Un testacoda nella prima prova mette fuori dai giochi il pilota cuneese. Che non demorde e si dedica a una serie di test nei passaggi successivi. Risultando, comunque, sempre il secondo più veloce in tutte le altre prove speciali, risalendo sino al quinto posto. Di Tommaso M. Valinotti. Immagini Foto Magnano
RIVAROLO (TO), 28 febbraio – “Dopo il testacoda nella prima prova, non potendo puntare al risultato assoluto abbiamo lavorato sulla vettura in vista degli impegni futuri. Non abbiamo mai vinto una prova speciale, ma abbiamo concluso tre volte secondi con distacchi sempre estremamente ridotti da Signor e Pizio che sono due ottimi piloti. Alla fine siamo soddisfatti dell’andamento della nostra gara e del lavoro svolto” afferma Alessandro Gino che lascia il canavese con il sorriso sulle labbra, nonostante non abbia centrato quella terza vittoria, a causa di un testacoda nella prima speciale costatogli oltre 40”, che ne avrebbe fatto di lui il primatista assoluta della gara di Pratiglione.
Tornato dopo cinque anni sulla prova di Pratiglione, quando aveva conquistato la vittoria assoluta sempre a fianco di Fulvio Florean, il valdostano conquista la terza piazza grazie alla costanza di velocissime prestazioni. Di Tommaso M. Valinotti. Immagini Foto Magnano
RIVAROLO (TO), 28 febbraio – Elwis Chentre è uno dei piloti più blasonati presenti alla Ronde del Canavese. Nelle sue quattro partecipazioni ha ottenuto quattro volte il podio (e questo è un record), centrando la vittoria nel 2016, sua ultima partecipazione a questa gara. “Anche allora ero con Fulvio Florean” dice il pilota aostano “e avevo per le mani una macchina di D’Ambra” prima di passare a esaminare la sua gara.
“Abbiamo pasticciato un po’ sulla prima prova speciale, ma abbiamo sempre tenuto un buon passo, anche se abbiamo dormito un po’ sulla terza prova. Questa è una gara molto difficile, con una prova molto tecnica. Adesso ci concentriamo sulla prossima gara che sarà Alba”.
https://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/Canavese_R5_4_Chentre_DSC_4549-Custom.jpg532800Kaleidoswebhttps://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/2015/05/logo_kaleidos_web_115.jpgKaleidosweb2021-03-11 10:16:002021-03-11 10:16:0415° Ronde del Canavese. Elwis Chentre, vince la sudatissima battaglia del podio
Anche il sole ha voluto essere presente al test organizzato a Monteu Roero dallo Sport Rally Team che ha visto al via una selezionata serie di vetture dalle Volkswagen Polo GTI alle Hyundai i20, dalle nuovissime Peugeot 208 Rally4 alle Renault Clio, senza dimenticare la storica Opel Kadett GT/E. Grande impegno dei piloti, a cominciare dagli svizzeri guidati da Olivier Burri ai locali con Patrick Gagliasso, Massimo Marasso e Matteo Giordano in grande evidenza. Ritorno al volante, dopo anni di assenza per Michele Tassone e Frank D’Ambra. Grande soddisfazione anche per i tecnici Michelin Motorsport presenti al test, che hanno fatto provare il loro nuovo pneumatico Pilot Sport A. Immagini Foto Magnano
MONTEU ROERO (CN), 8 marzo – Era parecchio rattristato Piero Capello dello Sport Rally Team, sabato mattina mentre osservava il cielo plumbeo sulle colline di Monteu Roero e la pioggia novembrina cadere riempiendo di umidità le Rocche. “È un mese che non piove e doveva cominciare proprio nel fine settimana del nostro test” affermava allargando sconsolato le braccia l’organizzatore carmagnolese.
Ma si sa, la fortuna aiuta gli audaci e chi fa le cose per bene e all’alba di domenica mattina, 7 marzo, il sole si è presentato sul Roero, non volendo mancare l’appuntamento con questa giornata che avrebbe potuto (e dovuto) essere di festa se l’emergenza Covid, con il Piemonte in Zona arancione rafforzato, non avesse negato la presenza agli spettatori. “L’assenza degli spettatori è stata l’unica nota negativa di questa giornata” commenta Capello a fine giornata, mentre i meccanici smontano le tende e caricano le vetture sui furgoni. “Monteu Roero ci ha accolto a braccia aperte, e sarebbe stato bello, come accaduto quattro anni fa in era pre Covid, avere il pubblico festante lungo la strada e riempire bar e ristoranti della zona all’ora di pranzo”. Ma tant’è, si è dovuto fare necessità virtù.
Ed è un peccato perché di sostanza a questo test ce n’era parecchia. A cominciare dai piloti, con la presenza del “rosso” Alessandro Battaglin, venuto dal Veneto per testare assieme alla sua compagna e navigatrice Serena Pagliarini la Hyundai i20 di HMI. Per proseguire con il tocco femminile di Rachele Somaschini, che ha fatto salire sulla sua Citroën DS3 R3T il “globe trotter” Nicola Arena. Alla nutrita pattuglia svizzera, capeggiata da Olivier Burri, Sacha Althaus e Ivan Ballinari che si sono divertiti e hanno anche lavorato sodo per sistemare gli assetti delle loro Volkswagen Polo GTI e Škoda Fabia R5 portate da Roger Tuning. O ancora i “figliol prodigo” Michele Tassone, tornato al volante di una vettura da rally dopo quattro anni (e qui in veste di tester e tutor del Gino WRC Team) e Frank D’Ambra velocissimo a scendere in pista essendosi presentato per primo al punto di partenza, lontano sette anni dalle prove speciali e impegnato alla guida della Škoda Fabia Evo del padre Mario. E poi i top driver locali quali Matteo Giordano, il sempre verde Mario Viotti, Patrick Gagliasso (che ha effettuato il maggior numero di passaggi sulla prova), Massimo Marasso e Armando Defilippi, che hanno scaldato i muscoli in vista degli impegni futuri. O semplicemente hanno colto al balzo l’occasione per fare qualche giro sui cinque chilometri di strada chiusa al traffico che partiva dal cimitero di Monteu Roero scendeva nervosa, scivolosa e stretta con tornanti e brevi scatti fino a incrociare la provinciale 522 in Frazione Tre Rivi e iniziare con una bella spazzolata alla rotonda l’impegnativa salita verso il paese di Monteu Roero, diventato per l’occasione un unico parco assistenza. Senza dimenticare un pizzico di storiche con la Opel Kadett GT/E di Massimo e Matteo Migliore.
Come sempre dal 2016 a questa parte nei test dello Sport Rally Team è stata di notevole importanza la presenza di Michelin Motorsport che ha portato i nuovi pneumatici Michelin Pilot Sport A appositamente studiati per le top car come le R5, R4 ed N4. A fianco di Fabrizio Cravero, che segue in prima persona le competizioni italiane, dalla Francia è arrivato Ludovicue Carrara, il tecnico che segue per la Casa di Clermont Ferrand il Campionato Francese Terra e il Campionato Francese Asfalto, molto soddisfatto nella trasferta nel Roero: “È la prima volta che vengo in Italia per seguire un evento rallistico. Sono molto impressionato dalla professionalità e dall’efficienza dei team italiani, che curano moltissimo l’immagine e l’ospitalità in parco assistenza. Il test è servito anche a noi perché abbiamo potuto ricevere le impressioni dei piloti che hanno provato per la prima volta le Pilot Sport A su un percorso che proponeva tutto quanto si può incontrare su una prova speciale rallistica: dal misto stretto scivoloso al veloce con molto grip”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Fabrizio Cravero, il tecnico italiano di Michelin Motorsport: “Abbiamo potuto far conoscere a piloti e preparatori il nostro nuovo pneumatico che rappresenta un buon passo avanti rispetto alla gamma precedente. Le risposte sono state estremamente positive, perciò lasciamo Monteu Roero molto soddisfatti”.
A fine giornata Piero Capello traccia un bilancio: “L’evento è riuscito perfettamente, grazie alla collaborazione dei commissari di percorso cuneesi de ‘La Granda’ che hanno puntigliosamente presidiato il percorso, allo staff del Sport Rally Team, che oltre a curare l’allestimento della prova, ha svolto tutte le mansioni di supporto, ai cittadini di Monteu Roero, che dopo quattro anni ci hanno nuovamente accolto con benevolenza”.
https://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/14_Gagliasso_C-Fotomagnano-2021-Test-Day-2155-Large-Custom.jpg532800Kaleidoswebhttps://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/2015/05/logo_kaleidos_web_115.jpgKaleidosweb2021-03-09 09:24:142021-03-09 13:51:18Tutti presenti al Test Day nel Roero per conoscere il nuovo Michelin Pilot Sport A
Anche il sole ha voluto essere presente al test organizzato a Monteu Roero dallo Sport Rally Team che ha visto al via una selezionata serie di vetture dalle Volkswagen Polo GTI alle Hyundai i20, dalle nuovissime Peugeot 208 Rally4 alle Renault Clio, senza dimenticare la storica Opel Kadett GT/E. Grande impegno dei piloti, a cominciare dagli svizzeri guidati da Olivier Burri ai locali con Patrick Gagliasso, Massimo Marasso e Matteo Giordano in grande evidenza. Ritorno al volante, dopo anni di assenza per Michele Tassone e Frank D’Ambra. Grande soddisfazione anche per i tecnici Michelin Motorsport presenti al test, che hanno fatto provare il loro nuovo pneumatico Pilot Sport A. Immagini Foto Magnano
MONTEU ROERO (CN), 8 marzo – Era parecchio rattristato Piero Capello dello Sport Rally Team, sabato mattina mentre osservava il cielo plumbeo sulle colline di Monteu Roero e la pioggia novembrina cadere riempiendo di umidità le Rocche. “È un mese che non piove e doveva cominciare proprio nel fine settimana del nostro test” affermava allargando sconsolato le braccia l’organizzatore carmagnolese.
