FuoriConcorso ritorna sul lago di Como dal 21 al 22 maggio con tante novità: partnership istituzionale con il MAUTO – Museo dell’Automobile di Torino e una nuova location sempre aperta al pubblico

A Villa del Grumello e Villa Sucota si aggiunge quest’anno Villa Olmo, storica villa comasca che diventerà dimora delle collezioni di auto di musei e fondazioni internazionali anche nelle prossime edizioni.

Milano, 28 aprile 2022 – FuoriConcorso torna nella splendida cornice del lago di Como dal 21 al 22 maggio 2022, in concomitanza con il Concorso d’Eleganza di Villa d’Este e con una nuova edizione tutta da scoprire. Una kermesse che si arricchisce di collaborazioni con importanti musei e fondazioni internazionali, a cui verrà dedicata una nuova location prestigiosa.

A inaugurare le partnership istituzionali non poteva che essere il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile – fondato a Torino nel 1933 da Carlo Biscaretti di Ruffia e aperto al pubblico nel 1960. Il museo, tra i più antichi al mondo del settore, vanta una tra le collezioni più rare e interessanti nel suo genere, con oltre 200 vetture originali di 80 marche provenienti da tutto il mondo, motivo per cui risulta il partner naturale per abbracciare la rassegna dedicata agli appassionati di auto classiche, youngtimer e contemporanee.

La selezione proveniente dal MAUTO approderà a Villa Olmo, che andrà quindi ad aggiungersi a Villa del Grumello e Villa Sucota, formando la triade delle dimore che accoglieranno le automobili d’eccezione della nuova edizione di FuoriConcorso. Mentre le due ville da sempre protagoniste della manifestazione accoglieranno i bolidi del nuovo tema di FuoriConcorso – che verrà rivelato prossimamente – Villa Olmo diventerà la casa dei musei e delle fondazioni internazionali, in una location storica disegnata dall’architetto Simone Cantoni e tra le più belle ville d’Italia. Un luogo di prestigio della città di Como sempre aperto al pubblico che sarà la venue istituzionale di FuoriConcorso, con l’obiettivo di valorizzare al massimo le bellezze del Territorio e creare momenti di scambio e di arricchimento tra gli appassionati di motori, ma anche per approfondire tematiche culturali trasversali. Con questo spirito FuoriConcorso punta a far nascere la Como Car Week che, prendendo a esempio città come la californiana Pebble Beach e a Goodwood, vuole diventare un luogo catalizzatore per il turismo e la promozione del territorio.

Le tre ville sono collegate dall’immenso parco che le circonda, ricco di esperienze artistiche, culinarie e lifestyle che accompagneranno i visitatori e le visitatrici lungo il percorso e che andranno oltre le auto in esposizione.

“Due eventi importanti a livello internazionale accadono nello stesso momento sul lago di Como. Non è un caso, ma un primo step verso la realizzazione di una Como Car Week, poiché l’Italia è sicuramente il miglior palcoscenico per creare esperienze innovative dedicate alla cultura e al mondo dell’automobile. Soprattutto in un momento dove i Saloni dell’automobile sono scomparsi e le occasioni di ritrovo per gli appassionati sono un bisogno sempre crescente” commenta Guglielmo Miani, organizzatore di FuoriConcorso, che prosegue “Davanti a noi abbiamo campi sterminati da conquistare, con un pubblico di appassionati che ha voglia di vivere momenti qualitativi collegati alla cultura dell’automobile. Ed ecco perché abbiamo ideato FuoriConcorso, come un momento di arricchimento culturale, ma anche di entertainment. Un evento sempre sorprendente sia per i temi, che per i contenuti ed experience. Puntiamo a diventare la Pebble Beach e la Goodwood italiana, ma con il plus del lifestyle italiano che solo noi possiamo offrire”. 

“Nell’intuizione di Guglielmo Miani, FuoriConcorso è il soggetto promotore di un progetto ambizioso e lungimirante: affiancare all’evento storico del Concorso di Villa d’Este una serie di grandi mostre dedicate alla passione per l’auto, con l’idea di sviluppare una Car Week italiana nel magnifico scenario del Lago di Como. Il MAUTO è chiamato a partecipare per il 2022 come primo di una serie di musei ospitati nella magnifica sede di Villa Olmo, un capolavoro del neoclassico italiano, opera di Simone Cantoni. In questo quadro condiviso il MAUTO, come Museo Nazionale dell’Automobile, interviene come soggetto che rappresenti la cultura storica dell’automobile italiana. In quest’ottica, porteremo a FuoriConcorso una selezione di auto italiane straordinarie, scelte dalla nostra collezione ma anche da altre importanti raccolte del nostro paese: dai prototipi dei pionieri, ai bolidi leggendari che hanno trionfato nei circuiti storici e in Formula 1, fino alle icone del design italiano dal dopoguerra ad oggi” commenta Benedetto Camerana, presidente del MAUTOMuseo Nazionale dell’Automobile.

Enzo Ferrari – il rosso e il nero al Museo dell’Auto

Il MAUTO e il Glocal Film Festival presentano la proiezione in anteprima italiana del docufilm di Enrico Cerasuolo

Domenica 6 marzo – nell’ambito della rassegna STORIE DI CORSE –si terrà il secondo degli incontri in programma, realizzato in collaborazione con il Glocal Film Festival: alle 17.30, nell’Auditorium del MAUTO, sarà proiettato in anteprima italiana il docufilm ENZO FERRARI – IL ROSSO E IL NERO(IT/FR, 2022, 55’) di Enrico Cerasuolo, prodotto da ZENIT Arti Audiovisive in collaborazione con il canale franco-tedesco Arte e Rai Documentari, con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund.

IL FILM. Il mito della Ferrari, amata da milioni di tifosi e oggetto del desiderio che non passa mai di moda, è nato dal sogno di un bambino di nome Enzo. L’uomo dai proverbiali occhiali scuri ha dedicato la sua vita all’amore per l’automobile, tra successi e drammi, chiari e scuri, rosso e nero. Attraverso la sua voce e archivi d’epoca, il film ripercorre la carriera e la vita personale di uno degli italiani più famosi al mondo. Dietro la leggenda, chi è stato davvero Enzo Ferrari?

Ospiti speciali presenti in sala il regista Enrico Cerasuolo, Gian Paolo Ormezzano – giornalista e scrittore – Luca Dal Monte – biografo di Enzo Ferrari – e Paolo Manera – Direttore di Film Commission Torino Piemonte  Piemonte Doc Film Fund – che dialogheranno con Mariella Mengozzi – Direttore del MAUTO e con Gabriele Diverio – Direttore Glocal Film Festival.

L’evento, immaginato insieme all’associazione Piemonte Movie, è una delle due date di avvicinamento al 21° Glocal Film Festival, manifestazione che da giovedì 10 a lunedì 14 marzo mostrerà sullo schermo del Cinema Massimo MNC il meglio della produzione breve e documentaristica della passata annata.

Ingresso LIBERO fino a esaurimento dei posti disponibili. È necessaria la prenotazione a prenotazioni@museoauto.it

SPECIALE VISITA GUIDATA

Tutti coloro che partecipano all’evento possono visitare il Museo e seguire la visita guidata a tema FERRARI a una tariffa speciale

Storie di corse + ingresso al Museo: 10 euro

Storie di corse + ingresso al Museo + Visita Guidata: 15 euro

La visita guidata a tema CORSE partirà dalla hall del MAUTO alle ore 16.30

ESPOSIZIONE SPECIALE. Per l’occasione sarà esposta all’ingresso dell’Auditorium la Ferrari 308 GTB del 1980. La vettura fu presentata al Salone di Parigi del 1975 con carrozzeria berlinetta a due posti che alle doti sportive univa la buona abitabilità e interni confortevoli. La meccanica era invece uguale a quella della Dino 308 GT4. La slanciata linea della carrozzeria era frutto di un attento studio presso la Galleria del Vento della Pininfarina. Fu costruita fino al 1980. L’esemplare esposto è una prima serie, con motore a 4 carburatori. Divenne celeberrima anche grazie alla costante presenza in una serie cult: era infatti la macchina con cui Magnum P.I. sfrecciava sulle strade hawaiane.

Sarà inoltre allestito un corner/bookstore all’ingresso dell’AUDITORIUM per la vendita – a prezzo scontato per i partecipanti all’evento – di una selezione di titoli dedicati a Enzo Ferrari e alle competizioni sportive.

STORIE DI CORSE, un nuovo format del MAUTO: una serie di incontri– talks, proiezioni, spettacoli teatrali e reading – dedicati ai protagonisti del mondo dell’automobilismo sportivo, di ieri e di oggi.  Il prossimo evento di STORIE DI CORSE – in programma sabato 26 marzo – sarà dedicato alla pilotessa Lella Lombardi.

L’omaggio di Torino a Diabolik

Il Museo Nazionale del Cinema e il Museo Nazionale dell’Automobile dedicano due mostre all’eroe del crimine, in occasione dell’uscita del film dei Manetti bros. Dal 16 dicembre 2021 alla Mole Antonelliana e al MAUTO

Torino, 16 dicembre 2021. Diabolik, personaggio immaginato da Angela e Luciana Giussani a seguito di vicende di cronaca nera successe a Torino oltre sessant’anni fa, ritorna nella città che ne ha ispirato la creazione. In occasione dell’uscita al cinema del film Diabolik, diretto dai Manetti bros e interpretato da Luca Marinelli, Miriam Leone e Valerio Mastandrea, due tra i grandi musei di Torino – ciascuno dei quali racconta la storia di un’invenzione epocale, il cinema e l’automobile, che nella capitale sabauda hanno avuto origine – dedicano una mostra a uno dei personaggi più amati del fumetto e della narrativa italiana dagli anni Sessanta a oggi. A partire da domani, il Museo Nazionale del Cinema e il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile dedicano due esposizioni al tenebroso antieroe, una alla Mole Antonelliana l’altra nella storica sede del museo automobilistico.

Il Museo Nazionale del Cinema presenta, fino al 14 febbraio 2022, la mostra Diabolik alla Mole, a cura di Luca Beatrice, Domenico De Gaetano e Luigi Mascheroni. Il percorso espositivo ripercorrere la storia del ladro tra film e fumetti, oggetti iconici di design, opere d’arte, fotografie dell’Archivio Storico Publifoto, articoli di cronaca nera degli anni Sessanta e tavole della casa editrice Astorina.

