Buon compleanno Virgilio

TORINO, 1 gennaio – Virgilio Conrero nacque a Torino il primo gennaio del 1918 ed è morto il 6 gennaio 1990 sempre a Torino. “Penna Bianca” è rimasto nella storia delle competizioni automobilistiche per le sue preparazioni su base Alfa Romeo, Lancia e Opel.

Figlio di Francesco, originario di Saluzzo, pioniere della meccanica, e della biellese Caterina il piccolo Virgilio ha una sorella Anita e un fratello Dante (in futuro matematico di fama, compositore di musica leggera e futuro dirigente Olivetti) rimase orfano molto giovane, all’età di quattordici anni, a causa della morte del padre nello scoppio della turbina a gas nell’officina di famiglia, scoppio che provoca tredici morte. La disgrazia mette in difficoltà la famiglia e Virgilio deve abbandonare la scuola all’età di quindici anni, che frequenta con ottimi risultati, dando addio ai suoi sogni di studiare ingegneria. Il primo lavoro lo trova come meccanico in un’azienda di macchine tipografiche, lavoro che non stimola la sua creatività tecnica. Nonostante le difficoltà economiche, e con molti sacrifici, frequenta un corso serale di motoristi di aviazione, alla fine del quale ottiene il diploma con il massimo dei voti. In quel periodo emergono le qualità che saranno la forza di Virgilio Conrero per il resto della sua vita: nessun compromesso con la mediocrità e ricerca del massimo risultato sia da parte sua sia da parte dei suoi collaboratori.

Il brevetto da motorista nel 1934 gli apre le porte di Fiat Aviazione, dove trova impiego nella sala prove motori d’aviazione sperimentali, sicché durante la Seconda Guerra mondiale presta servizio in aeronautica come meccanico degli aerei; finita la guerra e in pieno caos post bellico Virgilio Conrero, la Fiat non ha possibilità di reimpiegare Conrero nel settore aeronautico. Ciò lo delude fortemente, perciò lascia l’azienda torinese e nel 1948 inizia la collaborazione con l’ingegner Savonuzzi per elaborare le Cisitalia, nel raggiunge la famiglia, sfollata a Quincinetto, alle porte della Valle d’Aosta.

A pochi chilometri da casa, già in Valle d’Aosta, fonda a Pont Saint Martin insieme all’ingegner Savonuzzi, progettista della Cisitalia, fonda la Società Valdostana Automobili realizzando vetture da competizione per piloti quali il biellese Giovanni Bracco, fra le quali una monoposto di Formula 3 con motore Guzzi 500 e una Formula 1 con motore sovralimentato che fa faville al Circuito di San Remo nel 1950 con l’elvetico Rudi Fisher, anche se è costretta al ritiro anzitempo.

La SVA chiude i battenti e nel 1952 Virgilio fonda l’Autotecnica Conrero (che resterà attiva fino al 1985) trasformando in auto da corsa soprattutto le berline Alfa Romeo. Realizzando inoltre una vettura denominata Conrero-Alfa con motore 2 litri prima e 1150 poi, costruita in un esiguo numero di esemplari e, contemporaneamente prepara alcune Lancia Aurelia. Attività che non tarda a regalargli soddisfazioni, come la vittoria dell’Alfa Romeo Giulietta elaborata da lui nel Tour Corse del 1957 con Michel Nicol-Roger de la Geneste. In seguito, Virgilio Conrero ritorna a Torino, aprendo la sua officina in Via Mombasiglio. Nonostante si sia in pieno boom economico, che si riflette anche sul mondo dell’automobile, con nuovi modelli presentati a tamburo battente, e la voglia degli automobilisti di avere “qualcosa in più” dalle loro automobili, sia a livello estetico sia a livello prestazionale.

Come ad esempio nel 1953 quando l’elvetico Robert Felhlmann commissiona a Conrero una vettura su base Alfa Romeo 1900, disegnata da Savonuzzi per Ghia, una spettacolare berlinetta nell’eccitante linea “Supersonica” che però fu vista in pubblico solo in due occasioni (a Torino e alla partenza della Mille Miglia, targa svizzera GE 30030, che esce di strada sul percorso riportando gravi danni), prima che la stessa Ghia decida di continuare con questo modello, però motorizzato FIAT 8V. Il telaio viene portato in officina e la carrozzeria modificata con biposto spider che nelle mani di Gino Munaron vince la Sassi-Superga e in quelle di Gianni Balzarini alla Sassi-Superga di quell’anno. Nonostante sia vincente, la vettura vince ancora in Belgio e poi non si vede più in gara. Nel 1958 Conrero si dedica alla realizzazione di una velocissima Formula Junior la neonata categoria, con disegno di Michelotti e motore 1100 TV in grado di raggiungere i 200 km/h. Se è vero che nessuno è profeta in patria, le piccole monoposto di Virgilio Conrero ottengono un successo importante in Francia, con trenta vetture vendute motorizzate Peugeot 203. Nonostante tutto anche lo sviluppo di questa vettura viene abbandonato. Anche perché Conrero è impegnato nella realizzazione della 1150 Sport Le Mans, motore Giulietta 1300 ridotto di cilindrata, disegno ancora di Michelotti, che ancora una volta si mette in mostra nella 24 Ore di Le Mans del 1960 con De Leonibus-Costen, dov’è nettamente al comando della sua categoria, prima di ritirarsi per la rottura di un semiasse, lontano dia box. Ritiro replicato anche alla Targa Florio dello stesso anno. Vettura cui fa seguito la 2000 Sport Desmo, ancora una volta disegnata da Michelotti, che adotta un telaio di derivazione Osca con motore Alfa Romeo che si segnala per essere la prima vettura italiana a montare i freni a disco. Nei test di prova prima delle gare la vettura rompe un semiasse e viene abbandonata, per venire ritrovata intatta (con il semiasse rotto) vent’anni dopo. Con Michelotti costruirà anche una Triumph-Conrero che avrebbe dovuto partecipare alla 24 Ore di Le Mans del 1961, progetto non andato in posto per il ritiro della commessa.

