La foto del giorno: Elio Magnano con Sordo-del Barrio salta sul Monte Lerno

Foto Elio Magnano (www.fotomagnano.com)

PATTADA (SS), 19 maggio – Si farà, non si farà? Lo tsunami Coronavirus ha travolto anche il Rally Italia-Sardegna, in programma dal 4 al 7 giugno prossimi. Elio Magnano aveva già pronte le macchine fotografiche per l’ennesima trasferta in terra sarda, luoghi che ormai per lui sono di adozione, per inventarsi nuove immagini dei protagonisti del mondiale rally. In questi giorni, in attesa che la situazione si chiarifichi, ha sfogliato il suo immenso archivio ed è andato a recuperare una spettacolare immagine dei vincitori della scorsa edizione Dani Sordo-Carlos del Barrio, veri aviatori con la loro Hyundai i20 WRC al Miky’s Jump sulla prova del Monte Lerno, con la speranza che il reporter saluzzese possa fornirci quanto prima le immagini della prossima edizione.

Rallisti ai tempi del Coronavirus. Davide Peruzzi: “Pensavo di fare tutto il CIRAS, invece ho lavorato sulle macchine storiche in concessionaria. Ma sono ponto a ripartire. Anzi. L’ho già fatto”

Non ci sarà il Rally del Piemonte, rally del quale è nello staff organizzativo. Sono saltate le prime gare stagionali. Il settore auto è in crisi. Ma Davide Peruzzi non perde il suo ottimismo e pensa già a quando tornerà a mettere il casco in testa (non importa se in auto e o in moto) e all’organizzazione del rally monregalese per il 2021. Nel frattempo ha ripreso a lavorare nella sua concessionaria, cercando di ridurre al minimo i danni che il Coronavirus ha provocato. Testi di Tommaso M. Valinotti, immagini di Elio Magnano  (www.fotomagnano.com)

MONDOVÌ (CN), 19 maggio – Doveva essere una stagione di grandi avventure rallistiche e organizzative. Davide Peruzzi si preparava a disputare tutto il CIRAS e le gare storiche di Zona a fianco di Pierangelo Pellegrino; nel frattempo lavorava sodo con gli organizzatori di AeffeSport per proporre un Rally del Piemonte ancor più bello e accattivante della scorsa edizione. Il Coronavirus ha rimandato il rally monregalese al 2021, mentre ancora non si sa quali rally verranno organizzati. Ottimista come sempre, però, il rallista monregalese ha ripreso a lavorare in concessionaria, ha riabbracciato i familiari che non ha visto per due mesi e soprattutto è tornato in sella alla sua moto. Continuando a coltivare i suoi sogni. Perché quelli non muoiono mai.

Qual è stata l’ultima manifestazione cui hai partecipato? – “Come navigatore ho partecipato alla Grande Corsa a Chieri a fianco di Pierangelo Pellegrino. Dopo 13 gare con la 131 Abarth per la prima volta ci siamo schierati con la BMW M3 che era stata di Gianni Sappa. Una vettura vincente, che però era ferma da 13 anni e sentiva la ruggine dell’inattività. La gara è stata molto bella, anche se le condizioni erano difficili, specie al mattino con l’asfalto viscido per la pioggia notturna. Se aggiungiamo che sulla prima prova ha picchiato la Stratos che partiva immediatamente davanti a noi è facile capire come sia stata sofferta la gara. Alla fine siamo arrivati, anche se sulle ultime prove l’esuberante motore della BMW M3 girava a tre cilindri. Tre settimane prima ero stato impegnato con lo staff di AeffeSport nell’organizzazione e gestione del Rally del Piemonte. Una gran bella soddisfazione perché la gara ha vissuto i suoi momenti pubblici per la prima volta in centro a Mondovì. Un rally che non ha fatto tutti gli iscritti che merita solo perché attualmente non ha alcuna titolazione; ma le prove sono piaciute a tutti i concorrenti e la cornice è stata perfetta nonostante la pioggia. Con AeffeSport abbiamo preferito rinunciare all’edizione 2020 per prepararci all’edizione 2021 quando torneremo con un rally ancora più bello, sia per i concorrenti, sia per il pubblico sia per gli sponsor”.

Quali sono stati i rally hai saltato? – “Eravamo in procinto di partire per il Vallate Aretine, che è stato in forse fino all’ultimo momento e poi rinviato a data da destinarsi. Abbiamo saltato anche il Sanremo Storico il Targa Florio e il Valli Cuneesi”.

Quali erano i tuoi programmi per il 2020? – “Con Pierangelo Pellegrino avevamo pianificato di disputare, per la prima volta tutto il CIRAS, il Campionato Italiano Rally Auto Storiche, e la Coppa Michelin Storica. Per la prima volta avremmo disputato gare affascinanti che non avevamo mai fatto, quali il Targa Florio, il Sanremo e l’Elba. In programma avevamo anche alcune gare di zona come il Valli Cuneesi e il Monti Savonesi di ottobre. Speriamo di recuperare più gare possibile. Mi spiace per il Campagnolo Storico, in programma fine mese e rinviato a data da destinarsi. La gara ha sede a Isola Vicentina, poco distante da Due Ville, paese originario della mia famiglia e nel quale ho ancora dei cugini che vengono a fare il tifo. Mi manca anche il Valsugana Historic, previsto in provincia di Trento per il 25 aprile e rinviato a data da destinarsi, una gara che si svolge in un panorama splendido”.

A cosa hai dovuto rinunciare per l’emergenza Coronavirus? – “Ho dovuto rinunciare ai contatti con la mia famiglia. Io vivo a Mondovì con mia moglie Sara, mentre i miei genitori, i miei fratelli e nipote sono a Ceva. Non vederci è stato triste. Con il mio carattere esuberante è stato frustrante essere relegato in casa, senza poter fare, organizzare, incontrare gli amici, vedere gente. Mi sono mancati molto anche i giri in bici e in moto”.

Che cosa hai fatto in questo periodo di reclusione? – “All’inizio ero veramente terrorizzato. Sia per quanto riguarda lo stato di salute, in particolare dei miei genitori e della mia famiglia, sia per quanto riguarda la situazione economica che prevedevo si sarebbe creata. Dopo due settimane in cui ho vissuto malissimo la situazione, ho cominciato a lavorare. Avendo la concessionaria a Mondovì, mio comune di residenza, andavo in ufficio lavorando al computer e sistemando tutti quei documenti che nel periodo di normale attività non ci avevo messo mano. Ho anche lavorato sulle auto storiche che ho in officina; è stato rilassante perché potevo dedicarmi a loro senza la pressione del tempo e dei clienti che venivano a cercarmi. A casa mi sono dedicato a fare pane e pizza”.

Come è cambiata la tua vita dopo il 4 maggio, e cosa farai nel prossimo futuro? – “Inizialmente mi sono preoccupato per il mio lavoro. Il settore automobilistico nei due mesi di marzo e aprile ha perso il 97,5% e il Gruppo cui appartiene Meta stima di aver nel 2020 una perdita di 3,5 milioni di euro. Però sono una persona che vede sempre il bicchiere mezzo pieno. Ricominciare a lavorare, seppur a ritmi estremamente ridotti, ha significato rimettere in moto l’attività e me stesso. Ho ripreso a sistemare le macchine che non abbiamo consegnato per il Coronavirus e a incontrare i clienti. Certo è una cosa strana incontrarsi così, tutti con le mascherine, immersi nel gel igienizzante dopo essere stati passati allo scanner per la febbre. Ma dobbiamo farcene una ragione”.

Cosa bisogna fare per uscire da questa situazione di emergenza? – “Innanzi tutto dobbiamo crederci. Sia a livello sociale, sia come rallisti. La federazione deve aiutare gli organizzatori che avranno il coraggio di mettere a calendario le loro gare. Ripartendo con le gare si aiutano di conseguenza anche i preparatori, i più colpiti dalla crisi economica nel nostro settore. Gli aiuti possono essere di carattere economico ma anche snellendo la burocrazia e soprattutto riducendo drasticamente il personale inutile che gli organizzatori sono costretti a ospitare che esprimono spesso pareri contrari gli uni agli altri, mettendo in difficoltà chi deve portare avanti la gara”.

Come festeggerai il ritorno alla normalità? – “Non ho festeggiato il 4 maggio, festeggerò il giorno in cui metterò il casco in testa e mi troverò davanti al semaforo verde della prima speciale. In famiglia prepareremo una gigantesca braciolata tutti insieme e mi ritroverò con gli amici”.

Qual è il sogno nel cassetto? – “Sono uno che ha molti sogni del cassetto, perché i sogni sono la grande spinta a creare nuove idee, nuove emozioni nella nostra vita. Come rallista mi piacerebbe fare un rally commentandolo in diretta dal sedile del navigatore, come fece Dario Cerrato che nel 1989 disputò il Monte-Carlo affiancato dal giornalista Gianni Vasino. Quest’anno avevo in programma di disputare per la prima volta un rally storico su terra e avevamo messo a calendario il Costa Smeralda Storico. È a fine ottobre, vedremo se si riuscirà a fare. E poi ci sono le mie fantasie da motociclista, a cominciare dalla Parigi-Dakar, però troppo impegnativa sia a livello fisico, sia a livello economico. Pero qualche bel raid lo farò, tipo la Gibraltar Race, che quest’anno porta i concorrenti da Tallinn (Estonia) a Salonicco (Grecia), tutto su piste sterrate”.

