Hanno corso con le vetture ByBianchi: Davide Craviotto

Foto Elio Magnano (www.fotomagnano.com)

Storico cliente della struttura di Moncalieri il pilota genovese è affezionato alla sua Peugeot 208 R2B con la quale ha disputato la stagione 2019 e anche la Ronde della Val Merula del febbraio scorso. Concedendosi una divagazione in R5 con la Škoda Fabia nel casalingo Rally della Lanterna del settembre scorso. Sempre affiancato da Fabrizio Piccinini

Hanno corso con le vetture ByBianchi: Filippo Serena

Foto Elio Magnano (www.fotomagnano.com)

Il giovane pilota piemontese ha disputato quattro gare in regione con la Peugeot 208 R2B alternando al suo fianco Fabio Grimaldi, l’esperto Luca Pieri, con cui ha conquistato il successo di categoria al Rally Team ‘971 e Simona Mantovani.

Hanno corso con le vetture ByBianchi: Emanuele Franco

Foto Elio Magnano (www.fotomagnano.com)

Un 2020 di gare con la Mitsubishi Lancer per il pilota stigiano che ha diviso la vettura con Luca Pieri, con il quale ha festeggiato il successo di N4 al Grappolo e Diego Sacco

Hanno corso con le vetture ByBianchi: Stefano Moretti

Foto Elio Magnano (www.fotomagnano.com)

Poker di gare per il portacolori di PromoSport Racing che ha sempre chiamato al suo fianco Nicola Doglio dividendosi fra Mitusbishi Lancer con la quale ha disputato due gare, Ford Fiesta R5 e Škoda Fabia R5

Hanno corso con le vetture ByBianchi: Fabrizio Martinis

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Il pilota trentino è da sempre uno dei grandi protagonisti delle gare su terra e affiancato da Valentina Boi lo scorso anno ha disputato il Rally delle Marche e il Prealpi Master Show iniziando la stagione 2020 al Rally della Va d’Orcia portando la Peugeot 208 R2B costantemente sul podio

Hanno corso con le vetture ByBianchi: Tommaso Paleari Hassler

Foto Elio Magnano (www.fotomagnano.com)

Dopo parecchie stagioni al volante della Mini il pilota ha deciso lo scorso anno di passare alla Peugeot 208 R2B ByBianchi con la quale ha disputato sei gare affiancato da Paolo Garavaglia

Hanno corso con le vetture ByBianchi: Michele Bigon

Foto Elio Magnano (www.fotomagnano.com)

Affiancato da Manuel Mengon ha disputato il Prealpi Master Show 2020 su Škoda Fabia R5

 

Rallisti ai tempi del Coronavirus. Fabrizio Bianchi: “Fondamentalmente sono un preparatore, ma quando si accende il semaforo verde, penso solo ad accelerare al massimo”

Il trentaseienne pilota-preparatore di Trofarello, con officina a Moncalieri, vanta un primato ineguagliabile: aver vinto il primo rally che ha disputato. In questa intervista racconta la sua storia e la sua passione per le auto da corsa. Soprattutto in officina. Testi di Tommaso M. Valinotti, immagini di Elio Magnano  (www.fotomagnano.com)

MONCALIERI (TO), 23 aprile – Ha compiuto diciotto anni, momento in cui poteva iscriversi a una scuolaguida per prendere la patente, il giorno esatto in cui le Torri Gemelle di New York furono abbattute. Fabrizio Bianchi è nato l’11 settembre 1983 e, cresciuto a pane e officina, non poteva che diventare un preparatore, ereditando il mestiere dal padre, o un pilota. Per non lasciare nessuno nel dubbio Fabrizio Bianchi passa dal cacciavite al volante di guida con naturalezza ottenendo successi in entrambi i campi.

Mio padre Daniele non ha mai corso in macchina ma ha un passato da centauro. Mia madre Nadia è l’amministrativa di famiglia e anche lei ha passato la sua vita in officina, seppur in ufficio a gestire fatture e burocrazia”.

Con una situazione familiare simile, era naturale che Fabrizio finisse coinvolto nel mondo dei motori, anche se nessuno dei genitori ha fatto pressione perché entrasse nell’officina di famiglia e seguisse le orme dei genitori sui campi di gara.

Da piccolo ho praticato molti sport, in particolare tennis, sci e mountain bike, ma quando a otto anni mi hanno fatto sedere dentro un kart, ho capito che la mia passione era quella; anche se la mountain bike mi piace ancora adesso e appena posso inforco la bici e parto per i sentieri di montagna”.

Con simili premesse era prevedibile che appena si fosse posato il polverone delle Torri Gemelle, Fabrizio Bianchi avrebbe infilato il casco in testa e si sarebbe lanciato in prova speciale. Invece non fu così perché “dedicavo tutto il mio tempo al di fuori del lavoro alle gare in kart, anche se non ho mai potuto seguire un programma preciso per limiti di tempo. Ma mi sono divertito ed ho pure vinto una decina di corse a livello regionale. Nelle ultime stagioni ho avuto a disposizione un kart 125 che andava veramente forte e ho corso su piste bellissime, come quella di Castelletto di Branduzzo” ricorda ora il pilota-preparatore di Trofarello.

Le vetture, quelle vere, però non sono una cosa estranea al ragazzino che con la complicità del nonno materno Antonio, a 14 anni si mette al volante della sua prima vettura, una Volkswagen Polo 1000 di proprietà dell’altro nonno, Giuseppe. “Ho sempre ereditato le auto dei miei nonni. Quando si è ragazzini si ha l’abitudine di strafare e qualche danno lo si combina” afferma comprensivo oggi.

