Con Florida II si conclude al visita di Kaleidosweb alla mostra Lancia Aurelia 1950 – 2020 mito senza tempo nei padiglioni (chiusi al pubblico) del Museo dell’Auto di Torino

I l museo è temporaneamente chiuso per l’emergenza Coronavirus, ma visitiamo idealmente la mostra attraverso le immagini realizzate per Kaleidosweb. Servizio di Tommaso M Valinotti

FLORIDA II Carrozzeria Pinin Farina, (1957) Nel 1957 la Carrozzeria Pinin Farina trae ispirazione dalla propria precedente creazione, la Florida, per realizzare la Florida II, il prototipo della futura Flaminia Coupé che entrerà in produzione nel 1959. Meccanica della Flaminia berlina. Per diverso tempo l’auto esposta fu utilizzata personalmente dal fondatore della carrozzeria Pinin Farina, Battista “Pinin” Farina. Realizzata in modello unico. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 2451 cc. 118 CV)

Lancia Florida è il nome di due studi basati sulla Lancia Aurelia, costruiti dalla Lancia in collaborazione con Pinin Farina. Entrambi sono stati realizzati in numeri estremamente piccoli e sono considerati capolavori del design automobilistico italiano e hanno avuto molta influenza sul design automobilistico. Da loro derivarono in seguito la berlina e le versioni coupé della Lancia Flaminia.

Il prototipo Florida II, realizzato nel 1957, è un coupé di due porte con finestre senza pilastro sulle porte, nel senso che non ha un montante B. La Florida II è stata la vettura personale del fondatore di Pinin Farina, Battista Farina e lo usò regolarmente fino alla sua morte nell’aprile del 1966. Inoltre disse che era “l’unico ad andare in paradiso”.

La versione di produzione della Lancia Flaminia Coupé era simile alla Florida II, condividendo molti dei suoi elementi di design chiave, ma aveva un montante centrale ed era significativamente più corta. La Florida II è considerata un momento di design molto importante, con molti che affermano che il suo stile angolare ha contribuito a spianare la strada al design automobilistico degli anni ’60 [1]. Il designer Mercedes Bruno Sacco una volta descrisse la Florida II come una delle auto che avrebbe voluto progettare. I principi delle porte ad armadio e la mancanza di un montante centrale sono stati nuovamente utilizzati nello studio Lancia Dialogos nel 1997.

TORINO – Vincenzo Lancia aveva una predilezione per i nomi latini. Anche dopo la sua morte la casa torinese continuò per un certo periodo questa tradizione. Fu così che nacque “Aurelia” bellissimo nome che deriva da oro. Aurelia era il nome della madre di Giulio Cesare. Aurelia è il nome di una splendida vettura prodotta dalla Lancia dal 1950 al 1958. È stata la vettura protagonista del road-movie “Il sorpasso” del 1962 di Dino Risi con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, palcoscenico di un memorabile bacio sul suo cofano della conturbante Brigitte Bardot a Jean Louis Trintignat nel film “E Dio creò la donna” di Roger Vadim del 1956. Fu l’auto amata da Ernest Hemingway, Fausto Coppi e addirittura dal campionissimo Manuel Fangio. Carrozzata dai migliori stilisti dell’epoca come Pinin Farina, Bertone, Balbo e Viotti. Che portò a teatro la bella gente dell’Italia che rinasceva e ottenne risultati sportivi eclatanti, come il secondo posto di Giovanni Bracco alla Mille Miglia del 1951. Ai settant’anni dell’Aurelia è dedicata una stupenda mostra al Museo dell’Auto in programma sino al 30 maggio (orario 10-19, lunedì 10-14; biglietto 12€) per ora chiusa a causa del Coronavirus. Quando riaprirà sarà da vedere in ogni suo dettaglio.

“La Manovella” di aprile è disponibile online gratuitamente

In questo momento di difficoltà, la rivista mensile dell’ASI, la più antica e diffusa in italia dedicata al motorismo storico, raggiunge tutti gli appassionati via web. La versione cartacea sarà ugualmente distribuita, compatibilmente con le problematiche dovute all’emergenza e alle restrizioni in corso

Da oggi, sabato 28 marzo, l’Automotoclub Storico Italiano mette a disposizione di tutti, gratuitamente, la sua rivista mensile “La Manovella”. Il numero di aprile del più antico periodico italiano dedicato al motorismo storico – pubblicato sin dal 1961 – è diffuso anche sul web in versione digitale, scaricabile integralmente dal sito www.asifed.it come file pdf, oppure sfogliabile al link bit.ly/manovella20-04.
L’iniziativa nasce dalla volontà di limitare il disagio dovuto all’emergenza e alle restrizioni in corso, che ovviamente ritarderanno la diffusione della rivista cartacea, spedita in abbonamento agli oltre 150.000 tesserati ASI (italiani e stranieri) e distribuita nelle edicole di tutta Italia.
Anche l’ASI, in questo particolare momento, ha voluto potenziare i suoi strumenti di informazione ed aumentare il flusso delle notizie, in modo che gli appassionati, costretti nelle proprie case come il resto della popolazione, possano trascorrere qualche ora in più di svago dedicata alla lettura e alla cultura.
La Manovella digitale online completa il quadro delle tante iniziative solidali messe in atto da ASI per rispondere in maniera concreta alla situazione emergenziale dovuta al Covid-19: prima fra tutte la raccolta fondi “Insieme per fermare il Covid”, promossa da ASI insieme a UNICEF e ANCI con il coordinamento della Cabina di regia “Benessere Italia” della Presidenza del Consiglio (www.fermiamoilcovid.it).

Franco Scaglione salta l’Aprilia B50 carrozzeria Balbo protagonista di Lancia Aurelia 1950 – 2020 mito senza tempo nei padiglioni (chiusi al pubblico) del Museo dell’Auto di Torino

Il museo è temporaneamente chiuso per l’emergenza Coronavirus, ma visitiamo idealmente la mostra attraverso le immagini realizzate per Kaleidosweb. Servizio di Tommaso M Valinotti

AURELIA B50 Carrozzeria Balbo, telaio 1016 (1952) Pianale e meccanica consegnati dalla Casa alla Carrozzeria Balbo, che nel 1952 realizza uno dei primi disegni di Francesco Scaglione. Il famoso designer sembrerebbe essersi ispirato a questa sua creazione nel tracciare le linee del padiglione posteriore della Giulietta Sprint. Meccanica della berlina B21 con la modifica Nardi ai collettori di aspirazione. Realizzata in modello unico. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 1991 cc. 70 CV)

TORINO – Vincenzo Lancia aveva una predilezione per i nomi latini. Anche dopo la sua morte la casa torinese continuò per un certo periodo questa tradizione. Fu così che nacque “Aurelia” bellissimo nome che deriva da oro. Aurelia era il nome della madre di Giulio Cesare. Aurelia è il nome di una splendida vettura prodotta dalla Lancia dal 1950 al 1958. È stata la vettura protagonista del road-movie “Il sorpasso” del 1962 di Dino Risi con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, palcoscenico di un memorabile bacio sul suo cofano della conturbante Brigitte Bardot a Jean Louis Trintignat nel film “E Dio creò la donna” di Roger Vadim del 1956. Fu l’auto amata da Ernest Hemingway, Fausto Coppi e addirittura dal campionissimo Manuel Fangio. Carrozzata dai migliori stilisti dell’epoca come Pinin Farina, Bertone, Balbo e Viotti. Che portò a teatro la bella gente dell’Italia che rinasceva e ottenne risultati sportivi eclatanti, come il secondo posto di Giovanni Bracco alla Mille Miglia del 1951. Ai settant’anni dell’Aurelia è dedicata una stupenda mostra al Museo dell’Auto in programma sino al 30 maggio (orario 10-19, lunedì 10-14; biglietto 12€) per ora chiusa a causa del Coronavirus. Quando riaprirà sarà da vedere in ogni suo dettaglio.

