Mauro Beltramo alla Ronde del Canavese per non perdere l’abitudine

Esordio stagionale portacolori della Meteco Corse che in attesa di prendere il volante della sua Fiesta R5 si mantiene in forma con la Clio R3C della Gima. Prima della gara canavesana il pilota saluzzese affonda nei ricordi della piovosa edizione 2013 e racconta il suo difficile rapporto con le bialere e la bellezza della prova speciale. di Tommaso M. Valinotti; hanno collaborato per le immagini Action Race, Elio Magnano, Valter Toso

SALUZZO (CN) – Gravosi impegni di lavoro, ma una passione rallistica ancor più grande. Mauro Beltramo si destreggia fra un appuntamento lavorativo nella sua azienda di revisione veicoli e una prova speciale con la leggerezza di un trapezista, ritagliandosi quegli spazi che rappresentano la sua grande passione. “Correrò il Rally Ronde del Canavese, navigato dal canavesano Pier Carlo Sala, al volante di una Clio R3C per riprendere confidenza con le prove speciali e poi impegnarmi maggiormente nei prossimi mesi con un programma più articolato. Con tutta la confusione che c’è sui regolamenti in merito ai serbatoi e i tempi biblici con i quali vengono consegnati, non potrò schierarmi con la mia Fiesta R5, e dovrò approfittare dell’amicizia con Diego Parodi della Gima che mi ha fornito la sua Clio R3C”.

Una vettura che Mauro Beltramo ha già usato al Rally di Vesime dell’estate scorsa, affiancato dal canavesano Pier Carlo Sala. “Una vettura molto bella e competitiva. A Vesime abbiamo esagerato noi. A metà gara eravamo 17 esimi assoluti, primi di classe ed avevamo appena siglato il dodicesimo tempo assoluto. Ci siamo fatti ingolosire, volevamo risalire la classifica assoluta e nella terribile Madonna della Neve siamo finiti in una bialera. Incredibile che in un rally con tanto pubblico noi siamo riusciti ad uscire di strada nell’unico punto in cui non c’era pubblico e lì siamo rimasti”. Un rapporto difficile con le bialere per il pilota saluzzese.

Anche la mia unica esperienza con la Ronde del Canavese è finita in una bialera. Nel 2013 presi parte alla gara con una Clio RS di Classe N3 con Massimo Moncalvo al mio fianco. Di quella gara ricordo soprattutto la pioggia che scendeva copiosa ed entrava nelle ossa. Nella prima prova siglammo il 24° tempo assoluto, su 85 partenti, e secondo di classe. Nel successivo passaggio esagerammo e finimmo fuoristrada. Lì la compagnia della spinta c’era ed era pure tanta, ma il fango era così pesante e vischioso che non riuscirono a ributtarci sull’asfalto”.

Nonostante questi precedenti Mauro Beltramo è estremamente fiducioso sul suo futuro alla Ronde del Canavese. “La gara è bellissima e mi piace moltissimo. Non a caso la prova di Pratiglione è definita ‘l’università dei rally’. Negli undici chilometri di percorso si cambia ritmo almeno tre volte. Si incontrano tratti molto veloci, dove bisogna buttare il cuore oltre l’ostacolo, spezzati da tornanti e dossi in cui dare spettacolo, inseriti in tratti misti in cui le traiettorie diventano fondamentali. Io affronterò la gara con la massima circospezione. La Clio R3C mi è stata ‘prestata’ da Diego della Gima ed è fondamentale per me non fare danni e riportargliela sana e salva. La prima prova del mattino sarà poi molto difficile. Le temperature saranno vicine allo zero e la strada sarà ricoperta dall’umidità della notte, anche se è previsto il sole. Il vantaggio sarà che l’asfalto si sporcherà poco nei tagli perché il fango a bordo strada sarà ghiacciato. Quindi gomme morbide e molta attenzione. Nelle prove successive si potrà aumentare il ritmo, ma sempre prestando la massima attenzione continuando ad usare gomme morbide”.

Se Mauro Beltramo fosse uno spettatore dove andrebbe a posizionarsi per godere del grande spettacolo della Ronde del Canavese? “Un punto molto tecnico è il tratto appena sotto il paese di Pratiglione, un misto velocissimo dove chi ha il cuore farà la differenza in classifica. Ovviamente la curva da stadio, con il pieno di gente, sarà nell’inversione in centro paese, dove è obbligatorio fare il gesto di freno a mano, sperando che ti riesca per essere applaudito e non fischiato dalla torcida. La prova finisce con una serie di dossi veloci sui quali si salta e il pubblico ammira la capacità di controllo dei piloti. Non bisogna dimentica il passaggio del ponticello sul torrente Gallenca, la bialera incriminata. E lì presterò la massima attenzione” afferma determinato il pilota saluzzese.

Rachele Somaschini, riparte con Correreperunrespiro

Il progetto ideato da Rachele Somaschini ha raccolto più di 50mila € dalla sua creazione, devoluti alla Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica Onlus, ed è pronto a rilanciare per il 2018.

CUSANO MILANINO (MI) #CorrerePerUnRespiro. Non solo un hashtag, ma una grande sfida, quella lanciata da Rachele Somaschini, pilota 23enne milanese affetta da fibrosi cistica, per sostenere la ricerca, sensibilizzando sulla malattia più comune tra le malattie genetiche gravi nei paddock dei maggiori autodromi italiani, in quelli delle cronoscalate e dei rally. Una sfida che ha riscosso un grande successo grazie alla perseveranza della giovane pilota di Cusano Milanino, testimonial della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica – Onlus e grazie ai volontari della Fondazione che hanno accompagnato Rachele su tutto il territorio italiano. Una sfida che continua e, anzi, rilancia per il 2018 con la volontà di superarsi.

Se c’è una parola da utilizzare in questi momenti, è sicuramente: Grazie. – ha dichiarato Rachele Somaschini – Grazie ai volontari che non hanno mai fatto mancare il loro apporto, aiutandomi nell’organizzazione e nella gestione della raccolta, grazie alla mia famiglia che si occupa di tutti gli aspetti organizzativi, ma soprattutto grazie a chi ha voluto informarsi, donando qualcosa per sostenere la ricerca. Abbiamo contribuito con un piccolo tassello a quello che potrebbe essere il momento più atteso dai malati di fibrosi cistica, ma la strada da fare è ancora lunga ed è per questo che nel 2018 ci sarà ancora di più da fare, confidando nella grande generosità degli amanti del motorsport e non solo”.

Dalla sua ideazione all’inizio del 2016 il progetto #CorrerePerUnRespiro, nato da un’idea di Rachele Somaschini per unire la sua passione per i motori al bisogno di sensibilizzare e informare sull’importanza della ricerca, ha raggiunto la straordinaria cifra di 50mila Euro di donazioni raccolte, che hanno permesso di finanziare parte del progetto FFC #09/2015 e in particolar modo di contribuire a Task Force for Cystic Fibrosis, progetto strategico della durata di tre anni e mezzo (marzo 2014 – agosto 2017) che aveva l’obiettivo di scoprire un composto o una combinazione di composti candidati a diventare farmaci per il trattamento del difetto di base nei malati di fibrosi cistica con mutazione F508del, la più diffusa, che interessa circa il 70% dei malati.

Progetto che ha raggiunto il suo obiettivo identificando alcuni composti a elevata potenza, in grado di correggere in vitro il difetto molecolare, tali composti, rivendicati in due domande di brevetto, hanno mostrato sinora caratteristiche chimiche, di profilo farmacologico e di sicurezza tali da poter essere candidati a diventare farmaci da sperimentare nell’uomo. Per arrivare agli studi clinici occorre però passare attraverso un’ulteriore fase di ricerca, detta Sviluppo Preclinico.

TFCF-Fase Preclinica avrà la durata di circa un anno e mezzo, a partire dai primi mesi del 2018. Sarà preceduto e assistito da uno Studio di Supporto (TFCF Extension) condotto presso l’Istituto Italiano Tecnologie (IIT) e l’Istituto G. Gaslini di Genova, con lo scopo di preparare e testare in vitro composti di riserva, modificando eventualmente quello in studio preclinico, e proponendo anche combinazioni di farmaci (correttore più potenziatore). L’obiettivo finale è quello di arrivare nel 2019 a uno studio clinico in malati impiegando la combinazione di farmaci (correttore più potenziatore) risultata più efficace e più sicura.

Il costo complessivo, che si aggira sui due milioni di €, lanciando sin d’ora la sfida per una nuova raccolta di fondi necessari per l’avvio e il completamento del progetto, in cui sono riposte le speranze di tanti pazienti e famiglie. Una sfida che Rachele ha subito raccolto e che la vedrà impegnata, nel 2018, attraverso l’iniziativa #CorrerePerUnRespiro.

  • PER FARE UNA DONAZIONE – Delegazione FFC di Milano
  • IT 27E0 2008 1171 8000 1021 34939
  • Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica – causale “#CorrerePerUnRespiro”

Aciteam Italia e Motorsport Italia insieme nel programma mondiale rally

Fabio Andolfi correrà sulla Škoda Fabia R5 del team romano, nelle sette gare programmate del WRC2.

ROMA, 25 gennaio – Confermata la presenza di Fabio Andolfi al Campionato del Mondo Rally, per la quarta stagione consecutiva, con i colori di ACI Team Italia.  Il team che supporterà il pilota savonese sarà Motorsport Italia che metterà a disposizione una Škoda Fabia R5. Per il pilota ligure si aprono così nuovamente le strade del mondiale grazie al rinnovato appoggio di AciSport.  A sua disposizione il team Motorsport Italia di Max Rendina, squadra di grande esperienza a livello internazionale.

