Automotoretrò e Automotoracing tornano a Lingotto Fiere dal 28 al 31 gennaio 2021

TORINO, 21 settembre – La paura c’è stata. La speranza però non è mai morta. Abituati a ricevere il comunicato stampa che annunciava la successiva edizione, una settimana dopo che si era conclusa quella precedente, non avendo notizie sull’edizione 2021 di Automotoretrò e Automotoracing abbiamo temuto il peggio. Di manifestazioni prestigiose annullate ce ne sono state molte, a cominciare dal Salone di Ginevra, ma sapevamo che Beppe e Alberto Gianoglio (in arte B&A) stavano lavorando per mettere in cantiere la migliore delle edizioni possibili.

E adesso è arrivata, con un sospiro di sollievo da parte di tutti, la locandina 2021. E tutti abbiamo già bloccato in agenda il fine settimana del 28-31 gennaio. Buon Automotoretrò e Automotoracing a tutti

33° Rally Lana, Gruppo Racing Start: Rustichelli-Scavino escono alla distanza

Gara dominata nelle prime fasi dalla Mini Cooper di Azzaretti Spagnolo che siglano il miglior tempo nelle prime cinque prove speciali, prima di essere costretti al ritiro e dare via libera all’equipaggio della Peugeot 208. Di Tommaso M. Valinotti. Foto Elio Magnano

BIELLA, 12 luglio – Successo di Alberto Rustichelli-Luca Scavino (Mini Cooper RST), che ereditano la prima posizione dopo la fuga e il ritiro di Fabio Azzaretti e Claudia Spagnolo, dominatori della prima tappa e della speciale di Curino mattutina con la loro Mini Cooper RSTB 1.6.

Si comincia con la speciale di Rosazza e Azzaretti-Spagnolo mettono in chiaro le loro intenzioni segnando immediatamente il miglior tempo, con 10” sulla Peugeot 208 di Rustichelli-Scavino. Le due vetture turbo fanno il vuoto nei confronti degli altri concorrenti con Marco Puddu-Ornella Blanco Malerba che pagano 27”4 con la loro Peugeot 306 S16 migliore delle vetture aspirate. Pagano addirittura 1’39”5 Massimo Mattiazzo-Viviana Previato (Peugeot 206 GTI RS 2.0), in difficoltà nei tornanti della speciale, preceduti anche dalla Citroën Saxo RS 1.6 di Massimiliano Di Martino-Giada Prione. Azzaretti continua la sua cavalcata sulla successiva Tracciolino, migliorandosi nella classifica assoluta (da 68° a 53) e allungando ancora su Rustichelli a 13” netti, quindi Puddu a 30”2, poi Mattiazzo che sfrutta la prova più fluida e fa meglio della meno potente Citroën di Di Martino.

Si ritorna sulla Rosazza e ancora una volta Azzaretti fa meglio di Rustichelli, questa volta di 19”7, con Puddu terza forza e Di Martino che sfrutta l’agilità della Saxo per fare meglio di Mattiazzo ancora in difficoltà nei tornanti. La profonda notte si chiude con una prestazione bomba di Azzaretti-Spagnolo che segnano il 35esimi tempo assoluto nella Tracciolino con 23”3 su Rustichelli-Scavino, quindi Puddu, Di Martino e Mattiazzo.

La prima tappa si chiude con Azzaretti 49esimo assoluto che vanta un vantaggio di 1’06” su Rustichelli ed è molto soddisfatto del suo esordio sulla Mini, mentre Rustichelli è divertito dalla prova anche se ha centrato una pietra in prova, che ha disturbato anche Marco Puddu, che paga 2’21” di ritardo. Alle spalle della Peugeot, a 3’44”5 c’è la Citroën di Di Martino, e Mattiazzo chiude a 5’53”4 soddisfatto per essere ancora in gara.

Non cambia nulla alla luce del sole con la prima Curino e Azzaretti che si diverte sulla strada già sporca e stacca di 16” il solito Rustichelli, Di Martino a 27”1 che fa meglio per 2/10 di Puddu, con Mattiazzo che chiude la striscia. A due prove dalla fine Azzaretti-Spagnolo sono in 46esima posizione assoluta, solidamente al comando con 1’22” su Rustichelli, che precede Puddu, Di Martino e Mattiazzo.

Sembra non ci possano essere emozioni, ma nel successivo passaggio a Curino Azzaretti-Spagnolo sono costretti al ritiro dando via libera a Rustichelli-Scavino che segnano il miglior tempo nelle successive due prove speciali, andando a vincere il Gruppo Racing Start con 1’50”6 su Puddu-Blanco Malerba, che precedono nettamente Di Martino-Prione e Mattiazzo-Previato.

  • Iscritti 5, verificati 5, classificati 4, ritirati 1.
  • Vincitori Prove speciali: 4 Azzaretti-Spagnolo (1, 2, 3, 4; 5); Rustichelli-Scavino (6, 7)
  • Leader di classifica: 1-5 Azzaretti-Spagnolo; 6-7 Rustichelli-Scavino.

33° Rally Lana, Classe RSTB.16: Rustichelli-Scavino, cambiano classe e vincono

L’equipaggio astigiano abbandona la Clio RS, e passa alla Peugeot con la quale insegue per cinque prove Azzaretti-Spagnolo per poi prendere il largo quando questi si fermano. Di Tommaso M. Valinotti. Foto Elio Magnano

BIELLA, 12 luglio – Gara che riprende pari pari l’andamento del Gruppo Racing Start con Fabio Azzaretti e Claudia Spagnolo che volano nelle prime cinque prove speciali, con un fantastico 35esimo tempo nella notte più profonda sulla seconda Tracciolino e devono poi arrendersi sulla Curino di mezzogiorno e lasciano via libera ad Alberto Rustichelli-Luca Scavino, inizialmente iscritti in Classe Racing Start 2000 con una Clio e poi trasferiti in questa categoria salendo solitaria sul gradino più alto del podio.

Sono felicissimo di questo risultato, la mia prima vittoria di classe. Questa è la mia quinta gara, la prima con la Peugeot 208 e di quest’anno, dopo aver corso lo scorso anno con la Clio RS di Classe RS 2.0. anche perché di solito vado ai rally per fare assistenza sulle prove speciali con il carro attrezzi”.

  • Iscritti 1, verificati 2, classificati 1, ritirati 1.
  • Vincitori Prove speciali: 4 Azzaretti-Spagnolo (1, 2, 3, 4; 5); Rustichelli-Scavino (6, 7)
  • Leader di classifica: 1-5 Azzaretti-Spagnolo; 6-7 Rustichelli-Scavino.

33° Rally Lana, Classe RS 2.0: Nessuno contrasta la cavalcata di Marco Puddu e Ornella Blanco Malerba

I portacolori di Biella Corse viaggiano tranquilli al comando dall’inizio alla fine. Di Tommaso M. Valinotti. Foto Elio Magnano

BIELLA, 12 luglio – Gara senza problema per Marco Puddu e Ornella Blanco Malerba che vincono con largo margine il confronto con Massimo Mattiazzo-Viviana Previato, loro unico avversario in categoria, dopo che Alberto Rustichelli e Luca Scavino sono migrati in sede di verifica in Classe RSTB.

L’equipaggio della Peugeot 306 S16 prende il comando fin dalla prima prova speciale con 1’12” sulla Peugeot 206 GTI, chiudendo la prima tappa 79esimi assoluti con 3’31”7 sugli avversari. Nei tre passaggi domenicali sulla Curino Puddu-Blanco Malerba risalgono altre dieci posizioni nella classifica assoluta, chiudendo 69 esimi con 4’49”8 su Mattiazzo-Previato, felici di aver visto il podio finale

Iscritti 3, verificati 2, classificati 2, ritirati 0.

Vincitori Prove speciali: Puddu-Blanco Malerba (1, 2, 3, 4; 5, 6, 7)

Leader di classifica: 1-7 Puddu-Blanco Malerba

ASI Giovani in tour a Modena Motor Gallery

La Giornata Nazionale del Veicolo d’Epoca in programma domenica 27 settembre 2020 sarà celebrata in tutta Italia con iniziative e manifestazioni dedicate al motorismo storico (nel pieno rispetto dei DPCM anti-Covid). Il salone “Modena Motor Gallery” si inserirà nei festeggiamenti grazie alla partecipazione ufficiale dell’Automotoclub Storico Italiano. In particolare, la Federazione nazionale di riferimento dedicherà ai giovani la sua presenza al salone modenese: la Commissione Giovani dell’ASI punterà i riflettori sui veicoli di interesse collezionistico più recenti e animerà le aree esterne del quartiere fieristico con attività dinamiche.
Inoltre, “ASI Giovani in tour” sarà anche un raduno per portare i partecipanti alla scoperta delle tante eccellenze motoristiche emiliane. Sabato 26 e domenica 27 settembre i giovani appassionati si daranno appuntamento nel cuore della Motor Valley iniziando il tour presso l’Azienda Agricola Hombre, dov’è custodita la Collezione Panini dedicata al marchio Maserati. Nel pomeriggio del sabato proseguiranno alla volta di Maranello per la visita del Museo Ferrari, concludendo all’Arena Gremiole con cena e “drive-in”. La giornata di domenica 27 si svolgerà interamente a Modena Motor Gallery, dov’è prevista la partecipazione di ASI con un proprio stand espositivo nel padiglione B.
L’evento gode del patrocinio del Comune di Maranello e vede il coinvolgimento dell’Associazione Città dei Motori.

Nuovo calendario delle sedute di omologazione ASI

Dopo aver emanato le nuove linee per lo svolgimento delle sessioni di omologazione e delle manifestazioni nel rispetto delle misure anti contagio, le Commissioni Tecniche Nazionali Auto e Moto dell’Automotoclub Storico Italiano hanno aggiornato il calendario delle sedute di verifica per il rilascio del Certificato di Identità ASI e della Carta di Identità FIVA.

I nuovi calendari delle sessioni di certificazione auto e moto sono stati stilati in modo da recuperare l’inevitabile arretrato dovuto all’emergenza Covid-19, a causa della quale sono state annullate tutte le sedute previste nei mesi di marzo, aprile e maggio. Le modalità di svolgimento restano quelle di sempre, con alcune precauzioni di natura sanitaria come l’uso delle mascherine e degli igienizzanti, messi a disposizione dagli organizzatori. Viene esaminato un solo veicolo alla volta, ma tutto può avvenire con l’efficacia di sempre, adottando le misure di sicurezza del protocollo approntato il collaborazione con la Commissione Legale dell’ASI.

