Dal 30 gennaio al 3 maggio 2020 . Foto Giorgio Perottino
Il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile di Torino dedica una retrospettiva alla mitica Lancia Aurelia, modello tra i più moderni e raffinati della produzione italiana del dopoguerra e simbolo della straordinaria crescita economica della penisola in quel periodo. La mostra sarà aperta al pubblico dal 30 gennaio al 3 maggio 2020.
Torino, 30 gennaio 2020. Il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile di Torino inaugura la mostra LANCIA AURELIA 1950 – 2020. MITO SENZA TEMPO, uno straordinario percorso espositivo articolato su due piani che racconta, con il contributo di 18 esemplari d’eccezione – di serie e fuoriserie –, l’evoluzione del modello presentato per la prima volta al pubblico proprio a Torino nel 1950.
Già a partire da quella prima apparizione, grazie al fortunato sodalizio creativo e stilistico con Battista Pinin Farina, la Lancia Aurelia si impone agli occhi di tutto il mondo come espressione di pura eleganza, ispirata a un ideale di levigata sobrietà. Tale fu il suo successo, che divenne anche protagonista di film famosi come “Il sorpasso” con Vittorio Gassman e “Et Dieu crèa la femme” con Brigitte Bardot, che la consacrarono icona di stile a livello internazionale.
D’altro canto, i suoi contenuti tecnologici, frutto di collaborazioni tecniche con progettisti del calibro di Vittorio Jano e Francesco De Virgilio, hanno affermato il marchio Lancia come sinonimo di prestazioni e sportività, e fatto innamorare dell’Aurelia intere schiere di appassionati collezionisti. Solo per citarne alcuni: il primo motore a 6 cilindri a V (che ispirò i tecnici Ferrari nella realizzazione della Dino 1500 cc); il monoblocco di alluminio fuso in conchiglia; la sospensione posteriore a ruote indipendenti; la collocazione posteriore del gruppo cambio- propulsore per equilibrare i pesi della vettura; i freni posteriori in blocco col propulsore, per ridurre il peso delle masse non sospese, consentendo maggiore aderenza alla strada. Lancia si avvalse inoltre della preziosa collaborazione di fornitori altamente specializzati. Tra questi Nardi, i cui collettori di aspirazione, a due e a sei carburatori, hanno esaltato le prestazioni dei motori Aurelia, migliorandone potenza, ripresa e velocità, e i cui eleganti volanti hanno consacrato lo stile italiano, e Pirelli, che nel 1951 lanciò con perfetto tempismo il Cinturato, innovativo pneumatico a struttura radiale, mettendo al servizio di tutte le serie Aurelia una maggiore precisione di guida e una migliore tenuta di strada.
Una vettura “da città”, le cui linee sportive accolgono un motore e una meccanica che la rendono altamente prestazionale anche in gara. L’Aurelia ottiene infatti straordinarie affermazioni nelle più importanti gare dell’epoca: Mille Miglia, Targa Florio, Giro di Sicilia, 24 Ore di Le Mans, Coppa d’Oro delle Dolomiti, e altre ancora.
Amata da Hemingway e da Fausto Coppi, lodata da Juan Manuel Fangio – che la paragonò ad una “coppa di matè”, l’infuso da cui gli uomini delle Ande traggono forza e fiducia – la Lancia Aurelia è giustamente considerata “un momento magico nell’evoluzione dell’automobile” (Massimo Fila Robattino, curatore della mostra)
“Mito senza tempo – dichiara Benedetto Camerana, Presidente del MAUTO – celebra la Lancia Aurelia, nei suoi 70 anni e nelle sue varie e seducenti versioni: un simbolo luminoso della storia dell’Italia, che sintetizza la rinnovata fiducia nel futuro dopo la tragedia bellica e la rinascita industriale, unendo la genialità torinese dell’ingegneria meccanica e del design con i migliori fornitori simbolo della qualità italiana. Questi sono gli ingredienti di un’auto che si impone nel mondo come icona della bellezza, della tecnica, del piacere di vivere. Lo testimoniano i riconoscimenti internazionali, i grandi clienti ieri e i collezionisti oggi, le produzioni cinematografiche e persino i fumetti. Un prodotto che unisce Vittorio Jano e Brigitte Bardot definisce idealmente il valore universale dell’automobile. Il Mauto aggiunge così un capitolo importante al proprio continuo lavoro di indagine e di rappresentazione del ruolo dell’auto nella storia del Novecento”.
Il percorso della mostra. “Raccontare la Lancia Aurelia” dichiara Massimo Fila Robattino, curatore della mostra “significa testimoniare il grande desiderio di riscatto che ha animato l’Italia nelle difficoltà del dopoguerra, dando vita a una vettura che solo pochi anni prima sarebbe stata irrealizzabile e che anche all’epoca, nel contesto di un’economia che ancora doveva dimostrare di essere in grado di ripartire, costituì una coraggiosa scommessa.”