Ma si sa, la fortuna aiuta gli audaci e chi fa le cose per bene e all’alba di domenica mattina, 7 marzo, il sole si è presentato sul Roero, non volendo mancare l’appuntamento con questa giornata che avrebbe potuto (e dovuto) essere di festa se l’emergenza Covid, con il Piemonte in Zona arancione rafforzato, non avesse negato la presenza agli spettatori. “L’assenza degli spettatori è stata l’unica nota negativa di questa giornata” commenta Capello a fine giornata, mentre i meccanici smontano le tende e caricano le vetture sui furgoni. “Monteu Roero ci ha accolto a braccia aperte, e sarebbe stato bello, come accaduto quattro anni fa in era pre Covid, avere il pubblico festante lungo la strada e riempire bar e ristoranti della zona all’ora di pranzo”. Ma tant’è, si è dovuto fare necessità virtù.
Ed è un peccato perché di sostanza a questo test ce n’era parecchia. A cominciare dai piloti, con la presenza del “rosso” Alessandro Battaglin, venuto dal Veneto per testare assieme alla sua compagna e navigatrice Serena Pagliarini la Hyundai i20 di HMI. Per proseguire con il tocco femminile di Rachele Somaschini, che ha fatto salire sulla sua Citroën DS3 R3T il “globe trotter” Nicola Arena. Alla nutrita pattuglia svizzera, capeggiata da Olivier Burri, Sacha Althaus e Ivan Ballinari che si sono divertiti e hanno anche lavorato sodo per sistemare gli assetti delle loro Volkswagen Polo GTI e Škoda Fabia R5 portate da Roger Tuning. O ancora i “figliol prodigo” Michele Tassone, tornato al volante di una vettura da rally dopo quattro anni (e qui in veste di tester e tutor del Gino WRC Team) e Frank D’Ambra velocissimo a scendere in pista essendosi presentato per primo al punto di partenza, lontano sette anni dalle prove speciali e impegnato alla guida della Škoda Fabia Evo del padre Mario. E poi i top driver locali quali Matteo Giordano, il sempre verde Mario Viotti, Patrick Gagliasso (che ha effettuato il maggior numero di passaggi sulla prova), Massimo Marasso e Armando Defilippi, che hanno scaldato i muscoli in vista degli impegni futuri. O semplicemente hanno colto al balzo l’occasione per fare qualche giro sui cinque chilometri di strada chiusa al traffico che partiva dal cimitero di Monteu Roero scendeva nervosa, scivolosa e stretta con tornanti e brevi scatti fino a incrociare la provinciale 522 in Frazione Tre Rivi e iniziare con una bella spazzolata alla rotonda l’impegnativa salita verso il paese di Monteu Roero, diventato per l’occasione un unico parco assistenza. Senza dimenticare un pizzico di storiche con la Opel Kadett GT/E di Massimo e Matteo Migliore.
Come sempre dal 2016 a questa parte nei test dello Sport Rally Team è stata di notevole importanza la presenza di Michelin Motorsport che ha portato i nuovi pneumatici Michelin Pilot Sport A appositamente studiati per le top car come le R5, R4 ed N4. A fianco di Fabrizio Cravero, che segue in prima persona le competizioni italiane, dalla Francia è arrivato Ludovicue Carrara, il tecnico che segue per la Casa di Clermont Ferrand il Campionato Francese Terra e il Campionato Francese Asfalto, molto soddisfatto nella trasferta nel Roero: “È la prima volta che vengo in Italia per seguire un evento rallistico. Sono molto impressionato dalla professionalità e dall’efficienza dei team italiani, che curano moltissimo l’immagine e l’ospitalità in parco assistenza. Il test è servito anche a noi perché abbiamo potuto ricevere le impressioni dei piloti che hanno provato per la prima volta le Pilot Sport A su un percorso che proponeva tutto quanto si può incontrare su una prova speciale rallistica: dal misto stretto scivoloso al veloce con molto grip”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Fabrizio Cravero, il tecnico italiano di Michelin Motorsport: “Abbiamo potuto far conoscere a piloti e preparatori il nostro nuovo pneumatico che rappresenta un buon passo avanti rispetto alla gamma precedente. Le risposte sono state estremamente positive, perciò lasciamo Monteu Roero molto soddisfatti”.
A fine giornata Piero Capello traccia un bilancio: “L’evento è riuscito perfettamente, grazie alla collaborazione dei commissari di percorso cuneesi de ‘La Granda’ che hanno puntigliosamente presidiato il percorso, allo staff del Sport Rally Team, che oltre a curare l’allestimento della prova, ha svolto tutte le mansioni di supporto, ai cittadini di Monteu Roero, che dopo quattro anni ci hanno nuovamente accolto con benevolenza”.
https://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/31_Nicolini_Battaglin_C-Fotomagnano-2021-Test-Day-2274-Large-Custom.jpg533800Kaleidoswebhttps://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/2015/05/logo_kaleidos_web_115.jpgKaleidosweb2021-03-08 20:22:332021-03-08 20:22:38Tutti presenti al Test Day nel Roero per conoscere il nuovo Michelin Pilot Sport A
Gara tiratissima dall’inizio alla fine. Con un confronto sul filo del secondo fra Marco Signor e Mattia Pizio, risolto solo all’ultima speciale.Di Tommaso M. Valinotti. Immagini Foto Magnano
RIVAROLO (TO), 28 febbraio – Un battito di ciglia. Tanto divide il primo classificato Marco Signor, affiancato da Francesco Pezzoli (Volkswagen Polo GTI) da Mattia Pizio-Davide Cecchetto (Škoda Fabia EVO). Ovvero 1”1. Che dopo 44,4 km di prove cronometrate è un’inezia. Un secondo appena che il pilota novarese sa benissimo dove lo ha perso.
“Ho visto le bandiere gialle per l’incidente dei francesi Michel e Meryl Giraldo, che hanno sbattuto a circa due chilometri dalla fine. Purtroppo le bandiere gialle hanno cominciato a sventolare molto prima e ho perso quei secondi preziosi che mi sono costati la vittoria” commenta deluso a fine gara il pilota della P.A. Racing.
Fino a quel momento era stato un gran bel testa a testa fra Signor e Pizio con i due concorrenti che avevano monopolizzato la parte alta della classifica. Nel primo passaggio sulla prova di Pratiglione è Mattia Pizio a dare uno scossone alla classifica staccando di 7” netti Marcello Razzini e Rudy Pollet (Škoda Fabia) e di 7”9 Signor-Pezzoli. Corrado Pinzano-Marco Zegna (Škoda Fabia) pagano 9” e precedono di 4/10 Elwis Chentre tornato con Fulvio Florean al suo fianco; quindi a 10”7 i francesi Michel e Meryl Giraldo con la Volkswagen Polo curata da Roger Tuning. Nel frattempo si verifica il primo colpo di scena con il testacoda di Alessandro Gino-Daniele Michi, Škoda Fabia EVO, altri pretendenti al successo finale, che costa al pilota cuneese 40”1 e lo vede praticamente fuori dai giochi per la vittoria. Esce di strada Claudio Marengo e la prova deve essere interrotta per permettere di spostare la sua Clio S1600 e una decina di equipaggi la percorrono in trasferimento.
La seconda prova cambia la situazione al vertice della classifica con Marco Signor che stacca il miglior tempo con appena 5/10 su Alessandro Gino e 4”8 su Mattia Pizio, che però non è preoccupato, visto che ha cambiato l’assetto della sua vettura e non è soddisfatto della nuova impostazione. “Credevamo di migliorare, ma non abbiamo ottenuto i risultati sperati. Dal prossimo passaggio torniamo nella configurazione precedente”. Elwis Chentre chiude ad appena 1/10 dal novarese conquistando così la terza piazza nella classifica assoluta, con Michel Giraldo a 5”5, quindi Patrick Gagliasso e Marco Ravera(Škoda Fabia) a 9”1 che precedono di 1/10 Corrado Pinzano. Un testacoda rallenta il passo di Marcello Razzini, che paga 26”5 a Signor ed esce dalla zona podio.
La classifica vede Mattia Pizio ancora al comando con 3”1 su Marco Signor ed Elwis Chentre a 9”5 che guida il terzetto dei pretendenti al podio con Michel Giraldo a 1”9 dal valdostano, che precede di 2” Corrado Pinzano. Patrick Gagliasso è salito in settima posizione a 19” da Pizio e Razzini è precipitato in nona posizione a 28”8 dal leader. Alessandro Gino ha ricuperato sette posizioni, salendo al 12° posto a 36”9 da Mattia Pizio.
Il tempo di Mattia Pizio nella terza prova, conferma che l’incertezza del passaggio precedente era temporanea. Il novarese si conferma il più veloce in assoluto, con Alessandro Gino che chiude ad appena 1”, dimostrando così che avrebbe potuto essere anche lui della partita. Quindi Marco Signor a 2”2, il francese Michel Giraldo stacca il quarto tempo a 5”2, dando l’assalto alla terza piazza, recuperando 1”7 a Elwis Chentre, quinto tempo in prova. A seguire Corrado Pinzano, 3/10 più lento di Chentre, e Patrick Gagliasso a 11”6 da Pizio.