I nuovi calendari sono pubblicati sul sito dell’Automotoclub Storico Italiano a questo link:

http://www.asifed.it/calomologazioni/

457 Mauto Experience apre la stagione del Museo dell’Automobile di Torino con “Quelli che la 500”

Testo e foto di Tommaso M. Valinotti

TORINO, 30 giugno – Si è chiusa ieri, lunedì 29 giugno, una retrospettiva dedicata alla Fiat 500 ospitata nella Piazza del Museo dell’Automobile di Torino dal significativo titolo “Quelli che la 500”, realizzata in collaborazione con Ruzza Torino. Una mostra durata pochissimo, complice l’emergenza Coronavirus, ma di grande impatto emozionale, non solo per “quelli che la 500” l’hanno vissuta come prima macchina, con la quale ha iniziato a guidare o è arrivato a vedere il mare per la prima volta.

Erano 23 le auto esposte, con la centro la Fiat 500D del 1962 appartenuta al presidente Sandro Pertini, che la guidava personalmente per le vie di Roma, ora esposta in modo permanente dopo che Carla Voltolina, moglie di Pertini, l’ha donata al Museo. Ovviamente la 500 ha dei progenitori che possono essere tranquillamente identificati nella 500 degli anni Trenta e la rassegna si apre con una splendida “Topolino” del 1936 affiancata da una versione barchetta costruita in Toscana nel 1951.

E finalmente si arriva alla 500 degli anni Cinquanta o come venne definita all’epoca alla “Nuova 500” presentata il 4 luglio 1957, per distinguerla dalla Topolino. E c’è una appunto una Nuova 500 del 1957, affiancata da una Bianchina Trasformabile del 1958, costruita giusto pochi mesi dopo la sua presentazione ufficiale, avvenuta nel settembre del 1957. Quindi una sequenza di 500 nelle varie declinazioni: F del 1965, L del 1968 ed R del 1972. La rassegna sul lato vetrata si chiudeva con tre vetture griffate Abarth, una moderna 695 Biposto una 595 SS del 1965 ed una 595 del 1963 che venne usata come vettura prova dalla stampa.

Attraversata la piazza è la volta dell’erede della 500, la 126 del 1972 disegnata da Pio Manzù, affiancata dall’ultimo esemplare di 500 prodotto (31 luglio 1985), quindi la Cinquecento (ormai solo più di nome e non di fatto) prodotta dal 1991 al 1998, la Giardiniera del 1960, che indossò il marchio Autobianchi nel 1971, la Bianchina Panoramica prodotta dal 1960 al 1969, l’interessante Ferves Cargo, in bella mostra di fianco alla 500 Jolly una spiaggina realizzata da Giovanni Vernagallo, l’ecologica 500 Hybrid del 2020 e infine due Giannini, la 650 NP del 1967 che vinceva le corse e 350 GP4 di Gram Torino che con i suoi 300 cavalli e le quattro ruote motrici è probabilmente la 500 più cattiva mai prodotta.

ORARI DI APERTURA DEL MAUTO

venerdì-sabato-domenica: dalle 10 alle 19

lunedì: dalle 10 alle 14

La biglietteria chiude un’ora prima del museo; consigliato l’acquisto on line dei biglietti.

La vita di Adriano Scoffone, le fotografie e le automobili in mostra a Cuneo

Adriano Scoffone nasce ad Asti il 29 maggio 1891 e fin da giovane viene avviato, come i fratelli, all’attività di fotografo nello studio di un uno zio di Acqui. E’ chiamato alle armi il 10 settembre 1912 e parte per la Tripolitania, con il 1° Reggimento Granatieri, nel gennaio 1913.

Ritorna in Italia nel dicembre dello stesso anno e viene posto in congedo illimitato. Richiamato alle ami nel gennaio 1915, fa parte del Comando di Aviazione con il grado di caporale. Nel dicembre del 1917 partecipa alle azioni del XII Gruppo Aereoplani in qualità di fotografo. E’ esonerato per la Ditta Gariglio di Acqui nel dicembre 1918 e viene posto in congedo illimitato nell’agosto del 1919 con il grado di sergente.

Nel luglio 1919 apre a Cuneo lo studio fotografico situato in via Emanuele Filiberto 16.

Nel 1921 sposa Teresa Ventre.

Partecipa attivamente alla vita cittadina ed è impegnato a seguire le problematiche della sua categoria professionale tanto che nel 1930 è citato come “capo” della Comunità Provinciale dei fotografi.

Il 2 dicembre 1936 gli viene conferito l’incarico di Direttore del Museo Civico di Cuneo che mantiene con alterne vicende ancora negli anni ’50.

Dal 1952 al 1961 fa parte della Giunta della Camera di Commercio di Cuneo e dal 1954 al 1955 è Direttore artistico della rivista “Cuneo Provincia Granda”.

Nel 1959 cessa la sua attività di fotografo cedendo lo studio a Giorgio Giuliano, suo collaboratore.

Muore a San Nazzaro Sesia (Novara) il 18 luglio 1980.

Opere e strade bianche

Le edizioni dal 1925 al 1930 della storica sfida automobilistica che partiva da Cuneo per giungere al Colle della Maddalena sono ripercorse attraverso preziosi fotogrammi che ritraggono celebri protagonisti, le cui immagini spiccano accanto ai bolidi dell’epoca. E poi filmati, ambientazioni scenografiche e musiche appositamente create per l’esposizione. Il percorso espositivo, arricchito dalle scenografie a cui ha contribuito anche Angelo Sala – per anni direttore dell’allestimento scenico del Teatro alla Scala di Milano – mette in dialogo, 90 anni dopo, tre automobili protagoniste della corsa con le fotografie di Adriano Scoffone.

Scoffone con il drone? I campioni e la folla. I fotogrammi si susseguono e protagonista è la via del colle che era già considerata strategica in epoca napoleonica e fu poi utilizzata per la costruzione di diverse fortificazioni. Le immagini riprese dall’alto sembrano rimandare a vedute che oggi sarebbero realizzate con il drone. Tutto immerso in un grande bagno di folla e sportività. Tra il pubblico, a quanto riferito dai giornali, sono numerosi gli alpini di stanza a Cuneo che hanno pernottato in automobile. Infatti, la provincia all’epoca contava moltissime caserme alle quali si aggiungevano le scuole di Bra e Fossano. Allora il pubblico, numeroso per l’epoca, si trovava appostato sui prati della parte alta del percorso e da lì poteva seguire una buona parte dei tornanti.

Automobili e scie. Nella sezione automobili e scie spicca la Lambda numero 2 di Armando Rabagliati che affronta un tornante spettacolare. Come quello del pilota, anche lo sguardo del suo meccanico è teso sul bordo interno della curva, vicinissimo alle ruote.

Un’altra Lambda condotta da Bona emerge sulla strada bianca e polverosa e si presenta in vistosa correzione di sterzo, mentre il passeggero sembra guardare lo strapiombo che si avvicina.

Il favorito della vigilia. Sicuramente, il favorito è Tazio Nuvolari; Adriano Scoffone lo ritrae poco prima della partenza in Piazza Vittorio (oggi Piazza Galimberti) con un maglione colorato, quasi un “Missoni ante litteram”, fatto in casa. Tra i dettagli, i caschi dei “Nivola” erano o rossi o bianchi, alternati appartenente in modo casuale. Una foto in posa lo vede abbracciato al radiatore della Alfa Romeo P2 che lo portò al traguardo.

La corsa in piazza. Il Senatore Giovanni Agnelli non riteneva più, in quel periodo, le corse un valido strumento di propaganda per la Fiat, ma nel 1930 la casa automobilistica era tornata a competere aggiudicandosi vari primati. La 514, pur essendo un’auto “utilitaria”, vinse il premio di categoria a una media di oltre 80.3 km/h.

Le automobili entrano in piazza Vittorio provenienti da corso Nizza: tra i personaggi Hans Stuck, popolare e fascinoso campione tedesco della sua Austro Daimler 4996, uno dei massimi campioni degli anni ’30, che al volante delle celebri Auto Union vinse innumerevoli Grand Prix, ma la sua fama è anche legata alle corse in salita.

Luci della Città. Giorgio Bocca scrisse il primo catalogo della mostra dedicata ad Adriano Scoffone nel 1980, descrivendo in questo modo le fotografie che raccontano Cuneo cinquant’anni prima, scena di vita che troviamo nel percorso della mostra: “Così per i valligiani imbellettati delle feste, per le scene teatrali del Ventennio, quelle della vita popolare o borghese nei diversi angoli della città e quell’espansione moderna che del periodo tra le due guerre, che ne “cambiò l’anima, senza trasformarla”.

L’Alfa ritrovata. Tra le automobili, l’Alfa Romeo 6C 1500 Mille Miglia Speciale è una star. Nel 1930 era pilotata da Emilio Gola e giunse seconda nella categoria “sport”, mentre l’altra 1500, guidata da Umberto Klinger, si piazzò terza; si notano i fari parzialmente ruotati, per motivi aerodinamici e per evitare che il pietrisco della strada potesse infrangerli. Un’ immagine molto interessante della Alfa 1500 di Gola è un ritratto “in posa”, scattato in un momento imprecisato prima della gara del 1930, forse quando il pilota venne a provare il percorso o in occasione dell’acquisto della vettura. Infine un’altra fotografia vede Emilio Gola all’arrivo, nell’abitacolo della 1500 6C MM che, novant’anni dopo, è stata ricondotta a Cuneo dall’attuale proprietario, Federico Göttsche Bebert.

I campioni in posa. Sono diversi i campioni in posa. In mostra il ritratto inedito di Rudolf Caracciola (1901-1959) presente sulla linea di partenza. Grande campione tedesco discendente da una famiglia napoletana giunta in Germania all’epoca della Guerra dei Trent’anni. Di qui il nome, translitterato con errore nel corso del tempo. Achille Varzi, altro favorito alla partenza, su Alfa P2. Poco sorridente, come quasi sempre, il campione si sarebbe ritirato dopo solo 12 chilometri, per guai alla frizione. Accanto a lui è Giovanni Tabacchi. Giuseppe Campari invece è protagonista insieme all’equipaggio di questa straordinaria fotografia, osserva la P2 roboante.  Ritratto di Attilio Marinoni (1892-1940). Con un’Alfa Romeo 6C vinse la Coppa Ciano 1927 e tre 24 Ore di Spa consecutive. Passò in seguito alla Scuderia Ferrari dove fu promosso meccanico capo e collaudatore.