Sito internet:  www.metamondovi.it

Pierangelo Pellegrino-Davide Peruzzi: dritti alla Meta

Foto Elio Magnano

MONDOVÌ (CN), 19 maggio – L’edizione 2019 del Rally del Piemonte ha avuto come focus geografico la struttura della COS-PEL nella zona industriale di Mondovì e la concessionaria Meta, sempre di Mondovì. Come già era successo nel 2019, la COS-PEL di Pierangelo Pellegrino è stata la sede della direzione gara, delle verifiche tecniche e sportive e dell’ampio parco assistenza.

Alla concessionaria META invece è toccato il compito di fornire le vetture di servizio a cominciare dalle Hyundai che hanno fatto da apripista lungo tutto il percorso e bella mostra di sé ai riordini e sulla pedana di arrivo.

Rallisti ai tempi del Coronavirus. Davide Peruzzi: “Dopo una vita trascorsa su due ruote, è bello passare al sedile del navigatore”

Il rallista monregalese ha un lunghissimo passato nel settore moto, ereditando la passione dall’intera famiglia paterna. Un quarto di secolo fa, si mette in proprio aprendo un distributore di benzina, primo passo verso il lavoro nelle concessionarie auto, arrivando ad aprire Meta, la sua concessionaria Hyundai nel 2014. Dall’incontro con Pierangelo Pellegrino nasce la possibilità di correre, e con lo staff di Aeffe Sport di entrare nel gruppo organizzativo del Rally del Piemonte. Testi di Tommaso M. Valinotti, immagini di Elio Magnano  (www.fotomagnano.com)

MONDOVÌ (CN), 18 maggio – Lo sanno tutti. È la famiglia che ti dà l’indirizzo di cosa farai da grande. Si sfugge poco a questa legge, nel bene o nel male. E Davide Peruzzi non ci ha nemmeno provato visto che l’indirizzo di famiglia era metterlo in moto. Moto come motocicletta. Con un padre Antonio che da giovane lascia la natia Vicenza per trasferirsi a Ceva, dove è inquadrato fra i motociclisti della Polizia di Stato; e l’aggravante di avere come zii tre sorelle e tre fratelli di papà, tutti motociclisti che, quando possono si ritrovano per farsi un bel giro in sella al loro cavallo di acciaio.

È così che Davide Peruzzi a sei anni si trova la sua prima moto per le mani, e appena può si mette in sella, stringendo forte il manubrio del Guzzi Falcone 500 di papà poliziotto. E crescendo, anche solo di pochi anni, nel cortile di casa ci sono il Motom 48 del nonno e anche una MotoBecane e una Vespa, che passo dopo passo e caduta dopo caduta il piccolo Davide demolisce per pezzo.

La moto, però, non rappresenta solo giri nel cortile, seppur facendo fatica ad arrivare ai pedali; ma è velocità, emozione, salita verso il cielo. E così a 14 anni arriva una Cagiva 125 WMX, la moto che ha conquistato il titolo di campione del mondo con Dave Strijbos, con la quale si schiera per la prima volta in gara nel crossodromo braidese dell’America dei Boschi, la mecca per i crossisti non solo della zona.

Fu una gara per me formidabile. Riuscii ad azzeccare la partenza e alla prima curva ero primo. Alla terza trovai mio padre che aveva saltato le reti, come il più indiavolato degli spettatori, che mi urlava ‘Vai piano’. Stava diluviando e non avevo la capacità di gestire la tensione della gara e caddi nel fango, si ruppe la leva della frizione, faticando a ripartire, concludendo comunque a ridosso dei primi dieci”. Un po’ più rilassato nella seconda manche concluse sesto, un buon risultato per la gara d’esordio.

Negli anni Davide Peruzzi gareggia sui campi da cross di tutta la penisola, da San Marino ad Ascoli Piceno, da Grottazzolina a Carpi.

La stagione nella quale mi sono divertito maggiormente è stato l’anno 2000 quando ho disputato il Trofeo Nazionale Honda, che si svolgeva in giro per l’Italia. Una stagione fantastica”.

Teoricamente il motocross non è uno sport di contatto, ma di contatti se ne registrano parecchi. Fra concorrenti qualche volta, altre volte contro il duro terreno.

Mi sono rotto di tutto: clavicola, polso, schiena e persino il coccige che vi garantisco è una frattura molto dolorosa. Era ora di smettere. Se non con la moto, almeno con le gare”.

Ma la passione per la moto è tale che Davide Peruzzi non demorde e coniuga le due ruote con le altre sue passioni: l’organizzazione di eventi e i viaggi. Crea un’associazione sportiva dal nome Motorbike World Tourer Adventures e organizza viaggi in moto da favola andando a esplorare l’Argentina e il Cile il primo anno, cui si aggiungono la Bolivia e il Perù nel secondo e traversate nel deserto tunisino per arrivare addirittura al giro del mondo realizzato dal centauro Davide Biga che dal maggio 2011 in un anno percorre 100mila chilometri a cavallo della sua Yamaha 1200 Super Ténéré.

La passione per la moto non è mai calata. Ho un Morini 175 di mio padre che mi piacerebbe mettere in salotto, oltre a una BMW 1150 GS con 160.000 chilometri fatti in vent’anni e una Honda CRF 450 X da rally con la quale mi tengo in forma”.

E con quella passione prosegue a esplorare nuovi settori, quali quelli dei moto-rally su due ruote che affronta con una Honda CRF 450, prendendo parte anche a una gara Radicofani (SI), sede di un rally automobilistico su terra.

I motori sono stati anche il mio mondo lavorativo a cominciare da una stazione di servizio per il carburante che ho aperto nel 1995 al lavorare nelle concessionarie auto fino ad aprire Meta nel 2014 una concessionaria mia a Mondovì” racconta oggi Davide Peruzzi.

E le concessionarie auto portano nei saloni molta gente. Alcuni semplici clienti, altri grandi appassionati che trovano terreno fertile nel confrontarsi con Davide Peruzzi.

Uno dei frequentatori era Vanni Fenoglio, con cui ho aperto una società nel 2007 che aveva la Stratos con la quale aveva corso Tiziano Borsa, e la 124 Abarth Gruppo 4 di Barbasio-Macaluso. Fu in quel momento che mi nacque la passione per le auto storiche. Ovviamente da rally”.

Altro personaggio di passaggio in concessionaria era Pierangelo Pellegrino, appassionato anche lui di auto storiche da rally e possessore di una 124 Abarth Gruppo 4 che i due amici usano per la prima volta al Valpantena, gara di regolarità spesso su neve che è l’eden dei rallisti.

I rally mi sono sempre piaciuti molto. Da piccolo abitavo a Ceva e mi portavano a vedere la speciale di Sale Langhe, su cui si sono svolte memorabili sfide nel 100mila Trabucchi (ricordo ancora il duello Cerrato-Zanussi) Limone, Monti Savonesi, Rally di Alba. Ma ero impegnato con le moto. Quando ho smesso non ho immediatamente trovato lo slancio di partire, ance se prima di fare il Valpantena con Pierangelo Pellegrino ho partecipato due volte alla gara veneta con una 131 Abarth e una Delta”.

Lo slancio a correre nei rally arriva il giorno in cui Davide Peruzzi trova una Fiat 131 Abarth preparata Gruppo 4 con la quale partecipare ai rally storici.

In quel momento avevo degli impegni economici in azienda e non potevo dirottare risorse, perciò stavo quasi per rinunciare. Ma Pierangelo Pellegrino era di tutt’altra idea e acquistò lui la vettura e ci schierammo al via del Rally Vallate Aretine del 2017”.

Come tutti i novizi di una specialità Pellegrino-Peruzzi arrivano senza troppe cognizioni di causa.

Diciamo pure che eravamo totalmente sprovveduti. Eravamo così preoccupati di sbagliare l’orario di partenza e siamo arrivati due ore prima. La gara fu difficilissima. Bruciammo la guarnizione della testa, ma non ci arrendemmo mai e passammo la pedana a spinta. Ma riuscimmo a passarla e fu una gioia”.

Ormai il germe dell’amore per le auto storiche era scoccato. Complice anche Mario Cravero che li coinvolse fin dall’inizio nella Michelin Historic Cup.

Ci innamorammo anche del Vallate Aretine, che si svolge davanti a un pubblico appassionatissimo, su prove speciali bellissime, organizzata perfettamente da Loriano Norcini e dal suo staff. Al punto che dopo l’esordio del 2017 siamo tornati nel 2018 e 2019, anche se non abbiamo mai avuto fortuna. E quest’anno eravamo pronti a ripresentarci”.