La classifica vede al comando Pizio-Cecchetto, con 5”3 su Signor-Pezzoli, un margine non di sicurezza, ma significativo. Risulta particolarmente accesa la lotta per il terzo gradino del podio, con Elwis Chentre a 16”4 da Pizio, ma con soli 2/10 su Michel Giraldo. Come dire che si gioca tutto nell’ultima speciale. A 4” dal francese Corrado Pinzano, che ha un margine di 10” su Patrick Gagliasso. Alessandro Gino ha recuperato altre quattro posizioni ed è ora ottavo e ha nel mirino Loris Ghelfi, da cui è staccato di appena 8/10.
Marco Signor si scatena nell’ultima prova e con 8’07”9 sigla il miglior tempo di giornata sulla Pratiglione. Seconda piazza ancora per Alessandro Gino, che paga appena 1”9, quindi Mattia Pizio che paga al veneto 6”4, perdendo così la possibilità di conquistare la prima vittoria in carriera.
La lotta per il podio viene decisa dalla gran botta che Michel e Meryl Giraldo danno ad appena due chilometri da fine prova, mentre erano lanciati all’attacco di Chentre, con il valdostano che ottiene la terza piazza assoluta a 19”1 da Signor, seguito a 5”4 da Corrado Pinzano e Alessandro Gino che riesce a recuperare ancora tre posizioni e precede di 3”3 Patrick Gagliasso, rallentato, come Pizio, dall’incidente di Giraldo.
Leader di classifica: 1-3 Pizio-Cecchetto; 4 Signor-Pezzoli
https://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/Canavese_0_Podio_DSC_1441-Custom.jpg533800Kaleidoswebhttps://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/2015/05/logo_kaleidos_web_115.jpgKaleidosweb2021-03-08 09:16:522021-03-08 20:24:2615° Ronde del Canavese: Per un secondo Mattia (Pizio) perse la gara
La prima stagionale piemontese, riconcilia gli appassionati con il mondo dei rally, grazie ad una prova speciale fantastica, un parco partenti di prim’ordine e una giornata soleggiata come raramente si vedono in Canavese. Di Tommaso M. Valinotti. Immagini Foto Magnano
RIVAROLO (TO), 28 febbraio – È il giallo il colore che resterà nella memoria della 15esima edizione della Ronde del Canavese. Il giallo, infatti, ha caratterizzato anche meteorologicamente, la giornata di fine febbraio, con il sole in cielo e la temperatura mite che ha dato un primo assaggio dei prossimi giorni primaverili, confrontandosi con il del cielo, terso e blu limpido, e il bianco delle montagne che fanno da contorno alla prova di Pratiglione.
Giallo, perché la gara ha avuto un andamento da libro giallo, con cambi di fronte repentini e un finale condizionato dalle bandiere gialle che hanno rallentato la cavalcata di Mattia Pizio e Davide Cecchetto. Come un Hercule Poirot informatico, la classifica ci svela che a vincere è stato Marco Signor (alla sua 23esima vittoria), affiancato da Francesco Pezzoli, con pieno merito, tanto quanto avrebbe meritato Pizio di salire sul gradino più alto del podio, vetta mai conquistata nella sua carriera. Infine, se vogliamo, giallo perché domenica 28 febbraio è stato l’ultimo giorno, speriamo per poco tempo, che il giallo è strato il colore della regione Piemonte in emergenza COVID e ciò ha permesso agli appassionati, di vivere in qualche modo la gara, pur in un riordino e parco assistenza opportunamente blindati.
La gara è vissuta su un gran bel duello Signor-Pizio, che hanno vinto due prove ciascuno, con un Alessandro Gino in grande spolvero e vicino ai tempi dei due duellanti, rallentato fin dall’inizio da una foratura che ne ha tarpato le ambizioni di vittoria. Sul terzo gradino del podio sono saliti Elwis Chentre e Fulvio Florean, che la ronde canavesana l’avevano vinta insieme nel 2015, superando un non pienamente soddisfatto Corrado Pinzano con Marco Zegna sul sedile di fianco. Della partita per il podio fino all’ultima prova, sono stati Michel e Meryl Giraldo, prima di sbattere duramente poco prima dell’abitato di Pratiglione con la loro Volkswagen Polo. E far uscire le bandiere gialle che hanno condizionato la cavalcata di Pizio, partito in prova appena due minuti dopo. Ma questa è la vita.
https://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/Canavese_R5_1_Signor_DSC_1411-Custom.jpg533800Kaleidoswebhttps://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/2015/05/logo_kaleidos_web_115.jpgKaleidosweb2021-03-02 09:24:072021-03-02 09:24:12Il colore giallo caratterizza la 15° Ronde del Canavese
Il recordman dei rally festeggia oggi 47 anni. Di gloria. A cura di Tommaso M. Valinotti
HAGENAU (Francia), 26 febbraio – Sébastien Loeb è nato il 26 febbraio 1974 a Hagenau, un comune nel dipartimento del Basso Reno, in Alsazia, ai confini con la Germania. Séb è uno dei piloti più vincenti e completi della storia delle competizioni automobilistiche, avendo vinto nove titoli mondiali piloti consecutivi (dal 2004 al 2012, nessuno ne ha vinti quanto lui) e conquistato 79 vittorie nel Campionato Mondiale Rally, risultando primatista in entrambe le graduatorie, una messe di vittorie che gli hanno valso il soprannome di “Cannibale”. Oltre ai successi nei rally ha ottenuto vittorie nel rallycross, in Turismo e GT, salendo due volte sul podio alla Dakar.
Sébastien Loeb ha disputato 246 rally ottenendo 104 vittorie. L’approccio nel mondo delle gare di Sébastien Loeb al contest Rally Jeunes, alla ricerca di nuovi talenti, mettendosi subito in mostra come uno dei piloti più promettenti, mentre nel 1997 partecipa al Volant Peugeot (che concluderà al sesto posto) iniziando dal Rallye Régional du Florivan con una Peugeot 106 affiancato da Dominque Heinz vincendo la classe N1. L’ultimo rally disputato è stato il Rallye Turkey Marmaris del 2020 concluso al terzo posto con una Hyundai i20 R5, con Daniel Elena. Con il copilota monegasco ha disputato 228 delle sue 246 gare. Già nel secondo anno di attività di attività Loeb-Elena conquistano la prima vittoria assoluta al Rallye National Val d’Agout su Citroën Saxo Kit Car.
Nel mondiale rally Sébastien Loeb ha disputato 180 gare, conquistando 79 vittorie, salendo sul podio 119 volte vincendo 921 prove speciali, siglando 1743 punti, sempre a fianco di Daniel Elena. L’esordio di Loeb-Elena avvenne al Rallye di Catalunya 1999 su Citroën Saxo Kit Car concluso con un incidente. L’ultima gara è stata il Rallye Turkey Marmaris del 2020, che è stata anche l’ultima gara dei due cannibali. La prima vittoria di Loeb-Elena fu l’ADAC Rallye Deutschland del 2002 su Citroën Xsara WRC, mentre l’ultima fu il Catalunya-Costa Daurada del 2018 su Citroën C3 WRC. Nel 1999 Loeb vince il Citroën Trophy; nel 2001 si aggiudica il Campionato Mondiale Junior con una Citroën Saxo WRC e il Campionato Francese Asfalto e il Campionato Francese Terra con una Citroën Xsara WRC.
Fino all’età di quindici anni la passione di Sébastien Loeb era la ginnastica, prima di avvicinarsi ai rally. Ma le sue capacità acrobatiche sono rimaste intatte nel tempo al punto di festeggiare le vittorie mondiali con spettacolari salti mortali.
Il grande stratega francese, attuale presidente della FIA, ha conquistato quattro titoli ridati nei rally con Peugeot e 14 in Formula 1 con Ferrari. Testo curato da Tommaso M. Valinotti
PIERREFORT (Francia), 25 febbraio – Jean Todt è nato a Pierrefort, un piccolo comune nella regione Alvernia-Rodano Alpi, il 25 febbraio di 75 anni fa. Figlio di un medico, appassionato da sempre di motori, durante gli studi si dedicava alla riparazione di vetture insieme a un gruppo di amici. Dopo una brillante carriera da copilota, durata dal 1966 al 1981, ottenendo il titolo mdi vice campione del mondo nel suo ultimo anno di attività, a fianco di Guy Frénquelin, diventa direttore sportivo di Peugeot Talbot Sport, posizione che mantiene dal 1982 al 1993. Conquistando, fra l’altro, due titoli iridati piloti e due titoli iridati costruttori nel 1985 e 1986, quattro volte la Parigi-Dakar, la Pikes Peak Hill Climb (1988), il Trofeo Andros nel 1990, il Campionato Mondiale Sport Prototipi piloti e costruttori del 1992 e due volte la 24 Ore di Le Mans (1992 e 1993).
2.0.1
Dal 1 luglio 1993 diventa direttore sportivo della Scuderia Ferrari centrando otto titoli mondiali Costruttori e sette piloti, carica che mantiene fino al 2007 diventando anche direttore generale della Scuderia Ferrari. Dal 23 ottobre 2009 è presidente della FIA Fédération Internationale de l’Automobile.
Jean Todt ha disputato come navigatore 124 gare, vincendone 15. Prima gara il Rallye International de Picardie del 1966 su Renault 8 Gordini, conquistando la prima vittoria assoluta nel 1968 al Rallye Lyon Charbonnières-Stuttgard Solitude dettando le note sull’Alpine di Jean Claude Andruet. Nel campionato mondiale rally Jean Todt ha disputato 54 gare, vincendone 4:Rally di Polonia nel 1973 (con Achim Warmbold, 124 Abarth), Rally d’Austria nel 1973 (con Achim Warmbold, BMW 2002 Tii), Rally del Marocco nel 1975 (con Hannu Mikkola, Peugeot 504), Rally di Argentina nel 1981 (con Guy Fréquelin, Talbot Sunbeam Lotus), salendo 14 volte sul podio, segnando il miglior tempo in 63 prove speciali. L’esordio di Todt nel mondiale avvenne al Rallye Montecarlo del 1973, chiuso al secondo posto a fianco di Ove Andersson su Alpine Renault.
