Una vita da rally. Massimo Grosso racconta la sua vita in pedana e anche….

Inutile negarlo. Una parte di noi rimane bambino. Con i sogni e i desideri nati nell’età dell’incoscienza mai sopiti del tutto. “Una vita da Rally” inizia dalle fantasie di un ragazzino che lavorava nell’officina di papà. Irrimediabilmente attratto da quel mondo rumoroso e colorato delle auto da rally che aveva imparato a conoscere attraverso le fotografie e soprattutto da quel poster appeso in officina che raffigurava la 131 Abarth. Forse non ha mai smesso di sognare quel ragazzino. Anche oggi dove a 57 anni suonati ha deciso di raccontare la sua storia attraverso alcuni aneddoti, assolutamente autentici, che hanno accompagnato oltre trentacinque anni di carriera nel mondo dei rally. Lo ha fatto quasi sempre con ironia, con l’obiettivo di rendere divertente il suo racconto. Perchè in fondo si cresce e si invecchia, ma dentro ad ognuno di noi rimane sempre una piccola parte che rimane bambino. Per incontrarlo è sufficiente fare un viaggio nel proprio passato.

Milano–Cottellero: rally all’insegna del puro divertimento al Rally del Rubinetto

Foto Elio Magnano

San Maurizio D’Opaglio. 31 ottobre 2020. Una ventisettesima edizione particolare, quella del Rally del Rubinetto, corsasi ieri a porte chiuse. Un clima mite e due speciali da ripetersi tre volte: Borgosesia e Mottarone. Una sfida accolta da oltre 160 equipaggi tra cui anche uno a rappresentare la scuderia torinese Due Gi Sport.

Per Cristian Milano con alle note Nicolò Cottellero, questa edizione del Rubinetto ha rappresentato il suo rientro nel mondo dei rally, dopo quasi tre anni dall’ultima gara (se non qualche sporadica competizione su pista) che lo ha visto posizionarsi diciottesimo di classe, in una combattutissima R5 e trentatreesimo assoluto.

Ovviamente, dopo uno stop così lungo, ha dovuto ritrovare il giusto feeling con la vettura, con la lotta contro il cronometro e con il navigatore che lo aveva già affiancato tempo fa, quando ancora correva con la Clio R3.

Una gara senza azzardi, nonostante due piccoli testacoda, su una macchina, la Skoda Fabia R5, sempre molto impegnativa, sebbene il Team Specialcar, già a partire dallo shakedown di venerdì, abbia consegnato nelle mani del pilota duegino un’ottima vettura.

Fortunatamente anche il tempo è stato dalla loro parte, con giornate di sole che hanno reso meno insidiosi passaggi sulle prove molto impegnative allestite per questa edizione: la prima, Borgosesia, molto stretta e guidata, mentre la seconda, Mottarone, larga e veloce. Un rientro quindi positivo, così commentato dal copilota: “è stata una gara all’insegna del puro divertimento! All’inizio Cristian ha dovuto prendere nuovamente confidenza con questo mondo, ma poi tutto è andato per il verso giusto, abbiamo cercato di migliorare giro dopo giro, senza ai rischiare. Correre con Cristian è sempre un piacere, ma questo Rubinetto per me lo è stato ancora di più. Le prove erano davvero molto belle. Una sensazione molto positiva per questa gara; un buon rientro nel mondo dei rally, seppur non facile, per Cristian che ringrazio per avermi voluto al suo fianco.”

La Michelin Zone Rally Cup prepara la carica dei trentasette per il Trofeo ACI Como

Con il Rally del Rubinetto si è chiusa la Serie indetta dalla Casa di Clermont Ferrand, sviluppatasi sulle 23 gare che si sono svolte da metà luglio a fine ottobre. Foto Magnano e AciSport

CUNEO, 2 novembre – Il 27° Rally del Rubinetto, andato in scena sabato scorso, 31 ottobre, a San Maurizio d’Opaglio (NO), ha chiuso la stagione della Michelin Zone Rally Cup che si è sviluppata su 23 gare a partire dal Rally Lana di Biella del 15 luglio scorso al rally novarese appena concluso. Una stagione compatta ma intensa che ha dato il passaporto per la grande finale di Como a 37 piloti che hanno vinto il Raggruppamento della Michelin Zone Rally Cup nelle gare delle aeree di appartenenza o si sono imposti nel Raggruppamento Michelin nella gara CIR-WRC di casa loro. Andiamo a scoprire che sono

Nella Prima Zona (Piemonte e Valle d’Aosta), vissuta su quattro gare, sono otto i piloti che hanno conquistato il diritto ad accedere all’olimpo di Como: Massimo Menegaldo (Škoda R5), Francesco Aragno (Clio S1600), Pierluigi Maurino (Peugeot 208 R2B), Alain Cittadino (Clio RS N3) e Paolo Iraldi (Peugeot 106 N2) ai quali si aggiungono i vincitori di Raggruppamento al Rally Alba: Massimo Marasso (Škoda Fabia R5), Matteo Giordano (Peugeot 208 R2B) e Massimiliano Botto (Panda Kit A5). La Seconda Zona ha visto svolgersi il solo Rally della Lanterna e da questa gara sono risultati qualificati Alberto Biggi (Škoda Fabia R5) ancora Francesco Aragno, Roberto Carminati (Peugeot 208 R2B), Alberto Verardo (Clio RS N3) e Giordano Formolli (Peugeot 106 N2)

La Terza Zona si è giocata sul San Martino di Castrozza e Due Valli ed ha visto qualificarsi direttamente il solo Michele Rebonato (Peugeot 106 A5), ma passano alla finale anche i sei vincitori di Raggruppamento delle due gare CIR-WRC del Nord Est: Andrea Zenoni (Škoda Fabia R5), Andrea Nucita (Hyundai i20 R5), Manuel Orler (Clio Williams A7), Nicola Bennati (Peugeot 106 A6), Davide Scarso (Clio RS N3) e Michele Spagnoli (Peugeot 106 N2). Alex Pagnan (Peugeot 208 R2B) è il solo qualificato della Zona 4 che abbracciava il Friuli e le province venete di Belluno e Venezia. I qualificati dalle tre gare di Quinta Zona (Emilia Romagna, Marche e San Marino) sono Gianfranco Fallabrino (Škoda Fabia R5), Alessio Bellan (Clio R3C), Lorenzo Grani (Peugeot 106 A6), Davide Cagni (Clio RS N3) ed Enrico Spreafico (Clio Rally 5)

La Sesta Zona (Toscana e Umbria) si è animata su quattro gare (Città di Lucca, Il Ciocco, Città di Pistoia ed Elba) ha qualificato Luca Artino (Volkswagen Polo R5), Federico Gasperetti (Clio R3C), Marco Ambrosio (Peugeot 208 R2B), Emanuele Corti (Clio RS N3), e Gabriele Catalini (Renault Twingo R1); cui vanno ad aggiungersi i due vincitori di Raggruppamento nella gara tricolore Luca Bazzano (Clio RS N3) e Michele Spagnoli (Peugeot 106 N2) che ha conquistato la qualificazione anche in Terza Zona. La Settimana Zona che ha compreso tutta l’Italia Meridionale dal Lazio alla Calabria ha visto disputarsi tre gare: Roma Capitale, Rally del Gargano e Rally del Molise. E tre sono i qualificati alla finale lariana: Simone Di Giovanni (Clio R3C) Giorgio Liguori (Clio RS N3) e Marco Palombi (Peugeot 106 N2). Mentre in Ottava Zona, che si è svolta sulle tre gare siciliane Rally del Tirreno, Targa Florio e Valli del Sosio ha promosso verso Como Totò Riolo (Peugeot 205 R5), Maurizio Terracchio (Peugeot 106 A6) e Franco Alibrando (Clio RS N3). Infine non risultano qualificati dalla Nona Zona la Sardegna.

