Meniconi-Domini (Renault 5 GT Turbo) 12; 9. Pioner-Ugolini (Opel Corsa GSL) 10.Mombelli-Leonicini (Fprd MK1 Escort Rs 2000) 6 pt.

CLASSIFICA CIRT STORICO 4 RUOTE MOTRICI:1.Bianchini-Paganoni (Lancia Delta Int.16 V)24 pt; 2.Falcone-Ometto (Lancia Delta Int.16 V) 18 pt; 3.Pellegrini-De Luigi (Lancia Delta Int.16 V) 1 pt.

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Rallylegend 2020 anticipa la data di effettuazione. Si svolgerà dall’1 al 4 ottobre

Confermata la presenza di M-Sport, con le Ford Fiesta WRC “Plus”, e anche Ken Block sarà al via. La causa è la sovrapposizione di data del Rally Italia Sardegna Mondiale, spostatosi all’8/11 ottobre.

Repubblica di San Marino. Rallylegend 2020 anticipa di una settimana la sua data di effettuazione, spostandosi nei giorni da giovedì 1 a domenica 4 ottobre.

Continui annullamenti, spostamenti di date, a livello internazionale, stanno creando, da varie settimane, grande agitazione nei calendari di vari campionati rally. World Rally Championship compreso. L’ultimo di questi, annunciato oggi a Cagliari, vede il rally Italia Sardegna spostarsi sulla data – 8/11 ottobre – che, da sempre, è occupata da Rallylegend.

Dopo una rapida, ma approfondita, valutazione, consultati partner, sponsors e le “guest star” che hanno confermato la volontà di essere, in tutti i casi, presenti, gli Organizzatori di Rallylegend hanno deciso di anticipare la data dell’evento di una settimana, spostandosi nel fine settimana “lungo” dall’1 al 4 ottobre prossimi.

M-Sport e Michelin hanno già confermato la loro presenza, con le Ford Fiesta WRC “Plus” e i piloti ufficiali, anche nella nuova data, così come il funambolico Ken Block, che sarà a Rallylegend nel nuovo fine settimana dall’1 al 4 ottobre.

Una situazione che, a poche settimane dall’evento, ci costringe a rivedere un asset di Rallylegend già in via di definizione. – spiegano gli Organizzatori – Non potevamo fare altrimenti ma, come sempre, faremo di tutto per rendere ancor più ricca e attraente questa edizione. E abbiamo già in testa qualche nuova idea…”.

San Martino, il Rallye fa record nonostante il Covid

Organizzatori soddisfatti, ben oltre quota cento le iscrizioni che si chiudono stasera

San Martino di Castrozza, mercoledì 26 agosto 2020_ Magari qualcuno si metterà in lista oggi, ultimo giorno di iscrizioni al 40° Rallye San Martino e 11° Historique che andranno in scena tra venerdì 4 e sabato 5 settembre. Alzando il livello di orgoglio e autostima della San Martino Corse, che si è presa una difficile scommessa nell’organizzare la gara “sotto Covid-19”, ma ha trovato un’ottima risposta complessiva da parte di equipaggi e team, nonostante un percorso forzatamente rimaneggiato e la necessità di tenere il pubblico a debita distanza. Il dato ufficiale non è ancora disponibile, ma sono ben oltre quota cento le auto pronte a rombare su “Manghen”, “Val Malene” e “Gobbera”. Tre prove speciali da ripetere due volte per un totale di 81,94 km cronometrati (tutte le informazioni su www.rallysanmartino.com). Poco spazio alle tattiche, bisognerà andar forte da subito. Corsa moderna valida per il Campionato Italiano Wrc, corsa storica che fa capitolo a sé e tiene vivo il ricordo impareggiabile del tempo antico, quando l’eroe di tutti era il “Drago” Sandro Munari. Logistica non facile per chi dovrà gestire il parco assistenza: insufficiente l’area, pur ampia, del piazzale Rosalpina, ci sarà una striscia consistente di meccanici al lavoro anche di fronte al ristorante da Anita. “Averne di questi problemi” sogghigna Cristian Marin, presidente di San Martino Corse. “Desidero invece ringraziare tutti quelli che si stanno prodigando per il buon nome del Rallye e quanti hanno messo mano al portafoglio sebbene sia un momento davvero difficile”. Nella sfida scudetto sarà battaglia tra Luca Pedersoli, tricolore in carica, il tricampione europeo Luca Rossetti, gli affamati Corrado Fontana e Simone Miele. Nell’Historique occhi puntati su Giorgio Costenaro a caccia del sesto sigillo da conduttore, sarebbe record assoluto.

