Buon compleanno Jean, nato per vincere

Il grande stratega francese, attuale presidente della FIA, ha conquistato quattro titoli ridati nei rally con Peugeot e 14 in Formula 1 con Ferrari. Testo curato da Tommaso M. Valinotti

PIERREFORT (Francia), 25 febbraio – Jean Todt è nato a Pierrefort, un piccolo comune nella regione Alvernia-Rodano Alpi, il 25 febbraio di 75 anni fa. Figlio di un medico, appassionato da sempre di motori, durante gli studi si dedicava alla riparazione di vetture insieme a un gruppo di amici. Dopo una brillante carriera da copilota, durata dal 1966 al 1981, ottenendo il titolo mdi vice campione del mondo nel suo ultimo anno di attività, a fianco di Guy Frénquelin, diventa direttore sportivo di Peugeot Talbot Sport, posizione che mantiene dal 1982 al 1993. Conquistando, fra l’altro, due titoli iridati piloti e due titoli iridati costruttori nel 1985 e 1986, quattro volte la Parigi-Dakar, la Pikes Peak Hill Climb (1988), il Trofeo Andros nel 1990, il Campionato Mondiale Sport Prototipi piloti e costruttori del 1992 e due volte la 24 Ore di Le Mans (1992 e 1993).

Dal 1 luglio 1993 diventa direttore sportivo della Scuderia Ferrari centrando otto titoli mondiali Costruttori e sette piloti, carica che mantiene fino al 2007 diventando anche direttore generale della Scuderia Ferrari. Dal 23 ottobre 2009 è presidente della FIA Fédération Internationale de l’Automobile.

Jean Todt ha disputato come navigatore 124 gare, vincendone 15. Prima gara il Rallye International de Picardie del 1966 su Renault 8 Gordini, conquistando la prima vittoria assoluta nel 1968 al Rallye Lyon Charbonnières-Stuttgard Solitude dettando le note sull’Alpine di Jean Claude Andruet. Nel campionato mondiale rally Jean Todt ha disputato 54 gare, vincendone 4: Rally di Polonia nel 1973 (con Achim Warmbold, 124 Abarth), Rally d’Austria nel 1973 (con Achim Warmbold, BMW 2002 Tii), Rally del Marocco nel 1975 (con Hannu Mikkola, Peugeot 504), Rally di Argentina nel 1981 (con Guy Fréquelin, Talbot Sunbeam Lotus), salendo 14 volte sul podio, segnando il miglior tempo in 63 prove speciali. L’esordio di Todt nel mondiale avvenne al Rallye Montecarlo del 1973, chiuso al secondo posto a fianco di Ove Andersson su Alpine Renault. Chiuse la carriera come navigatore al RAC 1981, con Guy Frénquelin su Talbot Sunbeam Lotus, dovendosi fermare anzi tempo per un problema alla pompa benzina, riuscendo a terminare il campionato al secondo posto nella classifica piloti, contribuendo comunque al successo della Talbot Sunbeam Lotus nel campionato mondiale costruttori. In carriera Jean Todt ha dettato le note a piloti del calibro di Guy Chasseuil, Jean Pierre Nicolas, Rauno Aaltonen, Ove Andersson, Hannu Mikkola, Jean-Pierre Beltoise (con cui ha vinto il Tour de France del 1970 su Matra MS 650), Bernard Consten, Jean-François Piot, Achim Warmbold, Jean Guichet, Jean-Claude Lefébvre, Timo Mäkinen e Guy Frénquelin.

Dotato di grandi capacità organizzative e strategiche, a fine 1981 lascia il sedile del navigatore e si occupa della gestione della squadra Talbot, marchio in orbita Peugeot, diventando il trait d’union con la FIA. Nel 1982 crea il reparto Peugeot Talbot Sport, dando il via al progetto Peugeot 205 Turbo 16 per dare l’assalto al mondiale rally, oltre alla Peugeot 405 Turbo 16 (realizzata per la Parigi-Dakar e la Pikes Peak) e Peugeot 905 schierata a Le Mans e nel mondiale Prototipi.

Nel 1984 Jean Todt guida il ritorno nel mondiale rally di Peugeot e nei due anni successivi conquista il titolo mondiale Costruttori e piloti con Timo Salonen (1985) e Juha Kankkunen (1986). L’abolizione del Gruppo B da parte della FIA nel 1987 porta Todt a schierare nei raid le 205 Turbo 16, che allora ottengono un grande riscontro mediatico, in particolare la Parigi-Dakar che la marca del Leone conquista quattro volte consecutivamente dal 1987 al 1990 con Ari Vatanen e Juha Kankkunen, a volte con mosse scenografiche, come decidere quale pilota Peugeot debba vincere la maratona africana del 1989 lanciando la moneta davanti ai riflettori della televisione. Altro terreno di sfida è la gara in salita Pikes Peak Hill Climb, in Colorado, vinta nel 1988 dalla Peugeot di Ari Vatanen.

Dopo questi successi il Gruppo PSA decide di frequentare rally e maratone africane con il marchio Citroën, mentre Peugeot si dedica alla 24 Ore di Le Mans con la 905 che vince nel 1992 e nel 1993, anno in cui il prototipo francese conquista tutti e tre i gradini del podio. È il canto del cigno di Jean Todt in Peugeot, che dal 1 luglio di quell’anno passa al timone della Scuderia Ferrari, debuttando come direttore sportivo nel GP di Francia a Magny Cours con Gerhard Berger solo 14° e Jean Alesi ritirato. La Ferrari di quegli anni è in forte crisi tecnica e dirigenziale e tocca Jean Todt ristrutturare la scuderia per riportare quel titolo piloti che manca dal 1979. Il primo successo di Todt come DS Ferrari arriva al Gran Premio di Germania dell’anno successivo (erano quattro anni che una Ferrari non vinceva un Gran Premio) un’iniezione di fiducia per la squadra, anche se Berger chiude terzo nel mondiale staccatissimo da Michael Schumacher e Demon Hill.

A fine 1995 Jean Todt riesce a ingaggiare Michael Schumacher, fresco del doppio titolo iridato 1994 e 1995, che nel 1996 vince tre gare e chiude terzo nel mondiale. Nel 1997 Schumacher vince cinque gare e lotta alla pari con Jacques Villeneuve, ma viene squalificato per una manovra scorretta in Spagna. Nel 1998 e 1999 il titolo piloti sfugge ancora, ma la Ferrari ottiene il titolo Costruttori. Il titolo piloti arriva l’anno dopo iniziando una striscia di cinque titoli mondiali consecutivi per Schumacher (2000/2004) e sei consecutivi Costruttori (1999/2004), titoli che Todt conquisterà ancora in entrambe le categorie nel 2007 e 2008 con Kimi Raikkonen.

Dal 1 giugno 2004 Jean Todt diventa direttore generale della Ferrari incarico che mantiene fino al 31 dicembre 2007; il 25 ottobre 2006 diventa amministratore delegato della Scuderia Ferrari rimanendo in carica fino al 18 marzo 2008, rimanendo nel consiglio di amministrazione della Casa del Cavallino fino al marzo 2009, quando lascia Maranello dove ha conquistato 106 vittorie nei Gran Premi e 14 titoli mondiali.

Il 23 ottobre 2009 viene eletto presidente della FIA, presidenza riconfermata il 6 dicembre 2013.