Chiuse la carriera come navigatore al RAC 1981, con Guy Frénquelin su Talbot Sunbeam Lotus, dovendosi fermare anzi tempo per un problema alla pompa benzina, riuscendo a terminare il campionato al secondo posto nella classifica piloti, contribuendo comunque al successo della Talbot Sunbeam Lotus nel campionato mondiale costruttori. In carriera Jean Todt ha dettato le note a piloti del calibro di Guy Chasseuil, Jean Pierre Nicolas, Rauno Aaltonen, Ove Andersson, Hannu Mikkola, Jean-Pierre Beltoise (con cui ha vinto il Tour de France del 1970 su Matra MS 650), Bernard Consten, Jean-François Piot, Achim Warmbold, Jean Guichet, Jean-Claude Lefébvre, Timo Mäkinen e Guy Frénquelin.
Dotato di grandi capacità organizzative e strategiche, a fine 1981 lascia il sedile del navigatore e si occupa della gestione della squadra Talbot, marchio in orbita Peugeot, diventando il trait d’union con la FIA. Nel 1982 crea il reparto Peugeot Talbot Sport, dando il via al progetto Peugeot 205 Turbo 16 per dare l’assalto al mondiale rally, oltre alla Peugeot 405 Turbo 16 (realizzata per la Parigi-Dakar e la Pikes Peak) e Peugeot 905 schierata a Le Mans e nel mondiale Prototipi.
Nel 1984 Jean Todt guida il ritorno nel mondiale rally di Peugeot e nei due anni successivi conquista il titolo mondiale Costruttori e piloti con Timo Salonen (1985) e Juha Kankkunen (1986). L’abolizione del Gruppo B da parte della FIA nel 1987 porta Todt a schierare nei raid le 205 Turbo 16, che allora ottengono un grande riscontro mediatico, in particolare la Parigi-Dakar che la marca del Leone conquista quattro volte consecutivamente dal 1987 al 1990 con Ari Vatanen e Juha Kankkunen, a volte con mosse scenografiche, come decidere quale pilota Peugeot debba vincere la maratona africana del 1989 lanciando la moneta davanti ai riflettori della televisione. Altro terreno di sfida è la gara in salita Pikes Peak Hill Climb, in Colorado, vinta nel 1988 dalla Peugeot di Ari Vatanen.
Dopo questi successi il Gruppo PSA decide di frequentare rally e maratone africane con il marchio Citroën, mentre Peugeot si dedica alla 24 Ore di Le Mans con la 905 che vince nel 1992 e nel 1993, anno in cui il prototipo francese conquista tutti e tre i gradini del podio. È il canto del cigno di Jean Todt in Peugeot, che dal 1 luglio di quell’anno passa al timone della Scuderia Ferrari, debuttando come direttore sportivo nel GP di Francia a Magny Cours con Gerhard Berger solo 14° e Jean Alesi ritirato. La Ferrari di quegli anni è in forte crisi tecnica e dirigenziale e tocca Jean Todt ristrutturare la scuderia per riportare quel titolo piloti che manca dal 1979. Il primo successo di Todt come DS Ferrari arriva al Gran Premio di Germania dell’anno successivo (erano quattro anni che una Ferrari non vinceva un Gran Premio) un’iniezione di fiducia per la squadra, anche se Berger chiude terzo nel mondiale staccatissimo da Michael Schumacher e Demon Hill.
A fine 1995 Jean Todt riesce a ingaggiare Michael Schumacher, fresco del doppio titolo iridato 1994 e 1995, che nel 1996 vince tre gare e chiude terzo nel mondiale. Nel 1997 Schumacher vince cinque gare e lotta alla pari con Jacques Villeneuve, ma viene squalificato per una manovra scorretta in Spagna. Nel 1998 e 1999 il titolo piloti sfugge ancora, ma la Ferrari ottiene il titolo Costruttori. Il titolo piloti arriva l’anno dopo iniziando una striscia di cinque titoli mondiali consecutivi per Schumacher (2000/2004) e sei consecutivi Costruttori (1999/2004), titoli che Todt conquisterà ancora in entrambe le categorie nel 2007 e 2008 con Kimi Raikkonen.
Dal 1 giugno 2004 Jean Todt diventa direttore generale della Ferrari incarico che mantiene fino al 31 dicembre 2007; il 25 ottobre 2006 diventa amministratore delegato della Scuderia Ferrari rimanendo in carica fino al 18 marzo 2008, rimanendo nel consiglio di amministrazione della Casa del Cavallino fino al marzo 2009, quando lascia Maranello dove ha conquistato 106 vittorie nei Gran Premi e 14 titoli mondiali.
Il 23 ottobre 2009 viene eletto presidente della FIA, presidenza riconfermata il 6 dicembre 2013.
https://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/Jean-Todt_B2_ferrari-Custom.jpg474800Kaleidoswebhttps://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/2015/05/logo_kaleidos_web_115.jpgKaleidosweb2021-02-25 12:49:062021-02-25 14:48:30Buon compleanno Jean, nato per vincere
Il reporter pinerolese immortala l’ultimo appuntamento del tricolore velocita su ghiaccio, andato in scena nello scorso fine settimana sulla pista curata da Adriano Priotti
PRAGELATO (TO), 14 febbraio – Con la gara di San Valentino chiude la stagione 2021 del Campionato Italiano Velocità su Ghiaccio che, nonostante il COVID, ha visto una crescita esponenziale di partecipanti, con un salto qualitativo di piloti e mezzi che non ha avuto precedenti nella passata edizione.
Gemellando le piste di Livigno, che offre una sicurezza di presenza di ghiaccio, e Pragelato, curata come sempre nel minimo dettaglio da Adriano Priotti, ne è nato un campionato che ha portato in pista personaggi di altissimo profilo agonistico, come il Campione Italiano Rally 2020, Andrea Crugnola, o gli specialisti della terra i fratelli boliviani Marco e Bruno Bulacia, con un pizzico di mondiale grazie alla presenza di Gigi Galli.
Un’annata con i fiocchi, che pur in assenza o quasi di pubblico a bordo pista ha offerto tre fine settimana di spettacolo ad altissimo livello, che sono un buon augurio per la stagione che sta per iniziare. Tutto questo ha permesso ai fotografi di esaltarsi con scatti meravigliosi che hanno immortalato nelle loro macchine fotografiche, come dimostrano gli scatti che vi proponiamo in questa galleria fotografica realizzata da Valter Ribet, reporter pinerolese, particolarmente legato alla pista dell’alta Val Chisone.
Buona visione a tutti.
https://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/rbt1549_The-Ice-Challenge_14-febbraio_Somaschini-Custom.jpg533800Kaleidoswebhttps://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/2015/05/logo_kaleidos_web_115.jpgKaleidosweb2021-02-19 08:08:092021-02-19 08:14:30Valter Ribet immortala l’ultimo atto di The Ice Challenge 2021
Il suo italiano era la gioia dei giornalisti. Il suo motto era Massimum Attack. Fu campione del mondo per appena 11 giorni. A cura di Tommaso M. Valinotti
HELSINKI (Finlandia), 15 febbraio – Markku Allan Alén è nato a Helsinki il 15 febbraio del 1951. Nel corso della sua carriera ha disputato 273 rally vincendone 56. Nel campionato mondiale rally ha disputato 129 rally vincendone 19 (20 conteggiando anche il Sanremo 1986) e salendo sul podio 56 volte, collezionando 840 punti.
Prima vittoria mondiale al Rally di Portogallo del 1975 (sua gara must che vinse per cinque volte) su 124 Abarth Rally, ultimo successo al RAC 1988 su Lancia Delta Integrale. L’esordio nel mondiale avvenne al Mille Laghi del 1973 con Juhani Toivonen chiuso al secondo posto con una Volvo 142, mentre l’ultima apparizione iridata è stata al Mille Laghi 2001 con Ilkka Riipinen su Ford Escort WRC concluso sedicesimo. Oltre alla partecipazione a una gara dell’International Championship of Manufacter, il RAC del 1972 su Volvo 142.
Durante la sua carriera da pilota ufficiale Markku Alén ha corso per Ford, Fiat, Lancia, Subaru e Toyota, disputando 186 gare affiancato da Ilkka Kiwimaki, di cui 125 nel mondiale, a partire dal RAC del 1973 su Ford Escort concluso al terzo posto.
https://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/Markku-Alen_A_Giro_Automobilistico_dItalia_1979_-_Markku_Alen-Custom.jpg527800Kaleidoswebhttps://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/2015/05/logo_kaleidos_web_115.jpgKaleidosweb2021-02-15 08:46:222021-02-15 08:48:27Buon compleanno Markku
Il “Figlio del Vento” è l’unico pilota a vincere il massimo campionato del mondo su due e quattro ruote. A cura di Tommaso M. Valinotti
TATSFIELD (Inghilterra), 11 febbraio – John Surtees è nato a Tatsfield, nel Surrey, a circa 30 km a sud di Londra, l’11 febbraio del 1934 ed è morto a Londra il 10 marzo 2017. Caso unico nella storia il “Figlio del Vento” ha vinto i mondiali sia sulle due (tre volte in Classe 350 nel 1958, 1959, 1960 e in Classe 500 nel 1956, 1958, 1959, 1960, sempre su MV Agusta) sia sulle quattro ruote nel 1964 su Ferrari. Figlio di un concessionario di motociclette (il padre Jack vinse il South Eastern Center Sidecar), si sposò tre volte ed ebbe tre figli dalla terza moglie Jane Sparrow. John Surtees morì il 10 marzo del 2017 per problemi respiratori e riposa nella chiesa San Pietro e Paolo nel Surrey, accanto al figlio Henry morto per un incidente in una gara di Formula 2.