Le auto però mi interessavano moltissimo, e appena potevo scappavo nell’officina di mio padre a Moncalieri. Ero sempre lì tutti i sabati e seguivo le trasferte delle gare, a volte anche trascurando la scuola”.

Nonostante qualche assenza Fabrizio non ha problemi a diplomarsi come perito meccanico presso l’istituto tecnico Pininfarina di Moncalieri. “Mio padre avrebbe preferito che proseguissi gli studi, iscrivendomi a ingegneria. Mia madre mi ha lasciato più libero. Però le mie scelte non sono mai state spinte o ostacolate ed entrare nell’azienda di famiglia è stata una mia libera scelta”.

Un percorso di crescita fatto di osservazione quotidiana del lavoro del padre e dei suoi collaboratori, prendendo ogni giorno spunto da quello che vede in officina e sui campi di gara.

Un giorno mio padre mi disse: ‘Perché non fai il Rally della Collina? C’è una Mitsubishi Lancer libera e in parco assistenza ce la possiamo cavare da soli’. Chiamai il mio amico Riccardo Imerito e ci accordammo per partecipare alla gara di Chieri”.

Ma non era destino. L’alluvione che afflisse la città della seta, rimandò la gara di qualche settimana e così Daniele Bianchi indirizzò il proprio figlio al Rally della Val Sangone, in programma a Giaveno (TO) nel primo fine settimana di dicembre del 2011.

Riccardo Imerito era impegnato e non poteva navigarmi, perciò contattai Katia Sesia che fu felice di navigare un esordiente come me. Mi presentai al via della gara poco fiducioso. Abituato al mondo dei kart, pensavo che un debuttante non potesse mettersi in mostra subito alla prima gara. Disputai la prima prova tenendo il mio ritmo e chiusi terzo assoluto dietro la Toyota Corolla di Roby Novara e la Clio S1600 di Claudio Marenco. Avevo un ritardo di soli 4” da Novara e ciò mi diede fiducia e nel ripassaggio sulla prova speciale il Colle Braida, aumentai il ritmo, vinsi la prova e passai in testa. Il giorno successivo chiusi secondo il primo passaggio sulla Mollar dei Franchi, rimanendo ancora al comando della gara, e nell’ultima prova Novara si ritirò io vinsi la prova e la gara con 17”1 sulla Clio S1600 di Claudio Marenco e 23”9 sulla Clio Williams di Simone Miele”.

Due settimane dopo arriva anche la gara con Riccardo Imerito e i due giovani rallisti portano la Mitsubishi Lancer al sesto posto assoluto e primi di Classe N4 al recuperato Rally delle Colline.

Nel 2012 Fabrizio Bianchi disputa due gare con Riccardo Imerito fermandosi in entrambi i casi prima del traguardo, poi a fine anno ritrova Katia Sesia in occasione della Ronde del Canavese e con un gran colpo di reni sull’ultimo passaggio sulla speciale di Pratiglione portano la Mitsubishi Lancer R4 sul gradino più alto del podio, ottenendo la seconda vittoria, in due gare disputate insieme.

La carriera di pilota di Fabrizio Bianchi prosegue pur subordinata alla sua attività di preparatore che lo costringe a gareggiare solo quando il lavoro glielo permette. Comunque in nove anni di attività agonistica disputa 25 rally, ottenendo cinque vittorie, altri tre podi assoluti e dieci successi di classe. Gareggiando con una Clio R3 (“nel 2013 e 2014 abbiamo acquistato una Clio per permettermi di disputare il Trofeo Renault, ma riuscii a effettuare solo sei gare, vincendo la classe quattro volte”), Peugeot 208 R2, Fiesta R5 e Škoda Fabia R5, vincendo il Rally del Piemonte due volte (2015 con Enrico Ghietti su Mitsubishi Lancer, e 2019 su Škoda Fabia con Alessandro Mattioda).

Come disse Ferrari la vittoria più bella è sempre la prossima, ma ricordo con particolare soddisfazione il primo successo al Rally del Piemonte del 2015. Venivo dal ritiro del Rally del Tartufo dove mi ero fermato per un problema fisico che mi aveva fatto uscire leggermente di strada mentre viaggiavo alla spalle di Luca Cantamessa. Tornare in gara cinque mesi dopo con lo stesso navigatore (Enrico Ghietti) e la stessa Mitsubishi è stata una bella soddisfazione. Riscoprire di essere nuovamente competitivo e vincere significava, innanzitutto, che il problema fisico era superato”.

Nella sua carriera da pilota Fabrizio Bianchi si è tolto parecchie altre soddisfazioni. Come ad esempio al Rally Città dei Mille a Selvino (BG) concluso al quinto posto assoluto e vincitore della Classe N4 con la Mitsubishi Lancer affiancato da Elisa Spinetta dietro tre WRC e la Peugeot S2000 di Robert Kubica, che riuscì a superare il pilota piemontese solo sull’ultima speciale. O ancora il positivo esordio sulla Fiesta R5 affiancato da Fabio Grimaldi, andando subito a podio alla Ronde del Canavese del 2017 dietro la muscolosa Fiesta WRC di Alessandro Gino terminando ad appena 9/10 dalla Fabia di Denis Colombini.

