The Hall of Fame. Buon compleanno Gilles Villeneuve: “Noi ti amavamo”

Testo coordinato da Tommaso M. Valinotti

SAINT JEAN SUR RICHELIEU (Quebec, Canada) – “Il mio passato è pieno di dolore e di tristi ricordi: mio padre, mia madre, mio fratello e mio figlio. Ora quando mi guardo indietro vedo tutti quelli che ho amato. E tra loro vi è anche questo grande uomo, Gilles Villeneuve. Io gli volevo bene”. Parola di Enzo Ferrari. Gilles Villeneuve è stato una di quelle meteore che hanno illuminato il mondo delle corse molto di più di stelle che hanno girovagato per il firmamento, ma non hanno scolpito il loro nome così profondamente ed indissolubilmente nel cuore dei tifosi

Gilles Villeneuve aveva un nome di battesimo molto più lungo. In realtà si chiamava Joseph Gilles Henri Villeneuve, ma quel Gilles bisillabico gli permetteva di correre più velocemente, come gli piaceva vivere, anche nel nome. Era nato a Saint-Jean-sur-Richelieu, una città con meno di 100mila abitanti a 50 chilometri da Montreal, nel Quebec, il 18 gennaio 1950 (anche se quando si presentò ad Enzo Ferrari, temendo di essere troppo vecchio, si tolse un paio di anni e mantenne il segreto per tutta la sua vita). Morì in un letto di ospedale, nella città universitaria di Lovanio, in Belgio, l’8 maggio 1982 ed in quel giorno, per tanti tifosi, morì anche la Formula 1.

In una città così a nord, la passione del giovane Gilles si manifestò correndo e vincendo con le motoslitte, nelle quali ebbe come primo avversario il fratello Jacques. Fu un vero campione al punto di conquistare il titolo mondiale nel 1974. Che fosse un campione lo capirono subito gli avversari quando nel 1976 vinse il campionato canadese ed americano di Formula Atlantic e l’anno dopo fece il bis. Ma per correre, agli inizi dovette affrontare enormi sacrifici, il più eclatante dei quali fu vendere la casa in cui abitava insieme alla moglie Johanna. La scalata al successo inizio con una vecchia Formula Ford nel 1973 con cui affronto il campionato regionale nel 1973 (vincendo ben sette gare), prima di compiere il grande salto alla Formula Atlantic. Ma furono le gare in motoslitta a permettergli di avere la sponsorizzazione della Skiroule che gli consentì di correre in Formula Atlantic e disputare una gara capolavoro a Trois Rivieres, quando vinse davanti ad alcuni piloti già affermati in Formula 1, come James Hunt.

 

E fu proprio Hunt a proporlo a Teddy Mayers della McLaren con cui nel 1977 disputò il Gran Premio di Gran Bretagna (nonostante fosse al volante della terza vettura della squadra seppe conquistarsi il trofeo “driver of the day”), per poi chiudere la stagione alla Ferrari, con cui disputa le ultime due della stagione in sostituzione del “contestatore” Niki Lauda, che appena conquistato il secondo titolo iridato se ne andò da Maranello sbattendo la porta. Da allora difese costantemente i colori del Cavallino Rampante, conquistando sei vittorie titolate ed una nella Race of Champions a Brands Hatch nel 1979, anno in cui fu vice campione del mondo e fedele scudiero di Jody Scheckter. La prima gara con la Ferrari nel 1977 fu il GP del Canada che si chiuse con un ritiro, cui fece seguito il GP del Giappone, in cui Villeneuve fu protagonista di un incidente spettacolare che costò la vita due spettatori (un commissario di percorso ed un fotografo, posizionati probabilmente in zona vietata e sicuramente pericolosa). La Ferrari di Villeneuve tamponò la Tyrrell di Ronnie Peterson e volo in alto nel cielo del Giappone. Quale terribile analogia con l’incidente che gli sarebbe costato la vita meno di cinque anni dopo. Villeneuve si conquistò il soprannome di aviatore, l’ammirazione di Enzo Ferrari e gli attacchi della stampa becera di tutto il mondo. E già nella prima gara del 1978 ottenne il suo giro più veloce in gara (GP di Argentina), ottenne per la prima volta il comando della gara (GP degli Stati Uniti), tutto ciò nonostante la Ferrari del 1978 non fosse al massimo della forma, in netta inferiorità contro l’imperante Lotus. Ed a fine stagione, proprio in Canada conquistò il suo primo successo. L’anno successivo fu la volta della splendida Ferrari 312 T4 che regalò a Scheckter il titolo mondiale (1979), che aveva un contratto da prima guida, ed a Villeneuve una stretta seconda piazza. Villeneuve vinse sotto la pioggia (con gomme da asciutto!) in Sud Africa, ottenne la prima pole position negli Stati Uniti, dove ottenne una seconda vittoria ed andando in testa al mondiale. Nel delirio dei suoi tifosi.

