Rallisti ai tempi del Coronavirus. Giorgio Bernardi: “Sono in crisi di astinenza da rally”

Il pilota della Valle Po non vede l’ora di tornare al volante, anche solo per un test in pista. In questo periodo di clausura è stato impegnatissimo con il lavoro, che avrebbe condizionato comunque la sua intera stagione 2020. Non gli piacciono i rally in pista, perché i rally sono lo sport del popolo e senza spettatori non sono una festa, ma comprende la necessità di ripartire e tornare a lavorare tutte le persone che sui rally ci vivono. Testi di Tommaso M. Valinotti, immagini di Elio Magnano  (www.fotomagnano.com)

CARMAGNOLA (TO) – Seconda parte dell’intervista di Giorgio Bernardi che ci racconta come ha vissuto il periodo di reclusione (più in azienda che a casa) e quali sono le sue attese per la stagione che verrà. Nel frattempo ha chiamato Fabrizio Bianchi per riuscire a tornare al volante, anche solo per un test, appena ci sarà l’opportunità.

Qual è stata l’ultima gara cui hai partecipato? – “È stato il Rally di Castiglione Torinese del novembre scorso, insieme a Gabriele Allio su un Ford Fiesta R2T. Stava andando tutto per il meglio. Abbiamo vinto la classe senza problemi nel passaggio sulle prime due prove speciali del mattino. In parco assistenza abbiamo fatto qualche modifica di assetto che sotto la pioggia non si è rivelata corretta segnando il terzo tempo di classe. Comunque a una prova dal termine eravamo ancora al comando della categoria e sesti assoluti. Nell’ultima speciale si è appannato il vetro in partenza e dopo qualche chilometro in un taglio sono uscito di traiettoria strisciando la fiancata contro un albero. Nulla di grave. Peccato che subito dopo la Fiesta si sia spenta ed è finita lì. È stata la conclusione in linea con un’annata non fortunata nel Campionato Italiano Rally Junior. In autunno avevo disputato due gare con la Škoda Fabia R5 by Bianchi. Al Torino, gara per me di esordio nella categoria, sotto la pioggia è stato impegnativo e difficile. Il successivo Bassano è stata una gara fantastica in cui mi sono proprio divertito, spingendo al limite”.

Quali sono state le gare che hai saltato (annullato)? – “Con Fabrizio Bianchi avevamo in programma la Ronde del Canavese. Sappiamo tutti come è andata”.

Quali erano i tuoi programmi per il 2020? – “Anche prima dell’emergenza Coronavirus sarebbe stata una stagione interlocutoria per impegni di lavoro. Avrei fatto qualche gara spot, ma sicuramente non sarei stato con le mani in mano”.

A cosa hai dovuto rinunciare per l’emergenza Coronavirus? – “Sono in piena crisi di astinenza da rally. Appena si è sbloccata la situazione ho chiamato Fabrizio Bianchi per fare dei test. Mi sogno le auto da rally di notte e sono caldo come un boiler. Ho dovuto rinunciare alla festa del mio compleanno del 24 aprile, e mi è spiaciuto molto”.

Come è cambiata la tua vita dopo il 4 maggio, e cosa farai? – “In realtà è cambiato nulla. Continuo a lavorare moltissimo perché l’emergenza Coronavirus ha creato problemi anche a noi in azienda. Il salto di qualità dopo il 4 maggio è che posso tornare a vedermi con Clara, la mia fidanzata che abita a Paesana. Fra i nostri due paesi ci sono solo dieci chilometri, ma sembrava uno spazio siderale”.

Cosa bisogna fare per uscire da questa situazione di emergenza? – “In televisione sentiamo una miriade di esperti che danno risposte contraddittorie. Per quanto riguarda il nostro settore, quello dei rally, è necessario ripartire. Non dimentichiamoci che in questo sport ci sono non solo persone che si divertono, ma anche moltissime persone che ci lavorano e mantengono le loro famiglie. La soluzione potrebbe essere i rally in pista? Ben vengano. Non sono certo uguali ai rally su strada, ma potrebbero permettere ai preparatori, e agli addetti ai lavori, e sono tanti, di tornare a lavorare. Certo che il rally su strada ha un altro fascino. La gente sulle prove speciali, nei parchi assistenza e in pedana che fa festa. Questi sono i rally, perché ricordiamoci bene, i rally sono lo sport del popolo e senza il popolo dei rally non possono vivere”.

Che cosa hai fatto in questo periodo di reclusione? – “Ho lavorato tanto e più di prima nel caseificio di famiglia. Abitare a Martiniana Po, un piccolo paesino ha i suoi vantaggi ma anche molti svantaggi. Vero che se vuoi uscire a fare una passeggiata nei boschi non incontri nessuno. Ma a parte nei boschi, dove si poteva andare? C’è nulla. E sono stato a casa. Il mio tempo libero l’ho speso giocando con il cane in cortile”.

Come festeggerai il ritorno alla normalità? – “Il giorno in cui mi metterò al volante di una vettura da rally, anche solo in pista per un test, sarà una grande festa. E poi non vedo l’ora di tornare a fare festa con i miei amici”.

Qual è il sogno nel cassetto? – “Non ho sogni particolare. Voglio solo essere felice, perché quando hai la felicità hai tutto”.