Le Schegge di Kaleidosweb. Garessio-San Bernardo, il mito non ha età

Z_DSC_0016 (Custom)Terza parte. Di Tommaso Valinotti, foto di Marco Boccardi

GARESSIO (CN) – Sessantun anni e quarantacinque edizioni. Questi i numeri della Garessio-San Bernardo, che domenica 10 settembre ha aggiunto anche il numero di 71 piloti al via di questa edizione, graziata dalla pioggia minacciosa e resa spettacolare dall’impegno e dall’agonismo Garessio_San Bernardo_2017_93_Bentivoglio_DSC_0327 (Custom)messo in essere da tutti i piloti che hanno affrontato i birilli e la scalata di 4180 metri che hanno portato concorrenti, spettatori e personale di servizio sino ai quasi mille metri del Colle San Bernardo punto dal quale si vede (o si sogna di vedere) il mare, un chilometro più in basso.

Una gara entrata nel novero dei classici delle cronoscalate, quando i Z_DSC_0007 (Custom)migliori piloti europei si affrontavano ogni domenica sui tornanti delle montagne continentali. Le diciotto edizioni come cronoscalata hanno visto entrare nell’albo d’oro personaggi come Klaus Steinmetz (1966) e Johannes Ortner (vincitore dell’edizione 1971, anno in cui conquistò anche il titolo europeo di corse in salita), oltre al mito Gigi Taramazzo, otto volte primo sul colle. Ma anche Ada Pace, Carlo Maria Abate, Franco Pilone ed Eris Tondelli, su vetture da sogno come le Abarth 2000, le Ferrari 250 GT, Chevron, Osca, Porsche.

Ma il mondo cambia e le corse in salita andarono in crisi e dal 1978 non se ne face più nulla.

Fino a quando nel 1991 Mauro Scanavino la ripropose sotto forma di slalom con un vincitore d’eccezione come Augusto Cesari e la sua Delta S4. L’eroe della nuova fase è Fabio Emanuele che nel 2015 ha calato il pokerissimo di successi con la sua Osella BMW e il vincitore del 2017, Pasquale Bentivoglio, ha fatto quest’anno il bis.

Nel 2017 ancora una volta, per una domenica le auto hanno conquisto il colle sulla destra del Tanaro, raccontando mille storie, vivendo mille emozioni, che noi vi proponiamo, almeno in parte, grazie alle spettacolari immagini di Marco Boccardi.