Gran finale. In un altro scatto, vediamo la Maserati 1500 di Ernesto Maserati sulla linea di partenza. E ancora un altro ritratto di Ernesto Maserati (1898-1975) all’arrivo, con il suo meccanico. Gran finale della mostra, la Bugatti 35 di Avattaneo-Scagliotti si ribalta in località “le Pianche”: i due sono sbalzati dall’abitacolo, ma se la cavano con un occhio nero e una spalla rotta.

Nel percorso della mostra, i colori tradizionali delle vetture sportive nazionali del tempo hanno guidato le cromie dei pannelli.

LE AUTOMOBILI IN MOSTRA

ALFA ROMEO P2

Motore: 8 cilindri sovralimentato

Cilindrata: 1987 cc

Potenza: 175 CV a 5500 giri/min.

Velocità: 225 km/h

Peso: 780 kg

È la versione modificata della “P2” da corsa progettata da Vittorio Jano, che al suo esordio nel 1924, pilotata da Antonio Ascari, vinse la 200 Miglia del II Circuito di Cremona, prima di una lunga serie di vittorie tra cui il G. P. d’Italia con Ascari, due G. P. d’Europa con Giuseppe Campari e Ascari, il primo Campionato del Mondo con Gastone Brilli Peri, il G. P. di Monza e la settima edizione del Circuito d’Alessandria (denominato Circuito Pietro Bordino) con Achille Varzi. Il tipo modificato nel 1930 si affermò, fra l’altro, al Circuito di Alessandria e alla Targa Florio di quell’anno, ancora con Achille Varzi. Il modello “P2” è considerato il capostipite di tutte le celebri

Alfa Romeo da corsa.

Dono di Alfa Romeo spa, Milano

Bozzetti di Alessandro Zillio e Giosuè Boetto Cohen per i fondali delle vetture Alfa 1500 MM e Bugatti 35 B.

Per la vettura di Emilio Gola si è pensato ad una ricostruzione al vero del pubblico, da uno scatto di Scoffone. Per la Bugatti è stato realizzato invece un fondale a doppio scorrimento (colline e montagne), ispirato alla tela futurista “Forze ascensionali” di Gerardo Dottori

ALFA ROMEO 6C 1500 Mille Miglia Speciale

Italia 1928

Motore: 6 cilindri sovralimentato con compressore tipo “Roots”

Cilindrata: 1487cc

Potenza: 78 cv a 4800 giri/min

Velocità: 140 km/h

Peso: 845 kg

Il primo modello della Serie 6C fu la 1500 Normale, con un motore sei cilindri a un solo albero a camme in testa, seguita dalla 6C 1500 Sport munita di testa a due alberi a camme, smontabile.

Nel 1928 la 1500 Normale e la 1500 Sport vennero affiancate da una piccola serie di 1500 MMS (Mille Miglia Speciale). Era un esperimento interessante: il motore, spostato indietro di 200mm, faceva posto a un compressore tipo Roots davanti al propulsore. Il serbatoio del carburante, maggiorato a 95 litri, venne posizionato dietro i sedili invece che sulla parte posteriore del telaio. Questo nuovo modello, riservato alle competizioni, debuttò alla Mille Miglia del 1928 condotta da Campari e Ramponi, che vinsero alla guida di una versione con compressore.

La vettura esposta, una di tre esemplari rimasti, partecipò alla Cuneo – Colle della Maddalena del 1930 nelle abili mani di Emilio Gola, oltre che a numerose corse in salita.

Collezione del MAUTO- Museo nazionale dell’Automobile, Torino

BUGATTI 35 B

Francia 1929

Motore: 8 cilindri

Cilindrata: 2292 cc

Potenza: 135 CV a 5300 giri/min.

Velocità: 160 km/h

Peso: 750 kg

Ettore Bugatti, geniale tecnico e poi anche costruttore di automobili, milanese di nascita trasferitosi in Francia, a Molsheim (Alsazia), dove apriva una fabbrica presto diventata famosa nel mondo, deve parte della sua celebrità alle macchine da corsa costruite nel primo dopoguerra. Probabilmente la più classica di queste vetture è il modello “35 B” a 8 cilindri, con una meccanica ammirevole per disegno ed esecuzione, e grande protagonista sui circuiti negli anni dal 1925 al 1930, con innumerevoli vittorie, tra cui ben cinque Targhe Florio consecutive ed i Gran Premi di Roma, d’Italia, di Spagna, di Monaco e di Germania.

Collezione del MAUTO- Museo nazionale dell’Automobile, Torino

 

“Quei temerari delle strade bianche Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo – Colle della Maddalena” riapre le porte dei musei automobilistici

Di Tommaso M. Valinotti

CUNEO, 25 giugno – La presentazione stampa non virtuale, ma con le persone in carne e ossa (con o senza mascherina, in questo periodo non si capisce più nulla), di ““Quei temerari delle strade bianche Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo – Colle della Maddalena” ha di fatto riaperto la stagione delle mostre dedicate alle auto (il Museo dell’Automobile di Torino ha aperto i battenti alcune settimane fa).

È stata l’ultima mostra a essere annullata e la prima a ripartire” ha commentato alla presentazione l’architetto Benedetto Camerana, presidente del Museo dell’Auto, ritornando con la memoria a inizio marzo, quando la mostra avrebbe dovuto aprire i battenti nel complesso museale San Francesco di Cuneo.

Una mostra che evidenzia il tocca di classe degli allestimenti del Museo dell’Auto, lasciando grandi spazi di respiro piuttosto che ammonticchiare vetture su vettura, oggetti su oggetti, come i banchetti dei mercatini domenicali. E bastano tre vetture (svariati milioni di euro di valore, non dimentichiamocelo) per fare di questa mostra un momento di culto. Ma anche se le due Alfa Romeo e la Bugatti esposte sono pezzi di un valore storico, economico ed estetico elevatissimo, sono le fotografie di Adriano Scoffone le vere protagoniste della mostra, documentando un evento che novant’anni fa vide le gesta di piloti come Tazio Nuvolari, vincitore e recordman della corsa rimasto imbattuto che ebbe la meglio su piloti del calibro di Hans Stuck, Giuseppe Campari, l’eterno rivale Achille Varzi. E per documentare quella giornata di festa del 29 giugno 1930 (saranno novant’anni lunedì) usò una macchina fotografica che oggi, nell’era digitale e della miniaturizzazione, ci fa sorridere, ma allora era sicuramente il massimo della tecnologia. Come l’Alfa Romeo P2, che Nuvolari condusse alla vittoria.

Nuvolari, Varzi, Campari e gli altri “temerari delle strade bianche” tornano a Cuneo con le fotografie di Adriano Scoffone

Foto Mailander

Dal 26 giugno al 29 settembre a Cuneo. Una grande mostra, tra lo Spazio Museale di San Francesco e il MAUTO, racconta gli anni ’20 e ‘30 della Provincia Granda e i grandi piloti della Cuneo – Colle della Maddalena.  Dopo 90 anni al via la digitalizzazione dell’immenso patrimonio, tra automobili leggendarie e grandi scenografie, in una banca dati online aperta a pubblico, scuola e ricercatori

Cuneo, 25 giugno 2020. Quante sono 39.221 lastre fotografiche? Quanto spazio occupano? Come si fa ad estrarle, una ad una, dalle buste di velina gialla, riposte in duemila scatole di cartone? Ma, soprattutto, quanto tempo occorrerà per capire, per davvero, cosa c’è dentro? La Città di Cuneo riscopre dopo novant’anni una miniera di memoria, l’archivio del fotografo Adriano Scoffone e lo celebra con la grande mostra “Quei temerari delle strade bianche Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo – Colle della Maddalena”. La mostra, un’esperienza immersiva tra fotografia, automobili leggendarie, grandi scenografie e un poema musicale composto per l’occasione, è un progetto di Giosuè Boetto Cohen. L’esposizione, realizzata dalla Città di Cuneo e dal MAUTO – Museo nazionale dell’Automobile di Torino con il sostegno della casa orologiera Eberhard & Co, si apre domani allo Spazio Museale di San Francesco (fino al 29 settembre, il giorno di San Michele, Festa Patronale a Cuneo) e arriverà a Torino al MAUTO nel 2021.

“L’amministrazione della Città di Cuneo è orgogliosa di presentare al pubblico la mostra ‘Quei temerari delle strade bianche Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo Colle della Maddalena’, che si svolgerà nella sede del nostro monumento nazionale, il Complesso Monumentale di San Francesco, dal 26 giugno al 29 settembre 2020 – afferma Cristina Clerico, Assessore alla Cultura della Città di Cuneo -.  L’evento è realizzato in stretta collaborazione con il Museo dell’Automobile di Torino e valorizza, in grandezza e risoluzione ottimizzate, i preziosi fotogrammi dell’archivio cuneese del fotografo Adriano Scoffone (1891-1980) e relativi alle edizioni 1925, ‘26, ‘27 e ‘30 della storica sfida automobilistica, in cui furono protagonisti i migliori piloti dell’epoca. L’opera di Scoffone, straordinaria per quantità e stato di conservazione dei materiali fotografici, è uno dei fondi caratterizzanti la città di Cuneo e il Museo civico. Grazie a questa mostra, un patrimonio culturale e storico di eccezionale rilievo viene riportato sotto i riflettori, prima a Cuneo e poi a Torino, in uno dei più importanti Musei motoristici del mondo. Invitiamo pertanto i Cuneesi e tutti gli interessati a visitare un allestimento curato e innovativo, che comprende l’esposizione di autoveicoli d’epoca, filmati, ambientazioni scenografiche e musiche espressamente realizzate per l’occasione”.

La “riscoperta” dell’archivio del fotografo Adriano Scoffone presenta i fotogrammi chiave dell’edizione 1930 della Cuneo-Colle della Maddalena e dei suoi celebri protagonisti (insieme ad alcune immagini del triennio 1925-1927). Ottanta foto che pure non rappresentano che un modesto campione del tesoro nascosto, che copre i temi, le pagine, i ritratti più diversi della Provincia Granda. In realtà il fondo di Adriano Scoffone non è affatto sconosciuto. Almeno non ai cuneesi, che iniziarono a catalogarlo nel 1980 e ristamparono duecento scatti per allestire tre piccole mostre. Negli anni successivi, la raccolta ha alimentato alcune pubblicazioni ed eventi locali ma, di fatto, la mostra “Quei temerari delle strade bianche” è la prima occasione di ampio respiro pubblico e di collaborazione con uno dei più importanti musei motoristici del mondo. Con l’esposizione prende avvio la digitalizzazione del Fondo Adriano Scoffone e la sua custodia in una banca di immagini online, aperta al pubblico, alla scuola e ai ricercatori. Un primo passo di un grande progetto di valorizzazione storica, realizzata con il supporto tecnico del Museo nazionale dell’Automobile.