Colpo grosso al Museo, la mostra aperta fino al 6 marzo 2022 al Museo Nazionale dell’Automobile a cura di Giosuè Boetto Cohen, presenta un omaggio alla fida compagna di imprese di Diabolik: l’iconica Jaguar E-type che, come il suo affascinante e spregiudicato proprietario, compie 60 anni. L’auto, presentata nelle versioni coupé nera e spider rossa, è circondata da un allestimento dedicato al signore del brivido e alla geniale relazione che lo legò alla celebre vettura.

“Diabolik è un personaggio oramai entrato nell’immaginario collettivo, è il Re del terrore per eccellenza nel mondo del fumetto. L’omaggio che il Museo Nazionale dell’Automobile e il Museo Nazionale del Cinema gli rendono è il frutto di una sinergia sul territorio, di una comunione d’intenti, di una volontà di creare un percorso che esca fuori dai confini del singolo ente per abbracciare un interesse comune. La cultura è condivisione e questa bella sinergia ne è la conferma” dichiara Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema.

Due musei, due mostre, due leggende del Novecento (nate nei magnifici 60s). Una è inglese: la E-Type (needless to say, it’s a Jaguar!). L’altra è un personaggio italiano (nell’ideazione), immaginario e inimitabile: Diabolik. L’unione sta in questa straordinaria auto – nera come la sua ‘divisa’ – che lo assiste (come Eva Kant, leggenda pure lei) nei suoi colpi straordinari e negli inseguimenti rocamboleschi e furibondi tra Ghenf e Clerville. Una doppia mostra che è occasione perfetta per una costruttiva e reciproca invasione di campo tra due Musei Nazionali, del Cinema e dell’Automobile” racconta Benedetto Camerana, presidente del MAUTO, Museo Nazionale dell’Automobile.

In occasione dell’omaggio a Diabolik, il Museo Nazionale del Cinema e il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile hanno attivato la reciproca riduzione sul biglietto di ingresso: presentandosi in cassa di uno dei due musei con il biglietto dell’altro si avrà diritto alla tariffa ridotta.

COLPO GROSSO AL MUSEO

MAUTO, Museo Nazionale dell’Automobile di Torino

Corso Unità d’Italia, 40 – Torino

dal 16 dicembre 2021 al 6 marzo 2022

orari: lunedì 10-14, pomeriggio chiuso

dal martedì alla domenica 10-19

Ingresso con biglietto museo

Biglietto intero: 12 €

Biglietto ridotto: 10 €

Scuole: 2,50 €

Ragazzi dai 6 ai 17 anni: 5 €

Gratuito per i minori di 6 anni e i possessori della Torino+Piemonte Card e dell’Abbonamento Musei Torino Piemonte.

Per tutte le informazioni:

www.museoauto.com

DIABOLIK ALLA MOLE

Museo Nazionale del Cinema

Via Montebello 20 – Torino

dal 16 dicembre 2021 al 14 febbraio 2022

orari: tutti i giorni 9-19, martedì chiuso

Ingresso con biglietto museo e museo + ascensore

Solo la mostra Diabolik alla Mole biglietto unico 5 €

Per tutte le informazioni, tariffe e variazioni d’orario:

www.museocinema.it

MAUTO: un museo per tutti

Inaugurazione del percorso di visita accessibile

Torino, 2 dicembre 2021. Il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile aggiunge alla sua offerta tre nuovi percorsi museali inclusivi e lo fa a partire da venerdì 3 dicembre in occasione della Giornata Internazionale dei diritti delle persone con disabilità.

L’obbiettivo del progetto è quello di ottenere un’accessibilità sensoriale soddisfacente rivolta a tutti i visitatori, in linea con i principi di “universal design” – ovvero della “progettazione universale” – che definisce un luogo “accessibile” se qualsiasi utente può accedervi e muoversi in autonomia. Rendere un luogo “accessibile” vuol dire, pertanto, renderlo confortevole e inclusivo per tutti i potenziali utenti, bambini e giovani, adulti e anziani, prendendo in considerazione anche le diverse disabilità (motorie, sensoriali, cognitive).

Il museo ha intrapreso questo percorso partendo dalla traduzione dell’audioguida in lingua dei segni: da oggi, all’interno dell’app di guida del museo, nel menù delle lingue saranno presenti anche la LIS, Lingua dei Segni italiana e la IS, International Sign Language, che si rivolge ai turisti stranieri. Accedendo quindi alla web-app, i visitatori potranno selezionare la lingua dei segni desiderata e guardare il video segnato e sottotitolato, relativo alla sezione. L’interprete è una persona madrelingua LIS ed interprete IS.

Sul percorso saranno presenti pannelli tattili con mappe, disegni in rilievo con testi in braille e, soprattutto, modelli in resina con tecnica ad esclusione e particolari realizzati con stampante 3d: ogni modello è corredato da audiodescrizioni, attivabili tramite Qr-code a rilievo e tecnologia NFC, che raccontano l’auto e forniscono curiosità ed informazioni in italiano ed in inglese.

Sarà possibile trovare sul sito del museo (www.museoauto.com) i file delle mappe dei piani, in modo che il visitatore interessato possa stamparle su carta a microcapsule in rilievo e conoscere il museo con i suoi spazi prima della visita in loco.

“La strada del museo verso l’accessibilità per tutti è appena iniziata, ma la volontà di arrivare ad una fruibilità sensoriale diffusa è forte. Molte sono ancora le soluzioni da mettere in atto al nostro interno, ma l’impegno è quello di garantire un’esperienza museale soddisfacente e serena per tutti i visitatori” (Mariella Mengozzi, Direttrice MAUTO)

Progetto a cura di:

Sara Corda – MAP Associazione culturale (associazioneculturalemap@gmail.com)

Rocco Rolli – Tactile Vision onlus (info@tactilevision.it)

Nuvolari, Varzi, Campari. “Quei temerari delle strade bianche” arrivano al MAUTO con le fotografie di Adriano Scoffone

Una mostra fotografica racconta gli anni ‘20 e ‘30 della Provincia Granda e gli audaci piloti della Cuneo – Colle della Maddalena Foto Giuliano Berti

Torino, 27 ottobre 2021. La mostra Quei temerari delle strade bianche. Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo – Colle della Maddalena” – progetto di Giosuè Boetto Cohen – inaugura il 27 ottobre al MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile: in esposizione una selezione di 80 fotografie provenienti dell’Archivio fotografico di Adriano Scoffone – quasi 40mila lastre fotografiche in totale – che la Città di Cuneo ha riscoperto a distanza di anni e che ha iniziato a catalogare nel 1980. La mostra, ospitata a Cuneo lo scorso anno, arriva oggi al MAUTO: oltre alle suggestive immagini, tre automobili leggendarie, grandi scenografie e un poema musicale composto per l’occasione che rendono immersivo il percorso della mostra, visitabile fino al 9 gennaio 2022.

“Questa mostra è un magnifico viaggio nel tempo che ci permette di rivivere quasi in diretta l’atmosfera, il coraggio e l’entusiasmo di una corsa come la Cuneo – Colle della Maddalena. Le straordinarie fotografie storiche di Scoffone ci restituiscono con realismo di cronaca i folli sovrasterzi dei “temerari” sui bianchi tornanti alpini. Non dimentichiamo che non lontano da Cuneo molti anni prima, nel 1895, si tenne la prima Torino – Asti -Torino, la prima corsa automobilistica italiana. Con ben altre auto però, perché sulla strada del Colle salivano invece auto possenti e invincibili come la leggendaria Alfa Romeo P2 qui in mostra, proveniente dalla collezione del Museo Nazionale dell’Automobile, identica a quella sulla quale Nuvolari trionfò alla Maddalena. Una conferma che il MAUTO è il fulcro della storia del pionierismo automobilistico italiano, sia per l’inarrivabile collezione che per il Centro di documentazione con il suo straordinario patrimonio storico. Anche per questo siamo felici di collaborare alla riscoperta di un fondo storico cruciale come l’Archivio Scoffone e alla sua viva e preziosa testimonianza di un periodo fondamentale della storia automobilistica italiana” dichiaraBenedetto Camerana, Presidente del MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile.

“Quei temerari delle strade bianche” presenta i fotogrammi chiave dell’edizione 1930 della Cuneo-Colle della Maddalena e dei suoi celebri protagonisti (insieme ad alcune immagini del triennio 1925-1927). Ottanta foto che pure non rappresentano che un modesto campione del tesoro nascosto di circa 40 mila lastre fotografiche, che coprono i temi, le pagine, i ritratti più diversi della Provincia Granda.

“Dopo il grande successo della mostra “Quei temerari delle strade bianche” svoltasi a Cuneo nell’estate scorsa, anche al MAUTO si propone un’esposizione che permette di conoscere meglio il nostro capoluogo di provincia, attraverso un patrimonio archivistico unico: il fondo Andriano Scoffone. Questo tesoro di decine di migliaia di lastre fotografiche ritrae nel dettaglio le corse automobilistiche cui parteciparono anche Varzi e Nuvolari, piloti impavidi che, da Cuneo, affrontarono con coraggio le tortuose strade bianche del Colle della Maddalena. La nostra Amministrazione è entusiasta e grata della possibilità di diffondere tale patrimonio fra i tanti visitatori dello splendido museo torinese dell’automobile.” afferma Cristina Clerico, Assessore alla Cultura della Città di Cuneo.

Tre automobili esposte dialogano con le immaginidi Adriano Scoffone, che raccontano la sfida per il Colle della Maddalena e scene di costume del primo Novecento. La gara è, per difficoltà e lunghezza, una delle più ardite. Lo si capisce dalle fughe nei rettilinei e dalle sbandate nel polverone prima dei tornanti. Il “circo” della competizione è poca cosa se paragonato al gigantismo di oggi, ma l’emozione è anche superiore, perché nel 1930, in Italia – è bene ricordarlo – circola un’automobile ogni duecento abitanti. Fissano l’obbiettivo (qualcuno con aria truce), i semidei del volante: il tedesco Stuck che sembra Lawrence d’Arabia, gli italiani Varzi, Marinoni e Maserati, sotto gli occhi di un impettito Campari. Ma anche la tripletta della scuderia Fiat in un angolo di piazza Vittorio (oggi piazza Galimberti) fa la sua figura. O la squadra (piccola, ma sceltissima) dei meccanici e collaudatori. Nuvolari, il vincitore del 1930, è più nero e legnoso che mai e in uno degli scatti, praticamente inedito, è fermo davanti a un portone del Piemonte rurale. Intorno al palco c’è un tramestio di autorità, la Principessa di Savoia, il podestà con la tuba, una pletora di notabili e donne elegantissime. Ma le facce più interessanti, alcune da cinema, sono nel pubblico sorridente, tra i portici, la piazza e i picnic. Adriano Scoffone corre, non si sa come, al lago della Maddalena. E ancora più su. I visitatori della mostra potranno immaginarlo dall’alto del nostro tempo, interconnesso e viziato da Photoshop, mentre per strada riesce a catturare ancora una Bugatti ribaltata, e poi controsterzi, gli allunghi e i voli d’uccello, quasi avesse il drone.