L’Aurelia B50 Pinin Farina, una cabriolet per pochi fortunati protagonista di Lancia Aurelia 1950 – 2020 mito senza tempo nei padiglioni (chiusi al pubblico) del Museo dell’Auto di Torino

Il museo è temporaneamente chiuso per l’emergenza Coronavirus, ma visitiamo idealmente la mostra attraverso le immagini realizzate per Kaleidosweb. Servizio di Tommaso M Valinotti

AURELIA B50 Carrozzeria Pinin Farina, telaio 1206 (1951) Pianale e meccanica consegnati dalla Casa alla Carrozzeria Pinin Farina nel 1951 per la realizzazione di una cabriolet di serie. Venduta dalla concessionaria Minetti di Milano. Meccanica della berlina B10. Realizzata in circa 250 esemplari. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 1750 cc. 56 CV)

TORINO – Vincenzo Lancia aveva una predilezione per i nomi latini. Anche dopo la sua morte la casa torinese continuò per un certo periodo questa tradizione. Fu così che nacque “Aurelia” bellissimo nome che deriva da oro. Aurelia era il nome della madre di Giulio Cesare. Aurelia è il nome di una splendida vettura prodotta dalla Lancia dal 1950 al 1958. È stata la vettura protagonista del road-movie “Il sorpasso” del 1962 di Dino Risi con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, palcoscenico di un memorabile bacio sul suo cofano della conturbante Brigitte Bardot a Jean Louis Trintignat nel film “E Dio creò la donna” di Roger Vadim del 1956.

Fu l’auto amata da Ernest Hemingway, Fausto Coppi e addirittura dal campionissimo Manuel Fangio. Carrozzata dai migliori stilisti dell’epoca come Pinin Farina, Bertone, Balbo e Viotti. Che portò a teatro la bella gente dell’Italia che rinasceva e ottenne risultati sportivi eclatanti, come il secondo posto di Giovanni Bracco alla Mille Miglia del 1951. Ai settant’anni dell’Aurelia è dedicata una stupenda mostra al Museo dell’Auto in programma sino al 30 maggio (orario 10-19, lunedì 10-14; biglietto 12€) per ora chiusa a causa del Coronavirus. Quando riaprirà sarà da vedere in ogni suo dettaglio.

L’Aurelia B52 Bertone, dai concorsi di eleganza ad essere protagonista di Lancia Aurelia 1950 – 2020 mito senza tempo nei padiglioni (chiusi al pubblico) del Museo dell’Auto di Torino

Il museo è temporaneamente chiuso per l’emergenza Coronavirus, ma visitiamo idealmente la mostra attraverso le immagini realizzate per Kaleidosweb. Servizio di Tommaso M Valinotti

AURELIA B52 Carrozzeria Bertone, telaio 1074 (1952) Pianale e meccanica consegnati dalla Casa alla Carrozzeria Bertone a fine 1951 per la realizzazione di una coupé da esporre al Salone dell’Automobile di Torino del 1951. Realizzata in modello unico. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 1991 cc. 70 CV)

TORINO – Vincenzo Lancia aveva una predilezione per i nomi latini. Anche dopo la sua morte la casa torinese continuò per un certo periodo questa tradizione. Fu così che nacque “Aurelia” bellissimo nome che deriva da oro. Aurelia era il nome della madre di Giulio Cesare. Aurelia è il nome di una splendida vettura prodotta dalla Lancia dal 1950 al 1958. È stata la vettura protagonista del road-movie “Il sorpasso” del 1962 di Dino Risi con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, palcoscenico di un memorabile bacio sul suo cofano della conturbante Brigitte Bardot a Jean Louis Trintignat nel film “E Dio creò la donna” di Roger Vadim del 1956. Fu l’auto amata da Ernest Hemingway, Fausto Coppi e addirittura dal campionissimo Manuel Fangio. Carrozzata dai migliori stilisti dell’epoca come Pinin Farina, Bertone, Balbo e Viotti.

Che portò a teatro la bella gente dell’Italia che rinasceva e ottenne risultati sportivi eclatanti, come il secondo posto di Giovanni Bracco alla Mille Miglia del 1951. Ai settant’anni dell’Aurelia è dedicata una stupenda mostra al Museo dell’Auto in programma sino al 30 maggio (orario 10-19, lunedì 10-14; biglietto 12€) per ora chiusa a causa del Coronavirus. Quando riaprirà sarà da vedere in ogni suo dettaglio.

L’Aurelia B53 Viotti, la station wagon ante litteram protagonista di Lancia Aurelia 1950 – 2020 mito senza tempo nei padiglioni (chiusi al pubblico) del Museo dell’Auto di Torino

Il museo è temporaneamente chiuso per l’emergenza Coronavirus, ma visitiamo idealmente la mostra attraverso le immagini realizzate per Kaleidosweb. Servizio di Tommaso M Valinotti

AURELIA B53 Carrozzeria Viotti, telaio 1003 (1952) Pianale e organi meccanici consegnati dalla Casa alla Carrozzeria Viotti nel 1952 per la realizzazione di una “Giardinetta”, nome registrato da Vittorino Viotti per identificare una station wagon, ed entrato nell’uso comune. L’auto è caratterizzata dalle portiere ricoperte da pannelli in legno. Meccanica della berlina B21. Realizzata in 58 esemplari. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 1991 cc. 70 CV)

TORINO – Vincenzo Lancia aveva una predilezione per i nomi latini. Anche dopo la sua morte la casa torinese continuò per un certo periodo questa tradizione. Fu così che nacque “Aurelia” bellissimo nome che deriva da oro. Aurelia era il nome della madre di Giulio Cesare. Aurelia è il nome di una splendida vettura prodotta dalla Lancia dal 1950 al 1958. È stata la vettura protagonista del road-movie “Il sorpasso” del 1962 di Dino Risi con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, palcoscenico di un memorabile bacio sul suo cofano della conturbante Brigitte Bardot a Jean Louis Trintignat nel film “E Dio creò la donna” di Roger Vadim del 1956. Fu l’auto amata da Ernest Hemingway, Fausto Coppi e addirittura dal campionissimo Manuel Fangio. Carrozzata dai migliori stilisti dell’epoca come Pinin Farina, Bertone, Balbo e Viotti. Che portò a teatro la bella gente dell’Italia che rinasceva e ottenne risultati sportivi eclatanti, come il secondo posto di Giovanni Bracco alla Mille Miglia del 1951. Ai settant’anni dell’Aurelia è dedicata una stupenda mostra al Museo dell’Auto in programma sino al 30 maggio (orario 10-19, lunedì 10-14; biglietto 12€) per ora chiusa a causa del Coronavirus. Quando riaprirà sarà da vedere in ogni suo dettaglio.

Il Concorso D’Eleganza Villa D’Este 2020 posticipato a ottobre 2020

Alla luce degli attuali eventi e delle crescenti misure in atto per contenere il coronavirus, così come per la necessità di tutelare i nostri ospiti e il nostro staff, è con profondo rammarico che il Team Organizzativo del Concorso d’Eleganza Villa d’Este ha deciso di non dar seguito all’edizione di quest’anno nelle date previste (dal 22 al 24 maggio 2020). In alternativa, il Concorso avrà luogo dal 16 al 18 ottobre 2020.

Alla luce degli attuali eventi e delle crescenti misure in atto per contenere il coronavirus, così come per la necessità di tutelare i nostri ospiti e il nostro staff, è con profondo rammarico che il Team Organizzativo del Concorso d’Eleganza Villa d’Este ha deciso di non dar seguito all’edizione di quest’anno nelle date previste (dal 22 al 24 maggio 2020). In alternativa, il Concorso avrà luogo dal 16 al 18 ottobre 2020.

