“The Jaguar Heritage Project”. Quando un cofano diventa un’opera d’arte

 

Inaugurata ieri sera, giovedì 24 marzo, al Museo dell’Automobile di Torino la mostra del designer Jaguar Cesar Pieri che utilizza i cofani delle Jaguar moderne es toriche per le sue espressioni artistiche. La mostra, realizzata in collaborazione con Jaguar Italia, rimarrà parte sino al 17 maggio

Jaguar Project_cesar-pieri_bonnet-artwork_04 (Custom)TORINO – “The Jaguar Heritage Project” è la nuova mostra organizzata dal Museo Nazionale dell’Automobile di Torino in collaborazione con Jaguar Italia. La mostra è aperta al pubblico da venerdì 25 marzo a martedì 17 maggio 2016. Un progetto attraverso il quale il MAUTO torna a raccontare un tema centrale del suo percorso espositivo ovvero la creatività, le diverse declinazioni dell’ispirazione artistica dei designers e le tante influenze e contaminazioni dalle quali traggono ispirazione. In esposizione una collezione di cofani d’artista realizzati da Cesar Pieri, Creative Design Manager di Jaguar, che ha trasformato in tele inusuali alcuni splendidi cofani, decorati con un personalissimo stile pittorico attraverso il quale il designer italo-brasiliano esprime la sua grande passione per il mondo dell’automobile e delle sue intramontabili icone. Sulle pedane, nove modelli di Jaguar d’epoca – gentilmente prestate per l’esposizione dalla Scuderia Jaguar Storiche – e tre vetture contemporanee raccontano la storia del design della casa automobilistica britannica, il Giaguaro simbolo di potenza, lusso ed eleganza.

Jaguar Project_Jaguar E Type 3,8 FHC del 1961_diabolik_2 (Custom)The Bonnet Artwork Collection – “Come car-designers cerchiamo non solo di creare veloci e accattivanti macchine sportive ma anche di realizzare – all’origine del processo creativo – sketches, che talvolta diventano vere e proprie opere d’arte. Di solito passiamo il tempo a realizzare disegni precisi per soddisfare le richieste di progettazione ma l’esigenza è quella di andare oltre, esplorare nuovi limiti. Per questo motivo, ho creato una mia personale forma di espressione realizzando una collezione di artworks che coniugano il mio grande amore per le Jaguar – che, come designer, progetto quotidianamente – con un linguaggio più astratto possibile: per questo ho deciso di usare i cofani di Jaguar per creare le mie opere! The Jaguar Bonnet Artwork Collection è una collezione composta da cofani originali Jaguar completamente dipinti a mano: è una passione divenuta sempre più reale quando ho iniziato a creare artworks ufficiali per i lanci internazionali di vetture Jaguar come la F-Type, la Project7, la XE, la XF e recentemente la nuova Jaguar F-Pace. Quello che doveva essere un semplice hobby, una collezione di opere fatte per essere appese nel mio soggiorno è divenuto un progetto espositivo che ha viaggiato un po’ ovunque nel mondo. Dopo aver esposto al British Motor Museum di Gaydon in Inghilterra, sono arrivato al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, il più importante museo italiano dedicato alla storia dell’automobile e del design. Spero che questa mostra vi piaccia e che il vostro sia un bellissimo viaggio!” (Cesar Pieri, Design Creative Manager di Jaguar)

Jaguar Project_Jaguar SS 2,5 DHC 1937_2 (Custom)Le vetture Jaguar in mostra. Nove modelli di Jaguar d’epoca contornati da alcune splendide vetture contemporanee (la F-Type Project 7, la nuova Jaguar XF e la F-Type AWD) per raccontare la storia del design della casa automobilistica britannica: una storia fatta di vetture iconiche e affascinanti, a partire dalla SS Jaguar 2,5 DHC del 1937 – primo dei quattro prototipi sui quali ha lavorato personalmente William Lyons, proprietario della SS Jaguar Ltd – fino alla Jaguar E Type OTS 3,8 presentata al Salone di Ginevra nel 1961 e definita da Enzo Ferrari “l’auto più bella mai costruita”. Dalle vetture divenute protagoniste di indimenticabili fumetti – la Jaguar E Type 3,8 FHC del 1961 è la vettura personale di Diabolik ed Eva Kant (nel film ispirato al fumetto Diabolik guida la sua Jaguar E-Type nera, mentre Eva usa una sua personale bianca) – a quelle che si sono trasformate in star del cinema – la Jaguar MK VII 3,4 del 1952 qui esposta ha partecipato, nel 2008, al film Milk di Gus Van Sant con Sean Penn e nel 2010 al cortometraggio Ultimo beso en Roma con Giorgio Locuratolo. Dalle vetture da competizione, sportive e agili – come le Jaguar XK 140 OTS SE 3,4 del 1954 e la D Type Replica del 1960 – a quelle di imponenti dimensioni come la Jaguar MK X del 1963 provvista di smisurate poltrone anteriori munite di tavolini ribaltabili in radica incorporati negli schienali. Per finire con la Jaguar MK II 3,8 del 1966 che ha rappresentato, in una felice sintesi, lo sport e il turismo familiare e con la Jaguar XK 120 OTS Aluminium del 1948, ribattezzata l’auto delle stelle perché personaggi del calibro di Clark Gable, Liz Taylor, Humprey Bogart e Roger Moore fecero carte false per possederla nel più breve tempo possibile, ammaliati dal suo fascino e rapiti dall’armonia e dall’eleganza di questo capolavoro di semplicità e pulizia delle linee, così classicamente British.