Soddisfazioni anche Oltralpe come ad esempio al Rallye de l’Escarène del 2013 con la Clio R3 e Katia Sesia concluso al primo posto di classe davanti a tutti gli equipaggi transalpini, o il bel secondo posto assoluto nello stesso rally con la Fiesta R5 del 2018 con Fabio Grimaldi alle spalle dell’idolo locale Bruno Riberi.

Fondamentalmente sono un preparatore. Corro soprattutto per conoscere più approfonditamente la vettura e capire le sue reazioni in prova speciale. Per questo motivo ho disputato, con poca fortuna il Tuscan Rewind su terra dell’inverno scorso. Sono un preparatore; ma quando si accende un semaforo verde divento un pilota a tutti gli effetti che pensa solo a viaggiare più forte possibile e vincere”.

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La foto del giorno. Elio Magnano immortala il volo di Neuville in Sardegna

I campioni volano spesso alto e tocca ai fotografi rendere immortali le loro gesta. Foto Elio Magnano (www.fotomagnano.com)

ALGHERO (SS), 23 aprile. Ci sono dei punti in prova speciale in cui il cielo e la terra si baciano. A fare da cerniera fra loro sono spesso le vetture dei grandi piloti che staccano le ruote da terra e si librano in volo verso il sole o le stelle. Racconta esattamente questa emozione lo scatto proposto oggi da Elio Magnano che ritrae  il futuro vincitore del Rally Italia-Sardegna 2018 Thierry Neuville che slancia la sua Hyundai i20 verso il paradiso nello Shakedown sulla terra di Olmedo.

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Rallisti ai tempi del Coronavirus. Fabrizio Bianchi: “Il ritorno alla normalità per me sarebbe una festa”

Il giovane preparatore di Trofarello è il quinto personaggio della galleria dei rallisti intervistati nel periodo dell’emergenza Coronavirus da www.kaleidosweb.com Testi di Tommaso M. Valinotti, immagini di Elio Magnano MONCALIERI (TO), 22 aprile – Dopo due fotografi, un organizzatore, un pilota-team manager è la volta di un preparatore, Fabrizio Bianchi, finire sotto la lente di Tommaso M. Valinotti ed Elio Magnano per scoprire come sta vivendo questi giorni di reclusione per l’emergenza Coronavirus. Domani, giovedì 23 aprile la prima parte di un’intervista che si concluderà venerdì 24 aprile, riccamente illustrata dalle immagini realizzate da Elio Magnano.

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La foto del giorno. Elio Magnano dopo il Val Merula il Coronavirus

L’immagine dell’equipaggio vincitore della categoria WRC alla gara savonese come ricordo di quando i rally ancora si facevano e speranza di tornare presto in prova speciale. Foto Elio Magnano (www.fotomagnano.com)

CARMAGNOLA (TO), 20 aprile. “Dopo di noi il diluvio”. Si dice che la frase sia stata pronunciata da Madame de Pompadour per consolare Re Luigi XV, di cui era amante confidente, per consolarlo alla notizia della sconfitta di Rossbach nel 1757. Ma è anche la frase con la quale la donna più potente di Francia preconizzava la fine della monarchia francese, fatto puntualmente accaduto una trentina di anni appresso.

Non sappiamo se Elio Magnano si presagisse la drammatica sospensione della stagione rallistica quando scattò questa foto alla Ford Fiesta WRC di Claudio Arzà-Simona Righetti alla Ronde della Val Merula del 7-8 febbraio scorso, ultima gara fotografata dal reporter saluzzese, prima che si scatenasse il diluvio del Coronavirus

Rallisti ai tempi del Coronavirus. Claudio Vallino: “Festeggerò il ritorno alla normalità portando in pista mio figlio Jean Claude”

Reclusione lunga ma non pesante. Il pilota originario di Altare ha mille distrazioni; dal lavorare nella sua casa, alle sue macchine da corsa infine a preparare i corsi guida rally on line. Testi di Tommaso M. Valinotti, immagini di Elio Magnano  (www.fotomagnano.com)

ANGROGNA (TO), 21 aprile – Recluso nella sua grande casa nelle montagne della Val Pellice, Claudio Vallino non si deprime, condividendo con il figlio Jean Claude i lavori di allestimento delle sue due vetture da rally e seguendo a distanza, come stanno facendo tutti gli insegnanti di ordine e grado, i suoi allievi dei corsi di guida rally diventati on line. Nell’attesa che la situazione si sblocchi e il pilota ligure, trasferito nel pinerolese, possa nuovamente mettersi al volante in prova speciale, e seguire il suo allievo preferito in pista: il figlio Jean Claude.

Qual è stata l’ultima manifestazione cui hai partecipato? – “L’ultimo rally disputato è stato il Rally di Castiglione Torinese di fine novembre scorso, con una Clio R3C affiancato da Maurizio Vitali, concluso al terzo posto di Classe. A inizio anno ho disputato le quattro gare dell’Ice Challenge 2020 (due a Pragelato, una a Cervinia e un’altra a Livigno), valido come Campionato Italiano Velocità su Ghiaccio. Mi sono divertito moltissimo e ho pure conquistato il titolo tricolore fra le Due Ruote Motrici”.