Terremo costantemente monitorata la situazione relativa alla diffusione del coronavirus e ci attendiamo di poter dare una conferma definitiva nel prossimo mese di giugno.

Il Concorso d’Eleganza Villa d’Este gode di una reputazione di lunga data come uno degli eventi più sofisticati ed esclusivi nel suo genere. Il nostro obiettivo è di soddisfare sempre quest’ambizione. Tuttavia, le circostanze attuali rendono impossibile garantire il livello dell’evento che vi sareste aspettati il prossimo maggio.

L’Aurelia B24 Spider, il capolavoro di Pinin Farina Miglia protagonista di Lancia Aurelia 1950 – 2020 mito senza tempo nei padiglioni (chiusi al pubblico) del Museo dell’Auto di Torino

Il museo è temporaneamente chiuso per l’emergenza Coronavirus, ma visitiamo idealmente la mostra attraverso le immagini realizzate per Kaleidosweb. Servizio di Tommaso M Valinotti

AURELIA B24S Spider, telaio 1002 (1955) L’auto esposta fu presentata al Salone dell’auto di Bruxelles nel 1955, come novità assoluto di Casa Lancia. Queste le novità: parabrezza panoramico con montanti arretrati, paraurti in due sezioni, portiere prive di vetri ascendenti e maniglie, cofano basso e rastremato, pinne appena accennate. Meccanica della B20 IV Serie con riduzione del passo di 20 cm. Realizzata in 240 esemplari nel 1955. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 2451 cc. 118 CV)

TORINO – Vincenzo Lancia aveva una predilezione per i nomi latini. Anche dopo la sua morte la casa torinese continuò per un certo periodo questa tradizione. Fu così che nacque “Aurelia” bellissimo nome che deriva da oro. Aurelia era il nome della madre di Giulio Cesare. Aurelia è il nome di una splendida vettura prodotta dalla Lancia dal 1950 al 1958. È stata la vettura protagonista del road-movie “Il sorpasso” del 1962 di Dino Risi con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, palcoscenico di un memorabile bacio sul suo cofano della conturbante Brigitte Bardot a Jean Louis Trintignat nel film “E Dio creò la donna” di Roger Vadim del 1956. Fu l’auto amata da Ernest Hemingway, Fausto Coppi e addirittura dal campionissimo Manuel Fangio. Carrozzata dai migliori stilisti dell’epoca come Pinin Farina, Bertone, Balbo e Viotti.

Che portò a teatro la bella gente dell’Italia che rinasceva e ottenne risultati sportivi eclatanti, come il secondo posto di Giovanni Bracco alla Mille Miglia del 1951. Ai settant’anni dell’Aurelia è dedicata una stupenda mostra al Museo dell’Auto in programma sino al 30 maggio (orario 10-19, lunedì 10-14; biglietto 12€) per ora chiusa a causa del Coronavirus. Quando riaprirà sarà da vedere in ogni suo dettaglio.

L’Aurelia B20 della Mille Miglia protagonista di Lancia Aurelia 1950 – 2020 mito senza tempo nei padiglioni (chiusi al pubblico) del Museo dell’Auto di Torino

Il museo è temporaneamente chiuso per l’emergenza Coronavirus, ma visitiamo idealmente la mostra attraverso le immagini realizzate per Kaleidosweb. Servizio di Tommaso M Valinotti

AURELIA B20 II Serie, telaio 1877 (1952) L’auto esposta ha partecipato alla Mille Miglia del 1953 nella configurazione attuale. La carrozzeria ha subito un aggiornamento anche nei paraurti, che sono adesso privi dei rostri presenti nella serie precedente. In questa versione i freni vengono maggiorati. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 1991 cc. 80 CV)

TORINO – Vincenzo Lancia aveva una predilezione per i nomi latini. Anche dopo la sua morte la casa torinese continuò per un certo periodo questa tradizione. Fu così che nacque “Aurelia” bellissimo nome che deriva da oro. Aurelia era il nome della madre di Giulio Cesare. Aurelia è il nome di una splendida vettura prodotta dalla Lancia dal 1950 al 1958. È stata la vettura protagonista del road-movie “Il sorpasso” del 1962 di Dino Risi con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, palcoscenico di un memorabile bacio sul suo cofano della conturbante Brigitte Bardot a Jean Louis Trintignat nel film “E Dio creò la donna” di Roger Vadim del 1956. Fu l’auto amata da Ernest Hemingway, Fausto Coppi e addirittura dal campionissimo Manuel Fangio. Carrozzata dai migliori stilisti dell’epoca come Pinin Farina, Bertone, Balbo e Viotti. Che portò a teatro la bella gente dell’Italia che rinasceva e ottenne risultati sportivi eclatanti, come il secondo posto di Giovanni Bracco alla Mille Miglia del 1951. Ai settant’anni dell’Aurelia è dedicata una stupenda mostra al Museo dell’Auto in programma sino al 30 maggio (orario 10-19, lunedì 10-14; biglietto 12€) per ora chiusa a causa del Coronavirus. Quando riaprirà sarà da vedere in ogni suo dettaglio.

457 Experience, pronta la nuova stagione di eventi dedicati a fiat 500

La Palazzina di Caccia di Stupinigi, il Milano Monza Motor Show, il MAUTO Museo Nazionale dell’Automobile e Casa Martini i punti cardinali del progetto Ruzza Torino.
Pronta la stagione 2020 della 457 Experience, la kermesse che ha riattivato il mondo FIAT 500 presso i giardini di Stupinigi, facendo richiamo alla storica riunione del 1955, allorché proprio presso la Palazzina Reale venne presentato il prototipo della futura vettura italiana maggiormente iconica.
Proprio da Stupinigi scatterà il primo appuntamento il prossimo Sabato 20 Giugno, quando una selezione di FIAT 500 e derivate farà parata sino al Milano Monza Motor Show, proseguendo in continuità le sinergie già attive negli anni precedenti con il Salone dell’Auto Parco Valentino di Torino. La carovana farà diverse tappe in cui si aggregheranno al corteo tutte le associazioni partner dell’evento. L’arrivo ed ingresso all’autodromo di Monza sfoceranno inoltre in una rievocazione organizzata in collaborazione con il comitato del Motor Show: una parata sul circuito storico con sopraelevata porterà il meglio di FIAT 500 a sfilare fra il pubblico proprio laddove Karl Abarth collezionò 6 record internazionali a bordo del primo “Cinquino” su cui mise le mani.
Se il percorso di andata sarà Stupinigi-Monza, il rientro delle vetture farà capolino presso il MAUTO Museo Nazionale dell’Automobile, a Torino, dove animeranno un’esposizione museale dedicata alla storia di FIAT 500: dal 24 Giugno prenderà così forma la 457 MAUTO Experience, che proseguirà sino al canonico compleanno popolare della 500, fissato al 4 Luglio. L’esposizione narrerà l’evoluzione del modello, dalla sua progenitrice “Topolino” sino all’attuale generazione, presentandone anche le derivazioni.
La stagione 457 Experience si concluderà quindi Domenica 27 Settembre con il Gran Gala Ceirano – Trofeo del motorismo di origine torinese. Mentre le tappe estive saranno incentrate esclusivamente sul mondo 500, la tappa autunnale abbraccerà tutto l’indotto tecnico della Mole. Il circuito del Gran Gala Ceirano si snoderà da Stupinigi sino a Pessione di Chieri, per la premiazione finale a Casa Martini: il successo delle precedenti edizioni consacrerà il Gran Gala Ceirano fra gli eventi di rilievo del panorama italiano, portandolo alla trasmissione TV in prima serata.
La stagione di eventi 457 Experience verrà sostenuta da SAT Società Assicuratrice Torinese, Supermercati Borello, Marando Service (Specialista macchinari industriali settore plastico), Autoservizi Stupinigi (Carrozzeria, autoriparazioni e lavaggio a Orbassano), Saturno Torino (Specialista del trasporto vetture) ed EnnePi (Produzione e restauro targhe per veicoli).

