Cristian Milano riaccende il semaforo verde al rally del Rubinetto

A due anni e mezzo dall’incidente, il pilota canavesano ritorna in prova speciale, supera le paure e si prepara a tornarne in gara. Appena ce ne sarà l’opportunità. Testo di Tommaso M. Valinotti Foto Elio Magnano (in evidenza  Cristian Milano con Luca Pieri)

SAN MAURIZIO D’OPAGLIO (NO), 31 ottobre – “L’emozione è stata molto particolare. Non so definirla in altro modo. Particolare.” Cristian Milano definisce in questo modo la sua partecipazione al 27° Rally del Rubinetto dello scorso fine settimana che ha visto il pilota canavesano tornare in prova speciale dopo ventinove mesi di assenza.

La partecipazione al Rubinetto non aveva altro significato che rimettermi a contatto con una vettura da rally dopo la terribile esperienza del Città di Torino del 2017. Non mi interessava il risultato finale, ma solo mettere in moto la vettura e tornare a sentire le note nel casco” sottolinea il portacolori della Due Gi Sport, presente alla gara novarese sulla Škoda Fabia R5 della SpecialCar affiancato da Nicolò Cottellero.

Addirittura pensavo peggio a livello di guida, anche se riuscire a sfruttare in modo competitivo vetture come questa richiede tanto allenamento. Inoltre mi sono girato un paio di volte, ma anche senza queste piccole disavventure la sostanza non sarebbe cambiata e il risultato neppure” dice ancora Milano.

Il percorso per arrivare a tornare a vestire casco e tuta in una prova speciale è stato lungo. Anche dopo l’incidente non ho mai affermato che non sarei mai tornato a correre. Ero tormentato dal fatto che la mia passione per i rally fosse in qualche modo responsabile di quanto era successo. Nei mesi seguiti all’incidente di fine maggio 2017 molti mi chiedevano se e quando sarei tornato. Non lo sapevo. Mi è stata molto utile la vicinanza dei fratelli Maurizio e Gianluca Tavelli di SpecialCar e di Nicolò Cottellero. Due anni dopo l’incidente sono andato ad assistere al passaggio delle vetture da rally alla Ronde del Canavese, una gara che mi piace moltissimo e che passa sulla porta di casa mia. Il passo successivo è stato il Monza Rally Show dello scorso anno, affiancato da Nicolò Cottellero. Era un grande passo avanti riuscire a mettere in moto la vettura e abbiamo disputato tutta la prima tappa prima di ritirarci a inizio seconda. Ma le gare in pista sono diverse dai rally su strada. Non hanno lo stesso sapore, la stessa adrenalina le stesse emozioni. Non dico siano meglio o peggio. Semplicemente diverse”.

E così Cristian Milano, complice anche l’emergenza Covid che ha cancellato moltissime gare, ha dovuto attendere altri undici mesi prima di riaccendere il motore della Škoda. “Avere Nicolò al mio fianco ha facilitato molto le cose. Ho corso parecchie volte con lui nel passato. Tutte le volte che sono riuscito a rapirlo a Gianluca Tavelli. Lui mi ha dato fiducia e tranquillità. Soprattutto mi ha dato la serenità di fare ciò che mi sentivo di fare. Fino a quando non ho messo la marcia al semaforo verde sulla prima prova speciale non sapevo se avrei fatto la gara. Un aiuto enorme me lo ha dato il fatto che, a causa delle disposizioni anti assembramento, sapevo che sulle prove speciali ci sarebbe stato pochissimo pubblico. Potevo correre senza pensare e guardare chi c’era a bordo a strada. Senza dovermi preoccupare dove sarebbe stata la gente. Questa era la mia grande paura. Anche se correre senza pubblico non offre la stessa spinta e la stessa emozione che ti dà avere i tifosi che ti spingono”.

Rotto il ghiaccio è ora di pensare al futuro.

La più grossa incognita ora è se e quando ci faranno correre. Per quanto mi riguarda ne abbiamo parlato parecchio nel corso del fine settimana. Con Nicolò, Gianluca e Maurizio abbiamo pensato di fare qualche gara particolare. Sulla terra ad esempio. Sempre che ce le lascino fare”.

Ormai il ghiaccio è rotto. Adesso basta che le gare si tornino a fare.

Cristian Milano è pronto.