Quali sono state le manifestazioni che hai annullato e quali erano i tuoi programmi per il 2020? – “Per quest’anno avevo programmato di tornare a disputare le gare in Sardegna con Maurizio Vitali e la mia Opel Astra OPC. Lo scorso anno ho disputato due gare sull’isola e mi sono divertito molto. Le strade sono belle, la gente è cordiale e sono ben organizzate. Il mio programma era di iniziare dal Rally dei Nuraghi e del Vermentino di inizio aprile, rally in cui mi sono classificato secondo di classe lo scorso anno. Il mio programma prevedeva di fare qualche gara su terra, terreno sul quale la mia Opel Astra è competitiva essendo robusta e affidabile, oltre a qualche bella gara in zona. Inoltre vorrei fare una gara con Marcella Gallo, la figlia del mio compianto navigatore Ottavio ‘Valter’. Nelle quattro gare fatte insieme non sono mai riuscito a portarla al traguardo per problemi meccanici. Glielo devo. L’idea era disputare il Palme di Bordighera, ma era concomitante con il Nuraghi e non se n’è fatto nulla. Anche perché il Coronavirus ha fermato anzitempo entrambe le gare”.

Se si ripartisse il primo giugno, cosa faresti? – “Dovrei aspettare l’uscita del calendario e vedere quali gare si faranno. Ovviamente cercherei di fare le gare in Sardegna e su terra con l’Astra, qualche bella gara in Piemonte, Liguria e Lombardia con Maurizio Vitali su un mezzo performante come la Clio R3. Insomma, seguirei il programma che mi ero preposto a inizio anno, ovviamente condizionato dal nuovo calendario gare. E riprenderei a fare i corsi pratici di guida rallistica ”.

Cosa hai dovuto rinunciare per l’emergenza Coronavirus? – “Vivendo ad Angrogna, sulle montagne della Val Pellice, in una casa isolata con molto terreno attorno, la mia libertà di movimento è stata intaccata solo in parte. Principalmente ho dovuto rinunciare a portare in pista mio figlio Jean Claude che, non avendo ancora la patente, può guidare solo in aree chiuse al traffico”.

Cosa fai in questo periodo? – “Faccio il meccanico a tempo pieno. Approfitto di questo periodo di clausura forzata per lavorare sulle mie macchine da rally con Jean Claude. Insieme stiamo rivedendo totalmente l’Astra e preparando un’altra vettura che ho recentemente acquistato. Inoltre ho dato il via a un corso rally interattivo sulla piattaforma Zoom che sta ottenendo un buon successo di partecipazione”.

Come festeggeresti il ritorno alla normalità? – “Non penso di fare cose particolari il giorno in cui si tornerà alla normalità. Ritornerei a rivedere gli amici, rifarei i corsi pratici di guida rallistica e soprattutto ritornerei in pista con Jean Claude”.

Sito internet:  www.scuolarally.it

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La galleria fotografica. Claudio Vallino immortalato da Elio Magnano

REVELLO (CN), 21 aprile – C’è difficoltà anche nell’abbondanza. Ne sa qualcosa Elio Magnano impegnato in questi giorni a selezionare e catalogare foto nel suo infinito archivio. Se poi il pilota su cui si fa la ricerca è Claudio Vallino, trecento gare suppergiù e quarant’anni di attività, diventa difficile scegliere le venti foto per la galleria fotografica proposta oggi da www.kaleidosweb.com. Dopo mille rinunce e altrettanti ripensamenti, Elio Magnano ha scelto queste immagini, che non esauriscano tutta la carriera del pilota di Altare, ma cominciano a darne una piccola idea.

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Rallisti ai tempi del Coronavirus. Claudio Vallino: “Non potevo sfuggire al mondo dei rally”

Il pilota savonese, pinerolese di adozione racconta come è nata la sua passione per le corse che lo ha portato al via di 300 gare, collezionando sei vittorie assolute, 101 vittorie di classe, 17 trofei monomarca e mille avventure, l’ultima delle quali è il successo nel gennaio scorso del titolo tricolore di Velocità su Ghiaccio Due Ruote Motrici. Testi di Tommaso M. Valinotti, immagini di Elio Magnano  (www.fotomagnano.com)

ANGROGNA (TO), 20 aprile – Il sangue non mente. La passione dei padri si trasmette ai figli, è quasi scontato. Specie se i padri fanno di tutto perché i figli ne vengano contagiati. Non sfugge a questa regola Claudio Vallino, che ha ereditato dal padre Fausto la passione per le auto e la velocità e ora la sta trasmettendo al figlio Jean Claude (come JC Andruet).

Mio padre cambiava le auto come le persone normali si cambiano la camicia. È riuscito a cambiare diciotto vetture in un solo anno e credo sia un record difficilmente battibile”.

Una di queste auto era un’Alfa Romeo Giulia GT di colore giallo, un vero mito negli anni Sessanta, che Fausto guidava molto velocemente specie quando era istigato dal figlio Claudio, che su sedile di fianco ripeteva spasmodicamente “celera, celera” dal chiaro significato incitatorio.

Non solo, ma se aggiungiamo al padre con il germe della velocità nel sangue, un fidanzato della cugina appassionato di rally che si portava il giovane Claudio a vedere il passaggio delle auto da corsa sulle prove dei rally che passavano ad Altare e dintorni, è scontato che al destino non si possa sfuggire.

La prova speciale era una classica dell’epoca, la Roviasca-Altare. Partiva dalla borgata alle porte di Savona, quasi in riva al mare e si inerpicava sino ai 400 metri dell’entroterra terminando ad Altare, dove abitavo. Era sterrata ed era uno spettacolo sia che fosse teatro dei Monti Savonesi, sia del Rally di Sanremo che la sfruttava nei suoi trasferimenti verso la Toscana. Era una prova sterrata e quella strada lo è tutt’ora. Peccato che non venga più sfruttata per le gare” sottolinea ora il rallista di Altare, che oggi vive ad Angrogna, sulle montagne del pinerolese.