“La mostra, come suggerisce il titolo, parte da un fatto cruciale, ma non chiaro a molti: le corse automobilistiche di novant’anni fa si svolgevano su strade completamente diverse da quelle di oggi. E l’automobilismo sportivo fu una delle motivazioni che portarono, negli anni ’30, alla costruzione di una rete viabile più moderna. L’audacia – di uomini e mezzi – le medie orarie, i record diventano ancora più incredibili se si immagina correttamente lo scenario in cui furono raggiunti. Quindi “le strade bianche” sono insieme alle vetture, ai campioni e alla folla, le protagoniste dell’esposizione. Un complesso impianto scenografico, e una colonna sonora originale, sono state realizzate proprio per enfatizzarne il ruolo” così Giosuè Boetto Cohen, giornalista e regista, per molti anni de “La Storia siamo noi” alla RAI, introduce la mostra da lui curata.

La musica è un altro elemento fondamentale del percorso di “Quei temerari delle strade bianche”; il “tappeto musicale”, di Marco Robino e degli Architorti, è diventato una suite tutta da ascoltare, una complessa partitura di undici minuti. Marco Robino ha lavorato molto con il regista Peter Greenaway, per il quale ha composto nel cinema, sul Cenacolo Vinciano e alla Venaria Reale. Ma ha composto in più occasioni anche con gli autori di questa mostra, a Villa Giulia a Roma, a Palazzo Pepoli a Bologna, al Museo Accorsi-Ometto di Torino e alla Castiglia di Saluzzo, per l’installazione “La scelta di Giulio”. Per la mostra di Adriano Scoffone, Robino ha creato un poema inebriante, che narra di motori, velocità, polvere e grandi paesaggi.

Il percorso espositivo di “Quei temerari delle strade bianche. Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo – Colle della Maddalena” va aldilà dei documenti fotografici messi in cornice. È costituito da scenografie immersive, a cui ha contribuito anche Angelo Sala, per molti anni direttore dell’allestimento scenico del Teatro alla Scala di Milano. Insieme alle musiche originali e alle stampe giganti, esse abbracciano tre automobili straordinarie, protagoniste della scalata alla Maddalena del 1930: una è proprio l’Alfa Romeo 1500 MMS con cui, nel 1930, il pilota Emilio Gola prese parte alla competizione. Le altre non sono da meno: l’Alfa Romeo P2 della collezione del museo, identica a quella con cui Nuvolari tagliò per primo il traguardo, e una preziosa Bugatti 35, uguale a quella con cui Avattaneo si ribaltò durante la gara.

L’esposizione è realizzata dal MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile e dalla Città di Cuneo,con il sostegno della Maison di orologeria svizzera Eberhard & Co.

“Il contributo di Eberhard & Co. a sostegno della mostra rispecchia la vocazione della Maison a favore di iniziative di grande spessore culturale, che riportino alla luce un patrimonio ancora celato, lo rendano fruibile a tutto il pubblico e che mirino alla salvaguardia del tempo. Questo progetto ci consente infatti di supportare un’importante opera di digitalizzazione di materiali che rischierebbero di andare persi e la loro contestuale valorizzazione attraverso l’inserimento in una banca dati consultabile online. Il nostro legame con Nuvolari risale agli anni ’30 del Novecento e ci vede sempre coinvolti in eventi che ne celebrino la figura. Le immagini rivelano uno spaccato molto affascinante del mondo delle gare automobilistiche d’epoca, quando piloti del calibro di Nuvolari realizzavano imprese incredibili e stupivano il pubblico accorso a vederli” – dichiara Mario Peserico, Amministratore Delegato di Eberhard Italia.

Il Centro di Documentazione del museo ha acquisito gli scatti delle corse della Cuneo – Colle della Maddalena che sono fruibili sul software di consultazione Archid’HOC.

Eberhard & Co. Presenta la mostra “Quei temerari delle strade bianche“

Torino, 26 Ottobre 2021 – Dopo il successo riscosso al Complesso Monumentale San Francesco a Cuneo, la mostra dal titolo evocativo “Quei temerari delle strade bianche. Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo – Colle della Maddalena”, a cura di Giosuè Boetto Cohen, arriva al MAUTO (Museo Nazionale dell’Automobile) di Torino, dove sarà visitabile fino al 9 Gennaio 2022.


Eberhard & Co. ha deciso di patrocinare l’esposizione affiancando il MAUTO in questo importante progetto, che consente la divulgazione al grande pubblico di una parte di un archivio contenente l’incredibile quantità di circa 40.000 lastre e pellicole realizzate dal fotografo piemontese Adriano Scoffone (1891-1980), nonché la contestuale digitalizzazione in una banca dati consultabile online.
Il percorso espositivo racconta attraverso una selezione di oltre 40 splendide immagini la sfida automobilistica Cuneo-Colle della Maddalena delle edizioni 1925, ‘26, ‘27 e 1930. La gara si disputò a partire dal 1925, fece parte del “Campionato Automobilistico Italiano – Corsa e Sport Europeo della Montagna” e per difficoltà e lunghezza passò alla storia come una delle più ardite dell’epoca.
Protagonisti degli scatti sono piloti dotati di inimitabile audacia e vetture che riuscirono a ottenere prestazioni impensabili, considerando lo scenario di strade sulle quali gareggiarono. Un mondo molto diverso da quello di oggi, che Adriano Scoffone riuscì a ritrarre nel pieno della corsa: i punti del percorso più “tattici”, ma anche la piazza di partenza, la città e il suo pubblico, e naturalmente la parata dei campioni, da Varzi a Campari e Marinoni, da Stuck a Caracciola. Il tutto cogliendo spettacolari controsterzi, fughe nei rettilinei e sbandate, nel polverone prima dei tornanti.
Personaggio fondamentale delle foto in mostra è Tazio Nuvolari, uno dei più grandi nomi dell’automobilismo mondiale, che partecipò alla quarta edizione (1930) e la vinse con un’Alfa Romeo P2, alla incredibile media di 103,771 km/h.

“Il contributo di Eberhard & Co. a sostegno della mostra dedicata al Fondo Scoffone rispecchia la vocazione della Maison a favore di iniziative di grande spessore culturale, che riportino alla luce un patrimonio ancora celato, lo rendano fruibile a tutto il pubblico e che mirino alla salvaguardia del tempo. Questo progetto ci consente infatti di supportare un’importante opera di digitalizzazione di materiali che rischierebbero di andare persi e la loro contestuale valorizzazione attraverso l’inserimento in una banca dati consultabile online. – dichiara Mario Peserico, Amministratore Delegato di Eberhard Italia. “Il nostro legame con Nuvolari ci vede sempre coinvolti in eventi che ne celebrino la figura. Queste immagini rivelano uno spaccato molto affascinante sul mondo delle gare automobilistiche d’epoca, quando piloti del calibro di Nuvolari realizzavano imprese incredibili e stupivano il pubblico accorso a vederli. Il percorso espositivo saprà rievocare un passato fatto di mitiche acrobazie sulle quattro ruote.” – conclude Mario Peserico.
Eberhard & Co. ha un legame molto stretto con l’affascinante mondo della “velocità” e con il “Mantovano volante”, che possedeva un orologio Eberhard & Co. da tasca degli anni ’30 con funzione di sveglia, del quale fu ritrovata solo la custodia. Questa connessione è stata rafforzata nel 1992, anno in cui il brand ha dedicato al suo nome una speciale collezione ed è diventato Cronometro e Official Partner del Gran Premio Nuvolari.
La collezione Tazio Nuvolari è stata ideata e realizzata in base a una filosofia progettuale che ha come riferimento la strumentazione delle auto da corsa del tempo: in particolare il posto di guida delle straordinarie vetture, con le quali egli conquistò tante vittorie, è stato una concreta fonte di ispirazione per soluzioni sia funzionali sia estetiche.
La collezione si rinnova continuamente e si arricchisce anno dopo anno: la novità più recente è rappresentata dal modello Nuvolari Legend The Brown Helmet, cronografo automatico caratterizzato da un quadrante in color cuoio antico, ispirato agli accessori in cuoio naturale amati dal pilota, con scala tachimetrica centrale a chiocciola in Km/h, un cinturino in pelle dal sapore vintage e fondo trasparente in vetro zaffiro.

La mostra al MAUTO è stata progettata con un complesso impianto scenografico ed una colonna sonora originale scritta da Marco Robino. Musica e scenografie fungono da grande fondale per le fotografie e arricchiscono l’atmosfera degli spazi del museo, che accoglie anche tre automobili straordinarie: l’Alfa Romeo 1500 MM S guidata nel 1930 da Emilio Gola, un’Alfa Romeo P2 identica a quella con cui vinse Nuvolari, e una Bugatti 35 B come quella di Scagliotti – Avattaneo.

EBERHARD & CO. Maison di orologeria svizzera con oltre 130 anni di storia, fondata nel 1887 a La Chaux-de-Fonds, Eberhard & Co. rappresenta eccellenza e innovazione, di cui l’azienda ha fatto il proprio marchio di fabbrica, senza rinunciare al profondo legame con le origini e la tradizione.
Eberhard & Co. produce circa 16.000 pezzi all’anno con obiettivi di crescita ponderata ma costante ed è presente in circa 25 Paesi, dall’Europa agli Stati Uniti, dall’Estremo al Medio Oriente.

