Buon compleanno Alfieri Maserati  

Voghera (PV), 23 settembre – Alfieri Maserati nasce a Voghera il 23 settembre 1887 e muore a Bologna il 3 marzo del 1932. Quarto dei sette fratelli Maserati, ricevendo dal primogenito Carlo la passione per la meccanica. A dodici anni lavora in una fabbrica di biciclette e nel 1902 si sposta a Milano, dove grazie al fralello Carlo viene assuno dall’Isotta Fraschini. Le sue notevoli capacità meccaniche lo portano in breve al reparto corse della Casa milanese e nel 1908 assiste la vettura di Vincenzo Trucco, vincitore della Targa Florio. Dopo quel successo la dirigenza dell’Isotta Fraschini lo invia prima a Londra, poi a Buenos Aires come capo tecnico, prima di farlo tornare in Italia nel 1912 nella filiale di Bologna.

Nel 1914 fonda la “Società omonima Officine Alfieri Maserati”, che si occupa di preparazione delle Isotta Fraschini e in seguito anche delle Diatto. Allo scoppio della guerra Alfieri Maserati progetta una candela d’accensione che costruisce nella propria ditta “Fabbrica Candele Maserati” basata a Milano e in seguito spostata a Bologna nel 1919. Che sarà sempre la sua città di elezione.

Fu anche un valente pilota. Collezionò infatti tre vittorie alla Susa-Moncenisio e due all’Aosta-Gran San Bernardo con un prototipo da lui stesso costruito basato su un telaio Isotta-Fraschini e motore aeronautico Hispano-Suiza. Dopo la chiusura della Diatto, con cui aveva uno stretto rapporto di collaborazione,  nel 1926 inizia la realizzazione della “Tipo 26” che sarà la prima vera Maserati della storia a tutti gli effetti. Con questa vettura Alfieri Maserati incapperà in un incidente che gli farà perdere l’uso di un rene. Dimostrando forza di volontà eccezionale tornerà alle corse, anche se sarà sempre meno impegnato in prima persona come pilota. Nel 1929 costruirà la “V4” la seconda Maserati della storia con la quale raggiunse i 246 km/h superando di venti chilometri orari il precedente record della Fiat Mefistofele. Questa vettura vincerà il Gran Premio di Tripoli del 1930 con Baconin Borzacchini, fatto che spingerà Benito Mussolini (grande appassionato di Maserati) a insignire Alfieri Maserati del titolo di cavaliere.