La mostra, come suggerisce il titolo, parte da un fatto cruciale, ma non chiaro a molti: le corse automobilistiche di novant’anni fa si svolgevano su strade completamente diverse da quelle di oggi. E l’automobilismo sportivo fu una delle motivazioni che portarono, negli anni ’30, alla costruzione di una rete viabile più moderna. L’audacia – di uomini e mezzi – le medie orarie, i record diventano ancora più incredibili se si immagina correttamente lo scenario in cui furono raggiunti. Quindi ‘le strade bianche’ sono insieme alle vetture, ai campioni e alla folla, le protagoniste dell’esposizione. Un complesso impianto scenografico, e una colonna sonora originale, sono state realizzate proprio per enfatizzarne il ruolo” così Giosuè Boetto Cohen, giornalista e regista, per molti anni de “La Storia siamo noi” alla RAI, introduce la mostra da lui curata.

Il percorso espositivo di “Quei temerari delle strade bianche Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo – Colle della Maddalena” va aldilà dei documenti fotografici messi in cornice. È costituito da complesse scenografie, a cui ha contribuito anche Angelo Sala, per molti anni direttore dell’allestimento scenico del Teatro alla Scala di Milano. Insieme alle musiche originali e alle stampe giganti, esse abbracciano tre automobili straordinarie. Una è proprio l’Alfa Romeo 1500 MMS con cui, nel 1930, il pilota Emilio Gola tentò la scalata alla Maddalena e che dopo novant’anni torna a Cuneo al volante dell’attuale proprietario, Federico Göttsche Bebert. Le altre non sono da meno: un’Alfa Romeo P2 identica a quella con cui vinse Nuvolari e una preziosa Bugatti 35, uguale a quella con cui Avattaneo si ribaltò durante la gara. Entrambe appartengono alla collezione del MAUTO.

“Questa mostra è un magnifico viaggio nel tempo che ci permette di rivivere quasi in diretta l’atmosfera, il coraggio e l’entusiasmo di una corsa come la Cuneo – Colle della Maddalena. Le straordinarie fotografie storiche di Scoffone ci restituiscono con realismo di cronaca i folli sovrasterzi dei “temerari” sui bianchi tornanti alpini. Non dimentichiamo che non lontano da Cuneo molti anni prima, nel 1895, si tenne la prima Torino – Asti -Torino, la prima corsa automobilistica italiana. Con ben altre auto però, perché sulla strada del Colle salivano invece auto possenti e invincibili come la leggendaria Alfa Romeo P2 qui in mostra, proveniente dalla collezione del Museo Nazionale dell’Automobile, identica a quella sulla quale Nuvolari trionfò alla Maddalena. Una conferma che il MAUTO è il fulcro della storia del pionierismo automobilistico italiano, sia per l’inarrivabile collezione che per il Centro di documentazione con il suo straordinario patrimonio storico. Anche per questo siamo felici di collaborare alla riscoperta di un fondo storico cruciale come l’Archivio Scoffone e alla sua viva e preziosa testimonianza di un periodo fondamentale della storia automobilistica italiana” commenta Benedetto Camerana, Presidente del MAUTO – Museo nazionale dell’Automobile di Torino.

Tra le navate di San Francesco, le automobili dialogano con i negativi di Adriano Scoffone, le fotografie che raccontano la sfida per il Colle della Maddalena e il costume del primo Novecento. La gara è, per difficoltà e lunghezza, una delle più ardite. Lo si capisce dalle fughe nei rettilinei e dalle sbandate nel polverone prima dei tornanti. Il “circo” della competizione è poca cosa se paragonato al gigantismo di oggi, ma l’emozione è anche superiore, perché nel 1930, in Italia – è bene ricordarlo – circola un’automobile ogni duecento abitanti. Fissano l’obbiettivo (qualcuno con aria truce), i semidei del volante: il tedesco Stuck che sembra Lawrence d’Arabia, gli italiani Varzi, Marinoni e Maserati, sotto gli occhi di un impettito Campari. Ma anche la tripletta della scuderia Fiat in un angolo di piazza Vittorio (oggi piazza Galimberti) fa la sua figura. O la squadra (piccola, ma sceltissima) dei meccanici e collaudatori. Nuvolari, il vincitore del 1930, è più nero e legnoso che mai (causa anche dell’emulsione) e in uno degli scatti, praticamente inedito, è fermo davanti a un portone del Piemonte rurale. Intorno al palco c’è un tramestio di autorità, la Principessa di Savoia, il podestà con la tuba, una pletora di notabili e donne elegantissime. Ma le facce più interessanti, alcune da cinema, sono nel pubblico sorridente, tra i portici, la piazza e i picnic. Adriano Scoffone corre, non si sa come, al lago della Maddalena. E ancora più su. I visitatori della mostra potranno immaginarlo dall’alto del nostro tempo, interconnesso e viziato da Photoshop, mentre per strada riesce a catturare ancora una Bugatti ribaltata, e poi controsterzi, gli allunghi e i voli d’uccello, manco avesse il drone.

La musica è un altro elemento fondamentale del percorso di “Quei temerari delle strade bianche”; il “tappeto musicale”, di Marco Robino e degli Architorti, è diventato una suite tutta da ascoltare, una complessa partitura di 11 minuti. Marco Robino ha lavorato molto con il regista Peter Greenaway, per il quale ha composto nel cinema, sul Cenacolo Vinciano e alla Venaria Reale. Ma ha composto in più occasioni anche con gli autori di questa mostra, a Villa Giulia a Roma, a Palazzo Pepoli a Bologna, al Museo Accorsi-Ometto di Torino e alla Castiglia di Saluzzo, per l’installazione “La scelta di Giulio”. Per la mostra di Adriano Scoffone, Robino ha creato un poema inebriante, che narra di motori, velocità, polvere e grandi paesaggi. Anche in omaggio al luogo, la ex chiesa di San Francesco, sarà eseguito con organo e orchestra.

  • Il costo del biglietto d’ingresso alla mostra è compreso nel biglietto di ingresso al Complesso Monumentale di San Francesco, acquistabile anche on line. Per acquistare on line i biglietti: http://www.comune.cuneo.it/cultura/museo-civico-di-cuneo/visite-e-servizi/biglietti.html Il servizio di vendita on line è attivo a partire dal 23 giugno 2020.
  • Quei temerari delle strade bianche-Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo- Colle della Maddalena
  • Cuneo – Spazio Museale di San Francesco 25 giugno – 29 settembre 2020
  • realizzata con il sostegno di Eberhard & Co.
  • un progetto di Giosuè Boetto Cohen
  • sulle immagini del fondo Adriano Scoffone – Museo Civico di Cuneo
  • musiche originali di Marco Robino – Architorti
  • consulenza alla scenografia Angelo Sala
  • ricerche storiche Gianni Cancellieri e Alessandro Silva
  • allestimento a cura di Alessandro Zillio
  • Orari mostra: Martedì – Domenica, 15.30 – 18.30
  • Su prenotazione e in altri orari: 0171 634175 | e-mail: museo@comune.cuneo.it

Le automobili in mostra “Nuvolari, Varzi, Campari e gli altri “temerari delle strade bianche”a Cuneo

Foto Mailander

CUNEO, 25 giugno – Bozzetti di Alessandro Zillio e Giosuè Boetto Cohen per i fondali delle vetture Alfa 1500 MM e Bugatti 35 B. Per la vettura di Emilio Gola si è pensato ad una ricostruzione al vero del pubblico, da uno scatto di Scoffone. Per la Bugatti è stato realizzato invece un fondale a doppio scorrimento (colline e montagne), ispirato alla tela futurista “Forze ascensionali” di Gerardo Dottori.

Alfa Romeo P2. È la versione modificata della “P2” da corsa progettata da Vittorio Jano, che al suo esordio nel 1924, pilotata da Antonio Ascari, vinse la 200 Miglia del II Circuito di Cremona, prima di una lunga serie di vittorie tra cui il G. P. d’Italia con Ascari, due G. P. d’Europa con Giuseppe Campari e Ascari, il primo Campionato del Mondo con Gastone Brilli Peri, il G. P. di Monza e la settima edizione del Circuito d’Alessandria (denominato Circuito Pietro Bordino) con Achille Varzi. Il tipo modificato nel 1930 si affermò, fra l’altro, al Circuito di Alessandria e alla Targa Florio di quell’anno, ancora con Achille Varzi. Il modello “P2” è considerato il capostipite di tutte le celebri Alfa Romeo da corsa.

  • Motore: 8 cilindri sovralimentato
  • Cilindrata: 1987 cc
  • Potenza: 175 CV a 5500 giri/min.
  • Velocità: 225 km/h
  • Peso: 780 kg
  • Dono di Alfa Romeo spa, Milano

ALFA ROMEO 6C 1500 Mille Miglia Speciale. Il primo modello della Serie 6C fu la 1500 Normale, con un motore sei cilindri a un solo albero a camme in testa, seguita dalla 6C 1500 Sport munita di testa a due alberi a camme, smontabile.

Nel 1928 la 1500 Normale e la 1500 Sport vennero affiancate da una piccola serie di 1500 MMS (Mille Miglia Speciale). Era un esperimento interessante: il motore, spostato indietro di 200mm, faceva posto a un compressore tipo Roots davanti al propulsore. Il serbatoio del carburante, maggiorato a 95 litri, venne posizionato dietro i sedili invece che sulla parte posteriore del telaio. Questo nuovo modello, riservato alle competizioni, debuttò alla Mille Miglia del 1928 condotta da Campari e Ramponi, che vinsero alla guida di una versione con compressore.

La vettura esposta, una di tre esemplari rimasti, partecipò alla Cuneo – Colle della Maddalena del 1930 nelle abili mani di Emilio Gola, oltre che a numerose corse in salita.

