Centenario del Circuito Internazionale di Brescia-Montichiari. Dal 16 al 19 settembre l’evento celebrativo con auto, moto e aerei storici

Ci saranno il campione francese di Formula 1 René Arnoux e la vettura Ballot vincitrice del primo Gran Premio Nel 1921

Il Circuito Internazionale di Brescia-Montichiari compie 100 anni e dal 16 al 19 settembre si terrà il grande evento rievocativo organizzato dall’ASI e dall’Historic Racing Club Fascia d’Oro. Si svolgerà sulle stesse strade che ripercorrono quell’antico tracciato, teatro del primo “Gran Premio d’Italia Internazionale Automobili-Aeroplani” e del primo “Gran Premio Motociclistico delle Nazioni” disputati nel 1921: si trattò di una competizione epocale, che vide protagoniste le automobili, gli aerei e le motociclette. Per la rievocazione del centenario è stato messo a punto un ricco programma che porterà partecipanti italiani e stranieri sulle strade e nei cieli di Brescia con auto, moto e aerei storici.
Ospiti d’eccezione saranno il campione francese di Formula 1 René Arnoux – protagonista nella massima serie tra il 1978 e il 1989 alla guida delle monoposto Renault, Ferrari e Ligier – e la vettura Ballot 3/8 LC che nel 1921 si aggiudicò quel primo “Gran Premio d’Italia Internazionale” con un altro pilota francese, Jules Goux.
Ci saranno, inoltre, numerose Bugatti Tipo 13 che nel 1921 si imposero nel Gran Premio Vetturette con quattro esemplari nelle prime posizioni finali: un risultato che portò a ribattezzare “Brescia” questo iconico modello. Tra le moto, non mancheranno gli stessi modelli Harley-Davidson che vinsero il Gran Premio delle Nazioni 1921, oltre ad un selezionato schieramento di motociclette da competizione costruite dalle origini al 1939. Infine, grazie alla collaborazione dell’Historical Aircraft Group, sarà possibile ammirare (a terra e in volo) alcuni spettacolari biplani storici.
 
La Rievocazione del Circuito Internazionale di Brescia-Montichiari sarà un’occasione unica per poter rivivere le emozioni dei pionieri, in particolare sabato 18 settembre quando tutti i mezzi si ritroveranno in uno spettacolare “rendez-vous” all’interno della base militare di Ghedi, sede del VI Stormo Diavoli Rossi dell’Aeronautica Militare: qui, le auto, le moto e gli aerei ricomporranno quell’irripetibile quadro storico del 1921.
Giovedi 16 settembre, i partecipanti in auto si ritroveranno a Villa Fenaroli di Rezzato e da qui, venerdì 17, partiranno per il Lago di Garda con tappe a Salò e Desenzano. Gran finale domenica 19 settembre a Montichiari.CORREVA L’ANNO 1921. Oltre al Gran Premio d’Italia Internazionale per vetture da competizione di grossa cilindrata, nel 1921 si disputarono a Brescia anche il Gran Premio Gentlemen (vinto da Masetti su Mercedes), ed il Gran Premio Vetturette, dove ai primi quattro posti si imposero le piccole Bugatti Tipo 13 con Ernst Frederich, Michele Baccoli, Pierre De Vizcaya e Piero Marco. In seguito a tale trionfo, Ettore Bugatti ribattezzò questo modello “Brescia”, soprannome riconosciuto e utilizzato ancora oggi dagli appassionati di tutto il mondo.
Il grande evento del 1921 vide protagoniste anche le motociclette nel Gran Premio delle Nazioni. Sul Circuito Internazionale di Brescia-Montichiari si sfidarono i più intrepidi centauri dell’epoca, come Gentile Minazio, Damiano Rogai, Piero Maggi e Badino Mai. Tra le case motociclistiche si registrò la partecipazione di Della Ferrera, AJS, Maffeis e persino dell’americana Harley-Davidson, che si impose con la sua squadra ufficiale.
Nell’istante in cui scattarono le auto, alle 8.00 del mattino del 4 settembre 1921, dal vicino aeroporto di Ghedi si alzarono in volo anche gli aeroplani per la propria competizione, affrontando lo stesso tracciato delle auto ma in cielo ed in senso contrario. Fu così che i motori, cento anni fa, dominarono la scena di quello che si può definire un colossale “automotoaerodromo” unico nel suo genere, che l’Automotoclub Storico Italiano e l’Historic Racing Club Fascia d’Oro faranno rivivere evidenziandone i risvolti storici, sociali e culturali.
LA BALLOT 3/8 LC. La griglia di partenza del primo Gran Premio d’Italia del 1921 (valevole come quinta Coppa Florio) non fu certo delle più affollate… Sei vetture al via e tre al traguardo per un confronto diretto tra gli italiani della Fiat ed i francesi della Ballot. Furono i cugini d’Oltralpe ad avere la meglio, con due Ballot 3/8 LC davanti alla Fiat 801/402. Vinse Jules Goux seguito dal compagno di squadra Jean Chassagne e da Louis Wagner. Tutti avevano puntato sull’alfiere Fiat Pietro Bordino, costretto al ritiro al 16° giro (rottura della pompa dell’olio) ma con la soddisfazione di aver segnato il giro veloce in 6’54”2 alla velocità media di oltre 150 chilometri orari. Ritiro anche per il terzo pilota Fiat, Ugo Sivocci, e per la terza guida Ballot, Ralph De Palma.

