Nuvolari, Varzi, Campari e gli altri “temerari delle strade bianche” tornano a Cuneo con le fotografie di Adriano Scoffone

Foto Mailander

Dal 26 giugno al 29 settembre a Cuneo. Una grande mostra, tra lo Spazio Museale di San Francesco e il MAUTO, racconta gli anni ’20 e ‘30 della Provincia Granda e i grandi piloti della Cuneo – Colle della Maddalena.  Dopo 90 anni al via la digitalizzazione dell’immenso patrimonio, tra automobili leggendarie e grandi scenografie, in una banca dati online aperta a pubblico, scuola e ricercatori

Cuneo, 25 giugno 2020. Quante sono 39.221 lastre fotografiche? Quanto spazio occupano? Come si fa ad estrarle, una ad una, dalle buste di velina gialla, riposte in duemila scatole di cartone? Ma, soprattutto, quanto tempo occorrerà per capire, per davvero, cosa c’è dentro? La Città di Cuneo riscopre dopo novant’anni una miniera di memoria, l’archivio del fotografo Adriano Scoffone e lo celebra con la grande mostra “Quei temerari delle strade bianche Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo – Colle della Maddalena”. La mostra, un’esperienza immersiva tra fotografia, automobili leggendarie, grandi scenografie e un poema musicale composto per l’occasione, è un progetto di Giosuè Boetto Cohen. L’esposizione, realizzata dalla Città di Cuneo e dal MAUTO – Museo nazionale dell’Automobile di Torino con il sostegno della casa orologiera Eberhard & Co, si apre domani allo Spazio Museale di San Francesco (fino al 29 settembre, il giorno di San Michele, Festa Patronale a Cuneo) e arriverà a Torino al MAUTO nel 2021.

“L’amministrazione della Città di Cuneo è orgogliosa di presentare al pubblico la mostra ‘Quei temerari delle strade bianche Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo Colle della Maddalena’, che si svolgerà nella sede del nostro monumento nazionale, il Complesso Monumentale di San Francesco, dal 26 giugno al 29 settembre 2020 – afferma Cristina Clerico, Assessore alla Cultura della Città di Cuneo -.  L’evento è realizzato in stretta collaborazione con il Museo dell’Automobile di Torino e valorizza, in grandezza e risoluzione ottimizzate, i preziosi fotogrammi dell’archivio cuneese del fotografo Adriano Scoffone (1891-1980) e relativi alle edizioni 1925, ‘26, ‘27 e ‘30 della storica sfida automobilistica, in cui furono protagonisti i migliori piloti dell’epoca. L’opera di Scoffone, straordinaria per quantità e stato di conservazione dei materiali fotografici, è uno dei fondi caratterizzanti la città di Cuneo e il Museo civico. Grazie a questa mostra, un patrimonio culturale e storico di eccezionale rilievo viene riportato sotto i riflettori, prima a Cuneo e poi a Torino, in uno dei più importanti Musei motoristici del mondo. Invitiamo pertanto i Cuneesi e tutti gli interessati a visitare un allestimento curato e innovativo, che comprende l’esposizione di autoveicoli d’epoca, filmati, ambientazioni scenografiche e musiche espressamente realizzate per l’occasione”.

La “riscoperta” dell’archivio del fotografo Adriano Scoffone presenta i fotogrammi chiave dell’edizione 1930 della Cuneo-Colle della Maddalena e dei suoi celebri protagonisti (insieme ad alcune immagini del triennio 1925-1927). Ottanta foto che pure non rappresentano che un modesto campione del tesoro nascosto, che copre i temi, le pagine, i ritratti più diversi della Provincia Granda. In realtà il fondo di Adriano Scoffone non è affatto sconosciuto. Almeno non ai cuneesi, che iniziarono a catalogarlo nel 1980 e ristamparono duecento scatti per allestire tre piccole mostre. Negli anni successivi, la raccolta ha alimentato alcune pubblicazioni ed eventi locali ma, di fatto, la mostra “Quei temerari delle strade bianche” è la prima occasione di ampio respiro pubblico e di collaborazione con uno dei più importanti musei motoristici del mondo. Con l’esposizione prende avvio la digitalizzazione del Fondo Adriano Scoffone e la sua custodia in una banca di immagini online, aperta al pubblico, alla scuola e ai ricercatori. Un primo passo di un grande progetto di valorizzazione storica, realizzata con il supporto tecnico del Museo nazionale dell’Automobile.

La mostra, come suggerisce il titolo, parte da un fatto cruciale, ma non chiaro a molti: le corse automobilistiche di novant’anni fa si svolgevano su strade completamente diverse da quelle di oggi. E l’automobilismo sportivo fu una delle motivazioni che portarono, negli anni ’30, alla costruzione di una rete viabile più moderna. L’audacia – di uomini e mezzi – le medie orarie, i record diventano ancora più incredibili se si immagina correttamente lo scenario in cui furono raggiunti. Quindi ‘le strade bianche’ sono insieme alle vetture, ai campioni e alla folla, le protagoniste dell’esposizione. Un complesso impianto scenografico, e una colonna sonora originale, sono state realizzate proprio per enfatizzarne il ruolo” così Giosuè Boetto Cohen, giornalista e regista, per molti anni de “La Storia siamo noi” alla RAI, introduce la mostra da lui curata.

Il percorso espositivo di “Quei temerari delle strade bianche Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo – Colle della Maddalena” va aldilà dei documenti fotografici messi in cornice. È costituito da complesse scenografie, a cui ha contribuito anche Angelo Sala, per molti anni direttore dell’allestimento scenico del Teatro alla Scala di Milano. Insieme alle musiche originali e alle stampe giganti, esse abbracciano tre automobili straordinarie. Una è proprio l’Alfa Romeo 1500 MMS con cui, nel 1930, il pilota Emilio Gola tentò la scalata alla Maddalena e che dopo novant’anni torna a Cuneo al volante dell’attuale proprietario, Federico Göttsche Bebert. Le altre non sono da meno: un’Alfa Romeo P2 identica a quella con cui vinse Nuvolari e una preziosa Bugatti 35, uguale a quella con cui Avattaneo si ribaltò durante la gara. Entrambe appartengono alla collezione del MAUTO.

“Questa mostra è un magnifico viaggio nel tempo che ci permette di rivivere quasi in diretta l’atmosfera, il coraggio e l’entusiasmo di una corsa come la Cuneo – Colle della Maddalena. Le straordinarie fotografie storiche di Scoffone ci restituiscono con realismo di cronaca i folli sovrasterzi dei “temerari” sui bianchi tornanti alpini. Non dimentichiamo che non lontano da Cuneo molti anni prima, nel 1895, si tenne la prima Torino – Asti -Torino, la prima corsa automobilistica italiana. Con ben altre auto però, perché sulla strada del Colle salivano invece auto possenti e invincibili come la leggendaria Alfa Romeo P2 qui in mostra, proveniente dalla collezione del Museo Nazionale dell’Automobile, identica a quella sulla quale Nuvolari trionfò alla Maddalena. Una conferma che il MAUTO è il fulcro della storia del pionierismo automobilistico italiano, sia per l’inarrivabile collezione che per il Centro di documentazione con il suo straordinario patrimonio storico. Anche per questo siamo felici di collaborare alla riscoperta di un fondo storico cruciale come l’Archivio Scoffone e alla sua viva e preziosa testimonianza di un periodo fondamentale della storia automobilistica italiana” commenta Benedetto Camerana, Presidente del MAUTO – Museo nazionale dell’Automobile di Torino.

Tra le navate di San Francesco, le automobili dialogano con i negativi di Adriano Scoffone, le fotografie che raccontano la sfida per il Colle della Maddalena e il costume del primo Novecento. La gara è, per difficoltà e lunghezza, una delle più ardite. Lo si capisce dalle fughe nei rettilinei e dalle sbandate nel polverone prima dei tornanti. Il “circo” della competizione è poca cosa se paragonato al gigantismo di oggi, ma l’emozione è anche superiore, perché nel 1930, in Italia – è bene ricordarlo – circola un’automobile ogni duecento abitanti. Fissano l’obbiettivo (qualcuno con aria truce), i semidei del volante: il tedesco Stuck che sembra Lawrence d’Arabia, gli italiani Varzi, Marinoni e Maserati, sotto gli occhi di un impettito Campari. Ma anche la tripletta della scuderia Fiat in un angolo di piazza Vittorio (oggi piazza Galimberti) fa la sua figura. O la squadra (piccola, ma sceltissima) dei meccanici e collaudatori. Nuvolari, il vincitore del 1930, è più nero e legnoso che mai (causa anche dell’emulsione) e in uno degli scatti, praticamente inedito, è fermo davanti a un portone del Piemonte rurale. Intorno al palco c’è un tramestio di autorità, la Principessa di Savoia, il podestà con la tuba, una pletora di notabili e donne elegantissime. Ma le facce più interessanti, alcune da cinema, sono nel pubblico sorridente, tra i portici, la piazza e i picnic. Adriano Scoffone corre, non si sa come, al lago della Maddalena. E ancora più su. I visitatori della mostra potranno immaginarlo dall’alto del nostro tempo, interconnesso e viziato da Photoshop, mentre per strada riesce a catturare ancora una Bugatti ribaltata, e poi controsterzi, gli allunghi e i voli d’uccello, manco avesse il drone.