Nel motomondiale John Surtees disputò 64 gare (fra il 1952 e il 1960), vincendone 38 e salendo 45 volte sul podio. L’esordio avvenne nel 1952 al Gran Premio dell’Ulster in Classe 500 con una Norton, dove concluse sesto. Nel 1954 corse il Tourist Trophy con una Norton senza vedere il traguardo. Dopo due anni di assenza dalle gare iridate, John Surtees si presentò al via continuativamente nel motomondiale in sella alle Norton sia in Classe 350, sia in Classe 500, disputando inoltre il Gran Premio dell’Ulster in Classe 250 conquistando la sua prima vittoria iridata con una BMW. Nel 1956 al 1960 fu pilota ufficiale MV Agusta con la quale conquistò tutte le altre sue vittorie e tutti i suoi titoli iridati motociclistici. La carriera motociclistica di John Surtees fu straordinaria: nel 1959 vinse tutte le gare del mondiale (sei successi in Classe 350 e sette in Classe 500). In quegli anni Surtees ottenne sempre il massimo dei punti teoricamente raggiungibili in tutte le stagioni in cui conquistò il titolo mondiale (allora si sommavano i punti di quattro gare).
La carriera automobilistica di John Surtees iniziò nel 1960 mentre era ai vertici nel motomondiale. In Formula 1 il Figlio del Vento disputò 113 gare (schierandosi al via 111 volte) fra il 1960 e il 1972, vincendone sei, conquistando otto pole position, dieci giri veloci, 24 podi. L’esordio di John Surtees avvenne sotto la pioggia il 29 maggio 1960 a Montecarlo con una Lotus 18, gara conclusa dopo 17 dei cento giri per rottura della trasmissione. Andò meglio alla gara successiva, quando John Surtees il 16 luglio conquistò la seconda piazza assoluta a Silverstone al Gran Premio di Gran Bretagna. A fine anno fu contattato da Enzo Ferrari per guidare nel 1961 una vettura del Cavallino (che avrebbe conquistato il mondiale con Phil Hill). Nel 1961, abbandonate le due ruote, guidò una Cooper T53 per la scuderia privata Yeoman Racing partecipando a sette gare ottenendo come miglior risultato il quinto posto in Belgio e Germania. Sempre per la Yeoman Racing affrontò nove gare dell’annata successiva con una Lola MK4 ottenendo il secondo posto in Germania e Inghilterra, essendo vittima di quattro ritiri. A fine anno passò alla Ferrari e con la 156 F1 ottenne la sua prima vittoria iridata al Nürburgring, chiudendo quarto nel mondiale. Il titolo arrivò l’anno successivo, grazie a quattro vittorie assolute. Il 1965 fu una stagione sfortunata, chiusa al quinto posto, ottenendo come miglior risultato il secondo posto nella gara inaugurale in Sud Africa.
La stagione 1966 inizia con il ritiro di John Surtees a Montecarlo con la Ferrari 312 dopo appena due giri per noie alla trasmissione, dopo aver conquistato il secondo posto in qualifica. Va meglio in Belgio, dove Surtees vince confermando la competitività della Ferrari 312. Ma dopo questa gara si guastano i rapporti fra Surtees e la Ferrari, probabilmente a seguito di divergenza di vedute fra il pilota inglese ed Eugenio Dragoni per la partecipazione a Le Mans. Al successivo Gran Premio di Francia, John Surtees, dopo aver divorziato dalla Ferrari, si presenta al via con la Lotus 43 a motore 16 cilindri BRM, ritirandosi. Da lì alla fine dell’anno il Figlio del Vento colleziona altri tre ritiri, un secondo posto al Nürburgring, un terzo negli Stati Uniti e il successo nella gara conclusiva a Citta del Messico terminando secondo nel mondiale. L’anno successivo John Surtees si accasa alla Honda e con la RA 300 conquista la vittoria al Gran Premio d’Italia, e chiude il mondiale in quinta posizione. Ancora Honda nel 1968 stagione che chiude al settimo posto con il secondo posto al Gran Premio di Francia. L’anno successivo John Surtees gareggia con la BRM P138 e P139 della Owen Racing ottenendo come miglior risultato il terzo posto negli Stati Uniti.
Nel 1970 Surtees fonda il Team Surtees e inizia la stagione con una McLaren M7, che dopo tre ritiri porta al sesto posto in Olanda. Assente in Francia John Surtees si presenta in Inghilterra con una monoposto che porta il suo nome: la TS7. Che lo porta per la prima volta al traguardo nel successivo Gran Premio di Germania e a punti in Canada. Nei due anni successivi John Surtees corre ancora con le sue vetture ottenendo il miglior risultato il quinto posto in Olanda nel 1971 con la TS9, mentre nella stagione successiva si presenta al via di gare con la Surtees TS14 ritirandosi in Italia e non riuscendo a partire negli Stati Uniti, nonostante si fosse qualificato.
In carriera John Surtees vinse anche il Campionato CanAm nel 1966 con una Lola T-70Chevrolet, oltre ad aver partecipato quattro volte alla 24 Ore di Le Mans, ottenendo come miglior risultato il terzo posto nel 1964 con la Ferrari 330P a fianco di Lorenzo Bandini.
https://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/john-surtees_-A0_1-Custom.jpg533800Kaleidoswebhttps://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/2015/05/logo_kaleidos_web_115.jpgKaleidosweb2021-02-11 10:05:152021-02-11 10:05:20Buon compleanno John Surtees
Il “Figlio del Vento” è l’unico pilota a vincere il massimo campionato del mondo su due e quattro ruote. A cura di Tommaso M. Valinotti
TATSFIELD (Inghilterra), 11 febbraio – John Surtees è nato a Tatsfield, nel Surrey, a circa 30 km a sud di Londra, l’11 febbraio del 1934 ed è morto a Londra il 10 marzo 2017. Caso unico nella storia il “Figlio del Vento” ha vinto i mondiali sia sulle due (tre volte in Classe 350 nel 1958, 1959, 1960 e in Classe 500 nel 1956, 1958, 1959, 1960, sempre su MV Agusta) sia sulle quattro ruote nel 1964 su Ferrari. Figlio di un concessionario di motociclette (il padre Jack vinse il South Eastern Center Sidecar), si sposò tre volte ed ebbe tre figli dalla terza moglie Jane Sparrow. John Surtees morì il 10 marzo del 2017 per problemi respiratori e riposa nella chiesa San Pietro e Paolo nel Surrey, accanto al figlio Henry morto per un incidente in una gara di Formula 2.
Silverstone, Northamptonshire, UKSunday 10 July 2016.Niki Lauda with John Surtees.World Copyright: Glenn Dunbar/LAT Photographicref: Digital Image _V2I0031
Mandatory Credit: Photo by ANL/Shutterstock (1734280a)
Racing Driver John Surtees And His Wife Seen At The Monaco Grand Prix.
Racing Driver John Surtees And His Wife Seen At The Monaco Grand Prix.
Mandatory Credit: Photo by Frank Tewkesbury/ANL/Shutterstock (1733556a)
John Surtees With His Mv Agusta. John Surtees Obe (born 11 February 1934 Tatsfield Surrey) Is A British Former Grand Prix Motorcycle Road Racer And Formula One Driver From England. He Was 500cc Motorcycle World Champion In 1956 And 1958a60 Formula One World Champion In 1964 And Remains The Only Person To Have Won World Championships On Both Two And Four Wheels.
John Surtees With His Mv Agusta. John Surtees Obe (born 11 February 1934 Tatsfield Surrey) Is A British Former Grand Prix Motorcycle Road Racer And Formula One Driver From England. He Was 500cc Motorcycle World Champion In 1956 And 1958a60 Formula On
No 17 John Surtees in his Ferrari at the Gasworks Hairpin, Monaco GP, 30 May 1965. (Photo by GPLibrary/UIG via Getty Images)
John Surtees, Ferrari 158, Grand Prix of Germany, Nurburgring, 02 August 1964. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)
https://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/john-surtees_A-2-Custom.jpg450800Kaleidoswebhttps://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/2015/05/logo_kaleidos_web_115.jpgKaleidosweb2021-02-11 09:57:182021-02-11 09:57:24La galleria fotografica di John Surtees, campione dei due mondi
BRANDS HATCH – La vita di John Surtees è stata funestata dal tragico incidente costato la vita al figlio Henry. Nato il 18 febbraio 1991, il giovane Henry percorre la trafila dei piloti inglesi, iniziando l’avventura alla guida di una Ginetta GT nello Junior Championship del 2006 dove conclude terzo, nel 2007 si alterna fra Formula BMW e British Formula Renault, quindi nel 2008 chiude secondo nel British Formula Renault. Decide di compiere il salto in Formula 2 per l’annata 2009, perdendo la vita in Gara-2 a Brands Hatch, dopo aver concluso terzo in Gara-1. Henry Surtees fu colpito alla testa dalla ruota di un’altra vettura che si era schiantata contro un muro. Trasportato in ospedale, Henry Surtees morì il giorno dopo, il 19 luglio 2009, a seguito dei danni riportati.
https://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/son_henry_john-surtees_AA-24-Custom-Custom.jpg503800Kaleidoswebhttps://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/2015/05/logo_kaleidos_web_115.jpgKaleidosweb2021-02-11 09:48:462021-02-11 09:48:53John Surtees e il dramma del figlio Henry
Anniversario per il geniale fondatore della Citroën, dalle sue intuizioni tecniche alla capacità di promuovere il marchio. Con idee spettacolari
PARIGI, 5 febbraio – André-Gustave Citroën nacque a Parigi il 5 febbraio 1878, dove è morto il 3 luglio 1935. André-Gustave era il quinto e ultimo figlio di Levie Bernard e della polacca Masza Kleinmann che si erano trasferiti a Parigi dall’Olanda nel 1873.