  • Italia 1928
  • Motore: 6 cilindri sovralimentato con compressore tipo “Roots”
  • Cilindrata: 1487cc
  • Potenza: 78cv a 4800 giri/min
  • Velocità: 140 km/h
  • Peso: 845 kg
  • Collezione del MAUTO- Museo nazionale dell’Automobile, Torino

BUGATTI 35 B. Ettore Bugatti, geniale tecnico e poi anche costruttore di automobili, milanese di nascita trasferitosi in Francia, a Molsheim (Alsazia), dove apriva una fabbrica presto diventata famosa nel mondo, deve parte della sua celebrità alle macchine da corsa costruite nel primo dopoguerra. Probabilmente la più classica di queste vetture è il modello “35 B” a 8 cilindri, con una meccanica ammirevole per disegno ed esecuzione, e grande protagonista sui circuiti negli anni dal 1925 al 1930, con innumerevoli vittorie, tra cui ben cinque Targhe Florio consecutive ed i Gran Premi di Roma, d’Italia, di Spagna, di Monaco e di Germania.

Collezione del MAUTO- Museo nazionale dell’Automobile, Torino

Francia 1929

Motore: 8 cilindri

Cilindrata: 2292 cc

Potenza: 135 CV a 5300 giri/min.

Velocità: 160 km/h

Emanate le linee guida per la ripresa delle sessioni di omologazione e delle manifestazioni

Il Consiglio Federale ASI ha deliberato le linee guida per lo svolgimento delle sessioni di omologazione e delle manifestazioni nel rispetto delle misure anti contagio. L’obiettivo è quello di dare indicazioni per la ripresa delle attività in ossequio alle normative vigenti e mettendo in atto tutte le procedure necessarie per eliminare potenziali fonti di rischio.
Per le sessioni di certificazione – indispensabili per il rilascio dei Certificati di Identità ASI – è stato aggiornato il calendario delle sedute, in modo da recuperare l’inevitabile arretrato dovuto all’emergenza Covid-19. Le modalità restano quelle di sempre, con alcune precauzioni di natura sanitaria come l’uso delle mascherine e degli igienizzanti, messi a disposizione dagli organizzatori. Viene esaminato un solo veicolo alla volta, ma tutto può avvenire con l’efficacia di sempre, adottando le misure di sicurezza del protocollo approntato il collaborazione con la Commissione Legale dell’ASI. Ora si cerca di recuperare, nei limiti del possibile, considerando che nelle 32 sessioni di verifica saltate a causa del lockdown si sarebbe avuta una media di circa 30-35 vetture a seduta.
Il Consiglio Federale ha confermato la sospensione del calendario manifestazioni ASI, lasciando facoltà ai club di dar vita comunque agli eventi che erano iscritti allo stesso, con l’accortezza di farlo nel pieno rispetto delle linee guida della Federazione e delle normative vigenti. Ad esempio, oltre ai dispositivi di protezione individuali, si consiglia l’uso dei sistemi telematici per le comunicazioni, le iscrizioni e la consegna dei materiali ai partecipanti; si raccomanda di evitare assembramenti durante lo svolgimento e di limitare il personale coinvolto nell’organizzazione.

Addio a Horst Brüning, presidente FIVA dal 2007 al 2013

Apprendiamo con grande dispiacere la scomparsa di Horst Brüning, presidente della FIVA (Fédération Internationale des Véhicules Anciens) dal 2007 al 2013. Durante il suo doppio mandato, Brüning ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo della Federazione Internazionale. Mosso da infinita e genuina passione per i veicoli storici, Brüning ha avuto il merito di espandere la FIVA e di estenderne i confini, includendo nazioni quali gli Stati Uniti, la Cina e l’Arabia Saudita, e di aver sempre mantenuto un atteggiamento cooperativo e costruttivo nei confronti dell’Italia, dialogando costantemente con ASI in un rapporto di reciproca stima.
Alberto Scuro
Presidente Automotoclub Storico Italiano

Il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino riapre per la Festa della Repubblica

La mostra sui 70 anni della Lancia Aurelia prorogata a settembre Previste due anteprime mondiali: Mole Urbana e Tuc 2.0. Nuova segnaletica, biglietteria online e audioguide scaricabili tramite QR code per una visita in sicurezza

Torino, 29 maggio 2020. Il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile di Torino riapre al pubblico da sabato 30 maggio a martedì 2 giugno, grazie ai suoi ampi spazi che garantiscono la massima sicurezza e distanziamento. L’automobile torna così protagonista nel capoluogo piemontese all’interno dello scenografico percorso espositivo, adattato alle misure anti Covid-19, dove si può ammirare la prestigiosa collezione e la mostra sui 70 anni della Lancia Aurelia, prorogata fino al 27 settembre. Il museo aprirà nel lungo weekend della Festa della Repubblica, per poi aprire dal venerdì al lunedì mattina per tutto il mese di giugno.

Riapriamo con una grande responsabilità: pensare al futuro per far ripartire il Paese.  Come abbiamo condiviso con l’associazione “Città dei Motori”, rete delle città del Made in Italy motoristico, Torino deve rimettere in moto le attività e le imprese culturali per sostenere la ripresa economica del territorio e attirare i flussi dall’estero in autunno e nel 2021; il nostro obiettivo è consolidare gli ottimi risultati dello scorso anno con una crescita sistematica secondo il programma innovativo di mostre ed eventi che l’emergenza ha congelato” ha commentato Benedetto Camerana, Presidente del MAUTO.

Fino al termine dell’emergenza coronavirus, la facciata del Museo Nazionale dell’Automobile resterà illuminata da un fascio tricolore, tra i più grandi d’Italia, che ha reso il MAUTO uno dei punti topici della Torino notturna. Inoltre, il museo aderisce all’iniziativa della Città di Torino che si stringe intorno all’hashtag #TorinoMuseiAperti. Un’occasione digitale per dare un segno tangibile della ripartenza, insieme al tessuto culturale cittadino, raccontando le emozioni della preparazione di un momento tanto atteso.

Misure antivirus. La conformazione degli spazi museali, già razionalizzata nella ristrutturazione del 2011, ha richiesto solo alcuni “ritocchi” per l’adeguamento alle normative antivirus: sono stati separati i varchi di entrata e di uscita nell’edificio e nel percorso espositivo; prima dell’accesso ai locali sarà effettuato il controllo della temperatura a tutti i visitatori, che avranno l’obbligo di indossare le mascherine; sarà consigliabile effettuare l’acquisto dei biglietti online, senza alcun sovrapprezzo, per accedere direttamente al percorso ed evitare il passaggio in biglietteria; le audioguide ADULTI e KIDS sono state trasformate in app scaricabili sui propri device e smartphone gratuitamente inquadrando un apposito QR code, sia in italiano che in inglese e in francese; il numero di visitatori all’interno delle sale sarà costantemente controllato per evitare assembramenti; lungo tutto il percorso sono presenti diffusori di gel igienizzante per le mani.

Per dare ai visitatori tutte queste indicazioni, sono state create delle illustrazioni ad hoc ispirate al mondo della Formula 1, che rendono il messaggio perfettamente coerente all’ambiente del Mauto. Con le stesse grafiche sono state realizzate anche le mascherine personalizzate, che si potranno acquistare al museo.

“Intendiamo dare ai nostri visitatori il nostro più caloroso benvenuto. Mai come ora è importante tornare a vivere le nostre passioni in totale sicurezza – ha detto Mariella Mengozzi, direttore del MAUTO –. Tutto lo staff del museo è stato impegnato durante il lockdown per continuare a raccontare la storia meravigliosa dell’Automobile e dei suoi protagonisti. Ringrazio le istituzioni del territorio per l’importante lavoro di coordinamento svolto in questo periodo, che ci ha consentito di affrontare in modo più efficace le sfide imposte dall’emergenza sanitaria. Nei momenti difficili il lavoro di squadra è determinante”.

Programmazione eventi

Dal 30 maggio al 27 settembre: Lancia Aurelia – Mito senza tempo (prorogata).

Dal 20 al 28 giugno: 457 MAUTO Experience, “Quelli che la 500”, in collaborazione con Ruzza Torino. Mostra dedicata al mito della utilitaria Fiat con l’esposizione delle vetture protagoniste della 457 Stupinigi Experience.

Dal 2 luglio al 2 settembre: il designer torinese Umberto Palermo presenterà, in anteprima assoluta la composizione artistica del progetto quadriciclo elettrico Mole Urbana e delle componenti che gli daranno vita; il versatile veicolo, che risponde alle esigenze della mobilità urbana del futuro, è stato interpretato da 16 artisti di fama mondiale, le cui opere faranno da cornice alla presentazione ufficiale.

Inoltre, il 25 giugno presso lo Spazio Museale di San Francesco a Cuneo, sarà inaugurata la grande mostra “Quei temerari delle strade bianche Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo – Colle della Maddalena”. Realizzata dal Mauto insieme al Comune di Cuneo, affianca alle spettacolari immagini dell’archivio del fotografo Adriano Scoffone le auto che parteciparono alla leggendaria corsa tra il 1925 e il 1930, documenti, scenografie e musiche originali. La mostra arriverà a Torino nella primavera del 2021.

Dal 10 al 13 settembre: ritorna al MAUTO TUC.Technology con la “versione 2.0” del TUC, ora pronto per entrare nella fase di industrializzazione. Il 10 settembre, in occasione dell’anteprima con il nuovo prototipo, si terrà anche la premiazione del “TUC Award”, il Concorso Internazionale di Design per progetti volti a reinventare e migliorare la vita a bordo dei veicoli grazie alla tecnologia modulare plug&play TUC. Il progetto vincitore sarà realizzato virtualmente insieme al team TUC.Technology, e sarà esposto al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino.

Dal 15 settembre: il MAUTO celebra il 50° anniversario di una delle vetture rivoluzionarie del ventesimo Secolo: la Range Rover, il primo SUV realizzato in Europa, icona del suo tempo e ispiratore di molti altri. La “Piazza” del Mauto ospiterà l’esposizione di una delle primissime vetture costruite, insieme a modelli speciali della “Range”, alcune rare Land Rover coeve e uno speciale modello celebrativo del 50°. Le automobili, raccolte con la collaborazione del Registro Storico del marchio e di Jaguar Land Rover, saranno presentate con una ricca selezione fotografica, testi narrativi e alcuni filmati facenti parte degli allestimenti preparati dalla Casa madre per l’anniversario.

Audioguide. In occasione della riapertura dopo l’emergenza Covid-19, e per offrire ai propri utenti un’esperienza di visita a 360 gradi e in totale sicurezza, il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile di Torino lancia un nuovo tour multimediale del proprio percorso espositivo.