VM Motor Team, Campagna al debutto nella ELMS 

L’alessandrino al via a Le Castellet con una Ligier LMP3 

Il VM Motor Team si prepara ad un appuntamento internazionale di grande prestigio, con il giovane portacolori Erik Campagna. Il pilota monferrino, specialista della pista e degli slalom, debutterà nell’imminente fine settimana nella European Le Mans Series sul celebre circuito Paul Ricard di Le Castellet.
Campagna parteciperà alla terza gara della serie continentale e per la prima volta utilizzerà in gara una Ligier JSP320 del Team BHK Motorsport, vettura della categoria LMP3 a ruote coperte. Per il giovane pilota piemontese arriva un appuntamento cruciale, un vero e proprio salto tra i “grandi” dopo tante soddisfazioni a bordo della Formula Arcobaleno utilizzata nelle competizioni Slalom e Formula Challenge.

“Per me è una soddisfazione immensa partecipare a questa gara, sono molto agitato ma allo stesso tempo carico per correre. Inizieremo con una sessione di test, poi venerdì ci saranno le prove libere, sabato qualifiche e gara, che si concluderà in serata alle 22:30. Sarà una sfida davvero interessante e non vedo l’ora di calarmi nell’abitacolo” – ha commentato il pilota della scuderia guidata da Moreno Voltan.

Soddisfazione anche per Voltan, che accoglie con grande entusiasmo la notizia: “Per noi è un grande onore poter schierare un nostro pilota in una competizione internazionale di questa caratura, Erik è molto giovane e molto promettente, siamo tutti a conoscenza del suo talento e faremo il tifo per lui per tutto il prossimo weekend”.

Erreffe Rally Team-Bardahl: bene Paissan, Gualandi si diverte

Il driver trentino è finito secondo di S1600 allo slalom 7 Tornanti mentre Gualandi ha patito due forature al Rally del Ciocco ma senza mancare la solita piena dose di divertimento.

Castelnuovo Scrivia (Al) – Altre due trasferte sono andate in archivio per l’Erreffe Rally Team Bardahl impegnata durante lo scorso fine settimana al Rally del Ciocco e allo Slalom 7 Tornanti.

Sulle strade del Rally del Ciocco, gara valevole per il Campionato Italiano Rally, il modenese Paolo Gualandi, in coppia con Stefano Palù, ha chiuso in 43° posizione una gara molto impegnativa; oltre ai già difficili asfalti toscani, il pilota della Skoda Fabia R5 Evo ha dovuto fare i conti con due forature che hanno condizionato la sua graduatoria; così, senza prendere rischi inutili, Gualandi ha optato per gareggiare al meglio cercando di capire a fondo la nuova vettura e centrando comunque il suo obiettivo principale che era il divertimento.

Prova molto buona per Renato Paissan. Il pilota trentino ha corso allo Slalom 7 Tornanti sulla Renault Clio S1600 dell’Erreffe cogliendo una più che onorevole seconda posizione di categoria condita da ottime manche che lo hanno portato alla 26° posizione finale.

Le vetture di Gualandi e di Paissan erano equipaggiate con pneumatici Pirelli e lubrificanti Bardahl.

