Diego D. Testolin fissa sulla tela il mito della pop car: la Fiat 500

Stupinigi ha ospitato il gran finale della mostra “Cinque100 il mito di una popcar”, partita nell’autunno scorso da Mirafiori Galerie, approdata nella galleria torinese di Liconi Arte, dove alcune tele rimangono in esposizione permanente. È lo stesso maestro a raccontare, stimoli, percorsi e intuizioni. Testo e foto di Tommaso M. Valinotti

STUPINIGI (TO) – Quando si parla di pop art immediatamente la mente corre ad Andy Warhol, icona artistica del secolo scorso, forse per i suoi ritratti di Marilyn Monroe ed Elvis Presley, alle celebri bottiglie di Coca Cola e la sua banana. Ma ci sono artisti che lo hanno preceduto, quasi sempre americani della sponda Orientale, che hanno caratterizzato questo indirizzo artistico, tanto quanto l’artista, pubblicitario, regista di Pittsburg.

Personalmente mi ispiro maggiormente a Edward Hopper (1882-1967) che non ripropone ossessivamente la serialità dei temi come fece Warhol, ma invece è capace di rappresentare la vita quotidiana dell’America dei suoi giorni. Quella è pop art”. Non ha dubbi Diego D. Testolin, artista vicentino nato lo stesso giorno (22 luglio) di Hopper e presente in mostra a Torino alla Liconi Arte (Via della Rocca, 28 – www.liconiarte.com galleria che ospita in esposizione permanente alcune opere dell’artista veneto) con una rassegna dal significativo titolo “Cinque100, il mito di una popcar” curata da Roberta Di Chiara.

E chi meglio della Fiat 500 rappresenta la vita quotidiana della nostra storia?

Una simile icona non poteva sfuggire alle sintetiche pennellate di Diego D. Testolin, vicentino di nascita, padovano di adozione che della descrizione su tela fa il motivo di vita, abbinando l’attività artistica di pittore a quella di ritrattista forense, esperto di fisiognomica, che si è trovato, quasi di impatto con la tematica 500. “Uscendo dalla palestra dopo aver giocato a squash con un collega mi sono ritrovato davanti una 500 ed è stato il colpo di fulmine”. Improvvisamente Testolin è ritornato quel bambino che disegnava spasmodicamente automobili su ogni foglio di carta avesse davanti agli occhi, sognando di diventare un car designer emulando quelli che erano i grandi maestri italiani dello stile.

L’automobile come oggetto ha rappresentato una delle maggiori rivoluzioni sociali del secolo scorso divenendo uno strumento di libertà e progresso individuale, permettendoci di lavorare a più ampio raggio e di godere di una nuova libertà di incontrare persone e visitare luoghi prima irraggiungibili con il solo mezzo di locomozione animale. E la 500 è la massima espressione di tutto ciò a partire dalla Topolino del 1936 che viene sublimata poi nella Nuova 500 del 1957 che ha realmente sublimato la possibilità di mobilità non solo degli italiani”.

Anche l’ultima proposta della 500 è particolarmente interessante per un artista pop, specie nella sua declinazione Abarth che, infatti, da un lato presenta l’estrema popolarità della vettura, protagonista di massa nelle nostre strade dall’altro offre quel pizzico di potenza e aggressività che la trasformazione Abarth sottolinea. Una vera sportiva di alto rango senza essere esasperata all’eccesso e un qualcosa di riservato esclusivamente a pochissimi e irraggiungibile alla quasi totalità del mondo. La 500 Abarth la vediamo circolare quotidianamente sulle nostre strade, ne sentiamo il rombo. Insomma, fa parte del nostro vissuto quotidiano”.

Se a tutto ciò si abbina anche quel pizzico di passione per le corse automobilistiche. “Non ho mai sognato di diventare un campione di rally come il mio concittadino Miki Biasion, ma mi sarebbe senza dubbio piaciuto correre” incide Testolin, ecco che il gioco è fatto.

La mostra di Diego D. Testolin ha terminato il suo percorso domenica 1 luglio alla Palazzina di Caccia di Stupinigi dopo aver iniziato la sua avventura nel mese ottobre 2017 con un’esposizione a Mirafiori Gallerie di Torino ed essere approdata a maggio nelle sale di Liconi Arte. Le multiple 500 di Testolin, sia quelle del 1957 sia quelle attuali, sono inclusi nel contesto dei paesaggi urbani che possiamo incontrare quotidianamente nei nostri viaggi. Dall’affascinante inserimento nel fascino di Taormina, all’agreste paesaggio montano dolomitico, alla presenza urbana nella città di Torino, perfettamente riconoscibile, anche se non documentata attraverso i suoi simboli scontati come la Mole e Superga. “Perché Torino è storicamente legata al mondo dell’automobile di cui continua a essere la culla” afferma il pittore che ha donato una tela alla collezione di Stupinigi (e sarà possibile ammirarla in modo permanente) che rappresenta la Nuova 500 del 1957 di un elegante colore blu notte capofila di una processione di altre 500 che lasciano la Palazzina di Caccia di Stupinigi quasi a significare lo schiudersi verso il mondo della nuova vettura.