Aghem-Conti trionfano alla “Gran Carrera”

Successo piemontese al raid argentino nonostante un guasto meccanico patito nella prima tappa. Di Marco Mincotti

JUJUY (Argentina), 17 aprile – Quando il viaggio è in realtà una gara la meta finale è sempre il traguardo, ma qualche volta raggiungerlo lascia l’amaro in bocca, perché vuol dire che tutto ciò che ha riempito gli occhi e l’anima per chilometri è ormai rimasto alle spalle. Ma, accidenti, resta la soddisfazione di essere arrivati fino in fondo e magari aver ottenuto un posto sul podio. Il primo gradino magari. Allora ci si può anche prendere del tempo e tornare sui propri passi, solo per il gusto di rivivere quegli scorci da cartolina che, nella foga della competizione, restavano dietro la nuvola di polvere che si sollevava alle spalle dell’auto. Tutto questo è l’essenza della “Gran Carrera”, la mitica corsa argentina ad inviti da disputare su auto d’epoca, quest’anno vinta da un equipaggio di Moncalieri, quello formato dai coniugi Gianmaria Aghem e Rossella Conti

La coppia di regolaristi nostrani si è aggiudicata tutto sommato agevolmente l’edizione 2018 del raid sudamericano, che fra l’altro ha visto in lizza altri team italiani, tutti capaci di distinguersi nell’assoluta anche se nelle posizioni immediatamente successive a quella conquistata da Aghem si sono collocati degli equipaggi locali. E questo successo per il driver piemontese è arrivato solo pochi mesi dopo il trionfo ottenuto al prestigioso Monte Carlo Historique, dove alle note della sua inseparabile Fulvia aveva il chierese Diego Cumino. Già, la Fulvia, una vettura che in un certo senso lo ha seguito fino in America latina. Alla “Carrera” infatti i driver vengono a sapere quale auto avranno a disposizione solo al loro arrivo, e gli Aghem hanno scoperto che quest’anno gli era stata assegnata proprio una Fulvia Coupé del 1971, un modello che conoscono bene e che certamente li ha favoriti nel raggiungimento della vittoria assoluta. Nel 2016 (l’ultima edizione del raid argentino a cui l’equipaggio nostrano prese parte) ebbero modo di cimentarsi con una Volvo 122 S del 1960 con la quale salirono comunque sul podio assoluto, precisamente sul terzo gradino. Come dire che, comunque, fu un successo. Ma è ovvio che questa volta la soddisfazione è ben più grande, senza contare che il successo è arrivato nonostante una difficoltà non da poco che i nostri portacolori hanno incontrato durante il tragitto, che complessivamente si è dipanato su 900 chilometri divisi in tre tappe e intervallati da 121 prove speciali. Durata la prima tornata infatti Gianmaria e signora hanno patito il distacco di un semiasse dal giunto, un guasto riparato letteralmente al volo e in maniera del tutto provvisoria, “con l’aiuto e i ferri di altri concorrente che si sono gentilmente fermati a darci una mano”, raccontano. “In meno di venti minuti eravamo di nuovo in pista e al termine della prima tappa avevamo recuperato piazzandoci secondi”. E da quel momento non hanno più mollato, bruciando quel leggero distacco che ancora li separava dalla vittoria. “Nell’ultima tappa – concludono – abbiamo aumentato la concentrazione riducendo l’errore medio a tre centesimi di secondo, distanziando così i due principali avversari di circa duecento penalità”. E così il podio finale ha visto Aghem-Conti in testa rispettivamente davanti agli equipaggi del posto Acevedo-Acevedo e Licursi-Gallo. Il resto è storia, quella di un viaggio straordinario e indimenticabile, dove la gara era quasi un “pretesto” per attraversare uno dei paesaggi più suggestivi del mondo, tra pianure sterminate e i picchi della Cordigliera andina sullo sfondo.

Ultime battute per gli altri italiani in gara. Podio sfiorato per Sisti-Sisti, quarti su Triumph TR3 del 1961. Settima piazza invece per Cristina-Cristina, in gara su Porsche 912 classe 1969. Infine, al dodicesimo posto, Berzero-Berzero, ai quali è andata una Alfa Romeo Giulietta spider immatricolata per la prima volta nel 1960.