Galleria fotografica Rally Valli Cuneesi Storico. Si vince anche in parco assistenza

Foto di Paola Biolé

SALUZZO (CN) – Ogni evento che si rispetti diventa di successo se il lavoro dietro le quinte funziona tutto alla perfezione. Non fa eccezione il mondo dei rally, che per diventare una gara vincente occorre che tutto funzioni alla perfezione. Ecco quindi che non basta che il pilota e navigatore spingano a fondo in prova speciale, ma occorre che anche in parco assistenza tutto fili come l’olio. Per questo motivo Paola Biolé è andata a curiosare fra le tende del parco assistenza del Foto Boario di Saluzzo per scoprire ed evidenziare i momenti in cui non solo i piloti sono importanti, ma anche tutto lo staff che sta loro intorno diventa fondamentale. Per poter poi brindare a fine gara sul palco arrivi in centro di Saluzzo, ringraziando mentalmente chi ha lavorato sotto le tende per ottenere un risultato vincente.

Rolling Fast Photography rende frizzante il Vigneti Monferrini

CANELLI (AT), 20 marzo – Abituati a vivere il Vigneti Monferrini fra fango e umido, l’edizione 2022 ha un po’ sorpreso tutto con questa polverosa fine di inverno caratterizzata da una preoccupante siccità. Tutto ciò non è dispiaciuto a concorrenti e fotografi che hanno evitato di impantanarsi nelle colline fra le vigne che circondano Canelli potendo così esibirsi in uno spettacolo sopraffino su strade che sembrano state create apposta per esaltare la passione rallistica. Per esaltare il tutto ancor di più, occorreva selezionare attentamente angoli e inquadrature dalle quali scattare le foto, cosa che ha sapientemente fatto Rolling Fast Photography immortalando grinta e passione di piloti dentro le macchine mentre spingevano i loro mezzi al limite e qualcuno anche oltre, per ottenere quel risultato che ripaga di tutti gli sforzi necessari per soddisfare la passione, arrivare al traguardo e brindare con le bollicine dell’Asti Spumante che qui è di casa.

Rolling Fast Photography. Anche i rally in pista fanno spettacolo

CASTELLETO DI BRANDUZZO (PV) – La diatriba è vecchia come i rally. O solo poco meno. Ma i rally in pista sono rally veri? Non esistono più i rally massacranti come il Montecarlo con le sue tappe di avvicinamento partendo da tutta Europa, il Safari da percorrere a 200 all’ora nella savana o il fondo scassa macchine dell’Acropoli. Ma anche i rally in pista hanno il loro perché. Cominciando dal fatto che praticamente non hanno trasferimenti ma solo prove speciali, che permettono agli Under 18 (e che Under 18 si vedono in giro) di correre a manetta in massima sicurezza e si vedono macchinoni e macchinette perché c’è spazio per tutti.

Ma soprattutto, ed è quello che più conta, lo spettacolo c’è ed è di massima qualità.

Lo dimostra senza tema di smentita questa galleria fotografica realizzata da Rolling Fast Photografy nello scorso fine settimana a Castelletto di Branduzzo in occasione del 6° Motor Rally Show Pavia. Tutta da godere.

Michelin e Sport Rally Team scaldano le gomme nel Test Day di Montemale

Il tempo incerto di questa fredda primavera, non mette in crisi il test voluto dalla filiale italiana della Casa di Clermont Ferrand e organizzato dallo Sport Rally sulla classica speciale del Valli Cuneesi. Una giornata di intenso lavoro per piloti, navigatori e meccanici, ma anche di divertimento. E perché no di festa, scolpita nella foto ricordo che tutti i partecipanti si sono fatti davanti al van Michelin

DRONERO (CN), 13 marzo – Non è bastato il freddo e le minacce di pioggia a scoraggiare un nutrito manipolo di piloti, navigatori, preparatori e anche appassionati dal partecipare al Test Day organizzato dallo Sport Rally Team in collaborazione con Michelin nella giornata di domenica 13 marzo.

Le condizioni meteo, per un verso non ci sono state favorevoli, perché la minaccia di pioggia ventilata da alcuni siti meteo nei giorni precedenti (alcuni siti addirittura davano quasi certa la neve) ha invitato qualche equipaggio a disertare il test” afferma Pier Luigi Capello di Sport Rally Team. “Per contro il fondo umido con una leggera pioggerellina caduta nelle prime ore del pomeriggio ha permesso agli equipaggi presenti e ai loro preparatori di effettuare un lavoro probante sulle gomme in condizioni che possono presentarsi in qualsiasi rally e in ogni stagione”.

E che ci sia chi ha lavorato duro, divertendosi parecchio, lo dimostra il fatto che la maggior parte degli equipaggi presenti ha effettuato oltre una decina di passaggi. Per toccare anche punte di quindici tornate per gli equipaggi più attivi, sul tratto di strada chiuso al traffico lungo quattro chilometri che iniziava con la partenza dal santuario della Madonna di Ripoli per salire verso Montemale sulla strada ampia e perfettamente liscia, per poi tuffarsi, con lo spettacolare dosso, verso la borgata di Ricogno, su una strada stretta e tortuosa nel sottobosco, che senza dubbio ha messo a dura prova freni assetti delle vetture oltre che capacità di guida e nervi saldi degli equipaggi.