Dal sedile di destra Davide Peruzzi analizza il mondo dei rally storici con cognizione di causa:

I rally storici piacciono a chi li fa e a chi li segue. Ricordo ad esempio a un Valsugana Historic Rally a Borgo Valsugana (TN) il tifo della gente. Compresa una vecchina ottantenne che davanti a casa sua, in prova speciale, faceva il tifo per tutti gli equipaggi”.

Inoltre, la posizione di navigatore nelle storiche, gli permette di soddisfare la sua passione per l’organizzazione.

Nelle storiche non ci sono i parchi assistenza, ma si fa ancora l’assistenza volante come un tempo. Il navigatore non deve solo dettare le note e seguire il percorso, come accade con le moderne. Ma deve anche pensare a dove posizionare i mezzi assistenza, trovando i posti giusti e calcolare i tempi dell’assistenza e dei trasferimenti. Veramente eccitante”.

La passione per i rally unita alla capacità organizzativa di Davide Peruzzi non è sfuggita agli organizzatori del Rally del Piemonte che dal 2018 ha la sede di partenza a Mondovì.

Inizialmente ci fu un avvicinamento da parte del team di Aeffe Sport che cercavano degli sponsor, ma ci piacemmo e cominciammo a lavorare insieme. Io ho origini cebane e Ceva è uno dei fulcri della gara; nel 2018 il rally aveva bisogno di una nuova sede di partenza e li misi in contatto con Pierangelo Pellegrino che diede loro gli spazi e i moderni locali della sua azienda, la COS-PEL, dove effettuare verifiche, riordino, parco assistenza e direzione gara. Fu un successo perché la COS-PEL è una struttura che ampi spazi sia interni sia esterni, con i servizi necessari a una manifestazione come un rally, offrendo uno spazio per il parco assistenza nel quale i preparatori non devono litigare per un metro in più o in meno”.

Il successo organizzativo dell’edizione 2018 del Rally del Piemonte, ha spinto Antonio Ferrigno e lo staff di Aeffe Sport a ripetere l’esperimento nel 2019 coinvolgendo maggiormente Davide Peruzzi.

Il primo anno è stato necessario per conoscerci meglio e per capire se riuscivamo a lavorare bene insieme. L’anno successivo mi sono lasciato coinvolgere maggiormente, con piacere, potendo lavorare sul territorio e sulla Città di Mondovì, al punto che si è mantenuta direzione gara, verifiche e parco assistenza alla COS-PEL, perché struttura migliore non si può avere, ma abbiamo spostato i riordini e la pedana di partenza e arrivo nel cuore di Mondovì riuscendo a portare vicino alle macchine anche chi non è appassionato di rally, e quei bambini che forse diventeranno i piloti di domani”.

Nel 2020 il Rally del Piemonte non ci sarà, ma non per questo l’avventura è finita.

Abbiamo preferito lasciare libera la data ad altre manifestazioni. Appena finita la gara dello scorso anno abbiamo iniziato a lavorare per quella che avrebbe dovuto essere l’edizione del prossimo autunno. Non ci sarà, ma il lavoro non è sprecato perché ci stiamo già rimboccando le maniche per l’edizione 2021. Cercando di trovare nuove idee per renderla ancora più accattivante”.

Davide Peruzzi: “I rally sono belli, ma non voglio scendere dalla moto”

MONDOVÌ (CN), 18 maggio – Ha una concessionaria auto (Meta di Mondovì), ma i suoi quarant’anni da motociclista (la prima moto papà Antonio gliela comprò a sei anni) non li dimentica.

Davide Peruzzi, pur essendo diventato un navigatore dei rally storici e coinvolto nell’organizzazione del Rally del Piemonte non dimentica il suo primo amore, che coltiva ancora oggi a cavallo della sua BMW R1150 GS e con la Honda 450X Rally. E per darcene una dimostrazione ci ha inviato questa galleria di immagini che lo ritraggono in sella alle sue amate motociclette.

Davide Peruzzi, prossimo protagonista dell’intervista “Rallisti al tempo del Coronavirus” di www.kaleidosweb.com

 

Il navigatore monregalese è arrivato tardi ai rally distratto per i primi quarant’anni della sua vita da un’intensa passione per le due ruote. Appena entrato in questo mondo, ha saputo ricavarsi uno spazio importante. Testi di Tommaso M. Valinotti, immagini di Elio Magnano  (www.fotomagnano.com)

MONDOVÌ (CN), 16 maggio – Sarà Davide Peruzzi il protagonista della prossima doppia puntata delle interviste “Rallisti al tempo del Coronavirus” che sarà on line lunedì prossimo, 18 maggio e martedì 19, scritta da Tommaso M. Valinotti e illustrata dalle foto di Elio Magnano. Una figura entrata nel mondo dei rally da pochi anni, ma già fortemente presente nella specialità; come navigatore delle auto storiche e lo scorso anno attivissimo partner di Aeffe Sport e Comunicazione nell’organizzazione del Rally del Piemonte dell’autunno scorso.

La foto della settimana giorno: Enrica Bressi immortala Roberto Antonucci che scruta il futuro

CARMAGNOLA (TO), 16 maggio – Non ci sono gare ma c’è molto materiale. Specie fotografico. La rassegna “Rallisti al tempo del Coronavirus” che porta nelle pagine di www.kaleidosweb.com due personaggi la settimana, offre anche l’opportunità di andare a pescare nell’archivio di Elio Magnano miriadi di immagini, ognuna delle quali può esprimere qualcosa di particolare. E così abbiamo dovuto confrontarci, cambiando idea mille volte, fra la foto di Roberto Gobbin e Renzo Fraschia che festeggiano sul palco di Como il successo in R-GT, oppure ancora Gobbin-Fraschia che transitano al Controllo Orario in centro a Saluzzo nel Valli Cuneesi di qualche anno fa; due belle ragazze che rendono intrigante lo stand di WRT ad Automotoracing; Roberto ed Herbert Antonucci che si fanno fotografare con i meccanici e la loro macchina da gara sul carrello, oppure mentre sono impegnati con le rispettive mogli e amici in una cena sociale. Alla fine la scelta è caduta su un primo piano di Roberto Antonucci, casco in testa, concentrato in macchina che guarda al futuro della sua gara. Un’immagine scattata da Enrica Bressi, cognata del pilota nonché per anni impegnata a ritrarre gli equipaggi in prova speciale, che è un messaggio per tutti noi, invitandoci a guardare con serietà e ottimismo al domani che ci vedrà tornare alle gare

 

Rallisti ai tempi del Coronavirus. Roberto Antonucci: “Sarà festa il giorno in cui torneremo in prova speciale”

Il pilota-team manager di Winners Rally Team pronostica un lento, ma necessario ritorno alla normalità. Per far ripartire i rally e l’intera nazione. Nel frattempo sogna di recuperare il Portogallo in autunno e tornare sugli sterrati finlandesi. Testi di Tommaso M. Valinotti, immagini di Elio Magnano  (www.fotomagnano.com)

MILANO, 15 maggio – Recluso, ma operativo. Sia per quanto riguarda il suo lavoro di agente di commercio nel settore alimentare, sia per quanto riguarda la sua attività di team manager della scuderia torinese Winners Rally Team. Nel periodo di clausura per il Coronavirus Roberto Antonucci ha continuato a operare per telefono e via Skype per tenere vivo il suo lavoro e la sua scuderia. Alternando magari telefonate con i compiti del figlio Alberto e una sfida ai video giochi. Sperando di tornare presto a uscire, mettere il casco in testa in autunno al recuperato (se si farà) Rally del Portogallo mondiale, sognando di affrontare terra e dossi del Mille Laghi in un prossimo futuro.

Qual è stata l’ultima manifestazione cui hai partecipato? – “Come pilota ho fatto il Rally RACC Catalunya-Costa Daurada in Spagna di fine ottobre scorso, affiancato come sempre da mio fratello Herbert. È stata una gara splendida che ha visto me e mio fratello arrivare al traguardo con la piccola Renault Twingo R1, la più piccola vettura iscritta. La gara è bellissima e si corre fra gente appassionatissima di corse e su prove speciali molto belle. Per l’ultimo anno la gara si è svolta metà su asfalto metà su terra come i rally vecchia maniera. Come scuderia Winners Rally Team abbiamo dato appuntamento ai nostri amici ad Automotoracing di fine gennaio e inizio febbraio. Ancora una volta è stato un successo, con tanta gente passata nel nostro stand anche solo per scambiare quattro chiacchiere. Uno stand allestito in grande stile con molte vetture e un’area accoglienza. Se penso che nel 2012, alla nostra prima presenza nel salone torinese, avevamo prenotato pochi metri quadri ed esposto una sola vettura… ”.

Quali sono state le manifestazioni che hai saltato (annullato)? – “Con mio fratello abbiamo deciso di disputare una sola gara l’anno, ma nel mondiale. Quest’anno avevamo scelto la trasferta in Portogallo che era programmato dal 21 al 24 maggio. Per ora è stato rinviato a data destinarsi. Come scuderia abbiamo equipaggi presenti in quasi tutte le gare che si disputano nel Nord Italia e dal 23 di febbraio sono state rinviate tutte”.