Grazie alla collaborazione con Antenna International – che ha sviluppato il progetto di PWA (Web Progressive App) del MAUTO – i visitatori potranno scaricare sul proprio smartphone i contenuti delle audioguide, sia in italiano che in inglese e in francese, semplicemente inquadrando un QR code all’inizio del percorso espositivo.  I segreti della collezione museale e dei tanti protagonisti che, con la loro genialità e con il coraggio delle loro imprese, hanno contribuito allo sviluppo dell’invenzione del Novecento: tutto a portata di click.

Nella versione ADULTI, una voce narrante racconta le ventisette sezioni del museo – dalle primissime intuizioni di GENESI alle più contemporanee sperimentazioni di DESIGN – con un focus sulle vetture più significativa di ciascuna sezione.
Nella versione KIDS, è la voce di tre simpatici personaggi ad accompagnare i piccoli appassionati alla scoperta del museo: Gigi Scintilla, intrepido giornalista, Isotta Fraschini, appassionata e spericolata amante delle automobili, e il giovane ingegner Pistone, tuttologo dei motori cresciuto a pane e chiavi inglesi.

La versione inglese dell’app è scaricabile anche fuori dal MAUTO, inquadrando il QR code che si trova sul sito del museo.

I nuovi orari della riapertura

Da sabato 30 maggio a martedì 2 giugno, primo fine settimana di riapertura del museo, il Mauto sarà aperto dalle 10 alle 19. La biglietteria chiude un’ora prima del museo; consigliato l’acquisto on line dei biglietti.

Nei fine settimana successivi, il museo rispetterà i seguenti orari:

venerdì – sabato – domenica: dalle 10 alle 19

lunedì: dalle 10 alle 14. La biglietteria chiude un’ora prima del museo; consigliato l’acquisto on line dei biglietti

Biglietteria online (senza sovrapprezzo)

Si raccomanda l’acquisto dei biglietti di ingresso online. Non saranno applicate commissioni per l’acquisto

(https://museoauto.vivaticket.it/ita/event/ingressi-museo/144127).

Al momento dell’acquisto è necessario programmare la data e la fascia oraria della visita. Presentandosi in orari differenti l’ingresso sarà soggetto alle disponibilità in base al numero di persone presenti nel percorso.

Gruppi

Nel rispetto delle direttive, i gruppi non potranno essere composti da più di 5 persone (inclusi eventuali tour leader e accompagnatori turistici), fatta eccezione per i nuclei familiari, che possono essere anche più numerosi.

La tariffa scontata per i gruppi (€ 10 anziché 12) sarà tuttavia applicata solo in abbinamento alla visita guidata, che potrà essere prenotata alla speciale tariffa di € 100 per gruppo.

Per informazioni e prenotazioni, contattare prenotazioni@museoauto.it.

Laboratori didattici

Si conferma la possibilità di acquistare i laboratori didattici (https://www.museoauto.com/il-museo/didattica/) per gruppi di massimo 5 persone, alla speciale tariffa di €100 (iva compresa). Per informazioni e prenotazioni, contattare didattica@museoauto.it.

 

MAUTO, Museo Nazionale dell’Automobile di Torino Corso Unità d’Italia, 40 – Torino

BIGLIETTO INTERO – Museo + mostre temporanee

12,00 €

BIGLIETTO RIDOTTO – Museo + mostre temporanee

10,00 €

La tariffa si applica a:

6-18 ANNI NON ACCOMPAGNATO: ragazzi dai 6 ai 18 anni di età non accompagnati da un adulto o accompagnati da adulti che non pagano la tariffa intera

18-26 ANNI: ragazzi dai 18 ai 26 anni di età

OVER 65: visitatori sopra i 65 anni di età

DISABILI: visitatori disabili. E’ prevista la gratuità per l’accompagnatore

CONVENZIONI: speciali convenzioni. Per il dettaglio delle convenzioni attive, clicca qui (https://www.museoauto.com/info-e-tariffe/convenzioni/)

INSEGNANTI: insegnanti di scuole di ogni ordine e grado

BIGLIETTO RIDOTTO RAGAZZI – Museo + mostre temporanee

5,00 €

la tariffa si applica a max n°2 ragazzi per ciascun adulto che paga la tariffa intera.

BIGLIETTO GRATUITO – Museo + mostre temporanee

0,00 €

La tariffa si applica a:

guide ed accompagnatori turistici con patentino

accompagnatori di persone disabili

giornalisti con tesserino dell’Ordine

TORINO + PIEMONTE CARD – Museo + mostre temporanee

0,00 €

la tariffa si applica ai possessori della Torino + Piemonte Card. Per l’accesso al percorso espositivo è necessario validare la card, oltre al biglietto di ingresso.

ABBONAMENTO MUSEI – Museo + mostre temporanee

0,00 €

La tariffa si applica ai possessori della card Abbonamento Musei. Per l’accesso al percorso espositivo è necessario validare la card, oltre al biglietto di ingresso.

Uno speciale ringraziamento a:

MAW – Man AT Work per l’elaborazione grafica delle misure anti COVID-19

Fotolito FB srl per la stampa dei materiali

I.E. Impianti Elettrici di Michele Rubino per la proiezione luminosa del tricolore sulla facciata del museo

www.museoauto.com

Finalmente il MAUTO riapre, vi aspettiamo!

NUOVI ORARI DI APERTURA

Venerdì, Sabato, Domenica e Festivi: dalle 10 alle 19
Lunedì: dalle 10 alle 14
Martedì, Mercoledì e Giovedì: chiuso

La biglietteria chiude 1 ora prima dell’orario di chiusura del Museo. Si raccomanda di acquistare il biglietto online prima della visita

APERTURA STRAORDINARIA

Lunedì 1 giugno e Martedì 2 giugno il MAUTO sarà aperto dalle 10 alle 19

 

ASI interviene sul “documento unico”: no alla distruzione dei documenti originali dei veicoli storici

La carta di circolazione e il certificato di proprietà rappresentano un “corredo” importante e significativo per i veicoli di interesse storico e collezionistico. Parte della loro memoria, infatti, è conservata e tramandata da questi documenti, che sono anche testimoni dell’evoluzione avvenuta in oltre un secolo di pratiche burocratiche per la gestione dei veicoli.
Con l’avvio, il 4 maggio, della seconda fase di attuazione del decreto legislativo 98/2017 in materia di rilascio del Documento Unico di circolazione e di proprietà tutti i documenti cartacei sono destinati alla distruzione. Infatti, le nuove procedure telematiche prevedono la totale digitalizzazione delle istanze e della documentazione a corredo, con conseguente necessità di dematerializzare la documentazione nativa cartacea. L’Automotoclub Storico Italiano sta intervenendo nelle sedi competenti per modificare tale procedura e per salvare questa componente fondamentale di “memoria storica” legata ai veicoli più datati.
La seconda fase di attuazione del suddetto decreto ha come oggetto i motocicli e le autovetture in uso proprio e prevede l’utilizzo delle sole procedure telematiche per il rilascio del Documento Unico nei casi di: cancellazione dei dati inerenti l’intestazione temporanea di veicoli a nome di soggetto diverso dall’intestatario (mini volture dei commercianti); sottrazione, smarrimento, distruzione (cessata circolazione e demolizione per esportazione) e deterioramento dell’originale. Per i suddetti casi, dal 4 maggio è quindi previsto l’obbligo della gestione telematica, mentre tale procedura rimane facoltativa fino al 31 maggio per le operazioni di immatricolazione, di nazionalizzazione, di reimmatricolazione e di trasferimento della proprietà. Dal 1° giugno, quindi, anche con i semplici passaggi di proprietà tra privati si assisterà alla distruzione dei documenti originali cartacei se nel frattempo non verranno modificate le procedure, magari con deroghe specifiche per i veicoli di interesse storico e collezionistico sulle quali sta intervenendo ASI.
Secondo le ultime disposizioni ministeriali, la definitiva applicazione del Documento Unico e della procedura telematica per ogni istanza dovrà avvenire entro il 31 ottobre 2020.
“Prima che scattasse l’emergenza Covid-19 – ricorda Alberto Scuro, presidente dell’Automotoclub Storico Italiano – era stato avviato un tavolo di lavoro con la Direzione Generale della Motorizzazione per la risoluzione di tutta una serie di problematiche legate ai veicoli di interesse storico e collezionistico, in particolare le revisioni periodiche dei veicoli ante 1960 e di quelli centenari. Ora si è aggiunta la tematica del Documento Unico con la prevista distruzione dei documenti originali cartacei: un danno enorme per i veicoli storici e per scongiurarlo abbiamo già inoltrato le nostre proposte, che sarebbero di semplice ed immediata attuazione”.
A norma dell’art. 1, comma 1, del decreto legislativo n. 98/2017, il Documento Unico è costituito dalla carta di circolazione, redatta secondo le disposizioni contenute nella direttiva 29 aprile 1999, n. 1999/37/CE del Consiglio, nella quale vengono annotati i dati relativi alla situazione giuridico-patrimoniale degli autoveicoli, dei motoveicoli e dei rimorchi iscritti al PRA in quanto assoggettati al regime dei mobili registrati ai sensi delle vigenti disposizioni contenute nel codice civile.
Competente al rilascio del DU è il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in quanto “centro unico di servizio”, attraverso i propri Uffici periferici della Motorizzazione Civile e gli Sportelli Telematici dell’Automobilista. Il DU ha validità di certificazione dei dati in esso contenuti, fermo restando che per i dati relativi alla proprietà e alla locazione finanziaria dei veicoli la responsabilità è in capo ad ACI, che è tenuto a validarli ai sensi dell’art. 1, comma 2, let. c), del d.l.vo n. 98/2017.

Buon compleanno mondiale di Formula 1

SILVERSTONE (Gran Bretagna), 13 maggio – Esattamente settant’anni fa, il 13 maggio del 1950, si svolgeva il primo Gran Premio di Formula 1 valido per il Campionato Mondiale istituito quell’anno, sul circuito di Silverstone, in Inghilterra. Fu il primo Gran Premio di Formula 1 iridato, ma non la prima gara della stagione, dopo che le auto da corsa avevano già disputato quattro gare a Pau e Sanremo, il Richmond Trophy e il Gran Premio di Parigi.

Il Gran Premio di Gran Bretagna fu denominato anche Gran Premio d’Europa e si disputò in una calda giornata mdi sole alla presenza di una folla strabocchevole e del re George VI, della futura regina Elisabetta, della principessa Margaret, di Lord Mountbatten e di Edwina Asheley.