Che il tratto di strada scelto piacesse non avevamo dubbi, anche perché ha fatto parte di alcune edizioni del Rally delle Valli Cuneesi, ed è stato usato già in occasione del test di due anni fa. Inoltre abbiamo potuto fornire gli ampi spazi del piazzale dell’AFP-Azienda Formazione Professionale, dove i mezzi di assistenza dei preparatori hanno potuto dispiegarsi in ampie aree che hanno consentito di lavorare in serenità” rimarca Capello. “Avere, inoltre, a disposizione un tratto di strada chiuso al traffico con tutto quanto previsto dalle norme di allestimento di una prova speciale rallistica (ambulanza medicalizzata con a bordo medico anestesista del 118 esperto in rianimazione, carro attrezzi, team di decarcerazione, vettura di soccorso veloce, Il percorso è stato puntigliosamente controllato dagli Ufficiali di Gara di A.s.d. La Granda di Cuneo, in collegamento radio fra loro) ha permesso ai partecipanti di effettuare le varie tornate in piena serenità, mettendo alla frusta il loro mezzo. Infine, sicuramente di grande importanza per il successo del test, la partnership con Michelin che ha portato a Dronero un TIR di pneumatici con personale della Casa di Clermont Ferrand pronto a sciogliere tutti i dubbi su gomme e assetti correlati, oltre che sul Michelin Track Connect Motorsport, il nuovo e innovativo dispositivo che permette di tenere costantemente sotto controllo la pressione dei pneumatici attraverso un’applicazione scaricabile sul telefonino” conclude Capello.

Una lunga giornata di test, lavoro divertimento e perché no, anche di festa, come hanno voluto sottolineare gli stessi partecipanti che si sono fatti immortalare in gruppo con alle spalle il van Michelin in una foto per scolpire il ricordo di una giornata che rimarrà nella memoria di tutti per lungo tempo.

Elio Magnano esalta lo spettacolo del Test Day Montemale di SRT/Michelin

DRONERO (CN) – L’atmosfera era si uggiosa, ma solo fino al momento in cui si sono accesi i motori. Perché da quel momento, con la frenesia del parco assistenza, l’adrenalina sulla strada chiusa al traffico da affrontare a chiodo con il motore che urla, il piacere di incontrarsi tenda vicino a tenda ha cambiato tutto. E perché no, ricordare la giornata con una bella foto tutti insieme che cementi il ricordo di una giornata di lavoro (anche), ma soprattutto di gioia e di festa.

A scrivere negli annali del sacro libro dei rally questo evento ci ha pensato Elio Magnano con le sue macchine fotografiche che per un’intera giornata si è diviso fra tratto di test e parco assistenza per lasciare una traccia indelebile di questi momenti. Di cui vi presentiamo una piccola, ma proprio piccola selezione.

Rolling Fast Photography immortala lo spettacolo sulla Pratiglione

RIVAROLO CANAVESE (TO) – La chiamano l’Università dei Rally. Perché come in un corso universitario bisogna saper andare forte nel lento e nel veloce, nel misto e nel sottobosco, volare sui dossi essere rapidissimi a girare nei tornanti. Altrimenti non si vince. E di punti in cui lo spettacolo è sublime ce ne sono mille.

E così Rolling Fast Photography ha percorso in lungo e in largo la decina di chilometri della prova, trovando moltissimi punti dove i piloti hanno dato spettacolo. A cominciare dall’apripista.

Rolling Fast Photography esalta il terzo appuntamento di The Ice Challenge

PRAGELATO (TO), 6 febbraio – Il nome dice tutto. Pragelato evoca immagini di distese gelate immerse in tormente di neve. Immagini già viste in passato (se qualcuno ricorda la “50 chilometri di fondo” dei Giochi Olimpici Torino 2006 ha un’idea chiara), che però non hanno trovato riscontro nel terzo appuntamento di The Ice Challenge andato in scena domenica 6 febbraio.

C’è voluto tutta la costanza e la tenacia di Adriano Priotti e del suo staff per rendere la pista fruibile per la gara, e alla fine l’appuntamento è andato regolarmente in scena con le tre manche regolarmente disputate da tutti i concorrenti.

E lo spettacolo c’è stato, eccome, per la gioia di chi assisteva e di era in pista armato di macchina fotografica, teleobiettivo per cogliere i momenti più esaltanti di questa giornata a temperatura primaverile, addirittura infuocata in pista.

È quanto fatto da Massimiliano, in arte Rolling Fast Photography, che ci presenta una di quelle gallerie fotografiche con i fiocchi che accendono i ricordi di chi ha assistito all’evento e a chi non c’era il rimpianto di essere rimasto a casa.

The Ice Challenge ora dà appuntamento per il 20 febbraio. Adriano Priotti sta già lavorando alla sua pista, i piloti meditano strategie per andare più veloci e tutti noi siamo pronti a goderci lo spettacolo.

Tutto lo spettacolo del ghiaccio illustrato da Rolling Fast Photografy

PRAGELATO (TO), 23 gennaio – Le corse in auto sono nate sulla terra. Alla fine del XIX Secolo non esistevano le strade asfaltate e per mezzo secolo circa si è sentita ben poco la necessità di ricoprire di catrame le strade. Nel secondo dopoguerra, l’automobilizzazione di massa ha fatto sì che ci fosse sempre più la necessità di asfaltare le strade per rendere più veloci i trasferimenti.

E di strade sterrate, al giorno d’oggi, sono rimaste ben poche.

Se ne ha guadagnato la mobilità generale, ne ha sicuramente perso lo spettacolo e la scarica di adrenalina nelle corse automobilistiche.