Quali erano i tuoi programmi per il 2020? – “Come equipaggio io e mio fratello avevamo in programma la trasferta portoghese. Come scuderia i programmi erano molteplici a cominciare da Enrico Brazzoli che ha esordito con la Škoda R5 a Monte-Carlo e ha in programma come sempre alcune uscite nel mondiale rally, mentre Roberto Gobbin doveva fare le gare del Trofeo 124 Abarth rally nel campionato europeo. Jordan Brocchi aveva imbastito un programma di prestigio con la Škoda Fabia R5, mentre numerosi altri equipaggi avevano messo in cantiere una stagione particolarmente interessante ”.

A cosa hai dovuto rinunciare per l’emergenza Coronavirus? – “Sia per quanto riguarda il mio lavoro di agente di commercio sia per quanto riguarda l’attività di responsabile commerciale di Winners Rally Team non mi sono mai fermato. Operando nel campo della grande distribuzione nel settore alimentare, un comparto che non ha subito i disastrosi danni economici provocati dalla chiusura per Coronavirus, ho continuato a lavorare da casa con continuità. Al telefono, via Skype, per e-mail, sono sempre rimasto in attività. Ma sono rimasto a casa e anche se questo non mi ha lavorativamente danneggiato, ma mi ha infastidito la mancanza di liberta di uscire e andare in giro. Ma era necessario”.

Che cosa hai fatto in questo periodo di reclusione? – “Ho lavorato da casa. I responsabili commerciali delle aziende con le quali lavoriamo erano anche loro operativi in remoto. La direzione delle stesse azienda ha vietato le visite nei loro uffici. È stato un diverso modo di lavorare, ma non è stato dannoso. Ho anche seguito nell’attività scolastica di mio figlio undicenne Alberto e ho giocato molto con lui. Per i ragazzini la reclusione è stata più sofferta, specie per uno come mio figlio che fino a tre mesi fa era impegnato in mille attività che andavano dalle gare in kart alla pallanuoto. Le sfide con i videogiochi ci hanno salvato”.

Come è cambiata la tua vita dopo il 4 maggio, e cosa farai nei prossimi giorni? – “La ripartenza sarà molto lenta. Dal 4 maggio non sono ancora andato a un appuntamento lavorativo. Nei giorni scorsi ho portato l’auto a fare il tagliando in concessionaria ed è stato allucinante. Coda, tutti mascherati, nessuno che si avvicina, per entrare ti misurano la febbre. Mi sembrava di essere una bestia portata al macello. Anche se è necessario mi ha depresso molto. Per quanto riguarda Winners Rally Team abbiamo continuato a lavorare, sia io, sia mio fratello Herbert sia Carlo Valinotti tanto quanto prima e forse ancora di più. Abbiamo tenuto i contatti con i piloti e gli sponsor, abbiamo dato un segnale di vitalità continuando a uscire con la pubblicità sui giornali e proseguendo le nostre presenze in televisione”.

Cosa bisogna fare per uscire da questa situazione di emergenza? – “Bisogna ripartire e basta. Non si uscirà da questa crisi con le mezze misure. Occorre rimettere in moto l’economia e questo vale anche per i rally. Non credo che gli italiani siano così pazzi da non applicare le misure di sicurezza come distanza e mascherine. Il problema rally si pone nei parchi assistenza e nei momenti di partenza e arrivo. In prova speciale la gente si allunga già normalmente e lo farà ancora di più. I rally sono una festa di famiglia e amici. Vietare la loro presenza li snatura completamente. Dobbiamo ripartire, e presto perché temo che la metà delle aziende non riuscirà a riaprire i battenti per motivi economici quando verrà data loro l’opportunità di tornare in attività”.

Come festeggerai il ritorno alla normalità? – “La festa sarà tornare sui campi di gara. Sia quelli in pista con mio figlio Alberto nei kart, sia tornare a incontrare i nostri piloti nei parchi assistenza. Ho voglia di vedere gente. E sarà festa quando tutti riprenderanno a lavorare ”.

Qual è il sogno nel cassetto? – “I miei sogni nel cassetto sono rallistici. Sogno di tornare in prova speciale nel mondiale, magari se recuperano il Portogallo. E tornare in Finlandia. L’esperienza al S.M. OK Auto-Rally a Kouvola di due anni fa è stata fantastica. Quindi sogno di fare il Mille Laghi, ma anche correre nelle foreste del Galles, e perché no il Germania. In fondo io ed Herbert abbiamo avuto una bisnonna tedesca”.

Sito internet:  www.winnersrallyteam.com

Rallisti ai tempi del Coronavirus. Roberto Antonucci: “I rally cominciano a quarant’anni”

Il manager pilota milanese ha visto la sua prima gara quando era ancora in fasce. Ma ha dovuto attendere di compiere i quarant’anni di età, complice il veto di papà Remo, grande appassionato, ma contrario a lasciar correre i figli. Cinquantanove gare in carriera, tutte esclusivamente da pilota e sempre con il fratello Herbert a fianco. Testi di Tommaso M. Valinotti, immagini di Elio Magnano  (www.fotomagnano.com)

MILANO – “Ho iniziato a correre molto tardi; praticamente mi sono regalato la prima gara per il compleanno dei quarant’anni”. Roberto Antonucci, pilota e manager di Winners Rally Team, ha dovuto aspettare lo scorrere del tempo prima di riuscire a mettere il casco in testa e schierarsi al semaforo verde della sua prima prova speciale.

Ritardo dovuto non tanto a ragioni di attesa del raggiungimento dell’autonomia economica, o alla realizzazione lavorativa, quanto al ferreo veto messo dal padre Remo al fatto che i figli, lui e il fratello Herbert, più giovane di quattro anni, corressero.

Se vogliamo la cosa è paradossale. Mio padre e suo padre, nonno Egidio, erano appassionatissimi di auto e ho visto la mia prima gara a Monza, la Mille Chilometri, che avevo pochi mesi. Probabilmente mio padre temeva che ci facessimo male. Chi ha vissuto, anche solo da appassionato, l’automobilismo degli anni Cinquanta e Sessanta, ricorda con troppa chiarezza la pericolosità di questo sport. Dalla nostra prima corsa in poi non si è più perso una gara, fino al giorno in cui si è ammalato e non ha più potuto uscire di casa”.

Fortunatamente Roberto Antonucci non applica questo ostracismo al mettete il casco in testa, nei confronti del figlio undicenne Alberto che da cinque anni si diletta a correre con i kart.

Come me, Alberto è nato con la passione delle macchine da corsa, ma può sfogare questa sua passione gareggiando con i kart, seguito da me e mia moglie Stefania”.

Il veto alle corse, non valeva però per la guida delle vetture di famiglia e Roberto Antonucci, dall’età di dodici anni, può tranquillamente spostare dal box al cortile la 500 di famiglia senza incorrere nelle ire dei genitori. Appena presa la patente Roberto Antonucci non ha nemmeno la smania di avere una vettura sua.

Andavo nel box e prendevo una delle macchine di famiglia. Niente di stratosferico, ma 500, Panda, Citroën AX erano sempre a disposizione. Solo diversi anni dopo ho comprato una Swift mia”.

Nel frattempo la voglia di correre in prova speciale sale.

D’estate, quando andavamo in vacanza dai nonni in provincia di Cuneo, io e mio fratello Herbert scorrazzavamo di notte per le prove speciali dei rally di zona, quali il 100mila Trabucchi poi il Valle Varaita sulle strade che si snodavano nelle zone di Caraglio e Cervasca. Già allora facevamo equipaggio fisso: io guidavo, lui scriveva le note e me le dettava”.

Si è formato così un sodalizio che è diventato effettivo nel momento in cui i due fratelli Antonucci sono diventati rallisti a tutti gli effetti.

Visto che mio padre non ci permetteva di correre, per un lungo periodo mi sono decisamente allontanato dal mondo delle corse. Andarle a vedere era solo e semplicemente una sofferenza. Meglio non farsi male e cercare di non pensarci”.

Appena superarti i quarant’anni Roberto Antonucci prende parte al suo primo rally ovviamente affiancato dal fratello Herbert. “Non ci fu bisogno di decidere chi guidasse che dettasse le note. Io so di non voler assolutamente navigare e non l’ho mai fatto. Herbert ha sempre detto che il giorno in cui fossimo riusciti a fare la nostra prima gara, si sarebbe seduto al mio fianco perché a lui non interessa guidare”.

I due fratelli nei mesi precedenti avevano acquistato una Lancia Fulvia HF 1.3 e con la loro “verdona” si presentano al via del Memorial Conrero del 22 maggio 2010. “Siamo arrivati al Conrero con la nostra vettura sul carrello, senza alcun meccanico di assistenza, avendo come unico riferimento Fabrizio Vaccani, pilota canavesano che correva affiancato dal padre con una Fulvia come la nostra” ricorda ora con il sorriso sulle labbra Roberto Antonucci.

