FCA Heritage alla Cesana-Sestriere 2018

Dal 6 all’8 luglio sui tornanti delle montagne olimpiche si correrà la mitica Cesana-Sestriere organizzata dall’Automobile Club di Torino. Alfa Romeo sarà special guest di questa competizione unica in Italia per storia, bellezza ed importanza. FCA Heritage sarà presente all’appuntamento con due preziose vetture Alfa Romeo che faranno d’apripista alla manifestazione: la Giulia GTA (1965) e la Giulia SS (1963). In esposizione anche le nuovissime Stelvio Quadrifoglio e Giulia Veloce TI: la leggenda continua

SESTRIERE (TO) – Sta per prendere il via la 37esima edizione della Cesana-Sestriere – Trofeo Giovanni Agnelli – la “CE-SE”, come la chiamano nell’ambiente delle corse – nata nel 1961 e diventata uno dei più importanti appuntamenti dell’automobilismo sportivo e storico mondiale, valido per il Campionato Europeo e Campionato Italiano di velocità in salita per auto storiche. Saranno oltre 120 i piloti che si cimenteranno sullo spettacolare tracciato di 10,4 chilometri che dai 1.300 metri s.l.m. di Cesana Torinese sale ai 2.035 del Sestriere, mete rinomate del turismo internazionale sia nella stagione estiva sia invernale.

Alla prestigiosa rassegna – che quest’anno vede Alfa Romeo nelle vesti di ospite d’onore – partecipa FCA Heritage, il dipartimento del Gruppo dedicato alla tutela e alla promozione del patrimonio storico dei marchi italiani di FCA, confermando il proprio interesse per questo settore in continua crescita che pervade trasversalmente la società contemporanea aggiungendo valore al comparto dell’auto moderna. Durante l’evento il pubblico potrà vedere da vicino due esemplari – la Giulia GTA (1965) e la Giulia SS (1963) – provenienti dal Museo Storico Alfa Romeo di Arese (www.museoalfaromeo.com) e che prenderanno parte all’evento in qualità di apripista insieme alle ultimissime novità in produzione: è il modo migliore per ribadire con forza l’unicità dei singoli brand nel panorama mondiale, un patrimonio fatto di vetture e progettisti, corse e motori, stile e innovazione che hanno segnato il progresso tecnologico e le vicende sportive del Novecento.

Infine, alla Cesana – Sestriere sarà anche possibile apprezzare alcuni esemplari di Stelvio e Giulia, i modelli che hanno dato vita alla nuova generazione Alfa Romeo. Da una parte, quindi, il primo SUV della storia del brand che esprime l’autentico “spirito Alfa” – piena emozione di guida, massime performance e stile distintivo – in una sport utility. Dall’altra parte, la pluripremiata Giulia che fin dal suo lancio, avvenuto nel 2016, si è subito affermata come nuovo paradigma Alfa Romeo e fonte d’ispirazione per il futuro.

Giulia Sprint Speciale (1963). La Giulia Sprint Speciale rappresenta l’evoluzione – con il motore bialbero da 1.600 cc – dell’omonima versione della Giulietta, disegnata da Franco Scaglione per la carrozzeria Bertone sul telaio a passo corto della vettura. Si tratta di una delle sue opere più suggestive: lunga e larga, addirittura più della berlina, la Giulietta Sprint Speciale è un coupé estremamente basso e profilato, caratterizzato da linee tonde e sinuose. L’assenza di paraurti e la grande calandra a bocca di squalo ne fecero subito una dream car. Ma dietro al design molto ricercato si nasconde un profondo studio aerodinamico, testimoniato dal frontale basso e da una pronunciata coda tronca. Le prestazioni sono di tutto rispetto: il motore anteriore longitudinale da 1570 cm3 eroga 113 CV e consente alla Giulia SS di raggiungere i 191 km/h.

Giulia GTA (1965). Fra le Alfa Romeo degli anni Sessanta che sono più impresse nel ricordo degli appassionati, un ruolo di primo piano spetta alla Giulia Sprint GTA, dominatrice incontrastata delle competizioni. La sua linea è pressoché identica a quella delle “GT” di serie, carrozzate da Bertone: la “A” della sigla assume il significato di “Alleggerita”, a sottolineare la più profonda delle modifiche rispetto alla normale Sprint GT. La carrozzeria in acciaio è sostituita da una leggerissima pannellatura in lega leggera e – grazie anche all’eliminazione degli antirombo, alla semplificazione degli allestimenti e all’adozione di cerchi in magnesio da 14” – consente una riduzione di peso di oltre due quintali, per un totale di 745 kg contro i 950 kg della Sprint GT stradale. Anche il propulsore bialbero da 1570 cm3 subisce delle modifiche, che consentono un incremento di potenza a 115 CV, per una velocità massima di oltre 185 km/h. L’esemplare del Museo vanta ancora una configurazione stradale, che si distingue dalle Sprint GT solo per alcuni dettagli, tra cui le maniglie semplificate, lo scudetto alleggerito, le prese d’aria frontali, i cerchi in lega e gli interni specifici.