Dopo il fatidico anno di patente, come prescriveva il regolamento dell’epoca, anche per Claudio Vallino arriva il fatidico momento di presentarsi in prova speciale. Accade al Rally di Vesime dell’agosto 1980 e lo fa coinvolgendo Bruno Pioppo, che della cugina è diventato il marito, e per la gara usa l’A112 Élite, manco Abarth, che adopera quotidianamente per il suo lavoro di dipendente SIP (la società dei telefoni prima che diventasse Telecom).

Come facevano molti, quasi tutti direi, usavamo in gara la vettura di proprietà. Non c’erano i noleggiatori, e solo pochi ricchi potevano permettersi vetture da usare esclusivamente in gara” sottolinea Claudio Vallino oggi, che rimarca:

Sulla macchina ci mettevo le mani anch’io per i lavori che sapevo fare. Come montare il roll-bar, giocare un po’ sull’assetto e soprattutto verniciarla di colori in impossibili, mentre un meccanico della zona fa quei piccoli lavoretti che permettono alla A112 Élite, una versione allora particolarmente amata dalle donne, di passare dai 45 cavalli canonici ai sessanta più o meno in assetto gara”.

L’esordio di Claudio Vallino nei rally è positivo perché nella gara riesce a concludere secondo in una classe parecchio affollata dietro a un pilota blasonato che farà strada nel mondo dei rally, allora al volante di una macchina che è al top della preparazione nella categoria: Luigi Balbo, su Fiat 127 preparata Piero Lavazza. Un vero bolide da corsa.

La stoffa c’è. E infatti la vittoria di categoria non tarda ad arrivare al successivo Golfo dei Poeti, in provincia di La Spezia, quando ottiene la prima delle sue 101 vittorie di Classe affiancato da Giorgio Bazzano.

Nonostante ciò Claudio Vallino non si concede voli pindarici.

Sapevo benissimo che non sarei mai diventato un pilota del mondiale rally, che seguivo attentamente attraverso le pagine di Autosprint, perché faticavo a disputare i rally fra Piemonte e Liguria arrivando appena a mettere insieme i soldi necessari per benzina e trasferta”.

Ma non demorde. Per tutti gli anni Ottanta continua a correre nelle due regioni prendendosi qualche bella soddisfazione, come un bel secondo posto al Rally Valli del Bormida del 1984 sempre con Giorgio Bazzano al volante di una Porsche. “Avevamo disputato la gara savonese nel 1983 con una Opel Ascona e avevamo chiuso quarti. Aveva vinto Stefano Rosina su Porsche 911 e con Giorgio decidemmo che l’anno successivo avremmo corso anche con una Porsche. Per un anno intero risparmiammo anche sull’aria da respirare e prima della gara ci rivolgemmo a Peppino Zonca di Tam-Auto per affittare una vettura. Ci diede una buona vettura, ma non era certo all’altezza di quella del futuro vincitore Rodolfo Maimoli che si presentò con la Porsche 911 che era di Giovanni Vezza, un’auto spettacolare. Con il senno di poi è facile capire che il buon Peppino non si fidò ad affidare la sua vettura migliore a due sconosciuti. Comunque disputammo una grande gara e chiudemmo secondi, e lo stesso Peppino Zonca venne a farci i complimenti”.

Sono anni in cui il rallismo è avventuroso e guascone.

Mancai la mia prima vittoria assoluta al Rally Valli Imperiesi del 1985 alla guida di una Talbot Sunbeam Lotus, per essermi letteralmente ‘perso’ il navigatore. Alla partenza di una prova speciale si sganciò il sedile di Giorgio Bazzano che finì nel baule della vettura. Subito non capii perché non mi arrivassero le note. Poi lo sentii che mi gridava di andare piano mentre lui era a gambe all’aria dietro sballottato a destra e sinistra a d ogni curva. Ovviamente la sfiga quando si impegna fa le cose per bene e l’inconveniente capitò nella prova più lunga e di notte. Perdemmo un’eternità e chiudemmo secondi. Adesso mi sembra un’avventura divertente, allora non fummo contenti”.

Claudio Vallino trova nel frattempo la sua collocazione nei trofei monomarca dove colleziona 15 vittorie nel Trofeo Peugeot, iniziando dalla vittoria nel Trofeo del Leone di zona del 1989, l’ultimo nel 2008 con la Peugeot 206 RC, cui vanno aggiunti due vittorie nel Trofeo Rover.

Una decina di anni fa Peugeot Competizioni Italia ni diede una targa ricordo come pilota più vincente nei loro trofei e con ben 22 anni di partecipazioni”.

Sempre a fare i conti con il budget, Claudio Vallino ha disputato circa 300 gare, fra rally e altre specialità, fra le quali una partecipazione al Giro d’Italia 2011 con una Seat Leon Proto, ottenendo sei vittorie assolute, sei secondi posti, sei terzi posti. “Essendo un appassionato di numerologia, è giusto che anche le mie statistiche di gara rispettino certe regole formali” ironizza Claudio Vallino.