Il programma di Andolfi prevede sette gare nel WRC 2: Tour de Corse (05.04-08.04/18); Vodafone Rally de Portugal (17.05-20.05/18); Rally Italia Sardegna (07.06-10.06/18); Neste Rally Finland (26.07-29.07/18) ; ADAC Rallye Deutschland (16.08-19.08/18) ; Dayinsure Wales Rally GB (04.10-07.10/18), e RallyRACC Catalunya – Rally de España (25.10-28-10/18).

Carlo Lisa: il grande salto è in vista

L’oculista torinese, dopo una decennale esperienza con la Peugeot 106 di Classe N1 compie il grande salto alla feroce “leoncina” di Classe A6. Con la solita umiltà, serenità e tranquillità di chi corre esclusivamente per divertirsi. Ma un sogno nel cassetto c’è: portare finalmente a termine quel Team 971 che sembra stregato

DRUENTO (TO) – Arriva il momento di compiere il grande salto. Il momento in cui ci si ritrova a volare, leggeri, quasi senza accorgersene. Quel momento è arrivato per Carlo Lisa che, così, quasi senza volere è passato dalla sua Peugeot 106 N1 (un centinaio di cavalli o poco più) alla muscolosa e impegnativa Peugeot 106 di Classe A6, curata dai gemelli Mauro e Adelmo Tessa che di cavalli ne colleziona quasi il doppio.

Cinquantacinque anni di Druento (TO), medico oculista che lavora nella precisione del laser all’ospedale Oftalmico di Torino (“fin quando non lo chiuderanno” chiosa con una punta di rammarico) è appassionato di rally fin dall’infanzia. “Una passione non condivisa da nessuno in famiglia, visto che da bambino a casa mia si parlava solo di sci (e Carlo Lisa è stato, ed è tuttora, uno sciatore provetto) con mio padre che gestiva, coinvolgendomi, il locale sci club”.  Ma il tarlo c’era ed era ben radicato; e in questi casi anche il destino ci mette la manina. “Un mio lontano parente, Stefano Lisa che era capofficina all’Abarth di Corso Marche; quando andava a provare le 124, le 131 Abarth o la Ritmo di Attilio Bettega mi chiamava e mi scarrozzava per le stradine dei dintorni, dove faceva i test”. Niente da stupirsi quindi se il secondo figlio di Stella e Carlo Lisa si chiami Stefano, ma soprattutto non ci stupisce che, ottenuta la laurea, la specializzazione, una certa solidità economica, i rally non siano stati più una passione latente, ma siano diventati una solida realtà.

Una quindicina di anni or sono un collega di Dego, nell’immediato entroterra di Savona, appassionato di rally, mi disse che conosceva un certo Claudio Vallino di Altare, rallista provetto e me lo presentò. Fu la classica goccia che fece traboccare il vaso e nel 2003 mi iscrissi a ‘Caccia al Pilota’ in mezzo a una miriade di ragazzini. L’anno successivo Claudio Vallino, con cui ero in stretto contatto, mi disse che stava preparando una Peugeot 106 N1 e non mi parve vero di affittarla ed esordire al Rally della Collina affiancato da Fabio Gulmini. Ci ritirammo dopo un testacoda, con conseguente toccata in un terrapieno”.

Metodico e con un approccio razionale a ogni esperienza nel 2005 affina l’arte rallistica disputando alcune gare come navigatore a fianco di Giampaolo Panero, veloce pilota e allora grande protagonista delle prove speciali con le Seicento Kit. Ma è la guida la grande passione di Carlo Lisa e nel 2006 con una Peugeot 106 N2 ci riprova al San Giacomo di Roburent quindi al Rally della Collina con Fabrizio Coeli, riuscendo a vedere il traguardo e soddisfatto dei risultati decide di avere una vettura tutta per lui e acquista la mittica Peugeot 106 di Classe N1 con cui convive da dieci anni.

A rallentare la mia presenza ai rally fu un brutto incidente in scooter nel 2007 che mi ha costretto a disertare per un certo periodo gli appuntamenti rallistici. In questi dieci anni ho disputato 23 gare con la Peugeot 106 N1 e mi sono tolto parecchie soddisfazioni. Avendo iniziato in età matura non ho mai avuto ambizioni di affrontare le speciali iridate o di diventare un campione del mondo. Ho cominciato troppo tardi. Come nello sci, dove essendo un ‘cittadino’ non avevo speranze, mi sono sempre posto obiettivi raggiungibili. Ovvero un costante miglioramento, che significa innanzi tutto la riduzione del distacco dai migliori della categoria. Ho sempre pensato che non è importante vincere, specie se sei da solo in classe, ma migliorarsi costantemente. Per questo motivo ho sempre guardato con massimo interesse i tempi dei concorrenti della Classe A5, pur correndo in N1” analizza il dottor Lisa, che prosegue: “Per migliorare bisogna avere l’umiltà di imparare da chi sa. Per questo motivo ho frequentato due volte la ScuolaRally-Guida Sicura di Claudio Vallino, che mi è servita moltissimo non solo per acquisire maggior velocità e tecnica nell’affrontare le prove speciali, ma anche per raggiungere una maggior sicurezza di guida e capacità di reazione nelle situazioni difficili. A questo proposito mi piace sottolineare che disputare i rally cambia moltissimo la mentalità di guida. Su strada aperta sono prudentissimo, non mi interessa più correre in mezzo alla gente, fatto comune a tutti i giovani appassionati di corse, ma che non hanno mai disputato una prova speciale. Questo è un concetto da spiegare ai ragazzi che a volte prendono rischi incredibili nel traffico quotidiano”.

Dal Rally Team 2013 a fianco di Carlo Lisa c’è Flavio Magnetti, 25 anni di Coassolo di Lanzo, cugino del pilota di Druento: “Un quarto figlio per quanto sono affezionato a lui. È un grande appassionato. Un ragazzo molto preciso e pre3parato che quest’anno si è preso la soddisfazione di vincere la Classe A7 al Rally del Piemonte a fianco di Fabrizio Caveglia. E così, pur avendo acquistato la Peugeot 106 di Classe A6 di Pietro Teppa ho tenuto la Peugeot 106 N1 che nella prossima stagione useranno mio figlio Stefano e Flavio”.

Nella decennale carriera rallistica di Carlo Lisa si sono alternate grandi soddisfazioni con piccole delusioni il tutto condito da qualche sogno nel cassetto. “Mi ha fatto enormemente piacere vincere la Classe alla Ronde d’Estate-Trofeo Paolo Meneghetti che ha significato essere ospitato al Rallye des Alpes di settembre, dove sono riuscito a vincere nuovamente la Classe N1; una grande soddisfazione è stato vedere crescere il mio passo nella discesa del Col del Lys al Rally Città di Torino, una gara che mi ha premiato con la vittoria di Classe N1 nel 2015 e 2016. La grande delusione è essermi ritirato tutte e tre le volte che ho disputato il Rally Team ‘971. Non solo. Quest’anno mi sono ritirato anche al Rally Day di Castiglione, proprio in una prova speciale che è un classico del Team”.

Molto concreto nelle sue aspirazioni Carlo Lisa è estremamente pragmatico anche nelle sue fantasie: “Sono contento per la mia carriera rallistica, che mi ha dato molte soddisfazioni. Di questo devo ringraziare Marco Penati e Roberto Forte che hanno seguito la mia 106 N1 in questi anni. Quando andava bene festeggiavamo insieme, se andava male e mi ritiravo non me la sono mai presa. Così sono i rally. Sono contento dei miglioramenti visti nella guida, specie sul bagnato e sul veloce, frutto anche della mia esperienza sciatoria che ancora coltivo, disputando un paio di gare l’anno. Il sogno nel cassetto? Disputare un bel rally totalmente innevato con una trazione posteriore. Ma il sogno più grande lo sto realizzando. Essere al via con la Peugeot 106 di Classe A6 che imparerò a conoscere un passo alla volta. E magari riuscire a terminare questo benedetto Rally Team che è il mio obiettivo rallistico della stagione 2018”.

Winners Rally Team. Apertura stagionale a Montecarlo con Brazzoli-Beltrame

Pilota saluzzese, navigatore alessandrino, scuderia torinese all’assalto del Montecarlo 2018, per ben figurare fra i giovani leoni della Classe WRC3. Foto Elio Magnano

MONTECARLO (Principato di Monaco) – Ormai è diventata una tradizione. Aspettare il mese di gennaio per leggere l’elenco iscritti del Rallye di Montecarlo, giunto quest’anno alla sua 86° edizione, e cercare fra i nomi che affrontano le strade (probabilmente ghiacciate) delle montagne alle spalle della Costa Azzurra quello di Enrico Brazzoli, portabandiera del Winners Rally Team sulle prove speciali iridate. “Non vedo l’ora che arrivi lunedì 22 gennaio quando inizieranno le ricognizioni sui 388 chilometri di prove speciali della gara monegasca che affronterò per la terza volta in carriera come pilota, dopo averlo disputato due volte come navigatore fra le moderne (la prima nel 1994 con Roberto Gazzola sulla Delta Integrale del Team Astra, ritiro per uscita di strada e nel 2000 con una Mitsubishi Lancer a fianco di Marco Menegatto, titolare della Lineltex che era il principale sponsor della manifestazione) e tre volte fra le storiche” afferma con entusiasmo il pilota saluzzese.

