Buon compleanno Dario Cerrato

Il re dei rally italiani ed europei della seconda metà degli anni Ottanta festeggia oggi il suo settantesimo compleanno. E lo fa nella tenuta “La Felicina” di Cherasco, dove vive con la moglie Titta coltivando viti e noccioli. Foto apertura Marco Boccardi/Zoom Biancolli

CORNELIANO D’ALBA (CN), 28 settembre 1951 – È uno dei grandi nomi del rallismo italiano. Senza stare a fare classifiche che fanno solo perdere tempo nei bar, Dario Cerrato siede a buon diritto nell’Olimpo dei grandi rallisti a livello mondiale. E non soltanto per i titoli che ha conquistato: due europei (1985, Lancia 037; 1987, Lancia Delta HF), sei titoli italiani (1985 Lancia Rally, 1986 sia italiano sia Open su Lancia Delta S4, 1988 Delta HF 4WD, 1989 Delta Integrale, 1990 Delta 16V, 1991 Delta 16V). Ma soprattutto per essere stato uno dei protagonisti di una stagione che proponeva moltissimi piloti di altissimo livello, contro i quali Cerrato ha dovuto gareggiare, creando sempre grandi rapporti di amicizia.

Al suo grandissimo palmares manca una vittoria nel mondiale (miglior risultato al Sanremo 1986 in cui concluse secondo assoluto con la Delta S4), ma anche sulle speciali ridate ha saputo farsi onore, anche se in quelle occasioni non ha mai avuto il supporto che gli sarebbe servito per svettare fra i big del mondiale. Secondo il sito di statistiche eWRC Dario Cerrato ha disputato 182 gare vincendone 42. Nel mondiale ha disputato 21 rally (oltre al Sanremo 1986, poi annullato dalla FIA), esordendo al Rallye Sanremo 1974 con Geppi Cerri su Opel Ascona, chiudendo la carriera iridata con un ritiro sempre a Sanremo nel 1993 su Delta HF  affiancato da Lucio Guizzardi. Vincendo 26 prove speciali e siglando 93 punti, niente male per uno che ha disputato una sola stagione con i gradi di ufficiale (1981), mentre nelle altre stagioni è sempre stato di supporto ai piloti che partecipavano al mondiale.

Sempre le statistiche dicono che ha preso parte a 88 rally di campionato europeo vincendone 25, a cominciare da un Rally dell’Isola d’Elba del 1977 su una Opel Kadett GT/E navigato dal fratello Gigi, per chiudere nel 1994 capottando al Rally Costa Smeralda a fianco di Carlo Cassina. Centrando la prima vittoria continentale al Costa Smeralda 1985 con Geppi Cerri sulla Lancia 037, e l’ultima al Piancavallo 1991 sempre con Cerri su Delta 16V.

Soprattutto Dario Cerrato è un grande appassionato di sport, tanto da avere iniziato la sua carriera nel mondo dei motori con il motocross, fino a quando, assieme a Geppi Cerri, amico e compagno di università andarono a vedere il Rally di Sanremo del 1972 restandone affascinati entrambi. “Questo sport è sufficientemente pericoloso” commentò allora il giovane cuneese “mi piace”. E fu così che convinse il fratello maggiore Gigi a cedergli la sua Fiat 124 spider per disputare il Rally della Lana del 1973. Una vettura assolutamente stradale che non aveva nemmeno il tetto rigido. Il pegno da pagare era accogliere come navigatore il fratello Gigi, che forniva la macchina, pagava la benzina  e tutte le spese. I fratelli Cerrato ci sanno fare, soprattutto Dario e chiudono noni assoluti. Da quel momento inizia la splendida carriera di Dario Cerrato, che si impegna professionalmente nel mondo delle corse (a differenza di quanto faceva nelle aule universitarie) e cresce giorno dopo giorno. L’anno successivo compra da un pilota finlandese una Fiat 125 Gruppo 1Un vero bidone” ricorda adesso, ma non si ferma e appena può passa alla più performante Opel Ascona.