41° Rally Città di Pistoia: iscrizioni prorogate fino al 1 settembre

Il benestare federale confermato oggi, chiesto per dare modo a molti di potersi organizzare, essendo la data la scadenza originaria del 26 agosto troppo a ridosso della precedente gara del Ciocco svoltasi la settimana scorsa.   

Pistoia, 25 agosto 2020 – Iscrizioni prorogate fino a martedì 01 settembre, al 41° Rally Città di Pistoia, in programma per il 5 e 6 settembre. Il benestare federale è stato dato in queste ore, dando così modo a coloro che potrebbero avere trovato difficoltà nell’organizzare la loro partecipazione alla gara della Pistoia Corse, di prepararsi al meglio e prendere il via.

La decisione di procedere con la richiesta di proroga è maturata in quanto la data di scadenza delle adesioni per la gara (domani, 26 agosto) si è rivelata troppo a ridosso del precedente appuntamento per la Coppa di VI zona, il Rally del Ciocco, disputato lo scorso sabato, creando difficoltà logistiche ed organizzative per molti, considerando anche il periodo di vacanza, dove tutto si muove più lentamente.

La gara sarà terza prova della Coppa Rally di VI zona a coefficiente 1,5, per il Trofeo Rally 3^ Zona autostoriche e per il Trofeo Rally Toscano. Saranno accettate inoltre le vetture “All Stars”, vetture che non faranno la competizione ma un transito lungo il percorso senza rilevamento tempi. Saranno accettate vetture di particolare interesse storico sportivo. Previste anche validità per l’R Italian Trophy (terza prova della VI zona) e per il Trofeo Renault Twingo R1, Trofeo Renault “Corri con Clio  N3”, Michelin Zone Cup e Pirelli Trofeo Accademia.

PERCORSO VARIATO MA FEDELE ALLA TRADIZIONE

Rivisto in molti punti, l’appuntamento pistoiese, dal percorso alla logistica, ovviamente per adattarlo alle nuove normative federali in materia. Il tracciato di gara in modo particolare ha subìto una radicale variazione rispetto al progetto di origine, prevedendo due sole prove speciali da ripetere tre volte. Si tratta comunque di percorsi propri della tradizione dei rallies pistoiesi, sono le “piesse” di “Montevettolini” (Km. 7,490) e di “Casore” (Km. 12,370), quindi strade assai conosciute dai rallisti. In totale sono previsti 60 chilometri di distanza competitiva.

LOGISTICA RIVISTA: TUTTO NELLA ZONA INDUSTIALE DI SANT’AGOSTINO

Definita la logistica dell’evento, che avrà il proprio cuore pulsante nella Zona Industriale “Sant’Agostino”, dove sono previsti il quartier generale della gara (alla Concessionaria Fiat Brandini) oltre a partenza, arrivo, riordinamenti e parco assistenza ubicati nella zona del Pala Carrara. Una scelta dettata dall’osservanza delle norme federali per la prevenzione del contagio da SARS-CoV-2  (Coronavirus).

Peraltro, Pistoia Corse e ACI Pistoia tengono a sottolineare che la gara sarà a porte chiuse. Lungo le prove speciali NON sono previste zone specifiche per il pubblico e tutte le aree nevralgiche della competizione non ammetteranno presenza di persone se non gli addetti ai lavori, nel numero previsto dal protocollo sanitario vigente.  Il parco assistenza, il riordino, la direzione gara oltre alla cerimonia di partenza e di arrivo permetteranno l’accesso solo al personale addetto ai lavori, con possibili limitazioni previste anche per gli operatori media.