La musica è un altro elemento fondamentale del percorso di “Quei temerari delle strade bianche”; il “tappeto musicale”, di Marco Robino e degli Architorti, è diventato una suite tutta da ascoltare, una complessa partitura di 11 minuti. Marco Robino ha lavorato molto con il regista Peter Greenaway, per il quale ha composto nel cinema, sul Cenacolo Vinciano e alla Venaria Reale. Ma ha composto in più occasioni anche con gli autori di questa mostra, a Villa Giulia a Roma, a Palazzo Pepoli a Bologna, al Museo Accorsi-Ometto di Torino e alla Castiglia di Saluzzo, per l’installazione “La scelta di Giulio”. Per la mostra di Adriano Scoffone, Robino ha creato un poema inebriante, che narra di motori, velocità, polvere e grandi paesaggi. Anche in omaggio al luogo, la ex chiesa di San Francesco, sarà eseguito con organo e orchestra.

  • Il costo del biglietto d’ingresso alla mostra è compreso nel biglietto di ingresso al Complesso Monumentale di San Francesco, acquistabile anche on line. Per acquistare on line i biglietti: http://www.comune.cuneo.it/cultura/museo-civico-di-cuneo/visite-e-servizi/biglietti.html Il servizio di vendita on line è attivo a partire dal 23 giugno 2020.
  • Quei temerari delle strade bianche-Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo- Colle della Maddalena
  • Cuneo – Spazio Museale di San Francesco 25 giugno – 29 settembre 2020
  • realizzata con il sostegno di Eberhard & Co.
  • un progetto di Giosuè Boetto Cohen
  • sulle immagini del fondo Adriano Scoffone – Museo Civico di Cuneo
  • musiche originali di Marco Robino – Architorti
  • consulenza alla scenografia Angelo Sala
  • ricerche storiche Gianni Cancellieri e Alessandro Silva
  • allestimento a cura di Alessandro Zillio
  • Orari mostra: Martedì – Domenica, 15.30 – 18.30
  • Su prenotazione e in altri orari: 0171 634175 | e-mail: museo@comune.cuneo.it

Le automobili in mostra “Nuvolari, Varzi, Campari e gli altri “temerari delle strade bianche”a Cuneo

Foto Mailander

CUNEO, 25 giugno – Bozzetti di Alessandro Zillio e Giosuè Boetto Cohen per i fondali delle vetture Alfa 1500 MM e Bugatti 35 B. Per la vettura di Emilio Gola si è pensato ad una ricostruzione al vero del pubblico, da uno scatto di Scoffone. Per la Bugatti è stato realizzato invece un fondale a doppio scorrimento (colline e montagne), ispirato alla tela futurista “Forze ascensionali” di Gerardo Dottori.

Alfa Romeo P2. È la versione modificata della “P2” da corsa progettata da Vittorio Jano, che al suo esordio nel 1924, pilotata da Antonio Ascari, vinse la 200 Miglia del II Circuito di Cremona, prima di una lunga serie di vittorie tra cui il G. P. d’Italia con Ascari, due G. P. d’Europa con Giuseppe Campari e Ascari, il primo Campionato del Mondo con Gastone Brilli Peri, il G. P. di Monza e la settima edizione del Circuito d’Alessandria (denominato Circuito Pietro Bordino) con Achille Varzi. Il tipo modificato nel 1930 si affermò, fra l’altro, al Circuito di Alessandria e alla Targa Florio di quell’anno, ancora con Achille Varzi. Il modello “P2” è considerato il capostipite di tutte le celebri Alfa Romeo da corsa.

  • Motore: 8 cilindri sovralimentato
  • Cilindrata: 1987 cc
  • Potenza: 175 CV a 5500 giri/min.
  • Velocità: 225 km/h
  • Peso: 780 kg
  • Dono di Alfa Romeo spa, Milano

ALFA ROMEO 6C 1500 Mille Miglia Speciale. Il primo modello della Serie 6C fu la 1500 Normale, con un motore sei cilindri a un solo albero a camme in testa, seguita dalla 6C 1500 Sport munita di testa a due alberi a camme, smontabile.

Nel 1928 la 1500 Normale e la 1500 Sport vennero affiancate da una piccola serie di 1500 MMS (Mille Miglia Speciale). Era un esperimento interessante: il motore, spostato indietro di 200mm, faceva posto a un compressore tipo Roots davanti al propulsore. Il serbatoio del carburante, maggiorato a 95 litri, venne posizionato dietro i sedili invece che sulla parte posteriore del telaio. Questo nuovo modello, riservato alle competizioni, debuttò alla Mille Miglia del 1928 condotta da Campari e Ramponi, che vinsero alla guida di una versione con compressore.

La vettura esposta, una di tre esemplari rimasti, partecipò alla Cuneo – Colle della Maddalena del 1930 nelle abili mani di Emilio Gola, oltre che a numerose corse in salita.

  • Italia 1928
  • Motore: 6 cilindri sovralimentato con compressore tipo “Roots”
  • Cilindrata: 1487cc
  • Potenza: 78cv a 4800 giri/min
  • Velocità: 140 km/h
  • Peso: 845 kg
  • Collezione del MAUTO- Museo nazionale dell’Automobile, Torino

BUGATTI 35 B. Ettore Bugatti, geniale tecnico e poi anche costruttore di automobili, milanese di nascita trasferitosi in Francia, a Molsheim (Alsazia), dove apriva una fabbrica presto diventata famosa nel mondo, deve parte della sua celebrità alle macchine da corsa costruite nel primo dopoguerra. Probabilmente la più classica di queste vetture è il modello “35 B” a 8 cilindri, con una meccanica ammirevole per disegno ed esecuzione, e grande protagonista sui circuiti negli anni dal 1925 al 1930, con innumerevoli vittorie, tra cui ben cinque Targhe Florio consecutive ed i Gran Premi di Roma, d’Italia, di Spagna, di Monaco e di Germania.

Collezione del MAUTO- Museo nazionale dell’Automobile, Torino

Francia 1929

Motore: 8 cilindri

Cilindrata: 2292 cc

Potenza: 135 CV a 5300 giri/min.

Velocità: 160 km/h

Il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino riapre per la Festa della Repubblica

La mostra sui 70 anni della Lancia Aurelia prorogata a settembre Previste due anteprime mondiali: Mole Urbana e Tuc 2.0. Nuova segnaletica, biglietteria online e audioguide scaricabili tramite QR code per una visita in sicurezza

Torino, 29 maggio 2020. Il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile di Torino riapre al pubblico da sabato 30 maggio a martedì 2 giugno, grazie ai suoi ampi spazi che garantiscono la massima sicurezza e distanziamento. L’automobile torna così protagonista nel capoluogo piemontese all’interno dello scenografico percorso espositivo, adattato alle misure anti Covid-19, dove si può ammirare la prestigiosa collezione e la mostra sui 70 anni della Lancia Aurelia, prorogata fino al 27 settembre. Il museo aprirà nel lungo weekend della Festa della Repubblica, per poi aprire dal venerdì al lunedì mattina per tutto il mese di giugno.

Riapriamo con una grande responsabilità: pensare al futuro per far ripartire il Paese.  Come abbiamo condiviso con l’associazione “Città dei Motori”, rete delle città del Made in Italy motoristico, Torino deve rimettere in moto le attività e le imprese culturali per sostenere la ripresa economica del territorio e attirare i flussi dall’estero in autunno e nel 2021; il nostro obiettivo è consolidare gli ottimi risultati dello scorso anno con una crescita sistematica secondo il programma innovativo di mostre ed eventi che l’emergenza ha congelato” ha commentato Benedetto Camerana, Presidente del MAUTO.

Fino al termine dell’emergenza coronavirus, la facciata del Museo Nazionale dell’Automobile resterà illuminata da un fascio tricolore, tra i più grandi d’Italia, che ha reso il MAUTO uno dei punti topici della Torino notturna. Inoltre, il museo aderisce all’iniziativa della Città di Torino che si stringe intorno all’hashtag #TorinoMuseiAperti. Un’occasione digitale per dare un segno tangibile della ripartenza, insieme al tessuto culturale cittadino, raccontando le emozioni della preparazione di un momento tanto atteso.

Misure antivirus. La conformazione degli spazi museali, già razionalizzata nella ristrutturazione del 2011, ha richiesto solo alcuni “ritocchi” per l’adeguamento alle normative antivirus: sono stati separati i varchi di entrata e di uscita nell’edificio e nel percorso espositivo; prima dell’accesso ai locali sarà effettuato il controllo della temperatura a tutti i visitatori, che avranno l’obbligo di indossare le mascherine; sarà consigliabile effettuare l’acquisto dei biglietti online, senza alcun sovrapprezzo, per accedere direttamente al percorso ed evitare il passaggio in biglietteria; le audioguide ADULTI e KIDS sono state trasformate in app scaricabili sui propri device e smartphone gratuitamente inquadrando un apposito QR code, sia in italiano che in inglese e in francese; il numero di visitatori all’interno delle sale sarà costantemente controllato per evitare assembramenti; lungo tutto il percorso sono presenti diffusori di gel igienizzante per le mani.

Per dare ai visitatori tutte queste indicazioni, sono state create delle illustrazioni ad hoc ispirate al mondo della Formula 1, che rendono il messaggio perfettamente coerente all’ambiente del Mauto. Con le stesse grafiche sono state realizzate anche le mascherine personalizzate, che si potranno acquistare al museo.

“Intendiamo dare ai nostri visitatori il nostro più caloroso benvenuto. Mai come ora è importante tornare a vivere le nostre passioni in totale sicurezza – ha detto Mariella Mengozzi, direttore del MAUTO –. Tutto lo staff del museo è stato impegnato durante il lockdown per continuare a raccontare la storia meravigliosa dell’Automobile e dei suoi protagonisti. Ringrazio le istituzioni del territorio per l’importante lavoro di coordinamento svolto in questo periodo, che ci ha consentito di affrontare in modo più efficace le sfide imposte dall’emergenza sanitaria. Nei momenti difficili il lavoro di squadra è determinante”.

Programmazione eventi

Dal 30 maggio al 27 settembre: Lancia Aurelia – Mito senza tempo (prorogata).