Alla gara prendono parte 22 piloti,  21 qualificati, ed è un dominio Alfa Romeo che piazza i suoi quattro alfieri nelle prime quattro posizioni delle qualifiche, occupando tutta la prima fila e le prime tre posizioni sul podio con il torinese Nino Farina, Luigi Fagioli e Reg Parnell. Per Nino Farina è una giornata trionfale con pole position, giro veloce e vittoria, inizio di una stagione che lo vedrà conquistare la corona iridata. Il primo della storia della Formula 1. Alla gara non partecipò la Ferrari, unica assenza di una carriera ininterrotta, in quanto Enzo Ferrari si dichiarò insoddisfatto del gettone di ingaggio

ASI: Il motorismo storico riparte dopo il lockdown

Il settore paga un conto salato per la chiusura forzata dovuta all’emergenza covid-19: attivita’ ridotte del 70% e perdite per oltre mezzo miliardo di euro

Il DPCM del 26 aprile ha stabilito che da oggi, lunedì 4 maggio, possono riaprire anche molte attività connesse al settore del motorismo storico: dalla fabbricazione di articoli in gomma, plastica e metallo alle officine di riparazione; dal commercio di autoveicoli alle segreterie delle associazioni. Una ripartenza molto attesa, perché il sistema automotive è stato duramente colpito dall’emergenza Covid-19 e dal conseguente “lockdown” che dal 9 marzo ha bloccato l’intera filiera. Il motorismo storico rientra in questo comparto con una sua specifica nicchia, che in Italia vale 2,2 miliardi di euro all’anno di indotto economico e che rappresenta, insieme all’alta moda e all’enogastronomia di qualità, una delle eccellenze italiane più apprezzate nel mondo.
L’Automotoclub Storico Italiano ha stimato che, in questi primi mesi del 2020, il settore abbia perso oltre mezzo miliardo di euro di giro d’affari. Il 75% di questo valore – pari a 375 milioni di euro – si riferisce agli operatori del settore come artigiani, commercianti, micro e piccole imprese che si occupano di gestione, manutenzione, restauro e produzione di parti specifiche per i veicoli storici: attività che in regime di “lockdown” hanno ridotto del 70% la loro operatività.
Oltre alla chiusura delle attività si è registrato l’annullamento di tutte le manifestazioni e degli eventi associativi e ricreativi di ogni tipologia – dai raduni di club ai saloni – con ulteriori ricadute negative sull’economia ad essi collegata. Questa rappresenta il restante 25% dell’indotto complessivo generato ogni anno dal motorismo storico, con altri 125 milioni di euro che avrebbero alimentano, in particolare, il comparto turistico.
Se solo una minima parte di operatori del settore ha potuto proseguire nella propria attività durante il “lockdown” (ad esempio le officine e i laboratori artigianali connessi ai domicili dei rispettivi titolari, o il commercio online), molti altri hanno dovuto arrendersi: le compravendite di veicoli storici, ad esempio, hanno subìto un arresto pressoché totale.
“Tante famiglie italiane – sottolinea il presidente dell’Automotoclub Storico Italiano, Alberto Scuro – vivono di motorismo storico grazie ad attività che operano nel settore, spesso altamente specializzate e tramandate di generazione in generazione. Molte di queste hanno clientela straniera, che si affida al nostro know-how per mantenere in efficienza i propri veicoli storici. Finalmente, con il DPCM del 26 aprile si fa un primo, essenziale passo verso la ripresa: riaprono molte attività e anche le segreterie dei nostri Club federati torneranno ad essere operative rispettando le regole che le autorità competenti hanno fissato. Dovremo aspettare ancora molto tempo per poter tornare a condividere la nostra passione in eventi aggregativi, ma nel frattempo è importante riavviare il motore economico del comparto che permette la sussistenza di migliaia di persone.”

Rallisti ai tempi del Coronavirus. Beppe Gianoglio: “Fortunatamente Automotoretrò 2020 si è svolto prima dell’arrivo in Italia del Coronavirus”

Seconda puntata dell’intervista all’appassionato organizzatore di Automotoretrò che guarda al futuro seppur senza eccessivo ottimismo. Ma prontissimo a ripartire. Fin da subito. Testi di Tommaso M. Valinotti, immagini di Elio Magnano  (www.fotomagnano.com)

TORINO, 30 aprile – La sua principale manifestazione, Automotoretrò, si è salvata per poche settimane dalla grande ondata del Coronavirus; riscuotendo quel successo di espositori e visitatori che ne hanno fatto una delle principali manifestazioni del settore d’Europa. Beppe Gianoglio però guarda avanti e, senza isterismi, osserva con preoccupazione quanto accadrà quando l’emergenza sanitaria sarà superata e resterà quella sociale.

Qual è stata l’ultima manifestazione cui hai partecipato? – “L’ultimo mio impegno è stato organizzare Automotoretrò e Automotoracing, che si sono svolti a Lingotto Fiere dal 30 gennaio al 2 febbraio scorsi. La manifestazione è perfettamente riuscita. Padiglioni gremiti sia di espositori, circa 1200, sia di visitatori, 75.000, che hanno affollato i tre padiglioni del Lingotto e l’Oval dove erano esposti i mezzi da competizione protagonisti di Automotoracing. Oltre ad assieparsi alle reti a fianco la pista sul piazzale esterno dove si sono svolte le gare fra otto donne e otto piloti top driver e i funamboli del drifting. Considerando la situazione attuale, anzi quella già difficile prima dell’emergenza Coronavirus, eravamo molto soddisfatti per i riscontri ottenuti e per quanto è stato esposto in fiera. Il lavoro svolto in trentotto edizioni ci ha portati a essere una delle grandi manifestazioni di settore a livello europeo e ciò ci riempie di soddisfazione. I risultati si ottengono con il lavoro continuo; all’organizzazione dell’evento stiamo dietro tutto l’anno, e ci vuole anche un pizzico di fortuna. Quest’anno abbiamo avuto quattro giorni di bel tempo e ciò ci ha aiutato. Ricordo un anno che Automotoretrò è iniziato con una nevicata che ha deposto sulla città una coltre di 35/40 centimetri di neve. Fortunatamente al sabato si è rimesso al bello e abbiamo tirato un lungo sospiro di sollievo. Negli ultimi due anni aggiunto l’evento della sfida fra i piloti, portando in pista otto donne e otto top driver fra i quali i campioni italiani Giandomenico Basso (2019) e Paolo Andreucci quest’anno, oltre a giovani promesse come Damiano De Tommaso e Mathieu Franceschi. Al pubblico è piaciuto molto”.

Quali sono state le manifestazioni che hai annullato? – “Non abbiamo annullato nulla. Per ora. Automotoretrò-Automotoracing è andato in scena prima che scoppiasse la pandemia. Siamo in attesa di confermare ‘A Tutto Camper’ il salone del camper che dovrebbe svolgersi fra fine ottobre e inizio novembre. Su questa manifestazione non abbiamo al momento certezze. Dobbiamo capire che cosa capiterà una volta terminata l’emergenza. Lingotto Fiere probabilmente vivrà un sovraffollamento di manifestazioni che non si sono potute svolgere in questi mesi, penso al Salone del Libro, che avranno la priorità rispetto alle manifestazioni definite minori. Terminato Automotoretrò, solitamente annunciavamo la data per l’edizione successiva. Tutto ciò quest’anno non è stato possibile in quanto non abbiamo avuto l’incontro con Lingotto Fiere, i cui uffici sono chiusi”.

Quali erano i tuoi programmi per il 2020? – “Automotoretrò-Automotoracing e A Tutto Camper. Inoltre la nostra società, BeA S.r.l, formata da me e mio figlio Alberto, collabora con numerose produzioni cinematografiche e televisive, fornendo loro auto storiche per le scene. A inizio marzo doveva partire una produzione ambientata negli anni Sessanta. Si è fermato tutto e per il momento non ne sappiamo nulla, perché non ne sa nulla nemmeno la produzione”.

Quando il quattro maggio si ripartirà, cosa farai? – “Appena si ripartirà, non so quando, cercheremo di ottenere un colloquio con Lingotto Fiere per calendarizzare A Tutto Camper e l’edizione 2021 di Automotoretrò-Automotoracing. Per quanto riguarda la produzione cinematografica siamo pronti a partire in qualsiasi momento. Le vetture sono state selezionate e visionate. Purtroppo tempo che il 4 maggio non avremo né l’incontro con Lingotto Fiere, né porteremo le vetture sul set. Temo saranno tempi lunghi”.

Che cosa hai dovuto rinunciare per l’emergenza Coronavirus? – “La colazione al bar. Faccio finta di poter uscire e mi faccio il cappuccino in casa. La mancanza di libertà di movimento mi rende nervoso. Abbiamo chiuso temporaneamente il nostro ufficio di Torino e le ragazze del nostro staff lavorano in smart working da casa”.

Cosa fai in questo periodo? – “Sto mettendo in ordine mezzo secolo di scartoffie, buttando via tonnellate di carta inutile che non sapevo nemmeno di avere. All’inizio della quarantena sono rimasto bloccato a Bardonecchia con mia moglie Paola, mio figlio Alberto, sua moglie Carlotta e la loro figlia Caterina. Ero andato su per sciare qualche giorno e scaricare lo stress post Automotoretrò. Dopo due giorni che ero su, hanno chiuso gli impianti. Sono tornato a Torino dove gli spazi di movimento sono più ristretti. A Bardonecchia avevamo il giardino dove la bimba poteva muoversi e giocare”.

Come festeggeresti il ritorno alla normalità? – “Temo che per un lungo periodo avremo poco da festeggiare. Passata l’emergenza Coronavirus dovremo affrontare una pesantissima emergenza economica. Personalmente il mio modo di festeggiare sarà tornare incontrare gli amici, prendere con loro un caffè, tornare in pizzeria o al cinema. Cercando di capire in che modo si potrà fare”.

Qual è il sogno nel cassetto? – “Continuo sognare ogni giorno, perché da queste fantasie si hanno idee nuove che quando si concretizzano danno soddisfazione. Pensando al passato ricordo con molta soddisfazione l’anno in cui abbiamo esposto ad Automotoretrò, le tre B.A.T. disegnate negli anni Cinquanta da Franco Scaglione. Erano tornate presso la Carrozzeria Bertone che le aveva costruite per una rinfrescata e Gianbeppe Panicco, allora capo ufficio stampa dell’atelier torinese, riuscì a farmele avere per esporle. Sono veramente dei capolavori del design e vetture che oggi hanno un valore inestimabile. Dopo di allora delle tre B.A.T. si sono perse le tracce, e forse sono state separate. Mi risulta che a novembre siano state fotografate assieme a Londra, forse nelle mani dello stesso proprietario. Quello fu un sogno realizzato”.