La gara d’inizio del Campionato Mondiale Rally 2018 porterà una piccola rivoluzione a bordo della Peugeot 208 R2 di Brazzoli. “A Montecarlo esordirà al mio fianco Luca Beltrame, 41enne navigatore di Tortona che vanta oltre 200 presenze come co-pilota, compreso il Rallye di Montecarlo 2017 e numerose presenze di gare internazionali. Ci siamo conosciuti molti anni fa quando eravamo avversari nel mondo delle storiche con le Porsche e lui dettava le note a Pierangelo Rossi. Allora ci eravamo detti che un giorno avremmo corso insieme e l’occasione è arrivata”. Il resto della squadra è ampiamente riconfermato. Per il terzo anno (e dodicesima gara) l’arma di Enrico Brazzoli sarà la Peugeot 208 R2 gommata Michelin, gestita come nelle precedenti occasioni dalla Vieffecorse di Brescia guidata a livello tecnico da Roberto Buratti, mentre a livello sportivo al timone ci sarà Aldo Malchiodi. “E ovviamente la scuderia sarà il Winners Rally Team, formazione con cui collaboro da sette anni, praticamente dal momento della sua nascita”.

Il Rallye Montecarlo rappresenta la sfida forse più accattivante della stagione. “È la terza volta che disputo il Montecarlo da pilota e il primo obiettivo è migliorare il risultato ottenuto nel 2016, quando chiusi 34esimo assoluto, terzo di WRC3, nonostante avessimo perso sei minuti per una foratura. Il fascino di questa gara sta nelle difficoltà che propone a ogni metro del suo percorso. Si passa nella stessa giornata da una vallata all’altra e le condizioni meteorologiche cambiano repentinamente come spesso capita in montagna. Non è inusuale ritrovarsi a guidare con le gomme chiodate su asfalto completamente asciutto e non per errore di valutazione, ma semplicemente perché il compromesso tattico ha suggerito quella scelta. Infatti, appena svoltato l’angolo, l’asfalto è coperto da una bella lastra di ghiaccio e allora le chiodate servono. Eccome”.

E poi ci vuole un pizzico, o anche qualcosa in più, di fortuna. “Lo scorso anno non era la nostra annata. Già nella prima prova regolarmente disputata abbiamo perso 3 muniti per un problema elettrico. Stavamo recuperando, siglando per ben tre volte il terzo tempo di categoria, quando siamo finiti fuori strada nella nona prova speciale. Il giorno dopo siamo ripartiti con il SuperRally, ma ci siamo nuovamente innevati. Contro il destino non ci si può fare nulla”. Fondamentale per una buona riuscita della gara è poter contare su un team di ricognitori con cui ci sia un perfetto affiatamento. “Di meglio non potrei pretendere. Avremo il mio concittadino Roberto Rissone alla guida e Mario Trolese che valuterà ogni placca di ghiaccio per darci i consigli appropriati”.

Per la quarta stagione impegnato nel mondiale rally, il pilota piemontese si prefigge obiettivi ambiziosi, ma raggiungibili: “Innanzi tutto bisogna sottolineare che mi ritrovo a 52 anni a confrontarmi con ragazzini che fanno di tutto per mettersi in mostra e scalare i vertici della specialità. La Classe WRC3 è una splendida vetrina per chi ha ambizioni di diventare un professionista del volante. Per noi la situazione è diversa. Innanzi tutto vogliamo divertirci in gare appassionanti, che sono le stelle del mondiale. Ma gareggeremo come sempre mettendoci il massimo impegno e serietà, cercando di ottenere il miglior risultato possibile. L’obiettivo è migliorare il risultato dello scorso anno quando chiudemmo settimi di categoria WRC3, che rappresentava già un miglioramento rispetto all’11° posto della stagione precedente. Ci piacerebbe chiudere l’annata fra i primi cinque di classe. Abbiamo già programmato la stagione che ci vedrà impegnati a Montecarlo (26-28 gennaio), Rally d’Italia (8-10 giugno), Adac Rallye Deutschland (Germania, 17-19 agosto), Wales Rallye GB (Galles, 5-10 ottobre) e Rally RACC Catalunya (Spagna, 26-28 ottobre). Stiamo lavorando per aggiungere una sesta partecipazione che dovrebbe essere il Tour de Corse (Corsica, 6-8 aprile)”.

E una gara in Italia? “Oltre alla prova italiana del mondiale potrebbe esserci una sortita con le storiche come ai vecchi tempi. Con una macchina di punta per cercare di essere al vertice della classifica di una delle gare più prestigiose del Campionato Italiano Rally Auto Storiche”.

L’86 esima edizione del Rallye Montecarlo si svolgerà fra lunedì 22 e domenica 28 gennaio. I primi tre giorni sono dedicati alle ricognizioni del percorso, mentre nel pomeriggio di mercoledì 24 si svolgerà a Gap lo Shake Down. Il via della gara avverrà come di consueto nella piazza del Casinò di Montecarlo giovedì 25 a partire dalle ore 17,50. I concorrenti affronteranno un lungo trasferimento di ben 192 km per portarsi allo start della prima prova speciale, la classica Sisteron (36,69 km cronometrati), affrontata alla luce dei fari dalle ore 21,40, cui seguirà la Bayons-Breziers (25.49 km) prima del riposo notturno. Venerdì 26 gennaio si disputeranno tre prove cronometrate, ripetute due volte, mentre sono cinque le prove speciali in programma sabato. Domenica 28 gennaio le prove speciali sono quattro con il doppio passaggio sul Col de Turini, per chiudere alle ore 13,58 nello sfavillio di Montecarlo, per salutare vincitori e sopravvissuti ai 1642 km di percorso suddivisi in 17 prove speciali per un totale di 388,59 km cronometrati.

Rally del Grappolo. Esordio casalingo per Claudia Gallo

La ventunenne sandamianese affronta la sua prima gara da pilota affidandosi all’esperienza di Gloria Andreis. Di Tommaso M. Valinotti. Foto ActionRace e Marco Ferrero

SAN DAMIANO D’ASTI (AT), 10 dicembre – Due gare da navigatrice a fianco della concittadina Gabriella Montrucchio sulla Panda Kit nel 2015, un anno di riflessione e poi via si passa al volante dopo aver fatto l’esperienza di Rally Talent, selezione in cui è riuscita ad arrivare fra i cinquanta finalisti (su 5000 iscritti).

Claudia Gallo, appassionata di auto da sempre, ha visto la sua prima gara all’età di quattro anni quando il padre l’ha portata a vedere un passaggio del Rally di Carmagnola, segue le gare da sempre, con trasferte al Sanremo, Montecarlo, Rally Legend o a tutte le gare di zona in cui corre il fidanzato. Dopo l’allenamento con i kart sulle piste di zona, come Salmour, Nizza Monferrato e la “Barauda” di Moncalieri, ha deciso di fare il grande salto alla guida. Per l’occasione si è schierata al via con una Peugeot 106 in Classe N2, una delle più competitive del panorama rallistico e per fare le cose per bene si è affidata all’esperienza di una navigatrice come Gloria Andreis che di anni ne ha pochini, ma di gare in carriera parecchie.

Una prestazione in crescendo, con 30” tolti sulla prova di Revigliasco fra il primo e il terzo passaggio, 17” sulla Ronchesio, con un jolly recuperato con sangue freddo da pilotessa consumata quando al 106 è partita per la tangente di volontà sua. Il ghiaccio (in tutti i sensi vista la temperatura polare) è rotto. Ora non resta che continuare su questa strada. Magari con una di quelle storiche come Stratos, Kadett o Escort che sono la passione, continuando a seguire i rally. magari non sempre in macchina, ma da meccanico, esperienza che ha già fatto, visto che lo stage a fine scuola lo ha fatto da Balbosca. Più di così….

The Ice Challenge: Armando Bracco, il folletto del ghiaccio più veloce di tutti

Il velocissimo pilota chierese racconta la sua esperienza su ghiaccio con il velocissimo kart cross, inavvicinabile per prestazioni sulla pista di Pragelato, esaltando il pubblico dietro le reti. Il portacolori della Meteco Corse, inoltre, è anche il promotore del Memorial Rosy Del Buono che a fine della stagione del ghiaccio premierà il più veloce del Master King. Di Tommaso M. Valinotti. Foto Elio Magnano e Fabio/Marco Ferrero.

PRAGELATO (TO), 14 gennaio – È stato il più veloce dall’inizio alla fine. Armando Bracco, figlio d’arte da Baldissero Torinese (papà Cesare, mamma Rosy, coppia imbattibile sulla 127 Gruppo 2 e su mille altre vetture), ha dato una dimostrazione di forza impressionante nella gara delle Montagne Olimpiche con il suo Kart Cross Speedcar Xtreme. Bracco, infatti ha segnato il miglior tempo sul giro secco in tutte e tre le manche della gara ed è pure risultato il più veloce sui sei giri totali in due delle tre manche.

Ho mancato l’en-plein per appena 1”018 nella seconda manche, nella quale sono risultato il secondo assoluto. Ho voluto provare una traiettoria diversa in due passaggi al tornatone Fenestrelle toccando entrambe le volte la neve perdendo così quel battito di ciglia ogni volta che mi ha negato la vittoria in tutte le manche. Ma non importa. Con il mio kart-cross mi diverto moltissimo in pista, anche se, purtroppo, non ho avversari nella mia categoria, con mezzi che possano competere. Ma è solo questione di tempo. Dopo le mie performance di domenica scorsa sono sicuro che altri piloti che corrono le gare su terra con i kart cross saliranno a Pragelato per confrontarsi con me. E allora sarà divertimento vero”.