Dal 20 al 28 giugno: 457 MAUTO Experience, “Quelli che la 500”, in collaborazione con Ruzza Torino. Mostra dedicata al mito della utilitaria Fiat con l’esposizione delle vetture protagoniste della 457 Stupinigi Experience.

Dal 2 luglio al 2 settembre: il designer torinese Umberto Palermo presenterà, in anteprima assoluta la composizione artistica del progetto quadriciclo elettrico Mole Urbana e delle componenti che gli daranno vita; il versatile veicolo, che risponde alle esigenze della mobilità urbana del futuro, è stato interpretato da 16 artisti di fama mondiale, le cui opere faranno da cornice alla presentazione ufficiale.

Inoltre, il 25 giugno presso lo Spazio Museale di San Francesco a Cuneo, sarà inaugurata la grande mostra “Quei temerari delle strade bianche Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo – Colle della Maddalena”. Realizzata dal Mauto insieme al Comune di Cuneo, affianca alle spettacolari immagini dell’archivio del fotografo Adriano Scoffone le auto che parteciparono alla leggendaria corsa tra il 1925 e il 1930, documenti, scenografie e musiche originali. La mostra arriverà a Torino nella primavera del 2021.

Dal 10 al 13 settembre: ritorna al MAUTO TUC.Technology con la “versione 2.0” del TUC, ora pronto per entrare nella fase di industrializzazione. Il 10 settembre, in occasione dell’anteprima con il nuovo prototipo, si terrà anche la premiazione del “TUC Award”, il Concorso Internazionale di Design per progetti volti a reinventare e migliorare la vita a bordo dei veicoli grazie alla tecnologia modulare plug&play TUC. Il progetto vincitore sarà realizzato virtualmente insieme al team TUC.Technology, e sarà esposto al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino.

Dal 15 settembre: il MAUTO celebra il 50° anniversario di una delle vetture rivoluzionarie del ventesimo Secolo: la Range Rover, il primo SUV realizzato in Europa, icona del suo tempo e ispiratore di molti altri. La “Piazza” del Mauto ospiterà l’esposizione di una delle primissime vetture costruite, insieme a modelli speciali della “Range”, alcune rare Land Rover coeve e uno speciale modello celebrativo del 50°. Le automobili, raccolte con la collaborazione del Registro Storico del marchio e di Jaguar Land Rover, saranno presentate con una ricca selezione fotografica, testi narrativi e alcuni filmati facenti parte degli allestimenti preparati dalla Casa madre per l’anniversario.

Audioguide. In occasione della riapertura dopo l’emergenza Covid-19, e per offrire ai propri utenti un’esperienza di visita a 360 gradi e in totale sicurezza, il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile di Torino lancia un nuovo tour multimediale del proprio percorso espositivo.

Grazie alla collaborazione con Antenna International – che ha sviluppato il progetto di PWA (Web Progressive App) del MAUTO – i visitatori potranno scaricare sul proprio smartphone i contenuti delle audioguide, sia in italiano che in inglese e in francese, semplicemente inquadrando un QR code all’inizio del percorso espositivo.  I segreti della collezione museale e dei tanti protagonisti che, con la loro genialità e con il coraggio delle loro imprese, hanno contribuito allo sviluppo dell’invenzione del Novecento: tutto a portata di click.

Nella versione ADULTI, una voce narrante racconta le ventisette sezioni del museo – dalle primissime intuizioni di GENESI alle più contemporanee sperimentazioni di DESIGN – con un focus sulle vetture più significativa di ciascuna sezione.
Nella versione KIDS, è la voce di tre simpatici personaggi ad accompagnare i piccoli appassionati alla scoperta del museo: Gigi Scintilla, intrepido giornalista, Isotta Fraschini, appassionata e spericolata amante delle automobili, e il giovane ingegner Pistone, tuttologo dei motori cresciuto a pane e chiavi inglesi.

La versione inglese dell’app è scaricabile anche fuori dal MAUTO, inquadrando il QR code che si trova sul sito del museo.

I nuovi orari della riapertura

Da sabato 30 maggio a martedì 2 giugno, primo fine settimana di riapertura del museo, il Mauto sarà aperto dalle 10 alle 19. La biglietteria chiude un’ora prima del museo; consigliato l’acquisto on line dei biglietti.

Nei fine settimana successivi, il museo rispetterà i seguenti orari:

venerdì – sabato – domenica: dalle 10 alle 19

lunedì: dalle 10 alle 14. La biglietteria chiude un’ora prima del museo; consigliato l’acquisto on line dei biglietti

Biglietteria online (senza sovrapprezzo)

Si raccomanda l’acquisto dei biglietti di ingresso online. Non saranno applicate commissioni per l’acquisto

(https://museoauto.vivaticket.it/ita/event/ingressi-museo/144127).

Al momento dell’acquisto è necessario programmare la data e la fascia oraria della visita. Presentandosi in orari differenti l’ingresso sarà soggetto alle disponibilità in base al numero di persone presenti nel percorso.

Gruppi

Nel rispetto delle direttive, i gruppi non potranno essere composti da più di 5 persone (inclusi eventuali tour leader e accompagnatori turistici), fatta eccezione per i nuclei familiari, che possono essere anche più numerosi.

La tariffa scontata per i gruppi (€ 10 anziché 12) sarà tuttavia applicata solo in abbinamento alla visita guidata, che potrà essere prenotata alla speciale tariffa di € 100 per gruppo.

Per informazioni e prenotazioni, contattare prenotazioni@museoauto.it.

Laboratori didattici

Si conferma la possibilità di acquistare i laboratori didattici (https://www.museoauto.com/il-museo/didattica/) per gruppi di massimo 5 persone, alla speciale tariffa di €100 (iva compresa). Per informazioni e prenotazioni, contattare didattica@museoauto.it.

 

MAUTO, Museo Nazionale dell’Automobile di Torino Corso Unità d’Italia, 40 – Torino

BIGLIETTO INTERO – Museo + mostre temporanee

12,00 €

BIGLIETTO RIDOTTO – Museo + mostre temporanee

10,00 €

La tariffa si applica a:

6-18 ANNI NON ACCOMPAGNATO: ragazzi dai 6 ai 18 anni di età non accompagnati da un adulto o accompagnati da adulti che non pagano la tariffa intera

18-26 ANNI: ragazzi dai 18 ai 26 anni di età

OVER 65: visitatori sopra i 65 anni di età

DISABILI: visitatori disabili. E’ prevista la gratuità per l’accompagnatore

CONVENZIONI: speciali convenzioni. Per il dettaglio delle convenzioni attive, clicca qui (https://www.museoauto.com/info-e-tariffe/convenzioni/)

INSEGNANTI: insegnanti di scuole di ogni ordine e grado

BIGLIETTO RIDOTTO RAGAZZI – Museo + mostre temporanee

5,00 €

la tariffa si applica a max n°2 ragazzi per ciascun adulto che paga la tariffa intera.

BIGLIETTO GRATUITO – Museo + mostre temporanee

0,00 €

La tariffa si applica a:

guide ed accompagnatori turistici con patentino

accompagnatori di persone disabili

giornalisti con tesserino dell’Ordine

TORINO + PIEMONTE CARD – Museo + mostre temporanee

0,00 €

la tariffa si applica ai possessori della Torino + Piemonte Card. Per l’accesso al percorso espositivo è necessario validare la card, oltre al biglietto di ingresso.

ABBONAMENTO MUSEI – Museo + mostre temporanee

0,00 €

La tariffa si applica ai possessori della card Abbonamento Musei. Per l’accesso al percorso espositivo è necessario validare la card, oltre al biglietto di ingresso.

Uno speciale ringraziamento a:

MAW – Man AT Work per l’elaborazione grafica delle misure anti COVID-19

Fotolito FB srl per la stampa dei materiali

I.E. Impianti Elettrici di Michele Rubino per la proiezione luminosa del tricolore sulla facciata del museo

www.museoauto.com

Finalmente il MAUTO riapre, vi aspettiamo!

NUOVI ORARI DI APERTURA

Venerdì, Sabato, Domenica e Festivi: dalle 10 alle 19
Lunedì: dalle 10 alle 14
Martedì, Mercoledì e Giovedì: chiuso

La biglietteria chiude 1 ora prima dell’orario di chiusura del Museo. Si raccomanda di acquistare il biglietto online prima della visita

APERTURA STRAORDINARIA

Lunedì 1 giugno e Martedì 2 giugno il MAUTO sarà aperto dalle 10 alle 19

 

Con Florida II si conclude al visita di Kaleidosweb alla mostra Lancia Aurelia 1950 – 2020 mito senza tempo nei padiglioni (chiusi al pubblico) del Museo dell’Auto di Torino

I l museo è temporaneamente chiuso per l’emergenza Coronavirus, ma visitiamo idealmente la mostra attraverso le immagini realizzate per Kaleidosweb. Servizio di Tommaso M Valinotti

FLORIDA II Carrozzeria Pinin Farina, (1957) Nel 1957 la Carrozzeria Pinin Farina trae ispirazione dalla propria precedente creazione, la Florida, per realizzare la Florida II, il prototipo della futura Flaminia Coupé che entrerà in produzione nel 1959. Meccanica della Flaminia berlina. Per diverso tempo l’auto esposta fu utilizzata personalmente dal fondatore della carrozzeria Pinin Farina, Battista “Pinin” Farina. Realizzata in modello unico. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 2451 cc. 118 CV)

Lancia Florida è il nome di due studi basati sulla Lancia Aurelia, costruiti dalla Lancia in collaborazione con Pinin Farina. Entrambi sono stati realizzati in numeri estremamente piccoli e sono considerati capolavori del design automobilistico italiano e hanno avuto molta influenza sul design automobilistico. Da loro derivarono in seguito la berlina e le versioni coupé della Lancia Flaminia.