Sito internet:  www.automotoretro.it

Rallisti ai tempi del Coronavirus. Beppe Gianoglio: “Dalle corse del Valentino ad Automotoretrò-Automotoracing 2020 il passo è lungo”

L’organizzatore della kermesse torinese racconta come la passione per le auto da corsa sia nata con lui, seguendo le gare che si svolgevano al Parco del Valentino. Passione rimasta immutata fino ai giorni nostri, continuando a organizzare Automotoretrò, giunto alla 38esima edizione. Testi di Tommaso M. Valinotti, immagini di Elio Magnano  (www.fotomagnano.com)

TORINO (TO), 29 aprile – Rattrappiti dentro la ristrettezza delle nostre case, ci resta difficile pensare che meno di cento giorni fa, a inizio febbraio, scorrazzavamo per i padiglioni di Lingotto Fiere per goderci la 38esima edizione di Automotoretrò (11 esima di Automotoracing) con le sue vetture da sogno, il rombo dei piloti sulla collina, la ressa dei ricambi, con il pubblico assiepato non a un metro di distanza ma a stretto contatto pelle contro pelle.

Probabilmente fa fatica a pensarci anche Beppe Gianoglio che assieme al figlio Alberto è l’organizzatore della rassegna torinese andata in scena dal 30 gennaio al 2 febbraio scorsi. Appassionato di lungo corso, Beppe Gianoglio approfitta delle pagine di www.kaleidosweb.com per raccontare una passione nata con lui stesso e mai venuta meno nel corso degli anni.

Torinese, 75 anni il prossimo 2 luglio, Beppe Gianoglio non può datare il momento in cui nacque la sua passione per i motori. “Probabilmente è nata nello stesso momento in cui sono nato io” afferma ora Gianoglio.Trasmessami da mio padre che, pur non avendo mai corso in vita sua, aveva i motori da corsa nel sangue. Lui era nato nel 1912 e all’epoca in cui lui era giovane era estremamente difficile correre, con le vicende della guerra immanente. Mio padre diede 13 anni della sua vita all’esercito, quindi non aveva né testa né i soldi per poter correre”.

Ma Gianoglio padre la passione ce l’aveva ed era una passione che coinvolgeva anche il giovane Beppe.

Ho sempre vissuto a Torino nella zona di San Salvario e vicino a casa mia si correva il Circuito del Valentino, una delle grandi gare del dopoguerra, con piloti del calibro di Tazio Nuvolari” (protagonista nel 1946 della celebre gara guidando con una chiave inglese al posto del volante rotto). E ancora Alberto Ascari vincitore dell’ultima edizione nel 1955, il torinese Nino Farina, primo campione del mondo di Formula 1, l’argentino Manuel Fangio, che negli anni Cinquanta vinse cinque titoli mondiali, lo spagnolo Alfonso De Portago, protagonista del terribile incidente della Mille Miglia del 1957 e un allora sconosciuto Stirling Moss. “Io ero piccolo e mio nonno mi portava al parco del Valentino e ci sistemavamo dietro lo steccato di legno ed io potevo godermi lo spettacolo attraverso le feritoie delle barriere”. Non mancavano le annuali gite alla Sassi-Superga motociclistica, una delle classiche su due ruote “e ho vaghi ricordi di una gara motociclistica che si svolgeva per le vie di Torino, ma che oggi non riesco a collocare”.

Appena raggiunti i diciotto anni Beppe Gianoglio dà l’assalto all’agognata patente. “Fosse stato per me avrei dato l’esame a tredici anni” e cinque anni dopo riesce a partecipare al suo primo rally: il Rally del Sestriere, affiancato da Franco Rocco su una Fiat 500 blu, usata giornalmente per i suoi spostamenti quotidiani.

Nel 1968 la gara tornava a calendario dopo nove anni di assenza e si svolgeva su un percorso in due tappe per un totale di 2500 chilometri che partendo da Sestriere si spingeva sino a Genova e Torino. La prima tappa era di 1700 e la nostra piccola 500 strapazzata per benino si disintegrò pezzo dopo pezzo costringendoci al ritiro. Per tutta la gara abbiamo dovuto viaggiare a manetta perché le scarse prestazioni della nostra vettura ci obbligavano a comportarci come se fossimo stati costantemente in prova speciale per stare dentro ai tempi”. Per la cronaca il rally venne vinto dall’inglese Pat Moss (pilota di gran classe, sorella di Stirling Moss, nonché moglie di Erik Carlsson, vincitore di due Rallye di Montecarlo) su una Lancia Fulvia HF ufficiale.

La carriera agonistica da pilota di Beppe Gianoglio dura sino al 1974, disputando una ventina di gare, salendo via via su vetture più potenti come una Fiat 850 Coupé nel 1969 con la quale affronta il Rally 999 Minuti nel novarese, un’Alfa Romeo GTA Junior fino alla Fiat 124 Spider con cui disputa le ultime gare.

Dopo il Rallye del Sestriere del 1968 acquistai una seconda 500 per correre in salita con la quale disputai fra l’altro una Cesana-Sestriere e un’Aosta-Pila. Ma la mia passione erano i rally, specialità nella quale non fui mai molto fortunato, ritirandomi spesso per rotture, pur non avendo avuto incidenti significativi, se escludiamo quelle piccole toccate che caratterizzavano le gare su strada. Ricordo ancora con piacere il Rally di Aosta del 1974. Ero affiancato da Giorgio Gotta e ci ritirammo alla nona delle dieci prove in programma per la rottura dell’albero della pompa dell’olio della nostra 124 Spider, mentre eravamo settimi assoluti. Non male”.

In carriera Gianoglio ha disputato anche una gara di regolarità affiancato dalla futura moglie Paola, un Coppa d’Oro con la 124 Spider, ma non erano quelle le gare che lo entusiasmavano.

La scuderia Magazzini dell’Auto – All’epoca correre significava fare parte di un gruppo di appassionati che si ritrovavano oltre che sulle prove speciali notturne, anche presso le officine dei preparatori o nei negozi di ricambi auto. A Torino, punto di ritrovo principe degli appassionati era il negozio di Marcello Delfini e Nino Chiesa che per oltre mezzo secolo è stato il punto di riferimento di tutti coloro che mettevano il casco in testa o semplicemente sognavano di indossarlo.

E ai “Magazzini dell’Auto” passa tutte le sere anche Beppe Gianoglio, dove è stato creato un “covo” in cui gli appassionati si fermano a chiacchierare e discutere di rally e corse in genere ben oltre l’orario di chiusura del negozio. Le capacità gestionali di Beppe Gianoglio e la sua passione lo portano ad occuparsi insieme a Marcello Delfini della gestione della Scuderia dei Rododendri che nel 1978 diventa Scuderia Magazzini dell’Auto.

Era un bel modo per stare contatto con l’ambiente, allora molto vivace e attivo. Mi occupavo assieme a Marcello Delfini e a Nino Chiesa della gestione dei soci, seguendoli alle gare dove a volte avevamo anche 45/50 iscritti. Ricordo ancora le notti passate a fare assistenza ai nostri soci, con il furgone 600 Coriasco, cui fece seguito un Volkswagen T1, vecchio ma efficiente, il 238 a tetto rialzato fino ad avere tre Bedford che seguivano le vetture lungo tutta la prova speciale. Avevamo una squadra di amici e professionisti bravissimi nelle operazioni di assistenza che sapevano risolvere al volo i problemi degli equipaggi. E tutto ciò accadeva sul bordo della strada, perché allora non esistevano i parchi assistenza. Ricordo ancora con nostalgia Valter Magliacane, il gommista di Moncalieri, una persona splendida, sera e appassionata”.

La scuderia resta attiva fino al 1983 “quando divenne sempre più difficile gestire la situazione. Era più difficile trovare sponsor e la gestione fiscale si era fatta più complessa” ricorda oggi Beppe Gianoglio che era al timone della Scuderia Magazzini dell’Auto in quella che fu la stagione più gloriosa della compagine torinese, quando fece correre Dario Cerrato nella sua stagione di rilancio.

Cerrato nel 1981 ebbe una stagione molto difficile come pilota ufficiale FIAT nel mondiale e a fine stagione venne appiedato. L’anno successivo ripartì da privato e si appoggiò alla Scuderia Magazzini dell’Auto per rilanciarsi. Acquistò una Opel Ascona 400 e lo seguimmo con i nostri mezzi e i nostri meccanici al Rally dei Rododendri, Isola d’Elba, Quattro Regioni, Lana e Ciocco. Le sue prestazioni furono significative e per il Sanremo Opel Italia gli affidò una Ascona ufficiale. Fu una gran bella avventura”.

Nasce Automotoretrò – La chiusura della Scuderia Magazzini dell’Auto non svuota il “covo” sul retro del negozio dove gli amici si ritrovano la sera prima di cena e continuano a parlare di auto e di corse sui sedili Sparco che formano un salottino. “Nell’aprile del 1983 una sera Valter Candela, uno degli habitué del negozio, ci racconto della sua trasferta a Reggio Emilia dove da due anni si svolgeva una mostra scambio di veicoli storici e da collezione. Io non conoscevo il settore e mai mi ero interessato al collezionismo d’epoca, ma l’imminente chiusura della scuderia mi imponeva di cercare qualcosa di interessante da fare”.

E fu Automotoretrò.

Nel settembre dello stesso anno si tenne la prima esposizione a Palazzo del Lavoro a Torino, un solo giorno di apertura che richiamò 4500 visitatori; l’anno successivo ci fu il passaggio a Torino Esposizioni, occupando il Quinto Padiglione, quello sotterraneo che ospitava i carrozzieri al salone dell’Auto di Torino, per poi salire nel prestigioso Padiglione Agnelli. Nel 2000 Automotoretrò si trasferì a Lingotto Fiere, divenuto il principale polo fieristico torinese e nel 2010 la manifestazione per autostoriche venne affiancata da Automotoracing, proprio per recuperare le radici corsaiole di Beppe Gianoglio, ora affiancato dal figlio Alberto, anche lui pilota. Una manifestazione che ha raggiunto un posto di prestigio nell’ambito delle fiere per veicoli storici in Europa, al punto da avere quest’anno 1200 espositori e 75.000 visitatori.

Stiamo parlando di meno di cento giorni fa. Eppure sembra già di parlare di un’altra era.