Rally del Taro: il bilancio è positivo

Archiviata un’altra edizione ad alto livello, gli organizzatori dell’appuntamento parmense incassano soddisfatti i complimenti che arrivano loro da piloti  addetti ai lavori

Bedonia, giugno – “In tanti mi avevano parlato della bellezza del Rally del Taro e in tanti me ne avevano decantato l’atmosfera che l’avvolge: bene, dopo averlo disputato non posso che dire che avevano ragione”. A inviare questo messaggio a Michele Tedaldi è stato uno dei piloti che fino alla scorsa settimana  dell’appuntamento sulle strade d’asfalto dell’Appennino ne avevano solo sentito parlare, uno dei tanti catturati dalle caratteristiche del percorso e dall’accoglienza ricevuta. All’uomo di riferimento del gruppo che anno dopo anno si dà da fare per allestire la gara, il complimento ha fatto ovviamente piacere. Soprattutto, lo ha confortato sapere che il popolo dei rally ha apprezzato l’impegno profuso per aggiungere un altro capitolo a una storia iniziata ormai tanti anni fa. E destinata a continuare per chissà quanto tempo ancora. “Se il risultato è stato positivo, gran parte del merito va dato ai vari amministratori locali che ci sostengono con entusiasmo”, si schernisce l’ex-copilota diventato organizzatore per seguitare a vivere la sua passione. Aggiunge: “E’ molto significativo che lo abbiano fatto anche questa volta, ascoltandoci e dandoci una mano anche nei giorni più caldi della campagna elettorale”. Già, lo hanno fatto.

L’ennesima conferma che il legame fra il rally e il territorio è davvero molto forte non è stato l’unico riscontro positivo: “E’ stato molto gratificante – spiega Tedaldi – toccare con mano che la gara è piaciuta alla stragrande maggioranza dei piloti, dei copiloti e degli addetti ai lavori, ma anche agli appassionati numerosi come non mai: per dire, lungo la strada che porta alla celebre inversione di Montevacà, la fila di auto posteggiate  ai due lati della strada sfiorava i tre chilometri”. Pubblico rispettoso, quello che ha assistito alla sfida fra Alessandro Re, Manuel Sossella, Marcello “Razzo” Razzini, Paolo Porro e compagnia elencando. Consapevole di dover evitare ogni comportamento a rischio. Così non fosse stato, difficilmente gli equipaggi impegnati nel “Nazionale” avrebbero potuto disputare tutte le prove del loro programma.

Il bilancio, insomma, è decisamente positivo. Anche perché alla Scuderia San Michele hanno anche altri motivi per cui sorridere: “Siamo contenti che la scelta di far iniziare l’Internazionale con il doppio passaggio su una prova lunga come la Folta sia stata gradita e poi, personalmente, mi ha fatto piacere che abbia vinto Alessandro Re: nell’albo d’oro ci sono nomi importanti, da quello di Pucci Grossi a quelli di Franco Cunico e Luca Rossetti. Campioni, certo, ma all’epoca dei loro successi già affermati e non in rampa di lancio come Re Junior o come Damiano De Tommaso che sulle nostre strada non ha vissuto un fine settimana semplice e tuttavia è un giovane decisamente interessante”.