Ed è proprio nel parco assistenza del Memorial Conrero che i due fratelli milanesi fanno l’incontro che cambierà la loro vita rallistica.

La Fulvia non era a posto di assetto e di freni. La preparazione era casalinga e la macchina aveva bisogno di una decisa messa a punto. In assistenza incontrammo Carlo Valinotti e Silvio Emanuel, in arte Sil-Car, veri guru della preparazione della Fulvia che ci diedero quel paio di consigli e giri di cacciavite che bilanciarono meglio la vettura e bastarono a far viaggiare molto meglio la nostra Fulvia. Non eravamo diventati vincenti, ma questo in fondo questo ci interessava poco, ma viaggiavamo molto più forte, quindi ci divertivamo molto di più”.

Fu quindi quasi scontato che i fratelli Antonucci si rivolgessero alla Sil-Car per la preparazione e l’assistenza della loro Fulvia per le gare successive, iniziando un sodalizio che, con alcune fondamentali differenze, dura tutt’ora.

Il mondo delle storiche ci divertiva molto. Noi correvamo con le vetture che avevamo sognato di guidare da ragazzini e si incontravano personaggi che avevano corso con le stesse automobili che avevano guidato nel passato quando erano delle moderne”.

Ed è così che l’appetito vien mangiando e nel 2010 disputano altre quattro gare, e nel 2011 decidono di schierarsi al via del Campionato Italiano Auto Storiche disputando otto gare, conquistando il successo di classe al Sanremo Storico, al Valli Cuneesi, gara per loro di casa, e all’Elba.

Fu un’annata splendida. Correvamo sulle prove speciali del mito, lunghissime come quelle del Sanremo Storico, o del Mugello Storico, gara che purtroppo non è stata più organizzata. Peccato, era bellissima. Ci siamo divertiti come bambini. Al Campagnolo a Isola Vicentina abbiamo dato una nasata sulla prima prova, ma siamo arrivati comunque alla fine”.

E non bastano le gare italiane, e nel 2012, pur in una una stagione a mezzo servizio li vede al via del Città di Torino Storico e di due gare in Francia: il Saint Laurent-Cote d’Azur e il Jean Behra, che si svolgono in Costa Azzurra, sfruttando in parte le prove del Monte-Carlo, fra le quali il passaggio sul Turini.

E anche se i due fratelli corrono solo per divertirsi c’è sempre voglia di qualcosa in più. E dopo la Fulvia arriva una Triumph Dolomite, berlina inglese a trazione posteriore con motore sedici valvole divertentissima e velocissima, con la quale disputano quattro gare, prima di farsi attrarre dalla sirena delle gare su terra. Lasciando così in garage la berlina inglese per acquistare una Opel Astra OPC e iniziare a confrontarsi anche nei rally moderni, esordendo a metà 2013 alla Ronde Gomitolo di Lana e poi in pista alla Ronde by Vedovati di Monza.

Abbiamo sempre preferito avere vetture di proprietà, che ci consentono di correre con serenità senza troppi patemi di franchigia e costo del noleggio”. Nel 2014 i due portacolori del Winners Rally Team disputano cinque su Terra del RaceDay oltre il Rally RomaCapitale. Ripetendo l’esperienza terraiola anche l’anno successivo.

La storia è sempre la stessa. L’Opel Astra è una vettura fantastica da portare sulla terra. Un vero carrarmato indistruttibile. Ma dopo un po’ si comincia a guardareal le vetture turbo quattro ruote motrici e invaghirti di una di esse”. Ed è così che al Nido dell’Aquila del 2015 arriva la tanto agognata Mitsubishi Lancer EVO VI, che sarà la loro arma per il resto dell’annata e per tutto il 2016.

C’è sempre la ricerca di nuove sfide” e nel 2017 i portacolori di Winners Rally Team tornano a correre su asfalto partecipando al Trofeo Suzuki nell’ambito del campionato italiano assoluto. “Ci dovevamo confrontare con ragazzini di vent’anni scatenati che andavano come delle schegge, ma quesro era divertente e obbligava a spremerci al massimo per cercare di stare loro in scia” racconta Roberto Antonucci oggi, che a fine anno disputa il Rally di Monza con una Peugeot 207 S2000 e torna ancora una volta sulla terra con la Mitsubishi al Prealpi Master Show. Il 2018 è un’annata transitoria, resa meno ricca dagli impegni di lavoro, al punto che i due fratelli milanesi si schierano al via solamente di tre rally in pista.

Lo scorso anno per i mei cinquant’anni mi sono regalato la partecipazione al Rallye Monte-Carlo, scegliendo di partecipare con una piccola Renault Twingo R1. La nostra filosofia di correre con vetture di proprietà è stata portata avanti anche in questo caso. Abbiamo sondato alcuni noleggiatori e correre il Monte con una macchina in affitto costava quanto comprarla. Non ne valeva la pena”.

Purtroppo quella gara, come ricorda con un pizzico di disappunto Roberto Antonucci oggi, fu di gusto agrodolce. Già allo Shake Down si ruppe la coppia conica. Dopo aver saltato le prime due prove, Roberto ed Herbert Antonucci hanno vissuto al cerimonia di partenza in pedana a Monte-Carlo, ma nel corso della tappa di sabato si rompe il supporto motore.

Purtroppo la regola del Monte era che all’ultima tappa potevano accedere solo i migliori sessanta classificati. Lo scorso anno il Monte-Carlo si corse praticamente su fango e i ritirati furono pochissimi. Con la nostra macchina piccolina e l’handicap del SuperRally era quasi impossibile rimontare la classifica e non ci siamo qualificati per l’ultima notte. Peccato, perché ci sarebbe piaciuto rifare il Turini che avevamo già affrontato con la Fulvia. Nel mondiale ha tutto un altro sapore”.

La delusione del Monte-Carlo è stata mitigata dalla soddisfazione di fare e arrivare, sempre con la Twingo R1, il Catalunya mondiale di ottobre, ultima gara cui hanno partecipato Roberto ed Herbert Antonucci.

Tutte le mie 59 gare le ho disputate con mio fratello a fianco. Lui ha fatto qualche gara in più navigando qualche amico, come Carlo Valinotti ed Enzo Battiato, o un giovane promettente come Luca Mantovani. Iniziando a correre a quarant’anni non coltivi sogni di professionismo o di conquistare chissà quali titoli. Ma pensi solo a fare le gare nelle quali pensi di divertirti maggiormente. A questo proposito è emblematica la partecipazione allo S.M. Ok Autorally in Finlandia che è stata una specie di gita sociale del Winners Rally Team. Al via ci siamo schierati io e Herbert, Carlo Valinotti navigato da Marco Pollicino Giuseppe Barbati con a fianco Davide Gulfi. Tutti con delle BMW 325i a trazione posteriore. È stata un’esperienza fantastica che ti fa capire perché i finlandesi vanno così forte sulla terra. Loro corrono sempre e comunque, con qualsiasi vettura e non hanno la necessità di avere una top car per mettersi in evidenza. Corrono magari con una vettura più data che costa meno, così possono fare più gare. E poi corrono sempre su terra. In quella gara abbiamo fatto pochissimi trasferimenti su asfalto e poi tutto il testo su sterrato. È stato bellissimo, divertentissimo e istruttivo. E che al via della gara ci fosse anche un certo Rovanperä la dice tutta.”

Sito internet:  www.winnersrallyteam.com

La foto del giorno: Elio Magnano esalta la neve del Montecarlo con Esapekka Lappi

Foto Elio Magnano (www.fotomagnano.com)

REVELLO (CN), 13 maggio – Una delle ultime gare prima che lo stop del Coronavirus congelasse tutto. L’88° Rallye Montecarlo è andato in scena quando tutti pregustavamo una stagione iridata intensa e spettacolare. Lo pensava sicuramente anche Elio Magnano, che assieme al figlio Patrick ha percorso in lungo e in largo le montagne che sono alle spalle dell’azzurro del mare del Principato di Monaco per cogliere i momenti più spettacolari di una gara che da sempre è nel cuore degli appassionati di automobile.

E così, prima di tornare in riva al mare, ecco le montagne di Gap e dintorni essere palcoscenico delle gesta dei partecipanti, fra i quali si è distino il 29enne finlandese Esapekka Lappi, affiancato dal connazionale Janne Ferm che ha concluso la gara subito a ridosso del podio, quarto assoluto con la sua Ford Fiesta WRC, che rappresenta la sua miglior prestazione nelle cinque partecipazione alla gara monegasca.

