Il Rally del Grappolo dai grandi numeri, soddisfa anche il palato più fine

La gara astigiana dai grandi numeri offre anche un grande spettacolo e grandi emozioni. Di Tommaso M. Valinotti. Foto Magnano

SAN DAMIANO D’ASTI (AT), 15 maggio – Se non si sprofonda con la memoria ai beati anni Ottanta è difficile ricordare un rally con 183 iscritti, che diventano 178 se escludiamo chi si è tolto prima del via e 173 verificati. Senza andare a cercare meriti e situazioni congiunturali favorevoli c’è da dire che la gara astigiana piace, piace ai locali, e piace anche a chi viene da fuori zona. Dalla Francia, dalla Svizzera, dalla Sardegna, che è molto più lontana della Costa Azzurra.

Piacciono le prove che sono velocissime (99,1 km/h la media del vincitore), con dossi da paura in cui cuore e polmoni smettono di vivere, ma danno emozioni a chi è in macchina e spettacolo a chi ha la sorte di vedere le vetture volare.

Un rally a porte chiuse e sbarrate dove si poteva controllare la folla lasciando alla disciplina della gente (che in larga parte lo è stata) il compito di non compromettere il lavoro fatto dagli organizzatori.

A livello agonistico è stata una bella avventura con gli stranieri all’assalto della diligenza nella prima prova speciale, immediatamente dopo ridotti a più miti consigli dai dossi astigiani. Per lasciare via libera a quel gran campione, che purtroppo non ha raccolto in carriera quanto meriava di Elwis Chentre, affiancato da Fulvio Florean, che sapeva fin dall’inizio che i bollori mattutini si sarebbero presto raffreddati, che era necessario prendere le misure e venire fuori nel momento opportuno per andare a cogliere la sua trentesima vittoria assoluta in una carriera ventennale. Alle sue spalle un determinato Patrick Gagliasso, per la prima volta affiancato da Michela Picchetti, che ha avuto l’accortezza di crederci e attaccare nelle prime battute, per poi mettersi velocemente in scia a Chentre quando il valdostano ha cambiato passo. Tenendo a distanza un Ivan Ferrarotti, con Fabio Grimaldi alle note, che aveva l’imperativo categorico di preservare la sua Škoda Fabia in vista del Rally del Salento della settimana successiva.

In un rally dai grandi numeri, grandi numeri anche nella classe regina con ben 28 R5 iscritte e 18 al traguardo a monopolizzare le prime dieci posizioni della classifica assoluta. Alle spalle dei big spicca il locale Emanuele Franco, con Flavio Aivano, che dopo aver conquistato le prime due edizioni del rinato Grappolo oggi non può competere con la sua Mitsubishi Lancer con le ben più recenti R5. L’astigiano ha preceduto un determinato Stefano Santero affiancato la navigatore-pilota Mirko Pelgantini, che ha conquistato le Due Ruote Motrici con la sua Peugeot 208 Rally4. Mentre c’è da segnalare la ventesima posizione assoluta del siderale Romain di Fante, capace di infilarsi con la sua piccola Renault Clio RSR Rally5 di Classe R1 in ventesima posizione assoluta, scompaginando le classifiche dei mezzi più potenti.

Se è vero che sono mancati gli stranieri ai top, con Olvier Burri, vincitore della prima speciale, uscito di strada nella quarta e Jonathan Michellod, che aveva chiuso a ridosso del connazionale nella prima prova, per piantarsi in un fosso nella seconda e continuare la gara solo per esigenze di test in vista del prossimo impegno di campionato (terminando 59° assoluto a oltre sette minuti da Chentre). Un paio di altri stranieri sono emersi oltre al citato Di Fante, come Michel Burri, figlio di Olivier, che si è imposto nella Classe S1600 e il francese Enzo Lucotte che è stato il più veloce degli Under 25. Per terminare con lo scanzonato Jürgen Hohlheimer, che dopo anni e anni di vetture Fiat ha usato per la prima volta la Škoda Fabia S2000. Da par suo.