Problemi di affidabilità non permisero a Villeneuve di difendere la sua leadership, lasciando via libera a Scheckter, fiducioso di una netta rivincita l’anno successivo. Non senza alcuni momenti memorabili come la sfida ruota contro ruota con René Arnoux per i tre giri finali del Gran Premio di Francia. Tutti ricordano quel duello, nessuno ricorda che quello fu il primo successo della Renault con Jean Pierre Jabouille. In Olanda continuò imperterrito nonostante uno pneumatico dechappato. Ormai certo di non poter conquistare il titolo iridato seguì docilmente Scheckter a Monza, per chiudere la stagione con una vittoria a Watkins Glen. Fu la miglior stagione della sua carriera. Gran favorito nel mondiale 1980, non trovò nella Ferrari 312 T5 lo strumento necessario per dargli l’alloro iridato. Ritiri e cedimenti, un pauroso incidente a 300 all’ora a Le Castellet furono le sole cose che videro per protagonista Villeneuve e la Ferrari, tutta concentrata a sviluppare il modello 1981 con motore turbo. Con il ritiro di uno spento Scheckter, Villeneuve divenne la prima guida della Ferrari, ma seppe accogliere con il suo solito sorriso il nuovo compagno di squadra, Didier Pironi. Il 1981 fu ancora speso in gran parte nello sviluppo della 126 CK con motore turbo. Dovette attendere il Gran Premio di San Marino per ottenere una pole position, per ottenere una vittoria strepitosa al Gran Premio di Montecarlo, grazie ad una capacità di gestione della gara inimmaginabile per un pilota grintoso e “spettacolare” come lui. Villeneuve aveva ben chiaro che la Ferrari era inferiore alla Williams, ma ciò non bastò a farlo desistere da continuare con il Cavallino Rampante, al punto di firmare un contratto che lo avrebbe vincolato a Maranello sino alla fine del 1983. E con il contratto in tasca conquistò un’altra vittoria capolavoro nel GP di Spagna, rimontando dalla settima piazza e riuscendo a difendersi dagli assalti di una muta di inseguitori al punto che sul traguardo finale le prime cinque vetture furono classificate in poco più di un secondo. Dopo quella gara tornò ad essere il mitico Gilles Villeneuve. Aggressivo, determinato, impulsivo. Al punto che al Gran Premio del Canada, gran premio in cui i suoi tifosi gli regalavano una marcia in più, effettuò gran parte della gara con l’alettone anteriore storto, a seguito di un contatto con Niki Lauda, fino a quando l’appendice aerodinamica non si staccò da sola.

Villeneuve era estremamente fiducioso per il 1982. la Ferrari aveva lavorato moltissimo a creare la 126 C2, una vettura che si sarebbe dimostrata imbattibile in pista dagli avversari. Ma vittima di tantissima sfortuna. L’inizio di stagione non fu molto fortunato, con due ritiri nelle prime due gare, una squalifica ed un divorzio imminente. La quarta era Imola, disertato dai team inglesi per protesta nella guerra fra la FISA di balestre e la FOCA di Bernie Ecclestone. La Ferrari ebbe facilmente la meglio sulle Renault che prima di metà gara si ritirarono. Gli accordi all’interno della Scuderia di Maranello prevedevano di mantenere le posizioni quando la classifica si fosse consolidata. Villeneuve era in testa, ai box esposero il cartello “slow” per invitare i due piloti a non commettere follie. Il canadese ricordava bene la gara di Monza del 1979 quando si era ben guardato di insidiare il compagno di squadra Jody Scheckter, ma Pironi pensò di avere campo libero ed attaccò Villeneuve, in un continuò scambio di posizione che portò Pironi al successo con un sorpasso all’ultimo giro. Villeneuve scese dalla monoposto infuriato e a nulla valsero le intercessioni dello stesso Enzo Ferrari: fra Villeneuve e Pironi l’amicizia era terminata. Addirittura Villeneuve pensò di cambiare squadra.

Due settimane dopo in Belgio si ebbe la catastrofe. L’incedente avvenne nel corso delle prove del Gran Premio del Belgio l’8 maggio 1982 quando tamponò a 227 chilometri orari la March di Jochen Mass che procedeva lentamente. A Zolder le Ferrari non era andate bene. Pironi era sesto in qualifica, Gilles addirittura ottavo. Alle 13,52 Villeneuve si rituffò in pista, quando mancavano pochi minuti alla fine delle prove cronometrate. Dopo aver percorso metà pista, percorse la chicane che immette alla discesa verso la curva “Terlamenbocht” (la curva del bosco). Mass, che viaggiava lentamente, vide arrivare Villeneuve, pensò di dargli strada spostandosi a destra. La manovra non fu capita da Villeneuve; il canadese pensava che Mass gli lasciasse via libera sulla traiettoria esterna, la più veloce. Il colpo fu terribile, la Ferrari volò nuovamente in cielo, compì due looping completi, supero i guard rail esterni e si abbatté sulla via di fuga, prima di essere rimbalzata nuovamente in alto, e di ricadere in pista, proprio davanti all’esterrefatto Mass. Nell’urto nella via di fuga si staccò il pannello fissato al sedile, ancora agganciato al suo posto di guida il corpo di Villeneuve volò per oltre 50 metri prima di ricadere dopo aver divelto anche una rete metallica. Prontamente soccorso dal commissari, personale medico ed alcuni piloti che lo seguivano, tutti capirono che le condizioni del piccolo canadese erano gravissime. Fu trasportato al centro medico del circuito, e poi alla clinica universitaria St. Raphael di Lovanio dove fu mantenuto in vita artificialmente fino alle 21,12 della stessa sera, quando la moglie Johanna, giunta precipitosamente dalla loro casa di Montecarlo, diede l’autorizzazione a staccare le macchine. Il 12 maggio si svolsero le esequie nel cimitero di Montreal ed in base alle volontà del pilota, il corpo di Gilles fu cremato.

Gilles Villeneuve esordì in Formula 1 il 16 luglio 1977 con una McLaren M23 al GP d’Inghilterra concludendo 11° assoluto. Partì in 67 Gran Premi (oltre ad uno non qualificato) tutti con la Ferrari (tranne il primo). Ha ottenuto 6 vittorie, 13 podi, 2 due pole position, 8 giri veloci e 107 punti. Fu vice campione del mondo nel 1979.

Ma soprattutto fu amato da tutti gli appassionati di questo sport