Il fedelissimo Roberto Antonucci, da domani sul palcoscenico dell’intervista “Rallisti al tempo del Coronavirus” di www.kaleidosweb.com

Cuneese di nascita, milanese di adozione, il manager e pilota racconta la sua avventura nel mondo dei rally, fatta di passione e professionalità. Testi di Tommaso M. Valinotti, immagini di Elio Magnano  (www.fotomagnano.com)

TORINO, 13 maggio – Tocca a Roberto Antonucci presentarsi ai lettori di www.kaleidosweb.com per raccontarci le sue esperienze di appassionato di rally e al comando, insieme al fratello Herbert e a Carlo Valinotti, della scuderia Winners Rally Team. Un’avventura rallistica cominciata con il casco in testa esattamente dieci anni con le auto storiche, per poi passare nel 2013 alle moderne. Per arrivare, infine, alle speciali iridate del Rally RACC Catalunya dell’autunno scorso, sempre avendo sul sedile di destra il fratello Herbert. Trovando anche il tempo e le energie di creare una nuova scuderia, il Winners Rally Team, che dal 2011 mette le sue insegne su numerosi equipaggi impegnati nei rally non solo italiani.

 

La foto del giorno: Elio Magnano vola con Hirvonen nel tramonto del cielo della Sardegna

Foto Elio Magnano (www.fotomagnano.com)

REVELLO (CN), 13 maggio – Non c’è nulla di più emozionante e anche artistico, di vedere una vettura da rally staccare le ruote e volare alta verso il cielo al tramonto che le fa da tela su cui i colori si fondono e si confondono come su una tela di Paul Gauguin. Ed Elio Magnano non si è certo fatto prendere in contropiede, preparando con cura lo scatto che ci propone oggi con un decollo di Mikko Hirvonen e Jarmo Lehtinen con la loro Citroën C3 WRC che si stagliano nel cielo azzurro e al contempo nuvoloso del rally Italia-Sardegna 2013. Gara nella quale i due finlandesi lottavano per il podio prima di uscire di strada

Rallisti ai tempi del Coronavirus. Roberto Gobbin: “Finalmente ho riaperto i cancelli di TargaAuto, ma non vedo l’ora di tornare in prova speciale”

Il pilota pinerolese ha ripreso l’attività lavorativa dopo due mesi di “reclusione” casalinga insieme a moglie e figli. Una clausura che non ha pesato su Roberto Gobbin, cui piace la vita in famiglia. Ma gli piace anche essere al volante, casco in testa, della sua Abarth 124 rally. Testi di Tommaso M. Valinotti, immagini di Elio Magnano  (www.fotomagnano.com)

SAN SECONDO DI PINEROLO (TO) – Riaperti i battenti della sua concessionaria TargaAuto, il portacolori di Winners Rally Team è pronto a schierarsi quanto prima in prova speciale, anche se non potrà seguire ilo programma che aveva preparato per la stagione 2020. Ma la passione non diminuisce e il sogno nel cassetto resta sempre lo stesso: disputare il Rallye di Monte-Carlo.

Qual è stata l’ultima manifestazione cui hai partecipato? – “Il Trofeo ACI Como del 25-26 ottobre scorso, con la mia Abarth 124 Rally R-GT affiancato da Renzo Fraschia. Era la finale del CIR-WRC ed è stata una gara molta bella, la quinta che disputavo con lo spider dello Scorpione, considerando anche la Cesana-Sestriere. Purtroppo il risultato non è stato all’altezza delle nostre aspettative perché ci siamo intraversati su una prova, sulla sesta si è spenta e nell’ultima si è bloccato il cambio. Comunque abbiamo vinto il titolo R-GT nella Coppa Italia e ciò era di buon auspicio per il 2020”.

Quali sono state le manifestazioni che hai saltato (annullato)? – “La stagione sarebbe dovuta iniziare in questo periodo con il Rally Valli Cuneesi, in programma inizio maggio oppure con la trasferta atlantica all’Islas Canarias, che era previsto per la settimana successiva”.

Quali erano i tuoi programmi per il 2020? – “Ero indeciso se ripetere la Coppa Italia di Zona, con le classiche quattro gare piemontesi cercando di qualificarmi nuovamente per la finale di Como, oppure disputare le sei gare del Trofeo 124 Abarth rally che comportavano trasferte alle Canarie, Lettonia, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Rally Roma Capitale. Quest’ultima gara era in programma sia che seguissi il Trofeo 124 Abarth rally, sia la Coppa Italia”.

A cosa hai dovuto rinunciare per l’emergenza Coronavirus? – “Se parliamo di rinunce al di fuori del giro rallistico ho rinunciato a poche cose. Al caffè al bar se vogliamo, ma mi rendo conto che le rinunce vere sono altre. Mi piace andare a caccia, andare in mountain bike e praticare lo snowboard, tutte attività cui ho dovuto rinunciare”.

Che cosa hai fatto in questo periodo di reclusione? – “Sono rimasto a casa, cosa che faccio di solito nelle mie tre settimane di ferie. Ho passato molto tempo con i miei tre figli Giorgio, Ludovico ed Emilia, e con mia moglie Francesca. Ne abbiamo approfittato per tagliare la legna per il prossimo inverno, fare tutti quei lavoretti che la manutenzione della casa richiede, allevare polli e conigli. Sono fortunato ad avere una casa grande con grandi spazi aperti, perciò la nostra è stata una reclusione limitata”.

Come è cambiata la tua vita dopo il 4 maggio, e cosa farai? – “Sono tornato in concessionaria a lavorare. Il lavoro non è granché. A livello nazionale le vendite auto in aprile sono crollate del 97,55%. In TargaAuto stiamo facendo le consegne dei veicoli che erano stati prenotati prima della crisi. Tante persone non hanno ancora compreso che abbiamo aperto i battenti il 4 maggio. Ciò che mi manda maggiormente in ansia è vedere i clienti fare la coda e non poterli ricevere convenientemente ”.

Cosa bisogna fare per uscire da questa situazione di emergenza? – “Credo che i rally siano pronti a ripartire con alcuni accorgimenti soprattutto per gli equipaggi. Mascherina sotto il casco e controllo della temperatura per pilota e navigatore. Se hai la febbre non parti. Bisogna ridurre al minimo i briefing e le verifiche che richiedono vicinanza. I problemi semmai possono arrivare dai sindaci e i prefetti che avranno sempre maggiori difficoltà a concedere i permessi. Non vedo di buon occhio i rally in pista, anche se possono far ripartire l’attività. I rally sono strade di montagna e camminate per trovare il posto giusto dove andarsi a godere i passaggi delle vetture ”.

Come hai festeggiato il limitato ritorno alla normalità? – “Riaprire i battenti di TargaAuto è stata già una festa, anche se li ho aperti con molta ansia. Ma man mano che torniamo a immergerci sul lavoro l’ansia diminuisce. Festeggerò andando in pizzeria con la mia famiglia, ma temo che bisognerà aspettare ancora del tempo prima che la paura fomentata dal battage mediatico permetta di tornare in bar e ristoranti. D’altronde ci andavamo poco anche prima e non mi sembra il caso di farlo ora”.

Qual è il sogno nel cassetto? – “Fare il Rallye di Montecarlo”.

Sito internet:  www.targauto.com

Le foto del giorno: Elio Magnano ritrae Roberto Gobbin in bianco e nero

Foto Elio Magnano (www.fotomagnano.com)

REVELLO (CN), 12 maggio – La fotografia, con i suoi mille colori, ha dato vivacità alla realtà, accentuandola a livelli che solo la tecnologia fotografica del terzo millennio poteva immaginare. I rally, in particolar modo, con le vetture dalle livree sempre più ricche ed emozionanti hanno fatto sì che le prove speciali diventassero tele mobili per quadri sempre più accattivanti.

A volte, però, c’è la necessità di fare un passo indietro e ritornare ai colori sfumati di un tempo. È l’operazione compiuta oggi da Elio Magnano che ha scelto tre foto particolarmente suggestive di Roberto Gobbin per tornare indietro di mezzo secolo, dando quella patina di romanticismo ai rally. Pur ritraendo le auto di oggi.

Rallisti ai tempi del Coronavirus. Roberto Gobbin: “Dall’A112 alla 124 Rally l’importante è che siano Abarth”

Il pilota della Valle Chisone ha sentito nascere da bambino la passione sulle strade che portano al Sestriere, vedendo transitare per il suo paese le vetture in trasferimento del Rallye Monte-Carlo degli anni Sessanta. Raggiunta l’età della patente compra un’A112 Abarth con la quale corre per alcuni anni prima di appendere il casco al chiodo per motivi economici. Raggiunta la solidità lavorativa con la sua concessionaria TargaAuto nel 2015 acquista di getto una Panda Kit con la quale corre fino a inizio 2019, quando compra una 124 Abarth Rally R-GT con la quale conquista il titolo di categoria nella finale CIR-WRC di Como. Testi di Tommaso M. Valinotti, immagini di Elio Magnano  (www.fotomagnano.com). Foto di apertura: Gobbin-Fraschia sul podio del Trofeo ACI Como

SAN SECONDO DI PINEROLO (TO) – Ci sono strade che portano lontano. Soprattutto con la fantasia. Quando negli anni Sessanta i genitori del piccolo Roberto Gobbin portavano il loro bambino a vedere passare le vetture del Rallye Monte-Carlo che salivano al Sestriere durante i trasferimenti che dalle città di mezza Europa percorrevano la tappa di avvicinamento verso il Principato di Monaco, non immaginavano che così facendo instillavano nel loro erede la passione per le auto da corsa.