“R Italian Trophy” al  27° Rally del Rubinetto. Corrado Pinzano e Roberta Passone svettano nel 1° Raggruppamento, nel 2° predominio di Riccardo Tondina e Davide Cecchetto

Foto Elio Magnano

Con la 27esima edizione del Rally del Rubinetto svoltasi nell’ultimo fine settimana di ottobre, va in archivio l’ultima gara di Coppa Rally di Zona 1. Di fatto si concludono le gare di tutte le zone prima della trasferta in terra Lariana per il 39° Trofeo Aci Como, valido per l’R ITALIAN TROPHY di ogni singola zona, e che decreterà oltre i vincitori di Zona anche i 3 migliori in Italia, per singolo raggruppamento, ai quali spetterà un importante montepremi in denaro. Nel 1° raggruppamento l’ha fatta da padrone il duo formato da Corrado Pinzano e Roberta Passone su Skoda Fabia R5, staccando costantemente su ogni speciale, ottimi tempi tanto da terminare la gara con un brillante 3° posto assoluto. Gara sfortunata invece per Elwis Chentre e Fulvio Florean costretti al ritiro al termine della 4° piesse. Alle spalle di Pinzano troviamo Massimo Marasso e Luca Pieri, giunti secondi al traguardo di San Maurizio d’Opaglio, precedendo un ottimo Kim Daldini per l’occasione navigato dalla sorella Gea. Segue al 4° posto Carmine Tribuzio e Gianni Stracqualursi, “in trasferta” sugli asfalti piemontesi; al 5° posto Silvano Patera e Tullio Tonati su Volkswagen Polo R5; 6° posto per Massimo Menegaldo e Igor D’Herin su Skoda Fabia R5. Nel 2° raggruppamento, quello riservato alle vetture di classe R3- R2, la vittoria è andata alla coppia formata da Riccardo Tondina con alle note Davide Cecchetto su Peugeot 208 R2B, che hanno imposto per tutta la gara un ottimo ritmo (vincendo anche la classe R2B tra ben 18 pretendenti) ed ingaggiando una bella “battaglia” con la coppia formata da Matteo Giordano e Manuela Siragusa sempre su Peugeot 208 R2B, giunti secondi e precedendo nell’ordine gli ottimi Gianluca Quaderno e Lara Zanolo su Renault Clio R3C (vincitori della loro classe), Fabio Vitali e Harshana Ratnayake giunti quarti e Gabriel Di Pietro con Mattia Pozzoli, quinti.Prossimo appuntamento valido per la Zona 1 della Serie nonché finale della Coppa Rally di Zona sarà, come già citato, il 39° Trofeo Aci Como, in programma dal 6 al 7 novembre prossimi.

Erreffe Rally Team-Bardahl: è soddisfacente il bilancio del Rally del Rubinetto

Foto Zini

Castelnuovo Scrivia (Al) –L’Erreffe Rally Team Bardahl è soddisfatto del fine sportivo appena concluso. Sulle strade novaresi del Rally del Rubinetto, il team alessandrino ha raccolto sorrisi nonostante due ritiri.

La prova più incisiva arriva dal laziale Carmine Tribuzio che, in vista del prossimo rally Trofeo Aci Como, ha calcato per la prima volta gli asfalti piemontesi a bordo della Skoda Fabia R5 ottenendo insieme a Gianni Stracqualursi, un ottimo 9° assoluto su ben 140 equipaggi partiti.

Anche il locale Stefano Pelfini, con la brava Loretta Tedesco alle note, è soddisfatto: la sua prima volta sulla Volkswagen Polo R5 si è conclusa con la 39° posizione: la gara era un vero e proprio test per i due che desideravano approcciarsi alla nuova vettura con lo scopo di prenderne dimestichezza senza pensieri di classifica.

Nella classe S1600 erano presenti tre equipaggi. Unico a vedere il traguardo è stato il lariano Maurizio Mauri che con Fabio Berisonzi ha accusato una foratura sulla Renault Clio S1600 che gli ha impedito di essere incisivo per il podio di classe. Peggio è andata a Gualtiero Pastore e Massimo Tarrano che di forature ne hanno subite due contemporaneamente trovandosi così costretti al ritiro già in Ps 3.

Sempre su Clio S1600 erano al via i varesini Davide e Paolo Tiziani che hanno dovuto alzare bandiera bianca dopo un veniale errore che ha pregiudicato il prosieguo del loro rally; nonostante questo, la loro posizione finale nella Coppa Rally di Zona dà loro la possibilità di prendere parte al Trofeo Aci Como della prossima settimana.

Tutte le vetture erano equipaggiate con pneumatici Pirelli e lubrificanti Bardahl.

Simone Miele trionfa ancora al Rubinetto

Per il quarto anno consecutivo il pilota della Ares Communication vince la corsa novarese; ad affiancarlo questa volta è stato Mario Cerutti sulla Citroen DS3 Wrc della PH Sport curata dalla Dream One Racing. Foto Alberto Caldani

Olgiate Olona (VA) –Simone Miele ha un feeling particolare con il Rally del Rubinetto; pur abitando a Gorla Minore, nella zona sud della provincia di Varese, Simone ha un notevole attaccamento verso il territorio sito tra il Lago Maggiore ed il Lago d’Orta a causa di lunghi periodi trascorsi durante l’infanzia e l’adolescenza. “Diciamo che il Rally del Rubinetto lo vivo come il rally di casa” dice Miele dopo aver alzato al cielo per il quarto anno consecutivo la coppa del vincitore, a San Maurizio d’Opaglio.

Ieri, sabato 31 ottobre, insieme all’amico Mario Cerutti, ha condotto la Citroen DS3 Wrc giunta direttamente da PH Sport senza troppe pressioni ma con il solito piglio autorevole di chi sa di essere il favorito della corsa. Quello maturato con Mario è il quarto sigillo dopo che la coppia aveva trionfato alla Ronde Città dei Mille nel 2019 e per due anni consecutivi allo Special Rally Circuit by Vedovati nel 2018 e 2019. Al Rally del Rubinetto Miele e Cerutti hanno vinto cinque prove speciali su sei allentando la presa solo nell’ultima speciale. Una vittoria meritata e giunta, per la terza volta, grazie ad una vettura –la DS3 Wrc- che ormai gli si è cucita addosso; l’altro successo era maturato sulla Ford Fiesta Wrc due anni orsono. Con questo invidiabile poker, Simone Miele raggiunge nell’albo d’oro Piero Longhi in quanto a numero di vittorie, mettendo nel suo prossimo mirino Bocchio fermo a quota 5.

Ci voleva dopo l’amarezza del Rally 2 Valli di sette giorni fa dove abbiamo perso il titolo di CIWrc che era alla nostra portata. Ci tenevo comunque ad essere qui per onorare una gara che ha subìto l’ondata del maltempo dello scorso mese e che Mario, che abita a Gignese e quindi sotto il celebre Mottarone, non aveva mai vinto” ha concluso Miele.

Movisport di nuovo all’Eurorally: Melegari all’attacco del Gruppo N

Sarà un week-end di grandi emozioni, quello che sta arrivando, con i colori reggiani impegnati sia per la corsa continentale che per la finale di Coppa Italia a Como, dove si pone tra i favoriti Giacomo Scattolon. Nella foto: Melegari (by Josef Petru)

Reggio Emilia, 02 novembre 2020. Nyíregyháza, Ungheria nord-orientale. Un nome abbastanza indecifrabile, ma destinato a rimanere nella mente degli appassionati di rally. Ripartirà da lì, la corsa continentale di Movisport con il suo portacolori Zelindo Melegari, per cercare di vincere il titolo ERC-2, il Gruppo N. Questo fine settimana il pilota reggiano, che già la settimana scorsa si è cucito sulla tuta lo scudetto di Campione Italiano del Gruppo N, sarà chiamato – al volante della Subaru Impreza Sti Gruppo N di GB Motors Racing – a difendere la propria leadership tenuta in mano con fatica dopo la sofferta trasferta portoghese di inizio ottobre.

