457 Mauto Experience apre la stagione del Museo dell’Automobile di Torino con “Quelli che la 500”

Testo e foto di Tommaso M. Valinotti

TORINO, 30 giugno – Si è chiusa ieri, lunedì 29 giugno, una retrospettiva dedicata alla Fiat 500 ospitata nella Piazza del Museo dell’Automobile di Torino dal significativo titolo “Quelli che la 500”, realizzata in collaborazione con Ruzza Torino. Una mostra durata pochissimo, complice l’emergenza Coronavirus, ma di grande impatto emozionale, non solo per “quelli che la 500” l’hanno vissuta come prima macchina, con la quale ha iniziato a guidare o è arrivato a vedere il mare per la prima volta.

Erano 23 le auto esposte, con la centro la Fiat 500D del 1962 appartenuta al presidente Sandro Pertini, che la guidava personalmente per le vie di Roma, ora esposta in modo permanente dopo che Carla Voltolina, moglie di Pertini, l’ha donata al Museo. Ovviamente la 500 ha dei progenitori che possono essere tranquillamente identificati nella 500 degli anni Trenta e la rassegna si apre con una splendida “Topolino” del 1936 affiancata da una versione barchetta costruita in Toscana nel 1951.

E finalmente si arriva alla 500 degli anni Cinquanta o come venne definita all’epoca alla “Nuova 500” presentata il 4 luglio 1957, per distinguerla dalla Topolino. E c’è una appunto una Nuova 500 del 1957, affiancata da una Bianchina Trasformabile del 1958, costruita giusto pochi mesi dopo la sua presentazione ufficiale, avvenuta nel settembre del 1957. Quindi una sequenza di 500 nelle varie declinazioni: F del 1965, L del 1968 ed R del 1972. La rassegna sul lato vetrata si chiudeva con tre vetture griffate Abarth, una moderna 695 Biposto una 595 SS del 1965 ed una 595 del 1963 che venne usata come vettura prova dalla stampa.

Attraversata la piazza è la volta dell’erede della 500, la 126 del 1972 disegnata da Pio Manzù, affiancata dall’ultimo esemplare di 500 prodotto (31 luglio 1985), quindi la Cinquecento (ormai solo più di nome e non di fatto) prodotta dal 1991 al 1998, la Giardiniera del 1960, che indossò il marchio Autobianchi nel 1971, la Bianchina Panoramica prodotta dal 1960 al 1969, l’interessante Ferves Cargo, in bella mostra di fianco alla 500 Jolly una spiaggina realizzata da Giovanni Vernagallo, l’ecologica 500 Hybrid del 2020 e infine due Giannini, la 650 NP del 1967 che vinceva le corse e 350 GP4 di Gram Torino che con i suoi 300 cavalli e le quattro ruote motrici è probabilmente la 500 più cattiva mai prodotta.

ORARI DI APERTURA DEL MAUTO

venerdì-sabato-domenica: dalle 10 alle 19

lunedì: dalle 10 alle 14

La biglietteria chiude un’ora prima del museo; consigliato l’acquisto on line dei biglietti.