Fino a un certo punto. Perché l’alternativa c’è, come ampiamente dimostrato da questo sevizio di Rolling Fast Photograpy che ha colto alcuni dei momenti più spettacolari della gara di The Ice Challenge domenica scorsa, 23 gennaio, sul circuito di Pragelato.

E se non è divertimento questo ditemi con che cosa ci si emoziona.

La galleria fotografica. Dalla prima all’ultima edizione della Lamborghini Countach, tre generazioni insieme per celebrare un’icona senza tempo

Sant’Agata Bolognese, 25 Gennaio 2022 Per la prima volta dalla sua presentazione, avvenuta a Pebble Beach lo scorso 13 agosto, la Lamborghini Countach LPI 800-4 scende in strada. In quest’occasione speciale la neonata supersportiva è stata accompagnata da due delle sue antenate più importanti, la prima Countach LP 400 e l’ultima Countach 25° anniversario, prodotti.

La galleria fotografica di Toyota Gazoo Racing al Rallye Monte-Carlo

Il TOYOTA GAZOO Racing World Rally Team ha messo a segno un ottimo debutto per la nuova GR YARIS Rally1 con Sébastien Ogier secondo assoluto e Kalle Rovanperä quarto al Rallye Monte-Carlo.

Il Croatia Rally visto con gli occhi del reporter

Di Gabriele Valinotti

ZAGABRIA (Croazia), 25 aprile – Il Croatia Rally è una gara di lunga tradizione che con nomi diversi si disputa dagli anni Ottanta nei dintorni di Zagabria. Entrato nel mondiale quest’anno in sostituzione di Corsica e Germania, ero curioso di vedere come sarebbe stata la gara. Questo era il mio settimo appuntamento ufficiale con i rally del mondiale, avendo seguito in passato Corsica e Montecarlo ed è stata una gara bellissima e affascinante, ricca di colpi di scena (e anche colpi di carrozzeria) vinta solo all’ultima speciale dal francese Sébastien Ogier a oltre 105 km/h di media. Come sempre nel mondiale tanto impegno e poco riposo; essendo una gara nuova mai vista da me sono arrivato a Zagabria lunedì mattina, 19 aprile per effettuare le ricognizioni delle prove speciali e scoprire i punti fotograficamente più interessanti. Il percorso nei boschi attorno alla capitale croata ai confini con la Slovenia, rigidamente presidiati da reti e filo spinato, era velocissimo, ricco di salti e curve insidiose. Affascinante, ma difficilmente fotografabile. Perché oltre a cercare il punto spettacolare è necessario riuscire a mettersi in sicurezza per non essere coinvolti in incidenti. La tecnologia attuale consente di realizzare le immagini in remoto, ovvero con il fotografo non fisicamente attaccato al corpo macchina, ma a distanza di sicurezza. È necessario, però, effettuare un ulteriore lavoro di programmazione dei tempi di esposizione e della messa a fuoco, prima del passaggio delle macchine. E cercare un punto rischioso sì (per la macchina), ma non troppo. Se una vettura del rally te la centra sono sempre migliaia di euro distrutti.

Finalmente comincia la gara. Sveglia alle cinque del mattino per essere in prova speciale un’ora e mezza prima del passaggio delle vetture (senza il “tabbard” – la pettorina distribuita dalla Federazione si dovrebbe arrivare ben prima) per potersi posizionare. E si rimane lì a scattare fino al passaggio della “vettura scopa” che segue l’ultimo equipaggio in gara. Le strade di accesso ai punti spettacolari del Croatia Rally sono poche e difficilmente raggiungibili, quindi tanto vale rimanere sul posto e godersi lo spettacolo fino alla fine. Oltre a scattare in remoto si scatta anche con un’altra macchina, scegliendo di cambiare inquadratura fra un passaggio e l’altro. Si fa comunella con gli altri fotografi (quelli che frequentano assiduamente il mondiale sono una comunità ristretta e compatta) con i commissari di percorso e anche magari con il pubblico (pochi parlano inglese, tutti il tedesco, nessuno l’italiano). In Croatia la situazione è strana, perché la gara è virtualmente a porte chiuse, ma non c’è lock down, quindi tutti in giro a vedere le gesta dei big del mondiale. Se da un lato allarga il cuore vedere nuovamente un rally con il pubblico, cosa che non si vedeva da due anni, dall’altra preoccupa un po’ questa mancanza di sensibilità verso l’emergenza sanitaria. A vedere la Power Stage finale ci saranno state 10.000 persone, e abbiamo impiegato oltre due ore a lasciare la nostra postazione, cosa che nei nostri rally non capita da anni.

Ma in Croatia la passione è ancora tanta e viva.

I giorni di gara sono talmente pieni che non ci si accorge di aver lasciato l’albergo il mattino presto e di esserci tornati che sono le otto di sera. E non è che in quel momento la si possa prendere con calma. Doccia veloce e poi via a cena in albergo (i ristoranti sono pochini i bar molti) perché alle 22 scatta il coprifuoco e viene fatto rispettare seriamente e dalle 21 i ristoranti non ti servono più. Quindi cena veloce e poi via in camera a elaborare il lavoro svolto in giornata, inviarlo ai giornali e pubblicarlo sui media. E crollare nel letto che la sveglia torna a suonare e si riparte. L’avventura continua.

