Vincenzo Torchio, matrimonio da rally

Alla vigilia della gran finale della Coppa di Zona e della Michelin Zone Rally Cup, Vincenzo Torchio traccia un profilo della sua carriera, iniziata tardi, dopo il matrimonio con Alice, ma ricca di soddisfazioni che lo ha visto al via in 44 gare. Conquistando ben venti vittorie di classe e solo otto ritiri, classificandosi spesso fra i primi venti della classifica assoluta, con un fantastico sesto assoluto al Rally Grappolo 2018. Preciso e metodico, ha iniziato a correre dieci anni fa e dal 2011 gareggia con la macchina di proprietà che cura assieme al preparatore di Cossombrato Massimo Gianuzzi. Ha seguito un corso per migliorare la preparazione dei rally con Sandro Sottile. Fedele alla scuderia astigiana Eurospeed di Valter Accornero fin dagli esordi ha un sogno nel cassetto: disputare il Montecarlo con una R5. Con un unico obiettivo: vincere. A cominciare dal Trofeo ACI Como del prossimo fine settimana. Testo di Tommaso M, Valinotti, Foto ActionRace

CELLE ENOMONDO (AT) – “Faccio una gara e smetto”. Quando arriva il momento del fatidico sì (matrimoniale), molti uomini (e donne) mettono nel proverbiale cassetto i sogni giovanili per dedicarsi alla vita di coppia e alla famiglia che si va a costruire. Esattamente ciò che pensava Vincenzo Torchio, appassionatissimo di rally (al superlativo più che assoluto) che alla vigilia del matrimonio non si era mai tolto la voglia di mettersi casco in testa e affrontare il mondo delle prove speciali.

Ma si sa, il saggio proverbio dice “l’uomo propone, dio dispone” e così la proposta di Vincenzo Torchio di esaudire la sua voglia di rally una e una volta soltanto è diventata una passione che periodicamente viene esaudita diverse volte nell’arco di ogni stagione.

Sono sempre stato appassionatissimo di rally. Abito da sempre a Celle Enomondo”, commenta il 43enne pilota astigiano, “un paesino dove c’è una delle più famose inversioni rallistiche delle nostre zone e forse dell’intero Piemonte. Da bambino, di notte, scappavo di casa di nascosto dai miei genitori per andare a vedere gli equipaggi che provavano e mi emozionavo ed esaltavo, dicendomi che un giorno avrei corso anch’io. Allora si provava per un mese intero, le ricognizioni erano una festa, e gli equipaggi viaggiavano sui muletti che erano inferiori solo di poco alle macchine da gara”.

La passione del piccolo Vincenzo non è condivisa in famiglia; il padre Dario è un asso delle bocce (ha vinto numerose gare premiate con ricchi marenghi d’oro) e cerca di indirizzare in quella direzione gli appetiti sportivi del figlio. Che proprio non ci sente. In una posizione che sembra di stallo, Vincenzo Torchio una vittoria (ai punti) la conquista riuscendo a iscriversi all’Istituto Tecnico “Alberto Castigliano di Asti, vero covo di futuri rallisti, conseguendo il diploma di motorista (fatto che non spaventa il padre. In fondo Vincenzo deve studiare per cercarsi un futuro lavoro) conoscendo gente come Massimo Gianuzzi, che sarà fondamentale nella carriera rallistica di Torchio.

Tornando all’epoca del matrimonio di Vincenzo Torchio nel 2009, l’aspirante rallista astigiano trova sostegno nella moglie Alice che gli dice “fai questo rally e non ci pensiamo più”, ma soprattutto nello suocero Renzo, che non avendo potuto correre lui non gli sembra vero di aver “pescato” un genero che non vede l’ora di mettere il casco in testa. E così si arriva al fatidico sì con le macchine da gara al Rally del Tartufo 2009, quando Vincenzo Torchio, alla tenera età di 33 anni, si presenta al via della gara di casa affiancato da Marco Piteo, già esperto navigatore locale con una Peugeot 106 in classe FA5 dove sono ben 18 gli equipaggi schierati. La prima prova non va male: Torchio-Piteo sono undicesimi di categoria ma si devono fermare sulla successiva. La moglie Alice e lo suocero Renzo sostengono che non è quello il modo di togliersi la voglia di rally. E hanno ragione. Così tre mesi dopo Vincenzo Torchio si presenta allo Sprint della Collina di Castelnuovo Don Bosco, confermando al suo fianco Marco Piteo, passando però alla Rover 216 SI di Classe FA6 con la quale segna il terzo tempo di categoria nelle prime due prove e deve nuovamente fermarsi nella terza. Ora è una sfida al destino e così a fine novembre torna sulla Peugeot 106 XSI e si presenta allo Sprint d’Inverno di Moncalvo, che si corre immersi nella nebbia. Questa volta va bene. Torchio-Aivano chiudono 72 assoluti, su 120 equipaggi al via e quinti di categoria, su 13 partiti.