Jaguar Project_brochure d'epoca (Custom)Storia del marchio Jaguar – Nel 1921 William Lyons, un giovane ingegnere di Blackpool, laureatosi a Manchester e con un’esperienza presso la Crossley Motors e la Sunbeam, conobbe un giovane pilota motociclistico di nome William Walmsley, con alle spalle una significativa esperienza nel settore della costruzione artigianale di sidecar. Il 4 settembre 1922 i due fondarono la Swallow Sidecar Company che inizialmente diede lavoro otto operai. In seguito, al gruppo si aggiunse anche Arthur Whittaker, che offrì la sua collaborazione nel settore commerciale e che rimase al fianco di William Lyons per circa cinquant’anni. Intorno al 1930 avvenne il definitivo passaggio dalla produzione motociclistica a quella automobilistica e nel 1934 William Lyons rimase solo al comando dell’azienda, poiché William Walmsley diede le dimissioni. Da quel momento la ragione sociale mutò in SS Cars Ltd. e iniziò la propria produzione di vetture di lusso. Nel 1931 venne presentata la SS1 Jaguar, una delle prime vetture della casa inglese. Nel 1945, dopo il periodo bellico e gli ingenti danni dovuti ai bombardamenti che colpirono duramente Londra ma anche poli industriali come Coventry, la produzione riprese utilizzando il solo marchio Jaguar, già comparso sui precedenti modelli d’anteguerra. Il relativo cambio della ragione sociale si rese doveroso poiché, al termine della Seconda guerra mondiale, la sigla “SS” era associata alle Schutzstaffeln naziste.

Il primo modello a marchio Jaguar ad esordire nel 1945 fu la celebre Mark IV con motori a 4 o 6 cilindri da 1,5, 2,5 e 3,5 litri. Mentre proseguiva la successione delle grandi berline (dalla Mark VII del 1950 alla Mark X del 1961), la Jaguar profuse grande impegno nell’attività sportiva, partecipando soprattutto alla 24 Ore di Le Mans. Furono ben cinque le vittorie della Jaguar alle edizioni degli anni Cinquanta della celebre gara di durata francese: nel 1951 con la XK 120 C, nel 1953 con la C-Type, nel 1955, 1956 e 1957 con la D-Type. Il frutto di queste vittorie, oltre ai benefici d’immagine al marchio, fu il lancio della XKSS, una fortunata versione stradale della D-Type, dalla quale derivò poi la futura E-Type.

Arrivano gli anni della Ford e l’opportunità di sfruttare il prestigio della casa del giaguaro per far concorrenza diretta a BMW e Audi, indusse i vertici Ford ad ampliare la gamma. Nel 1999 venne affiancata alla storica ammiraglia XJ la nuova S-Type, un’elegante berlina prodotta sul pianale della Lincoln LS che, con il suo design dichiaratamente ispirato all’omonimo modello del 1963, ebbe il merito di risollevare le sorti del marchio. Nel 2008 venne svelata al pubblico il primo modello della nuova gamma: la XF, una berlina prodotta negli storici stabilimenti di Coventry e progettata da un team coordinato da Ian Callum, autore del design inconsueto per i classici canoni della casa britannica. Nel 2008 l’ipotesi di una nuova acquisizione della storica casa di Coventry si concretizzò il 26 marzo, nella cessione della Jaguar e dell’annesso marchio Daimler al gruppo indiano Tata Motors, che ha dimostrato di proseguire il rinnovamento della gamma seguendo un design più moderno e di rottura con il passato. Ne sono un chiaro esempio l’attuale sportiva F-Type, con carrozzeria in alluminio e motori sovralimentati che rappresenta l’erede diretta della storica E-Type, così come la berlina media XE, anch’essa interamente in alluminio dalle prestazioni brillanti ma con emissioni e consumi assolutamente ridotti. Altro modello di rottura può essere considerata l’ultima arriva, la F-PACE, il primo Crossover di Jaguar che non tradisce le aspettative degli amanti del giaguaro in fatto di stile, lusso e prestazioni.