Manuela Siragusa in prova speciale. “Con Matteo, rally e famiglia sono una cosa sola”

Capita che un rallista si fidanzi e poi sposi la sua navigatrice. La rallista astigiana di nascita e cuneese di adozione, ha seguito un percorso leggermente diverso, cominciando con le ricognizioni, diventando fidanzata, prima di sedersi sul sedile di destra in prova speciale dell’amore della sua vita. Testi di Tommaso M. Valinotti, immagini di Elio Magnano  (www.fotomagnano.com)

CERVASCA (CN), 2 luglio – La genetica è una scienza strana. Che ha del misterioso.

In famiglia ero l’unica che avesse la passione per i rally. Né mio padre, né i miei fratelli sono minimamente interessati al mondo delle corse. Non così per me, che ho sentito la febbre delle prove speciali fin da quando ragazzina vedevo le auto da rally come un sogno”.

Racconta così il suo percorso di avvicinamento ai rally Manuela Siragusa, navigatrice e moglie di Matteo Giordano, sapendo però molto bene perché tutto ciò è accaduto.

Abitavo a Castagnole Lanze e una prova speciale dei tanti rally che nella seconda metà degli anni Ottanta si disputavano nella provincia di Asti mi partiva sulla porta di casa. Erano gli anni della 037 delle Porsche e delle prime Delta. Sentire quei motori rombare dentro la mia stanza mi faceva girare il sangue a mille nelle vene e mi sentivo attratta da quei mostri meccanici, così potenti, così veloci”.

Se non si fosse in un’epoca in cui la parità di genere è tutto, verrebbe da dire una passione maschile, anche se di donne nel mondo dei rally ce ne sono tante e vincenti.

In effetti ero io il maschiaccio di famiglia. Mio fratello Fabio, di quattro anni più vecchio, ha la passione della magia; Daniel ha sedici anni in meno di me e forse deve ancora trovare qual è la sua vera passione”.

È l’epoca dei motorini, per dirla alla Max Pezzali, per andare di notte a vedere le prove speciali che allora significavano festa per tutta la notte. “Ero ‘morosata’ con uno di Nizza Monferrato e in quel paese correvano tutti, a cominciare dai fratelli Mastrazzo. Se non si poteva andare a vedere i rally in motorino, perché faceva freddo o c’era tempo brutto, andavo con i ragazzi più grandi che avevano la macchina”.

Messa così Manuela Siragusa sembra avere un carattere guascone e insofferente delle regole, invece dimostra di avere la capacità analitica dei navigatori di grande spessore, perciò attende il compimento del diciottesimo anno di età prima di avventurarsi alla guida dell’auto stradale; e nello stesso tempo prima di salire su una vettura da rally, frequenta un corso per navigatori tenuto da Roberto Aresca. Ed è così che si sente pronta a mettere il casco in testa e iniziare quell’avventura che da una decina di anni l’appassiona ed è al centro dei suoi pensieri.

La prima gara fu il Rally Sprint Colli del Monferrato dell’aprile 2007 a fianco di Luca Romagnolo su una Clio Williams di Classe FN3. Ero talmente felice che quasi inconsciamente mi ritrovai a disegnare un cuoricino nella polvere del cruscotto. Io ero esordiente, lui aveva poche gare in più. E tutti a dirci che non dovevamo esagerare, che la prima gara è importante per conoscere da dentro il mondo dei rally, quindi bisogna non prendere troppi rischi e che è fondamentale vedere il traguardo. A sostenere questa teoria era soprattutto Silvio Saglietti, mio amico da sempre, anche lui iscritto alla gara con il fratello Oscar. La sorte è beffarda, perché noi finimmo la gara, e loro si fermarono con la loro Corsa sul tetto”.

Una volta rotto il ghiaccio, Manuela Siragusa è scatenata e in quella stagione disputata altre nove gare, ritirandosi una sola volta, ottenendo anche la sua prima vittoria di Classe con Roberto Gallarato (ritrovato sabato scorso in parco assistenza al test di Dronero) al Rally Valli Vesimesi con la Citroën C2 di Classe K10.

Con la sua esuberanza e la sua simpatia, Manuela riesce a fare amicizia con tutto il mondo delle corse soprattutto solidarizza con le ragazze che indossano casco e tuta, in particolar modo con Cristina Tadone.

È di quegli anni anche l’incontro con Gianfranco “pilotino” Dogliani, un personaggio fondamentale nella sua carriera rallistica e soprattutto nella vita di Manuela. “Voglio molto bene a Gianfranco. È lui che mi ha fatto conoscere Matteo (Giordano) ed è stato lui a sposarci. Siamo rimasti amici amici, anche se Gianfranco non corre più da molto tempo”.

Con Gianfranco Dogliani, Manuela Siragusa disputa negli anni venti gare a cominciare dallo Sprint di Casale Monferrato del 2008. “Gianfranco interpretava le corse come un modo per divertirsi e stare insieme. Ricordo che un anno, alla Ronde di Forlì, arrivammo allo scollinamento e lui tutto felice mi disse nell’interfono: ‘hai visto la collina di fronte. È bellissima, ha appena nevicato’. Un pilota naif” con il quale corre gran parte della stagione 2008 che per Manuela Siragusa rappresenta l’anno della svolta.