Il prototipo Florida II, realizzato nel 1957, è un coupé di due porte con finestre senza pilastro sulle porte, nel senso che non ha un montante B. La Florida II è stata la vettura personale del fondatore di Pinin Farina, Battista Farina e lo usò regolarmente fino alla sua morte nell’aprile del 1966. Inoltre disse che era “l’unico ad andare in paradiso”.

La versione di produzione della Lancia Flaminia Coupé era simile alla Florida II, condividendo molti dei suoi elementi di design chiave, ma aveva un montante centrale ed era significativamente più corta. La Florida II è considerata un momento di design molto importante, con molti che affermano che il suo stile angolare ha contribuito a spianare la strada al design automobilistico degli anni ’60 [1]. Il designer Mercedes Bruno Sacco una volta descrisse la Florida II come una delle auto che avrebbe voluto progettare. I principi delle porte ad armadio e la mancanza di un montante centrale sono stati nuovamente utilizzati nello studio Lancia Dialogos nel 1997.

TORINO – Vincenzo Lancia aveva una predilezione per i nomi latini. Anche dopo la sua morte la casa torinese continuò per un certo periodo questa tradizione. Fu così che nacque “Aurelia” bellissimo nome che deriva da oro. Aurelia era il nome della madre di Giulio Cesare. Aurelia è il nome di una splendida vettura prodotta dalla Lancia dal 1950 al 1958. È stata la vettura protagonista del road-movie “Il sorpasso” del 1962 di Dino Risi con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, palcoscenico di un memorabile bacio sul suo cofano della conturbante Brigitte Bardot a Jean Louis Trintignat nel film “E Dio creò la donna” di Roger Vadim del 1956. Fu l’auto amata da Ernest Hemingway, Fausto Coppi e addirittura dal campionissimo Manuel Fangio. Carrozzata dai migliori stilisti dell’epoca come Pinin Farina, Bertone, Balbo e Viotti. Che portò a teatro la bella gente dell’Italia che rinasceva e ottenne risultati sportivi eclatanti, come il secondo posto di Giovanni Bracco alla Mille Miglia del 1951. Ai settant’anni dell’Aurelia è dedicata una stupenda mostra al Museo dell’Auto in programma sino al 30 maggio (orario 10-19, lunedì 10-14; biglietto 12€) per ora chiusa a causa del Coronavirus. Quando riaprirà sarà da vedere in ogni suo dettaglio.

Franco Scaglione salta l’Aprilia B50 carrozzeria Balbo protagonista di Lancia Aurelia 1950 – 2020 mito senza tempo nei padiglioni (chiusi al pubblico) del Museo dell’Auto di Torino

Il museo è temporaneamente chiuso per l’emergenza Coronavirus, ma visitiamo idealmente la mostra attraverso le immagini realizzate per Kaleidosweb. Servizio di Tommaso M Valinotti

AURELIA B50 Carrozzeria Balbo, telaio 1016 (1952) Pianale e meccanica consegnati dalla Casa alla Carrozzeria Balbo, che nel 1952 realizza uno dei primi disegni di Francesco Scaglione. Il famoso designer sembrerebbe essersi ispirato a questa sua creazione nel tracciare le linee del padiglione posteriore della Giulietta Sprint. Meccanica della berlina B21 con la modifica Nardi ai collettori di aspirazione. Realizzata in modello unico. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 1991 cc. 70 CV)

TORINO – Vincenzo Lancia aveva una predilezione per i nomi latini. Anche dopo la sua morte la casa torinese continuò per un certo periodo questa tradizione. Fu così che nacque “Aurelia” bellissimo nome che deriva da oro. Aurelia era il nome della madre di Giulio Cesare. Aurelia è il nome di una splendida vettura prodotta dalla Lancia dal 1950 al 1958. È stata la vettura protagonista del road-movie “Il sorpasso” del 1962 di Dino Risi con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, palcoscenico di un memorabile bacio sul suo cofano della conturbante Brigitte Bardot a Jean Louis Trintignat nel film “E Dio creò la donna” di Roger Vadim del 1956. Fu l’auto amata da Ernest Hemingway, Fausto Coppi e addirittura dal campionissimo Manuel Fangio. Carrozzata dai migliori stilisti dell’epoca come Pinin Farina, Bertone, Balbo e Viotti. Che portò a teatro la bella gente dell’Italia che rinasceva e ottenne risultati sportivi eclatanti, come il secondo posto di Giovanni Bracco alla Mille Miglia del 1951. Ai settant’anni dell’Aurelia è dedicata una stupenda mostra al Museo dell’Auto in programma sino al 30 maggio (orario 10-19, lunedì 10-14; biglietto 12€) per ora chiusa a causa del Coronavirus. Quando riaprirà sarà da vedere in ogni suo dettaglio.

L’Aurelia B50 Pinin Farina, una cabriolet per pochi fortunati protagonista di Lancia Aurelia 1950 – 2020 mito senza tempo nei padiglioni (chiusi al pubblico) del Museo dell’Auto di Torino

Il museo è temporaneamente chiuso per l’emergenza Coronavirus, ma visitiamo idealmente la mostra attraverso le immagini realizzate per Kaleidosweb. Servizio di Tommaso M Valinotti

AURELIA B50 Carrozzeria Pinin Farina, telaio 1206 (1951) Pianale e meccanica consegnati dalla Casa alla Carrozzeria Pinin Farina nel 1951 per la realizzazione di una cabriolet di serie. Venduta dalla concessionaria Minetti di Milano. Meccanica della berlina B10. Realizzata in circa 250 esemplari. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 1750 cc. 56 CV)

TORINO – Vincenzo Lancia aveva una predilezione per i nomi latini. Anche dopo la sua morte la casa torinese continuò per un certo periodo questa tradizione. Fu così che nacque “Aurelia” bellissimo nome che deriva da oro. Aurelia era il nome della madre di Giulio Cesare. Aurelia è il nome di una splendida vettura prodotta dalla Lancia dal 1950 al 1958. È stata la vettura protagonista del road-movie “Il sorpasso” del 1962 di Dino Risi con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, palcoscenico di un memorabile bacio sul suo cofano della conturbante Brigitte Bardot a Jean Louis Trintignat nel film “E Dio creò la donna” di Roger Vadim del 1956.

Fu l’auto amata da Ernest Hemingway, Fausto Coppi e addirittura dal campionissimo Manuel Fangio. Carrozzata dai migliori stilisti dell’epoca come Pinin Farina, Bertone, Balbo e Viotti. Che portò a teatro la bella gente dell’Italia che rinasceva e ottenne risultati sportivi eclatanti, come il secondo posto di Giovanni Bracco alla Mille Miglia del 1951. Ai settant’anni dell’Aurelia è dedicata una stupenda mostra al Museo dell’Auto in programma sino al 30 maggio (orario 10-19, lunedì 10-14; biglietto 12€) per ora chiusa a causa del Coronavirus. Quando riaprirà sarà da vedere in ogni suo dettaglio.

L’Aurelia B52 Bertone, dai concorsi di eleganza ad essere protagonista di Lancia Aurelia 1950 – 2020 mito senza tempo nei padiglioni (chiusi al pubblico) del Museo dell’Auto di Torino

Il museo è temporaneamente chiuso per l’emergenza Coronavirus, ma visitiamo idealmente la mostra attraverso le immagini realizzate per Kaleidosweb. Servizio di Tommaso M Valinotti

AURELIA B52 Carrozzeria Bertone, telaio 1074 (1952) Pianale e meccanica consegnati dalla Casa alla Carrozzeria Bertone a fine 1951 per la realizzazione di una coupé da esporre al Salone dell’Automobile di Torino del 1951. Realizzata in modello unico. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 1991 cc. 70 CV)

TORINO – Vincenzo Lancia aveva una predilezione per i nomi latini. Anche dopo la sua morte la casa torinese continuò per un certo periodo questa tradizione. Fu così che nacque “Aurelia” bellissimo nome che deriva da oro. Aurelia era il nome della madre di Giulio Cesare. Aurelia è il nome di una splendida vettura prodotta dalla Lancia dal 1950 al 1958. È stata la vettura protagonista del road-movie “Il sorpasso” del 1962 di Dino Risi con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, palcoscenico di un memorabile bacio sul suo cofano della conturbante Brigitte Bardot a Jean Louis Trintignat nel film “E Dio creò la donna” di Roger Vadim del 1956. Fu l’auto amata da Ernest Hemingway, Fausto Coppi e addirittura dal campionissimo Manuel Fangio. Carrozzata dai migliori stilisti dell’epoca come Pinin Farina, Bertone, Balbo e Viotti.

Che portò a teatro la bella gente dell’Italia che rinasceva e ottenne risultati sportivi eclatanti, come il secondo posto di Giovanni Bracco alla Mille Miglia del 1951. Ai settant’anni dell’Aurelia è dedicata una stupenda mostra al Museo dell’Auto in programma sino al 30 maggio (orario 10-19, lunedì 10-14; biglietto 12€) per ora chiusa a causa del Coronavirus. Quando riaprirà sarà da vedere in ogni suo dettaglio.