Valter Ribet immortala l’ultimo atto di The Ice Challenge 2021

Il reporter pinerolese immortala l’ultimo appuntamento del tricolore velocita su ghiaccio, andato in scena nello scorso fine settimana sulla pista curata da Adriano Priotti

PRAGELATO (TO), 14 febbraio – Con la gara di San Valentino chiude la stagione 2021 del Campionato Italiano Velocità su Ghiaccio che, nonostante il COVID, ha visto una crescita esponenziale di partecipanti, con un salto qualitativo di piloti e mezzi che non ha avuto precedenti nella passata edizione.

Gemellando le piste di Livigno, che offre una sicurezza di presenza di ghiaccio, e Pragelato, curata come sempre nel minimo dettaglio da Adriano Priotti, ne è nato un campionato che ha portato in pista personaggi di altissimo profilo agonistico, come il Campione Italiano Rally 2020, Andrea Crugnola, o gli specialisti della terra i fratelli boliviani Marco e Bruno Bulacia, con un pizzico di mondiale grazie alla presenza di Gigi Galli.

Un’annata con i fiocchi, che pur in assenza o quasi di pubblico a bordo pista ha offerto tre fine settimana di spettacolo ad altissimo livello, che sono un buon augurio per la stagione che sta per iniziare. Tutto questo ha permesso ai fotografi di esaltarsi con scatti meravigliosi che hanno immortalato nelle loro macchine fotografiche, come dimostrano gli scatti che vi proponiamo in questa galleria fotografica realizzata da Valter Ribet, reporter pinerolese, particolarmente legato alla pista dell’alta Val Chisone.

Buona visione a tutti.

La galleria fotografica di John Surtees, campione dei due mondi

Il “Figlio del Vento” è l’unico pilota a vincere il massimo campionato del mondo su due e quattro ruote. A cura di Tommaso M. Valinotti

TATSFIELD (Inghilterra), 11 febbraioJohn Surtees è nato a Tatsfield, nel Surrey, a circa 30 km a sud di Londra, l’11 febbraio del 1934 ed è morto a Londra il 10 marzo 2017. Caso unico nella storia il “Figlio del Vento” ha vinto i mondiali sia sulle due (tre volte in Classe 350 nel 1958, 1959, 1960 e in Classe 500 nel 1956, 1958, 1959, 1960, sempre su MV Agusta) sia sulle quattro ruote nel 1964 su Ferrari. Figlio di un concessionario di motociclette (il padre Jack vinse il South Eastern Center Sidecar), si sposò tre volte ed ebbe tre figli dalla terza moglie Jane Sparrow. John Surtees morì il 10 marzo del 2017 per problemi respiratori e riposa nella chiesa San Pietro e Paolo nel Surrey, accanto al figlio Henry morto per un incidente in una gara di Formula 2.

La galleria fotografica della Jaguar C Type, regina di Le Mans

COVENTRY (Inghilterra). La C-type, originariamente prodotta tra il 1951 e il 1953, era famosa per la sua forma eccezionalmente fluida sviluppata da Malcom Sayer, designer, esperto di aerodinamica e artista di Jaguar Cars. Al suo debutto nel 1951, la C-type vinse l’estenuante 24 Ore di Le Mans, facendo registrare la prima delle sette vittorie assolute di Jaguar nella gara di durata francese.

Dal 1952, la C-type è stata la vera pioniera nell’adozione dell’innovativa tecnologia dei freni a disco nelle competizioni motoristiche. Grazie ad un rivoluzionario sistema sviluppato da Jaguar e Dunlop, la C-type guidata da Stirling Moss ha ottenuto la prima vittoria per una vettura con freni a disco al Gran Prix di Reims in Francia, gareggiando successivamente alla Mille Miglia in Italia.

Nel 1953 la C-type vinse nuovamente la 24 Ore di Le Mans, sempre con un sistema di freni a disco. Altri successi arrivarono grazie ad alcuni proprietari privati, che contribuirono a consacrare Jaguar vicecampione nell’inaugurale World Sportscar Championship.

Delle 53 Jaguar C-type costruite negli anni 50, 43 furono vendute a proprietari privati. In linea con i modelli costruiti in quegli anni, le specifiche tecniche di produzione dell’auto prevedevano freni a tamburo, doppi carburatori SU e 200 CV di potenza.

Gabriele Valinotti immortala i big dell’89° Monte-Carlo

Il reporter torinese segue la gara di tutti 79 equipaggi in gara. Concentrandosi in questa galleria fotografica su Sebastien Ogier e Julien Ingrassia, veri mattatori dell’evento monegasco, che festeggiano la loro cinquantesima vittoria in carriera. Di Gabriele Valinotti

MONTE-CARLO (Principato di Monaco), 24 gennaio – Un Rallye Montecarlo che ha avuto un solo padrone. Anzi due. Che però sono seduti fianco a fianco sulla stessa vettura. Si chiamano Sébastien Ogier e Julien Ingrassia che con la loro Toyota Yaris WRC hanno vinto per l’ottava volta la gara monegasca, salendo in cima alla classifica degli equipaggi saliti in cima al podio nel Principato.