ISCRIZIONE GRATUITA PER IL 2021 PER I VINCITORI DI OGNI CLASSE

Ogni vincitore di classe, che abbia almeno 5 concorrenti arrivati, al 41° Rally Città di Pistoia avrà in premio l’iscrizione all’edizione 2021 della gara, nella stessa classe in cui si saranno resi vincitori quest’anno. Un impegno notevole, quello di Pistoia Corse e ACI Pistoia, per essere vicini ai praticanti e dare loro un contributo ed un incentivo in quanto momento delicato di ripresa agonistica e favorire anche il prossimo futuro.

Podio scaccia crisi per Scalzotto al Ciocco

Ritornato sulla più anziana Swift 1.6 R1 il pilota vicentino regala a Funny Team il primo podio nella Suzuki Rally Cup, rilanciando le proprie ambizioni per il monomarca. Foto Gabriele Lavagnini

Abano Terme (PD), 26 Agosto 2020 – L’edizione numero quarantatre del Rally del Ciocco e Valle del Serchio, andata in scena nel recente fine settimana in Garfagnana, ha riportato il sorriso in casa Funny Team, grazie ad un ritrovato Andrea Scalzotto che ha chiuso a podio.

Il pilota vicentino, impegnato anche quest’anno nella Suzuki Rally Cup, si è visto costretto a rispolverare la tradizionale Swift 1.6 R1, causa l’impossibilità di utilizzare la versione turbo.

I problemi che abbiamo avuto ad Alba non sono stati risolti in tempo” – racconta Scalzotto – “e, nonostante gli sforzi fatti dai ragazzi di Baldon Rally, abbiamo dovuto ripiegare sulla vecchia versione millesei a benzina. Una vettura ormai poco competitiva, rispetto alla concorrenza, ma che conoscevamo benissimo e con la quale siamo stati a lungo protagonisti lo scorso anno.”

Una gara in salita per il portacolori della scuderia di Abano Terme, con Daniele Cazzador, autore di due quarti tempi, a “Tereglio” e “Careggine”, chiudendo il primo giro al quinto posto.

Nonostante qualche problema, temporaneo, di pescaggio della benzina Scalzotto continuava ad attestarsi nei piani alti della classifica, salendo in quarta piazza dopo la seconda “Il Ciocco”.

Con la possibilità di agguantare il podio ed al tempo stesso con la pressione di Martinelli alle spalle l’alfiere di Funny Team continuava a testa bassa, presentandosi a due prove speciali dal termine con un ritardo di 8”1 da Pellè, terzo, e con un margine di 1”3 su Martinelli, quinto.

In una gara così tirata, resa selettiva da un fondo che si degradava pesantemente ad ogni passaggio, l’errore del trentino serviva a Scalzotto il terzo gradino del podio, nel monomarca della casa giapponese, ma non si poteva dormire sonni tranquilli con Martinelli a 2”3.

Deciso a non farsi scappare un’occasione d’oro Scalzotto partiva a testa bassa sugli ultimi chilometri della “Careggine”, fermando il cronometro sul secondo parziale tra le Suzuki.

Una spallata decisiva che metteva in cassaforte la terza piazza nella serie ed un’ottima seconda posizione in classe R1, linfa vitale per il rilancio nella rincorsa al titolo.

 

Abbiamo cercato di sfruttare la vecchia Swift 1.6 R1 senza fare errori” – aggiunge Scalzotto – “ma abbiamo davvero faticato tanto contro la concorrenza. Avevamo cambio e motore originali ma siamo molto contenti. Il terzo posto in campionato ci rende molto soddisfatti. È stata davvero una gara difficile, condizioni profondamente diverse rispetto al solito Ciocco che affrontavamo a Marzo. Fortunatamente, con tutto quello sporco e quei sassi, non abbiamo mai forato. Grazie di cuore a tutta l’assistenza di Baldon Rally, sono stati davvero formidabili.”

 

Con il bottino raccolto al Ciocco ora Scalzotto balza in sesta posizione nella Suzuki Rally Cup, a quota dieci punti, con un divario di sole sette lunghezze dal gradino più basso del podio.