Melegari, che per l’occasione sarà affiancato da un nuovo copilota, Manuel Fenoli, correrà per la prima volta in Ungheria, ma soprattutto sarà “in casa” dell’avversario principale per la corsa al titolo, Tibor Erdi Jr, il quale lo appaia in classifica con 80 punti, mentre a cinque lunghezze dietro vi è il lituano Feofanov.

Riflettori puntati anche al Trofeo ACI Como Finale Nazionale Aci sport Rally Cup Italia 2020, dove Movisport proporrà un tris d’assi con buone prospettive di far bene anche nei quartieri alti della classifica. Lo faranno Giacomo Scattolon – Giovanni Bernacchini, sulla Skoda Fabia R5, per onorare al meglio il titolo conquistato dal pilota pavese nella 2^ zona, andando quindi alla ricerca di un piazzamento importante in un plateau di competitor che si annuncia assai qualificato quanto anche esteso.  Al via, sulle sponde del Lario, anche Sara Micheletti – Erika Badinelli (Peugeot 208 R2B), finaliste “in rosa” e Simone La Manna – Andrea Albertini in gara con una Suzuki Swift R1B.

Nel week-end appena trascorso la presenza al partecipatissimo Rally del Rubinetto di Silvano Patera e Tullio Tonati, sulla Volkswagen Polo R5, ha assicurato una 16^ posizione assoluta.

 

Al Rally del Rubinetto Carmine Tribuzio e Gianni Stracqualursi, portacolori della scuderia RO racing, a bordo di una Skoda Fabia R5 evo2, hanno concluso al nono posto in classifica generale

E’ stata una trasferta proficua quella di Carmine Tribuzio e Gianni Stracqualursi al Rally del Rubinetto, disputatosi a Borgosesia, in Piemonte, il fine settimana appena trascorso. I due alfieri della Scuderia RO racing hanno colto un lusinghiero piazzamento nella “top ten” giungendo al nono posto in classifica, nonostante una leggera toccata nella speciale iniziale.

I due ciociari, che hanno disputato la gara piemontese per preparare al meglio la finale nazionale della Coppa rally di zona che si terrà a Como questo primo fine settimana novembrino, hanno avuto modo di mettere a punto la loro Skoda Fabia R5 evo2 affidata alle cure della Erreffe e sono adesso pronti a giocarsi le loro carte nell’appuntamento più importante della stagione.

“Rally bellissimo e pieno di insidie – ha detto Carmine Tribuzio all’arrivo – purtroppo una toccata lungo la prima prova speciale ci ha rallentato notevolmente. Grazie all’efficacia del team Erreffe, dopo la prima tornata di prove, abbiamo rimesso in sesto la nostra Fabia e siamo riusciti a recuperare fino alla nona posizione assoluta. Sono molto soddisfatto e mi ritengo pronto per affrontare la finale di Como”.

FCA Heritage partecipa alla mostra dedicata alla leggendaria storia del Lingotto

Torino, 26 ottobre 2020. Si è aperta la mostra “Lingotto VIVE & RIVIVE. Quand’era una fabbrica”, un viaggio affascinante alla scoperta di un luogo simbolo di Torino e della rigenerazione urbana noto a livello internazionale, ma non sempre riconosciuto nel suo passato di fabbrica automobilistica. Grazie infatti a disegni, fotografie, filmati e veicoli sarà possibile ripercorre la storia del famoso sito produttivo della Fiat nel periodo compreso tra i primi anni Venti e la fine degli anni Ottanta del Novecento.

La mostra sarà visibile fino al 31 dicembre 2020 presso il Padiglione 5 del Centro Commerciale Lingotto in Via Nizza, 230 a Torino.

Alla realizzazione della mostra ha partecipato attivamente FCA Heritage – il dipartimento di FCA dedicato alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio storico dei marchi italiani del Gruppo – attraverso la concessione di video e fotografie appartenenti alla preziosa collezione del Centro Storico Fiat, il famoso museo di Torino che custodisce una ricca collezione di automobili, cimeli, modellini, manifesti pubblicitari, oltre a un enorme patrimonio documentale che racconta la storia della più grande e longeva Casa automobilistica italiana.

I materiali documentali forniti dal Centro Storico Fiat raccontano in modo suggestivo la storia produttiva ed architettonica del Lingotto nelle sue fasi di progettazione, funzionamento, riconversione e ristrutturazione. Inaugurato nel 1923, lo stabilimento Fiat è ancora oggi ammirato per la modernità e l’eleganza del suo sviluppo verticale, e per la soluzione della pista di collaudo sul tetto, che all’epoca destò anche l’apprezzamento dell’architetto Le Corbusier. Ancor prima di essere terminato, quello che era stato concepito come luogo di lavoro divenne simbolo dell’industria italiana entrando così nella memoria collettiva. Qui sono nate automobili che hanno attraversato i decenni e contribuito alla motorizzazione del Paese, sino a quando il progresso produttivo non ha imposto il trasferimento presso impianti che rispondevano a logiche più moderne. Ma il Lingotto ha saputo rinnovarsi per venire incontro alle esigenze di un contesto urbano che andava cambiando e, da simbolo dell’archeologia industriale, la fabbrica ha vissuto un lungo processo di ristrutturazione interna, mantenendo inalterato il suo caratteristico aspetto esterno.

Inserita nell’ambito della kermesse “Torino Design of the City 2020”, la mostra “Lingotto VIVE & RIVIVE. Quand’era una fabbrica” vuole anche far conoscere il progetto Torino Automotive Heritage Network, rete di soggetti culturali e imprenditoriali che lavora per “riscoprire” il patrimonio culturale di Torino Città dell’Auto attraverso iniziative di valorizzazione, informazione, e interpretazione della storia industriale della Città e del territorio.

Il coordinamento scientifico e l’organizzazione della retrospettiva sono stati curati dal Politecnico di Torino – Dipartimento di Architettura e Design – e dall’Istituto per la Memoria e la Cultura del Lavoro dell’Impresa e dei Diritti Sociali (ISMEL).

Ford presenta Mustang Mach-E GT: nessuna accelera come lei

Per la prima volta, esce allo scoperto in Europa, Mustang Mach-E GT, a trazione integrale, in grado di accelerare da 0 a 100 km/h in 3.7 secondi e scaricare a terra 465 CV, che balza in testa alla categoria di appartenenza per accelerazione. Ford, per offrire la massima tranquillità ai clienti di Mustang Mach-E, ha previsto cinque anni di accesso gratuito alle stazioni FordPass Charging Network e un anno di accesso gratuito alle stazioni IONITY. Mustang Mach-E 1400, unica nel suo genere, mostra il vero potenziale di un propulsore elettrico insieme alla gamma di modelli elettrificati dell’Ovale Blu sviluppati per accompagnare i clienti Ford nella transizione verso un futuro elettrificato

COLONIA, Germania, 25 ottobre 2020 – Per la prima volta esce allo scoperto in Europa Mustang Mach-E GT, a trazione integrale, in grado di accelerare da 0 a 100 km/h in 3.7 secondi e scaricare a terra 465 CV. Sarà introdotta sul mercato alla fine del 2021. (1)

Nessun altro modello della sua categoria può accelerare più velocemente di Mustang Mach-E GT, dotata di un propulsore elettrico a batteria da 465 CV, trazione integrale, perfetta per gli appassionati che vogliono sfruttare al massimo i vantaggi, in termini di prestazioni, della guida completamente elettrica.

Ford ha annunciato che i clienti Mustang Mach-E che effettueranno un ordine entro quest’anno, riceveranno, a partire dal 2021, cinque anni di accesso gratuito (2) alle stazioni FordPass Charging Network. La rete è cresciuta di quasi il 25% in meno di un anno, fino a includere ora più di 155.000 stazioni in tutta Europa.