Ogier e Ingrassia hanno dimostrato una superiorità assoluta, forti anche di una Toyota Yaris WRC che a un certo punto aveva monopolizzato il podio, staccando il miglior tempo in otto delle 14 prove speciali regolarmente disputate, dopo essere partiti con calma nella prima tappa che hanno chiuso in quinta posizione ad appena 16”9 dal folletto Ott Tänak che ha chiuso il Monte prima del termine. Nella seconda tappa “Séb” si scatena e segna il miglior tempo nel primo giro sulle prove speciali della mattinata prendendo il comando della gara. Una foratura sulla ripetizione della Aspremont-La Batie des Pins costa all’equipaggio della Yaris 34”7 scendendo in terza posizione, ma già nella prova successiva Ogier segna il miglior tempo recuperando una posizione e chiudendo la seconda tappa a 7”4 dal suo compagno di squadra Elfyn Evans.

Nella terza tappa Ogier comincia segnando subito il miglior tempo nella prima prova di giornata, ha qualche problema di trazione nella successiva, ma non lascia più la prima posizione chiudendo la tappa “comune” con 13”0 di vantaggio su Evans. Nell’ultima tappa Ogier-Ingrassia segnano il miglior tempo in tre delle quattro prove speciali della domenica per arrivare a Montecarlo accolti, come tradizione dal principe di Monaco, Alberto II, Jean Todt e dai meccanici del loro team per festeggiare la loro cinquantesima vittoria assoluta in carriera.

Precedendo Elfyn Evans-Martin Scott con la seconda Yaris WRC che sono stati i più veloci in altre due prove speciali e la Hyundai i20 di Thierry Neuville alla sua prima gara con Martijn Wydaeghe anche lui il più veloce in altre due prove speciali.

E questo è il podio del Monte-Carlo numero 89.

Un gran Monte-Carlo per Carlo Boroli e Maurizio Imerito

L’equipaggio piemontese chiude 33° assoluto e secondo degli italiani superando indenne le forche caudine di una foratura che poteva compromettere il loro sogno di entrare fra i magnifici cinquanta per disputare l’ultima tappa. Con determinazione, costanza e senza farsi prendere dalla frenesia Boroli-Imerito recuperano posizioni su posizioni sino a prendersi la soddisfazione di far fare passerella sulla pedana monegasca alla Škoda Fabia curata da By Bianchi. Foto di Gabriele Valinotti

MONTE-CARLO, 24 gennaio – Il transito in pedana è stato un premio meritato e sognato per Carlo Boroli (che festeggia in questo modo i suoi cinquant’anni di età) e Maurizio Imerito (che nonostante una lunga e vincente carriera non aveva mai disputato il Monte-Carlo), che hanno concluso l’89esima edizione del Rallye Montecarlo in 33esima posizione assoluta con la Škoda Fabia R5 by Bianchi. “Il nostro obiettivo era riuscire a terminare le prime tre tappe entro i migliori cinquanta, per poter essere al via anche nella tappa di domenica che portava al palco finale di Monte-Carlo” afferma il pilota novarese.

Obiettivo non facile e non per nulla scontato, considerando che Carlo Boroli non aveva mai disputato una gara del mondiale, meno che mai il Monte-Carlo, non si era mai messo al volante in gara di una vettura R5 e soprattutto considerando che il pilota novarese, complici gli impegni di lavoro, da qualche anno ha ridotto le sue uscite agomnistiche, concentrandosi nelle storiche a cominciare da RallyLegend. A complicare le cose, oltre alle condizioni meteo che hanno spinto il pilota novarese a paragonare il Monte-Carlo alla Dakar, ci si è messa anche una foratura dopo appena 1,5 km della seconda prova del rally che ha fatto perdere all’equipaggio piemontese ben nove minuti, facendolo precipitare in 68esima posizione assoluta.

Terminata con quel fardello la prima tappa, nella seconda giornata, ben prima dell’alba, Boroli-Imerito si sono scatenati e hanno subito chiarito le loro intenzioni e la loro volontà di recupero, staccando il 28esimo tempo assoluto sulla Aspremont-La Batie des Pins che apriva la seconda tappa, tornando a ridosso dell’olimpo dei primi cinquanta, nel quale sono entrati nella prova successiva, risalendo gradualmente la classifica fino al 36° posto assoluto con la quale hanno chiuso le tre giornate nei dintorni di Gap. Nella tappa di domenica non c’era più necessità di strafare. Soprattutto si doveva percorrere le speciali senza perdere terreno, ma senza nemmeno prendere rischi. Mantenendo un buon passo Boroli-Imerito hanno chiuso in 33esima posizione assoluta, godendosi la passerella sulla pedana monegasca, sogno a occhi aperti per tutti coloro che amano i rally.

È stata una bella gara appassionante anche per noi che seguivamo la vettura con trepidazione dal parco assistenza” commenta Fabrizio Bianchi di By Bianchi che cura la Škoda Fabia con la quale hanno corso Boroli-Imerito. “Per la nostra azienda è anche una bella soddisfazione aver portato all’arrivo, in onorevole posizione (sono secondi degli italiani) la nostra Fabia. Per me è il primo Monte-Carlo, mentre mio padre Daniele ne ha seguiti una decina come preparatore. Confesso che prima di partire la scorsa settimana per Gap non sentivo minimamente il fascino di questa gara e non capivo perché ammaliasse tutti. Strada facendo, invece, il rallye mi ha preso sempre di più. In passato ho vissuto almeno otto altre prove del mondiale come tecnico, ma il Monte-Carlo è diverso da qualsiasi altro: Galles, Sardegna, Catalunya, Mille Laghi, Corsica, che dir si voglia. È una gara dove l’imprevisto ti balza davanti improvviso in qualsiasi momento, in cui le condizioni cambiano chilometro dopo chilometro obbligandoti a inventarti qualcosa per venirne fuori nel miglior modo possibile” afferma il preparatore di Moncalieri con gli occhi illuminati dal virus del Monte-Carlo.