Le sei serie dell’Aurelia B20 protagoniste di Lancia Aurelia 1950 – 2020 mito senza tempo nei padiglioni (chiusi al pubblico) del Museo dell’Auto di Torino

Il museo è temporaneamente chiuso per l’emergenza Coronavirus, ma visitiamo idealmente la mostra attraverso le immagini realizzate per Kaleidosweb. Servizio di Tommaso M Valinotti

AURELIA B20 I Serie, telaio 1404 (1951) Coupé due porte destinata a soddisfare il nascente segmento di mercato delle “Gran Turismo”. La vettura era quasi imbattibile soprattutto nelle corse in salita, grazie alla notevole coppia del suo motore sei cilindri. Realizzata in 498 esemplari tra il 1951 e il 1952. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 1991 cc. 75 CV)

AURELIA B20 II Serie, telaio 1768 (1952). L’auto subisce modifiche alla carrozzeria e il cruscotto ridisegnato ospita ora il contagiri. La linea della fiancata culmina ora in un terminale a pinna più pronunciato. Viene inoltre incrementata la potenza, con l’aumento del rapporto di compressione. Realizzata in 673 esemplari tra il 1952 e il 1953. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 1991 cc. 80 CV)

AURELIA B20 II Serie, telaio 1877 (1952) L’auto esposta ha partecipato alla Mille Miglia del 1953 nella configurazione attuale. La carrozzeria ha subito un aggiornamento anche nei paraurti, che sono adesso privi dei rostri presenti nella serie precedente. In questa versione i freni vengono maggiorati. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 1991 cc. 80 CV)

AURELIA B20 III Serie, telaio 2660 (1953) Nel 1953 è presentata la nuova coupé, con sostanziali modifiche alla carrozzeria. La meccanica subisce importanti variazioni, con aumento della corsa e alesaggio; sono novità anche il profilo dell’albero a cammes, il carburatore e le fusioni del blocco motore e delle testate. Viene allungato il rapporto al ponte, consentendole una velocità massima di 185 km/h. realizzata in 7209 esemplari tra il 1953 e il 1954. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 2451 cc. 118 CV)

AURELIA B20S IV Serie, telaio 1218 (1954). Vengono eseguite lievi modifiche esterne, come l’inserimento del faro di retromarcia e dello spruzza vetri. Nuova è la sospensione posteriore, ora a ruote semi indipendenti tipo “De Dion”. Dal 1955 sono presenti i cristalli polarizzati ed è disponibile la guida a sinistra. Le vetture così equipaggiate sono identificate dal suffisso “S” che precede il numero del telaio. Realizzata in 1.000 esemplari tra il 1954 e il 1955. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 2451 cc. 118 CV)

AURELIA B20 V Serie, telaio 3745 (1956) La carrozzeria rimane inalterata, è differente la colorazione del cruscotto e vengono introdotti nuovi strumenti Jaeger. Scompare il faro di retromarcia. Cambiano i coprimozzi delle ruote. Il motore viene depotenziato, con la riduzione della velocità massima. I ceppi dei freni sono più grandi; il comando della frizione è idraulico. Realizzata in 299 esemplari nel 1956. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 2451 cc. 118 CV)

AURELIA B20 VI Serie, telaio 1772 (1957) Si aggiungono i deflettori ai vetri laterali, viene eliminato il baffo cromato al centro del cofano. La meccanica rimane sostanzialmente invariata, ma vengono rafforzate le balestre posteriori e vengono apportate nuove modifiche ai frani anteriori. Realizzata in 621 esemplari tra il 1957 e il 1958. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 2451 cc. 118 CV)

TORINO – Vincenzo Lancia aveva una predilezione per i nomi latini. Anche dopo la sua morte la casa torinese continuò per un certo periodo questa tradizione. Fu così che nacque “Aurelia” bellissimo nome che deriva da oro. Aurelia era il nome della madre di Giulio Cesare. Aurelia è il nome di una splendida vettura prodotta dalla Lancia dal 1950 al 1958. È stata la vettura protagonista del road-movie “Il sorpasso” del 1962 di Dino Risi con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, palcoscenico di un memorabile bacio sul suo cofano della conturbante Brigitte Bardot a Jean Louis Trintignat nel film “E Dio creò la donna” di Roger Vadim del 1956. Fu l’auto amata da Ernest Hemingway, Fausto Coppi e addirittura dal campionissimo Manuel Fangio. Carrozzata dai migliori stilisti dell’epoca come Pinin Farina, Bertone, Balbo e Viotti. Che portò a teatro la bella gente dell’Italia che rinasceva e ottenne risultati sportivi eclatanti, come il secondo posto di Giovanni Bracco alla Mille Miglia del 1951. Ai settant’anni dell’Aurelia è dedicata una stupenda mostra al Museo dell’Auto in programma sino al 30 maggio (orario 10-19, lunedì 10-14; biglietto 12€) per ora chiusa a causa del Coronavirus. Quando riaprirà sarà da vedere in ogni suo dettaglio.

ASI accende i motori della solidarietà per l’emergenza Coronavirus

Parte la raccolta fondi “insieme per fermare il covid”. Iniziativa congiunta di ASI e ANCI coordinata dalla cabina di regia Benessere Italia della Presidenza del Consiglio dei Ministri

Il mondo del motorismo storico nel quale opera l’Automotoclub Storico Italiano è animato da passione e valori positivi. Nell’attuale situazione di emergenza sanitaria dovuta alla gestione dell’epidemia del Covid 19 ASI ha avviato la raccolta fondi “INSIEME PER FERMARE IL COVID”, iniziativa promossa insieme ad ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e coordinata dalla Cabina di regia “Benessere Italia” della Presidenza del Consiglio dei Ministri, organo di supporto tecnico-scientifico al Presidente del Consiglio nell’ambito delle politiche per il benessere del Paese e della qualità della vita dei cittadini, che opera in stretta collaborazione con i Ministeri, le Regioni, le Province autonome e gli Enti locali.

I fondi raccolti da ASI e ANCI saranno destinati sia ad interventi locali con carattere d’urgenza – come ad esempio l’acquisto di respiratori per le terapie intensive – sia ad attività centralizzate: i progetti saranno identificati in un tavolo di lavoro coordinato dalla Cabina di regia “Benessere Italia”, del quale faranno parte ANCI – in collegamento con il Comitato Operativo della Protezione Civile – e ASI.

Tutte le informazioni e le modalità di partecipazione alla raccolta fondi “INSIEME PER FERMARE IL COVID” (compresa la donazione on line) si troveranno sul sito www.fermiamoilcovid.it.

Questo impegno di solidarietà condiviso da ASI con la Cabina di regia “Benessere Italia” e ANCI proseguirà nel tempo ed è volontà comune costituire una base di collaborazione più ampia, stabile e duratura. ASI è entrata a far parte della piattaforma “Benessere Italia” perché rappresenta un modello di associazionismo che sostiene un settore, quello del motorismo storico, motore di economia, promozione culturale e turistica del nostro Paese. Un settore in cui anche la formazione è importantissima per mantenere vive le attività ad esso legate, compresa la filiera degli artigiani. L’obbiettivo è di collaborare con molti stakeholder, italiani e stranieri, su temi di interesse nazionale e su normative di specifica attinenza.