Il vincitore del Gran Premio completò i 30 giri in 3 ore 35 minuti e 9 secondi a 144 km/h di media: una prestazione di rilievo per l’epoca ma soprattutto un risultato che la Ballot inseguiva da ben tre anni. Le sue prime auto da corsa, infatti, nacquero nell’immediato dopoguerra con l’approdo in azienda del progettista franco-svizzero Ernest Henry, già noto per aver realizzato le vincenti Peugeot L76 e 3L prima degli eventi bellici. L’obiettivo dei fratelli Ernest-Maurice ed Edouard Ballot era la partecipazione alla 500 Miglia di Indianapolis che si sarebbe disputata nel 1919: un evento che avrebbe dato risalto e fama all’azienda francese per ripartire dalle macerie lasciate dalla prima guerra mondiale.
Così, a tempo di record, il 7 aprile del 1919 uscì dall’atelier Ballot la prima delle quattro vetture che il successivo 26 aprile sarebbero state imbarcate per gli States insieme ai piloti (tutti francesi) destinati alla grande corsa di “Indy”: Albert Guyot, René Thomas, Louis Wagner e Paul Bablot. Le Ballot risultarono subito le più veloci ma non andarono oltre al quarto posto di Guyot e all’undicesimo di Thomas. Vinse quella 500 Miglia la Peugeot guidata da Howdy Wilcox e progettata da Henry…
Le Ballot di Henry erano state pensate specificatamente per l’appuntamento americano, che prevedeva la cilindrata massima di 300 pollici cubici, poco più di 4,9 litri. Henry “prese spunto” dalle sue Peugeot riproponendo la configurazione del motore con doppio albero a camme in testa e quattro valvole per cilindro; il frazionamento delle Ballot, invece, era a 8 cilindri in linea anziché i 4 delle Peugeot.
La formula di Indianapolis per il 1920 venne modificata abbassando il limite della cilindrata a 3 litri, che sarebbe stato adottato anche dalla Formula Internazionale per il 1921. Altre quattro Ballot di questa cilindrata furono quindi approntate, modificando semplicemente le misure del motore precedente. I propulsori Ballot raggiungevano i 110 CV di potenza massima e furono tra i primi ad utilizzare pistoni in lega leggera. Il sistema di lubrificazione, la trasmissione e il disegno dello chassis erano ereditati direttamente dalla Peugeot GP del 1913, i freni erano costruiti su licenza Isotta Fraschini. La parte inferiore della vettura era carenata (una sorta di “fondo piatto” ante litteram) e la carrozzeria aveva una sezione frontale decisamente ridotta.
Il successo a Indianapolis sfumò nuovamente: le tre Ballot iscritte terminarono al secondo, quinto e settimo posto con Thomas, Ralph De Palma (partito dalla pole position) e Jean Chassagne. De Palma fu il solo ingaggiato per la 500 Miglia del 1921, ma fu costretto al ritiro per la rottura di una biella. Convinti della bontà delle proprie vetture gli uomini Ballot non si persero d’animo e proseguirono la stagione 1921 provando a giocare in casa partecipando al Gran Premio di Francia disputato a Le Mans il 25 luglio. Vittoria sfiorata anche qui, con De Palma e Jules Goux al secondo e terzo posto dietro al vincitore Jimmy Murphy su Duesemberg. Goux partecipò con la nuova Ballot da 2 litri allestita in vista del nuovo regolamento che sarebbe entrato in vigore nel 1922.

Ed eccoci, finalmente, al 4 settembre 1921 con il primo Gran Premio d’Italia e la prima, importante vittoria firmata Ballot e Goux, che in quella occasione guidò la 3/8 LC contraddistinta dal numero di telaio #1006. La sua storia è piuttosto chiara e ben documentata nel tempo. Acquistata il 23 febbraio 1923 da Sir Malcom Campbell direttamente dalla Ballot, proseguì la sua carriera agonistica per un decennio, passando di mano nel 1927 a favore di Jack Dunfee, uno dei famosi “Bentley Boys”. Nel 1933 venne acquistata dalla pilotessa australiana Joan Richmond per competere a Broolands: nelle sue mani durò poco, così come in quelle dei due successivi proprietari: gli inglesi Dennis Shipwright e Cecil Clutton. Dal 1940 e per i successivi settant’anni, la Ballot 3/8 LC #1006 è rimasta nella stessa famiglia Crowley-Milling fino a quando, nel 2016, l’appassionato austriaco Alexander Schaufler non l’ha parcheggiata nel suo garage.
La #1006, oltre ad aver vinto il primo Gran Premio d’Italia, terminò settima e terza alle “Indy 500” del 1920 e 1922, rispettivamente con Chassagne e Goux al volante; lo stesso Chassagne la portò in gara a Le Mans nel 1921, costretto al ritiro per la rottura del serbatoio.

PRINCIPALI CARATTERISTICHE TENICHE DELLA BALLOT 3/8 LC
Motore: anteriore longitudinale, 8 cilindri in linea, alesaggio e corsa 65×112 mm, potenza massima 110 CV a 3.500 giri/minuto, 4 valvole in testa per cilindro, albero a camme in testa, carburatore Claudel, accensione a due magneti Scintilla; trasmissione: trazione posteriore, frizione a coni rovesciati, cambio a 4 rapporti; dimensioni: passo 2.720 mm, carreggiate ant. e post. 1.400 mm.