Il ruggito dell’ATS torna sulle strade del mondo

MONTECARLO (Principato di Monaco) – Una delle leggendarie marche italiane del passato torna a rivivere. Si tratta dell’ATS, marca bolognese che ebbe una breve, ma intensa stagione nel 1962-1963, partendo da Bologna alla conquista del mondo. Ieri, giovedì 16 aprile, è stata presentata nell’ambito del Salone Top Marques a Montecarlo la nuova ATS GT, disegnata da Emanuele Bomboi, designer che vanta un passato in Bertone ed al Centro Stile Fiat, e non nuovo a rivisitazioni di grandi sportive del passato.  La nuova vettura è dotata di una carrozzeria in fibra di carbonio che riveste un telaio monoscocca con pannelli di rinforzo a nido d’ape e roll-bar integrato. Nell’abitacolo troviamo un prezioso volante Nardi e rivestimenti in Alcantara, mentre i cerchi in alluminio sono da 18” all’avantreno e 19” al retrotreno con possibilità di avere un monodado centrale. La vettura è spinta da un V8 aspirato in grado di erogare 640 CV. Grazie al peso a secco contenuto di soli 950 chilogrammi le prestazioni sono impressionanti: 2”9 per raggiungere da fermo i 100 km/h, e di toccare una velocità di punta di 340 km/h. Prestazioni degne di una vera erede della storica ATS 2500 GTS di mezzo secolo fa

La storia della casa automobilistica ATS, acronimo di Automobili Turismo Sport, è affascinante ed avvincente allo stesso tempo.

Tutto partì all’inizio dell’Ottobre 1961, quando in casa Ferrari a Maranello subentrò una profonda crisi interna che portò al licenziamento da parte di Enzo Ferrari  di alcuni personaggi fondamentali per la stessa storia Ferrari. Due di questi erano Carlo Chiti, progettista e Romolo Tavoni, direttore sportivo. I due, consapevoli delle proprie capacità e dell’esperienza acquisita, fecero una scommessa.  Creare in breve tempo una nuova scuderia tutta italiana di auto sportive che potessero fare concorrenza a quelle di Enzo Ferrari. Nacque così nel febbraio 1962 l’ATS. Insieme a Chiti e Tavoni arrivarono alla corte dell’ATS il geniale progettista livornese Giotto Bizzarrini, mentre il sostegno economico arrivo dall’imprenditore veneziano il conte Giovanni Volpi di Misurata, proprietario della Scuderia Serenissima che gareggiava in Formula 1 e figlio di Giuseppe Volpi di Misurata, noto per aver dato vita alla mostra cinematografica di Venezia

Nel marzo dello stesso anno, i due, prontamente presentarono al Salone Internazionale di Ginevra una nuova coupé stradale, la 2500 GT, disegnata da Franco Scaglione realizzata in soli 12 esemplari e successivamente, contesa quindi dai più sfegatati collezionisti di tutto il mondo. La vettura era dotata di un telaio tubolare, spinta da un motore V8 2,5 litri che erogava 210 e, nella versione GTS alleggerita con carrozzeria interamente in alluminio, pesava appena 750 kg, potendo contare inoltre su un motore ulteriormente potenziato che arrivava  a 245 CV. Sfortunatamente, nel 1964, a causa di svariati dissensi interni, ATS dovette chiudere la sua attività, pur sempre con la soddisfazione di aver racchiuso sotto un solo nome le migliori menti automobilistiche italiane del tempo, ma soprattutto di aver creato 15 nuove autovetture uniche ed irripetibili nella storia.

L’ambizione principale di Chiti, Tavoni, Bizzarrini e Volpi di Misurata, tutti frequentatori del bel mondo delle piste, era di costruire una vettura che potesse gareggiare in Formula 1 e riuscirono a realizzare una monoposto, denominata “Tipo 100” con motore 8V , 1500 cm3, cambio Colotti a sei marce in grado di sviluppare 190 cavalli. A guidarla furono chiamati due ex piloti Ferrari, anche loro delusi dagli atteggiamenti del Drake: l’americano Phil Hill (campione del mondo del 1961 con la Ferrari) ed il milanese Giancarlo Baghetti che stupì il mondo delle corse vincendo la sua gara di esordio in Formula 1 (Gran Premio di Siracusa del 1961, non valido per il campionato del mondo) ripetendosi tre settimane dopo al Gran Premio di Napoli, quindi esaltando gli sportivi italiani con la vittoria nella sua prima gara iridata, il Gran Premio di Francia a Reims con la Ferrari 156. Nonostante questi due campioni in scuderia le due ATS 100 si ritirarono nella gara d’esordio, GP del Belgio 1963 e la stagione fu avara di risultati (miglior risultato di Hill l’11° posto al GP d’Italia a sette giri dal vincitore, mentre Baghetti fu il 15° al GP d’Italia a 23 giri dal vincitore). A fine anno le vetture vennero cedute e l’ATS 100 venne inscritta al GP d’Italia del 1964 con il pilota portoghese Mario Araujo de Cabral. Che non concluse la gara.

Rinasce l’ATS – Cinquant’anni più tardi Daniele Maritan e la società DM9, rilanciano il marchio,  spinti da un’inarrestabile passione per le corse, riportando in vita la stessa blasonata azienda di un tempo, ma con idee molto più chiare ed innovative. Riprendere lo stile retrò che caratterizzava quei tempi, rispettare il profumo di quel marchio, di quella filosofia, ma portare allo stesso tempo una ventata di aria fresca rinnovando linee,  motori, prestazioni ed interni. Nasce così in casa ATS la nuova GT, una coupé di ultima generazione, ma con un elegante profumo vintage. La nuova GT è una coupé innovativa, sportiva, al top delle performance e senza compromessi.

Lo stile nell’insieme è classico e moderno, la scelta degli interni è sportiva, retrò,  molto ricercata sulla qualità dei pellami e dei tessuti. Ma le vere sorprese verranno dalle scelte tecniche dell’auto, che vuole diventare il nuovo punto di riferimento per le supercar ad alte prestazioni, ricercando nella filosofia e storicità corsaiola del marchio il filo conduttore per portare sulle strade di tutti i giorni un’auto veloce, leggera e dalle soluzioni tecniche proprie di un’auto da corsa puntando sullo sviluppo per l’utilizzo stradale di motori da corsa ad alte prestazioni,  naturalmente addolciti anche se la guida pura e cruda non viene  filtrata ed alterata da nessun dispositivo elettronico; ricercando nell’uso dei materiali di ultima generazione il modo per ottenere una vettura ad elevate prestazioni ma dal peso inferiore ai 1000 kg.

Insomma, un fiore all’occhiello per i più appassionati che non possono perdere il piacere di possedere un marchio distintivo di qualità e design, il lusso di possedere la nuova nata di questa avvincente avventura, ma soprattutto di godere di questo lussurioso sapore retrò dal motore dal grande contenuto tecnico, dalla guida pura  e dal profumo Italian Graffiti.

Per informazioni www.ats-automobili.com