Che nessuno in famiglia aveva.

Da bambino abitavo a Villar Perosa e la strada che saliva al Colle era percorsa dalle vetture del Rallye di Monte-Carlo che da Roma, o Atene, andavano al Controllo Timbro del Sestriere. Alle 4 del mattino, al buio e nel freddo glaciale di fine gennaio come era negli anni Sessanta, guardavo quelle macchine da sogno salire e immaginavo di poter essere un giorno al volante di una di esse”.

Una fantasia innocente per un bambino in un paese che aveva pochi altri svaghi.

Uno dei miei preferiti era andare a vedere le vetture della famiglia Agnelli che veniva a Villar Perosa con macchine che difficilmente si vedevano nelle mani di altre persone”, perché Gianni Agnelli era un passionato di auto sportive e ha posseduto alcune fuoriserie da sogno, specie Ferrari, firmate dai più illustri carrozzieri dell’epoca.

A buttare benzina sul fuoco della passione del giovane Roberto Gobbin nel 1973 passa sulle stesse strade anche il Giro Automobilistico d’Italia, e il dodicenne ragazzino della Val Chisone impazzisce nel guardare auto come le Lancia Stratos, le Ligier JS2, i prototipi Abarth 030 e 031, De Tomaso Pantera, mostri come le Porsche 935 Turbo, Lancia Beta Montecarlo Turbo, solo per citare le più eccitanti che negli anni Settanta presero parte alla gara.

Un anno dopo, è il 1974, nasce il Giro delle Valli Pinerolesi, che si svolge in zona e che sarà un’altra fonte di spettacolo per il giovane Gobbin, una gara che dura fino al 1981, anno della svolta anche per l’appassionato ragazzino pinerolese, che ormai ragazzino non è più.

La cosa strana è che ero veramente attratto dalle auto da rally, anche se in famiglia nessuno aveva la mia stessa passione. Mio padre non aveva neppure la macchina. Io invece facevo la posta al giornalaio tutte le settimane per comprare appena arrivavano Autosprint e Rombo, allora unici strumenti di informazione per noi appassionati, che a quel tempo dedicavano ampie pagine al mondo dei rally, dal mondiale ai rally di zona, con articoli, fotografie e classifiche complete”.

E si arriva finalmente al 1981 quando Roberto Gobbin torna dal servizio militare e può finalmente soddisfare la sua voglia di rally acquistando una A112 Abarth dipinta con i colori Alitalia, come le 131 Abarth ufficiali che gareggiano nel mondiale rally.

Le macchine, oltre che la mia passione erano diventate il mio lavoro. Avevo una Golf GTI e la diedi in permuta in cambio dell’A112 Abarth che nei rally andava per la maggiore: e assieme a Paolo Falco, un amico che condivideva con me la passione per le gare ci schierammo al via del Rally Team 971”. Il tempo ha cancellato la memoria dei risultati, comunque i due amici riuscirono a vedere al traguardo, anche se la loro vettura non era certo al top della preparazione e nelle gare piemontesi erano presenti le velocissime Fiat 127 curate da Piero Lavazza, allora imbattibili.

La prima A112 venne sostituita da una seconda A112 Abarth Gruppo N e per alcuni anni Roberto Gobbin partecipa alle gare di zona prima di decidersi ad appendere il casco al chiodo.

La passione c’era ed era tanta, ma i costi erano per me insostenibili. Perciò decisi coscientemente di smettere e non pensarci più. Ho derogato solo una volta facendo da navigatore sulla Renault 11 Turbo di Roberto Rabino”.

Se Roberto Gobbin non può più soddisfare concretamente la sua passione per i rally, le auto continuano a essere la sua fonte di vita, lavorandoci quotidianamente nella concessionaria Fiat-Lancia e poi, a inizio terzo millennio, fondando la concessionaria TargaAuto di San Secondo di Pinerolo, avventura iniziata e proseguita tuttora insieme a Enzo Saluzzo, con il quale lavora da un quarto di secolo, ancora prima di mettersi in società.

Oltre la mia passione per le auto da rally, ho la passione per la caccia, la mountain-bike e lo snowboard alpino che pratico a buon livello. Per trent’anni mi sembrava che quelle passioni mi bastassero”.

Ma si sa, le concessionarie auto sono un porto di mare, con gente che va e viene, racconta storie e porta notizie.

Un giorno un amico mi disse che a Cuneo stavano vendendo una Panda Trofeo. Fu un raptus. Andai a Cuneo e in meno di dieci minuti ho concluso l’acquisto”.

Ancora una volta è il Rally Team ‘971 a essere il palcoscenico del ritorno in gara di Roberto Gobbin.

Nel tempo si parlava di rally con molte persone; la passione c’era e in una concessionaria si parla di poche altre cose oltre alle auto, specie di quelle da corsa. Una delle persone con la quale chiacchieravo spesso di rally era Davide Gulfi, con cui avevo anche rapporti di lavoro oltre che di amicizia. Avevamo sempre detto che se fossi tornato a correre lo avrei fatto con lui e così fu”.

La gara chierese di fine maggio 2015 non fu fortunata e i due pinerolesi si ritirarono già nelle prime battute, per l’immediata rottura di un manicotto dell’olio. Ma ormai il germe era inoculato nelle vene di Gobbin e Gulfi che due mesi dopo si presentano al via del Rally del Tartufo senza ottenere miglior fortuna. La sorte cambia al Pietra di Bagnolo di inizio settembre quando i due portacolori di Winners Rally Team, la scuderia che seguirà Gobbin in tutte le gare della sua Fase-2 rallistica, salgono sul podio di Classe A5, prima di fare centro pieno vincendo la Classe A5 al Rally del Grignolino di fine novembre dello stesso anno, loro quinta gara insieme.

Inizialmente mi curavano la Panda Orazio Ribet e suo figlio Flavio, anche loro nel giro dei rally, che però non potevano seguirla per i loro impegni. Fu Flavio Tarantino a presentarmi Dario e Michi di EVO Motorsport che mi seguono tuttora, che misero le mani sulla Panda, avvalendosi anche la consulenza di Rino Edmondo di RoRally, uno dei maggiori specialisti delle piccole Fiat”.

A fine anno per la prima volta sale a destra di Roberto Gobbin Renzo Fraschia, navigatore della Val Chisone che vanta un’esperienza di oltre 200 gare e sarà al fianco del pilota pinerolese per 18 delle sue trenta gare disputate.

Renzo è stato fondamentale nel mio percorso di crescita. Guidare una vettura stradale, anche se potente, è assolutamente differente dal gareggiare in prova speciale in un rally. Nonostante la mia lunga militanza nel mondo delle automobili, i consigli di Renzo Fraschia sono stati preziosi per affinare il mio stile di guida, per lavorare sugli assetti e su tutti quei particolari che trasformano una gara di metà classifica in una vincente”.

Con Fraschia a fianco si prende delle belle soddisfazioni, conquistando per otto volte la vittoria di Classe (le altre due arrivano con Davide Gulfi, al Grignolino 2015 e Flavio Tarantino al Rally di Alba 2016).

La Classe A5 è sempre stata una categoria battagliatissima dove la differenza fra il vincere e il perdere si misura in una manciata di secondi. E ciò è bellissimo. Con la Panda mi sono preso delle belle soddisfazioni. Ricordo ancora il dosso del Team quando la Panda sembrava non voler più scendere a terra, o la grande battaglia al Rally della Lanterna del 2018 quando io e Renzo abbiamo vinto la classe su strade bellissime, in una gara organizzata alla perfezione, dopo una battaglia durata dall’inizio alla fine della gara, anche se abbiamo vinto tutte le prove speciali”.

Anche i grandi amori a volte finiscono.

E nella primavera scorsa è finita la liaison fra Roberto Gobbin e la Panda Kit.

Lo scorso anno ho iniziato al Valli Cuneesi con Alessandro Cervi. Abbiamo vinto la prima prova, poi siamo finiti indietro e ci siamo ritirati. Sono partito al successivo Grappolo affiancato da Renzo Fraschia. Dopo sette prove eravamo al comando della Classe A5 ma nell’ultima speciale ci siamo fermati. Era ora di dire basta. Facevamo fatica a trovare i ricambi della Panda e la vettura non era più affidabile”.

A quel punto Gobbin decide di voltare pagina.

La sua TargaAuto è concessionaria Abarth e lui è da sempre appassionato di auto dello Scorpione.

Volevo cambiare vettura, ma volevo continuare a correre con una vettura italiana come ho sempre fatto. Era d’obbligo rivolgerci all’Abarth e abbiamo contattato Giovanni Bernacchini che seguiva i clienti Abarth e abbiamo acquistato una 124 Abarth Rally nuova che non aveva mai corso”.

Nonostante la vettura abbia già tutti gli sviluppi necessari è necessario affinarla e lavorarci su per renderla competitiva nei rally.