L’Aurelia B53 Viotti, la station wagon ante litteram protagonista di Lancia Aurelia 1950 – 2020 mito senza tempo nei padiglioni (chiusi al pubblico) del Museo dell’Auto di Torino

Il museo è temporaneamente chiuso per l’emergenza Coronavirus, ma visitiamo idealmente la mostra attraverso le immagini realizzate per Kaleidosweb. Servizio di Tommaso M Valinotti

AURELIA B53 Carrozzeria Viotti, telaio 1003 (1952) Pianale e organi meccanici consegnati dalla Casa alla Carrozzeria Viotti nel 1952 per la realizzazione di una “Giardinetta”, nome registrato da Vittorino Viotti per identificare una station wagon, ed entrato nell’uso comune. L’auto è caratterizzata dalle portiere ricoperte da pannelli in legno. Meccanica della berlina B21. Realizzata in 58 esemplari. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 1991 cc. 70 CV)

TORINO – Vincenzo Lancia aveva una predilezione per i nomi latini. Anche dopo la sua morte la casa torinese continuò per un certo periodo questa tradizione. Fu così che nacque “Aurelia” bellissimo nome che deriva da oro. Aurelia era il nome della madre di Giulio Cesare. Aurelia è il nome di una splendida vettura prodotta dalla Lancia dal 1950 al 1958. È stata la vettura protagonista del road-movie “Il sorpasso” del 1962 di Dino Risi con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, palcoscenico di un memorabile bacio sul suo cofano della conturbante Brigitte Bardot a Jean Louis Trintignat nel film “E Dio creò la donna” di Roger Vadim del 1956. Fu l’auto amata da Ernest Hemingway, Fausto Coppi e addirittura dal campionissimo Manuel Fangio. Carrozzata dai migliori stilisti dell’epoca come Pinin Farina, Bertone, Balbo e Viotti. Che portò a teatro la bella gente dell’Italia che rinasceva e ottenne risultati sportivi eclatanti, come il secondo posto di Giovanni Bracco alla Mille Miglia del 1951. Ai settant’anni dell’Aurelia è dedicata una stupenda mostra al Museo dell’Auto in programma sino al 30 maggio (orario 10-19, lunedì 10-14; biglietto 12€) per ora chiusa a causa del Coronavirus. Quando riaprirà sarà da vedere in ogni suo dettaglio.

L’Aurelia B24 Spider, il capolavoro di Pinin Farina Miglia protagonista di Lancia Aurelia 1950 – 2020 mito senza tempo nei padiglioni (chiusi al pubblico) del Museo dell’Auto di Torino

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AURELIA B24S Spider, telaio 1002 (1955) L’auto esposta fu presentata al Salone dell’auto di Bruxelles nel 1955, come novità assoluto di Casa Lancia. Queste le novità: parabrezza panoramico con montanti arretrati, paraurti in due sezioni, portiere prive di vetri ascendenti e maniglie, cofano basso e rastremato, pinne appena accennate. Meccanica della B20 IV Serie con riduzione del passo di 20 cm. Realizzata in 240 esemplari nel 1955. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 2451 cc. 118 CV)

TORINO – Vincenzo Lancia aveva una predilezione per i nomi latini. Anche dopo la sua morte la casa torinese continuò per un certo periodo questa tradizione. Fu così che nacque “Aurelia” bellissimo nome che deriva da oro. Aurelia era il nome della madre di Giulio Cesare. Aurelia è il nome di una splendida vettura prodotta dalla Lancia dal 1950 al 1958. È stata la vettura protagonista del road-movie “Il sorpasso” del 1962 di Dino Risi con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, palcoscenico di un memorabile bacio sul suo cofano della conturbante Brigitte Bardot a Jean Louis Trintignat nel film “E Dio creò la donna” di Roger Vadim del 1956. Fu l’auto amata da Ernest Hemingway, Fausto Coppi e addirittura dal campionissimo Manuel Fangio. Carrozzata dai migliori stilisti dell’epoca come Pinin Farina, Bertone, Balbo e Viotti.

Che portò a teatro la bella gente dell’Italia che rinasceva e ottenne risultati sportivi eclatanti, come il secondo posto di Giovanni Bracco alla Mille Miglia del 1951. Ai settant’anni dell’Aurelia è dedicata una stupenda mostra al Museo dell’Auto in programma sino al 30 maggio (orario 10-19, lunedì 10-14; biglietto 12€) per ora chiusa a causa del Coronavirus. Quando riaprirà sarà da vedere in ogni suo dettaglio.

L’Aurelia B20 della Mille Miglia protagonista di Lancia Aurelia 1950 – 2020 mito senza tempo nei padiglioni (chiusi al pubblico) del Museo dell’Auto di Torino

Il museo è temporaneamente chiuso per l’emergenza Coronavirus, ma visitiamo idealmente la mostra attraverso le immagini realizzate per Kaleidosweb. Servizio di Tommaso M Valinotti

AURELIA B20 II Serie, telaio 1877 (1952) L’auto esposta ha partecipato alla Mille Miglia del 1953 nella configurazione attuale. La carrozzeria ha subito un aggiornamento anche nei paraurti, che sono adesso privi dei rostri presenti nella serie precedente. In questa versione i freni vengono maggiorati. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 1991 cc. 80 CV)

TORINO – Vincenzo Lancia aveva una predilezione per i nomi latini. Anche dopo la sua morte la casa torinese continuò per un certo periodo questa tradizione. Fu così che nacque “Aurelia” bellissimo nome che deriva da oro. Aurelia era il nome della madre di Giulio Cesare. Aurelia è il nome di una splendida vettura prodotta dalla Lancia dal 1950 al 1958. È stata la vettura protagonista del road-movie “Il sorpasso” del 1962 di Dino Risi con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, palcoscenico di un memorabile bacio sul suo cofano della conturbante Brigitte Bardot a Jean Louis Trintignat nel film “E Dio creò la donna” di Roger Vadim del 1956. Fu l’auto amata da Ernest Hemingway, Fausto Coppi e addirittura dal campionissimo Manuel Fangio. Carrozzata dai migliori stilisti dell’epoca come Pinin Farina, Bertone, Balbo e Viotti. Che portò a teatro la bella gente dell’Italia che rinasceva e ottenne risultati sportivi eclatanti, come il secondo posto di Giovanni Bracco alla Mille Miglia del 1951. Ai settant’anni dell’Aurelia è dedicata una stupenda mostra al Museo dell’Auto in programma sino al 30 maggio (orario 10-19, lunedì 10-14; biglietto 12€) per ora chiusa a causa del Coronavirus. Quando riaprirà sarà da vedere in ogni suo dettaglio.

Le sei serie dell’Aurelia B20 protagoniste di Lancia Aurelia 1950 – 2020 mito senza tempo nei padiglioni (chiusi al pubblico) del Museo dell’Auto di Torino

Il museo è temporaneamente chiuso per l’emergenza Coronavirus, ma visitiamo idealmente la mostra attraverso le immagini realizzate per Kaleidosweb. Servizio di Tommaso M Valinotti

AURELIA B20 I Serie, telaio 1404 (1951) Coupé due porte destinata a soddisfare il nascente segmento di mercato delle “Gran Turismo”. La vettura era quasi imbattibile soprattutto nelle corse in salita, grazie alla notevole coppia del suo motore sei cilindri. Realizzata in 498 esemplari tra il 1951 e il 1952. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 1991 cc. 75 CV)

AURELIA B20 II Serie, telaio 1768 (1952). L’auto subisce modifiche alla carrozzeria e il cruscotto ridisegnato ospita ora il contagiri. La linea della fiancata culmina ora in un terminale a pinna più pronunciato. Viene inoltre incrementata la potenza, con l’aumento del rapporto di compressione. Realizzata in 673 esemplari tra il 1952 e il 1953. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 1991 cc. 80 CV)

AURELIA B20 II Serie, telaio 1877 (1952) L’auto esposta ha partecipato alla Mille Miglia del 1953 nella configurazione attuale. La carrozzeria ha subito un aggiornamento anche nei paraurti, che sono adesso privi dei rostri presenti nella serie precedente. In questa versione i freni vengono maggiorati. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 1991 cc. 80 CV)

AURELIA B20 III Serie, telaio 2660 (1953) Nel 1953 è presentata la nuova coupé, con sostanziali modifiche alla carrozzeria. La meccanica subisce importanti variazioni, con aumento della corsa e alesaggio; sono novità anche il profilo dell’albero a cammes, il carburatore e le fusioni del blocco motore e delle testate. Viene allungato il rapporto al ponte, consentendole una velocità massima di 185 km/h. realizzata in 7209 esemplari tra il 1953 e il 1954. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 2451 cc. 118 CV)

AURELIA B20S IV Serie, telaio 1218 (1954). Vengono eseguite lievi modifiche esterne, come l’inserimento del faro di retromarcia e dello spruzza vetri. Nuova è la sospensione posteriore, ora a ruote semi indipendenti tipo “De Dion”. Dal 1955 sono presenti i cristalli polarizzati ed è disponibile la guida a sinistra. Le vetture così equipaggiate sono identificate dal suffisso “S” che precede il numero del telaio. Realizzata in 1.000 esemplari tra il 1954 e il 1955. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 2451 cc. 118 CV)

AURELIA B20 V Serie, telaio 3745 (1956) La carrozzeria rimane inalterata, è differente la colorazione del cruscotto e vengono introdotti nuovi strumenti Jaeger. Scompare il faro di retromarcia. Cambiano i coprimozzi delle ruote. Il motore viene depotenziato, con la riduzione della velocità massima. I ceppi dei freni sono più grandi; il comando della frizione è idraulico. Realizzata in 299 esemplari nel 1956. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 2451 cc. 118 CV)

AURELIA B20 VI Serie, telaio 1772 (1957) Si aggiungono i deflettori ai vetri laterali, viene eliminato il baffo cromato al centro del cofano. La meccanica rimane sostanzialmente invariata, ma vengono rafforzate le balestre posteriori e vengono apportate nuove modifiche ai frani anteriori. Realizzata in 621 esemplari tra il 1957 e il 1958. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 2451 cc. 118 CV)

TORINO – Vincenzo Lancia aveva una predilezione per i nomi latini. Anche dopo la sua morte la casa torinese continuò per un certo periodo questa tradizione. Fu così che nacque “Aurelia” bellissimo nome che deriva da oro. Aurelia era il nome della madre di Giulio Cesare. Aurelia è il nome di una splendida vettura prodotta dalla Lancia dal 1950 al 1958. È stata la vettura protagonista del road-movie “Il sorpasso” del 1962 di Dino Risi con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, palcoscenico di un memorabile bacio sul suo cofano della conturbante Brigitte Bardot a Jean Louis Trintignat nel film “E Dio creò la donna” di Roger Vadim del 1956. Fu l’auto amata da Ernest Hemingway, Fausto Coppi e addirittura dal campionissimo Manuel Fangio. Carrozzata dai migliori stilisti dell’epoca come Pinin Farina, Bertone, Balbo e Viotti. Che portò a teatro la bella gente dell’Italia che rinasceva e ottenne risultati sportivi eclatanti, come il secondo posto di Giovanni Bracco alla Mille Miglia del 1951. Ai settant’anni dell’Aurelia è dedicata una stupenda mostra al Museo dell’Auto in programma sino al 30 maggio (orario 10-19, lunedì 10-14; biglietto 12€) per ora chiusa a causa del Coronavirus. Quando riaprirà sarà da vedere in ogni suo dettaglio.