Che ha ottenuto tre delle sue sei vittorie al Rally di Bagnolo: 2006 su Renault Clio Williams con Aldo Pressiani, 2007 ancora con la Williams con Aldo “Valter” Gallo e 2009 con Tiziana Desole su Clio R3; il 2009 è l’annata nella quale conquistò altre due vittorie assolute sempre con la Clio R3 e la Desole al Rally Colli Morenici Mantovani e con Corrado Courthoud allo Sprint dell’Evançon. L’ultima vittoria è arrivata al Rally Storico della Riviera Ligure del 2012 su Porsche 911 affiancato da Dario Araldo, savonese pure lui, con il quale ha condiviso il maggior numero di partecipazioni alle gare: ben cinquanta. E per finire arriva la conquista del titolo di Campione Italiano Velocità su Ghiaccio nel gennaio scorso.

Una vita rallistica piena di aneddoti e avventure che sarebbe bene raccontare in un libro. E dopo quarant’anni di gare, forse il savonese di Angrogna ci sta pensando.

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La foto del giorno. Marcella Gallo: dal podio con papà alla prova speciale con Claudio Vallino

SANREMO (IM), 20 aprile – Lei è figlia d’arte. Da parte di entrambi i genitori. Marcella Gallo venticinquenne navigatrice di Sanremo, infatti è figlia di Ottavio “Valter” Gallo, un navigatore che ha disputato una ventina di gare, nove delle quali con Claudio Vallino collezionando sei arrivi con cinque vittorie di classe. E una vittoria assoluta, al Rally di Bagnolo 2007, gara cui si riferisce questa immagine che ritrae Claudio Vallino, che tiene in braccio il piccolo Jean Claude, e Ottavio “Valter” Gallo, che stringe Marcella la figlia dodicenne.

La passione per il mondo dei rally arriva anche da mamma Manuela, commissaria di percorso nel gruppo di ACI Ponente Ligure, gruppo al quale appartiene anche Marcella.

La carriera rallistica di Marcella Gallo inizia nel 2015 al Rallye Sanremo nel quale conquista il secondo posto di Classe N2 sulla Citroën Saxo VTS di Kevin Hegyes, e alla terza gara (Rally dei Cinque Comuni 2016) prima vittoria di categoria sulla Peugeot 207 R1 di Francesco Giangreco, bissata nel 2017 allo Special Rally Circuit by Vedovati.

Meno fortunata la sua esperienza con Claudio Vallino.

Quando morì il padre promisi a Marcella di fare una gara con lei appena si fosse presentata l’occasione. Abbiamo disputato quattro rally insieme e ci siamo sempre fermati anzitempo per problemi meccanici. È una nota negativa che voglio cancellare quanto prima” ribadisce il pilota ligure.

La foto della settimana. Il “Tuareg” Stefano Romeo in prova speciale al Rally Monte-Carlo

CARMAGNOLA (TO), 18 aprile – Non ha conquistato la vetrina della prima pagina,; ma è sicuramente la foto più curiose della settimana pubblicate da www.kaleidosweb.com. Ritrae Stefano Romeo, imbardato con la pettorina di fotografo accreditaro FIA al Rallye Monte-Carlo 2019 con tanto di passamontagna per difendersi dal freddo di gennaio nelle Alpi Marittime Francesi.

Rallisti ai tempi del Coronavirus. Stefano Romeo: “Dopo aver risistemato l’archivio non vedo l’ora di fare un’escursione in montagna e tornare in prova speciale”

Due sole gare quest’anno per il reporter ligure che dopo Monte-Carlo e Val Merula si preparava a seguire tutto il Campionato Italiano Rally. La speranza che si possa ripartire presto per poter tornare alle gare e vedere riaperto il ristorante di famiglia. Nel frattempo rimette a posto l’archivio e si dedica alla cucina. Testi di Tommaso M. Valinotti, immagini di Stefano Romeo

VALLECROSIA (IM), 17 aprile Stefano Romeo si preparava a una nuova intensa annata di gare fra Campionato Italiano Rally, trasferta iridata in Sardegna e numerose gare locali. Per il momento tutto da dimenticare, come sono da dimenticare i bagni al mare e le passeggiate in montagna.

Qual è stata l’ultima manifestazione cui hai partecipato? – “Quest’anno, per ora, ho seguito solamente due gare poi si è fermato tutto. Il Rallye Monte-Carlo di fine gennaio e il Rally Ronde Val Merula del 7-8 febbraio. Come faccio da sempre ho seguito il Monte-Carlo dallo Shake Down al podio finale. Il Rallye Monte-Carlo è una gara che va preparata nei minimi dettagli iniziando dal momento in cui sono pubblicate le cartine del percorso. Nonostante sia ormai un veterano della gara monegasca, effettuo un giro di ricognizioni pre gara come fanno gli equipaggi, sia nelle prove sia sui trasferimenti per individuare punti nuovi dove scattare le foto. Da un anno all’altro possono cambiare molte cose. Anche se al giorno d’oggi le gare del mondiale sono molto più blindate e c’è meno libertà di scelta su dove posizionarsi. Un tempo il punto iconico della gara era il Col de Turini, ma oggi è talmente difficile muoversi che non si riesce a fare una foto decente. Molto meglio lo scollino sulla pista da sci del Col de Moissiere del sabato che offre ancora spunti fantastici.

A inizio febbraio sono stato al Rally Val Merula che ho seguito da solo; ma anche in questo caso sono riuscito a fare un buon lavoro sulle prove speciali sino al podio. Il punto classico è lo scollinamento del Passo del Ginestro, oggi ampiamente fattibile con le macchine fotografiche che scattano in remoto. Se così non fosse bisognerebbe rischiare la vita per fare una foto decente ”.