La storia di Eberhard & Co. viene scandita da creazioni indimenticabili, quali il Chrono 4, l’8 JOURS, la collezione Tazio Nuvolari, l’Extra-fort, la collezione femminile Gilda, fino alle riedizioni di celebri modelli degli anni 50’ e ’60, Scafograf e Contograf. Numerose sono state le conquiste del marchio: a partire dalla creazione del suo primo cronografo da polso nel 1919, fino al rivoluzionario Chrono 4, il primo cronografo con quattro contatori allineati, brevetto esclusivo Eberhard & Co. A giugno 2019 la Maison ha inaugurato il Museo Eberhard & Co. a La Chaux-de-Fonds, all’interno della Maison de L’Aigle, lo storico edificio fatto costruire dal fondatore Georges-Lucien Eberhard all’inizio del XX secolo.
Sito internet: www.eberhard1887.com

Cuneo-Colle della Maddalena racconta gli anni ruggenti al Mauto

La ruggente corsa in salita “Cuneo-Colle della Maddalena” e lo stato selvaggio delle strade italiane dell’epoca sono al centro di una nuova mostra che il Museo Nazionale dell’Automobile, il Comune di Cuneo e la Casa orologiera Eberhard inaugurano al MAUTO il 26 ottobre prossimo.  Si intitola “Quei temerari delle strade bianche” e promette al pubblico potenti suggestioni: quaranta immagini scattate dal fotografo Adriano Scoffone nelle edizioni tra il ’25 e il ’30 e popolate dai miti dell’epoca, Nuvolari in testa. E poi tre delle sensazionali vetture che si sfidarono, inserite nell’impianto scenografico e di racconto curato da Giosuè Boetto Cohen con la collaborazione di Angelo Sala, già direttore dell’allestimento scenico del Teatro alla Scala. Ma la mostra ha altre sorprese in serbo per i suoi visitatori. Il pubblico è accolto dalle note di una suite per organo e orchestra dedicata ai motori. L’ha scritta Marco Robino, il musicista di Peter Greenaway. Accanto alla partitura originale, anche una multiproiezione che ricostruisce l’atmosfera della città di Cuneo nella prima metà del ‘900

Emozioni al Tributo Aldo Brovarone

Le Lancia Gamma Coupé della collezione Andrea Levy al Mauto fino al 24 ottobre

Con un caloroso e sentito applauso è cominciata la serata al Museo dell’Automobile in onore di Aldo Brovarone, che è diventata un’intima ed emozionata raccolta di ricordi di chi ha avuto la fortuna di conoscere il Maestro e ha voluto condividere con gli altri episodi e aneddoti.

Una celebrazione che è stata il corollario di una giornata in cui a celebrare Aldo Brovarone sono stati i giornalisti che, alla guida delle Lancia Gamma Coupé della Collezione 777 di Andrea Levy, hanno dato vita a un viaggio nel tempo, partito dalla sede dell’associazione Torino Heritage, a Sant’Ambrogio, che si è fermato nel centro di Rivoli prima di ripartire e arrivare al Mauto.
Proprio al Mauto le nove Lancia Gamma Coupé, ognuna di una delle combinazioni cromatiche previste dal modello originario, sono state posizionate in mostra per il pubblico che potrà ammirarle fino al 24 ottobre e conoscere, attraverso le loro linee e i colori, l’arte creata dal maestro Brovarone.

Arte che non è stata l’unica cosa di cui hanno parlato gli ospiti intervenuti sul palco nella serata, stilisti, amici, ex colleghi, giornalisti che hanno tratteggiato un ritratto ricco di sfumature di Aldo Brovarone: un genio inconsapevole, amante del suo lavoro e appassionato, un elegante stilista che condivideva le sue conoscenze, generoso, divertente.

Giovanni Michelotti: una mostra per il genio umile al MAUTO

Testo e foto di Tommaso M. Valinotti/Kaleidosweb

TORINO 7 ottobre – Ieri, mercoledì 6 ottobre, è stata inaugurata al Museo dell’Auto di Torino la mostra Michelotti World che propone una pennellata dell’opera di uno dei maggiori designer di automobili (ma non solo) di tutti i tempi. E mai data fu più significativa, visto che proprio ieri cadeva il centesimo anniversario della nascita di Giovanni Michelotti.

Una mostra entusiasmante, che propone solo una minima parte del lavoro di Michelotti, e non potrebbe essere altrimenti visto che circa 1200 le vetture disegnate da lui prodotte in almeno un esemplare. Oltre alle automobili sono esposti disegni che Michelotti faceva per anticipare le sue vetture a carrozzieri e clienti facoltosi, e proprio questa è la parte più intrigante della mostra. Michelotti, rapidissimo disegnatore a mano libera, immergeva le sue creature in ambienti così ben descritti che potrebbero essere riproposti in una mostra monografica alla Galleria d’Arte Moderna.

Michelotti è un illustratore raffinato, le sue ambientazioni, giardini lussureggianti con ville favolose alle spalle, interpretazioni di scorci di Torino e del Sestriere, sarebbero meravigliose in bella mostra alle pareti di una casa di campagna raffinata. E anche gli abiti sono di particolare eleganza. Al punto che un ricco committente americano, proprietario della catena di negozi di abiti femminili “Lily Ann Corporation”, si rifece ampiamente della spesa di acquisto di una Ferrari mettendo in produzione gli abiti che Michelotti si era inventato a corredo del bozzetto di presentazione del modello unico. La mostra va visitata con calma, magarti sfruttando il silenzio di una mattina poco frequentata. Ed è d’obbligo l’acquisto del catalogo. Per 23€ si ottiene il passaporto per entrare nel mondo di Michelotti.

MICHELOTTI WORLD

1921-2021 Cento anni di un designer senza confini

MAUTO, Museo Nazionale dell’Automobile di Torino

Corso Unità d’Italia, 40 – Torino

dal 6 ottobre 2021 al 9 gennaio 2022

Orari: lunedì 10-14, pomeriggio chiuso

dal martedì alla domenica 10-19

Ingresso con biglietto museo

Biglietto intero: 12 €

Biglietto ridotto: 10 €

Scuole: 2,50 €

Ragazzi dai 6 ai 17 anni: 5 €

Gratuito per i minori di 6 anni e i possessori della Torino+Piemonte Card e dell’Abbonamento Musei Torino Piemonte.

Per tutte le informazioni: www.museoauto.com

Michelotti World: 1921-2021 inaugurata la mostra “Cento anni di un designer senza confini”

Dal 6 ottobre 2021 al 9 gennaio 2022 al MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile di Torino. Foto Andrea Guermani

Torino, 6 ottobre 2021.  Giovanni Michelotti è uno dei car designer più ammirati nel mondo. Il suo stile è tra i più luminosi del periodo 1950 -’70, con esempi notevolissimi anche durante gli anni a cavallo della guerra. Alcuni marchi considerano il suo apporto ancora oggi indelebile. Nel centenario della nascita, il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile allestisce una importante personale dedicata al designer torinese. Per la prima volta una porzione cospicua dell’archivio Michelotti viene esposta al pubblico: schizzi, disegni tecnici, piani di forma, modelli in scala saranno visibili al MAUTO, insieme a una selezione di automobili tra le più rappresentative, disegnate e progettate da Giovanni Michelotti. Queste, insieme a documenti cartacei, filmati inediti e un suggestivo impianto scenografico, racconteranno la storia professionale e umana del designer. Il progetto espositivo è curato da Giosuè Boetto Cohen, con il supporto di Edgardo Michelotti, figlio del designer e custode dell’archivio privato. 

Benedetto Camerana, presidente del MAUTO – Museo nazionale dell’Automobile dichiara:

“Giovanni Michelotti è un nuovo capitolo della ricerca che il MAUTO da anni dedica al mondo del car design italiano e soprattutto torinese. Avviato al mestiere negli Stabilimenti Farina, dai primi anni ’50 Michelotti si afferma subito come designer indipendente. Versatile, eclettico, rapidissimo nell’ideazione e nelle variazioni sui tanti temi, arriva a offrire al mondo dell’auto da sogno una produzione personale che ha numeri davvero straordinari: 310 progetti per Vignale tra 1949 e 1963, più di 30 vetture esposte nel solo Salone di Torino del 1957, quando era il centro mondiale del design dell’auto. Disegna prototipi e serie speciali per tante carrozzerie e piccoli produttori: Abarth, Allemano, Bertone, Boano, Canta, Cisitalia, Ermini, Fissore, Ghia-Aigle, Monviso, Moretti, Nardi, OSI, Siata, è la serie che traccia l’eccezionale ricchezza del panorama italiano del dopoguerra. Propone FIAT speciali basate su meccanica 600, 1100, 8V, versioni uniche di Lancia e Alfa Romeo di ogni modello. Negli anni Michelotti segue e si adatta all’evoluzione del mestiere passando dai pezzi unici negli anni ’40 e ’50 alle piccole serie e infine alle auto di produzione per case anche grandi negli anni ’60 e ’70.  Porta in alto Triumph, rilancia BMW, apre il rapporto Italia-Giappone con Prince e Hino Motors, sviluppa progetti per DAF e Leyland, regala a Renault una leggenda sportiva come la serie Alpine ed infine chiude il suo percorso con gli straordinari prototipi per le minicar urbane, come la FIAT 126 City e il LEM a trazione elettrica, che anticipano tra 1973 e 74 un futuro che non potrà vedere.”

La mostra prosegue il filone delle grandi mostre del MAUTO sul tema del design, rassegne che celebrano lo straordinario contributo dei designer italiani all’industria automobilistica mondiale. Un contributo che, nel caso di Michelotti, ha impresso un segno indelebile, in taluni casi riconoscibile ancora oggi, nell’evoluzione stilistica dei più importanti brand del settore tra gli anni 50 e 70.

Il titolo della mostra, “Michelotti World”, esprime al tempo stesso l’ampiezza dei contenuti esposti, la varietà dei progetti realizzati dal designer torinese, e la vastità geografica delle collaborazioni che Michelotti ha saputo sviluppare, dal Giappone agli Stati Uniti, Germania, Inghilterra, Francia, Svizzera e, naturalmente, con i principali carrozzieri in Italia, primo fra tutti Vignale. Una rete di relazioni che ha sempre visto Torino come punto nevralgico, rafforzando il ruolo del capoluogo piemontese nell’industria mondiale dell’automobile.

A differenza di altri designer, che sono cresciuti e hanno creato i loro capolavori all’interno dei centri stile di grandi case automobilistiche, o di rinomati carrozzieri come Pininfarina e Bertone, Giovanni Michelotti si è affermato come stilista indipendente. La sua matita instancabile ha prodotto migliaia di disegni, riconoscibili per il dinamismo che caratterizza le vetture. Ancora sulla carta sembrano già prendere vita e correre per le strade, ricche di dettagli che enfatizzano linee eleganti ed essenziali. Uno stile che distingue ancora oggi le automobili più prestigiose a livello internazionale, una firma che conferisce valore alle auto d’epoca da lui realizzate.

Le vetture in mostra spaziano dai prototipi alle grandi serie, dalle automobili disegnate per i prestigiosi carrozzieri di marchi celebri, alle auto prodotte in decine di migliaia di pezzi, accanto ad una originale “spiaggetta” e ad una concept car elettrica del 1974. I disegni di Giovanni Michelotti sono oggi conservati dal figlio Edgardo, che ne ha ricostruito gli sviluppi, le connessioni, le influenze sui modelli successivi. In mostra ne sono esposti circa un centinaio, una selezione di inedita entità per il MAUTO, tanto da rendere “Michelotti World” una testimonianza, unica e tangibile, di cosa significava negli anni 50 e 60 svolgere quel mestiere che oggi comunemente definiamo “designer di automobili”.