“Ci mettiamo in moto per spegnere il virus – sottolinea Alberto Scuro, presidente ASI – perché una realtà come l’Automotoclub Storico Italiano non può restare ferma in questa difficile situazione. Con le iniziative coordinate da ASI Solidale vogliamo esprimere il nostro senso di responsabilità e di vicinanza alle Istituzioni con azioni sociali concrete attuate in sinergia con realtà dell’importanza della Cabina di Regia “Benessere Italia” della Presidenza del Consiglio dei Ministri e di ANCI. ASI, grazie anche alla sensibilità dei propri Club federati presenti in tutta Italia e dei tanti appassionati di motorismo storico, contribuirà in modo concreto: sono molte le iniziative di promozione del motorismo storico che abbiamo dovuto annullare e i fondi ad esse destinati saranno devoluti a “INSIEME PER FERMARE IL COVID”. Voglio ringraziare Antonio Durso, responsabile di ASI Solidale, per l’impegno e la determinazione con cui sta seguendo la realizzazione di questo progetto.”

“Sono molto felice – dichiara Filomena Maggino, presidente della Cabina di Regia Benessere Italia – che in questo momento così delicato stiamo ricevendo da parte di molti stakeholder tante richieste di sostegno alle istituzioni e soprattutto al nostro Paese. Un esempio sono ASI e ANCI, che hanno avviato un’importante iniziativa di raccolta fondi che vedrà il pieno sostegno della Cabina di Regia Benessere Italia.”

“Stiamo fronteggiando, con ogni mezzo, una situazione senza precedenti – sono le parole di Antonio Decaro, presidente ANCI e sindaco di Bari – con il timore di un contagio di difficile gestione e le limitazioni per arginarlo che ci disorientano, perché incidono sulle nostre quotidiane abitudini di vita. I sindaci, come tutti i rappresentanti delle istituzioni, sono responsabilmente impegnati contro l’emergenza sanitaria che sta vivendo il Paese. A nome di tutti loro, da presidente dell’ANCI, ho aderito convintamente alla raccolta di fondi proposta dall’ASI. Sono certo che, come sempre davanti alle difficoltà, gli italiani manifesteranno tutta la loro capacità di essere solidali e generosi.”

L’Aurelia B12 protagonista di Lancia Aurelia 1950 – 2020 mito senza tempo nei padiglioni (chiusi al pubblico) del Museo dell’Auto di Torino

Il museo è temporaneamente chiuso per l’emergenza Coronavirus, ma visitiamo idealmente la mostra attraverso le immagini realizzate per Kaleidosweb. Servizio di Tommaso M Valinotti

AURELIA B12, telaio 2374 (1954) Nasce la nuova berlina B12. La carrozzeria viene rivisitata e la meccanica rinnovata, con aumento della cilindrata. Sono novità anche la fusione del blocco cilindri, i supporti dell’albero motore e il filtro dell’olio. Sul frontale compaiono i fendinebbia e la parte posteriore si fa pronunciata. Realizzata in 2400 esemplari fra il 1954 e il 1955. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 2266 cc. 87 CV)

TORINO – Vincenzo Lancia aveva una predilezione per i nomi latini. Anche dopo la sua morte la casa torinese continuò per un certo periodo questa tradizione. Fu così che nacque “Aurelia” bellissimo nome che deriva da oro. Aurelia era il nome della madre di Giulio Cesare. Aurelia è il nome di una splendida vettura prodotta dalla Lancia dal 1950 al 1958. È stata la vettura protagonista del road-movie “Il sorpasso” del 1962 di Dino Risi con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, palcoscenico di un memorabile bacio sul suo cofano della conturbante Brigitte Bardot a Jean Louis Trintignat nel film “E Dio creò la donna” di Roger Vadim del 1956. Fu l’auto amata da Ernest Hemingway, Fausto Coppi e addirittura dal campionissimo Manuel Fangio. Carrozzata dai migliori stilisti dell’epoca come Pinin Farina, Bertone, Balbo e Viotti. Che portò a teatro la bella gente dell’Italia che rinasceva e ottenne risultati sportivi eclatanti, come il secondo posto di Giovanni Bracco alla Mille Miglia del 1951. Ai settant’anni dell’Aurelia è dedicata una stupenda mostra al Museo dell’Auto in programma sino al 30 maggio (orario 10-19, lunedì 10-14; biglietto 12€) per ora chiusa a causa del Coronavirus. Quando riaprirà sarà da vedere in ogni suo dettaglio.

L’Aurelia B10 del 1950, protagonista di Lancia Aurelia 1950 – 2020 mito senza tempo nei padiglioni (chiusi al pubblico) del Museo dell’Auto di Torino

Il museo è temporaneamente chiuso per l’emergenza Coronavirus, ma visitiamo idealmente la mostra attraverso le immagini realizzate per Kaleidosweb. Servizio di Tommaso M Valinotti

AURELIA B10, telaio 2126 (1950) La nuova berlina Lancia viene presentata al Salone dell’Auto di Torino nella primavera del 1950. Si chiama Aurelia, unito alla sigla B10 che si riferisce al numero di progetto costruttivo. Verrà prodotta in 5.451 esemplari tra il 1950 e il 1953. (Motore 6 cilindri a V di 60°. Cilindrata 1750 cc. 56 CV)

TORINO – Vincenzo Lancia aveva una predilezione per i nomi latini. Anche dopo la sua morte la casa torinese continuò per un certo periodo questa tradizione. Fu così che nacque “Aurelia” bellissimo nome che deriva da oro. Aurelia era il nome della madre di Giulio Cesare. Aurelia è il nome di una splendida vettura prodotta dalla Lancia dal 1950 al 1958. È stata la vettura protagonista del road-movie “Il sorpasso” del 1962 di Dino Risi con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, palcoscenico di un memorabile bacio sul suo cofano della conturbante Brigitte Bardot a Jean Louis Trintignat nel film “E Dio creò la donna” di Roger Vadim del 1956. Fu l’auto amata da Ernest Hemingway, Fausto Coppi e addirittura dal campionissimo Manuel Fangio. Carrozzata dai migliori stilisti dell’epoca come Pinin Farina, Bertone, Balbo e Viotti. Che portò a teatro la bella gente dell’Italia che rinasceva e ottenne risultati sportivi eclatanti, come il secondo posto di Giovanni Bracco alla Mille Miglia del 1951. Ai settant’anni dell’Aurelia è dedicata una stupenda mostra al Museo dell’Auto in programma sino al 30 maggio (orario 10-19, lunedì 10-14; biglietto 12€) per ora chiusa a causa del Coronavirus. Quando riaprirà sarà da vedere in ogni suo dettaglio.

APRILIA BILUX Carrozzeria Pinin Farina (1948) protagonista di Lancia Aurelia 1950 – 2020 mito senza tempo nei padiglioni (chiusi al pubblico) del Museo dell’Auto di Torino

Il museo è temporaneamente chiuso per l’emergenza Coronavirus, ma visitiamo idealmente la mostra attraverso le immagini realizzate per Kaleidosweb. Servizio di Tommaso M Valinotti

APRILIA BILUX Carrozzeria Pinin Farina (1948). La carrozzeria Pinin Farina dal 1946 al 1949 realizza alcuni esemplari su meccanica Aprilia, denominati Bilux. Linea Fluida, con i parafanghi solo lievemente accennati e quasi incorporati nella carrozzeria, preannuncia la nuova Lancia: l’Aurelia (Meccanica Aprilia 1500, motore 4 cilindri a V stretto. Cilindrata 1486 cc, 48 CV)

TORINO – Vincenzo Lancia aveva una predilezione per i nomi latini. Anche dopo la sua morte la casa torinese continuò per un certo periodo questa tradizione. Fu così che nacque “Aurelia” bellissimo nome che deriva da oro. Aurelia era il nome della madre di Giulio Cesare. Aurelia è il nome di una splendida vettura prodotta dalla Lancia dal 1950 al 1958. È stata la vettura protagonista del road-movie “Il sorpasso” del 1962 di Dino Risi con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, palcoscenico di un memorabile bacio sul suo cofano della conturbante Brigitte Bardot a Jean Louis Trintignat nel film “E Dio creò la donna” di Roger Vadim del 1956. Fu l’auto amata da Ernest Hemingway, Fausto Coppi e addirittura dal campionissimo Manuel Fangio. Carrozzata dai migliori stilisti dell’epoca come Pinin Farina, Bertone, Balbo e Viotti. Che portò a teatro la bella gente dell’Italia che rinasceva e ottenne risultati sportivi eclatanti, come il secondo posto di Giovanni Bracco alla Mille Miglia del 1951. Ai settant’anni dell’Aurelia è dedicata una stupenda mostra al Museo dell’Auto in programma sino al 30 maggio (orario 10-19, lunedì 10-14; biglietto 12€) per ora chiusa a causa del Coronavirus. Quando riaprirà sarà da vedere in ogni suo dettaglio.