Voglia di correrlo come pilota? “Un gran bel sogno” sottolinea ancora Fabrizio Bianchi, che sicuramente sta pensando come farlo diventare realtà in un futuro. Possibilmente prossimo.

Il Monte-Carlo degli italiani visto attraverso l’obiettivo di Gabriele Valinotti

Piloti e preparatori sulle strade dell’entroterra monegasco. Bene i piemontesi Boroli-Imerito, rientra fra i migliori 50 il saluzzese Brazzoli con Maurizio Barone, mentre il miglior equipaggio tricolore è quello di Ogliari-Granai. In evidenza anche i preparatori a cominciare da Roger Tuning che conquista la 18esima piazza con Olivier Burri. Galleria fotografica di Gabriele Valinotti

MONTECARLO (Principato di Monaco), 24 gennaio. Come per le precedenti 88 edizioni il Rallye Montecarlo, che quest’anno festeggiava i 110 anni di vita, passerà alla storia come una delle gare più belle e affascinanti del panorama rallistico mondiale. Pur in emergenza COVID le menti dell’Automobil Club Monaco non si sono fatti spaventare e hanno messo in cantiere e portato in porto la loro gara, come capita ininterrottamente dal 1948. E in questa edizione, che vedeva pochi italiani al via (appena otto) e senza speranze di arrivare nelle zone alte della classifica assoluta, i nostri equipaggi si sono difesi nel miglior modo possibile, prendendosi qualche soddisfazione.

Gli equipaggi piemontesi erano tre. Il migliore al traguardo è stato quello formato da Carlo Boroli e da Maurizio Imerito che hanno chiuso 33esimi assoluti con la Skoda Fabia R5 del preparatore di Moncalieri By Bianchi. Un grande risultato soprattutto considerando che Boroli non aveva mai guidato in gara una R5, mai aveva disputato un rally mondiale e meno ancora un Montecarlo. E nonostante una foratura costata loro 9 minuti riescono a entrare nei cinquanta che disputano la tappa finale chiudendo 33esimi assoluti. Quarantatreesima piazza per il saluzzese Enrico Brazzoli, con il ligure Maurizio Barone alle note della sua Volkswagen Polo di PA Racing capace di una grande rimonta dopo una partenza sfortunata con una foratura sulla prima prova speciale del rally che è costata al portacolori di Movisport dieci minuti di ritardo e la caduta in 76esima e ultima posizione assoluta. Da lì è cominciata una rimonta con l’obiettivo di rientrare fra i cinquanta della classifica assoluta, obiettivo messo a rischio da una seconda foratura nella quinta prova, la Montauban sur l’Ouvèze-Villebois les Pins con altri otto minuti persi. Da quel momento un crescendo di prestazioni con il 25° tempo assoluto sulla decima prova, la Saint Clément-Freissinières che hanno portato Brazzoli-Barone 43esima posizione assoluta, chiudendo sesti di WRC2.

Sfortunata la gara del cuneese Alain Cittadino-Luca Santi con la Peugeot 208 R2B curata da Riccardo Miele che hanno dimostrato di poter stare comodamente fra i magnifici cinquanta che avrebbero disputato tutto il rally se non fossero subentrati inconvenienti tecnici. L’equipaggio portacolori di Winners Rally Team è poi incappato nella rottura della cinghia dell’alternatore e della pompa acqua all’inizio Aspremont-La Batie des Font, la prima prova di venerdì mattina, accumulando 27 minuti di ritardo e un altro 1’30 di penalità per ritardo al Controllo Orario successivo. Bravissimi i due componenti dell’equipaggio a riparare la vettura sul ciglio della strada e non fermarsi definitivamente, continuando a lottare. Nelle due prove dopo Cittadino-Santi sono meno concentrati e non segnano tempi di rilievo, ritrovando slancio e determinazione nella ripetizione della Aspremont-La Batie des Font dove sono 49esimi, ma il tempo imposto sulla speciale successiva (per loro molto penalizzante) spegne i sogni di disputare la tappa di domenica e in effetti Cittadino-Santi chiudono il percorso comune in sessantesima posizione assoluta. E così rinunciano al lungo trasferimento verso Monte-Carlo e al passaggio in pedana di domenica pomeriggio.

Il migliore degli italiani è il comasco Giacomo Ogliari, con Lorenzo Granai alle note del suo quinto Monte-Carlo che conclude in 28esima posizione assoluta con la Citroën C3 Rally 2. Il pilota comasco commenta: “È stata una gara molto difficile, soprattutto per la scelta di gomme. Sono cinque anni che mi concentro sui rally in pista, se escludiamo il recente Rally di Monza, e manco dal Monte-Carlo dal 2010. La gara è andata bene senza scossoni o problemi particolari. La Citroën C3 curata da G-Car si è comportata benissimo, ottimo il feeling con Lorenzo Granai e grazie a Criag Breen e Tamara Molinaro che mi hanno fatto da ricognitori tutto ha funzionato benissimo”. Quarantaquattresima posizione assoluta per Fabrizio Arengi Bentivoglio, affiancato da Max Bosi che ha partecipato al suo terzo Monte-Carlo consecutivo, che ha alternato ottimi tempi in speciale a un paio di forature e un problema iniziale al turbo che non gli hanno permesso di chiudere più in alto nella classifica assoluta con la Škoda Fabia R5. Infine, fra gli italiani 49esima piazza per Carlo Covi e Michela Logiriola con la Škoda Fabia R5. Ritirati Mauro Miele-Luca Beltrame che non entrano nell’11esima speciale dopo che nella precedente avevano forato ed erano lontanissimi dall’obiettivo di entrare fra magnifici cinquanta che avrebbero percorso le prove di domenica.