La 124 Abarth Rally è una piccola WRC con 310 cavalli di potenza trazione posteriore e moltissima elettronica cui bisogna assuefarsi. È divertentissima da guidare e ammiratissima nei parchi assistenza, al punto che regolarmente arrivano persone, sia giovani sia quelli che si ricordano la spider degli anni Settanta per farsi fotografare a fianco”.

La seconda parte della stagione, dopo i due ritiri con la Panda, è favorevole a Gobbin-Fraschia che conquistano quattro vittorie di classe nelle quattro gare di Coppa Italia che disputano (oltre la cronoscalata della Cesana-Sestriere), nonostante siano state disputate tutte in condizioni meteorologiche a dir poco proibitive. Con la ciliegina sulla torta del 15esimo assoluto al Rally Città di Torino.

A fine anno sono stato ammesso alla finale del CIR-WRC di Como, una gara su prove difficilissime con tutti migliori specialisti italiani che si giocavano il titolo nelle varie categorie. Purtroppo abbiamo avuto problemi di elettronica che ci hanno fatto precipitare nella classifica assoluta in una posizione che non era quella che ci aspettavamo. Abbiamo comunque vinto la Categoria R-GT, una vittoria che mi da il titolo tricolore di Coppa Italia di categoria. E nuovi stimoli per la stagione 2020”.

Che non è mai partita.

Volevo togliermi la soddisfazione di fare qualche gara all’estero seguendo il Trofeo 124 Abarth che prevede gare in giro per l’Europa. Abbiamo lavorato tutto l’inverno per avere la 124 Abarth Rally nelle migliori condizioni possibili, preso contatti con sponsor che erano interessati al mio programma. Il Coronavirus ha fermato tutto, ma appena riaccenderanno il semaforo verde in prova speciale io sarò nuovamente al via”.

Le foto del giorno: Roberto Gobbin “Bei tempi quelli dell’A112”

PINEROLO (TO), 11 maggio – Il primo amore non si scorda mai. Anche quello automobilistico. Lo conferma pienamente Roberto Gobbin che appena terminata l’intervista con www.kaleidosweb.com, di cui leggete oggi la prima parte, è andato nel suo archivio per recuperare tre immagini dell’A112 Abarth con la quale aveva iniziato a correre negli anni Ottanta. E non ha dovuto nemmeno la cercare tanto. Perché tutti noi sappiamo benissimo dove conserviamo le cose che ci sono preziose.

Il tricolore sventola nel mese di aprile sulla pagina Facebook di Kaleidosweb.com

Foto di apertura di Elio Magnano: Fabrizio Bianchi al Rally del Piemonte 2019

CARMAGNOLA (TO), 11 maggio – Nei momenti di crisi e durante le partite della nazionale di calcio gli italiani si stringono attorno alla bandiera tricolore. È una buona cosa, peccato che non duri e seguendo l’esempio dei politici e dei tifosi di calcio appena passa la percezione della crisi, gli italiani si dimentichino del tricolore e dell’unità nazionale per ritornare a beccarsi come i capponi manzoniani.

Non stupisce perciò che nel mese di aprile il post più cliccato sia stato quello della foto scattata da Elio Magnano che ritrae Fabrizio Bianchi al Rally del Piemonte 2019,  mentre transita in prova speciale sotto una bandiera tricolore sventolata da un gruppo di tifosi assiepati (allora si poteva) su un balcone. Che è pure il post più cliccato dell’anno 2020.

La sezione gare, dietro il post di Fabrizio Bianchi vede classificarsi l’annuncio di ACI Sport che a fine mese preparava un protocollo medico-sportivo per i modelli radiocomandati. Sono pure i due post più cliccati del mese. In terza posizione la notizia che la Cesana-Sestriere dà appuntamento al 2021.

La rassegna inaugurata a inizio aprile di “Rallisti ai tempi del Coronavirus” ha riscosso un notevole successo e fra i personaggi è emerso Beppe Gianoglio, rallista e team manager negli anni Settanta e Ottanta, ora organizzatore di Automotoretrò, che è pure il terzo post più cliccato del mese. Che fra i personaggi supera Lorella Rinna di Loran che conquista gli altri due gradini del podio. La team manager frusinate si prende la rivincita occupando il vertice dei post più cliccati nella sezione scuderie, davanti a Aeffe Sport&Comunicazione che con un gesto di grande responsabilità civile passano al 2021 lasciando libere le loro date agli organizzatori che avranno la forza di organizzare le loro gare nella seconda metà della stagione. Terzo posto per Paolo Benvenuti de “La Superba”.

La caccia alle mascherine fa effetto e la notizia più cliccata nella sezione Autoweb di www.kaleidosweb.com annuncia l’inizio della produzione mascherine da parte della famiglia Scandola. A seguire la nomina di Domenico Ciaglia a managing director di Petronas e le iniziative di Aston Martin per i suoi clienti.

 

 

 

26 aprile – 1777/122

La foto della settimana – Fabrizio Bianchi al Rally del Piemonte con bandiera tricolore

 

27 aprile – 757/169

ACI Sport prepara un protocollo medico-sportivo per la ripresa delle attività per l’Automodellismo Dinamico RC

 

29 aprile – 744/51

Rallisti ai tempi del Coronavirus. Beppe Gianoglio: “Dalle corse del Valentino ad Automotoretrò-Automotoracing 2020 il passo è lungo”

 

 

26 aprile – 1768/98

La foto della settimana – Fabrizio Bianchi al Rally del Piemonte con bandiera tricolore

 

27 aprile – 757/169

ACI Sport prepara un protocollo medico-sportivo per la ripresa delle attività per l’Automodellismo Dinamico RC

 

 

18 aprile – 380/110

Cesana-Sestriere, si va al 2021

 

 

30 aprile – 616/106

Tanti piloti per portare in prova speciale il nome Loran

 

28 aprile – 603/59

Aeffe Sport&Comunicazione, rinuncia alle gare 2020 e si prepara al 2021

 

14 aprile – 363/53

Rallisti ai tempi del Coronavirus. Paolo Benvenuti (seconda parte), team manager de “La Superba”: “Mi mancano i rally e la felicità della gente”

 

 

29 aprile – 744/51

Rallisti ai tempi del Coronavirus. Beppe Gianoglio: “Dalle corse del Valentino ad Automotoretrò-Automotoracing 2020 il passo è lungo”

 

 

27 aprile – 572/48

Rallisti ai tempi del Coronavirus. Lorella Rinna (Loran): “Dal Rally di Ceccano al doppio titolo italiano rally lo spazio è solo un sogno”

 

28 aprile – 551/29

Rallisti ai tempi del Coronavirus. Lorella Rinna: “Non vedo l’ora di poter tornare a fare il mio lavoro. E rimettere il casco in testa”

 

14 aprile – 428/ 200

Dalle auto da rally alle mascherine per frenare il Coronavirus

 

27 aprile – 354/7

Domenico Ciaglia è il nuovo managing director EMEA region Di Petronas Lubricants International

 

27 aprile – 299/6

Le iniziative di Aston Martin a livello internazionale A supporto della garanzia e dell’assistenza ai clienti durante il blocco dovuto all’emergenza Covid-19

 

 

 

Roberto Gobbin, da lunedì protagonista dell’intervista “Rallisti al tempo del Coronavirus”

In apertura Roberto Gobbin sul ponte di comando di Targa Auto Testi di Tommaso M. Valinotti, immagini di Elio Magnano  (www.fotomagnano.com)

PINEROLO (TO), 9 maggio – Quando la passione non ha frontiere. Roberto Gobbin ha i motori nel sangue. Per lui sono passione, gareggia nei rally, e lavoro (è titolare della concessionaria TargaAuto a San Secondo di Pinerolo). Lunedì 11 e martedì 12 maggio il pilota pinerolese sarà l’undicesimo protagonista delle interviste “Rallisti al tempo del Coronavirus”realizzate da www.kaleidosweb.com su testi di Tommaso M. Valinotti e immagini di Elio Francesco Magnano.

Il personaggio della settimana: Giorgio Bernardi, sorridente in pedana

MARTINIANA PO (TO), 9 maggio – Se vai forte in prova speciale poi sorridi in pedana. Lo sa benissimo Giorgio Bernardi, protagonista dell’intervista pubblicata da www.kaleidosweb.com giovedì 7 e venerdì 8 maggio. E un passaggio sorridente in pedana è l’immagine colta da Elio Magnano al Rallye Sanremo del 1914 che il pilota della Valle Po ha affrontato insieme a Ismaele Barra.

Il personaggio della settimana: Stefano Bertuccioli, un giornalista al lavoro

CERANESI (GE), 9 maggio – I giornalisti lavorano? È una domanda che ricorre nella mente di molte persone. Se non nelle parole della sua intervista pubblicata da www.kaleidosweb.com lunedì 4 e martedì 5 maggio, Stefano Bertuccioli dimostra che sukla tastiera del computer lui ci sta sovente. In sala stampa e nelle redazioni dei giornali. Come testimonia questa immagine pubblicata nei giorni scorsi, dove è ritratto al lavoro a fianco di  Tommaso M. Valinotti di www.kaleidosweb.com.