Cristina Tadone e il suo compagno Gianfranco Griseri a luglio 2008 organizzarono un test per far provare la Mitsubishi Lancer di Elio Tortone che gestivano e invitarono anche Gianfranco. Al test c’era anche Matteo, venuto da solo senza navigatrice. Io avevo sentito parlare di lui, sapevo che andava forte, ma non lo conoscevo affatto. Matteo mi chiese di fare il test al suo fianco e a fine giornata mi chiese il numero di telefono”.

Scintilla accesa? Non si sa.

Matteo mi disse che se volevo potevo andare a fare le ricognizioni con lui perché la sua navigatrice, Erica Pogliano, abitava distante e spesso avevano problemi a organizzarsi; ma mise in chiaro subito che in gara, il sedile di destra sarebbe stato assolutamente di Erica, di cui era del tutto soddisfatto”.

Alzata di spallucce di Manuela che fra il niente e il poco sceglie il poco “anche perché già fare le ricognizioni con un pilota veloce come Matteo significava fare esperienza e crescere”.

Il 2008 è una stagione molto intensa per Manuela Siragusa, che disputa quindici gare, fra le quali la Ronde di Forlì con Elio Tortone sulla Mitsubishi Lancer testata il mese prima, andando a fare le ricognizioni con Matteo Giordano. A fine settembre Matteo organizza una serata per festeggiare il successo ottenuto al San Martino di Castrozza e invita anche Manuela Siragusa.

E la scintilla che covava sotto la cenere diventa luce.

E oltre a iniziare la loro storia sentimentale, inizia anche la loro storia rallistica insieme con la partecipazione alla Ronde delle Valli Imperiesi. A ruoli invertiti. Con Manuela per la prima volta al volante e Matteo per la prima (e per ora ultima) volta nel ruolo di navigatore.

È stata una gara bellissima con condizioni meteorologiche da rally nelle foreste del Galles. Abbiamo trovato di tutto. Pioggia, nebbia, foglie sulla strada, asfalto viscido. Io mi sono divertita come una pazza. Lui no, visto che ha passato l’intera gara con la mano sul freno a mano pronto a tirarlo”.

Comunque Siragusa-Giordano (anche se negli annuari ufficiali risultano a ruoli invertiti) concludono il rally e per Matteo Giordano termina anche l’incubo. Manuela Siragusa prenderà nuovamente il volante l’anno successivo al Moscato Rally, ma in quell’occasione Matteo Giordano preferisce lasciare il sedile di destra a Lisa Zonco e le due ragazze concludono serenamente la loro gara.

Le cose vanno diversamente appena tre settimane dopo del Valli Imperiesi, quando a tenere il volante è Matteo Giordano e al quaderno delle note c’è Manuela Siragusa. Allo Sprint d’Inverno a Moncalvo i due fidanzati disputano una gara capolavoro e chiudono 11esimi assoluti vincendo la classe N2 con la Peugeot 106 Rallye di Red Competition ricevendo all’arrivo i complimenti di Vanda Geninatti, impressionata dal passo tenuto da questa giovane coppia. Un successo che è solo il primo di una lunga lista che vede Giordano-Siragusa vincitori di classe in 31 delle 59 gare disputate insieme (contando anche la Ronde Valli Imperiesi), due vittorie assolute al Rally Valli Vesimesi 2016 e al Rally del Piemonte del 2018 e dimostrandosi veri cacciatori di trofei avendo conquistano nel 2011 la Classe R3C nell’IRC e il Trofeo Renault di categoria; nel 2015 e 2016 il successo nel Trofeo Renault R3C Nazionale e nel 2017 il successo nel trofeo della Casa della Losanga di Zona 1. Nel 2018 e 2019 terreno di caccia e di successi per l’equipaggio di Winners Rally Team è stato il Trofeo Peugeot nell’ambito della Coppa Italia di Zona.

I rally mi hanno dato molto. Sono adrenalinici. Ricordo ancora come fosse adesso l’ultima prova del Rally Taro del 2011 quando ci giocavamo il tutto per tutto per ottenere il successo di trofeo. Al via della prova ci siamo concentrati e siamo partiti disposti a giocarci il tutto per tutto e alla fine siamo riusciti a vincere. Bellissima anche la vittoria assoluta al Valli Vesimesi del 2016; primo perché è il nostro primo successo assoluto, secondo perché è stata una gara combattuta sul filo del decimo di secondo dal primo all’ultimo metro con piloti del calibro di Andrea Zivian, Federico Gasperetti e Marco Gianesini. Con l’andar del tempo ilo nostro rapporto si è rafforzato. Io e Matteo ci conosciamo meglio, ci fidiamo uno dell’altra e viceversa. Abbiamo anche avuto i nostri momenti difficili, come la gran botta data al Valli Piacentine 2012, forse perché ci mancava ancora questa sinergia che abbiamo adesso

La nascita di due figli, Elodie nel 2013 e Alex nel 2017, sempre presenti alle gare ha reso più consapevoli i due rallisti cuneesi.

Essere genitori significa avere maggiori responsabilità ed essere più concentrati e preparare la gara nei minimi dettagli”. Senza per questo andare più piano.

Questo assolutamente no. La ragazzina di Castagnole Lanze, che sognava di diventare una rallista, non lo accetterebbe mai.