La galleria fotografica del Concours d’Elégance Trofeo Salvarola Terme 2019 (17-18 marzo)

Il Concours d’Elégance Trofeo Salvarola Terme nasce nel 2000 con lo scopo di promuovere i gioielli del Modenese: i tesori della tavola, dall’Aceto Balsamico al Parmigiano Reggiano, dal Lambrusco ai salumi.
Le bellezze architettoniche, naturalistiche ed artistiche di quella che fu una grande signoria Rinascimentale. Le eccellenze produttive, dal tessile alla ceramica. Il benessere che solo le Terme sanno concedere. Ed il “fil rouge” (è proprio il colore giusto) che diventa Cicerone di questa terra è l’emozionante rombo dei motori. In fondo nella storia dell’automobilismo, che con rispetto da 16 anni esploriamo, c’è tanta italianità: l’amore per le cose belle, unito al pragmatismo che le vuol veder funzionare bene. La ricerca di soluzioni più efficaci, più innovative. La sfida ai più grandi, per diventarlo, un giorno, con la fatica e con l’ingegno. La passione, sopra ogni altra cosa.

Crediamo che in questi anni qualche appassionato di motori si sia entusiasmato ai tortellini, e magari viceversa. Crediamo che più di qualcuno, nel vivere tante emozioni, tutte insieme, si sia sentito orgoglioso di questo lembo d’Italia. Speriamo che tanti altri vengano, a sfilare fra collina e pianura, ad ammirare i Musei, ad assaggiare le cose buone, a lasciarsi accogliere con calore. E che ripartano un po’ a malincuore, desiderosi di ritornare nella Terra delle Rosse.

Il Trofeo Salvarola Terme è realizzato a mano in un’unica copia per ciascuna edizione da Maestri Modenesi dell’arte ceramica. Esso rappresenta le Terme della Salvarola riprendendone la suggestiva facciata Liberty e la simbologia tipica delle benefiche acque curative, accostate ad una vettura da corsa, dalle sinuose linee del passato e rigorosamente rossa. Nel Trofeo Salvarola Terme c’è tanto della nostra amata terra: la terra, innanzi tutto. Dura sotto la zappa quando è secca, infida sotto i piedi quando è bagnata, versatile, artistica, celebre ed eterna dopo essere stata baciata dal fuoco dei forni ceramici. Sassuolo ha piastrellato mezzo mondo, dalle cattedrali allo Space Shuttle, e l’ha fatto con ingegno, arte e temerario spirito d’avventura. Con la terra e con il fuoco, che qui brucia caldo ed indomito. Il fuoco della passione e dei motori a scoppio, che ardeva nelle vene di Enzo Ferrari e nei suoi piloti, quello che tutto accende di Rosso. Il fuoco che incendiava i cuori quando Luciano Pavarotti intonava il Nessun Dorma, nel mondo intero.

L’acqua è ovunque, sotto Modena. Nel centro città ci sono Corso Canalchiaro e Corso Canalgrande, e anche se sono ciottolati e lastricati da tempo immemore, è facile immaginare quanta acqua scorra sotto i piedi dei modenesi. Nelle Salse di Nirano l’acqua abbraccia la terra e gorgogliando crea vulcani di fango. A Salvarola Terme, l’acqua fluisce e vince, per far del bene, per guarire e prevenire piccoli e grandi malanni, sin dai tempi di Romani. Si dice che la Gran Duchessa Matilde di Canossa nel 1114 cadde ammalata così gravemente che i più la diedero per morta e Mantova cacciò la guarnigione dei Canossa festeggiando la ritrovata indipendenza. Ma non si erano ripresi dalla sbornia che Matilde in persona, al comando di un esercito, si presentò alle porte della città. Si era rimessa curandosi con le Benefiche Acque della Salvarola.

Lancia Aurelia 1950 – 2020 mito senza tempo nei padiglioni (chiusi) del Museo dell’Auto di Torino

Il museo è temporaneamente chiuso per l’emergenza Coronavirus, ma visitiamo idealmente la mostra attraverso le immagini realizzate per Kaleidosweb. Servizio di Tommaso M Valinotti

TORINO – Vincenzo Lancia aveva una predilezione per i nomi latini. Anche dopo la sua morte la casa torinese continuò per un certo periodo questa tradizione. Fu così che nacque “Aurelia” bellissimo nome che deriva da oro. Aurelia era il nome della madre di Giulio Cesare. Aurelia è il nome di una splendida vettura prodotta dalla Lancia dal 1950 al 1958. È stata la vettura protagonista del road-movie “Il sorpasso” del 1962 di Dino Risi con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, palcoscenico di un memorabile bacio sul suo cofano della conturbante Brigitte Bardot a Jean Louis Trintignat nel film “E Dio creò la donna” di Roger Vadim del 1956. Fu l’auto amata da Ernest Hemingway, Fausto Coppi e addirittura dal campionissimo Manuel Fangio. Carrozzata dai migliori stilisti dell’epoca come Pinin Farina, Bertone, Balbo e Viotti.

Che portò a teatro la bella gente dell’Italia che rinasceva e ottenne risultati sportivi eclatanti, come il secondo posto di Giovanni Bracco alla Mille Miglia del 1951. Ai settant’anni dell’Aurelia è dedicata una stupenda mostra al Museo dell’Auto in programma sino al 30 maggio (orario 10-19, lunedì 10-14; biglietto 12€) per ora chiusa a causa del Coronavirus. Quando riaprirà sarà da vedere in ogni suo dettaglio.

Lancia Aurelia 1950 – 2020 mito senza tempo nei padiglioni del Museo dell’Auto di Torino (temporaneamente chiuso)

Dal 30 gennaio al 3 maggio 2020 . Foto Giorgio Perottino

Il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile di Torino dedica una retrospettiva alla mitica Lancia Aurelia, modello tra i più moderni e raffinati della produzione italiana del dopoguerra e simbolo della straordinaria crescita economica della penisola in quel periodo. La mostra sarà aperta al pubblico dal 30 gennaio al 3 maggio 2020.  

Torino, 30 gennaio 2020. Il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile di Torino inaugura la mostra LANCIA AURELIA 1950 – 2020. MITO SENZA TEMPO, uno straordinario percorso espositivo articolato su due piani che racconta, con il contributo di 18 esemplari d’eccezione – di serie e fuoriserie –, l’evoluzione del modello presentato per la prima volta al pubblico proprio a Torino nel 1950.

Già a partire da quella prima apparizione, grazie al fortunato sodalizio creativo e stilistico con Battista Pinin Farina, la Lancia Aurelia si impone agli occhi di tutto il mondo come espressione di pura eleganza, ispirata a un ideale di levigata sobrietà. Tale fu il suo successo, che divenne anche protagonista di film famosi come “Il sorpassocon Vittorio Gassman e “Et Dieu crèa la femme” con Brigitte Bardot, che la consacrarono icona di stile a livello internazionale.