“La quantità e qualità dei disegni esposti costituisce una prima assoluta. Un’abbondanza rara tra gli stilisti, che quasi sempre lasciavano i loro manufatti ai carrozzieri che servivano o direttamente alla committenza. Qui invece, complice la storia professionale del designer, una gran parte di schizzi, figurini e disegni tecnici permette di tracciare una parabola completa e spettacolare” commenta il curatore della mostra Giosuè Boetto Cohen

IL CONVEGNO. Si terrà il 24 novembre un convegno dedicato alla figura di Giovanni Michelotti e alla sua straordinaria creatività.

IL CATALOGO. Il catalogo della mostra MICHELOTTI WORLD 1921-2021. Cento anni di un designer senza confini, racchiude la selezione completa delle opere in esposizione accompagnate da testi e immagini. La pubblicazione è disponibile nel bookshop del museo al costo di 23 euro.

MICHELOTTI WORLD

1921-2021 Cento anni di un designer senza confini

MAUTO, Museo Nazionale dell’Automobile di Torino

Corso Unità d’Italia, 40 – Torino

dal 6 ottobre 2021 al 9 gennaio 2022

Orari: lunedì 10-14, pomeriggio chiuso

dal martedì alla domenica 10-19

Ingresso con biglietto museo

Biglietto intero: 12 €

Biglietto ridotto: 10 €

Scuole: 2,50 €

Ragazzi dai 6 ai 17 anni: 5 €

Gratuito per i minori di 6 anni e i possessori della Torino+Piemonte Card e dell’Abbonamento Musei Torino Piemonte.

Per tutte le informazioni: www.museoauto.com

MICHELOTTI WORLD. 1921-2021 Cento anni di un designer senza confini

Dal 6 ottobre 2021 al 9 gennaio 2022

Giovanni Michelotti è uno degli stilisti più ammirati nel mondo. Pur non essendo mai diventato un costruttore, il suo stile è tra i più luminosi del periodo 1950 -’70, con esempi notevolissimi anche durante gli anni a cavallo della guerra. Alcuni marchi (tra tutti BMW) considerano il suo apporto ancora oggi indelebile. Nel centenario della nascita, il MAUTO allestisce una importante personale dedicata al designer torinese. Per la prima volta una porzione cospicua dell’archivio Michelotti verrà esposta al pubblico. Schizzi, disegni tecnici, piani di forma, modelli in scala saranno visibili al MAUTO, insieme a una selezione di autovetture tra le più rappresentative. Queste, insieme a documenti cartacei, filmati inediti e un suggestivo impianto scenografico, racconteranno la storia professionale e umana dello stilista.

Il progetto espositivo è curato da Giosuè Boetto Cohen, con il supporto di Edgardo Michelotti, figlio del designer e custode dell’archivio privato. 

Il MAUTO festeggia i 100 anni della Lancia Lambda

Dieci esemplari della vettura considerata il capolavoro di Vincenzo Lancia saranno esposti al Museo Nazionale dell’Automobile da sabato 4 settembre

Torino, 4 settembre 2021. Era il 1° settembre 1921 quando Vincenzo Lancia, con il suo staff, uscì in prova con il prototipo Lambda sulla salita al Moncenisio. L’auto venne presentata al pubblico nella versione definitiva al Salone di Parigi e di Londra nell’autunno del 1922. Le consegne iniziarono nel corso del 1923. Ne furono vendute, fino al 1931, ben 12.998 esemplari, suddivisi in nove serie. In occasione del centenario della messa in strada del primo esemplare, il MAUTO celebra la Lancia Lambda con l’esposizione – da sabato 4 settembre – di dieci esemplari dell’innovativa vettura, tra cui quella personale di Vincenzo Lancia di proprietà del Museo.

La Lambda è stata la prima auto al mondo con carrozzeria a struttura portante (brevetto del 1919) in sostituzione del telaio a longheroni tipico delle carrozze e delle auto costruite fino a quel momento. Fu inoltre la prima automobile con sospensioni anteriori a ruote indipendenti (brevetto del 1921) e di freni anche all’avantreno. Il motore a V stretto con monoblocco in alluminio era dotato di albero a camme in testa comandato da ingranaggi elicoidali, concezione tipica delle vetture da corsa. Caratterizzata da una maneggevolezza di guida fino ad allora sconosciuta, merito del peso limitato – con distribuzione ottimale sui due assali – e del notevole raggio di sterzata, sulle strade tortuose era un’automobile da turismo irraggiungibile anche da auto di potenza e velocità superiori.

Autore del progetto fu il giovane ingegnere Battista Falchetto, messo a capo del gruppo di progetto a marzo del 1921 a poco più di un anno dall’assunzione. Non partì dal nulla: già il 28 marzo 1919 l’attestato di privativa industriale n. 171922, avente per oggetto la descrizione del “trovato avente per titolo vettura automobile” diceva: “La presente invenzione ha per oggetto un tipo di vettura automobile in cui il telaio è soppresso ed il collegamento fra il ponte posteriore e l’assale anteriore è costituito da un guscio rigido, il quale compie la stessa funzione della carrozzeria nelle solite automobili. L’invenzione comprende pure una forma particolare di tale guscio che permette di abbassarlo al di sotto del piano nel quale giacciono gli assi delle ruote e che nello stesso tempo gli conferisce una maggiore robustezza”. Completamente sua invece la sospensione telescopica, scelta da Lancia tra 14 schizzi buttati giù dall’entusiasta progettista in una sola notte. Grazie alle sue memorie, affascinante testimonianza di “progettazione in fieri”, vediamo la Lambda prendere forma giorno dopo giorno, e finalmente (dopo appena sei mesi di studi) uscire dal Reparto Esperienze di via Salbertrand nel settembre 1921 per le prime prove, ancora imbozzolita in una linea molto diversa dalla sua definitiva, di forma tondeggiante “a partire dal radiatore costruito sagomato come le gallerie”, che ricordava molto le Bugatti. Di Falchetto anche l’idea di prolungare, a forma di coda affusolata, il retro della vettura, per alloggiarvi i bagagli dei passeggeri: primo baule portabagagli non più applicato all’esterno ma integrato nella linea della carrozzeria.

Principali caratteristiche delle 9 serie

Dalla I alla IV serie, anni 1923 – 1925: motore tipo 67; alesaggio 75; corsa 120; cilindrata cc. 2120; potenza CV 49 a 3250 giri/min.; cambio a tre marce; peso Kg 1.000; velocità 115 Km/h.
V serie, anno 1925: stesso motore tipo 67; si introduce il cambio a quattro marce. Fino a questa serie la scocca è denominata “tipo 214”, nell’unica versione “torpedo” con possibilità di acquistare come optional un “ballon” per trasformarla in vettura chiusa. Passo mm. 3100; carreggiata anteriore mm. 1330, posteriore mm. 1360. Peso Kg. 1.150. Fu presentata anche una V serie denominata “coloniale”, con carreggiate, parafanghi e predelle allargati di mm. 90.

VI serie, anno 1925: utilizza la scocca denominata “tipo 216”, con passo aumentato a mm. 3.420 che consente di montare, su richiesta, “strapuntini” per altri due posti; irrobustimento della struttura con peso aumentato a circa Kg. 1.250; aumentato il diametro dei tamburi freni per mantenere un’ottima frenata anche con maggior peso. Sulla VI serie venne allestito anche l’autotelaio denominato “tipo 217”, sul quale la casa costruì la berlina tipo Weymann.

VII serie, giugno 1926: nuovo motore denominato “tipo 78”; alesaggio 78; corsa 120; cilindrata cc. 2370; potenza CV 59 a 3500 giri/min. Carrozzeria torpedo allestita su quattro scocche: corta con tipo 218 e 219, lunga con tipo 216 e 217. Velocità 120 Km/h.

VIII serie, aprile 1928: motore denominato “tipo 79”; alesaggio 82,55; corsa 120; cilindrata cc. 2570; potenza CV 69 a 3600 giri/min.  Carrozzeria torpedo allestita su quattro scocche: corta con tipo 221 e 223, lunga con tipo 222 e 224.  Carrozzeria berlina Weymann allestita su due scocche: corta con tipo 225, lunga con tipo 226.  Possibilità di guida a sinistra. Pesi: da Kg. 1.200 per la torpedo corta a Kg. 1.450 per la berlina lunga. Velocità 125 Km/h.

IX serie, gennaio 1931: praticamente uguale alla VIII serie. Nel motore l’accensione a bobina sostituisce il magnete; qualche esemplare è fornito di pompa elettrica, carburante al posto dell’alimentatore a depressione. Non è più presente la guida a sinistra e il cruscotto è semplificato per l’assenza del contagiri, montato solo nella VIII serie.

MAUTO, Museo Nazionale dell’Automobile di Torino

Corso Unità d’Italia, 40 – Torino

orari: lunedì 10-14, pomeriggio chiuso

dal martedì alla domenica 10-19

Ingresso con biglietto museo

Biglietto intero: 12 €

Biglietto ridotto: 10 €

Scuole: 2,50 €

Ragazzi dai 6 ai 18 anni accompagnati da un adulto: 5 €

Gratuito per i minori di 6 anni e i possessori della Torino+Piemonte Card e dell’Abbonamento Musei Torino Piemonte.

Per tutte le informazioni:

www.museoauto.com

Le mostre dell’estate al MAUTO di Torino

A grande richiesta la mostra “La forma del futuro” dedicata ai 90 anni di Pininfarina è prorogata fino al 26 settembre

Torino, 19 luglio 2021. Con l’arrivo dell’estate la proposta per il pubblico del MAUTO non si ferma: oltre all’esposizione della collezione permanente si potranno visitare tre mostre temporanee: La forma del futuro – 90 (+1) anni di stile e innovazione di Pininfarina, Caty Torta. Un’artista libera e Che macchina! 1971-2021, Pio Manzù e i 50 anni della 127. Il Museo sarà aperto tutta l’estate 2021, il lunedì dalle 10 alle 14, e da martedì a domenica dalle 10 alle 19, Ferragosto compreso.