L’Aurelia B12 protagonista di Lancia Aurelia 1950 – 2020 mito senza tempo nei padiglioni (chiusi al pubblico) del Museo dell’Auto di Torino

Il museo è temporaneamente chiuso per l’emergenza Coronavirus, ma visitiamo idealmente la mostra attraverso le immagini realizzate per Kaleidosweb. Servizio di Tommaso M Valinotti

AURELIA B12, telaio 2374 (1954) Nasce la nuova berlina B12. La carrozzeria viene rivisitata e la meccanica rinnovata, con aumento della cilindrata. Sono novità anche la fusione del blocco cilindri, i supporti dell’albero motore e il filtro dell’olio. Sul frontale compaiono i fendinebbia e la parte posteriore si fa pronunciata. Realizzata in 2400 esemplari fra il 1954 e il 1955. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 2266 cc. 87 CV)

TORINO – Vincenzo Lancia aveva una predilezione per i nomi latini. Anche dopo la sua morte la casa torinese continuò per un certo periodo questa tradizione. Fu così che nacque “Aurelia” bellissimo nome che deriva da oro. Aurelia era il nome della madre di Giulio Cesare. Aurelia è il nome di una splendida vettura prodotta dalla Lancia dal 1950 al 1958. È stata la vettura protagonista del road-movie “Il sorpasso” del 1962 di Dino Risi con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, palcoscenico di un memorabile bacio sul suo cofano della conturbante Brigitte Bardot a Jean Louis Trintignat nel film “E Dio creò la donna” di Roger Vadim del 1956. Fu l’auto amata da Ernest Hemingway, Fausto Coppi e addirittura dal campionissimo Manuel Fangio. Carrozzata dai migliori stilisti dell’epoca come Pinin Farina, Bertone, Balbo e Viotti. Che portò a teatro la bella gente dell’Italia che rinasceva e ottenne risultati sportivi eclatanti, come il secondo posto di Giovanni Bracco alla Mille Miglia del 1951. Ai settant’anni dell’Aurelia è dedicata una stupenda mostra al Museo dell’Auto in programma sino al 30 maggio (orario 10-19, lunedì 10-14; biglietto 12€) per ora chiusa a causa del Coronavirus. Quando riaprirà sarà da vedere in ogni suo dettaglio.

APRILIA BILUX Carrozzeria Pinin Farina (1948) protagonista di Lancia Aurelia 1950 – 2020 mito senza tempo nei padiglioni (chiusi al pubblico) del Museo dell’Auto di Torino

Il museo è temporaneamente chiuso per l’emergenza Coronavirus, ma visitiamo idealmente la mostra attraverso le immagini realizzate per Kaleidosweb. Servizio di Tommaso M Valinotti

APRILIA BILUX Carrozzeria Pinin Farina (1948). La carrozzeria Pinin Farina dal 1946 al 1949 realizza alcuni esemplari su meccanica Aprilia, denominati Bilux. Linea Fluida, con i parafanghi solo lievemente accennati e quasi incorporati nella carrozzeria, preannuncia la nuova Lancia: l’Aurelia (Meccanica Aprilia 1500, motore 4 cilindri a V stretto. Cilindrata 1486 cc, 48 CV)

TORINO – Vincenzo Lancia aveva una predilezione per i nomi latini. Anche dopo la sua morte la casa torinese continuò per un certo periodo questa tradizione. Fu così che nacque “Aurelia” bellissimo nome che deriva da oro. Aurelia era il nome della madre di Giulio Cesare. Aurelia è il nome di una splendida vettura prodotta dalla Lancia dal 1950 al 1958. È stata la vettura protagonista del road-movie “Il sorpasso” del 1962 di Dino Risi con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, palcoscenico di un memorabile bacio sul suo cofano della conturbante Brigitte Bardot a Jean Louis Trintignat nel film “E Dio creò la donna” di Roger Vadim del 1956. Fu l’auto amata da Ernest Hemingway, Fausto Coppi e addirittura dal campionissimo Manuel Fangio. Carrozzata dai migliori stilisti dell’epoca come Pinin Farina, Bertone, Balbo e Viotti. Che portò a teatro la bella gente dell’Italia che rinasceva e ottenne risultati sportivi eclatanti, come il secondo posto di Giovanni Bracco alla Mille Miglia del 1951. Ai settant’anni dell’Aurelia è dedicata una stupenda mostra al Museo dell’Auto in programma sino al 30 maggio (orario 10-19, lunedì 10-14; biglietto 12€) per ora chiusa a causa del Coronavirus. Quando riaprirà sarà da vedere in ogni suo dettaglio.

Lancia Aurelia 1950 – 2020 mito senza tempo nei padiglioni del Museo dell’Auto di Torino (temporaneamente chiuso)

Dal 30 gennaio al 3 maggio 2020 . Foto Giorgio Perottino

Il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile di Torino dedica una retrospettiva alla mitica Lancia Aurelia, modello tra i più moderni e raffinati della produzione italiana del dopoguerra e simbolo della straordinaria crescita economica della penisola in quel periodo. La mostra sarà aperta al pubblico dal 30 gennaio al 3 maggio 2020.  

Torino, 30 gennaio 2020. Il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile di Torino inaugura la mostra LANCIA AURELIA 1950 – 2020. MITO SENZA TEMPO, uno straordinario percorso espositivo articolato su due piani che racconta, con il contributo di 18 esemplari d’eccezione – di serie e fuoriserie –, l’evoluzione del modello presentato per la prima volta al pubblico proprio a Torino nel 1950.

Già a partire da quella prima apparizione, grazie al fortunato sodalizio creativo e stilistico con Battista Pinin Farina, la Lancia Aurelia si impone agli occhi di tutto il mondo come espressione di pura eleganza, ispirata a un ideale di levigata sobrietà. Tale fu il suo successo, che divenne anche protagonista di film famosi come “Il sorpassocon Vittorio Gassman e “Et Dieu crèa la femme” con Brigitte Bardot, che la consacrarono icona di stile a livello internazionale.

D’altro canto, i suoi contenuti tecnologici, frutto di collaborazioni tecniche con progettisti del calibro di Vittorio Jano e Francesco De Virgilio, hanno affermato il marchio Lancia come sinonimo di prestazioni e sportività, e fatto innamorare dell’Aurelia intere schiere di appassionati collezionisti. Solo per citarne alcuni: il primo motore a 6 cilindri a V (che ispirò i tecnici Ferrari nella realizzazione della Dino 1500 cc); il monoblocco di alluminio fuso in conchiglia; la sospensione posteriore a ruote indipendenti; la collocazione posteriore del gruppo cambio- propulsore per equilibrare i pesi della vettura; i freni posteriori in blocco col propulsore, per ridurre il peso delle masse non sospese, consentendo maggiore aderenza alla strada. Lancia si avvalse inoltre della preziosa collaborazione di fornitori altamente specializzati. Tra questi Nardi, i cui collettori di aspirazione, a due e a sei carburatori, hanno esaltato le prestazioni dei motori Aurelia, migliorandone potenza, ripresa e velocità, e i cui eleganti volanti hanno consacrato lo stile italiano, e Pirelli, che nel 1951 lanciò con perfetto tempismo il Cinturato, innovativo pneumatico a struttura radiale, mettendo al servizio di tutte le serie Aurelia una maggiore precisione di guida e una migliore tenuta di strada.

Una vettura “da città”, le cui linee sportive accolgono un motore e una meccanica che la rendono altamente prestazionale anche in gara. L’Aurelia ottiene infatti straordinarie affermazioni nelle più importanti gare dell’epoca: Mille Miglia, Targa Florio, Giro di Sicilia, 24 Ore di Le Mans, Coppa d’Oro delle Dolomiti, e altre ancora.

Amata da Hemingway e da Fausto Coppi, lodata da Juan Manuel Fangio – che la paragonò ad una “coppa di matè”, l’infuso da cui gli uomini delle Ande traggono forza e fiducia – la Lancia Aurelia è giustamente considerata “un momento magico nell’evoluzione dell’automobile” (Massimo Fila Robattino, curatore della mostra)

“Mito senza tempo – dichiara Benedetto Camerana, Presidente del MAUTO – celebra la Lancia Aurelia, nei suoi 70 anni e nelle sue varie e seducenti versioni: un simbolo luminoso della storia dell’Italia, che sintetizza la rinnovata fiducia nel futuro dopo la tragedia bellica e la rinascita industriale, unendo la genialità torinese dell’ingegneria meccanica e del design con i migliori fornitori simbolo della qualità italiana. Questi sono gli ingredienti di un’auto che si impone nel mondo come icona della bellezza, della tecnica, del piacere di vivere. Lo testimoniano i riconoscimenti internazionali, i grandi clienti ieri e i collezionisti oggi, le produzioni cinematografiche e persino i fumetti.  Un prodotto che unisce Vittorio Jano e Brigitte Bardot definisce idealmente il valore universale dell’automobile. Il Mauto aggiunge così un capitolo importante al proprio continuo lavoro di indagine e di rappresentazione del ruolo dell’auto nella storia del Novecento”.