I clienti di Mach-E riceveranno anche un anno di accesso gratuito (2) alla rete di ricarica rapida IONITY, che ha già installato oltre 270 stazioni di ricarica e mira a costruire 400 stazioni in importanti località europee entro la fine di quest’anno.

Mustang Mach-E GT ha fatto il suo debutto europeo a Rotterdam, nei Paesi Bassi, durante il Ford Go Electric, il roadshow dell’Ovale Blu con l’obiettivo di raccontare il percorso di evoluzione che Ford ha intrapreso e affiancare i consumatori nella scelta della motorizzazione più adatta al proprio stile di vita, continuando a offrire soluzioni accessibili che aiutino a risolvere le sfide della mobilità.

“Mustang Mach-E GT mostra le prestazioni di un’auto elettrica così come sono veramente, ma queste non acquisiscono valore senza la sicurezza e la tranquillità del loro utilizzo. Le nostre iniziative riguardanti le reti di ricarica consentono ai clienti Mustang Mach-E di godersi l’esperienza di guida elettrica con la consapevolezza e serenità di poter ricaricare rapidamente e facilmente in tutta Europa”, ha affermato Stuart Rowley, President, Ford Europe.

Prestazioni elettrizzanti. Mustang Mach-E GT offre le performance e il carattere entusiasmanti dell’iconica sportiva Mustang, uniti alla capacità di trasportare cinque passeggeri con la ricercatezza di una tecnologia completamente elettrica. Un propulsore a doppio motore da 465 CV e 830 Nm di coppia, gestisce la potenza agli assi anteriore e posteriore, per una reattività maggiore e un’accelerazione da 0-100 km/h pari a quella della Tesla Model Y. La velocità massima è limitata a 200 km/h.

E’ possibile personalizzare Mustang Mach-E GT con sospensioni adattive MagneRide®, cerchi in lega da 20’’, pinze dei freni di colore rosso e tonalità esclusive per gli esterni tra cui il Cyber ​​Orange. All’interno, il display touch full HD da 15,5’’ un’interfaccia elegante e moderna che supporta la nuova generazione del sistema di comunicazione e intrattenimento di Ford SYNC (3), utilizzando l’apprendimento automatico per comprendere rapidamente le preferenze dei conducenti e migliorarsi nel tempo. All’interno, sedili Ford Performance e volante con inserti in pelle scamosciata.

Mustang Mach-E GT dispone di una batteria extended range da 88 kWh per una guida esclusivamente elettrica fino a 500 km WLTP, (4) supportata dall’Intelligent Range, che apprende e riutilizza le abitudini di guida dei conducenti per migliorarne l’autonomia, oltre alle previsioni meteorologiche e ai dati in crowdsourcing provenienti da altri modelli di Mustang Mach-E.

Ford, oggi, ha anche annunciato che Mustang Mach-E, equipaggiata con batteria extended range e trazione integrale, offre un’accelerazione da 0-100 km/h di 5,1 secondi (5), pari a quella della Tesla Model Y Long Range – e una previsione di autonomia fino a 540 km WLTP. (4)

Ford desidera offrire una soluzione innovativa per risolvere una delle maggiori preoccupazioni dei proprietari di veicoli elettrici e ibridi Plug-in: l’accessibilità e la gestione del processo di ricarica. Con le funzionalità Ford Charging Solutions dell’app FordPass, è possibile accedere a un sistema di ricarica semplice e integrato, il FordPass Charging Network – fruibile sia a casa sia sulle strade di tutta Europa, si tratta della più grande rete di stazioni pubbliche di ricarica in Europa, con circa 30.000 stazioni introdotte da ottobre 2019.

Inoltre, l’app FordPass, grazie alla collaborazione con NewMotion, consentirà ai clienti di utilizzare la connettività fornita dal modem di bordo FordPass Connect ricevendo, per esempio, notifiche in tempo reale sullo stato della ricarica. I clienti potranno beneficiare dei numerosi punti di ricarica dislocati in tutta Europa, in circa 21 paesi, attivando e pagando i servizi da un unico account, rendendone la gestione ancora più semplice. (2)

Ford è un membro fondatore e azionista della partnership IONITY, che fornisce stazioni di ricarica ad alta velocità lungo i percorsi autostradali e presso le principali località europee. La rete di ricarica FordPass e le iniziative IONITY saranno particolarmente vantaggiose per i proprietari di veicoli elettrificati che non hanno a disposizione un punto di ricarica privato a casa o al lavoro.

Si stima che con una ricarica fino a 150 kW presso una stazione IONITY, Mustang Mach-E con batteria extended range, configurazione a trazione posteriore, raggiunga una media di 119 km di autonomia entro circa 10 minuti dalla ricarica (6) e un’autonomia totale di 610 km WLTP (4)

Soluzioni dedicate per ogni tipologia di cliente. Ford ritiene che proporre un’ampia gamma di soluzioni di propulsione elettrificata sia il percorso migliore per una più efficace transizione verso un futuro elettrificato. Ford introdurrà 17 nuovi modelli elettrificati in Europa, entro la fine del prossimo anno.

 

All’inizio di quest’anno Ford ha invitato governi, industrie e istituzioni a sostenere la spinta all’elettrificazione con una più rapida espansione delle infrastrutture di ricarica pubbliche. Proponendo una gamma completa di diverse soluzioni di propulsione, l’Ovale Blu è in grado di soddisfare le varie esigenze legate allo stile di vita dei consumatori, continuando a offrire soluzioni accessibili che aiutino a risolvere le sfide della mobilità e passare all’elettrificazione in tutta sicurezza, oltre a supportare varie iniziative legate al miglioramento delle condizioni dell’aria.

 

L’Ovale Blu sta continuando a sperimentare gli effetti positivi che l’uso dei veicoli Plug-In Hybrid possono avere all’interno dei centri urbani. I risultati della sperimentazione condotta da Ford sui Transit Custom Plug-In Hybrid suggeriscono che i veicoli commerciali ibridi plug-in potrebbero rappresentare l’opzione più pratica e prontamente disponibile per le aziende che cercano di raggiungere obiettivi di ecosostenibilità nelle città.

 

Il progetto ha visto debuttare sulle strade di Londra, per 12 mesi, una flotta di 20 Transit Custom Hybrid Plug-in (PHEV), che hanno percorso oltre 240.000 km. Durante la sperimentazione, il 75% del chilometraggio della flotta nell’area di Central London e il 49% in quella di Greater London è stato effettuato al 100% in modalità elettrica.

 

Inoltre, Ford ha annunciato un investimento di 42 milioni di euro presso lo stabilimento produttivo di Valencia, in Spagna, per supportare la strategia di elettrificazione del brand con una struttura dedicata all’assemblaggio delle batterie all’avanguardia, oltre all’introduzione delle linee produttive di S-MAX Hybrid e Galaxy Hybrid che si uniranno alla Mondeo Hybrid all’inizio del prossimo anno.

 

Le vendite parlano da sole. Riteniamo che i clienti stiano scoprendo come i propulsori elettrificati, Hybrid e Plug-In Hybrid si adattino perfettamente ai loro stili di vita ed è per questo che stiamo assistendo a un’adozione davvero crescente dei nostri modelli elettrificati”, ha commentato Rowley.

 

Massima propulsione elettrica

Anche il prototipo Mustang Mach-E 1400 ha fatto il suo debutto europeo a Rotterdam, un modello unico nel suo genere, con oltre 1.400 CV di potenza.

 

Mustang Mach-E 1400 è il risultato di 10.000 ore di collaborazione tra Ford Performance e RTR, volte a colmare il divario tra ciò che un veicolo elettrico può realmente fare e ciò che i clienti pensano possa fare.