Il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino vanta una tra le collezioni più rare e complete della storia dell’automobile, con oltre 200 vetture originali di 80 marchi provenienti da tutto il mondo. Il percorso espositivo, caratterizzato da scenografie di grande impatto, racconta la continua evoluzione dell’automobile, diventata protagonista di una conquista storica, sociale e di costume. I visitatori possono scoprire, attraverso la mostra, la grande passione per il progresso che ha spinto costruttori, imprenditori e piloti a puntare su questo mezzo di trasporto, simbolo del Novecento. Dal progetto visionario di Leonardo da Vinci nel Rinascimento, ai primi esperimenti delle carrozze a vapore ottocentesche, fino alle eleganti vetture del Novecento: l’abilità tecnica e la passione conducono il visitatore in un viaggio ad alta velocità. 

Mostre temporanee. La prima delle mostre temporanee, inaugurata il 20 maggio 2021, è La Forma del Futuro, 16 esemplari d’eccezione che descrivono in un originale percorso espositivo la voglia da parte di Pininfarina di predire il futuro e anticipare gusti e tendenze. Visto il grande successo, la mostra verrà prorogata fino al 26 settembre; il visitatore potrà cogliere tutta la grandezza della casa di design italiana più famosa al mondo, nel corso di tre generazioni e oltre 90 anni di storia, attraverso una selezione di prototipi di ricerca, dream car e automobili esclusive.

Anche la pittura è parte della proposta espositiva del MAUTO, con la mostra monografica Caty Torta. Un’artista libera, visitabile dal 10 giugno al 7 novembre, a cento e uno anni dalla nascita dell’artista innovativa e dallo spirito libero. Si tratta di 16 opere, archivi e bozzetti appartenenti alla collezione privata del figlio, Cesare Denoyè, esposte insieme ad alcune delle auto sportive della sua vita. La sua vena anticonformista, capace di anticipare i tempi, ha accompagnato tutte le principali esperienze della sua vita: il rapporto con Felice Casorati, le Mille Miglia, l’Avanguardia Torinese e il periodo parigino, trasmettendo il suo incondizionato amore per la Libertà.

Il MAUTO festeggia il cinquantesimo compleanno di una delle Fiat più amate di tutti i tempi, la 127, con la mostra Che macchina! 1971-2021, Pio Manzù e i 50 anni della 127. L’esposizione rende omaggio anche alla figura del suo creatore, Pio Manzù (1939-1969). I visitatori potranno visitare la mostra fino al 5 settembre e scoprire anche una ricca selezione di disegni, modelli e progetti che il designer realizzò durante la sua vita. L’esposizione, articolata su una selezione di cinquanta opere, è stata realizzata grazie alla collaborazione e al sostegno della Fondazione Manzoni Arte e Design e con il supporto di Stellantis Heritage. È curata da Giosuè Boetto Cohen e Giacomo Manzoni, figlio del designer.

In occasione dei 90 anni della Pininfarina, inoltre, sarà presentato nell’AUDITORIUM del MAUTO, martedì 20 luglio alle 17.30, il volume PININFARINA 90 ANNI, una straordinaria rassegna di tutti i 632 modelli firmati dalla Casa torinese.   La storia della Pininfarina si interseca con quella delle più famose automobili di tutti i tempi, illustrate da 800 fotografie e testi di accompagnamento: dalle tante Ferrari firmate dall’atelier, partner storico della Casa di Maranello, a modelli come la Cisitalia 202, la Lancia Aurelia, le Alfa Romeo “Duetto” o 164, e la Maserati GranTurismo. Il libro descrive anche le numerose concept car che hanno letteralmente scandito la storia del design automobilistico.

Mariella Mengozzi, direttore del MAUTO, il presidente Paolo Pininfarina, l’editore Stefano Nada, e il direttore editoriale Leonardo Acerbi risponderanno alle domande di Luca Gastaldi. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti disponibili. Per info e prenotazioni: info@museoauto.it / 011-677666  

SABATO 1° MAGGIO RIAPRE IL MUSEO NAZIONALE DELL’AUTOMOBILE

Da martedì a domenica dalle 10.00 alle 19.00. Lunedì dalle 10.00 alle 14.00

Il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile di Torino riapre le porte da SABATO 1° MAGGIO e si prepara ad accogliere i visitatori con tante novità e importanti eventi. Tra questi, la mostra La forma del futuro”, dedicata ai 90 anni (+1) della Carrozzeria Pininfarina che inaugura giovedì 20 maggio e visitabile fino al 12 settembre – e la presentazione – giovedì 13 maggio – della hypercar Fulminea di Automobili Estrema.

ORARI DI APERTURA e MODALITÀ DI PRENOTAZIONE

  • da martedì a domenica dalle 10.00 alle 19.00
  • lunedì dalle 10.00 alle 14.00

Si ricorda che la cassa chiude un’ora prima del museo

Per coloro che intendono effettuare la visita nelle giornate di SABATO, DOMENICA o FESTIVI è obbligatoria – come da disposizioni governative – la prenotazione e acquisto del biglietto online almeno un giorno prima (https://museoauto.vivaticket.it/it/event/ingressi-museo/155282). Si raccomanda ai visitatori che hanno acquistato online il biglietto per il fine settimana di rispettare scrupolosamente gli orari di prenotazione degli ingressi.

Da LUNEDÌ A VENERDÌ è possibile acquistare il biglietto anche presso la biglietteria del Museo.

PROSSIME MOSTRE

PININFARINA. LA FORMA DEL FUTURO

dal 20 maggio al 12 settembre 2021

Il MAUTO inaugura la mostra “La Forma del Futuro”, uno straordinario percorso espositivo che racconta, con il contributo di 16 esemplari d’eccezione, l’innata capacità di Pininfarina di immaginare il futuro e dargli forma anticipando i tempi e dettando le tendenze. Una selezione di prototipi di ricerca, dream car e vetture esclusive che testimoniano il genio espresso dalla casa di design italiana più famosa al mondo nel corso di tre generazioni e oltre 90 anni di storia, con un approccio progettuale che, combinando stile e funzione, ha segnato l’evoluzione dell’automobile.

CATY TORTA. UN’ARTISTA LIBERA

dal 10 giugno al 7 novembre 2021

Retrospettiva dedicata alla pittrice torinese Caty Torta, allieva di Felice Casorati e grande appassionata di automobili.

50° ANNIVERSARIO DELLA FIAT 127 E OMAGGIO A PIO MANZÙ

dal 17 giugno

CENTENARIO LANCIA LAMBA

dal 3 settembre

Un grande raduno celebrativo in programma per venerdì 3 settembre. Alcuni esemplari dell’iconica e innovativa vettura di casa Lancia rimarranno in esposizione temporanea per tutto il mese nella Piazza del Museo.

OMAGGIO A GIOVANNI MICHELOTTI

dal 23 settembre

Retrospettiva per i 100 anni dalla nascita del designer torinese Giovanni Michelotti.

QUEI TEMERARI DELLE STRADE BIANCHE NUVOLARI, VARZI, CAMPARI E ALTRI EROI ALLA CUNEO – COLLE DELLA MADDALENA

dal 7 ottobre

Le gare e piloti della “Cuneo – Colle della Maddalena” raccontati attraverso le foto dell’archivio di Adriano Scoffone.

EVENTI A MAGGIO

PRESENTAZIONE DELLA HYPERCAR “FULMINEA” DI AUTOMOBILI ESTREMA

13 maggio, ore 11

Automobili Estrema presenta il modello di stile in scala 1:1 della Fulminea, la prima hypercar elettrica italiana da 1.5 MW di potenza (2.040 CV) con batteria di tipo ibrido che utilizza celle allo stato solido e super-condensatori. La presentazione al pubblico degli appassionati avverrà tramite streaming sul canale YouTube di Automobili Estrema.

IN ESPOSIZIONE A MAGGIO

Fino al 20 maggio, esposizione speciale della Lamborghini Countach LP 400 Periscopica del 1977, uno degli unici due esemplari della mitica vettura disegnata da Marcello Gandini realizzati in colore viola metallizzato e con interni bianchi, restaurata nel 2016 dai migliori artigiani del Modenese e poi certificata dal Polo Storico Lamborghini.

Fino al 20 maggio, esposizione straordinaria della Abarth 1000 Record Pininfarina, vettura da record che, nel 1960, sull’anello di alta velocità di Monza, conquistò 8 record di classe tra i quali 187km/h sulle 72 ore e 204 km/h sulle 12 ore.

Dal 15 maggio al 6 giugno, esposizione speciale di Misano, il nuovo concept vehicle progettato da IED in collaborazione con Suzuki.

Resta in esposizione una speciale selezione di bicicli, tricicli e quadricicli, alcuni non esposti al pubblico da 15 anni, facenti parte della collezione del MAUTO e normalmente conservati nell’Open Garage, tornano a farsi ammirare dopo un accurato intervento di pulitura e restauro ad opera del Centro di Restauro del MAUTO. Questi gli otto magnifici esemplari esposti: la primordiale BOLLÉE 3 HP che esordì nel 1896 alla corsa Parigi-Marsiglia; il DE DION & BOUTON MOD. 1 ¾ HP QUADRI  del 1899, versione a quattro ruote del celebre triciclo; la PRINETTI & STUCCHI mod.1 ¾ HP Quadri del 1899; la ROSSELLI MOTOCICLETTA del 1902; la MOTO GUZZI del 1921, capostipite delle motociclette Guzzi; la GILERA GRAND PRIX del 1952, campione del mondo tra il 1950 e il 1957; la DUCATI 851 SBK del 1990 e la leggendaria GILERA CX 125 del 1991 con il suo inconfondibile stile avveniristico.

VISITA IN SICUREZZA

Prima dell’accesso ai locali sarà effettuato il controllo della temperatura a tutti i visitatori, che avranno l’obbligo di indossare le mascherine; le audioguide “ADULTI” e “KIDS” sono state trasformate in app scaricabili sui propri device e smartphone gratuitamente inquadrando un apposito QR code, in italiano, inglese e francese; il numero di visitatori all’interno delle sale sarà costantemente controllato per evitare assembramenti; lungo tutto il percorso sono presenti diffusori di gel igienizzante per le mani.

TARIFFE

BIGLIETTO INTERO – Museo + mostre temporanee

12,00 €

BIGLIETTO RIDOTTO – Museo + mostre temporanee

10,00 €

La tariffa si applica a:

OVER 65: visitatori sopra i 65 anni di età

DISABILI: visitatori disabili. È prevista la gratuità per l’accompagnatore

CONVENZIONI: speciali convenzioni. Per il dettaglio delle convenzioni attive, clicca qui (https://www.museoauto.com/info-e-tariffe/convenzioni/)

INSEGNANTI: insegnanti di scuole di ogni ordine e grado

BIGLIETTO RIDOTTO UNDER 26 – Museo + mostre temporanee

5,00 €

BIGLIETTO GRATUITO – Museo + mostre temporanee

0,00 €

La tariffa si applica a:

guide ed accompagnatori turistici con patentino

accompagnatori di persone disabili

giornalisti con tesserino dell’Ordine

TORINO + PIEMONTE CARD – Museo + mostre temporanee

0,00 €

la tariffa si applica ai possessori della Torino + Piemonte Card. Per l’accesso al percorso espositivo è necessario validare la card, oltre al biglietto di ingresso.