La voglia di rally però non è soddisfatta, e sostenuto sempre da Alice e dallo suocero Renzo. Vincenzo Torchio disputa quattro rally nel 2010, tre con la Peugeot 106 XSI di FN1 salendo due volte sul podio e facendo il grande salto nel finale di stagione alla Clio RS di Classe FN3, gara che si conclude ancora con un ritiro. Ormai è chiaro che la passione dei rally sarà soddisfatta solo mettendosi periodicamente il casco in testa in speciale e nel 2011 Torchio acquista una Peugeot 106 Rallye che cura personalmente insieme al preparatore Massimo Gianuzzi. “Mi piace correre con la macchina di mia proprietà e che uso solo io. Anche perché mi diverto a lavorarci sopra, insieme a Massimo Gianuzzi di Cossombrato, fare le scelte tecniche in prima persona”. In quell’anno corre meno, ci sono i figli in arrivo e le risorse vengono dirottate nell’acquisto della vettura, ma al Tartufo sfata la maledizione e finalmente riesce ad ottenere l’agognata vittoria di classe, una gara che lo vede partire in fondo all’elenco iscritti con il numero 120 sulle portiere, con una delle vetture meno potenti del lotto e conquistare il gradino più alto del podio con oltre un minuto e mezzo di vantaggio sugli inseguitori. Due gare ancora nel 2012, cambiando la 106 Rallye con una vettura gemella ma di Classe A5, le classiche Inverno e Tartufo, che diventano quattro nel 2013 con la soddisfazione di centrare il successo al Coppa d’Oro e Tartufo navigato da Marco Piteo e una gara con a fianco Antonella Gatto, moglie del suo preparatore Gianuzzi. Altre quattro gare nel 2014 contraddistinte da due vittorie al Colli del Monferrato e Moscato (per la prima volta con Mauro Carlevero al quaderno delle note) e al Grignolino, dove a navigarlo per la prima volta è Stefano Bruzzese. Ormai Torchio è un abbonato al podio e nelle quattro gare del 2015, tutte con Marco Piteo, conquista due vittorie e due secondi posti, mentre nel 2016 (anno del passaggio alla Citroën Saxo VTS di A6) ottiene un solo successo, ancora con Marco Piteo al Rally del Grappolo, gara dove ottiene anche l’ottava piazza assoluta. Nel 2017 sono ancora Piteo e Bruzzese a dividersi il sedile a fianco di Vincenzo Torchio e nelle cinque gare disputate ottengono quattro vittorie di categoria e un ritiro al Rubinetto nella prova del Mottarone, quando erano primi di categoria e 18esimi assoluti dopo aver vinto tutte le prove speciali. Questa è anche l’ultima gara disputata con Marco Piteo, il navigatore con cui ha diviso ben 25 gare, il maggior numero con lo stesso co-driver. Il 2018 vede alternarsi sul sedile di destra Carlevero e Bruzzese e arrivano tre vittorie di Classe che fruttano al portacolori della Scuderia Eurospeed il successo nel Trofeo Pirelli di Zona, bissando la vittoria del Trofeo Montepremi Organizzatori-Michelin di Zona dell’anno prima.

Per il 2019 i programmi di Vincenzo Torchio sono ambiziosi: disputare la Coppa di Zona 1 e la Coppa Michelin sulle stesse gare, con la divagazione di inizio stagione al Rally Sanremo Leggenda. Un’annata formidabile che vede Torchio-Carlevero conquistare finora il successo di classe in tutte le cinque gare fin qui disputate assicurandosi così il diritto di partecipare al gran finale della Coppa di Zona a Como in programma venerdì e sabato prossimi.

Nei primi anni di corse, con la nascita di Edoardo e Allegra, Alice e io eravamo più legati a casa ed avevamo meno libertà di movimento, quindi era meno facile imbastire un programma stagionale. Ora invece partiamo come un’allegra brigata, coinvolgendo anche moglie e figli di Mauro Carlevero ed è tutto più facile. L’annata 2019 è stata eccezionale. Per la prima volta sono uscito dalla zona per andare a confrontarmi con i piloti di altre regioni al Sanremo Leggenda e anche in Liguria abbiamo vinto la Classe A6 segnando il miglior tempo in tutte le prove. In quel momento abbiamo deciso di impegnarci nella Coppa di Zona e i risultati sono stati favorevoli con i successi del Valli Cuneesi, Grappolo, Lana e Alba. A quel punto avevamo matematicamente vinto la Zona della Michelin Cup ed avevamo un cospicuo vantaggio nella Coppa di Zona. Abbiamo preferito non presentarci al Torino per iniziare un lavoro di controllo della Saxo VTS con Gianuzzi in vista della finale di Como che diventa l’obiettivo principale della stagione. L’assenza al Torino di ‘Lello Power’ ci ha consegnato anche il successo di Zona e il passaporto per Como” afferma Torchio.