Trentacinque anni, il volante come professione, ha esordito nel 2006 al Rally di Canelli, disputando il Campionato Italiano Rally nel 2008, anno in cui centrò il titolo fra le Due Ruote Motrici; da oltre due anni non affronta più i rally (Jolly Rally-Trofeo delle Merende, ottobre 2015, quando chiuse ottavo assoluto e secondo di classe con una Mitsubishi), ma non ha dimenticato la sua passione per le vetture ad altre prestazioni. Il mio lavoro consiste nel collaudare lo sviluppo di vetture altamente prestazionali in condizioni estreme. Proprio in una di queste occasioni ad Arjeplog, una cittadina di 3000 abitanti nell’estremo nord della Svezia, ho visto un ragazzino che girava come un razzo con questo kart-cross. È stato amore a prima vista”.

Così, per il suo compleanno l’anno dopo, 22 agosto 2016, Armando Bracco si è fatto il regalo della vita, acquistando lo Speedcar Xtreme. “Lo scorso anno ho fatto un paio di uscite qui a Pragelato e ho disputato alcune gare del Campionato Italiano Velocità su Terra chiudendo ottavo assoluto. Quest’anno è mia intenzione essere presente a tutte le gare di The Ice Challenge ed essere presente a tutte le gare del VST cercando di piazzarmi meglio. Mi spiace solo che a Pragelato fossimo solo in due, con Luca Maspoli alla sua prima esperienza con il kart cross, che quindi mancava di esperienza e non poteva impensierirmi. Sinceramente non capisco perché su ghiaccio non lascino partecipare i ragazzini minorenni che invece possono correre a Maggiora su terra e vanno veramente forte e danno spettacolo. Se aprissero la porta ai baby piloti, le gare risulterebbero elettrizzanti, si divertirebbe maggiormente il pubblico, si divertirebbero i piloti e mi divertirei di più anch’io” puntualizza il portacolori della Meteco Corse che puntualizza: “Il mio Speedcar Xtreme pesa appena 320 kg, ed è dotato di un motore motociclistico 4 cilindri 600 cc (in questo caso un Suzuki 600 GSX) che eroga 120 cavalli. La distribuzione dei pesi è spostata il più possibile sull’asse posteriore per privilegiare la guida in controsterzo. Una tecnica molto propedeutica, che permette ai ragazzini di imparare a controllare il mezzo con grande sensibilità. E dopo aver imparato, sfruttano il kart cross in modo esaltante, staccando tempi sul giro impressionanti. Ed è proprio per quello che li aspetto a Pragelato. Vedremo se riusciranno a battermi e a togliermi la corona di re della pista” conclude sorridendo Armando Bracco, che è anche promotore del Memorial Rosy del Buono in ricordo della mamma recentemente scomparsa, che premierà a fine stagione il vincitore del Master King, la gara in bagarre fra i piloti più veloci della giornata che chiude ogni domenica l’appuntamento di The Ice Challenge.

Marco Varetto-Alessia Fornaca: finalmente insieme

Cinque anni fa non erano riusciti a prendere nemmeno il via. Questa volta non solo riescono a correre insieme, ma scalano il gradino più alto del podio della Classe A0. Potendo così cambiare la scritta sul portellone della loro macchina. Di Tommaso M. Valinotti. Foto ActionRace e Marco Ferrero

 SAN DAMIANO D’ASTI (AT), 10 dicembre – Ci avevano provato cinque anni fa al Rally d’Inverno di Acqui Terme. Ma non erano neppure riusciti a partire. A San Damiano Marco Varetto e Alessia Fornaca non solo sono riusciti a prendere il via, ma hanno disputato tutte le sei prove speciali, hanno vinto la Classe A0 al loro esordio sulla Seicento Kit, chiudendo in una 14esima posizione assoluta che la dice lunga su quanto i due fidanzati di Castiglione Torinese abbiano spinto in prova speciale. Ora non resta che vedere se il velocissimo pilota avrà il coraggio di lasciare il volante per una volta ad Alessia (che comunque è una pilotessa esperta) salire di fianco a lei sulla Mini per dettare lui le note, mentre lei guida in speciale.

Alessio Capra-Erica Cima, il baby equipaggio del Grappolo

Quarantun anni compiuti. Ma in due. Questa è l’età dei due giovanissimi rispettivamente alla loro terza (pilota) e seconda (navigatrice) che però dimostrano capacità e sangue freddo da veterani.   Di Tommaso M. Valinotti. Foto ActionRace e Marco Ferrero

SAN DAMIANO D’ASTI (AT), 10 dicembre – Quarantuno anni sono pochi. Se poi è la somma dell’età di pilota e navigatore si arriva veramente al baby equipaggio. Questa è l’età messa assieme da Alessio Capra ed Erica Cima Eden al via ed all’arrivo del Rally del Grappolo del dicembre scorso con la Seicento Kit. Per la prima volta insieme il ventenne pilota è alla sua terza esperienza al volante (settima in assoluto), e la prima con una vettura di Gruppo A dopo due esperienze con la Peugeot 306 Racing Start affiancato da Claudio Pistone, mentre per Erica Cima Eden è la seconda esperienza dopo aver affiancato Roberto Bizzini sulla Opel Kadett GSI alla Ronde d’Estate dell’agosto scorso.

Rally Day di Castiglione: Il Trofeo delle Merende fa ricca la Classe N3

Particolarmente vivace la categoria che alla fine premia Cittadino-Verzino che debbono sudare per avere ragione di Ferrando-Olivo, mai prima, ma sempre vicinissimi alla vetta e Formaggio-Bottega, imbattibili a Lauriano. Di Tommaso M. Valinotti. Foto ActionRace e Marco Ferrero

 

CASTIGLIONE TORINESE (TO), 29 ottobre – La presenza del Trofeo delle Merende rende particolarmente affollata la Classe N3, la più popolosa della gara alla pari della Classe R2B. Con tutti i concorrenti verificati, la categoria si presenta estremamente frizzante anche per la classifica con tre vincitori diversi di speciale e tre cambi di leader al vertice della graduatoria. Si inizia con il primo passaggio a Lauriano dove Massimo Formaggio con Nicolò Bottega nell’abitacolo, mette in riga un altro equipaggio protagonista della gara Giovanni Ferrando-Jlenia Olivo che paga 2” netti. Poi un pacchetto di altri equipaggi: Alberto Verardo-Cristina Rinaldis a 2”1; Enrico Vercelli-Stefano Bianco a 2”3; Alberto Gianoglio-Vilma Grosso a 2”9. Alain Cittadino e Luca Verzino staccano il settimo tempo di Classe N3 vittime di problemi ai freni accusando un ritardo di 4”8. La situazione si ribalta a Casalborgone, quando Vercelli-Bianco sono i più veloci con 1”8 su Verardo-Rinaldis e prendono il comando delle operazioni. I freni della Clio RS di Alain Cittadino fanno il loro dovere e il portacolori di Turismotor’s pareggia il tempo di Verardo e comincia la sua risalita verso il vertice della classifica da cui viene sbalzato il precedente primattore Massimo Formaggio, solo quinto a 3”4, preceduto anche da Ferrando-Olivo. La mattina si chiude con la Cordova e Cittadino-Bianco buttano la maschera è siglano il miglior tempo con 3”4 su Gianoglio-Grosso e passano al comando, davanti a Gianoglio-Grosso che inseguono a 4”7, quindi Ferrando-Olivo a 6”1, mentre la rottura di un giunto ferma in prova i genovesi Verardo-Rinaldis.

La seconda parte di gara vede nuovamente protagonista a Lauriano Formaggio-Bottega, che precedono di 7/10 Vercelli-Bianco, quindi a 1” Ferrando-Olivo, a 2” Gianoglio-Grosso e a 3”9 Cittadino-Bianco, che mantengono il comando della graduatoria con Formaggio che risale in seconda posizione a 1”1, Ferrando a 3”2, Gianoglio a 3”8 e Vercelli a 4”5. Cittadino chiude i giochi a Casalborgone che vince con un solo decimo su Ferrando che si riprende la seconda piazza, Formaggio a 2”5 e Gianoglio a 3”2.

Ci sarebbe ancora spazio per l’assalto finale, ma l’annullamento della Cordova finale congela la classifica che vede Alain Cittadino-Luca Verzino, protagonisti di una gara positiva, con problemi ai freni nelle prime batture e non troppa aggressività sulla Lauriano-2, prontamente riscattata da un gran tempo sulla successiva Casalborgone che porta l’equipaggio della Turismotor’s al vertice della Classe N3 e in 30esima posizione assoluta. A soli 3”3 chiudono Giovanni Ferrando-Jlenia Olivo che possono recriminare per i problemi di freno mano costati quella manciata di secondi importanti nell’inversione Nonno Jerry. Massimo Formaggio-Nicolò Bottega si sono dimostrati implacabili nei due passaggi a Lauriano che hanno vinto, mentre qualche piccolo errore, specie a fine Cordova-1 ha compromesso le loro possibilità di successo, perdendo la seconda piazza per soli 3/10. Soddisfazione per Alberto Gianoglio-Vilma Grosso, protagonisti di un testacoda a fine Cordova-1 che tornavano sulla Clio RS dopo un anno e sei gare disputate con altre vetture. Quinta piazza per i canavesani Roberto ed Erika Pogliano, che hanno usato la gara per riprendere confidenza e convinzione dopo la botta data dal pilota alla Ronde d’Estate.  Sesto l’Under Alessandro Fino con Michela Civallero protagonisti di un buon recupero nella seconda parte di gara. Quindi Lazzara-Boattini, che dopo un buon inizio perdono terreno a causa di alcuni errori sulla Cordova-1, seguiti da Enzo Bertola-Igor Mora non soddisfatti delle loro prestazioni, poi Michael Onnis-Nicola Puliani con la Peugeot 206 RC, seguiti, in decima posizione da Gianluca Bizzini che ha preso al suo fianco il 63enne padre Roberto, alla sua seconda esperienza da navigatore, nonché proprietario dell’Opel Kadett GSI con la quale hanno corso. Chiudono la striscia degli arrivati Fabrizio Montebello-Marco Di Tria, Andrea Ercole-Claudia Riboldi, Roberto Totino-Diego Carena e Piero Bosco-Alessandro Scrigna.