Le vetture elaborate da Conrero vincono ovunque. Nel solo 1958 conquista quasi sessanta vittorie di cui 15 assolute, il titolo italiano nel Trofeo Montagna Classe 1300 con Carlo Maria Abate, Ada Pace, in arte “Sayonara” il titolo femminile e Bernard Costen il titolo francese.

Nonostante il successo delle auto che escono dall’officina del “Mago” come cominciano a chiamarlo all’epoca, Conrero deve stringere cinghia per la sua onestà intellettuale che lo porta a non scendere a compromessi e a non permettere che chi lavora con lui ne soffra, lasciando in disparte la sua attività di costruttore per concentrarsi su quella immediatamente redditizia di preparatore. Sono molte le personalità che passano a far visita a Conrero: nomi importanti come Juan Manuel Fangio, Nino Farina (i piloti più vincenti in Formula 1 in quegli anni), il giovane Jochen Rindt, il principe Ranieri di Monaco, grande appassionato di auto come i VIP dell’epoca, che amano intrattenersi con Virgilio Conrero o dividere con lui, gran buongustaio, un piatto in trattoria.  

Nel 1961 assieme a Renato Businello e Alejandro De Tomaso costruisce due monoposto di Formula 1 denominate De Tomaso-Conrero con motore Alfa Romeo Giulietta 1500, che si schiereranno con al volante Trintignant, Vaccarella e lo stesso Businello.

In quegli anni si cimenta anche con vetture di altre marche, quali le Renault Gordini, sulle quali si schierano nei rally piloti del calibro di Arnaldo Cavallari, Alcide Paganelli e Amilcare Ballestrieri.

La partnership con l’Alfa Romeo durò fino al 1969, anno in cui tagliò il traguardo della sua millesima vittoria, a causa dell’arrivo in Alfa l’anno precedente di Carlo Chiti, ma il Mago si prende ancora La soddisfazione di battere le Alfa ufficiali con le sue Alfa Conrero a Monza.

Dal 1965 Virgilio Conrero allarga i suoi orizzonti elaborando vetture Ford, Honda (esiste una foto con dedica di Sochiro Honda), Isuzu, Mitsubishi e Toyota.

Nel 1970 Conrero inizia a preparare le Opel Commodore 2.8 e 3 litri e Opel 1.9 GT, imbattibili nei rispettivi campionati turismo, spesso davanti alle vetture ufficiali della Casa. Nel 1972 conquista il campionato italiano  rally nazionale con Brai-Rudy su Opel Kadett Gruppo 2; che l’anno successivo bissano il successo con l’Opel Ascona SR in Gruppo 1, mentre nel 1974 a Presotto-Perissinot vincere questo titolo. Nel 1975 tocca a Lucky-Braito con l’Opel Ascona nei rally nazionali e Brai-Rudy con la Commodore nell’italiano vincere i titoli di categoria, vincendo anche nelle gare di velocità soprattutto con Pianta. Dal 1976 Conrero focalizza tutta la sua attenzione nei rally anche per l’arrivo della corsaiola Opel Kadett GT/E che esordisce a marzo al Rally Team ‘971, vincendo a fine anno il titolo Gruppo 2 con Ormezzano-Rudy e Gruppo 1 con Presotto-Perissinot. Il fatto che le Opel di Conrero siano vincenti porta alla corte del Mago giovani piloti del calibro di Dario Cerrato, Maurizio Verini, Miki Biasion, Tonino Tognana. Nel 1980 arriva anche Tony Fassina ed è una grandissima stagione per Virgilio Conrero nei rally che sfiora nell’annata di esordio il titolo italiano assoluto. L’anno successivo la sua Opel Ascona 400 della squadra ufficiale General Motors Italia vince il Campionato Italiano Rally con Tony-Rudy, bissato nel 1982 con il titolo continentale ancora  con Tony-Rudy davanti alle vetture di Opel Germania. Intanto i successi crescono e tagliano il traguardo delle 3000 vittorie. Però è anche il momento delle vetture Gruppo B a quattro Ruote Motrici che Conrero cerca di contrastare con la Manta 400 che non ha però il potenziale tecnico di competere con Audi, Peugeot e Lancia. Dopo mezzo secolo di competizioni Virgilio Conrero non ha più la forza e la brillantezza dei suoi esordi. Anche perché è ammalato e muore a Torino il 6 gennaio 1990.