Aghem-Cumino: quei “pazzi” del Monte Carlo Historique  

 

aghem monte storico 2017 premiazione (1) (Custom)I due piemontesi secondi assoluti dopo una maratona automobilistica fra neve e ghiaccio

di Marco Mincotti

MONTE CARLO (Principato di Monaco, 1 febbraio) – Terzo nell’edizione 2016. Secondo in quella appena conclusa. E ora lavora per il primo posto dell’anno prossimo. È un simpatico tu per tu quello con il regolarista di Moncalieri Gianmaria Aghem nelle ore immediatamente successive la conclusione del Monte Carlo Historique 2017, che ha appunto terminato salendo sul secondo gradino del podio assoluto, contribuendo a dargli quella sfumatura rossa, bianca e verde che riempie d’orgoglio tutti noi. Già, perché quest’anno alla cerimonia di premiazione del “Monte” l’inno di Mameli lo hanno dovuto suonare due volte: la prima per Aghem, che era in coppia con il chierese Diego Cumino su una sempreverde Lancia Fulvia Coupé 1200 del 1965, la seconda per i piacentini Gian Mario Fontanella e Stefano Scrivani, detentori del terzo posto e intervenuti su una Fiat 128 Rally datata 1971. Inno del Belgio invece per i vincitori: Michel Decremer e Yannik Albert, trionfatori con la loro Opel Ascona 2000 del 1979. Ma gli anni in cui sono state immatricolate per la prima volta queste belle vetture non contano nulla, perché la vecchiaia è solo uno stato mentale e all’Historique quello che conta davvero è la resistenza meccanica, unita a una equivalente capacità di reggere il ritmo (pesante, come sempre) da parte dei gentleman driver. E allora ecco il “Monte” nella sua quintessenza, duro e puro come può essere solo una gara dove i trasferimenti sono già un avventura al limite della sopportazione. E quando il viaggio è finito si inizia a gareggiare davvero. Estenuante!

aghem monte storico 2017 (3) (Custom)Ma la luce negli occhi di Aghem fa capire che lo farebbe ancora e poi ancora, anche se ammette che “l’avvicinamento” da Barcellona (località di partenza scelta dal moncalierese, le altre erano Glasgow, Copenaghen, Stoccolma, Reims, Lisbona e Bad Homburg, ndr) a Digne Les Bains, abbarbicata località dell’Alta Provenza teatro del raggruppamento dei concorrenti, non è stato propriamente una passeggiata. Dal lungomare del barrio barcellonese ai Pirenei ne passa. Il tepore della Costa Brava lascia spazio a tortuose strade piene di neve e la discesa verso le terre francesi avviene tuffandosi in una fastidiosa pioggia. “Un ‘martirio’ di 22 ore e per farci ‘riposare’ ci hanno subito messo sulla linea di partenza di quattro speciali in sequenza”, non usa mezze parole Gianmaria per descrivere quanto fatto con Cumino, costruendo chilometro su chilometro un successo che era tutt’altro che annunciato. “Con Diego avevamo letteralmente sfiorato il podio già nel 2012 – prosegue – ma il semiasse della nostra Fulvia si ruppe proprio quando già vedevano i grattacieli di Monte Carlo bucare la notte. L’anno scorso invece andò bene: terzi. In quest’edizione invece siamo andati oltre le nostre più rosee previsioni. Ovvio che ghiaccio, neve e altre tipiche insidie stradali invernali hanno dato non poco da fare, ma la Fulvia era ben gommata, anche se non eccezionalmente nel posteriore forse, quindi siamo sempre riusciti a stare in carreggiata. E poi a fare la differenza era la concentrazione, soprattutto sul Col del Turini, dove noi del gruppo di testa praticamente ci morsicavamo tanto eravamo vicini. E proprio li, sul più bello, abbiamo forato la gomma posteriore destra (lo aveva detto che non erano il massimo le gomme dietro), un momento tragico, da perdere la testa e buttare tutto all’aria. Ma come dicevamo contava la concentrazione, la capacità di non perdersi d’animo, la freddezza del pilota. Ragionando così abbiamo risolto l’inconveniente in un lampo e siamo tornati in strada, giù a tuono verso Monaco. Poi la pedana. Ci dicevano che eravamo secondi assoluti. Fantastico.

aghem monte storico 2017 (2) (Custom)C’è sempre un dopo. La regolarità è un viaggio e il paesaggio che scorre fuori dai finestrini deve essere sempre diverso. Auto d’epoca vanno a braccetto con luoghi suggestivi e Aghem incarna perfettamente questa filosofia. Quindi perché restare fermo dopo una “passeggiata” come il Monte storico? Non sia mai, infatti l’agenda del pilota moncalierese è già fitta. Primo appuntamento nel fine settimana in arrivo (11 e 12 febbraio) con la Coppa Attilio Bettega di Bassano del Grappa, una manifestazione che ripercorrerà le strade e le terre che videro protagonista l’indimenticabile driver. Ad aprile invece il Gran Premio Terre di Canossa, un tour intervallato da prove cronometriche con pedana di partenza a Parma e quella di arrivo a Reggio Emilia. Detto così sembra facile, ma i signori del volante non faranno certo l’autostrada. Il tracciato infatti li vedrà scendere verso il mare: Cinque Terre e poi Versilia. E dalla costa si inoltreranno in direzione di Lucca e Pisa, per poi finalmente risalire in Emilia. Bello, ma sono bazzecole. Aghem ha già in mente un nuovo raid nel continente nero sempre con l’inseparabile Fulvia. Addio asfalto.