Il percorso della mostra. “Raccontare la Lancia Aurelia” dichiara Massimo Fila Robattino, curatore della mostra “significa testimoniare il grande desiderio di riscatto che ha animato l’Italia nelle difficoltà del dopoguerra, dando vita a una vettura che solo pochi anni prima sarebbe stata irrealizzabile e che anche all’epoca, nel contesto di un’economia che ancora doveva dimostrare di essere in grado di ripartire, costituì una coraggiosa scommessa.”

La mostra inizia con una Lancia Aprilia Bilux Pinin Farina del 1948, che anticipa sotto alcuni aspetti gli stilemi che saranno tipici della nascitura Aurelia. Sopra un verde riquadro appare quindi la B10, la prima Lancia Aurelia presentata al Salone di Torino del 1950 su un tappeto erboso, per volere di Adele Lancia, allora Presidente della Società.

Segue una sfilata di esemplari in continua evoluzione, che riuscirono sempre a stupire il pubblico, pur ormai avvezzo all’altissima qualità offerta dalla casa automobilistica torinese. Alla B10 si affianca la B12, rivisitata sia nella carrozzeria che nella meccanica, con un aumento sostanziale del numero di cavalli rispetto alla berlina precedente, e l’adozione di una sospensione posteriore a ruote semi indipendenti.

Nella versione B24, l’Aurelia ha conquistato anche il mondo del cinema con la sua eleganza sportiva, che le ha permesso di essere allo stesso tempo una automobile da città e una temibile vettura da competizione. Proprio alle spalle di una B24S Convertibile e di una B24S Spider scorrono immagini tratte dalle pellicole che le hanno rese famose.

A chiudere il cerchio evolutivo dell’Aurelia, la Florida II del 1957 appartenuta a Pinin Farina stesso, prestata al MAUTO dalla Casa di Cambiano.

Si entra quindi nella seconda parte dell’esposizione, dove ogni vettura è uno spettacolo irripetibile. La B52 realizzata da Bertone per il salone di Torino del 1952; la B53 della Carrozzeria Balbo, prima creatura di Francesco Scaglione; la B53 “Giardinetta” di Viotti; due B50 Pinin Farina, di cui una realizzata in versione speciale appartenuta alla principessa Furtin Von Bismark. Infine, una B20 GT con la livrea originale della Mille Miglia del 1953, in compagnia di altri sei esemplari Gran Turismo (dalla I alla VI serie), modello capace di grandi imprese sportive, come quella conseguita da Giovanni Bracco con il secondo posto assoluto alla Mille Miglia del 1951. Arricchiscono questa sezione alcuni dei trofei più prestigiosi conquistati dalla Lancia Aurelia e un video con immagini delle vetture in gara e ritratti di alcuni “gentlemen drivers”.

Il racconto della mostra dedicata alla LANCIA AURELIA è affidato al catalogo realizzato da Massimo Fila Robattino, curatore della mostra, con il contributo del giornalista Giosuè Boetto Cohen, e sarà in vendita presso il bookshop del MAUTO.

La mostra LANCIA AURELIA 1950-2020: MITO SENZA TEMPO è stata organizzata con il supporto di Aubay, leader europea nelle aree della consulenza direzionale e dell’information & communication technology, e degli storici fornitori Lancia, Nardi e Pirelli, due eccellenze italiane protagoniste della storia dell’automobile.

Pirelli è presente in questa occasione confermando il suo impegno per il mondo delle autovetture d’epoca: alcune delle Aurelia esposte sono equipaggiate con i Cinturato CA67, così come lo erano quelle uscite dalle linee di Borgo San Paolo. Pneumatici che oggi appartengono alla gamma Pirelli Collezione: la filosofia di questi prodotti è quella di offrire ai collezionisti il pneumatico giusto per le vetture più affascinanti, come nel caso della Lancia Aurelia, mantenendo le caratteristiche di guida e l’aspetto estetico di un tempo ma utilizzando i materiali di più recente sviluppo e moderne tecniche produttive.

Si ringrazia anche Bontà Classic Garage, officina meccanica partner del museo, che ha seguito il restauro della meccanica della LANCIA AURELIA B20S VI Serie, facente parte della collezione del MAUTO ed esposta in mostra.

LANCIA AURELIA 1950 – 2020: MITO SENZA TEMPO

Automobili in mostra

  • APRILIA BILUX Carrozzeria Pinin Farina (1948)
  • AURELIA B10, telaio 2126 (1950)
  • AURELIA B12, telaio 2374 (1954)
  • AURELIA B20 I Serie, telaio 1404 (1951)
  • AURELIA B20 II Serie, telaio 1768 (1952)
  • AURELIA B20 II Serie, telaio 1877 (1952)
  • AURELIA B20 III Serie, telaio 2660 (1953)
  • AURELIA B20S IV Serie, telaio 1218 (1954)
  • AURELIA B20 V Serie, telaio 3745 (1956)
  • AURELIA B20 VI Serie, telaio 1772 (1957)
  • AURELIA B24S Spider, telaio 1002 (1955)
  • AURELIA B24S Convertibile, telaio 1598 (1956)
  • AURELIA B53 Carrozzeria Viotti, telaio 1003 (1952)
  • AURELIA B52 Carrozzeria Bertone, telaio 1074 (1952)
  • AURELIA B50 Carrozzeria Pinin Farina, telaio 1225 (1951)
  • AURELIA B50 Carrozzeria Pinin Farina, telaio 1206 (1951)
  • AURELIA B50 Carrozzeria Balbo, telaio 1016 (1952)
  • FLORIDA II Carrozzeria Pinin Farina, (1957)

Lancia Aurelia, un mito senza tempo al Museo dell’Auto  

TORINO – Vincenzo Lancia aveva una predilezione per i nomi latini. Anche dopo la sua morte la casa torinese continuò per un certo periodo questa tradizione. Fu così che nacque “Aurelia” bellissimo nome che deriva da oro. Aurelia era il nome della madre di Giulio Cesare. Aurelia è il nome di una splendida vettura prodotta dalla Lancia dal 1950 al 1958. Ai settant’anni dell’Aurelia è dedicata una stupenda mostra al Museo dell’Auto in programma sino al 30 maggio (orario 10-19, lunedì 10-14; biglietto 12€)

Lancia Aurelia 1950 – 2020 mito senza tempo nei padiglioni del Museo dell’Auto di Torino

Dal 30 gennaio al 3 maggio 2020 . Foto Giorgio Perottino

Il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile di Torino dedica una retrospettiva alla mitica Lancia Aurelia, modello tra i più moderni e raffinati della produzione italiana del dopoguerra e simbolo della straordinaria crescita economica della penisola in quel periodo. La mostra sarà aperta al pubblico dal 30 gennaio al 3 maggio 2020.  

Torino, 30 gennaio 2020. Il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile di Torino inaugura la mostra LANCIA AURELIA 1950 – 2020. MITO SENZA TEMPO, uno straordinario percorso espositivo articolato su due piani che racconta, con il contributo di 18 esemplari d’eccezione – di serie e fuoriserie –, l’evoluzione del modello presentato per la prima volta al pubblico proprio a Torino nel 1950.

Già a partire da quella prima apparizione, grazie al fortunato sodalizio creativo e stilistico con Battista Pinin Farina, la Lancia Aurelia si impone agli occhi di tutto il mondo come espressione di pura eleganza, ispirata a un ideale di levigata sobrietà. Tale fu il suo successo, che divenne anche protagonista di film famosi come “Il sorpasso” con Vittorio Gassman e “Et Dieu crèa la femme” con Brigitte Bardot, che la consacrarono icona di stile a livello internazionale.

D’altro canto, i suoi contenuti tecnologici, frutto di collaborazioni tecniche con progettisti del calibro di Vittorio Jano e Francesco De Virgilio, hanno affermato il marchio Lancia come sinonimo di prestazioni e sportività, e fatto innamorare dell’Aurelia intere schiere di appassionati collezionisti. Solo per citarne alcuni: il primo motore a 6 cilindri a V (che ispirò i tecnici Ferrari nella realizzazione della Dino 1500 cc); il monoblocco di alluminio fuso in conchiglia; la sospensione posteriore a ruote indipendenti; la collocazione posteriore del gruppo cambio- propulsore per equilibrare i pesi della vettura; i freni posteriori in blocco col propulsore, per ridurre il peso delle masse non sospese, consentendo maggiore aderenza alla strada. Lancia si avvalse inoltre della preziosa collaborazione di fornitori altamente specializzati. Tra questi Nardi, i cui collettori di aspirazione, a due e a sei carburatori, hanno esaltato le prestazioni dei motori Aurelia, migliorandone potenza, ripresa e velocità, e i cui eleganti volanti hanno consacrato lo stile italiano, e Pirelli, che nel 1951 lanciò con perfetto tempismo il Cinturato, innovativo pneumatico a struttura radiale, mettendo al servizio di tutte le serie Aurelia una maggiore precisione di guida e una migliore tenuta di strada.

Una vettura “da città”, le cui linee sportive accolgono un motore e una meccanica che la rendono altamente prestazionale anche in gara. L’Aurelia ottiene infatti straordinarie affermazioni nelle più importanti gare dell’epoca: Mille Miglia, Targa Florio, Giro di Sicilia, 24 Ore di Le Mans, Coppa d’Oro delle Dolomiti, e altre ancora.