E l’Ascona è la vettura che lo porta alla corte del burbero, ma grande appassionato Virgilio Conrero. Che vede in Cerrato il pilota che può portare in alto le sue vetture in classifica. E così è soprattutto con la successiva Kadett GT/E con la quale Cerrato si inserisce ai vertici delle gare, anche se la vettura è solo una Gruppo 1; ma nelle mani di Dario Cerrato fa scintille, anche in confronto ai big del campionato italiano. E nel 1979 con una Opel Kadett GT/E, affiancato da Lucio Guizzardi conquista perentoriamente la sua prima vittoria al Rally Team ‘971. È la prima di una lunga serie. Dopo la Kadett GT/E arriva l’Ascona SR, poi la poderosa Ascona 400 con la quale Cerrato riesce a mettere in difficoltà lo squadrone ufficiale FIAT.

A fine 1980 Dario Cerrato ha tutte le carte in regola per tentare l’assalto al tricolore nella stagione successiva. È il pilota di punta della Opel, ha al suo fianco Virgilio Conrero e la sua squadra. Ma proprio mentre sta firmare il contratto con la filiale italiana della Opel ecco arrivare la chiamata dell’Abarth che gli propone un impegno nel mondiale. Come essere sordi a una simile sirena?

Dario Cerrato accetta, ed è una delle stagioni più difficili della sua carriera. La Fiat 131 Abarth, nonostante sia la campionessa iridata in carica, è invecchiata di colpo con l’arrivo delle Audi quattro. E non solo. Cerrato, soffre, fatica, mostra le sue capacità riuscendo a vincere tre prove speciali, ma non va oltre un deludente ottavo posto al Sanremo, affiancato da Lucio Guizzardi.

È demoralizzato, pensa di smettere e di occuparsi degli affari di famiglia.

Ma è proprio la famiglia che glielo impedisce, a cominciare dalla moglie Titta, presenza costante anche se molto discreta, al suo fianco. Riparte da privato. Al suo fianco torna Geppi Cerri, con una Opel Ascona 400 per i colori dei Magazzini dell’Auto. E fa nuovamente scintille sulle prove speciali italiane e solo la sfortuna gli impedisce di conquistare quel titolo che meriterebbe. Nel frattempo si riavvicina al sanguigno Conrero, che non aveva certo gradito il passaggio in FIAT. E nel 1982 è il pilota ufficiale della squadra dei concessionari Opel, prima con l’Ascona, poi con la Manta 400, restando al volante della  vettura di Rüsselsheim fino alla fine del 1984.

A fine 1984 arriva nuovamente la chiamata dell’Abarth. Questa volta non è più una sirena senza consistenza, ma una squadra che ha bisogno di un pilota che sia in grado di andare a lottare e soprattutto vincere, con i più tosti avversari a livello italiano ed europeo. E Cerrato è l’uomo giusto e ripaga la squadra torinese di successi a ripetizione.

Gioca anche a chauffeur in un paio di occasioni, disputando il Rallye di Montecarlo del 1989 con il giornalista Gianni Vasino. E che non sia proprio una passeggiata lo dimostra il fatto che i due portacolori del Martini Racing chiudono settimi assoluti. Non male per una gara in cui Dario ha guidato a vista dal primo all’ultimo metro. Altra avventura estemporanea nel 1997, quando Cerrato affronta il Montecarlo al volante di una Cinquecento Sporting affiancato da Luca Bartolini, in quella che è praticamente la sua ultima gara “seria” in carriera, alla quale hanno fatto seguito alcune rare apparizioni in manifestazioni ed eventi come RallyLegend del 2011, dove si è schierato al via affiancato da Geppi Cerri.

Da quindici anni Dario Cerrato e la moglie Titta vivono nel paradiso della tenuta “La Felicina”, a Cherasco, così chiamata in onore della madre del campione, coltivando viti, nocciole e allevando cavalli, grande passione della figlia Roberta. Non hanno trasformato la tenuta in un nostalgico santuario del rallismo che fu. Ma se lo si va a trovare Dario è ben lieto di parlare del suo passato. Davanti a un bicchiere di nebbiolo, delle sue vigne.