Al Valli Cuneesi Stefano Bruzzese torna sul sedile destro per la prima di Coppa Italia

DRONERO (CN) – Con il 24° Rally Valli Cuneesi, in programma nelle Valli Occitane venerdì 27 e sabato 28 aprile, prende il via la Coppa Italia Prima Zona, serie che vedrà come sicuri protagonisti gli astigiani Vincenzo Torchio e Stefano Bruzzese con la loro Citroën Saxo VTS di Classe A6. Per Torchio si tratta della seconda gara stagionale, dopo il ritiro del Rally Vigneti Monferrini di marzo a Canelli, mentre per Bruzzese si tratta del terzo appuntamento annuale da navigatore preceduto dalle due gare in pista a Franciacorta e a Castelletto di Branduzzo; ma soprattutto è il rientro sul sedile di destra dopo l’esordio come pilota al Vigneti Monferrini sulla Seicento Gruppo A, affiancato da Elena Zeffiretti, all’interno del Trofeo “600 per un Sorriso”.

La decisione di intraprendere una gara da pilota è stato per me la realizzazione di un sogno, afferma Stefano, al quale stavo pensando da un po’ di tempo, avevo il desiderio di provare a vivere un rally da una prospettiva nuova, capire meglio il ruolo,  incrementare la mia esperienza e apprendere le regole dell’essere conduttore. La preparazione per la gara è iniziata con un test su pista, per capire le potenzialità della vettura, e avvicinarmi all’abc del nuovo ruolo, con il test ho capito fin da subito che il ruolo di pilota rappresentava per me una nuova sfida che ero pronto a cogliere, avevo raggiunto un grado di maturità competitiva e di lucidità che mi indicavano che  era il arrivato il momento di “provare ad essere al volante”. Ho lavorato alla preparazione della gara con determinazione e rinnovata motivazione. Durante tutte le fasi del pre-gara le sensazioni vissute sono state molteplici e si sono alternate emozioni di desiderio di provare nuove sfide a momenti di apprensione, dopo lo shakedown ho avuto un momento di “smarrimento” ma il giorno della gara ero particolarmente motivato e determinato. Dopo la prima PS, appena visti i tempi, mi sono proposto di migliorare ulteriormente e diminuire il distacco dagli avversari avendo constatato che c’era ampio margine di miglioramento. Dalla terza PS sono subentrate “noie meccaniche” che abbiamo provato a risolvere durante il Parco Assistenza, purtroppo non ci siamo riusciti per cui ho puntato solo a terminare la gara in quanto ciò costituiva per me un obiettivo cui tenevo particolarmente. L’esperienza di Canelli, è stata certamente divertente, oltre a costituire uno stimolo di crescita personale e mi ha permesso di acquisire nuovi spunti per la gestione di una gara che metterò in atto nelle prossime gare per cercare di migliorare ulteriormente, alla ricerca del dettaglio. La gara non mi ha permesso di raggiungere la piena soddisfazione ed ha alimentato il desiderio di tornare ancora sul sedile sinistro, qualora avessi nuovamente la possibilità di avere partner che mi sosterranno nel 2018 potreste rivedermi con il volante in mano.

Ora per Stefano Bruzzese è tornato il tempo di riprendere il quaderno delle note (senza però cancellare la possibilità di tornare prossimamente al volante) in una gara che lo scorso anno ha visto Torchio-Bruzzese chiudere in ventesima posizione assoluta, dominando la Classe A6. Per l’edizione 2018 l’equipaggio astigiano avrà il numero 74 sulle portiere e dovrà confrontarsi con altri sei avversari in Classe. L’avventura Coppa Italia è iniziata. Stefano Bruzzese è concentrato sul quaderno delle note. Senza dimenticare quel volante che potrebbe tornare presto fra le sue mani.

La gara di Canelli ha rivelato in Bruzzese un nuovo talento emergente; intravvediamo in lui un elevato potenziale anche nel nuovo ruolo di pilota e per questo abbiamo deciso di dedicargli uno spazio e farci raccontare qual è stata la “molla” che gli ha fatto maturare il desiderio di debutto “al volante”. Dal rally di debutto ad oggi il tempo è passato e nel frattempo sei migliorato, l’esperienza è aumentata e piano, piano, sei diventato un  affermato navigatore. Qual è il segreto per arrivare dove tu sei arrivato e quanto conta la figura del navigatore all’interno di una vettura da rally? Quali e quanti sono i sacrifici fatti?

Ti ringrazio, per il complimento; io mi impegno e sono convinto di essere in grado di fare bene il mio lavoro, ma credo che ci sia sempre da imparare e migliorare. Uno dei fattori che a mio avviso è bene tenere sempre in considerazione è rappresentato dal fatto di non sentirsi mai arrivati ed aver voglia di imparare sempre da tutti, anche da quelli meno esperti, perché qualcosa da imparare ci potrebbe essere sempre. Di sacrifici ne ho fatti tanti e continuo a farli, ma non mi pento delle scelte e di tutto ciò che ho fatto perché rifarei, sicuramente, tutto nello stesso identico modo se tornassi indietro.”