D’altro canto, i suoi contenuti tecnologici, frutto di collaborazioni tecniche con progettisti del calibro di Vittorio Jano e Francesco De Virgilio, hanno affermato il marchio Lancia come sinonimo di prestazioni e sportività, e fatto innamorare dell’Aurelia intere schiere di appassionati collezionisti. Solo per citarne alcuni: il primo motore a 6 cilindri a V (che ispirò i tecnici Ferrari nella realizzazione della Dino 1500 cc); il monoblocco di alluminio fuso in conchiglia; la sospensione posteriore a ruote indipendenti; la collocazione posteriore del gruppo cambio- propulsore per equilibrare i pesi della vettura; i freni posteriori in blocco col propulsore, per ridurre il peso delle masse non sospese, consentendo maggiore aderenza alla strada. Lancia si avvalse inoltre della preziosa collaborazione di fornitori altamente specializzati. Tra questi Nardi, i cui collettori di aspirazione, a due e a sei carburatori, hanno esaltato le prestazioni dei motori Aurelia, migliorandone potenza, ripresa e velocità, e i cui eleganti volanti hanno consacrato lo stile italiano, e Pirelli, che nel 1951 lanciò con perfetto tempismo il Cinturato, innovativo pneumatico a struttura radiale, mettendo al servizio di tutte le serie Aurelia una maggiore precisione di guida e una migliore tenuta di strada.

Una vettura “da città”, le cui linee sportive accolgono un motore e una meccanica che la rendono altamente prestazionale anche in gara. L’Aurelia ottiene infatti straordinarie affermazioni nelle più importanti gare dell’epoca: Mille Miglia, Targa Florio, Giro di Sicilia, 24 Ore di Le Mans, Coppa d’Oro delle Dolomiti, e altre ancora.

Amata da Hemingway e da Fausto Coppi, lodata da Juan Manuel Fangio – che la paragonò ad una “coppa di matè”, l’infuso da cui gli uomini delle Ande traggono forza e fiducia – la Lancia Aurelia è giustamente considerata “un momento magico nell’evoluzione dell’automobile” (Massimo Fila Robattino, curatore della mostra)

“Mito senza tempo – dichiara Benedetto Camerana, Presidente del MAUTO – celebra la Lancia Aurelia, nei suoi 70 anni e nelle sue varie e seducenti versioni: un simbolo luminoso della storia dell’Italia, che sintetizza la rinnovata fiducia nel futuro dopo la tragedia bellica e la rinascita industriale, unendo la genialità torinese dell’ingegneria meccanica e del design con i migliori fornitori simbolo della qualità italiana. Questi sono gli ingredienti di un’auto che si impone nel mondo come icona della bellezza, della tecnica, del piacere di vivere. Lo testimoniano i riconoscimenti internazionali, i grandi clienti ieri e i collezionisti oggi, le produzioni cinematografiche e persino i fumetti.  Un prodotto che unisce Vittorio Jano e Brigitte Bardot definisce idealmente il valore universale dell’automobile. Il Mauto aggiunge così un capitolo importante al proprio continuo lavoro di indagine e di rappresentazione del ruolo dell’auto nella storia del Novecento”.

Il percorso della mostra. “Raccontare la Lancia Aurelia” dichiara Massimo Fila Robattino, curatore della mostra “significa testimoniare il grande desiderio di riscatto che ha animato l’Italia nelle difficoltà del dopoguerra, dando vita a una vettura che solo pochi anni prima sarebbe stata irrealizzabile e che anche all’epoca, nel contesto di un’economia che ancora doveva dimostrare di essere in grado di ripartire, costituì una coraggiosa scommessa.”

La mostra inizia con una Lancia Aprilia Bilux Pinin Farina del 1948, che anticipa sotto alcuni aspetti gli stilemi che saranno tipici della nascitura Aurelia. Sopra un verde riquadro appare quindi la B10, la prima Lancia Aurelia presentata al Salone di Torino del 1950 su un tappeto erboso, per volere di Adele Lancia, allora Presidente della Società.

Segue una sfilata di esemplari in continua evoluzione, che riuscirono sempre a stupire il pubblico, pur ormai avvezzo all’altissima qualità offerta dalla casa automobilistica torinese. Alla B10 si affianca la B12, rivisitata sia nella carrozzeria che nella meccanica, con un aumento sostanziale del numero di cavalli rispetto alla berlina precedente, e l’adozione di una sospensione posteriore a ruote semi indipendenti.

Nella versione B24, l’Aurelia ha conquistato anche il mondo del cinema con la sua eleganza sportiva, che le ha permesso di essere allo stesso tempo una automobile da città e una temibile vettura da competizione. Proprio alle spalle di una B24S Convertibile e di una B24S Spider scorrono immagini tratte dalle pellicole che le hanno rese famose.

A chiudere il cerchio evolutivo dell’Aurelia, la Florida II del 1957 appartenuta a Pinin Farina stesso, prestata al MAUTO dalla Casa di Cambiano.

Si entra quindi nella seconda parte dell’esposizione, dove ogni vettura è uno spettacolo irripetibile. La B52 realizzata da Bertone per il salone di Torino del 1952; la B53 della Carrozzeria Balbo, prima creatura di Francesco Scaglione; la B53 “Giardinetta” di Viotti; due B50 Pinin Farina, di cui una realizzata in versione speciale appartenuta alla principessa Furtin Von Bismark. Infine, una B20 GT con la livrea originale della Mille Miglia del 1953, in compagnia di altri sei esemplari Gran Turismo (dalla I alla VI serie), modello capace di grandi imprese sportive, come quella conseguita da Giovanni Bracco con il secondo posto assoluto alla Mille Miglia del 1951. Arricchiscono questa sezione alcuni dei trofei più prestigiosi conquistati dalla Lancia Aurelia e un video con immagini delle vetture in gara e ritratti di alcuni “gentlemen drivers”.

Il racconto della mostra dedicata alla LANCIA AURELIA è affidato al catalogo realizzato da Massimo Fila Robattino, curatore della mostra, con il contributo del giornalista Giosuè Boetto Cohen, e sarà in vendita presso il bookshop del MAUTO.

La mostra LANCIA AURELIA 1950-2020: MITO SENZA TEMPO è stata organizzata con il supporto di Aubay, leader europea nelle aree della consulenza direzionale e dell’information & communication technology, e degli storici fornitori Lancia, Nardi e Pirelli, due eccellenze italiane protagoniste della storia dell’automobile.

Pirelli è presente in questa occasione confermando il suo impegno per il mondo delle autovetture d’epoca: alcune delle Aurelia esposte sono equipaggiate con i Cinturato CA67, così come lo erano quelle uscite dalle linee di Borgo San Paolo. Pneumatici che oggi appartengono alla gamma Pirelli Collezione: la filosofia di questi prodotti è quella di offrire ai collezionisti il pneumatico giusto per le vetture più affascinanti, come nel caso della Lancia Aurelia, mantenendo le caratteristiche di guida e l’aspetto estetico di un tempo ma utilizzando i materiali di più recente sviluppo e moderne tecniche produttive.

Si ringrazia anche Bontà Classic Garage, officina meccanica partner del museo, che ha seguito il restauro della meccanica della LANCIA AURELIA B20S VI Serie, facente parte della collezione del MAUTO ed esposta in mostra.