 

E proprio la gara lariana di fine mese sarà una finalissima per i partecipanti alle Coppe di Zona e alla Michelin Zone Rally Cup. “In Classe troveremo i migliori specialisti della Classe A6, quelli che sono stati i migliori in tutte le nove zone d’Italia. Non conosco nessuno degli avversari e non mi sono minimamente informato su di loro. Quando sai come sono i tuoi avversari cosa te ne fai? Non esistono strategie in gara basate sull’avversario. Devi solo andare più forte possibile in ogni metro di prova speciale. Per questo motivo non guardo filmati, non faccio ricerche su prove che non conosco. Proverò nel migliore dei modi possibile con la massima concentrazione. Sotto questo profilo il deciso salto di crescita è avvenuto quando ho seguito un corso a fianco di Sandro Sottile che è stato fondamentale per migliorare il modo di effettuare le ricognizioni, scrivendo meglio le note. Un salto di qualità che mi ha giovato moltissimo in gara e che mi sarà particolarmente utile anche nella gara di fine settimana. Io sono un pilota dalla mentalità vincente e andrò a Como con l’unico obiettivo di essere il migliore della mia classe e di ben figurare nella classifica assoluta. Se parti con ambizioni diverse sicuramente non fai risultato.”.

Mentre la stagione 2019 sta per chiudersi Vincenzo Torchio dà uno sguardo al passato, e un altro al futuro. “Paradossalmente la gara in cui mi sono divertito di più è stato il Rally Grappolo 2018, in cui non ho vinto la classe, chiudendo secondo, ma sesto nella classifica assoluta, miglior risultato in carriera. Una gara in cui sono andato forte, fortissimo dal primo all’ultimo metro, battagliando con un pilota del calibro di Omar Bergo, chiudendo alla fine staccato di soli 5”1. Gran bella giornata. Come sono state belle gare il Valli Cuneesi e il Grappolo 2018 e tutte le gare di quest’anno, combattute e tirate dall’inizio alla fine. Se c’è competizione ti diverti di più”.

Vincenzo Torchio volta la medaglia e scorre anche la faccia oscura della luna. “In carriera mi sono ritirato otto volte. In principio il traguardo pareva una chimera e ho iniziato a correre nel 2009 con due ritiri. Non sembrava che il buon giorno si vedesse dal mattino. Il ritiro che sul momento ho patito maggiormente è stato il ritiro al Rally Rubinetto del 2017. All’ultima gara della stagione ero in testa a Raggruppamento del ‘Trofeo Montepremi Organizzatori’ che mi stavo giocando con Sergio Patetta e Davide Craviotto. Fino alla sesta prova speciale, la Prelo, ero 18° assoluto e davanti a Patetta e vicinissimo a Craviotto. Sul successivo Mottarone si è rotto il motore e mi è crollato il mondo addosso. Senza il mio arrivo il Trofeo era perso. Nella stessa prova, però, Craviotto ha capottato alcune centinaia di metri più avanti, e in quella successiva Patetta ha rotto. Con i loro due ritiri il Trofeo è ritornato nelle mie mani. Il ritiro che mi ha fatto riflettere maggiormente è stato quello del Tartufo 2010 con la Clio RS. Sono uscito di strada in una curva per l’assetto non perfettamente corretto della vettura e perché la conoscevo poco. Una curva, che nelle stagioni successive, ho affrontato anche a velocità maggiore, rimanendo sempre con le ruote piantate bene a terra. Dopo quella gara ho deciso di gareggiare solo più con vetture di mia proprietà, seguendo la preparazione personalmente, insieme a Massimo Gianuzzi. Così è stato e le soddisfazioni sono arrivate fin dalla gara successiva con il successo di classe, primo in carriera, al Tartufo 2011. Meno gare, spese più alte, ma vettura curata sempre in ogni dettaglio”.

Guardando più lontano Vincenzo Torchio rimane con i piedi per terra. “Certo, vincessi alla lotteria e con i figli che sono grandicelli e possono seguirmi non è vietato fantasticare un bel Montecarlo con una R5. A differenza dei rally reali i sogni costano nulla.”