 

Mustang Mach-E 1400 ha sette motori, cinque in più rispetto a Mustang Mach-E GT. Tre sono fissati al differenziale anteriore e quattro alla parte posteriore e sovrapposti, con un singolo albero di trasmissione che li collega ai differenziali.  Questa struttura offre innumerevoli possibilità di configurazione per impostare qualsiasi elemento dell’auto, dal drifting alle corse su pista ad alta velocità.

 

Uno è un modello di produzione, l’altro un prototipo estremo, ma le nostre Mustang Mach-E GT e Mustang Mach-E 1400 hanno una cosa in comune: l’erogazione di potenza immediata e sorprendente, creando un’esperienza di guida che deve essere vissuta per essere ritenuta possibile”, ha detto Rowley.

“Cavalli marini”, la motonautica Alfa Romeo in mostra

In esposizione rarissime imbarcazioni motorizzate Alfa Romeo che hanno vinto decine di titoli mondiali, europei e italiani e battuto vari record del mondo. Per la prima volta esposti insieme il motoscafo da corsa Arno II° e il motore che lo spingeva, quello della Tipo 158 Alfetta. Un propulsore che prima di vincere in pista il primo campionato di Formula 1 della storia, sull’acqua aveva già fatto incetta di titoli mondiali. E che, finita l’avventura in F1, tornò a vincere nella nautica.  Non solo corse: dalle barche da diporto ai battelli di Venezia fino ai “barchini esplosivi” utilizzati durante la II° guerra mondiale, una carrellata che accende i riflettori sulla affidabilità e sportività dei motori del Biscione.

Cinque titoli mondiali, i primi due campionati di Formula 1 della storia, 11 Mille Miglia, 10 Targa Florio, centinaia di altri trionfi nelle categorie Sport e Turismo: la storia sportiva di Alfa Romeo su strada e su pista è nota. Meno conosciuta è invece un’altra pagina di storia, quella scritta sull’acqua. Tecnologie e innovazioni sviluppate da Alfa Romeo, infatti, sono state impiegate anche nella motonautica, sport avvincente quanto l’automobilismo e capace di calamitare gli entusiasmi del pubblico. Dagli anni Trenta agli anni Ottanta, Alfa Romeo è stata tra i protagonisti assoluti anche in questo campo. Sono stati adattati all’uso marino motori aeronautici e automobilistici, di serie e da competizione, derivati non solo dalle leggendarie Alfette durante e dopo la loro carriera automobilistica, ma anche da Giulietta, Giulia GTA, Montreal, 2600 e altri. Fra record e titoli mondiali, europei e italiani nelle diverse classi, Alfa Romeo ha vinto sull’acqua quasi quanto in pista e su strada. Nell’anno del 110° anniversario Alfa Romeo, il Museo di Arese rende omaggio a questo capitolo affascinante e non ancora pienamente esplorato con una esposizione dal titolo «Cavalli marini», citazione di un articolo pubblicato sulla rivista Quadrifoglio nel 1973. In mostra, dal 17 ottobre 2020 al 21 febbraio 2021, imbarcazioni e oggetti che raccontano l’«altra vita» dei motori del Biscione, dalle competizioni al trasporto pubblico, dai mezzi militari alle barche da diporto, fino ai motopescherecci utilizzati a cavallo della II° guerra mondiale per rifornire le mense aziendali.

Record e altro

Marchio storicamente legato al mondo delle competizioni, Alfa Romeo ha un ricco palmarès anche nella motonautica. Da sole, 9 delle 10 imbarcazioni esposte in mostra (la decima è un esemplare da diporto) hanno collezionato nelle varie categorie qualcosa come 11 record del mondo, 6 campionati mondiali, 7 europei e 9 italiani, oltre a 5 medaglie d’oro del Coni. L’esposizione ripercorre tutti i tipi di motorizzazione che hanno dominato la motonautica: dalle leggendarie Alfetta alle varie declinazioni del bialbero, fino alla Montreal e al Tipo 33.

Le “tre vite” dell’Alfetta

In campo motonautico i motori, modificati in versione marina, erano spesso dati in esclusiva solo in uso temporaneo e gestiti sui campi di gara direttamente dal reparto corse Alfa Romeo. E’ il caso, ad esempio, dei motori delle Alfetta. Così la mostra è l’occasione per una storica rentrée: l’incontro tra Arno II° – un filante monoscafo costruito dai cantieri Picchiotti di Viareggio nel 1946, appositamente restaurato, dopo 70 anni, per questa esposizione – e il motore che all’epoca montava, quello della Alfetta 158. Un propulsore che, quando nel 1950 regalò ad Alfa Romeo il primo titolo di Formula 1 della storia, sull’acqua aveva già vinto tre campionati del mondo, un titolo italiano, aveva battuto il record mondiale di velocità e molto altro, con Achille Castoldi come pilota.

Proprio Castoldi aveva ottenuto sin dal 1938 l’uso in esclusiva in competizioni motonautiche del motore 158. E fu sempre lui nel 1943 a mettere in salvo alcune delle Alfette nascondendole nella sua fattoria di Abbategrasso, al riparo da bombardamenti e requisizioni.

Arno II° fu pilotato persino da Achille Varzi, che salì sul podio della Luino Cup nel 1948. Alla fine del 1949, con l’arrivo dei rivoluzionari «tre punti», fu messo a riposo, senza motore, e mai più utilizzato. Ma il propulsore non andò in pensione: nella sua versione stradale vinse i primi due titoli nella storia della Formula 1, nel 1950 con Nino Farina e nel 1951 con Juan Manuel Fangio. Quando, l’anno successivo, Alfa Romeo si ritirò dalla F1, per il motore delle Alfette iniziò una nuova, straordinaria avventura. E a testimoniarla, in mostra è presente il Laura 1°, che insieme a Moschettiere, Tamiri e Laura 3° – quest’ultimo addirittura spinto da due propulsori Alfetta in linea – ha scritto pagine memorabili di sport, con assi del calibro di Mario Verga, Ezio Selva e lo stesso Castoldi, accumulando vittorie in gara e record di velocità.

Parata di campioni del mondo

In esposizione anche altri esemplari dal palmarès impressionante: il Loustic 2, un entrobordo-racer della classe LV-1300 costruito dal cantiere Celli di Venezia e motorizzato con il motore 1300 della Giulietta AR530. Nel 1964 si aggiudicò 3 record mondiali di fondo delle 5, 10 e 15 miglia della sua classe.

C’è poi il Molinari-Alfa Romeo 2500, unico esemplare esistente, che nel 1966 vinse il titolo mondiale. Costruito per il motonauta del team Agusta Fortunato Libanori, ha la carrozzeria in lega d’alluminio aeronautico fatta dal reparto Elicotteri Agusta. In onore alla collaborazione nel settore, la coda riporta la colorazione degli aerei di linea Alitalia.

E ancora: lo scafo «Dalla Pietà – Alfa Romeo» che nella categoria Runabouts europei / Entrobordo sport vinse, tra il 1968 e il 1970, 3 titoli europei e due italiani. Esemplare unico, era stato costruito per Luigi Raineri, famoso preparatore di motori da corsa Alfa Romeo marini.

In esposizione anche «Molivio – Alfa Romeo GTA» su cui correva Leopoldo Casanova, pilota e recordman degli entrobordo motorizzati Alfa Romeo Autodelta: dal 1968 al 1972 vinse un titolo europeo, 4 titoli italiani, e segnò per 4 volte il record del mondo di velocità in 3 classi.

Il «Celli» del 1970 è il primo dei 4 racers 2500 motorizzati con il Montreal-Autodelta marino ed era pilotato da Antonio Pietrobelli, famoso pilota vincitore per oltre 10 anni di titoli italiani, europei e mondiali di gare in circuito.