LANCIA AURELIA 1950 – 2020: MITO SENZA TEMPO

Automobili in mostra

  • APRILIA BILUX Carrozzeria Pinin Farina (1948)
  • AURELIA B10, telaio 2126 (1950)
  • AURELIA B12, telaio 2374 (1954)
  • AURELIA B20 I Serie, telaio 1404 (1951)
  • AURELIA B20 II Serie, telaio 1768 (1952)
  • AURELIA B20 II Serie, telaio 1877 (1952)
  • AURELIA B20 III Serie, telaio 2660 (1953)
  • AURELIA B20S IV Serie, telaio 1218 (1954)
  • AURELIA B20 V Serie, telaio 3745 (1956)
  • AURELIA B20 VI Serie, telaio 1772 (1957)
  • AURELIA B24S Spider, telaio 1002 (1955)
  • AURELIA B24S Convertibile, telaio 1598 (1956)
  • AURELIA B53 Carrozzeria Viotti, telaio 1003 (1952)
  • AURELIA B52 Carrozzeria Bertone, telaio 1074 (1952)
  • AURELIA B50 Carrozzeria Pinin Farina, telaio 1225 (1951)
  • AURELIA B50 Carrozzeria Pinin Farina, telaio 1206 (1951)
  • AURELIA B50 Carrozzeria Balbo, telaio 1016 (1952)
  • FLORIDA II Carrozzeria Pinin Farina, (1957)

Le aquile Guzzi tornano a volare ad ASI Motoshow 2020

Cresce l’attesa e fervono i preparativi per la 19^ edizione di ASI MotoShow, in programma dall’8 al 10 maggio all’Autodromo “Riccardo Paletti” di Varano de’ Melegari, dove si potrà vivere e riscoprire la storia del motociclismo mondiale, dalle origini ad oggi. L’evento organizzato dall’Automotoclub Storico Italiano ha raggiunto ormai grande notorietà anche all’estero: migliaia di motociclette d’epoca invaderanno la pista di Varano, nel paddock si potranno ammirare mostre tematiche, si incontreranno i più grandi campioni di tutti i tempi e si vivrà la magica atmosfera dei pionieri del motociclismo. È stata riconfermata la partnership tra ASI e Yamaha, che sarà presente con le sue moto storiche da competizione ufficiali e con i grandi campioni che hanno firmato i loro successi sportivi: tra questi, è stata confermata la presenza di Luca Cadalora.

L’ultima novità riguarda invece la presenza delle più rare e preziose Moto Guzzi da corsa, raccolte dall’Automotoclub Storico Italiano in una rassegna intitolata “L’Aquila torna a volare”. Si segnala, in particolare, la presenza di due Guzzi GP 500 del 1955, le famose “8 cilindri” progettate dal geniale Giulio Cesare Carcano e costruite in soli sei esemplari. Quelle esposte al MotoShow avranno carenatura “Tourist Trophy” e a “campana”. Altre “Aquile” speciali in mostra saranno le 500 4 cilindri con compressore del 1932 e bicilindriche del 1934 e del 1946, un’altra 500 4 cilindri del 1953 e la 350 bialbero del 1956. Inoltre, scenderanno in pista per la Parata dei Campioni le Guzzi 250 compressore da record del 1939, la 500 bicilindrica del 1951 e le 250 “compressore iniezione meccanica” e “monoalbero becco di uccello” del 1953: con loro torneranno in sella i piloti Roberto Gallina, Angelo Balzarotti, Renato Pasini e Piero Lotti.
Saranno decine, poi, gli altri campioni protagonisti dell’ormai tradizionale parata: Manuel Poggiali, Carlos Checa, Giorgio Melandri, Pierfrancesco Chili, Vittorio Zito e il mitico Phil Read, solo per citarne alcuni.

Tra le altre iniziative speciali già previste nel paddock, si può citare il Villaggio Yamaha, la “Nuvola Arancione” del Team Laverda con la parata delle “750”, le “Moto dei pionieri” ante 1918, la “Sfida dei cinquantini”, la presenza del World Classic Racing Team e dell’associazione Spirit of Speed con una selezione delle più famose moto da GP dagli ’50 agli anni ’80.

Torna il Gran Premio Parco Valentino delle supercar

La 6a edizione della parata tra gli eventi di Milano Monza Motor Show

Torino, 7 febbraio 2020 Domenica 21 giugno 2020 tornerà il Gran Premio Parco Valentino, la sfilata riservata ai collezionisti di supercar e auto storiche di prestigio che, nella sua 6a edizione, entrerà a far parte del calendario eventi di Milano Monza Motor Show. Il Gran Premio Parco Valentino è stato presentato presso il Palazzo della Regione Piemonte a Torino, alla presenza di Alberto Cirio, Presidente Regione Piemonte, Andrea Tronzano, Assessore al Bilancio della Regione Piemonte, Matteo Marnati, Assessore all’Ambiente Regione Piemonte, Alessandro Canelli, Sindaco di Novara, Alberto Gusmeroli, Sindaco di Arona, Piergiorgio Re, Presidente Comitato ACI Piemonte, Gianmarco Giorda, Direttore ANFIA, e Andrea Levy, Presidente Milano Monza Motor Show. Una parata dinamica di quella che è la storia dell’automobile, rappresentata dai modelli più iconici che ne hanno rappresentato l’evoluzione e i passaggi chiave, sia in ambito ingegneristico che in quello di design. Supercar, prototipi dei più grandi carrozzieri e centri stile, auto classiche e moderne dotate delle tecnologie più all’avanguardia sfileranno tra le strade più belle di Piemonte e Lombardia, in un evento dinamico di caratura internazionale in grado di unire le due regioni, realizzato anche grazie alla collaborazione di ACI Torino e ACI Novara. I collezionisti si daranno appuntamento ad Arona, sponda piemontese del Lago Maggiore, da dove partiranno per arrivare e pranzare al Castello Visconteo Sforzesco di Novara, che si affaccia su Piazza Martiri, nel pieno centro della città. Una visita al Castello e poi le auto si muoveranno in parata alla volta di Monza e dell’Autodromo, traguardo del Gran Premio Parco Valentino: i collezionisti festeggeranno l’arrivo con un giro sulla pista di Formula 1 dell’Autodromo di Monza, visitando e vivendo il Milano Monza Motor Show da veri protagonisti. Tornerà anche la Supercar Night Parade: giovedì 18 giugno andrà in scena il Tribute ACI Torino Monza Supercar Night Parade, uno speciale road to organizzato da ACI Torino che porterà le più belle auto sportive dal centro storico di Torino fino al Monza Eni Circuit, dove si uniranno alle ore 20 alla Monza Supercar Night Parade, la parata di hypercar e supercar che chiuderà la giornata inaugurale del Milano Monza Motor Show con una grande festa sulle antiche sopraelevate e sul rettilineo dell’Autodromo di Monza. Sul sito www.milanomonza.com è possibile candidare la propria vettura per partecipare alla 6a edizione del Gran Premio Parco Valentino e alla Monza Supercar Night Parade.

Andrea Levy – Presidente Milano Monza Motor Show “Il Gran Premio Parco Valentino da sempre ha rappresentato l’anima dinamica, glamour e culturale in grado di raccontare la storia dell’automobile attraverso i modelli scelti dagli equipaggi partecipanti. Sono molto felice che la sua 6a edizione entri nel calendario di Milano Monza Motor Show unendo Arona e Novara, città splendide e ricche di storia e di monumenti, naturalmente collegate alla vicina Lombardia da una strada suggestiva che costeggia la zona dei laghi e che arriva a Monza, perla della Brianza, e al suo Autodromo, Tempio della Velocità e sede di Milano Monza Motor Show. Ringrazio la Regione Piemonte e tutte le istituzioni che hanno fortemente voluto la realizzazione di questa parata di collezionisti, collaborando in sinergia affinché potesse organizzarsi e realizzarsi”.

Alberto Cirio – Presidente Regione Piemonte “Siamo felici di poter ospitare il Gran Premio Parco Valentino perché per noi è fondamentale innanzitutto mantenere il legame con un evento che è nato nella nostra regione e che vede in questo territorio la capitale italiana dell’automobile. Sarà una occasione per attrarre migliaia di appassionati lungo un percorso di grande bellezza e suggestione che valorizza e racconta luoghi come Arona e Novara, città incastonate in un patrimonio di eccellenza ambientale, paesaggistica, storica e culturale.”