ABBONAMENTO MUSEI – Museo + mostre temporanee

0,00 €

La tariffa si applica ai possessori della card Abbonamento Musei. Per l’accesso al percorso espositivo è necessario validare la card, oltre al biglietto di ingresso.

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Il MAUTO celebra i 10 anni del nuovo Museo Nazionale dell’Automobile

Intervengono i protagonisti della riapertura del Museo:  tra gli ospiti l’architetto Cino Zucchi e lo scenografo François Confino dialogano con i vertici del Museo di allora e di oggi. Appuntamento venerdì 19 marzo sulla pagina Facebook del museo

Torino, 17 marzo.  Dieci anni fa, nel marzo 2011, l’Italia celebrava i 150 anni dell’Unità e Torino, la prima capitale dello Stato unitario, fu il centro delle celebrazioni con Italia 150, un palinsesto di eventi, mostre, spettacoli e appuntamenti per celebrare il Paese. Torino partecipò con grande trasporto di tutta la cittadinanza, testimoniato dalla marea di bandiere tricolori appese ai balconi in ogni quartiere della città. Tra i tanti eventi, la città dell’automobile celebrò il 19 marzo la riapertura del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino nella nuova sede ampliata e ridisegnata, con il nuovo allestimento immersivo, con la nuova identità, il MAUTO, e con la visita del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, accompagnato da Sergio Marchionne, John e Lapo Elkann e i vertici del museo, il presidente, Giuseppe Alberto Zunino e il Direttore Rodolfo Gaffino Rossi.

In questi 10 anni, quasi 2 milioni di persone hanno visitato il MAUTO, che il Times ha classificato tra i 50 musei più belli al mondo. Venerdì 19 marzo, il MAUTO celebra i 10 anni dalla nuova apertura con un evento speciale insieme ai protagonisti del nuovo museo. In diretta dall’Auditorium del MAUTO e sulla pagina Facebook del museo, il presidente Benedetto Camerana e il direttore Mariella Mengozzi dialogheranno con ospiti istituzionali e insieme all’architetto Cino Zucchi, che progettò i nuovi spazi espositivi e la ristrutturazione dell’edificio, e a François Confino, che curò la realizzazione del nuovo percorso museale. Una spettacolare contestualizzazione delle oltre 200 vetture della straordinaria collezione, avviata e sviluppata in tre decenni di lavoro da Carlo Biscaretti di Ruffia a partire dagli anni Trenta del secolo scorso.Una riflessione sull’evoluzione tecnica e del design dell’automobile, sul senso di storicizzare la sua funzione, e sul ruolo di un museo come il MAUTO, che ne anticipa gli sviluppi futuri; un appuntamento per ripercorrere i momenti più importanti di questi  10 anni e per illustrare gli obiettivi e le strategie per affrontare i grandi cambiamenti in corso;  un omaggio alla lunga storia del MAUTO, che nel 2011 fu intitolato all’Avvocato Gianni Agnelli, di cui in questi giorni  ricorronoi 100 anni dalla nascita. Una dedica che ha voluto rafforzare l’immagine internazionale del Museo, come espressione del design e dello spirito di innovazione che l’automobile rappresenta.

“Oggi il nuovo Museo dell’Automobile raggiunge 10 anni di attività, ma vorrei sottolineare che il prossimo anno saranno 90. In questo decennio il Museo ha consolidato un ruolo cruciale nella diffusione della cultura dell’automobile, in particolare dell’auto italiana, tra i due poli fondamentali del design e dello sport. Oggi guardiamo al futuro e all’innovazione, in questo momento di cambiamento e trasformazione sociale, in riferimento all’ambiente e alla mobilità. Guardiamo anche oltre la pandemia, studiando nuove formule di integrazione fra offerta digitale e visita del Museo, con importanti potenzialità di diffusione internazionale, coordinando le relazioni con il territorio e l’attrattività dell’auto italiana su scala globale.” ha spiegato Benedetto Camerana, Presidente MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile di Torino

“In questi primi 10 anni nella sua nuova veste, il MAUTO ha divulgato i propri valori legati alla storia e all’innovazione, allo sport e alla ricerca dell’eccellenza, alla tecnologia e al design, rafforzando i rapporti con i protagonisti e le aziende del settore, coinvolgendo i diversi pubblici con contenuti e linguaggi specifici per ciascuno, organizzando eventi e mostre di grande interesse per aumentare le opportunità di visita. Il trend di crescita si è mantenuto costante, generando un numero sempre maggiore di visitatori. L’emergenza sanitaria dell’ultimo anno ha reso necessaria una radicale revisione delle modalità con cui il museo può svolgere la propria missione, e siamo ora pronti ad affrontare le sfide del prossimo decennio con cauto ottimismo” ha dichiarato Mariella Mengozzi, Direttore MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile, Torino

Il talk sui 10 anni del nuovo Museo Nazionale dell’Automobile sarà trasmesso in digitale alle ore 11 sulla pagina FB del MAUTO e sulla pagina FB di ACI Storico.

https://www.facebook.com/events/2849229121962453/
https://www.facebook.com/acistorico

In attesa che la situazione sanitaria permetta l’ingresso ai tanti visitatori e amici del MAUTO, il museo ha messo a punto per il 2021 un intenso calendario di eventi e mostre, tra cui la grande celebrazione di Pininfarina, i 50 anni della Fiat 127, il tributo a Giovanni Michelotti, i 60 anni della Jaguar E-Type.

Continuerà anche l’attività al di fuori della sede. Dopo aver partecipato alla Mille Miglia nel 2019 e nel 2020 con la spettacolare Cisitalia 202 SMM “Nuvolari” del 1947, il MAUTO porterà all’edizione 2021, in programma dal 16 al 19 giugno, un’altra straordinaria vettura della sua prestigiosa collezione: la OM 469 Sport del 1922. La vettura del MAUTO sarà tra le più “anziane” al via della Freccia Rossa 2021, ed è uno dei pezzi forti della collezione del Museo: si tratta di un esemplare unico, con carrozzeria a due posti e caratteristiche tecniche studiate ad hoc per questo telaio.

I 10 anni del MAUTO vengono celebrati anche da Gentleman Driver, che venerdì 19 marzo, inaugurerà una rubrica televisiva dedicata esclusivamente al museo, in onda per tutto il 2021 all’interno della trasmissione tv, visibile sulla piattaforma Sky Sport, digitale terrestre e su web.

MAUTO, Museo Nazionale dell’Automobile di Torino Corso Unità d’Italia, 40 – Torino

Buon compleanno Museo dell’Automobile di Torino

60 anni fa nasceva la sede di Corso Unità d’Italia, progettata da Amedeo Albertini per conservare ed esporre la collezione del Museo dell’Automobile. Per le celebrazioni, il MAUTO lancia un contest fotografico alla ricerca di immagini del museo dal 1960 al 2007, che diventerà una mostra

Torino, 3 novembre 2020. Il MAUTO, Museo Nazionale dell’Automobile celebra oggi i 60 anni della sede attuale, progettata da Amedeo Albertini e appositamente costruita per ospitare la collezione che, fino a quel momento, era stata conservata nei locali dello Stadio Comunale.  La prima sede ufficiale del Museo dell’Automobile nacque su un terreno concesso nel 1956 dalla Città di Torino, sulla sponda sinistra del Po a poca distanza dal Lingotto. Costruita su progetto dell’architetto Amedeo Albertini, venne solennemente inaugurata il 3 novembre 1960 e intitolata al fondatore e primo presidente Carlo Biscaretti di Ruffia (scomparso nel 1959), che per tutta la vita si era dedicato alla raccolta della collezione e si era battuto per trovare una sede adeguata al prestigio della collezione. Una collezione all’epoca composta da 106 vetture (86 delle quali donate) di 50 marche diverse, 26 telai, 20 motori, una serie di motociclette, 15 velocipedi e 200 modelli, che tocca un arco di anni tra il 1898 e il 1954 e riprende il criterio cronologico dell’esposizione originaria.

Sul catalogo provvisorio, aggiornato al 15 luglio 1958, si leggeva:

“Il Museo comprenderà sezioni riservate alle automobili di tutte le età, alle vetture da corsa, all’automobilismo militare, oltre a sale destinate a biblioteca, conferenze, proiezioni ecc. Nell’intendimento quindi dei promotori l’opera non dovrà essere unicamente una ben ordinata esposizione di modelli, ma una sede di incontri tra tecnici e appassionati del motore, un organo propulsore di tutto quanto ha attinenza alla motorizzazione, un centro di documentazione costituito allo scopo di ricordare uomini e fatti del passato”.

“Il MAUTO oggi raggiunge i 60 anni dall’inaugurazione della prestigiosa sede di corso Unità d’Italia, il grande complesso museale nato grazie al forte impulso impresso dall’avv. Agnelli, vicepresidente esecutivo del comitato di Italia 61, all’annosa ricerca di una sede adeguata. Il nuovo Museo nasceva su progetto di Amedeo Albertini, architetto torinese molto attento alle tendenze della scena internazionale e progettista di fiducia di Agnelli.  L’inaugurazione della nuova sede fu mancata per poco da Carlo Biscaretti di Ruffia, scomparso un anno prima, fondatore del Museo e fin dall’avvio motore inesauribile della crescita delle collezioni e delle relazioni culturali. Ma vogliamo anche ricordare che la fondazione del Museo Nazionale dell’Automobile risale al 1933: il MAUTO è un centro pionieristico di cultura dell’auto, che oggi come ogni istituzione culturale si trova ad affrontare il duro passaggio dell’emergenza pandemica. Le crisi vanno affrontate con coraggio e in particolare con la visione positiva di trasformare le difficoltà in occasione di crescita: stiamo lavorando per guidare il Museo nel percorso di forte accelerazione della rivoluzione digitale in una prospettiva veramente internazionale” ha dichiarato Benedetto Camerana, presidente MAUTO- Museo nazionale dell’Automobile, Torino.

