Sahara Callenge. Aghem-Conti primi fra i Classic

Nella gara sahariana, ad un passo dalla conclusione Gianmaria Aghem e Rossella Conti, unici italiani in lizza, guidano la sezione della Classic della competizione africana. Di Marco Mincotti

aghem - conti sahara challenge 2015 (3) (Custom)QUARZAZATE (Marocco) – Semplici conduttori autostradali macinatori di chilometri, sentitevi nulla davanti a chi guida attraverso il deserto per poi lasciarselo alle spalle, vedendosi stagliare di fronte la catena dell’Alto Atlante e i canyon delle Gole di Todra. Loro sono gli eroi del “Sahara Challenge 2015”, evento motoristico per auto d’epoca che si concluderà nella giornata di domani, mercoledì 14 ottobre, in quel di Marrakech, a chiusura di un viaggio partito dieci giorni prima da Toledo, in Spagna. Unici italiani in lizza i moncalieresi Gianmaria Aghem e Rossella Conti, imperituri dentro l’abitacolo della loro Lancia Fulvia Coupé del 1971, la stessa che sempre con il pilota nostrano alla guida ha attraversato una generosa porzione di pianeta nel corso dell’ultima edizione della “Pechino-Parigi”.

aghem - conti sahara challenge 2015 (2) (Custom)Ma l’anno scorso aveva già saggiato gli sterrati del continente nero durante il sudafricano “Safari Rally”. E che piglio per Gianmaria Aghem e Rossella Conti anche sulle piste marocchine, dove all’ultimo aggiornamento risultava primo della propria categoria, la “Classic” occupando la posizione di testa, se pur inseguito molto da vicino dall’agguerrito britannico Mike Velasco, che si avvale dell’australiano Peter George alle note della sua Mercedes 280 S immatricolata, come la “Fulvietta” di Aghem, nel ‘71. Domani, dicevamo, l’ingresso fra le storiche mura di Marrakech, ovviamente in assoluto stile gentleman driver nonostante la polvere. E solo allora si conosceranno i vincitori di questa sfida dove uomini e motori condividono la stessa fatica lungo un percorso indubbiamente astioso ma ricco di fascino. Che altro desiderare se non frizioni che richiedono gambe da culturista e cambi che di sincronizzato non hanno proprio nulla? Il tutto su delle “strade che sembrano sentieri”, parafrasando Max Pezzali, ma il Challenge è anche “joie de vivre”, tuareg dallo sguardo impenetrabile, tramonti e albe che sanno di selvaggio. Spaparanzati su un sedile in pelle, con il navigatore e il sequenziale che fanno il loro lavoro, o guidatori autostradali, non vi sentite in imbarazzo?