Quali sono state le manifestazioni che hai perso? – “Avevo in programma di seguire tutto il Campionato Italiano Rally, quindi al momento attuale mi sono perso il Ciocco (ora rinviato a fine giugno), il Mille Miglia, il Targa Florio e il Rally Italia-Sardegna, oltre al Sanremo Storico e il Rally delle Palme vicino a casa mia ”.

Quali erano i tuoi programmi per il 2020? – “Da alcuni anni il mio programma principale è seguire il Campionato Italiano Rally, il Sanremo Storico, le tre gare del mondiale Monte-Carlo, Corsica (quest’anno degradata a gara di Campionato Francese) il Sardegna, oltre alle gare liguri. Lo scorso anno ero riuscito a farmi le tre gare delle isole mediterranee come Corsica, Sicilia e Sardegna. Era stato divertente”.

Se si ripartisse il primo giugno, cosa faresti? – “Sarei molto felice, perché significherebbe che il ristorante di mia moglie Barbara e di mio cognato Sergio potrebbe rialzare le saracinesche. A livello rallistico mi piacerebbe fare le gare del Campionato Italiano Rally, ma a quel punto sarà questione di budget. Sarà fondamentale vedere quanti equipaggi potranno presentarsi al via e quanto potranno investire in comunicazione piloti e scuderie”.

Cosa hai dovuto rinunciare per l’emergenza Coronavirus? – “Avevo in programma un giro primaverile sui sentieri di montagna nelle giornate di libertà dai rally e dal ristorante. Ma soprattutto soffro per la mancanza di libertà di movimento. Mi sento prigioniero come un leone in gabbia. Inoltre avere il mare a pochi metri e non poter andare in spiaggia e fare il bagno è una vera tortura. Sembra che il destino voglia prenderci in giro. In questo periodo ci sono giornate bellissime e il mare ci invita tuffarci fra le sue onde. Ma non è possibile

Cosa fai in questo periodo? – “È l’occasione buona per mettere in ordine l’archivio, cosa che mi ripromettevo da anni. Con il ristorante chiuso al pubblico mi sono riciclato a fare il fattorino delle consegne per quei pochi piatti da asporto che serviamo ogni giorno. È il solo modo per muovermi un pochino, prendendo tutte le precauzioni necessarie. In cantina ho riverniciato le sedie del dehor, ma sono finite e non mi sembra il caso di dar loro sette mani. Quando sono in casa mi spiaggio sul divano, oppure cucino io e non Barbara. Ma fra la cucina del ristorante a quella casalinga c’è la stessa differenza che c’è fra guidare una macchina stradale e una da gara in prova speciale”.

Come festeggeresti il ritorno alla normalità? – “Farò quella famosa escursione in montagna, e poi festeggerò sia al ristorante sia in prova speciale. Ma la gioia maggiore sarà rivedere i volti delle persone felici”.

Rallisti ai tempi del Coronavirus. E lunedì tocca a Claudio Vallino

Dopo due fotografi (Elio Magnano e Stefano Romeo) un organizzatore (Pierluigi Capello) e un pilota team-manager (Paolo Benevenuti) è ora la volta del pilota-istruttore ligure

ANGROGNA (TO), 17 aprile – Dopo aver esplorato il mondo dei rally con la macchina fotografica (Stefano Romeo), lunedì si torna al volante con Claudio Vallino, blasonato pilota di lungo corso con oltre cento vittorie di classe e numerosi trofei monomarca in bacheca, che ci racconta come trascorre il tempo in questo periodo di clausura per il Coronavirus.

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  Rallisti ai tempi del Coronavirus. Stefano Romeo, la passione nasce a fianco del papà radioamatore

Un padre che lo porta in prova speciale sulle prove del Sanremo degli anni Settanta e una macchina fotografica vinta a un concorso canoro sono una miscela esplosiva che porta l’appassionato reporter ligure a solcare tutti gli anni le prove speciale delle gare italiane e di alcuni rally del mondiale. Testi di Tommaso M. Valinotti, immagini di Stefano Romeo (www.stefanoromeo.it)

VALLECROSIA (IM), 16 aprile – “Fra un mese sarà il mio compleanno. Spero di riuscire a festeggiare con una lunga passeggiata in montagna. Probabilmente non potrò festeggiare in spiaggia, anche se il ristorante di mia moglie Barbara e mio cognato Sergio è proprio in riva al mare. Ma temo che per molto tempo sarà complicato andare in spiaggia, perché ci saranno restrizioni per evitare gli assembramenti pericolosi per il contagio”.

Stefano Romeo profetizza in questo modo i festeggiamenti del suo 53esimo compleanno, che cadrà il prossimo 13 maggio, ma più che pensare alla torta con le candeline pensa ai problemi di lavoro.

Spero che ci sia la possibilità di aprire il ristorante (Ristornate dei Pescatori – Da Antonio; Via Marconi, 31 – Vallecrosia, https://www.facebook.com/ristorante.pescatori.vallecrosia/) nel fine settimana del 2 giugno, perché se non fosse possibile sarebbe un disastro. E che si possa così tornare presto in prova speciale. Ne abbiamo bisogno tutti. Per la nostra salute morale e anche per le nostre risorse economiche

BiografiaStefano Romeo è nato il 13 maggio 1967 a Ventimiglia. Un segno del destino. “Sono nato in casa in una città che è esattamente a metà strada fra Sanremo e Monte-Carlo, in una casa davanti a una concessionaria Renault” afferma oggi. Ma più che gli influssi astrali delle divinità dei rally a portarlo verso la passione delle gare su strada è stato il padre Albino che da quando aveva sei anni se lo portava insieme nelle lunghe notti dei rally dove svolgeva il servizio di radioamatore sulle prove speciali del Rally di Sanremo. Evidentemente il giovane Stefano non si lamentava perché ne ha un ricordo sfocato, ma rivive ancora oggi belle sensazioni, ripensando alle Stratos e a Sandro Munari.

