Eric Comas Il pilota con il vizio dei rally e l’Italia nel cuore

Il francese, dopo essere stato un driver in pista, dalla Formula 1 alle GT nipponiche, ha riscoperto il fascino dei rally, la passione di gioventù. E dopo un passaggio con le Alpine, arriva la Stratos, suo amore di quando seguiva le gare nell’Ardeche. Ed a Sanremo ha dimostrato di che pasta è fatto, anche se per la seconda volta la vittoria….

Foto Stefano Romeo e Foto4

erik_comas_008SANREMO (IM) – Il pilota francese guarda la classifica finale del Rally di Sanremo, ma non ne fa un dramma. È secondo, ad appena 2”9 dal vincitore, ma non recrimina. Dà un alzata di spalle e commenta: “la prossima volta lo vinco io”. Un’affermazione che ha i suoi fondati motivi, visto che Eric Comas, 52 anni il prossimo settembre, francese di Romans sur l’Isère un conto aperto con il Sanremo storico sembra proprio averlo aperto. Dopo una prima partecipazione in cui concluse quarto, nel 2013 si dimostrò un vero leone della gara, dopo che la sua Stratos ebbe un problema sulla seconda prova speciale che lo fece precipitare in fondo alla classifica ben lontano dalla vetta. Nessuno, o quasi, credeva che potesse esserci una rimonta così veemente, ma Eric cominciò a vincere una prova speciale dietro l’altra arrivando a chiudere ad appena 7” dal vincitore della gara.

erik_comas_000Una storia che si è ripetuta con gelida puntualità anche in questa edizione del Sanremo Rally Storico, in cui Eric Comas ed il suo navigatore Jano Vesperini, hanno faticato a trovare il ritmo nella prima tappa, per scatenarsi poi nelle ultime quattro prove della seconda arrivando a chiudere a soli 2”9 dal vincitore Matteo Musti. “Purtroppo la mia Stratos è ancora molto acerba ed abbiamo patito problemi di messa a punto del motore, che spesso a girato a soli cinque cilindri invece che a sei” commenta alla fine facendo ruggire il possente e sinfonico sei cilindri Dino Ferrari della sua Stratos. “Quando siamo riusciti ad inquadrare la situazione abbiamo cominciato a segnare ottimi tempi ed abbiamo rimontato la classifica. Ma purtroppo il rally è finito prima che riuscissimo ad agguantare la prima posizione”. Una vera fortuna per il vincitore di questo 30° Sanremo Rally Storico, perché di strada a Comas ne sarebbe servita veramente poca prima di acciuffare la leadership. Infatti, dopo la prima tappa del venerdì che lo ha visto arrivare ad avere fino quasi un minuto di svantaggio da Lucio Da Zanche, mattatore della prima metà di tappa, Comas ha preso un buon ritmo, ma non sufficiente ad inserirlo fra i pretendenti al podio, visto che dopo la “Ronde” che chiudeva la giornata di venerdì pagava al futuro vincitore Matteo Musti ben 23”2 ed era solo quarto assoluto.

erik_comas_006Le cose sembravano marciare sullo stesso binario anche nelle prime due prove di sabato con Comas che continuava a perdere su Musti, ormai lontano a 34”5 ed il podio che non si avvicinava. Poi, nella PS 8 (Vignai-1) la magia della Stratos comincia a fare il suo effetto e Comas vince la prova, recuperando a Musti 4”. Il riposo ad Imperia non calma gli animi del formulista francese che nella seconda tornata si scatena recuperando 5”4 nella ripetizione di San Bartolomeo, 12”6 a Passo del Maro, ed 9”6 sulla definitiva Vignai che cementifica una classifica con Matteo Musti al primo posto  ed Eric Comas al secondo per un battito di ciglia.

erik_comas_004Comas però non si perde in recriminazioni e giustificazioni. Nemmeno sottolinea di essersi presentato al via con una vettura più datata (una Stratos) rispetta alla concorrenza che aveva come armi le più giovani ed evolute Porsche, Lancia Rally, per non parlare delle “neo rinate” Lancia Delta. “Io amo i rally ed in particolare modo le auto italiane. Da quando avevo 14 anni ho visto tutti i passaggi del Montecarlo nella zona dell’Ardeche, vicino a casa mia o sulle prove speciali più affascinanti della gara. Ovviamente sono della generazione che ha subito il fascino dell’Alpine Renault, e l’innamoramento della Lancia Stratos. Ed ho deciso che sarei diventato un pilota di rallye. Ovviamente il destino aveva già programmato la mia vita in altro modo. Ho vinto un concorso per giovani formulisti al Paul Ricard, a 18 anni sono diventato campione di Francia, quindi a 27 anni sono diventato campione di Formula 3000, l’anticamera della Formula 1”. Sono gli anni in cui la grandeur francese spopola in Formula 1 con Alain Prost, Jean Alesi, e non solo.

erik_comas_003Ci sono delle scuderie fortemente sostenute dalle industrie francesi, anche di stato, e scuderie con la Ligier e la Larousse possono permettersi di schierare discrete monoposto anche in Formula 1. Ma sono gli anni in cui la lista degli iscritti è lunga come un romanzo di Alexandre Dumas e passare le forche delle pre-qualifiche è dura. Comas però ci riesce spesso e nel 1992 con la Ligier JS37 conquista un bel quinto posto al Gran Premio d’Italia ed è 11° nel mondiale. Prosegue la sua carriera di Formula 1 altri due anni con la meno brillante scuderia di Gerard Larousse, anche se i risultati non sono eccelsi come con la Ligier. Poi, dopo un 1994 difficile, Eric Comas lascia la Formula 1 e va a correre con le GT nel ricco campionato giapponese ottenendo ancora gloria ed ingaggi sostanziosi.

erik_comas_001Ma l’amore sono i rally, e tornato in Francia fonda una scuderia che si dedica alle gare storiche, avendo a disposizione, ovviamente, le Alpine A110. “Non potevo fare diversamente. Come francese se non avessi scelto l’Alpine mi sarei tirato addosso gli sguardi inviperiti dei miei connazionali. Ma potevo soddisfare la mia passione giovanile delle gare su strada. Nei rally è il navigatore che fa tutto. Ti dice dove girare dove accelerare e tutto cosa fare. Mi piace moltissimo questa complicità che si instaura all’interno dell’abitacolo” racconta Comas facendo sembrare una cosa banale, proprio alla portata di tutti, la guida rallistica. C’è però ancora un passo che Eric Comas deve compiere per arrivare al vertice della sua soddisfazione rallistica. Salire al volante di una Stratos ed ad un certo punto si libera della sua scuderia e può iniziare a correre con la bete a gagner (come l’hanno definita i francesi). “Questa è la mia quarta Lancia Stratos, e sono sempre più soddisfatto di questa splendida vettura. Gli italiani sono fortunati. Hanno costruito le più belle auto da rally del mondo ed hanno le più belle donne del mondo”.

erik_comas_005Cosa c’entrano le più belle donne del mondo? Spiegazione molto semplice: la nuova femme fatale di Eric Comas è di Biella, paese che ha visto nascere le più belle Stratos da corsa, preparate da Umberto Maglioli. In fondo c’è sempre una spiegazione a tutto.