Arrivo in 18esima posizione assoluta per l’esperto svizzero Olivier Burri alla sua 22esima partecipazione al Monte, che porta nelle zone nobili la Volkswagen Polo R5 della struttura astigiana di Roger Tuning.  Quarantaseiesima piazza assoluta per gli svizzeri Philippe e Christofe Roux con la Volkswagen Golf GTI astigiana. Fermo l’altro equipaggio elvetico assistito da Roger Tuning: Mike Coppens-Fabrice Gordon hanno sbattuto la loro Škoda Fabia R5 nella 13esima prova speciale quando erano 23esimi assoluti. Poco fortunata la trasferta del preparatore canavesano Gliese Engineering che chiude in 59esima posizione con la Fiesta R2T del monegasco Jean Paul Palmero affiancato dal ligure Mattia Pastorino, che non fanno l’ultima tappa, ma hanno vissuto l’onore di transitare sul podio finale. Si ritira invece per noie meccaniche sulla quarta prova la Peugeot 208 R2B di Gliese Engineering del monegasco Marc Dessi con a fianco Angelo Pastorino.

Carlo Boroli ed Enrico Brazzoli tengono alto l’onore del Piemonte all’89° Monte-Carlo

Sfortunato Alain Cittadino che, tempi alla mano, avrebbe potuto entrare fra i magnifici cinquanta che hanno disputato l’ultima giornata. Al traguardo anche l’elvetico Olivier Burri con la Polo del preparatore astigiano Roger Tuning, mentre si fermano anzi tempo le due vetture di Gliese Engineering. Galleria di Gabriele Valinotti

MONTECARLO, 24 gennaio. Il Rallye Montecarlo numero 89, che festeggiava i centodieci anni dalla nascita, ha consacrato, se ce ne fosse ancora bisogno il talento superiore di Sébastien Ogier e del suo navigatore Julien Ingrassia che conquista la sua ottava vittoria nella gara monegasca, segnando il miglior tempo in otto delle 14 prove regolarmente disputate e ha chiuso con 32”6 sul compagno di squadra Elfyn Evans per una doppietta tutta Toyota. Tutto ciò nonostante una foratura sulla sesta prova speciale che gli ha fatto perdere 34”. Pedna, anche senza aver fatto l’ultima tappa, per l’unico equipaggio femminile al traguardo, quello formato dalle francesi Myriam Peretti-Laura Salini su Ford Fiesta R2T che hanno concluso 53esimi assoluto. Il migliore degli italiani è il comasco Giacomo Ogliari, con Lorenzo Granai alle note del suo quinto Monte-Carlo che conclude in 28esima posizione assoluta con la Citroën C3 Rally 2.

Grande gara del novarese Carlo Boroli, affiancato dall’esperto astigiano Maurizio Imerito, alla sua prima esperienza al Monte-Carlo che chiude 33° assoluto con la Škoda Fabia R5 di by Bianchi, che ha superato senza inconvenienti anche una foratura sulla seconda prova speciale, rimanendo nelle altre costantemente fra i migliori quaranta dell’assoluta e segnano il 28° tempo nella Aspremont-La Batie des Font di venerdì mattina disputata alla luce dei fari. Quarantatreesima piazza per il saluzzese Enrico Brazzoli, con il ligure Maurizio Barone alle note della sua Skoda Fabia R5 di PA Racing capace di una grande rimonta dopo una partenza sfortunata con una foratura sulla prima prova speciale del rally che è costata al portacolori di Movisport dieci minuti di ritardo e la caduta in 76esima e ultima posizione assoluta. Da lì è cominciata una rimonta con l’obiettivo di rientrare fra i cinquanta della classifica assoluta, obiettivo messo a rischio da una seconda foratura nella quinta prova, la Montauban sur l’Ouvèze-Villebois les Pins con altri otto minuti persi. Da quel momento un crescendo di prestazioni con il 25° tempo assoluto sulla decima prova, la Saint Clément-Freissinières che hanno portato Brazzoli-Barone 43esima posizione assoluta, chiudendo sesti di WRC2.

Sfortunata la gara di Alain Cittadino-Luca Santi con la Peugeot 208 R2B curata da Riccardo Miele che hanno dimostrato di poter stare comodamente fra i magnifici cinquanta che avrebbero disputato tutto il rally se non fossero subentrati inconvenienti tecnici. L’equipaggio portacolori di Winners Rally Team è poi incappato nella rottura della cinghia dell’alternatore e della pompa acqua all’inizio Aspremont-La Batie des Font, la prima prova di venerdì mattina, accumulando 27 minuti di ritardo e un altro 1’30 di penalità per ritardo al Controllo Orario successivo. Bravissimi i due componenti dell’equipaggio a riparare la vettura sul ciglio della strada e non fermarsi definitivamente, continuando a lottare. Nelle due prove dopo Cittadino-Santi sono meno concentrati e non segnano tempi di rilievo, ritrovando slancio e determinazione nella ripetizione della Aspremont-La Batie des Font dove sono 49esimi, ma il tempo imposto sulla speciale successiva (per loro molto penalizzante) spegne i sogni di disputare la tappa di domenica e in effetti Cittadino-Santi chiudono il percorso comune in sessantesima posizione assoluta. E così rinunciano al lungo trasferimento verso Monte-Carlo e al passaggio in pedana di domenica pomeriggio.