Quando André-Gustave era piccolo, il padre Levie cadde in depressione e si suicidò il 1 settembre 1884; ciò costrinse il piccolo André-Gustave a non iscriversi per quell’anno a scuola, e furono la madre e i due fratelli e le due sorelle maggiori a impartirgli i primi insegnamenti. L’anno successivo André-Gustave si iscrisse al Liceo Condorcet. Qui iscrissero André-Gustave nei registri con la dieresi sopra la e, forma che mantenne fino alla fine.
Di quegli anni furono fondamentale le letture dei libri di Jules Verne e la partecipazione fra il pubblico all’inaugurazione della Tour Eiffel avvenuta il 7 maggio 1889 in occasione dell’Esposizione Universale parigina. Altrettanto fondamentale fu l’incontro a scuola di Louis Renault, altro grande pioniere dell’industria automobilistica non solo francese, avvenuto pochi mesi dopo. Nel 1898 Citroën venne ammesso all’École Polytechnique, e nel maggio successivo morì la madre, cui André-Gustave era molto legato. Ciò influenzò negativamente l’andamento degli studi di André-Gustave che riuscì comunque a superare gli esami. L’anno dopo, nell’aprile 1900, Citroën fece visita alla sorella sposata in Polonia e laggiù ebbe l’idea di costruire gli ingranaggi a cuspide in ghisa di cui ottenne il brevetto, il cui disegno stilizzato divenne vent’anni dopo il marchio della futura casa Citroën.
Tornato in Francia, concluse gli studi all’École Polytechnique, senza brillare in modo particolare, quindi prestò il servizio militare come ufficiale tecnico. Nel 1902 aprì una piccola officina per la costruzione di ingranaggi, in un locale prestatogli da un amico, che due anni dopo trasferì in un locale più ampio nella zona nord di Parigi e l’anno successivo venne registrata come Citroën, Hinstin (l’amico che gli prestò il primo locale) & Co, ottenendo come sostegno finanziario l’aiuto del fratello Hugues che aveva preso in mano l’azienda di diamanti di famiglia. Nel 1904 si iscrisse alla Massoneria nella loggia “La Philosophie Positive” del Grande Oriente di Francia diventando Gran Maestro nel 1907 ed Esperto nel 1908, lasciando la loggia nel 1919.
André-Gustave Citroën nel frattempo depositò numerosi altri brevetti fra cui un riduttore di velocità e un comando innovativo per i timoni delle navi da guerra.
L’espansione dell’industria automobilistica non poteva non coinvolgere André-Gustave Citroën che nel 1908 divenne direttore generale della Mors, una delle Case automobilistiche più attive in Francia in quel periodo. Citroën riuscì a ristrutturare l’attività della casa parigina, circondandosi di persone di sua fiducia, fra i quali Georges-Marie Haard che sarà al suo fianco negli anni successivi.
Nel 1912 André-Gustave Citroën compì una visita a Detroit, patria dell’industria automobilistica americana, incontrando Henry Ford e venendo affascinato dalla modalità di produzione delle vetture. Citroën non riuscì ad applicare il taylorismo nello stabilimento Mors, troppo obsoleto, ma aveva capito che quel sistema rappresentava il sistema produttivo il futuro dell’industria automobilistica.
Sempre in quell’anno André-Gustave Citroën visitò il Salone dell’Auto di Parigi e rimase impressionato dalla Bebé di Ettore Bugatti, commercializzata dalla Lion-Peugeot e da una cabriolet costruita dalla Le Zébre, due vetture economiche alla portata di un più vasto strato di pubblico. Quelle due vetture ebbero il potere di stimolare Citroën verso vetture meno lussuose accessibili a un pubblico più vasto.
Il 1914 fu un anno di grande importanza per André-Gustave Citroën che il 26 maggio sposò Giorgina Bingen e segnò l’ingresso della Francia in guerra dopo l’assassinio il 28 giugno a Sarajevo del principe Francesco Ferdinando e della moglie Sofia. André-Gustave parte immediatamente con i suoi due fratelli per il fronte e il 1 ottobre gli comunicano della morte al fronte del fratello Bernard, appena maggiore di lui. André-Gustave Citroën nel frattempo fonda uno stabilimento a Quai de Javel (storica sede negli anni successivi di Citroën) per la produzione di granate. Lo Stato francese dava poca importanza alla costruzione di granate e finanziò Citroën solo per il 25%, sicché l’imprenditore fece ricorso ad amici e parenti per coprire il resto del costo. Lo stabilimento cominciò a essere costruito 4 marzo 1915 e in breve arrivò a costruire 1500 granate al giorno. Nello stesso anno, l’11 settembre, André-Gustave Citroën divenne padre di Jacqueline e nello stesso giorno la costruzione di granate arrivò a 5000 granate giornaliere, grazie all’applicazione del taylorismo di cui Citroën aveva visto l’efficacia presso lo stabilimento Ford di Detroit. E resero lo stabilimento Citroën un modello di efficacia. Inoltre lo stabilimento di Quai de Javel era dotato di sala giochi, infermeria, pulito scupolosamente ogni giorno, migliorando il benessere dei lavoratori.
Nel 1917 un terzo delle granate francesi sono prodotto da Citroën; nello stesso anno nacque il secondo genito di André-Gustave chiamato Bernard come il fratello morto in guerra. Citroën cercò un nuovo stabilimento per produrre più velocemente e in maggior numero le granate, ma l’11 novembre del 1918 i belligeranti firmano l’armistizio e delle granate di Citroën non c’è più necessità.
Così lo stabilimento di Quai de Javel si ferma. Nel frattempo il 17 maggio 1919 nasce Maxime, terzo genito di André-Gustave e Giorgina. Per dare continuatività alla sua attività Citroën ripensa alle automobili puntando su una vettura di lusso, poi però si ricorda delle vetture viste al Salone di Parigi del 1912 e lascia a Gabriel Voisin, che aveva prodotto aerei da guerra, il progetto dell’auto di lusso. André-Gustave Citroën pensa non solo all’automobile da produrre, ma immagina anche tutta una serie di strutture e servizi definiti ai giorni nostri post-vendita. Per mettere in atto il suo progetto rilevò l’intero pacchetto azionario della Mors, acquisendo anche lo stabilimento produttivo. Nel gennaio 1919 annunciò la prossima commercializzazione di una vettura economica completa (quindi non da far carrozzare da una diversa azienda) dal costo di appena 7.250 franchi. Le caratteristiche di questa vettura, e le capacità comunicative di Citroën e le sue conoscenze politiche dovrebbero permettere all’imprenditore francese di decollare, ma i debiti aperti per costruire lo stabilimento di Quai de Javel sono notevoli e non completamente ammortizzati. Nel 1919, comunque, Citroën riuscì a produrre alcuni esemplari di Type A, e Citroën riesce a sopravvivere grazie a un ingegnoso espediente finanziario ideato da Lucien Rosengart, che fonda una società denominata SADIF, che arriva a controllare la Citroën. Dal 7 luglio 1919 a fine anno vengono prodotte 2816 Type A, che diventeranno 12.244 l’anno successivo, nonostante il deciso aumento di prezzo. Il successo permette a Citroën di riappropriarsi della sua azienda e di guidarla verso i successivi successi.
Berline Citroën C4 à Dunkerque, (France).
Citroën non solo costruisce vetture interessanti, ma ha approntato una rete di assistenza che offre una servizio ai possessori di vetture Citroën. Inoltre è un grande comunicatore, fa pubblicità sui giornali, lancia una linea di vetture giocattolo che ripropongono le linee delle auto che percorrono le strade. “I bambini di Francia devono imparare in ordine le parole ‘mamma, papà e Citroën” è uno dei suoi motti, sicché nei negozi di vendita giocattoli si trovavano le piccole Citroënettes, che pubblicizzavano in questo modo le vetture del double chevron, il marchio Citroën. Il 4 ottobre 1922, in occasione del settimo Salone dell’Auto di Parigi, André-Gustave Citroën fa tracciare da un aereo nel cielo di Parigi una scritta Citroën lunga cinque chilometri. Nel 1925, il 4 luglio, Citroën fece scrive il suo nome con migliaia di lampadine sui fianchi della Tour Eiffel, il monumento che lo aveva così affascinato nel giorno della sua inaugurazione.
Citroën considerava la Francia troppo ristretta per i propri orizzonti, volendo espandersi non solo in Europa ma anche in paesi dove le strade erano inesistenti, come l’Asia e l’Africa. Perciò fece modificare vetture di normale produzione adattandole all’uso in fuoristrada. Coinvolse l’ingegner Adolphe Kégresse, di ritorno dal suo soggiorno presso la casa reale russa, che aveva inventato mezzi con la trazione a cingoli che venne adottata anche da veicoli Citroën capaci di attraversare deserti e nelle zone più impervie. Citroën, con evidente scopo promozionale, promosse tre spedizioni: la Crociera Nera, che attraversò l’Africa da Nord a Sud dal 28 ottobre 1924 al 26 giugno 1925 su un percorso di circa 28.000 km da Timbuctu a Dar el Salam; la Crociera Gialla che partendo da Beirut e Pechino arrivò nel Pamir nel periodo che va dal 4 aprile 1931 al 12 febbraio 1932 percorrendo 13.000 km; e infine la Crociera Bianca che partì il 4 luglio del 1934 da Edmonton in Canada, attraversare le Montagne Rocciose e tornare alla partenza il 24 ottobre dello stesso anno.