Fra i ritirati Enrico Vercelli-Stefano Bianco, che non entrano nella prova finale da percorrere in trasferimento, dopo aver segnato l’ultimo tempo assoluto nella prova precedente ed essere stati anche al comando della classe; Riccardo Gandolfi-Serena Vacchieri, in giornata no dopo un anno di assenza dalle gare e Fabio-Fiorella Maffolini che terminano la loro gara fin dalla prima speciale.  

  • Iscritti 18, verificati 18, classificati 14, ritirati 4.
  • Vincitori Prove speciali: 2 Cittadino-Verzino (3, 5); 2 Formaggio-Bottega (1-4): 1 Vercelli-Bianco (2)
  • Leader di classifica: 1 Formaggio-Bottega; 2 Vercelli-Bianco; 3-6 Cittadino-Verzino

Monica Caramellino racconta la sua quarta fantastica stagione rallistica

Premiata di recente nella serata dei campioni dell’Automobil Club Torino, la pilotessa festeggia il compleanno della sua navigatrice e ripercorre la stagione agonistica 2017 disputata al volante della Peugeot 208 R2B curata dalla Friul Motor di Udine. Sette gare senza un ritiro, le ultime tre a fianco della genovese Giulia Patrone, la rallista  di Nole Canavese ha corso passando dagli asfalti torridi del Rally di Alba di inizio estate al viscido del Rally del Grappolo di inizio dicembre. Divertendosi un mondo e migliorandosi costantemente. Foto ActionRace

NOLE CANAVESE (TO), 18 dicembre – E sono quattro. Le stagioni disputate da Monica Caramellino al volante di una vettura da rally. “Se vogliamo dare i numeri possiamo dire che ho corso 31 rally come pilota a cominciare dal Rally Ronde del Canavese del 2014 sino al Rally Day del Grappolo. Non fu un inizio fortunato perché fui costretta al ritiro. L’ultima gara, invece, è andata decisamente meglio. In queste quattro stagioni ho usato solo due tipi di vetture: la Mini Cooper di Classe R1T (14 gare) e la Peugeot 208 R2B in gran parte dei casi curata dalla Friul Motor, struttura che mi ha seguito anche nell’ultimo rally a San Damiano d’Asti”. Fedele alle vetture Monica Caramellino ha avuto al suo fianco nove fra navigatrici e navigatori. “Purtroppo gli impegni lavorativi e personali di pilota e navigatore a volte divergono e si è costretti a cambiare. Nelle ultime tre gare mi ha affiancata Giulia Patrone, una navigatrice genovese alla sua 48esima gara che proprio oggi, 18 dicembre, compie gli anni. Nel corso della mia carriera sono stata navigata anche da Roberto Barbero per ben due volte, Mattia Camerlo e Samuele Perino, co-driver molto esperti che mi sono stati utilissimi agli inizi della mia avventura rallistica. Ho esordito con Carola Fornero, un’amica da moltissimo tempo e con la quale ho disputato otto gare. Carola è l’esempio lampante di come sia difficile far collimare gli impegni dell’intero equipaggio con gli appuntamenti rallistici. Infatti dopo la prima stagione in cui abbiamo corso parecchio insieme, ci siamo ritrovate a disputare una sola gara a stagione perché lei non poteva staccare dal lavoro nelle date dei miei impegni rallistici”.

Dal Rally Team 971 del settembre scorso il posto fisso a destra della Peugeot 208 R2B è stabilmente occupato da Giulia Patrone. “Nelle prime quattro gare ho cambiato quattro navigatrici: Elisa Servetti, Erica Riva, Camilla Gallese e Carola Fornero. Avevo bisogno di una persona al mio fianco con la qualche non iniziare tutto da capo ogni volta, che mi desse sicurezza di essere presente ai miei appuntamenti con le gare. Giulia è una ragazzina dall’aspetto dolce e timido, ha modi tranquilli e parla sempre sottovoce. In macchina si trasforma: grinta e determinazione sono le sue armi; non mi permette di avere il minimo calo di concentrazione durante tutta la gara. Un vero dottor Jekyll e Mister Hyde che riesce a spingermi sempre più vicino al mio limite, senza però farmelo oltrepassare. Con lei e grazie a Michele di Friul Motor, presenza assolutamente indispensabile in parco assistenza, nelle ultime due gare ho compiuto un deciso salto di qualità”.

Nelle 31 gare in carriera Monica Caramellino ha dimostrato la massima affidabilità concludendone ben 28, con tre ritiri, uno solo dei quali per uscita di strada. “Al Grappolo abbiamo spinto parecchio. La strada era in condizioni difficilissime per le temperature polari che formavano insidiose placche di ghiaccio nascoste nelle zone d’ombra e nel sottobosco. Infatti abbiamo corso un rischio giocandoci jolly in una chicane nella quale abbiamo ‘sverniciato’ una rotoballa”. La pilotessa canavesana ci pensa un attimo e poi precisa sorridendo: “Però sono stata brava. Di solito i piloti tendono a esagerare e prendere rischi dal lato navigatore; io invece ho fatto volare via lo specchietto dal mio lato. Nonostante ciò mi sono divertita moltissimo e posso dire che il Grappolo, proprio per le sue difficoltà e le sue sfide, è stata la più bella gara della mia carriera automobilistica; anche se, essendo una che guarda costantemente al futuro, so già che la gara più bella sarà la prossima che disputerò”.

Pianificatrice e metodica, anche se si ama definire casinista, Monica Caramellino guarda già alla stagione 2018. “Durante le vacanze farò un’incursione a Genova per un incontro fra donne con Giulia e programmare la prossima stagione. Se do retta alle fantasie mi piacerebbe tornare a disputare le gare dell’IRC come ho fatto due anni fa, ma so già che gli impegni di lavoro e il fatto di essere mamma me lo impediranno. Con Giulia valuteremo tutte le opzioni, stileremo un programma in modo che lei possa incastrare le gare al mio fianco con i suoi impegni di fisioterapista e nello stesso possa rispondere alle numerose richieste che riceve da altri piloti. Ovviamente una parola importante la dirà anche mio figlio Vittorio, il mio primo e più esigente tifoso”.

Lasciandosi catturare per un attimo dalla fantasia Monica Caramellino ammette: “Il sogno è poter tornare a disputare il Rally del Taro al volante di una vettura di Classe R5. Affrontare la prova finale, l’interminabile Talla alla luce dei fari, dopo che si è sudato e sofferto al limite delle energie per tutta la giornata è un vero godimento. È una speciale che non finisce mai, ma appena hai passato il cartello stop vorresti essere nuovamente sulla linea di partenza per rifare tutti i chilometri di speciale”. La fantasia trova concorde anche Giulia Patrone, anche se la navigatrice genovese ha come preferenza la speciale Dama che quest’anno ha assaporato in tutta la sua bellezza sulla Peugeot 208 R2B di Jacopo Lucarelli.

Chiusa la stagione rallistica Monica Caramellino non abbandona certo i motori. “Anche se sembro una fredda e compassata sono una casinista nata, cui piace il rumore, stare fra la gente e l’allegria. Da bambina non giocavo con le bambole, ma con le macchinine e le figurine, le moto mi piacciono moltissimo. Quest’inverno mi divertirò con il kart e con mio figlio Vittorio, bravassimo a guidare il suo, che mi viene vicino e mi dice: ‘Mamma sgasa’. In programma c’è anche un po’ di riposo in famiglia, che mi è stata vicinissima tutta quanta in queste quattro stagioni e che ringrazio moltissimo; come ringrazio la Friul Motor e i suoi bravissimi meccanici, oltre a chi mi segue sempre con entusiasmo in speciale e in parco assistenza  come Umberto, Federica e Andrea, solo per citarne qualcuno e gli sponsor che mi hanno supportato: da FriulAir dryers a BEKO Technologies, da SAT-Società Assicuratrice Torinese a Seryconsulting. Ora ci prendiamo un attimo di calma. Ma solo un attimo, perché ormai la stagione 2018 incombe. E sarà una grande stagione

Alessia e Valeria, strette strette nell’abitacolo della Mini

Tutto in famiglia per l’equipaggio rosa Fornaca-Quassolo di Castiglione Torinese, che torna insieme dopo sette anni di assenza, per la gara più importante e sognata della loro carriera. E domenica Alessia lascia il volante per dettare le note (per la prima volta) al fidanzato Marco Varetto. Di Tommaso M. Valinotti

CASTIGLIONE TORINESE (TO) – Corre Alessia, corre Valeria. Corre Enrico, corre Walter, e corre pure Marco. Insomma, in famiglia corrono tutti. E tanto per fare chiarezza al volante ci va Alessia, che è affiancata da mamma Valeria, che nel passato ha dettato le note al marito Walter (papà di Alessia ed Enrico) ed anche al figlio Enrico, che a Castiglione ha fatto da navigatore a Marco Varetto, fidanzato di Alessia.

