ASI Al Parco Valentino Motor Show 2019 la storia dell’auto sempre protagonista

Dal 19 al 23 giugno, Torino sarà la capitale dell’automobile grazie alla quinta edizione di Parco Valentino Motor Show, salone dell’auto all’aperto con ingresso al pubblico completamente gratuito. Uno spettacolo diffuso in tutta la città, con il fulcro nel grande Parco Valentino che fino agli anni Cinquanta del 1900 ha ospitato il Circuito di Torino con i suoi Gran Premi per auto da competizione, in particolare le monoposto di Formula 1.

L’Automotoclub Storico Italiano sarà protagonista di questa kermesse unica in Europa in qualità di ente patrocinatore di due importanti eventi: il concorso d’eleganza per auto d’epoca “Parco Valentino Classic” e la rievocazione della “Torino-Asti-Torino”, la più antica corsa italiana per veicoli a motore, con la sua prima edizione datata 1895. Inoltre, ASI avrà un suo stand espositivo adiacente al Castello del Valentino, dove saranno in mostra tre esemplari della Collezione Bertone, vere icone di design automobilistico degli anni ’70 e ’80: la Ferrari Rainbow del 1976, la Chevrolet Ramarro del 1984 e la Lamborghini Countach del 1987.

Le vetture, restaurate e riportate in perfetta efficienza da ASI, saranno anche utilizzate per la President Parade di mercoledì 19 giugno – alla quale prenderà parte Alberto Scuro, neo-presidente dell’Automotoclub Storico Italiano – e parteciperanno al concorso “Parco Valentino Classic” di sabato 23 giugno.

Questo affascinante défilé d’eleganza, organizzato da Auto Classic e Between, vedrà la partecipazione di oltre 30 auto d’epoca. Queste rimarranno in esposizione in Piazza Vittorio Veneto per poi spostarsi al Castello del Valentino per la sfilata finale e le premiazioni. Di assoluto livello anche la giuria, presieduta da Andrea Levy (patron di Parco Valentino Motor Show) e Paolo Tuminelli, e composta da Paolo Pininfarina (vice presidente ASI), David Giudici, Luciano Bertolero, Alberto Vassallo, Sandro Binelli, Enrico Renaldini e Shayan Bokaie. Oltre al riconoscimento per la “Best in show” e alle migliori auto delle sei categorie (Questione di stile, Arte in movimento, Pilota e gentiluomo, Carrozze a motore, Italiane purosangue e La dolce vita), ASI assegnerà un suo premio speciale.

Molto interessante anche il programma della “Torino-Asti-Torino”, che quest’anno celebrerà la sua 124^ edizione. L’iniziativa, firmata dal RACI (Registro Ancetre Club Italia), è riservata alle vetture costruite entro il 1918, che rimarranno in esposizione in Piazza Vittorio Veneto dalle 18.00 di venerdì 21 giugno alle 10.00 di sabato 22, quando partiranno per affrontare il percorso che le porterà ad Asti. Da qui, rientreranno domenica 23 alle 14.00 per il loro ingresso trionfale nel cortile del Castello del Valentino. Di particolare interesse, tra le venti auto al via, una Peugeot Bebé del 1905, una Lancia Alpha del 1908 e una Locomobile Roadster del 1915.

Il motorismo storico sotto i riflettori. “La partecipazione di ASI al Parco Valentino Motor Show– ha sottolineato Alberto Scuro, presidente dell’Automotoclub Storico Italiano – evidenzia ancor di più il ruolo di Torino come capitale dell’automobile e culla del motorismo storico: qui, infatti, oltre ad essere ben radicate le origini dell’industria e del design a quattroruote, sono presenti le sedi di ASI e di FIVA, la federazione internazionale dei veicoli storici. Su Torino, quindi, gravita tutto il know how legato al comparto e grazie ad eventi come Parco Valentino ha l’opportunità di mostrarsi al grande pubblico”.

 

Le auto ASI-Collezione Bertone Al Parco Valentino Motor Show.

Ferrari Rainbow (1976). Dopo il modello di serie 308 GT4, una delle prime Ferrari non disegnate da Pininfarina, Bertone si lancia in un esercizio di stile sullo stesso telaio. Il risultato è l’avveniristica Rainbow, una “targa” sulla quale il tetto scorre dietro gli schienali dei sedili. La linea è compatta e filante, molto segmentata, a tratti volutamente disarmonica: un vero e proprio taglio netto con le linee del passato.

Chevrolet Ramarro (1984). Uno dei grandi obiettivi di Nuccio Bertone fu di carrozzare un telaio Chevrolet Corvette con alcuni criteri ritenuti rivoluzionari. Ci riuscì nel 1984 con la Ramarro, una vettura sperimentale sulla quale il motore venne “sezionato” spostando radiatore e condizionatore al posteriore. Questo permise agli stilisti maggiore flessibilità nel realizzare un design modernissimo tipicamente Bertone: la linea a cuneo che avrebbe influenzato l’intero design.

Lamborghini Countach (1987). Se la Miura ottenne il successo che tutti conoscono, fu anche un po’ merito di Bertone. Naturale, quindi, che la linea della sua sostituta, sarebbe di nuovo stata affidata al carrozziere torinese e ai suoi collaboratori, primo fra tutti Marcello Gandini. La nuova vettura, seguendo il repentino passaggio dalle linee morbide ai “cunei” a spigoli vivi con forme geometriche, secondo le direttive di Nuccio sarebbe stata prodotta con una linea molto fedele a quella del prototipo, valorizzando la meccanica estrema e la ricerca aerodinamica. Nel 1971 ne scaturì un modello che a tutti sembrò arrivare dal futuro, tanto da far esclamare, in piemontese “Countach!” ossia “meraviglia e stupore”: nome conservato dalla stessa Lamborghini. L’auto rimase in vendita per vent’anni, fino al 1990.