Il ritorno pubblicitario di questi tre raid fu enorme. Ma Citroën non si limitava solo a promuovere le sue vetture, ma proponeva nuovi modelli sempre più innovativi. La Type A venne sostituita dalla Type B2, che godeva della rivoluzionaria scocca portante, evolutasi in Citroën B10 e B12. Quindi fu la volta delle Citroën C4 e C6 dotate di motori con supporti flottanti.
Nel 1930 l’azienda di lubrificanti Yacco acquistò una Citroën C6, la dotò di una carrozzeria particolarmente aerodinamica, e la lanciò sulla pista di Monthlery a caccia di record: immediatamente André-Gustave Citroën raccolse la sfida, modificò aerodinamicamente una 8CV che, con meccanica di serie, percorse 300.000 km alla media di 93 km/h con al volante piloti che si alternavano in continuazione senza mai fermarsi.
Nel frattempo Citroën inizio un profondo ammodernamento dello stabilimento di Quai de Javel, per poi buttarsi nel progetto della rivoluzionaria Traction Avant a trazione anteriore, che fu progettata da André Lefebvre, arrivato in azienda nel 1933. La nuova Traction Avant (denominata 7CV) fu presentata ai concessionari Citroën il 24 marzo 1934, e fece passerella al Salone di Parigi dal 3 ottobre dello stesso anno.
André-Gustave Citroën era destinato a non godersi il successo della Traction Avant. Dimagrito e con costanti dolori allo stomaco, Citroën si trovò ad affrontare nuovi problemi economici, fatto che permise alla Michelin di entrare nel pacchetto azionario e di rilevare l’intera azienda poco prima della morte di André-Gustave Citroën per cancro allo stomaco, avvenuta a Parigi il 3 luglio del 1935, dopo essere rimasto ricoverato in clinica dal 18 gennaio del 1935.
André-Gustave Citroën è sepolto nel Cimitière du Montparmasse a Parigi; dal 1998 il suo nome è inserito nell’Automotive Hall of Fame di Deaborn nel Michigan.
Tradizionale appuntamento di inizio stagione per domenica 7 marzo promosso da Michelin Competizioni in collaborazione con lo Sport Rally Team di Piero Capello, in programma nel Roero domenica 7 marzo. A seguito delle direttive per il contenimento COVID il test si svolgerà a porte chiuse, senza la presenza di pubblico.Foto archivio Elio Magnano
MONTEU ROERO (CN), 3 febbraio – Dopo quattro anni il Test Day di Michelin Competizioni Italia torna nel Roero per una giornata di prove penumatici organizzata come sempre dallo Sport Rally Team di Piero Capello.
“Dopo le edizioni del 2016 e 2017 nel Roero, lo scorso anno abbiamo voluto cambiare decisamente percorso e la giornata di prove si è svolta a Dronero verso Montemale” afferma Piero Capello dello Sport Rally Team che anche per l’edizione 2021 si occupa dell’organizzazione dell’evento. “Quest’anno torneremo a Monteu Roero, un comune che offre molte alternative di percorso e che ci ha accolto positivamente nel 2017. Inoltre il paese è facilmente raggiungibile dal casello autostradale di Carmagnola sull’autostrada Torino-Savona”.
Quest’edizione 2021 del Test Day Michelin per vetture da rally si svolgerà domenica 7 marzo con base a Monteu Roero dove in Piazza Roma, davanti al municipio, verrà allestito il parco assistenza, convenientemente recintato nel rispetto delle norme di contenimento del COVID. Il programma della giornata di test prevede la possibilità per i partecipanti di affrontare il percorso a partire dalle ore 9.00 del mattino fino alle ore 18.00. con una pausa pranzo di circa due ore.
In questa occasione Michelin presenterà il nuovo pneumatico da 18 pollici Pilot Sport A, messo a listino da inizio stagione e frutto di due anni di studi ed esperienze nel reparto ricerche competizioni della Casa di Clermont Ferrand. “Il nuovo Pilot Sport A da 18” sostituisce la vecchia gamma ed è stato sviluppato per garantire migliori performance e una più diretta sensazione di guida e si affianca al pneumatico MW1 da bagnato. Pilot Sport A è proposto in tre tipi di mescola definite S10, M20 e H30 da impiegare a seconda delle temperature e delle condizioni del fondo stradale” precisa Fabrizio Cravero di Michelin Competizioni Italia
Anche in questa occasione, come già accaduto nelle precedenti edizioni del Test Day a Monteu Roero sarà presente un tecnico di Michelin Competizioni proveniente dalla Casa madre di Clermont Ferrand che affiancherà i tecnici italiani, pronti a dare consulenza e assistenza a piloti e preparatori.
“In ottemperanza alle direttive del DPCM il test si svolgerà a porte chiuse” ribadisce Piero Capello. “Pertanto non diffonderemo la cartina del percorso che verrà inviata ad personam ai partecipanti al test nei giorni immediatamente precedenti. Siamo però molto tranquilli che la strada scelta soddisferà le esigenze di piloti e preparatori di mettere alla frusta vetture e pneumatici che potranno effettuare tutti gli esperimenti necessari per presentarsi in piena forma alle gare che seguiranno quali il Rally del Ciocco della settimana successiva, gara di apertura del CIR 2021. Abbiamo sottoposto a uno dei piloti più competitivi della nostra zona varie opzioni di percorso per garantire a chi parteciperà al Test Day una giornata di lavoro produttivo e anche di divertimento” conclude l’organizzatore carmagnolese.
Il costo della partecipazione al Test Day è di 300 € + IVA, che sarà interamente rimborsata a chi acquisterà un treno di pneumatici Michelin Pilot Sport A. La partecipazione al test è aperta a tutte le vetture da rally moderne equipaggiate con qualsiasi marca di pneumatici.
https://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/Test-Dronero_Gagliasso-Tirone_C-Fotomagnano-6886-Custom.jpg532800Kaleidoswebhttps://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/2015/05/logo_kaleidos_web_115.jpgKaleidosweb2021-02-04 10:36:122021-02-04 10:36:17Michelin Competizioni torna con lo Sport Rally Team nel Roero per il Test Day
Tradizionale appuntamento di inizio stagione per domenica 7 marzo promosso da Michelin Competizioni in collaborazione con lo Sport Rally Team di Piero Capello, in programma nel Roero domenica 7 marzo. A seguito delle direttive per il contenimento COVID il test si svolgerà a porte chiuse, senza la presenza di pubblico.Foto archivio Elio Magnano
MONTEU ROERO (CN), 3 febbraio – Dopo quattro anni il Test Day di Michelin Competizioni Italia torna nel Roero per una giornata di prove penumatici organizzata come sempre dallo Sport Rally Team di Piero Capello.
“Dopo le edizioni del 2016 e 2017 nel Roero, lo scorso anno abbiamo voluto cambiare decisamente percorso e la giornata di prove si è svolta a Dronero verso Montemale” afferma Piero Capello dello Sport Rally Team che anche per l’edizione 2021 si occupa dell’organizzazione dell’evento. “Quest’anno torneremo a Monteu Roero, un comune che offre molte alternative di percorso e che ci ha accolto positivamente nel 2017. Inoltre il paese è facilmente raggiungibile dal casello autostradale di Carmagnola sull’autostrada Torino-Savona”.
Quest’edizione 2021 del Test Day Michelin per vetture da rally si svolgerà domenica 7 marzo con base a Monteu Roero dove in Piazza Roma, davanti al municipio, verrà allestito il parco assistenza, convenientemente recintato nel rispetto delle norme di contenimento del COVID. Il programma della giornata di test prevede la possibilità per i partecipanti di affrontare il percorso a partire dalle ore 9.00 del mattino fino alle ore 18.00. con una pausa pranzo di circa due ore.
In questa occasione Michelin presenterà il nuovo pneumatico da 18 pollici Pilot Sport A, messo a listino da inizio stagione e frutto di due anni di studi ed esperienze nel reparto ricerche competizioni della Casa di Clermont Ferrand. “Il nuovo Pilot Sport A da 18” sostituisce la vecchia gamma ed è stato sviluppato per garantire migliori performance e una più diretta sensazione di guida e si affianca al pneumatico MW1 da bagnato. Pilot Sport A è proposto in tre tipi di mescola definite S10, M20 e H30 da impiegare a seconda delle temperature e delle condizioni del fondo stradale” precisa Fabrizio Cravero di Michelin Competizioni Italia
Anche in questa occasione, come già accaduto nelle precedenti edizioni del Test Day a Monteu Roero sarà presente un tecnico di Michelin Competizioni proveniente dalla Casa madre di Clermont Ferrand che affiancherà i tecnici italiani, pronti a dare consulenza e assistenza a piloti e preparatori.
“In ottemperanza alle direttive del DPCM il test si svolgerà a porte chiuse” ribadisce Piero Capello. “Pertanto non diffonderemo la cartina del percorso che verrà inviata ad personam ai partecipanti al test nei giorni immediatamente precedenti. Siamo però molto tranquilli che la strada scelta soddisferà le esigenze di piloti e preparatori di mettere alla frusta vetture e pneumatici che potranno effettuare tutti gli esperimenti necessari per presentarsi in piena forma alle gare che seguiranno quali il Rally del Ciocco della settimana successiva, gara di apertura del CIR 2021. Abbiamo sottoposto a uno dei piloti più competitivi della nostra zona varie opzioni di percorso per garantire a chi parteciperà al Test Day una giornata di lavoro produttivo e anche di divertimento” conclude l’organizzatore carmagnolese.
