Guido D’Amore

Guido D’Amore: Passano 42 anni ed un imperiese torna sul tetto del “Sanremo”


Guido_Damore_2014_000Una profezia di Amilcare Ballestrieri si avvera puntualmente dopo 42 anni. Il successo di Guido D’Amore porta un ligure del Ponente sul gradino più alto del podio. Ed è lo stesso “Gillo”, uno dei rari navigatori professionisti in Italia, a raccontare emozioni e sacrifici per raggiungere una simile soddisfazione

SANREMO (IM) – “Fra quarant’anni ci sarà un altro imperiese, che oggi è bambino, che salirà il gradino più alto del Rallye Sanremo”. Vista a posteriori, la profezia di Amilcare Ballestrieri, sanremese, pilota ufficiale Lancia, vincitore del Rallye Sanremo 1972 con Arnaldo Bernacchini e la Lancia Fulvia HF ha del miracoloso.

Guido_Damore_2014_002A 42 anni di distanza, infatti, un altro ligure del Ponente, questa volta di Costa d’Oneglia (IM), è sul gradino più alto. Si chiama Guido “Gillo” D’Amore, nato il 24 dicembre 1971, ed ha vinto il 56° Rallye Sanremo a fianco di Umberto Scandola, Škoda Fabia S2000. “Sono arrivato molto tardi nel mondo dei rally ed ho iniziato a correre quando Amilcare Ballestrieri (che sabato 5 aprile era in zona arrivi della gara) aveva già smesso. Ora voglio proprio conoscerlo e, tramite amici, sto organizzando una cena per incontrarlo”. L’emozione di Scandola-D’Amore era chiaramente visibile sui volti dell’equipaggio della Škoda Fabia S2000, e lo si sentiva ancora di più dalle loro voci. “Ho disputato la prima volta il Sanremo nel 1992 con una Opel Kadett GSI, ma la fortuna non è stata dalla nostra parte e ci siamo ritirati nelle prove in Toscana” racconta subito dopo il trionfo Guido D’Amore dal suo “buen ritiro” a Chionea, appena sopra ad Ormea, nell’alta Valle Tanaro. “Da ragazzino con il motorino scalavo le montagne per andare a vedere i test a Rezzo. Ho passato talmente tanto tempo a Colle d’Oggia che ne sono diventato cittadino onorario” ricorda oggi D’Amore, ma per raggiungere i traguardi prefissati ci vuole molta costanza e determinazione.

Guido_Damore_2014_001“Non ho mai pensato di diventare un pilota, ma ho sempre voluto essere un navigatore professionista. Per questo motivo a 18 anni ho comprato, ovviamente di nascosto dai miei genitori, una vettura da rally e cercavo qualcuno che la guidasse in gara. Ovviamente quando i miei se ne sono accorti si sono ‘incinghialiti’ e sono rimasto in punizione per due anni”. Ma gli anni passano presto, specie quando si è giovani e Guido D’Amore riesce a raggiungere il traguardo di essere al top del rallismo mondiale con Gigi Galli nel 1998 e dal 2003 è uno dei pochi, pochissimi navigatori professionisti italiani. “Quattro o cinque al massimo” sostiene Guido D’Amore, uno dei navigatori che può vantare una simile qualifica. “Io sono riuscito ad arrivare a questo traguardo con tanta determinazione, sacrifici e soprattutto umiltà. Che sono le caratteristiche basilari del navigatore. Oltre naturalmente a riuscire a separarsi in macchina dalle emozioni del momento. Se uno si spaventa quando la macchina scappa o sembra che il pilota non riesca a controllarla, questo mestiere non fa per lui. Ma passione, voglia di fare sacrifici ed umiltà sono necessari per poter continuare. Dopo vent’anni di carriera, ancora oggi quando insegno ai corsi navigatori imparo delle cose dalle domande dei miei allievi. C’è sempre qualcosa da imparare”.

Guido_Damore_2014_003Dopo aver corso con piloti del calibro di Gigi Galli nel mondiale ed in un campione come Andrea Navarra, il copilota di Costa d’Oneglia, borgata a pochi chilometri dal mare sopra Imperia, dal 2009 fa coppia fissa con Umberto Scandola. “Eravamo insieme in Abarth. Lui era navigato da Gigi Pirollo, io dettavo le note a Navarra. Nel 2007 lui doveva fare l’apripista al rally Oltrepo Pavese e Pirollo non era disponibile. Fui ben felice di navigarlo. Peccato che la Grande Punto Abarth a nostra disposizione si sia rotta prima della gara e non se n’è fatto nulla. Ma il seme era piantato e da allora corriamo assieme”. Un percorso lungo e difficile, fatto di momenti entusiasmanti alternati a quelli bui, caratteristica comune a tutti gli atleti che gareggiano contro sé stessi, prima che contro gli altri. “Vincere il titolo italiano lo scorso anno è stato esaltante, ma vincere il Sanremo, per uno del Ponente è veramente il top. Con Umberto avevo ottenuto finora come miglior risultato al Sanremo un quarto posto nel 2007, edizione in cui erano presenti i migliori piloti dell’epoca, da Rossetti a Basso, da Andreucci a Navarra, oltre a stranieri del calibro di Nicolas Vouilloz, Gilles Panizzi e Freddy Loix. Vincere quest’anno è stato esaltante. Sopratutto perché sono state riscoperte le prove della Valle Impero. Essere primi a San Bernardo di Mendatica, dove vivono i miei nonni ed i miei cugini sono i titolari dell’Hotel Settimia è stata un’emozione fortissima, che mi ha ripagato di tutti gli sforzi ed i sacrifici fatti per raggiungere questo traguardo”. Se a San Bernardo di Mendatica tutto il paese era in festa per “Gillo” D’Amore, sul palco arrivi Guido D’Amore ha ricevuto l’abbraccio dei moltissimi tifosi, della Škoda Motorsport e del fratello Nico. “Mia moglie Paola mi segue pochissimo ed io preferisco così. Sabato, mentre io salivo sul podio di Sanremo lei era impegnata nel nostro negozio di Albenga, il Giesse Scampoli. Inoltre io non gradisco troppo avere qualcuno vicino alle gare. Ho bisogno di tutta la concentrazione per poter dare il 100% come le vetture odierne richiedono. Certo quando si va in località particolarmente belle e turistiche Paola mi segue molto volentieri. In Sardegna non manca mai”.

Una vittoria al Sanremo vale una carriera, ma non ci si può certo fermare sugli allori. “In questo fine settimana io e Umberto abbiamo vinto il nostro primo Sanremo, siglato per la prima volta il miglior tempo nella lunga Ronde notturna, una speciale che fa storia a sé, ma ora dobbiamo guardare avanti. L’obiettivo è quello di confermarci al top bissando la vittoria nel Campionato Italiano Rally, impresa non affatto facile, vista la competitività raggiunta dalle nuove R5. Ma siamo fiduciosi nelle prestazioni della nostra Fabia. Però sarà dura, durissima, visto il sempre maggior numero di pretendenti che si affacciano al tricolore. Per il 2015 non nascondo che mi piacerebbe che Umberto cominciasse a pensare ad un campionato europeo É ora che cerchi un palcoscenico più ampio” che molto probabilmente nel 2015 avrà nuovamente come tappa il Sanremo. E Guido “Gillo” D’Amore sarebbe pronto a fare il bis.