Insomma, prima di conoscere la famiglia Fornaca-Quassolo da Castiglione Torinese, bisogna prendere carta e matita e fare qualche piccolo schemino per tracciare le parentele. Fatto questo si può iniziare a chiacchierare con le due signore che a Castiglione Torinese sono tornate insieme nell’abitacolo dopo sette anni di lontananza.

Ho iniziato a correre nel 2009 al Rally Città di Torino affiancata da mia madre con la Panda e quella è stata anche la prima gara per mia madre, cha ha staccato la licenza per dettare le note a me” dice orgogliosamente la trentenne contabile inalberando il suo immancabile sorriso. “Ho corso per un paio di anni, poi ho smesso perché ero impegnata a farmi una casa e a sistemare la mia posizione lavorativa. Quando si corre bisogna avere la testa libera e non avere altri pensieri. Sono tornata quest’anno, ed ho disputato due rally con Sara Farinella, ma per la gara di casa al mio fianco volevo assolutamente la mamma”.

Anche Valeria Quassolo, parrucchiera di Castiglione Torinese ha come data di esordio la stessa gara del maggio 2009. “Io ho sempre e solo corso in famiglia. Con Alessia, con Enrico, ed anche con mio marito Walter, che oggi non ha corso solo perché è coinvolto nel comitato organizzatore del Rally Day di Castiglione; anche se ho cominciato tardi, la passione per i rally è arrivata molto prima di conoscere Walter, da quando da ragazzina andavo con mio fratello Fabrizio a vedere il rally del Brichet, che si correva su queste colline”.

La gara di casa rappresenta un punto importante nella carriera di entrambe. “Non mi ispiro a nessuna pilotessa o personaggio del mondo delle corse. Sono me stessa e così mi piace. E non ho chimere di carriera impossibili da raggiungere. Ho sempre sperato di disputare un rally che avesse il suo centro a Castiglione Torinese, e oggi sono qui. Sul palco di partenza e in quello di arrivo” dichiara soddisfatta Alessia. Anche per Valeria la gara di casa rappresenta un punto di arrivo importante, nella sua storia di rallista.

Come sempre in tutte le famiglie ci sono momenti di tensione. “Mamma si agita, ha paura di sbagliare, poi con l’andare avanti della gara si scioglie e dimostra quanto è brava” dice la guidatrice riferita alla navigatrice, che replica “Alessia a volte è testarda e non ascolta”, ma all’inizio della prova speciale basta una stretta di mano amorevole e tutto diventa facile e scorre via a meraviglia.

Entrambe legate al proprio ruolo, difficilmente abbandonerebbero la loro posizione nell’abitacolo: “Ho fatto la navigatrice una volta con Gianluca Tavelli al Valsangone del 2011, e ho corso con mio papà al Giarolo; inoltre una volta avrei dovuto dettare le note al mio fidanzato Marco Varetto ad Acqui Terme, ma non siamo partiti. Domenica però ci rifaremo visto che sarò al suo fianco al Rally Grappolo con una Seicento. Sperando vada meglio” ribadisce Alessia, ben felice di tenere il volante, mentre Valeria ammette di non sentirsela di fare il salto del sedile e passare alla guida. E diversa è anche la loro passione per le cose piacevoli da fare. “Stare sul divano” è la disarmante risposta di Alessia, mentre Valeria non ha dubbi: “Ma i rally, no?”

Martina e Federica. Le gemelle dei rally di Loazzolo

Martina Cirio e Federica Scaglione hanno esordito nella stessa classe a fianco dei rispettivi padri al Rally del Grignolino della primavera scorsa. E al Rally di Vesime dell’estate scorsa si sono ritrovate di nuovo a competere nella stessa categoria. Testo e foto di Tommaso M. Valinotti

 

LOAZZOLO (AT) – Potrebbero essere sorelle. Sono figlie della stessa terra. Condividono la stessa passione. Sono Martina Cirio e Federica Scaglione. E la loro passione è correre nei rally. Meglio se possono dettare le note a papà. Le due navigatrici sono figlie dell’Alta Langa dove la passione per i rally va di pari passo con quella per i vini, i tartufi e i formaggi prelibati, (Martina compirà 21 anni attorno a Natale e Federica 20 anni pochi mesi dopo) hanno esordito nella stessa giornata, il 26 marzo al Rally del Grignolino, dove si schierarono sul sedile dei propri padri: Pietro per Martina e Marco per Federica. Entrambe in classe A7, fu battaglia fra i due vignaioli di Loazzolo che si concluse con la vittoria di classe per Marco e Federica Scaglione (noni assoluti), mentre Pietro e Martina Cirio pagarono un problema meccanico alla loro Peugeot 206 RC che li fece scivolare in terza posizione di Classe A7. Da quel giorno Martina ha disputato altre quattro gare, il Tartufo con papà Pietro, il Moscato con Matteo Fortunato e l’Alba e il Vesime con il funambolico debuttante Luigi Mario Laiolo. Federica è tornata a fianco del padre al Vesime, poi ha corso di recente al Team sulla MG Rover di Gianluca Perosino. Ma per entrambe il risultato migliore è stato quello ottenuto nella gara di esordio con papà.

Entrambe travolte dalla passione rallistica su contagio dei padri e non solo. Martina ha un passato da pallavolista, mentre Federica ha vissuto a pane e motori seguendo il fratello e il fidanzato che corrono in moto; entrambe hanno iniziato la loro carriera con una tranquillizzante (psicologicamente) e molto adrenalinica gara con papà. Entrambe hanno trovato altri sedili da cui dettare le note ma, mentre Martina ammette che le piace cambiare pilota per provare nuove esperienze, Federica sembrerebbe più propensa alla fedeltà paterna.

Donne in carriera entrambe, Martina lavora nell’azienda agricola Pianbello, la casa vinicola di papà Pietro e zio Mario, mentre Federica è studentessa all’Istituto Turistico, le due hanno diversi punti di riferimento nel mondo dei rally. Martina vorrebbe emulare la carriera di Anna Andreussi, mentre Federica ha come punto di riferimento solo se stessa. Martina punta al sedile di una WRC per l’emozioni che quel genere di vettura dà, mentre Federica, per le stesse ragioni, vorrebbe disputare una gara monumento come il Montecarlo.

Se le si chiede qual è il pilota che preferiscono Martina risponde con un attimo di titubanza: “Papà Pietro”. Si guarda attorno e poi a bassa voce aggiunge ”In realtà va più forte zio Mario, ma se lo dico rischio il licenziamento dall’azienda”. Federica invece non ha dubbi: “Il massimo è mio padre: Marco”.

 

Mauro Zucca, il sondaggio Kaleidosweb adrenalinico come una prova speciale

Zucca_03 (Custom)Il portacolori della scuderia moncalierese Due Gi Corse sale sul podio alle premiazioni di Automotoracing di sabato 4 febbraio e domenica prossima inaugura la stagione 2017 alla Ronde del Canavese, con il sogno nel cassetto di guidare, prima o poi, una R5 sui tornanti del Col del Lys. Di Tommaso M. Valinotti, foto archivio Action Race.

Zucca_02 (Custom)TORINO – Terzo assoluto nel sondaggio annuale sul pilota più spettacolare 2016 indetto dal sito motoristico carmagnolese www.kaleidosweb.com il pilota della Due Gi Corse Mauro Zucca si gode la passerella dei vincitori alla premiazione avvenuta nel corso della “festa della velocità” celebrata sabato 4 febbraio a Lingotto Fiere in occasione di Automotoracing.

Zucca_01 (Custom)È stata un’annata molto combattuta e quindi molto divertente” commenta l’ingegnere di Baldissero Torinese. “Sia nel sondaggio sia nelle prove speciali. La finale del sondaggio è stata particolarmente adrenalinica. Sono stato terzo dall’inizio alla fine, ma la battaglia per conquistare il podio è stata accesa fino all’ultimo momento. E così era stato anche nella fase eliminatoria. Ho vinto la selezione al Rally del Zucca_05 (Custom)Piemonte di fine anno, ma solo dopo un testa a testa con il giovane pilota astigiano Massimo Iguera”. Abituato al confronto tirato dal primo all’ultimo metro, Mauro Zucca è stato protagonista di una battaglia sul filo dei decimi proprio nella gara della stagione nell’Alta Langa, conclusa in nona posizione assoluta, seconda di Classe N3 a soli 4/10 dal vincitore di categoria, perdendo la leadership proprio nell’ultima speciale di giornata.

Un vero peccato, ma è stato molto divertente. Lo scorso anno ho corso poco per problemi di lavoro e di budget ovviamente limitato. Ho chiuso secondo di Classe N3 alla Ronde del Canavese di inizio stagione. Al Città di Torino ero in testa alla categoria, ma una cambiata barbina ha rovinato tutto e mi sono dovuto ritirare per un problema al cambio. E poi c’è stato il Rally del Piemonte di fine anno. Terminare nono assoluto è stata una grande soddisfazione, vero è che non c’erano le WRC e S2000, ma con 127 partenti la gara cuneese era veramente tosta. Nel 2017 continuerò con la Clio N3 di Mario e Patrizio Floriolli, vestirò ancora i colori della Due G Corse ed avrò ancora al mio fianco Concetto Marletta, un navigatore con cui mi trovo benissimo. Siamo entrambi ingegneri, colleghi di lavoro e per capirci basta un’occhiata”.