Il costo della partecipazione al Test Day è di 300 € + IVA, che sarà interamente rimborsata a chi acquisterà un treno di pneumatici Michelin Pilot Sport A. La partecipazione al test è aperta a tutte le vetture da rally moderne equipaggiate con qualsiasi marca di pneumatici.
https://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/TEST-DAY-Michelin_2021.jpg1-Custom.jpg356800Kaleidoswebhttps://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/2015/05/logo_kaleidos_web_115.jpgKaleidosweb2021-02-03 10:12:422021-02-03 10:12:47Michelin Competizioni torna con lo Sport Rally Team nel Roero per il Test Day
PRAGELATO (TO), 24 ottobre. Vista come era andata (bene, ottimamente) la gara d’esordio di due settimane fa a Livigno, c’era tanto ottimismo fra gli addetti ai lavori per la riuscita della gara del fine settimana a Pragelato.
Ottimismo pienamente ripagato, visto il gran numero dei piloti iscritti, settantacinque, le bagarre in pista e un meteo che ha accompagnato l’evento, con sole splendente e temperature rigide.
Ottime condizioni per convincere il reporter pinerolese Valter Ribet a salire in alta Val Chisone e scatenarsi con la sua macchina fotografica per cogliere alcune dei momenti più spettacolari della giornata, proposti in esclusiva nella galleria fotografica di www.kaleidosweb.com
https://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/Ice-Challenge_rbt034_350-GP4-Custom.jpg533800Kaleidoswebhttps://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/2015/05/logo_kaleidos_web_115.jpgKaleidosweb2021-01-28 08:49:432021-01-28 08:49:49Il ghiaccio splende a Pragelato e Valter Ribet lo fotografa
Il reporter torinese segue la gara di tutti 79 equipaggi in gara. Concentrandosi in questa galleria fotografica su Sebastien Ogier e Julien Ingrassia, veri mattatori dell’evento monegasco, che festeggiano la loro cinquantesima vittoria in carriera. Di Gabriele Valinotti
MONTE-CARLO (Principato di Monaco), 24 gennaio – Un Rallye Montecarlo che ha avuto un solo padrone. Anzi due. Che però sono seduti fianco a fianco sulla stessa vettura. Si chiamano Sébastien Ogier e Julien Ingrassia che con la loro Toyota Yaris WRC hanno vinto per l’ottava volta la gara monegasca, salendo in cima alla classifica degli equipaggi saliti in cima al podio nel Principato.
Ogier e Ingrassia hanno dimostrato una superiorità assoluta, forti anche di una Toyota Yaris WRC che a un certo punto aveva monopolizzato il podio, staccando il miglior tempo in otto delle 14 prove speciali regolarmente disputate, dopo essere partiti con calma nella prima tappa che hanno chiuso in quinta posizione ad appena 16”9 dal folletto Ott Tänak che ha chiuso il Monte prima del termine. Nella seconda tappa “Séb” si scatena e segna il miglior tempo nel primo giro sulle prove speciali della mattinata prendendo il comando della gara. Una foratura sulla ripetizione della Aspremont-La Batie des Pins costa all’equipaggio della Yaris 34”7 scendendo in terza posizione, ma già nella prova successiva Ogier segna il miglior tempo recuperando una posizione e chiudendo la seconda tappa a 7”4 dal suo compagno di squadra Elfyn Evans.
Nella terza tappa Ogier comincia segnando subito il miglior tempo nella prima prova di giornata, ha qualche problema di trazione nella successiva, ma non lascia più la prima posizione chiudendo la tappa “comune” con 13”0 di vantaggio su Evans. Nell’ultima tappa Ogier-Ingrassia segnano il miglior tempo in tre delle quattro prove speciali della domenica per arrivare a Montecarlo accolti, come tradizione dal principe di Monaco, Alberto II, Jean Todt e dai meccanici del loro team per festeggiare la loro cinquantesima vittoriaassoluta in carriera.
Precedendo Elfyn Evans-Martin Scott con la seconda Yaris WRC che sono stati i più veloci in altre due prove speciali e la Hyundai i20 di Thierry Neuville alla sua prima gara con Martijn Wydaeghe anche lui il più veloce in altre due prove speciali.
E questo è il podio del Monte-Carlo numero 89.
https://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/1A1_Ogier_win_Montecarlo-2021_Foto-Gabriele-Valinotti-Custom.jpg532800Kaleidoswebhttps://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/2015/05/logo_kaleidos_web_115.jpgKaleidosweb2021-01-27 09:11:402021-01-27 09:11:44Gabriele Valinotti immortala i big dell’89° Monte-Carlo
L’equipaggio piemontese chiude 33° assoluto e secondo degli italiani superando indenne le forche caudine di una foratura che poteva compromettere il loro sogno di entrare fra i magnifici cinquanta per disputare l’ultima tappa. Con determinazione, costanza e senza farsi prendere dalla frenesia Boroli-Imerito recuperano posizioni su posizioni sino a prendersi la soddisfazione di far fare passerella sulla pedana monegasca alla Škoda Fabia curata da By Bianchi. Foto di Gabriele Valinotti
Boroli
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MONTE-CARLO, 24 gennaio – Il transito in pedana è stato un premio meritato e sognato per Carlo Boroli (che festeggia in questo modo i suoi cinquant’anni di età) e Maurizio Imerito (che nonostante una lunga e vincente carriera non aveva mai disputato il Monte-Carlo), che hanno concluso l’89esima edizione del Rallye Montecarlo in 33esima posizione assoluta con la Škoda Fabia R5 by Bianchi. “Il nostro obiettivo era riuscire a terminare le prime tre tappe entro i migliori cinquanta, per poter essere al via anche nella tappa di domenica che portava al palco finale di Monte-Carlo” afferma il pilota novarese.
Obiettivo non facile e non per nulla scontato, considerando che Carlo Boroli non aveva mai disputato una gara del mondiale, meno che mai il Monte-Carlo, non si era mai messo al volante in gara di una vettura R5 e soprattutto considerando che il pilota novarese, complici gli impegni di lavoro, da qualche anno ha ridotto le sue uscite agomnistiche, concentrandosi nelle storiche a cominciare da RallyLegend. A complicare le cose, oltre alle condizioni meteo che hanno spinto il pilota novarese a paragonare il Monte-Carlo alla Dakar, ci si è messa anche una foratura dopo appena 1,5 km della seconda prova del rally che ha fatto perdere all’equipaggio piemontese ben nove minuti, facendolo precipitare in 68esima posizione assoluta.
Terminata con quel fardello la prima tappa, nella seconda giornata, ben prima dell’alba, Boroli-Imerito si sono scatenati e hanno subito chiarito le loro intenzioni e la loro volontà di recupero, staccando il 28esimo tempo assoluto sulla Aspremont-La Batie des Pins che apriva la seconda tappa, tornando a ridosso dell’olimpo dei primi cinquanta, nel quale sono entrati nella prova successiva, risalendo gradualmente la classifica fino al 36° posto assoluto con la quale hanno chiuso le tre giornate nei dintorni di Gap. Nella tappa di domenica non c’era più necessità di strafare. Soprattutto si doveva percorrere le speciali senza perdere terreno, ma senza nemmeno prendere rischi. Mantenendo un buon passo Boroli-Imerito hanno chiuso in 33esima posizione assoluta, godendosi la passerella sulla pedana monegasca, sogno a occhi aperti per tutti coloro che amano i rally.
“È stata una bella gara appassionante anche per noi che seguivamo la vettura con trepidazione dal parco assistenza” commenta Fabrizio Bianchi di By Bianchi che cura la Škoda Fabia con la quale hanno corso Boroli-Imerito. “Per la nostra azienda è anche una bella soddisfazione aver portato all’arrivo, in onorevole posizione (sono secondi degli italiani) la nostra Fabia. Per me è il primo Monte-Carlo, mentre mio padre Daniele ne ha seguiti una decina come preparatore. Confesso che prima di partire la scorsa settimana per Gap non sentivo minimamente il fascino di questa gara e non capivo perché ammaliasse tutti. Strada facendo, invece, il rallye mi ha preso sempre di più. In passato ho vissuto almeno otto altre prove del mondiale come tecnico, ma il Monte-Carlo è diverso da qualsiasi altro: Galles, Sardegna, Catalunya, Mille Laghi, Corsica, che dir si voglia. È una gara dove l’imprevisto ti balza davanti improvviso in qualsiasi momento, in cui le condizioni cambiano chilometro dopo chilometro obbligandoti a inventarti qualcosa per venirne fuori nel miglior modo possibile” afferma il preparatore di Moncalieri con gli occhi illuminati dal virus del Monte-Carlo.
Voglia di correrlo come pilota? “Un gran bel sogno” sottolinea ancora Fabrizio Bianchi, che sicuramente sta pensando come farlo diventare realtà in un futuro. Possibilmente prossimo.
https://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/0P_Boroli3_Montecarlo-2021_Foto-Gabriele-Valinotti-Custom.jpg533800Kaleidoswebhttps://www.kaleidosweb.com/wp-content/uploads/2015/05/logo_kaleidos_web_115.jpgKaleidosweb2021-01-27 09:02:312021-01-27 09:02:35Un gran Monte-Carlo per Carlo Boroli e Maurizio Imerito
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