Un risultato che rilancia il vicentino anche in chiave Campionato Italiano R1 dove figura attualmente al settimo posto nell’assoluta ed al sesto nella classifica di seconda divisione.

Baruffa-Brachi al via del 48° San Marino Rally con la Peugeot 208 R2B

Seconda presenza nel Campionato Italiano Rally Terra per Giovanni Benvenuto Baruffa e Simone Brachi. I due giovani ventenni proseguono nel percorso di crescita a bordo della Peugeot 208 R2B del team Baldon Rally con l’obiettivo di mettersi in evidenza tra gli Under 25 e tra le vetture a due ruote motrici

Brescia – Prosegue la stagione sportiva nei rally su terra per Giovanni Benvenuto Baruffa e Simone Brachi. Dopo l’esordio al Rally di Arezzo Crete Senesi e Valtiberina il 21enne pilota bresciano e il 20enne navigatore fiorentino sono pronti ad affrontare il 48° San Marino Rally con la Peugeot 208

1600 di classe R2B, nel week end del del 29-30 agosto.

Siamo pronti per affrontare il secondo impegno del campionato terra, il principale obiettivo della nostra stagione di debutto in un campionato italiano rally” racconta Giovanni Baruffa (nella foto a sinistra): “Sarà un’altra gara completamente nuova per me e molto diversa rispetto a quella che abbiamo disputato tre settimane fa ad Arezzo. Arrivo però a San Marino con un po’ di km alle spalle che mi hanno permesso di conoscere meglio la vettura e a prendere confidenza con il mio nuovo copilota Simone Brachi. Abbiamo rivisto i filmati e i camera-car del precedente rally assieme a mio padre per cercare di migliorare lo stile di guida e mi sono confrontato con il team per trovare le soluzioni di assetto ideali in vista dei diversi sterrati che incontreremo. Indubbiamente è ancora presto per porsi degli obiettivi di classifica, come avverrà sicuramente nel proseguo del programma. Oggi siamo contenti del lavoro che stiamo facendo con la squadra e del rapporto instaurato in abitacolo tra me e Simone e non vediamo l’ora di infilarci il casco. Per noi sarà importante arrivare in fondo divertendoci, ma anche migliorando le prestazioni passaggio dopo passaggio in un rally che ha fatto la storia della specialità”.

Tecnicamente confermata al via la Peugeot 208 1.600 del team Baldon Rally gommata Yokohama con i colori della scuderia Movisport, ma nel proseguo della stagione ci saranno interessanti novità anche da questo punto di vista. Anche a San Marino si potrà godere di un’elevata qualità degli iscritti con lo spettacolo garantito dai migliori rallysti nazionali. Al via della gara valevole per il Campionato Italiano Rally Terra ci saranno 62 equipaggi di cui ben 19 appartenenti alla classe R2, la categoria dove corrono Baruffa-Brachi in gara con il numero 49.

Il San Marino Rally in breve La 48° edizione del San Marino Rally si sviluppa lungo tre prove speciali da ripetersi tre volte per un totale di 65,22 km su una distanza complessiva di 351 km. Partenza e arrivo, nonché quartier generale e parco assistenza nell’area del Centro Multieventi Sport Domus a Serravalle di San Marino. Il via è previsto alle ore 08.00 di sabato 29 agosto per la breve prova Terra di San Marino di 4,5 km. Con un lungo trasferimento gli equipaggi si spostano in provincia di Arezzo per disputare la PS Monte Rocca di 11,96 Km e a seguire Lunano-Piandimeleto di 5,28 km e di nuovo la Terra di San Marino. Dopo il riordino a Serravalle si ripetono in sequenza le prove di Monte Rocca, Lunano-Piandimeleto e di nuovo Monte Rocca, Lunano-Piandimeleto e Terra di San Marino prima del ritorno sul palco di arrivo al Centro Multievento alle 18.45 (orari teorici prima vettura).