Completa la serie di motoscafi da corsa un racer costruito dai cantieri Lucini di Como per Franco Cantando, il Lucini-Alfa Romeo 2000 vincitore del record mondiale R3 nel 1974 e, l’anno successivo, campione del mondo. C’è infine il «Popoli-Alfa Romeo» della Collezione del Museo Alfa Romeo. Con questo scafo e motore Tipo 33 portato a due litri e mezzo da Autodelta, Leopoldo Casanova ha fatto registrare il record mondiale di velocità in classe KC 500 KG, tuttora imbattuto, alla media oraria di 225.145 Km/h.

Dai barchini esplosivi ai battelli alle barche da diporto

La storia scritta da Alfa Romeo sull’acqua non è fatta solo di corse e record, ma anche di molto altro. A testimoniare l’impiego dei motori del Biscione in campo turistico c’è “Glauco”, un rarissimo monoscafo tradizionale da diporto Vidoli del 1932, eccezionalmente motorizzato da un altrettanto raro motore 6C 1750, classico tipo di barca da turismo delle famiglie agiate dell’epoca, proveniente dalla Collezione del Museo Barca Lariana di Como.

Le vittorie, le sfide ma anche la storia dei vaporetti di Venezia motorizzati Alfa Romeo o dei famigerati “barchini esplosivi” della Seconda guerra mondiale sono infine raccontati attraverso esemplari unici di modellini in scala, immagini storiche e una ricca raccolta di oggetti e documenti.

La mostra, che si avvale della generosa partecipazione di alcune fra le più importanti collezioni a livello internazionale e del Museo Barca Lariana – Lake Como International Museum of Vintage Boats, con il patrocinio della Federazione Italiana Motonautica-Coni, sarà visitabile nei giorni e orari di apertura del Museo (sabato e domenica dalle 10 alle 18), ed è inclusa nel biglietto di ingresso.

Al 29° Rally Città di Schio iscrizioni aperte sino al 4 novembre

La gara, che torna con la titolazione “nazionale” è in programma per il 13 e 14 novembre, proponendo un percorso “light” ma ispirato dalla tradizione, punteggiato da sei prove speciali per un totale competitivo di 57,660 Km.

Schio (Vicenza), 02 NOVEMBRE 2020. Iscrizioni aperte per altri due giorni, al 29°Rally Città di Schio, quindi fino alle 24,00 di mercoledì 4 novembre.

L’evento, tornato nel calendario nazionale dopo un anno di pausa è in programma per il 13 e 14 novembre, con l’organizzazione curata da POWER STAGE, il giovane sodalizio scledense che ha voluto fortemente far rimanere viva la propria gara nonostante le difficoltà date dal momento di emergenza sanitaria ed è appunto uno dei pochi rallies che hanno saputo resistere e cercare di dare il proprio contributo allo sport nel triveneto.

Sarà una gara snella, il Rally Città di Schio targato 2020, che peraltro sino ad oggi ha conosciuto un positivo riscontro in termini di adesioni, le nuove normative federali hanno imposto il tracciare percorsi “light” ed in questa prescrizione l’organizzazione ha “vestito” il proprio evento con due prove speciali da ripetere tre volte. Saranno due “piesse” ricavate dalla tradizione, l’immancabile “Santa Caterina”, di 11,930 chilometri, che torna in questa versione dopo venti anni, mentre l’altra sarà la “Monte di Malo” di 7,290.  L’intero percorso misura 241,980 chilometri, a fronte dei 57,660 cronometrati.

La partenza sarà sabato 14 novembre, alle 08,01 e la bandiera a scacchi sventolerà dalle ore 19,00. 

LOGISTICA RIVISTA. Pur con le prescrizioni dettate dai protocolli sanitari vigenti, la logistica della gara rimane anch’essa con la tradizione: il quartier generale sarà nelle funzionali strutture del “Pala Romare”, nella cui area adiacente saranno organizzati la partenza, l’arrivo, oltre ai riordinamenti ed il Parco di assistenza

L’eccellenza di Mirafiori, il più grande complesso di FCA nel mondo

Dalle sue linee di produzione esce la Nuova 500 elettrica che impiegheranno circa 1.200 persone. Tutte le novità introdotte con l’avvio della nuova linea di produzione per raggiungere l’eccellenza.

Inaugurato nel 1939, l’impianto torinese è stata la “culla” di auto che hanno segnato la storia dell’automobilismo mondiale, tra cui nel 1957 la prima 500 con cui partì la motorizzazione di massa. Oggi nel comprensorio vi lavorano circa 20.000 persone tra gli addetti di produzione e le attività collegate di ingegneria e design, vendite, servizi finanziari e ricambi, facendone il più grande complesso di FCA nel mondo. Nel complesso industriale anche realtà innovative non legate alla produzione: dal Motor Village all’Heritage Hub, dalla sede di FCA Bank alla Cittadella del Design e della Mobilità Sostenibile.

Dopo il debutto della Nuova 500 avvenuto ieri davanti alla stampa italiana, il Gruppo apre le porte dello storico stabilimento di Mirafiori a Torino dove ogni giorno uomini e donne di FCA creano questo gioiello di tecnologia che è pronto a rivoluzionare il mondo della mobilità di domani con il suo stile inconfondibile fatto di italianità, Dolcevita, tecnologia e innovazione. E la sua “culla” non poteva che essere il plant torinese, situato all’interno del più grande comprensorio di FCA nel mondo con circa 20.000 persone tra gli addetti di produzione e le attività collegate di ingegneria e design, vendite, servizi finanziari e ricambi. E con i suoi 81 anni di vita lo stabilimento di Mirafiori ha fatto la storia dell’industria automobilistica italiana e mondiale. Ora, in un simbolico ponte tra passato e futuro, qui è stata allestita la linea di produzione della Nuova 500 elettrica, continuando la lunga tradizione di modelli innovativi usciti dall’impianto torinese, proprio come la capostipite che uscì per la prima volta da Mirafiori nel 1957. Circa 1.200 persone saranno dedicate alla realizzazione della 500 elettrica, mentre la capacità produttiva della linea a regime sarà di 80.000 unità l’anno con la possibilità di essere aumentata. Nel complesso tra costi di progettazione, sviluppo e ingegneria e la costruzione della linea, si tratta di un investimento di circa 700 milioni di euro. Inoltre, la Nuova 500 è stata pensata, disegnata e ingegnerizzata tutta qui, un vero prodotto del “made in Fiat” e del “made in Torino”.

La linea di produzione della Nuova 500, un concentrato di tecnologia e professionalità

Per realizzare la Nuova 500 si è partita dal lavoro di progettisti e gli sviluppatori del nuovo modello che, insieme agli esperti dello stabilimento, hanno dato vita a una specifica linea di produzione utilizzando anche la realtà aumentata per migliorare il prodotto e i processi. Inoltre, grazie a un sistema chiamato MES (Manufacturing Execution System), si ha la possibilità di monitorare gli ordini dei clienti e di trasmettere in anticipo queste informazioni ai fornitori esterni, oltre a sistemare in sequenza le parti prima del loro invio alla linea di produzione, in modo da fornire agli operatori dipendenti la parte corretta nel momento esatto in cui è necessaria. E al centro dell’organizzazione vi è sempre il team leader che coordina un gruppo di operatori ed è responsabile della loro formazione. Questa figura gestisce una piccola parte del processo, occupandosi della qualità e della produzione. Nel suo lavoro, ogni team leader è supportato dalla tecnologia, basti pensare che tutte le operazioni effettuate sono registrate su un sistema informatico e il team leader ha la possibilità di controllare e verificare il risultato di ogni attività su dei monitor posizionati a fianco della linea di produzione o sul suo smartphone.

