Buon compleanno Ferdinand, creatore del mito di Stoccarda

MAFFERSDORD (oggi Vratislavice nad Nisou, Repubblica Ceca), 3 settembre – Ferdinand Porsche nacque il 3 settembre 1975, a Maffersdorf, una località della Boemia, all’ora facente parte dell’impero Austro-Ungarico, passato alla storia per aver creato il “Maggiolino” Volkswagen e fondato la casa automobilistica che porta il suo nome: la Porsche.

La famiglia Porsche era una di religione cattolica di ispirazione calvinista. Terminata la scuola superiore, sul finire del secolo, Ferdinand Porsche si trasferisce a Vienna, all’epoca una delle capitali più importanti del mondo che sta vivendo la gioia della Belle-époque. Porsche lavora alla Béla Egger Electrical Company, studiando la sera presso l’Università Tecnica Imperiale di Reichberg. Nel 1898 Porsche, divenuto uno dei progettisti della società, realizza la Egger-Lohner C.2 Phaeton (oggi definita come Porsche P1), riuscendo a inserire un motore elettrico direttamente sul mozzo delle ruote, vettura che vince una gara per veicoli elettrici il 29 settembre 1899, su un percorso di 40 chilometri, molti dei quali in salita, nonostante avesse a bordo tre passeggeri, con ben 18 di vantaggio sulla concorrenza. L’anno successivo si svolge l’Esposizione Universale di Parigi dove è esposta la “Semper Vivus Lohner Porsche” la prima vettura ibrida della storia accoppiando due motori elettrici e due motori a scoppio, divenendo anche una vettura quattro ruote motrici. Una vera rivoluzione tecnica. La Sempre Vivus raggiunge i 35 km/h orari ed ha un’autonomia di 80 chilometri.

Nel 1906, viste le sua capacità tecniche, Ferdinand Porsche viene nominato direttore tecnico della Austro-Daimler di Wiener Neustadt, dove progettò una vettura che gli consenti di vincere una vettura in grado di raggiungere i 140 km/h, grazie anche all’aerodinamica particolarmente avanzata e vincere una gara. Nel periodo bellico l’Austro Daimler costruisce motori per aeroplani e trattori industriali progettati da Porsche. Nel 1917 Ferdinand Porsche viene nominato direttore generale della società e nel 1922 presenta la “Sascha” una vettura di appena 1100 cm3, che partecipa alla Targa Florio imponendosi nella propria categoria.

Nel 1923 Ferdinand Porsche si trasferisce a Stoccarda come direttore tecnico della Daimler-Motoren-Gesellschaft, entrando a far parte del consiglio di amministrazione della società. Realizzando per la Casa tedesca la Mercedes che otterrà la vittoria assoluta alla Targa Florio del 1924. Nel 1929 torna in Austria per assumere la direzione tecnica della Steyr-Werke AG, ma appena due anni, nel 1931 è nuovamente a Stoccarda dove fonda lo studio di progettazione Dr. Ing. h.c. F. Porsche GmbH . potendo contare sulla collaborazione del figlio Ferry.

Allo studio Porsche si rivolge l’Auto Union per la progettazione della monoposto da Gran Premio P-Wagen, rivoluzionaria vettura monoscocca in alluminio con motore posteriore 16 cilindri a V, che si imporrà nelle più importanti competizioni automobilistiche conquistando nel 1937 il record di velocità a 406,321 km sull’autostrada Francoforte-Darmstad con Bernard Rosemeyr, pilota che perderà la vita nel gennaio successivo in un nuovo tentativo di record dopo aver toccato i 429,594 km/h. Porsche, però, in quel periodo non si occupava solo di auto da record e competizione, ma anche della vettura fortemente voluta da Adolf Hitler a partire dal 1934 che voleva un’auto del popolo (Volks Wagen) che costasse solo 1000 marchi, cifra che corrispondeva allo stipendio di un operaio, iniziando così un’azione di massa. Nel 1938 Ferdinand Porsche presentò il suo progetto della Volkswagen Typ 1, nota come “Maggiolino” che avrebbe dovuto essere costruito nello stabilimento di Wolfsburg (Borgo del Popolo) città creata appositamente in Bassa Sassonia attorno allo stabilimento. Sfruttando il lavoro di progettazione della Typ-1 Porsche inizio a progettare la Porsche Type 64, prima vettura a marchio Porsche, una vettura sportiva dall’aerodinamica esasperata che avrebbe dovuto partecipare alla gara Berlino-Roma del 1939, mai corsa. Le capacità tecniche di Ferdinand Porsche furono sfruttare dai governanti tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale per la realizzazione di carri armati fra cui il famoso Panzer VI Tiger (1941) e una versione militare del Maggiolino denominata Kübelwagen, da cui derivò una versione anfibia chiamata Schwimmwagen.

Nel 1944 Stoccarda iniziò a essere bombardata dagli aerei alleati, perciò Porsche trasferì la famiglia e il suo studio di progettazione a Gmünd in Austria. Catturato dai soldati francesi e accusato di collaborazionismo, Ferdinand Porsche venne incarcerato in Francia dove rimase venti mesi, probabilmente a seguito dell’idea dei francesi di estorcergli una collaborazione e progetti da utilizzare per la loro industria. Porsche venne liberato solo dopo che l’industriale torinese Piero Dusio pagò un ingente riscatto, al fine di convincere Porsche a progettare la sua Cisitalia di Formula 1. Tornato a Gmünd nel giugno 1948, Ferdinand Porsche avviò la produzione dentro una vecchia segheria della sua Porsche 356, evoluzione della Porsche Type 64, che diffuse il marchio Porsche in tutto il mondo. Ferdinand Porsche morì a Stoccarda, il 30 gennaio 1951 a causa di un infarto, secondo molti provocato anche dai patimenti vissuti nelle carceri francesi.