Ingegnere alla Magneti Marelli negli uffici di Torino, Mauro Zucca si è avvicinato ai rally proprio in seguito alla sua professione occupandosi in particolare di calcoli delle sospensioni per la multinazionale milanese. “Tutto questo mi porta ad essere croce e delizia per i Floriolli, in quanto l’assetto della mia vettura è curato al limite dell’inverosimile, più di quanto farebbe qualsiasi altro pilota. Il nostro è un equipaggio di professionisti delle sospensioni, in quanto il settore in cui opera Concetto è quello dello sviluppo dell’elettronica delle sospensioni attive. La nostra è una deformazione professionale, ma per la mia mentalità tecnica non riesco ad accettare che tutto non sia perfetto. Quindi nello shake down lavoro meticolosamente per cercare quella perfezione che è praticamente impossibile da raggiungere”. Quarantotto anni, sposato con Ramona e una figlia Alice di dieci, Mauro Zucca è arrivato nel mondo dei rally piuttosto tardi. “Ovviamente la passione c’è sempre stata, fin da piccolo, fin dai tempi dell’università. Ma le possibilità sono quelle che sono e così ho cominciato a correre facendo da navigatore nei Rally Tout Terrain ad un altro mio compagno di università, Riccardo De Marco. Abbiamo iniziato con una Daihatsu Feroza che abbiamo preparato noi stessi, passando poi a una Nissan Patrol, quindi ad una Mitsubishi Pajero, con la quale abbiamo disputato gare anche di buon livello come l’Italian Baja. Nel 2009 sono passato al volante, disputando con i colleghi di lavoro la Sei Ore del Nürburgring su una Fiat Punto HGT, poi sono passato al mondo dei birilli, dove ho conosciuto lo staff della Due Gi Corse e dell’AEFFE Sport, squadre gemelle per le quali corro ancora oggi. Ma negli slalom non riuscivo ad esprimermi ed è stato giocoforza passare ai rally”.

La carriera rallistica di Mauro Zucca si sviluppa soprattutto nelle gare attorno a Torino, per ovvie esigenze di limitare tempo e trasferte. “Il Rally Città di Torino, nel quale ho vinto la Classe N3 nel 2012 e 2013, e la Ronde del Canavese sono le mie gare obbligatorie. Ho disputato anche il Team del 2015 con una Citroën Saxo di Classe A6, ma in prevalenza sono stato fedele alla Clio RS dei Floriolli. Il Rally Città di Torino è una gara fantastica, con la speciale del Col del Lys che libera adrenalina dal primo all’ultimo metro. Come tutti ho dei sogni nel cassetto, ma sono molto concreti, come devono essere per un ingegnere. Mi piacerebbe fare un Città di Torino con una vettura di Classe R5, o misurarmi con i piloti che disputano l’IRC in un confronto serrato in gare più lunghe. Anche se debbo dire che la Classe N3 nella nostra zona è già sufficientemente competitiva da dare quelle dosi di emozioni che servono ad un pilota. Nel frattempo continuerò a correre quelle tre o quattro gare cominciando dalla Ronde del Canavese di domenica prossima. Per la seconda volta non avrò sul sedile di destra Concetto Marletta (Mauro Zucca ha disputato nel 2012 il Rally delle Langhe con Elena Giovenale) che ha un impegno familiare e farò esordire Mauro Bianco, ingegnere anche lui con cui formeremo un equipaggio interamente di Baldissero Torinese. Dopo la gara canavesana ci saranno un altro paio di uscite. Sicuramente il Città di Torino e nuovamente il Rally del Piemonte a Dogliani che ha prove fantastiche cercando di recuperare quei pochi decimi che mi hanno separato dalla vittoria nell’autunno scorso. E poi si vedrà. Fra ingegneri si sogna poco e si pianifica molto, ma non bisogna mettere limiti alle aspettative”.

Aghem-Cumino: quei “pazzi” del Monte Carlo Historique  

 

aghem monte storico 2017 premiazione (1) (Custom)I due piemontesi secondi assoluti dopo una maratona automobilistica fra neve e ghiaccio

di Marco Mincotti

MONTE CARLO (Principato di Monaco, 1 febbraio) – Terzo nell’edizione 2016. Secondo in quella appena conclusa. E ora lavora per il primo posto dell’anno prossimo. È un simpatico tu per tu quello con il regolarista di Moncalieri Gianmaria Aghem nelle ore immediatamente successive la conclusione del Monte Carlo Historique 2017, che ha appunto terminato salendo sul secondo gradino del podio assoluto, contribuendo a dargli quella sfumatura rossa, bianca e verde che riempie d’orgoglio tutti noi. Già, perché quest’anno alla cerimonia di premiazione del “Monte” l’inno di Mameli lo hanno dovuto suonare due volte: la prima per Aghem, che era in coppia con il chierese Diego Cumino su una sempreverde Lancia Fulvia Coupé 1200 del 1965, la seconda per i piacentini Gian Mario Fontanella e Stefano Scrivani, detentori del terzo posto e intervenuti su una Fiat 128 Rally datata 1971. Inno del Belgio invece per i vincitori: Michel Decremer e Yannik Albert, trionfatori con la loro Opel Ascona 2000 del 1979. Ma gli anni in cui sono state immatricolate per la prima volta queste belle vetture non contano nulla, perché la vecchiaia è solo uno stato mentale e all’Historique quello che conta davvero è la resistenza meccanica, unita a una equivalente capacità di reggere il ritmo (pesante, come sempre) da parte dei gentleman driver. E allora ecco il “Monte” nella sua quintessenza, duro e puro come può essere solo una gara dove i trasferimenti sono già un avventura al limite della sopportazione. E quando il viaggio è finito si inizia a gareggiare davvero. Estenuante!

aghem monte storico 2017 (3) (Custom)Ma la luce negli occhi di Aghem fa capire che lo farebbe ancora e poi ancora, anche se ammette che “l’avvicinamento” da Barcellona (località di partenza scelta dal moncalierese, le altre erano Glasgow, Copenaghen, Stoccolma, Reims, Lisbona e Bad Homburg, ndr) a Digne Les Bains, abbarbicata località dell’Alta Provenza teatro del raggruppamento dei concorrenti, non è stato propriamente una passeggiata. Dal lungomare del barrio barcellonese ai Pirenei ne passa. Il tepore della Costa Brava lascia spazio a tortuose strade piene di neve e la discesa verso le terre francesi avviene tuffandosi in una fastidiosa pioggia. “Un ‘martirio’ di 22 ore e per farci ‘riposare’ ci hanno subito messo sulla linea di partenza di quattro speciali in sequenza”, non usa mezze parole Gianmaria per descrivere quanto fatto con Cumino, costruendo chilometro su chilometro un successo che era tutt’altro che annunciato. “Con Diego avevamo letteralmente sfiorato il podio già nel 2012 – prosegue – ma il semiasse della nostra Fulvia si ruppe proprio quando già vedevano i grattacieli di Monte Carlo bucare la notte. L’anno scorso invece andò bene: terzi. In quest’edizione invece siamo andati oltre le nostre più rosee previsioni. Ovvio che ghiaccio, neve e altre tipiche insidie stradali invernali hanno dato non poco da fare, ma la Fulvia era ben gommata, anche se non eccezionalmente nel posteriore forse, quindi siamo sempre riusciti a stare in carreggiata. E poi a fare la differenza era la concentrazione, soprattutto sul Col del Turini, dove noi del gruppo di testa praticamente ci morsicavamo tanto eravamo vicini. E proprio li, sul più bello, abbiamo forato la gomma posteriore destra (lo aveva detto che non erano il massimo le gomme dietro), un momento tragico, da perdere la testa e buttare tutto all’aria. Ma come dicevamo contava la concentrazione, la capacità di non perdersi d’animo, la freddezza del pilota. Ragionando così abbiamo risolto l’inconveniente in un lampo e siamo tornati in strada, giù a tuono verso Monaco. Poi la pedana. Ci dicevano che eravamo secondi assoluti. Fantastico.

aghem monte storico 2017 (2) (Custom)C’è sempre un dopo. La regolarità è un viaggio e il paesaggio che scorre fuori dai finestrini deve essere sempre diverso. Auto d’epoca vanno a braccetto con luoghi suggestivi e Aghem incarna perfettamente questa filosofia. Quindi perché restare fermo dopo una “passeggiata” come il Monte storico? Non sia mai, infatti l’agenda del pilota moncalierese è già fitta. Primo appuntamento nel fine settimana in arrivo (11 e 12 febbraio) con la Coppa Attilio Bettega di Bassano del Grappa, una manifestazione che ripercorrerà le strade e le terre che videro protagonista l’indimenticabile driver. Ad aprile invece il Gran Premio Terre di Canossa, un tour intervallato da prove cronometriche con pedana di partenza a Parma e quella di arrivo a Reggio Emilia. Detto così sembra facile, ma i signori del volante non faranno certo l’autostrada. Il tracciato infatti li vedrà scendere verso il mare: Cinque Terre e poi Versilia. E dalla costa si inoltreranno in direzione di Lucca e Pisa, per poi finalmente risalire in Emilia. Bello, ma sono bazzecole. Aghem ha già in mente un nuovo raid nel continente nero sempre con l’inseparabile Fulvia. Addio asfalto.

Massimiliano Wiser, campione in Cina e protagonista in Oriente

Wiser_2016_IMG_6278 (Custom)Da quasi cinque anni corre sulle Gran Turismo in Asia. Pilota di professione quasi in pianta stabile a Shanghai. Al via con le Lamborghini e Audi R8 GT. A dicembre finale mondiale a Valencia e al via in autunno nel campionato Le Mans Series. Pilota di punta del marchio “Santero 958” per tutto il 2016.