Il processo di assemblaggio della Nuova 500 inizia dalla “Linea Trim” che è stata progettata ponendo grande attenzione all’ergonomia: per garantire la postura corretta, infatti, le postazioni di lavoro per la costruzione del nuovo modello Fiat sono situate su una piattaforma ad altezza variabile e in ogni stazione l’altezza varia a seconda delle operazioni da compiere e delle parti da assemblare. Questa è la prima postazione del processo di assemblaggio dove la Nuova 500 arriva dopo la verniciatura. Le operazioni iniziano con lo smontaggio delle porte, che sono preparate in una linea specifica in cui uno dei processi più interessanti è rappresentato dall’assemblaggio della protezione impermeabile dove un robot si occupa della laminatura, garantendo i più elevati standard qualitativi. Si tratta della prima volta in cui FCA utilizza coil laminato a caldo per la protezione impermeabile. Il processo continua poi con il montaggio di cavi e tubazioni, della plancia e della console centrale. Una volta terminati i processi della “linea trim”, sulla vettura vengono installati il quadro strumenti e la console centrale per passare ai processi successivi. Inoltre, l’area coperta disponibile a Mirafiori ha permesso di sistemare le zone riservate alla logistica e al montaggio degli equipaggiamenti vicino alla linea di produzione, rendendo i processi molto snelli.

Una particolarità della produzione è il terminale dell’operatore, ovvero un monitor presente in ogni postazione di lavoro e fornisce le informazioni relative all’assemblaggio in ogni fase del processo. All’inizio del turno, ogni operatore accede al sistema servendosi del proprio badge e certifica la presenza di tutti i dispositivi di sicurezza. Toccando lo schermo è possibile certificare la qualità, richiedere il materiale e chiedere il supporto del team leader. In quest’ultimo caso, premendo un tasto una musichetta avvisa il team leader che contemporaneamente riceve una chiamata sul proprio smartphone per avvertirlo che qualcuno ha bisogno del suo aiuto. Qualora il team leader non potesse risolvere il problema prima che la vettura lasci la postazione di lavoro, la linea si ferma automaticamente al fine di non esportare alcuna anomalia.

Altra novità introdotta con la produzione della Nuova 500 si trova nell’area del “Montaggio dei vetri” – qui un robot consente di montare il parabrezza anteriore e il lunotto posteriore con la massima qualità – dove è presente il primo strumento laser installato in FCA per lo stampaggio del numero di telaio. Rispetto alle tecnologie tradizionali, questa piccola apparecchiatura garantisce una finitura migliore e una precisione maggiore e lavora senza produrre rumore né vibrazioni.

Si prosegue con il “Reparto telaio” dove avviene il cosiddetto “marriage”, lavorando sul motore e sul sottoscocca. Tra i componenti più innovativi vi è l’assemblaggio del cavo per la ricarica della batteria. Mentre alcuni operai lavorano sulla linea del telaio, un altro gruppo di persone prepara le parti meccaniche assemblando i gruppi ruota e i comandi del motore elettrico. Rispetto a un veicolo tradizionale, la piattaforma principale di questa vettura comprende la batteria e il motore elettrico ed è composta dall’EDM (electric drivetrain module, ovvero il modulo di trasmissione elettrica) e dal PEB (Power Electric Bay, ovvero il vano dell’alimentazione elettrica). Altri componenti sono il riscaldatore e il compressore dell’aria elettrico. Una volta terminato il sistema di trazione, tutto è pronto per l’unione con la scocca: il “matrimonio” viene completato in modo automatico. La piattaforma principale viene poi trasportata da un innovativo veicolo a guida automatica a induzione, più flessibile e che consente di gestire facilmente le diverse velocità.Infine, la Nuova 500 – ora completa di ruote – è pronta per il montaggio di porte, sedili e volante, tutte operazioni eseguite in postazioni di lavoro caratterizzate da rigidi controlli di qualità. Ulteriore novità della produzione del nuovo modello Full Electric si trova nell’area dedicata ai test di rollio e all’allineamento delle ruote: qui, per la prima volta, non è richiesta la presenta di valvole di aspirazione dei gas di scarico, necessarie nei processi di assemblaggio dei veicoli con motore a combustione interna.

La trasformazione dello stabilimento per una nuova era della mobilità sostenibile

Inaugurato nel 1939, l’impianto torinese segnò per Fiat l’inizio della produzione moderna, e resta una delle fabbriche automobilistiche europee in attività da più tempo. Oltre due milioni di metri quadrati di superficie, quasi dodici chilometri di strade sotterranee per spostare motori e componenti, più di venti chilometri di sistemi di trasporto su cui si muovono materiali e vetture finite. Si tratta di una vera e propria “città” la cui storia è intrecciata in modo indissolubile a Torino tanto che i cambiamenti vissuti negli anni dall’impianto produttivo e dal tessuto urbano, per certi versi, sono davvero molto simili. E oggi con la produzione della Nuova 500 si apre un nuovo capitolo di questo storico stabilimento, oltre che segnare una pietra miliare nella storia di FCA e dell’automobile. Oggi infatti il Gruppo ha sviluppato una nuova trasformazione, che parte proprio dal cuore pulsante e produttivo di questo comprensorio e, con l’avvio della produzione della Nuova 500, Fiat Chrysler Automobiles ha iniziato a scrivere un nuovo capitolo della storia di Mirafiori. Ma le attività legate alla mobilità sostenibile di FCA non sono solo concentrate sui nuovi modelli in programma a Mirafiori in quanto puntano anche sui sistemi inerenti l’elettrificazione. Lo dimostrano i diversi progetti che prendono vita proprio all’interno del comprensorio: dal progetto pilota Vehicle-to-Grid (V2G) al centro di assemblaggio Battery Hub. E sempre a Mirafiori, che con tutti gli investimenti rafforza in modo significativo il suo ruolo guida a livello europeo sul fronte dell’elettrificazione, sono state inoltre avviate le operazioni per l’Installazione di Solar Power Production Units con pannelli fotovoltaici. Infine, la sperimentazione in ambito cittadino è un altro aspetto che FCA sta sviluppando velocemente con le amministrazioni comunali. A Torino, è stato siglato un accordo di collaborazione tra l’Assessorato ai Trasporti, Infrastrutture e Mobilità della Città di Torino e Fiat Chrysler Automobiles per sperimentare – all’interno della viabilità urbana – l’integrazione della mobilità elettrificata con le infrastrutture di gestione delle zone a traffico limitato (ZTL).

La “culla” di modelli iconici

Mirafiori è sempre stato il luogo in cui prendono vita idee geniali e progetti avveniristici. Da queste linee sono usciti modelli iconici che hanno fatto la storia dell’automobile, spinto l’evoluzione tecnologica e, in molti casi, hanno anche accompagnato i cambiamenti della società italiana. La prima fu la mitica Topolino, la più piccola auto al mondo prodotta in grande serie. Poi arrivò la 600, la prima vettura popolare dell’Italia, che solo dopo pochi mesi di commercializzazione era così richiesta che i tempi d’attesa per poterla avere raggiunsero l’anno. E sempre da Mirafiori uscì la vettura più iconica di sempre per il marchio Fiat, la 500, che motorizzò l’Italia nel secondo dopoguerra, accompagnò il miracolo economico, accorciò le distanze permettendo agli italiani di muoversi con facilità, di incontrarsi e di viaggiare. Poi fu la volta dell’inarrestabile Panda, altra vettura che ha segnato un’epoca, prodotta in tre serie e oltre 7 milioni e mezzo di esemplari. E ancora la Uno, lanciata con una presentazione memorabile dalla base spaziale di Cape Canaveral (USA), che rivoluzionò l’organizzazione degli spazi interni inventando il concetto di “monovolume dentro”. Senza dimenticare la sua erede, la Punto. Insomma, nell’album di famiglia di tutti gli italiani c’è una vettura uscita da Mirafiori, come ad esempio la 1100, o la 127 o la 131 Mirafiori, che addirittura nel nome sottolineava orgogliosamente lo stabilimento in cui era prodotta. Mirafiori si è trasformata di pari passo con la città di Torino, ne ha condiviso i successi come i momenti difficili, ma ha sempre trovato il modo di riemergere. Oggi nel comprensorio di Torino – Mirafiori e la sua estensione di Grugliasco – lavorano circa 20.000 persone tra gli addetti di produzione e le attività collegate di ingegneria e design, vendite, servizi finanziari e ricambi, facendone il più grande complesso di FCA nel mondo. Se si allarga il perimetro anche alle altre attività in Piemonte, bisogna considerare altre 4.000 persone, e i circa 40.000 addetti che lavorano nelle aziende fornitrici.