Amata da Hemingway e da Fausto Coppi, lodata da Juan Manuel Fangio – che la paragonò ad una “coppa di matè”, l’infuso da cui gli uomini delle Ande traggono forza e fiducia – la Lancia Aurelia è giustamente considerata “un momento magico nell’evoluzione dell’automobile” (Massimo Fila Robattino, curatore della mostra)

“Mito senza tempo – dichiara Benedetto Camerana, Presidente del MAUTO – celebra la Lancia Aurelia, nei suoi 70 anni e nelle sue varie e seducenti versioni: un simbolo luminoso della storia dell’Italia, che sintetizza la rinnovata fiducia nel futuro dopo la tragedia bellica e la rinascita industriale, unendo la genialità torinese dell’ingegneria meccanica e del design con i migliori fornitori simbolo della qualità italiana. Questi sono gli ingredienti di un’auto che si impone nel mondo come icona della bellezza, della tecnica, del piacere di vivere. Lo testimoniano i riconoscimenti internazionali, i grandi clienti ieri e i collezionisti oggi, le produzioni cinematografiche e persino i fumetti.  Un prodotto che unisce Vittorio Jano e Brigitte Bardot definisce idealmente il valore universale dell’automobile. Il Mauto aggiunge così un capitolo importante al proprio continuo lavoro di indagine e di rappresentazione del ruolo dell’auto nella storia del Novecento”.

Il percorso della mostra. “Raccontare la Lancia Aurelia” dichiara Massimo Fila Robattino, curatore della mostra “significa testimoniare il grande desiderio di riscatto che ha animato l’Italia nelle difficoltà del dopoguerra, dando vita a una vettura che solo pochi anni prima sarebbe stata irrealizzabile e che anche all’epoca, nel contesto di un’economia che ancora doveva dimostrare di essere in grado di ripartire, costituì una coraggiosa scommessa.”

La mostra inizia con una Lancia Aprilia Bilux Pinin Farina del 1948, che anticipa sotto alcuni aspetti gli stilemi che saranno tipici della nascitura Aurelia. Sopra un verde riquadro appare quindi la B10, la prima Lancia Aurelia presentata al Salone di Torino del 1950 su un tappeto erboso, per volere di Adele Lancia, allora Presidente della Società.

Segue una sfilata di esemplari in continua evoluzione, che riuscirono sempre a stupire il pubblico, pur ormai avvezzo all’altissima qualità offerta dalla casa automobilistica torinese. Alla B10 si affianca la B12, rivisitata sia nella carrozzeria che nella meccanica, con un aumento sostanziale del numero di cavalli rispetto alla berlina precedente, e l’adozione di una sospensione posteriore a ruote semi indipendenti.

Nella versione B24, l’Aurelia ha conquistato anche il mondo del cinema con la sua eleganza sportiva, che le ha permesso di essere allo stesso tempo una automobile da città e una temibile vettura da competizione. Proprio alle spalle di una B24S Convertibile e di una B24S Spider scorrono immagini tratte dalle pellicole che le hanno rese famose.

A chiudere il cerchio evolutivo dell’Aurelia, la Florida II del 1957 appartenuta a Pinin Farina stesso, prestata al MAUTO dalla Casa di Cambiano.

Si entra quindi nella seconda parte dell’esposizione, dove ogni vettura è uno spettacolo irripetibile. La B52 realizzata da Bertone per il salone di Torino del 1952; la B53 della Carrozzeria Balbo, prima creatura di Francesco Scaglione; la B53 “Giardinetta” di Viotti; due B50 Pinin Farina, di cui una realizzata in versione speciale appartenuta alla principessa Furtin Von Bismark. Infine, una B20 GT con la livrea originale della Mille Miglia del 1953, in compagnia di altri sei esemplari Gran Turismo (dalla I alla VI serie), modello capace di grandi imprese sportive, come quella conseguita da Giovanni Bracco con il secondo posto assoluto alla Mille Miglia del 1951. Arricchiscono questa sezione alcuni dei trofei più prestigiosi conquistati dalla Lancia Aurelia e un video con immagini delle vetture in gara e ritratti di alcuni “gentlemen drivers”.

Il racconto della mostra dedicata alla LANCIA AURELIA è affidato al catalogo realizzato da Massimo Fila Robattino, curatore della mostra, con il contributo del giornalista Giosuè Boetto Cohen, e sarà in vendita presso il bookshop del MAUTO.

La mostra LANCIA AURELIA 1950-2020: MITO SENZA TEMPO è stata organizzata con il supporto di Aubay, leader europea nelle aree della consulenza direzionale e dell’information & communication technology, e degli storici fornitori Lancia, Nardi e Pirelli, due eccellenze italiane protagoniste della storia dell’automobile.

Pirelli è presente in questa occasione confermando il suo impegno per il mondo delle autovetture d’epoca: alcune delle Aurelia esposte sono equipaggiate con i Cinturato CA67, così come lo erano quelle uscite dalle linee di Borgo San Paolo. Pneumatici che oggi appartengono alla gamma Pirelli Collezione: la filosofia di questi prodotti è quella di offrire ai collezionisti il pneumatico giusto per le vetture più affascinanti, come nel caso della Lancia Aurelia, mantenendo le caratteristiche di guida e l’aspetto estetico di un tempo ma utilizzando i materiali di più recente sviluppo e moderne tecniche produttive.

Si ringrazia anche Bontà Classic Garage, officina meccanica partner del museo, che ha seguito il restauro della meccanica della LANCIA AURELIA B20S VI Serie, facente parte della collezione del MAUTO ed esposta in mostra.

LANCIA AURELIA 1950 – 2020: MITO SENZA TEMPO

MAUTO, Museo Nazionale dell’Automobile di Torino Corso Unità d’Italia, 40 – Torino

dal 30 gennaio al 3 maggio 2020

orari: lunedì 10-14, pomeriggio chiuso

dal martedì alla domenica 10-19

Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura

Ingresso con biglietto museo

Biglietto intero: 12 €

Biglietto ridotto: 10 €

Scuole: 2,50 €

Ragazzi dai 6 ai 18 anni accompagnati da un adulto: 5 €

Gratuito per i minori di 6 anni e i possessori della Torino+Piemonte Card e dell’Abbonamento Musei Torino Piemonte.

Per tutte le informazioni:

www.museoauto.com

 

Il MAUTO a Automotoretrò e Retromobile

  • Dal 30 gennaio al 2 febbraio 2020 il MAUTO sarà presente ad Automotoretrò (Torino, Lingotto Fiere) con un proprio stand (stand B6, padiglione 2), dedicato alla storia della Lancia Aurelia. Il pubblico potrà ammirare da vicino una Lancia Aurelia B10 (1950), la nuova berlina Lancia presentata al Salone dell’auto di Torino nella primavera del 1950: lo stile è moderno, le forme sono affusolate e di una sobrietà tutta sabauda, che lascia però trapelare una certa sportività.
  • Dal 5 al 9 febbraio 2020 il MAUTO parteciperà a Retromobile (Parigi, Paris Expo Porte de Versailles) ospite del Lancia Club France (stand B097 nel padiglione 2), che mette in mostra una splendida B24 Convertibile.

Presso gli stand del MAUTO, per l’intera durata di entrambi gli eventi, saranno distribuite speciali cartoline che, esibite alla cassa del Museo, daranno diritto al ticket ridotto dal costo di 10€.

 

Marcello Gandini, il MAUTO e Torino sulla CNN

La CNN “the most trusted name in news”, la prima televisione a diventare network mondiale e primo canale all news della storia fondato nel 1980 ad Atlanta negli USA, torna a parlare di Torino e del suo MAUTO, Museo Nazionale dell’Automobile. La CNN celebra il talento di Marcello Gandini, uno dei più geniali car-designer e progettisti del XX secolo per le sue creazioni inedite, progetti innovativi sia dal punto di vista dell’estetica che dell’ingegneria, icone di stile ambite dal jet set di tutto il mondo. Lo storico giornalista di automotive Peter Valdes-Dapena ha firmato un servizio dedicato alla Lamborghini Countach, andato in onda lo scorso weekend, e un articolo online, uscito ad aprile, con un’intervista al grande designer. Marcello Gandini, lo scorso 15 ottobre, ha ricevuto il premio Matita d’Oro del MAUTO; lo stesso museo gli ha dedicato “Marcello Gandini. Genio nascosto”, una grande mostra personale, visitata da 83.000 visitatori tra gennaio e maggio. Con i due servizi dedicati a Gandini, la CNN conferma la grande attenzione verso Torino, dopo averla consigliata come meta “insolita” di un viaggio in Italia nell’estate 2019.

 

Due mostre al MAUTO celebrano Ezio Gribaudo e i 50 anni dello sbarco sulla Luna

Due nuove mostre al MAUTO celebrano due anniversari importanti: i 90 anni di Ezio Gribaudo e i 50 anni dello sbarco sulla luna.

OMAGGIO AD EZIO GRIBAUDO. In occasione delle celebrazioni che Torino ha riservato a Ezio Gribaudo per il suo novantesimo compleanno, il museo dedica una mostra all’artista torinese che sarà visitabile al pubblico dal 12 luglio al 29 settembre 2019. Inaugurazione: giovedì 11 luglio alle ore 18.30.

L’AUTO VISTA DALLA LUNA. Per il cinquantesimo anniversario del primo sbarco dell’uomo sulla luna il MAUTO dedica alla missione americana dell’Apollo 11 la mostra l’Auto vista dalla luna da giovedì 11 a lunedì 22 luglio.

Martedì 16 luglio, alle ore 21 serata speciale alla presenza del curatore della mostra Giosuè Boetto Cohen con la proiezione di preziosi filmati d’archivio