La mostra inizia con una Lancia Aprilia Bilux Pinin Farina del 1948, che anticipa sotto alcuni aspetti gli stilemi che saranno tipici della nascitura Aurelia. Sopra un verde riquadro appare quindi la B10, la prima Lancia Aurelia presentata al Salone di Torino del 1950 su un tappeto erboso, per volere di Adele Lancia, allora Presidente della Società.
Segue una sfilata di esemplari in continua evoluzione, che riuscirono sempre a stupire il pubblico, pur ormai avvezzo all’altissima qualità offerta dalla casa automobilistica torinese. Alla B10 si affianca la B12, rivisitata sia nella carrozzeria che nella meccanica, con un aumento sostanziale del numero di cavalli rispetto alla berlina precedente, e l’adozione di una sospensione posteriore a ruote semi indipendenti.
Nella versione B24, l’Aurelia ha conquistato anche il mondo del cinema con la sua eleganza sportiva, che le ha permesso di essere allo stesso tempo una automobile da città e una temibile vettura da competizione. Proprio alle spalle di una B24S Convertibile e di una B24S Spider scorrono immagini tratte dalle pellicole che le hanno rese famose.
A chiudere il cerchio evolutivo dell’Aurelia, la Florida II del 1957 appartenuta a Pinin Farina stesso, prestata al MAUTO dalla Casa di Cambiano.
Si entra quindi nella seconda parte dell’esposizione, dove ogni vettura è uno spettacolo irripetibile. La B52 realizzata da Bertone per il salone di Torino del 1952; la B53 della Carrozzeria Balbo, prima creatura di Francesco Scaglione; la B53 “Giardinetta” di Viotti; due B50 Pinin Farina, di cui una realizzata in versione speciale appartenuta alla principessa Furtin Von Bismark. Infine, una B20 GT con la livrea originale della Mille Miglia del 1953, in compagnia di altri sei esemplari Gran Turismo (dalla I alla VI serie), modello capace di grandi imprese sportive, come quella conseguita da Giovanni Bracco con il secondo posto assoluto alla Mille Miglia del 1951. Arricchiscono questa sezione alcuni dei trofei più prestigiosi conquistati dalla Lancia Aurelia e un video con immagini delle vetture in gara e ritratti di alcuni “gentlemen drivers”.
Il racconto della mostra dedicata alla LANCIA AURELIA è affidato al catalogo realizzato da Massimo Fila Robattino, curatore della mostra, con il contributo del giornalista Giosuè Boetto Cohen, e sarà in vendita presso il bookshop del MAUTO.
La mostra LANCIA AURELIA 1950-2020: MITO SENZA TEMPO è stata organizzata con il supporto di Aubay, leader europea nelle aree della consulenza direzionale e dell’information & communication technology, e degli storici fornitori Lancia, Nardi e Pirelli, due eccellenze italiane protagoniste della storia dell’automobile.
Pirelli è presente in questa occasione confermando il suo impegno per il mondo delle autovetture d’epoca: alcune delle Aurelia esposte sono equipaggiate con i Cinturato CA67, così come lo erano quelle uscite dalle linee di Borgo San Paolo. Pneumatici che oggi appartengono alla gamma Pirelli Collezione: la filosofia di questi prodotti è quella di offrire ai collezionisti il pneumatico giusto per le vetture più affascinanti, come nel caso della Lancia Aurelia, mantenendo le caratteristiche di guida e l’aspetto estetico di un tempo ma utilizzando i materiali di più recente sviluppo e moderne tecniche produttive.
Si ringrazia anche Bontà Classic Garage, officina meccanica partner del museo, che ha seguito il restauro della meccanica della LANCIA AURELIA B20S VI Serie, facente parte della collezione del MAUTO ed esposta in mostra.
LANCIA AURELIA 1950 – 2020: MITO SENZA TEMPO
Automobili in mostra
- APRILIA BILUX Carrozzeria Pinin Farina (1948)
- AURELIA B10, telaio 2126 (1950)
- AURELIA B12, telaio 2374 (1954)
- AURELIA B20 I Serie, telaio 1404 (1951)
- AURELIA B20 II Serie, telaio 1768 (1952)
- AURELIA B20 II Serie, telaio 1877 (1952)
- AURELIA B20 III Serie, telaio 2660 (1953)
- AURELIA B20S IV Serie, telaio 1218 (1954)
- AURELIA B20 V Serie, telaio 3745 (1956)
- AURELIA B20 VI Serie, telaio 1772 (1957)
- AURELIA B24S Spider, telaio 1002 (1955)
- AURELIA B24S Convertibile, telaio 1598 (1956)
- AURELIA B53 Carrozzeria Viotti, telaio 1003 (1952)
- AURELIA B52 Carrozzeria Bertone, telaio 1074 (1952)
- AURELIA B50 Carrozzeria Pinin Farina, telaio 1225 (1951)
- AURELIA B50 Carrozzeria Pinin Farina, telaio 1206 (1951)
- AURELIA B50 Carrozzeria Balbo, telaio 1016 (1952)
- FLORIDA II Carrozzeria Pinin Farina, (1957)