I modelli prodotti a Mirafiori:  Fiat 500 “Topolino” (1939, anche se l’avvio di produzione avviene dopo la Guerra nel 1947), Fiat 1100 (1947), Fiat 1400 (1950), Fiat 1900 (1952), Fiat 1100/103 (1953), Fiat 600 (1955), Fiat 1200 (1957), Fiat 1800 (1959), Fiat 2100 (1959), Fiat 1300 (1961), Fiat 1500 (1961), Fiat 850 (1964), Fiat 124 (1966), Fiat 125 (1967), Fiat 127 (1971), Fiat 131 (1974), Fiat Panda (1980), Fiat Uno (1983), Fiat Croma (1985), Lancia Thema (1984), Autobianchi Y10 (1985), Fiat Punto (1993), Fiat Marea (1996), Fiat Multipla (1998), Fiat Punto (1999), Fiat Stilo (2001), Lancia Lybra (2002), Lancia Thesis (2002), Fiat Idea (2003), Lancia Musa (2004), Fiat Grande Punto (2005), Alfa Romeo Mito (2008), Maserati Levante (2016), Nuova Fiat 500 (2020).

Non solo produzione di vetture

Negli ultimi anni, il comprensorio di Mirafiori è stato oggetto di importanti lavori di riqualificazione e recupero. Il primo intervento significativo risale al 2006, con l’inaugurazione del Motor Village. Fu letteralmente “abbattuto” un pezzo dello storico muro, all’altezza della porta Zero di piazza Cattaneo, che per oltre un secolo aveva diviso la fabbrica dalla città. E vicino al Motor Village, di recente, è stata recuperata, dopo un profondo intervento di ristrutturazione, la palazzina di corso Orbassano, dove ora ha sede FCA Bank. Inoltre, quell’area di via Plava, dove si ritiravano le auto nuove, ora è rinata con una nuova missione, grazie ai lavori di recupero delle strutture industriali. Infatti, negli edifici dell’ex Meccanica 2, è sorto un quartiere direzionale di vitale importanza. Qui ha sede il Centro Stile, le Officine Abarth e gli uffici di FCA Service, di CNH Industrial, oltre alle attività amministrative, informatiche e contabili del Gruppo. Sempre in quest’area è ubicato l’Heritage Hub, un ambiente sospeso tra passato e futuro, che ospita il dipartimento FCA Heritage e la sua missione di tutela dell’inimitabile patrimonio storico dei marchi italiani del Gruppo. Inaugurato nel 2019, il suggestivo edificio è una sede di lavoro, di servizi e di vendita, ma anche un’emozionante vetrina con oltre 250 vetture appartenenti alla collezione storica dell’Azienda che ancora oggi è fonte di ispirazione. Infine, FCA ha sempre dedicato particolare attenzione all’università, tanto da aver favorito la nascita – sempre all’interno di Mirafiori, in corso Settembrini – di un campus del Politecnico di Torino: la Cittadella del Design e della Mobilità Sostenibile. Non ultimo, a poca distanza dal comprensorio di Mirafiori, sorge l’ex stabilimento Fiat di Rivalta che, una volta completati i lavori di ristrutturazione entro l’inizio del prossimo anno, diventerà uno dei centri globali di distribuzione ricambi del brand Mopar al servizio di Europa, Medio Oriente, Africa e altri mercati mondiali. Così un ex stabilimento di produzione di veicoli – iniziò l’attività nel 1967 e qui vennero prodotti molti dei modelli più famosi di Fiat, come la Fiat 124 Spider, Dino, Ritmo e Bravo – è stato trasformato in un magazzino innovativo, improntato a criteri di efficienza energetica e sostenibilità ambientale per lo stoccaggio e la distribuzione di accessori e ricambi. Il nuovo centro supporterà oltre 5.000 destinazioni, con una riduzione considerevole dei tempi di consegna a dealer e officine.

 

Festa finita per il mercato dell’auto: ottobre -0,18%

Dopo il fuoco di paglia degli incentivi

Festa finita per il mercato dell’auto. Torna in rosso il bilancio delle immatricolazioni in ottobre. Il calo è molto contenuto (-0,18%), ma non deve trarre in inganno. Le prospettive sono cupe. Dopo un 2019 all’insegna della stagnazione su livelli insufficienti per assicurare la normale sostituzione di un parco circolante di quasi 40 milioni di autovetture e tra i più vecchi d’Europa, il 2020 era iniziato sottotono con cali del 5,8% in gennaio e dell’8,7% in febbraio. Su questo quadro già in difficoltà si è abbattuta la stangata coronavirus che ha comportato cali fino al 97,6% (aprile) e una contrazione delle immatricolazioni totali a fine luglio del 41,7%. Poi sono arrivati gli incentivi alla rottamazione che hanno portato le immatricolazioni di agosto quasi sullo stesso livello dell’anno precedente (-0,3%) e finalmente in settembre si è vista la prima crescita dell’anno (+9,65%).
I risultati di agosto e di settembre e il quasi pareggio di ottobre sono stati dovuti, come si è detto, agli incentivi varati dal Governo e dal Parlamento, ma le risorse previste si sono rivelate ben presto assolutamente inadeguate. In particolare, lo stanziamento per le vetture con emissioni di CO2 tra 91 e 110 gr/km si è esaurito quasi subito, mentre per le auto con emissioni da 61 a 90 gr/km di CO2 a fine ottobre erano ancora disponibili soltanto 11,8 milioni di euro. E’ facile prevedere dunque, che negli ultimi due mesi dell’anno vi sarà un nuovo crollo delle immatricolazioni sia per la mancanza di incentivi per le autovetture più richieste che per la ormai certa adozione di provvedimenti sempre più severi per combattere l’emergenza coronavirus.
Dall’inchiesta congiunturale sul mercato dell’auto condotta dal Centro Studi Promotor a fine ottobre emerge con grande chiarezza la preoccupazione per le prospettive. Il clima di fiducia degli operatori del settore auto determinato dal Centro Studi Promotor, dopo aver toccato quota 53,2 in agosto per effetto dell’adozione degli incentivi, è crollato a 28,1 in ottobre per la constatazione dell’inadeguatezza degli stanziamenti previsti. Particolarmente negativi i giudizi dei concessionari sulle prospettive. In settembre l’87% degli interpellati dichiarava di attendersi domanda stabile o in aumento a tre/quattro mesi, mentre in ottobre il 70% si attende nuovi cali. E’ del tutto evidente – sottolinea Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – che il settore dell’auto sta attraversando una crisi molto seria e ha assolutamente bisogno di incentivi con stanziamenti adeguati alla gravità della situazione come quelli previsti in Francia, in Germania e in altri mercati importanti. Poiché per novembre e dicembre le previsioni sono catastrofiche, occorrerebbe un rifinanziamento immediato degli stanziamenti previsti dal Decreto Agosto e l’adozione, con la legge di bilancio, di un organico provvedimento che tenga conto delle effettive esigenze di rilancio del settore dell’auto che, con le attività connesse, vale il 12% del Pil. Al momento – conclude Gian Primo Quagliano – non vi è però notizia né della volontà del Governo di rifinanziare gli incentivi previsti nel Decreto Agosto né di quella di tenere conto delle esigenze del settore dell’auto nella prossima legge di bilancio.