Mamma Elena non ne era felicissima, ma se ne faceva una ragione. Avrebbe preferito che Stefano cantasse, visto che aveva una bella voce. E lo iscriveva regolarmente alle selezioni dello Zecchino d’Oro, presentate dal Mago Zurlì (al secolo Cino Tortorella, anche lui originario di Ventimiglia), che si svolgevano a Limone Piemonte. E Stefano le vinceva pure quelle selezioni, al punto che venne invitato alle selezioni più ristrette di secondo grado che si tenevano a Milano. “A quelle selezioni si accedeva solo dopo aver versato un contributo economico e i miei genitori non erano d’accordo”.

La carriera canora di Stefano Romeo non si interrompe per quell’incidente di percorso. Anzi. Ottiene un successo al concorso canoro di Vallecrosia (“mia madre ha ancora una cassetta delle mie performance”) ma, paradossalmente, è proprio quel successo ad allontanare maggiormente la giovane promessa dall’ugola d’oro dal canto per avvicinarlo definitivamente al mondo della fotografia rallistica.

A quel concorso c’era in premio una macchina fotografica Kodak Instamatic che mi portavo orgogliosamente ai rally per fotografare le macchine. Mio padre Albino, inoltre mi regalò un flash a cubo, e da quel momento il virus della passione rallistica si è definitivamente insediato in me”. Se poi aggiungiamo che papà Albino, visti i buoni risultati scolastici di Stefano, gli regalò una reflex, poi un teleobbiettivo, è facile capire come ben presto si fosse superato il punto del non ritorno.

Nel frattempo Stefano Romeo cresce e si iscrive alla facoltà di ingegneria meccanica, dove pensa di dare forma teorica alla sua passione per l’aerodinamica automobilistica che lo porta a disegnare in continuazione vetture di Formula 1 dalle linee sempre più sofisticate, al punto di pensare a una monoposto con tanto di estrattori (il famoso effetto suolo) quando ancora la Lotus effetto suolo non era scesa in pista.

L’università però non faceva per me o io non facevo per lei. Non sopportavo le lunghe ore chiuso in aula e perciò lasciai gli studi”.

Ma le prove speciali all’aria aperta sono la vita per Stefano Romeo che in breve fa amicizia con un altro fotografo che bazzica l’ambiente rallistico sanremese, a quell’epoca sede della gara iridata. Si tratta di Massimo Bianchi, che in breve lo coinvolge sempre più maggiormente nella sua attività di fotografo. Non solo, lo presenta Giovanni Scarpari di Fotosport, uno dei totem del rallismo fotografico italiano, che lo prede sotto le sue ali per alcuni anni, prima che il reporter di Vallecrosia spicchi il volo in proprio. Al Rally di Monte-Carlo 2006 il grande salto al digitale che usa e sperimenta ancora oggi.

A livello rallistico il mio unico rammarico sta nel non essere mai riuscito a disputare una gara da pilota. Ho sempre avuto vetture veloci, a cominciare da una Fiat Uno Turbo che è stata automobilisticamente parlando il mio grande amore. Viaggiare forte su strada non regala la stessa adrenalina che dà una prova speciale. Non ci sono mai riuscito, soprattutto per motivi economici. Ma non voglio mettere limiti alla Provvidenza”.

Rallisti ai tempi del Coronavirus. La galleria fotografica di Stefano Romeo

Oltre alla prima parte dell’intervista con il fotografo ligure, www.kaleidosweb.com propone una spettacolare selezione delle sue immagini. Sperando di tornare presto a vederlo sulle prove speciali.

VALLECROSIA (IM), 16 aprile – Recluso in casa per rispettare le direttive ministeriali per combattere il Coronavirus, Stefano Romeo ne ha approfittato per mettere mano e ordine nel suo infinito archivio che copre dalla fine degli anni Settanta ai giorni nostri.

Purtroppo per la galleria fotografica di Kaleidosweb non ho potuto inserire le immagini che ho scattato nella prima fase della mia carriera, quella caratterizzata dall’uso della macchina analogica” commenta il reporter di Vallecrosiasemplicemente perché ho lo scanner in un ufficio in un altro comune. E con le attuali regole non lo posso raggiungere”.

Comunque ce ne facciamo una ragione. La rassegna proposta oggi da Stefano Romeo copre gli ultimi quindici anni della sua carriera, dal Rallye Monte-Carlo 2006 alle Ronde della Val Merula del febbraio 2020, ovvero dalla prima gara in cui ha usato la macchina fotografica digitale, all’ultima gara che lo ha visto impegnato in prova speciale.

Passando dalla Corsica dello stesso anno 2006 per fotografare l’idolo Gigi Galli, a un’immagine fra le abetaie del Ciocco, allo spettacolo del Rally Italia Sardegna dello scorso anno fino al Monte-Carlo di fine gennaio, quando si credeva che il mondo non ci sarebbe mai caduto addosso.