Arrivo in 18esima posizione assoluta per l’esperto svizzero Olivier Burri alla sua 22esima partecipazione al Monte, che porta nelle zone nobili la Volkswagen Polo R5 della struttura astigiana di Roger Tuning. Meno fortunata la trasferta del preparatore canavesano Gliese Engineering che chiude in 59esima posizione con la Fiesta R2T del monegasco Jean Paul Palmero affiancato dal ligure Mattia Pastorino, che non fanno l’ultima tappa, ma hanno vissuto l’onore di transitare sul podio finale. Si ritira invece per noie meccaniche sulla quarta prova la Peugeot 208 R2B di Gliese Engineering del monegasco Marc Dessi con a fianco Angelo Pastorino.

Cittadino-Santi tirano cinghia al Monte-Carlo

Galleria fotografica di Gabriele Valinotti

GAP (Francia), 22 gennaio – Giornata difficile per Alain Cittadino e Luca Santi, la seconda tappa dell’89° Rallye Monte-Carlo che l’equipaggio portacolori di Winners Rally Team ha concluso in 67esima posizione assoluta. “Il disastro è avvenuto nella prima prova di questa mattina la Aspremont-La Batie des Fonts di 22.10 km che partiva alle 6.10 con il buio. Nel primo rettilineo si è rotta la cinghia dell’alternatore, che dopo qualche chilometro ha rotto la cinghia della pompa dell’acqua. Quasi subito la temperatura, nonostante il gelo esterno è salita alle stelle. Ci siamo perciò fermati e abbiamo sostituito questa cinghia, ma abbiamo dovuto procedere al buio e senza fari, non avendo più alimentazione elettrica per i successivi dodici chilometri, fino allo scollino quando anche la macchina si è spenta e abbiamo fatto gli ultimi due chilometri sull’abbrivio, riuscendo a concludere la prova” pagando ben 21 minuti a Ogier, vincitore della speciale e 18 ad Althaus, miglior tempo di RC4 in speciale.

Terminata la prova l’equipaggio cuneese ha aperto il cofano della Peugeot 208 R2B curata da Riccardo Miele, smontato la pompa dell’acqua per raggiungere la cinghia dell’alternatore e sostituirla. Nell’operazione hanno perso tempo e sono arrivati con nove minuti di ritardo (pari a ‘30” di penalizzazione) al successivo Controllo Orario, precipitando in 76esima posizione assoluta, ultimi in gara.

Nelle successive due prove, avendo perso la concentrazione, Cittadino-Santi non ripetono i tempi fatti segnare giovedì e chiudono il primo giro sulle prove in 71esima posizione assoluta, mettendosi alle spalle tre concorrenti.

Dopo il parco assistenza di Gap le cose sembrano cambiare. Nella ripetizione della Aspremont-La Batie des Fonts l’equipaggio cuneese torna a occupare la posizione che gli compete e segna il 49° tempo assoluto, quinto di Classe RC4, con la speranza di recuperare altro terreno nella successiva Chalancon-Gumiane, che viene però sospesa per l’uscita di strada di Pierre-Louis Loubet con la vettura che ingombra la strada. “Purtroppo ci hanno assegnato il tempo del passaggio precedente, quando eravamo reduci dalle disavventure sulla prima prova, quindi un tempo molto alto. Peccato. La gara si sta rivelando difficilissima. Con il problema Covid i ricognitori non possono andare al mattino e con solo due passaggi di ricognizione sulle prove siamo in difficoltà. Ma continuiamo comunque” afferma il trentunenne cuneese.

Nel frattempo prosegue la rimonta di Enrico Brazzoli-Maurizio Barone che partiti 71esimi al mattino hanno recuperato sino alla 58esima posizione con la Škoda Fabia R5 di PA Racing. “E’ una gara molto dura, iniziata stamane con qualche problema di gomme. Poi stavamo andando bene peccato che sulla terza prova abbiamo nuovamente forato. Il nostro obiettivo è entrare nei primi cinquanta per disputare la quarta e ultima tappa, quella di domenica. Non siamo lontani

Nel frattempo i piloti Toyota hanno preso saldamente in mano le redini della classifica, segnando il miglior tempo in tutte le cinque prove speciali disputate, con Elfyn Evans al comando con 7”4 su Ogier, miglior tempo in quattro prove speciali, vittima di una foratura sulla Aspremont-La Batie des Fonts-2 che gli è costato 34” di ritardo.

Inizia sulla Saint Disdier-Corps il Monte-Carlo di Gabriele Valinotti

Galleria fotografica di Gabriele Valinotti

Saint Disdier (Francia), 21 gennaio – Inizia con la prova di Saint Disdier-Corps l’89esima edizione del Rallye Montecarlo, che proprio quest’anno festeggia i 110 anni dalla nascita. Un’edizione blindata come non mai, ma sempre affascinante e spettacolare con i suoi colpi di scena e la sua voglia di esserci.

E proprio sulla prima prova speciale si è appostato il nostro reporter Gabriele Valinotti che ha immortalato tutti gli equipaggi del rally per una prima galleria fotografica che ci tuffa nel gelo di Monte-Carlo. Buona visione.