Wiser_2016_IMG_6304 (Custom)NIZZA MONFERRATO(AT) – Da quando il pilota piemontese Massimiliano Wiser si è trasferito “sportivamente” parlando sono passati quasi cinque anni da quel gennaio 2012 ma certamente l’entusiasmo di allora è lievitato partecipando alle gare Gran Turismo in estremo oriente con base in quel di Shanghai dove la comunità italiana è molto numerosa. Per qualche giorno a Nizza alla Pista Winner di proprietà della famiglia Massimiliano a ruota libera ci parla di questi anni in Cina, dei risultati ottenuti, delle sue impressioni sullo sport dell’automobile e dei rapporti sociali ed economici tra Italia e Cina.

Wiser_2016_IMG_6303 (Custom)Massimiliano come è andata questa stagione sportiva che mi pare ti abbia visto protagonista in diverse categorie Gran Turismo? “In effetti la stagione non è ancora conclusa in quanto ad esempio in queste settimane corro nell’ “Asia Le Mans Series” con quattro gare di quattro ore ciascuna con l’Audi R8 GT3 e la Lmp3 “Ginetta” con corse tra l’altro a Zhuhai e Sepang. Ho corso nel Lamborghini Super Trofeo Asia (ndr due altre serie in Europa e Usa) e sono in lotta per il terzo posto piloti prima della gara finale a Valencia a inizio dicembre che è una sorta di incontro mondiale. Ho vinto la categoria piloti del “China GT” nella categoria GT3 e qui siamo arrivati primi come team”.

Quindi in buona sostanza viaggi e sei come si dice un “pilota” con “la valigia sempre pronta”…? “In pratica durante tutto il 2016 ho viaggiato andata-e ritorno con la linea Milano- Dubai e da qui a Shanghai quasi 20 volte in 11-12 mesi ma la passione per questo sport è tanta e l’ambiente in Asia interessante per cui l’ho fatto ben volentieri

Ecco appunto com’è l’ambiente sportivo dell’automobile dopo 5 anni di presenza laggiù….? “Il livello sportivo come agonismo e come tecnica è notevolmente cresciuto e ti assicuro che c’è un ambiente “bello” tra piloti, meccanici e addetti ai lavori di “vera” amicizia forse com’era 20-30 anni fa in Italia..”.

I cinesi o la Cina più in generale come vedono l’Italia? “Abbiamo un settore alimentare pieno di eccellenze e di qualità però ad esempio nel vino i francesi laggiù sono arrivati prima di noi e oggi la fanno ancora da padrone ma possiamo recuperare se ci sarà un forte impegno promozionale e di presenza e d’intervento sul mercato orientale in genere e soprattutto cinese. Del resto i recenti accordi con il titolare di Alibaba (sito cinese con 400 milioni di potenziali clienti) Jack Ma dovrebbero sviluppare tutto il nostro agroalimentare…. Ci tengo a evidenziare che durante tutta la stagione sono stato il pilota ufficiale del brand “Santero 958” nelle gare cui ho partecipato e con curiosità ho visto che ai box e in tutto l’ambiente questa presenza promozionale di questo mio sponsor ha incuriosito molto. Poi non dimentichiamo che le nostre auto italiane e il ns. design piace molto in Cina e sottolineo che la nostra tecnologia nei macchinari è rispettata e ammirata…..

Senza dubbio Massimiliano Wiser (35 anni) è il prototipo di chi non si è fermato difronte alla “crisi” dello sport dell’automobile in Italia ma diciamolo anche di tutto il continente e che “valigia” alla mano è andato  alla ricerca di “fortuna” altrove e si è imposto per simpatia, rapporti umani adeguati e risultati sportivi rilevanti lontano da casa. Oggi come oggi è sicuramente tra i piloti italiani (gli altri sono Rizzo, Liberati e Amici) quello che eccelle su tutti con rispetto da parte dei cinesi e non da poco è oggi buon conoscitore delle piste di Shanghai e Zhuhai, Suzuka e Fuji (Giappone), Buritam (Tailandia) e Sepang in Malesia. Alle gare del trofeo Lamborghini prendono parte circa 15-20 auto per ogni gara con una qualità di mezzi in campo e di piloti allo start di prim’ordine.

Alessandro Gino e Marco Ravera. Dieci e lode alla Ronde d’Estate

A cura di ActionRace

Ronde_Estate_Gino_Ravera_001 (5) (Custom)CUORGNÉ (TO) – Si conclude nel migliore dei modi la terza edizione del rally Ronde d’Estate per Alessandro Gino e Marco Ravera, portacolori del Gino WRC Team che centrano il gradino più alto del podio, portando così a 10 le vittorie assolute dell’equipaggio cuneese. La strategia di gara per l’equipaggio li porta ad attaccare sin dal primo passaggio sulla speciale di Chiesanuova, già dopo il quale il distacco dai diretti inseguitori supera i 13”.

Ronde_Estate_Gino_Ravera_001 (12) (Custom)Da lì in poi un crescendo con altre 3 vittorie parziali sui restanti tratti cronometrati. Una gara corsa con grinta e determinazione, con la voglia di portare la Ford Fiesta WRC a tagliare da protagonista il traguardo di Cuorgnè. Un’ottima prestazione che inizia dai test pre gara, svolti con l’assistenza tecnica di Tam-Auto, che hanno permesso di affinare ulteriormente le sensazioni positive che questa vettura riesce a trasmettere. “La Fiesta si è dimostrata sin da subito molto competitiva. I chilometri percorsi fra test e prove ci hanno permesso di fare un buon passo in avanti con il setup generale. Abbiamo deciso di provare a spingere sin dal primo passaggio e, grazie alla sinergia con la vettura, abbiamo continuato con il nostro passo fino all’ultima speciale”.

Ronde_Estate_Gino_Ravera_001 (8) (Custom)Questo il commento a caldo di Alessandro Gino nell’immediato post gara. Il ringraziamento del Gino WRC Team va a tutti i suoi Partners che supportano l’equipaggio nella stagione 2016: Banca di Cherasco, Tecnoworld Group, Insidea, ADB, Castrol, CDK, Tipolito Europa, Wurth, Big Promotion, Anima, Gazzera, Sogeda, Radio Piemonte Sound e Al.Pi.Grafic. Ora una breve pausa prima dell’importante appuntamento a inizio settembre con il rally Valli Cuneesi, tappa finale del circuito I.R.C.

La galleria fotografica di Alessandro Gino e Marco Ravera alla Ronde d’Estate

A cura di ActionRace

Ronde_Estate_Gino_Ravera_001 (8) (Custom)CUORGNÉ (TO) – Si conclude nel migliore dei modi la terza edizione del rally Ronde d’Estate per Alessandro Gino e Marco Ravera, portacolori del Gino WRC Team che centrano il gradino più alto del podio, portando così a 10 le vittorie assolute dell’equipaggio cuneese.

 

La galleria fotografica di Alessandro Gino e Marco Ravera alla Ronde d’Estate

Alessandro Gino e Marco Ravera. Dieci e lode alla Ronde d’Estate

A cura di ActionRace

Ronde_Estate_Gino_Ravera_001 (5) (Custom)CUORGNÉ (TO) – Si conclude nel migliore dei modi la terza edizione del rally Ronde d’Estate per Alessandro Gino e Marco Ravera, portacolori del Gino WRC Team che centrano il gradino più alto del podio, portando così a 10 le vittorie assolute dell’equipaggio cuneese. La strategia di gara per l’equipaggio li porta ad attaccare sin dal primo passaggio sulla speciale di Chiesanuova, già dopo il quale il distacco dai diretti inseguitori supera i 13”.

Ronde_Estate_Gino_Ravera_001 (12) (Custom)Da lì in poi un crescendo con altre 3 vittorie parziali sui restanti tratti cronometrati. Una gara corsa con grinta e determinazione, con la voglia di portare la Ford Fiesta WRC a tagliare da protagonista il traguardo di Cuorgnè. Un’ottima prestazione che inizia dai test pre gara, svolti con l’assistenza tecnica di Tam-Auto, che hanno permesso di affinare ulteriormente le sensazioni positive che questa vettura riesce a trasmettere. “La Fiesta si è dimostrata sin da subito molto competitiva. I chilometri percorsi fra test e prove ci hanno permesso di fare un buon passo in avanti con il setup generale. Abbiamo deciso di provare a spingere sin dal primo passaggio e, grazie alla sinergia con la vettura, abbiamo continuato con il nostro passo fino all’ultima speciale”.

Ronde_Estate_Gino_Ravera_001 (8) (Custom)Questo il commento a caldo di Alessandro Gino nell’immediato post gara. Il ringraziamento del Gino WRC Team va a tutti i suoi Partners che supportano l’equipaggio nella stagione 2016: Banca di Cherasco, Tecnoworld Group, Insidea, ADB, Castrol, CDK, Tipolito Europa, Wurth, Big Promotion, Anima, Gazzera, Sogeda, Radio Piemonte Sound e Al.Pi.Grafic. Ora una breve pausa prima dell’importante appuntamento a inizio settembre con il rally Valli Cuneesi, tappa finale del circuito I.R.C.

La galleria fotografica di Alessandro Gino e Marco Ravera alla Ronde d’Estate

A cura di ActionRace

Ronde_Estate_Gino_Ravera_001 (8) (Custom)CUORGNÉ (TO) – Si conclude nel migliore dei modi la terza edizione del rally Ronde d’Estate per Alessandro Gino e Marco Ravera, portacolori del Gino WRC Team che centrano il gradino più alto del podio, portando così a 10 le vittorie assolute dell’equipaggio cuneese.

 

La galleria fotografica di Alessandro Gino e Marco Ravera alla Ronde d’Estate