 

Celebrando i 60 anni dell’attuale sede, vogliamo ricordare un momento molto importante per Torino, a cavallo tra il 1960 e le celebrazioni per il centenario dell’Unità di Italia. Il museo è uno spazio di racconto di un oggetto che ha cambiato la storia degli uomini e delle società e allo stesso tempo è un luogo di dibattito e di riflessione sull’evoluzione e il futuro dell’automobile a livello globale. Il 2020 non è l’anno ideale per le celebrazioni, ma contiamo che con il miglioramento della salute pubblica e avanzando nella lotta contro il virus, il prossimo marzo potremo festeggiare anche i 10 anni del nuovo allestimento, inaugurato nel marzo del 2011 nel contesto di Italia 150, e i 100 anni dalla nascita di Gianni Agnelli” ha dichiarato Mariella Mengozzi, direttore MAUTO- Museo nazionale dell’Automobile, Torino.

 

La collezione ha continuato ad arricchirsi negli anni, e l’esigenza di un nuovo spazio espositivo ha portato allo sviluppo di un progetto di ristrutturazione dell’edificio, realizzato nel 2011 dall’architetto Cino Zucchi e completato da una spettacolare contestualizzazione scenografica dell’allestimento creata da François Confino.

 

Oggi, dopo 60 anni, il MAUTO conserva una collezione di oltre 200 vetture provenienti da ogni parte del mondo ed è punto di riferimento per tutti coloro che vogliono conoscere l’appassionante storia dell’automobile e dei suoi indimenticati protagonisti. Nella sua prestigiosa sede, il MAUTO organizza mostre, eventi, presentazioni, laboratori e incontri con l’obiettivo di rendere i suoi spazi condivisi e partecipati, perché – così come era desiderio di Biscaretti, il museo possa definirsi non solo come luogo di conservazione ma anche di divulgazione e dibattito.

 

Per festeggiare il compleanno insieme alla comunità, il Museo lancia una iniziativa rivolta a tutti i cittadini e agli appassionati di automobili: chiunque abbia un ricordo speciale legato al Museo dell’Automobile: potrà inviare fotografie dell’allestimento originale, dell’inaugurazione del 1960 o di un evento organizzato nel corso degli anni, fino alla chiusura per ristrutturazione nel 2007. Tutte le fotografie saranno raccolte e conservate, le più significative diventeranno presto una mostra del MAUTO. L’indirizzo email cui spedire gli scatti è quello del Centro di Documentazione del Mauto, che cura l’iniziativa: centrodoc@museoauto.it.

 

APPROFONDIMENTI – IL MUSEO COM’ERA

Il Museo Biscaretti di Ruffia è un significativo esempio di architettura moderna, il cui progetto originario prese avvio facendo riferimento a due specifici presupposti: il particolare carattere del materiale da esporre (che evoca di per sé l’idea di grandi spazi aperti) e la posizione panoramica del sito prescelto per la costruzione del Museo, affacciato sul fiume Po e la collina. Strumento utilitario che esprime e determina la vita del nostro tempo, l’automobile «vive» in spazi aperti, in paesaggi naturali e urbani e, a differenza degli oggetti solitamente esposti nei musei, non richiede un’ambientazione che inviti al raccoglimento e alla contemplazione. In considerazione di ciò, si volle dapprincipio sfruttare la favorevole ubicazione del Museo per presentare le automobili in un contesto che offrisse ai visitatori la possibilità di fermarsi, nel corso della visita, ad ammirare il paesaggio. Il fabbricato si caratterizzò dunque da subito per soluzioni architettoniche innovative e originali, come la struttura del tetto, le piramidi rovesciate visibili nel cortile costituite da quattro pilastri fortemente inclinati divergenti in alto e riuniti in basso, come la grandiosa facciata convessa nella quale si apre l’ingresso di corso Unità d’Italia e che ospita la galleria principale del primo piano, retta da una travata in ferro poggiante su quattro grossi pilastri in calcestruzzo e acciaio inossidabile. Nel percorso espositivo del Museo, la presentazione delle tappe dell’evoluzione dell’automobile voleva essere soprattutto una testimonianza di valore umano nella ricerca tecnica e un’espressione delle diversità di gusti nelle varie epoche.

Alla sua apertura nel 1960, si entrava nel Museo dall’ingresso principale di corso Unità d’Italia; si attraversava quindi il cortile interno abbellito al centro da un arioso giardino sul quale si affacciavano i due magazzini, in cui trovavano posto vetture, telai e tutti i materiali non esposti nel percorso museale. Il cortile fungeva anche da parcheggio per i visitatori. La visita iniziava dall’atrio, dove c’erano la biglietteria e un fornito bookshop. Sulla parete di fondo spiccava il busto del fondatore Carlo Biscaretti di Ruffia, accanto alla lapide recante i nomi di coloro che contribuirono alla realizzazione del Museo; sulla parete opposta alla biglietteria, un mosaico di Felice Casorati a ricordo di chi perse la vita nella pratica dello sport automobilistico. Nel corso degli anni, nell’atrio furono esposti prototipi presentati ai Saloni internazionali: con tale iniziativa, storia dell’automobile e storia del design venivano presentate nel loro strettissimo intreccio. Al piano terra si trovavano quindi la Sala mostre temporanee e la Sala dello pneumatico. Quest’ultima era una sorta di museo nel museo, realizzata nel 1991 con il contributo della Michelin Italiana, l’unica esposizione pubblica dedicata a questa invenzione indissolubilmente legata all’automobile. Salendo, al primo piano iniziava il percorso espositivo, in cui le vetture erano collocate per lo più in ordine cronologico. Dalla Zona Prora si accedeva alla Manica sud e da lì al Salone principale da dove si poteva salire, tramite due scale poste alle estremità laterali, alla balconata del secondo piano. Proseguendo il percorso, si attraversava la Manica nord, spesso destinata agli eventi congressuali, per arrivare nel foyer antistante l’Auditorium dove, oltre a un bassorilievo raffigurante il senatore Agnelli, erano collocate tre statue, allegorie delle più importanti fabbriche automobilistiche italiane (Lancia, Alfa Romeo, Fiat). Continuando nel corridoio si trovavano i servizi, il guardaroba e la caffetteria; nella zona esterna verso ovest un ampio piazzale era destinato a parcheggio. Nel corridoio parallelo, dall’altro lato dell’ascensore, si trovava la Zona Pirelli costituita da alcuni esemplari di pneumatici e vetrine con documenti storici. Al primo piano aveva sede anche l’Auditorium da quattrocento posti, composto da platea e galleria, cuore del Centro congressi. La visita si concludeva con la Sezione sportiva al secondo piano, livello ove avevano sede gli uffici, alcune sale riunione e il Centro di documentazione con annessa la Biblioteca, ricca di uno straordinario patrimonio documentario riguardante gli albori dell’automobilismo in Italia e nel mondo.

457 Mauto Experience apre la stagione del Museo dell’Automobile di Torino con “Quelli che la 500”

Testo e foto di Tommaso M. Valinotti

TORINO, 30 giugno – Si è chiusa ieri, lunedì 29 giugno, una retrospettiva dedicata alla Fiat 500 ospitata nella Piazza del Museo dell’Automobile di Torino dal significativo titolo “Quelli che la 500”, realizzata in collaborazione con Ruzza Torino. Una mostra durata pochissimo, complice l’emergenza Coronavirus, ma di grande impatto emozionale, non solo per “quelli che la 500” l’hanno vissuta come prima macchina, con la quale ha iniziato a guidare o è arrivato a vedere il mare per la prima volta.

Erano 23 le auto esposte, con la centro la Fiat 500D del 1962 appartenuta al presidente Sandro Pertini, che la guidava personalmente per le vie di Roma, ora esposta in modo permanente dopo che Carla Voltolina, moglie di Pertini, l’ha donata al Museo. Ovviamente la 500 ha dei progenitori che possono essere tranquillamente identificati nella 500 degli anni Trenta e la rassegna si apre con una splendida “Topolino” del 1936 affiancata da una versione barchetta costruita in Toscana nel 1951.

E finalmente si arriva alla 500 degli anni Cinquanta o come venne definita all’epoca alla “Nuova 500” presentata il 4 luglio 1957, per distinguerla dalla Topolino. E c’è una appunto una Nuova 500 del 1957, affiancata da una Bianchina Trasformabile del 1958, costruita giusto pochi mesi dopo la sua presentazione ufficiale, avvenuta nel settembre del 1957. Quindi una sequenza di 500 nelle varie declinazioni: F del 1965, L del 1968 ed R del 1972. La rassegna sul lato vetrata si chiudeva con tre vetture griffate Abarth, una moderna 695 Biposto una 595 SS del 1965 ed una 595 del 1963 che venne usata come vettura prova dalla stampa.

Attraversata la piazza è la volta dell’erede della 500, la 126 del 1972 disegnata da Pio Manzù, affiancata dall’ultimo esemplare di 500 prodotto (31 luglio 1985), quindi la Cinquecento (ormai solo più di nome e non di fatto) prodotta dal 1991 al 1998, la Giardiniera del 1960, che indossò il marchio Autobianchi nel 1971, la Bianchina Panoramica prodotta dal 1960 al 1969, l’interessante Ferves Cargo, in bella mostra di fianco alla 500 Jolly una spiaggina realizzata da Giovanni Vernagallo, l’ecologica 500 Hybrid del 2020 e infine due Giannini, la 650 NP del 1967 che vinceva le corse e 350 GP4 di Gram Torino che con i suoi 300 cavalli e le quattro ruote motrici è probabilmente la 500 più cattiva mai prodotta.

ORARI DI APERTURA DEL MAUTO

venerdì-sabato-domenica: dalle 10 alle 19

lunedì: dalle 10 alle 14

La biglietteria chiude un’ora prima del museo; consigliato l’acquisto on line dei biglietti.

La vita di Adriano Scoffone, le fotografie e le automobili in mostra a Cuneo

Adriano Scoffone nasce ad Asti il 29 maggio 1891 e fin da giovane viene avviato, come i fratelli, all’attività di fotografo nello studio di un uno zio di Acqui. E’ chiamato alle armi il 10 settembre 1912 e parte per la Tripolitania, con il 1° Reggimento Granatieri, nel gennaio 1913.

Ritorna in Italia nel dicembre dello stesso anno e viene posto in congedo illimitato. Richiamato alle ami nel gennaio 1915, fa parte del Comando di Aviazione con il grado di caporale. Nel dicembre del 1917 partecipa alle azioni del XII Gruppo Aereoplani in qualità di fotografo. E’ esonerato per la Ditta Gariglio di Acqui nel dicembre 1918 e viene posto in congedo illimitato nell’agosto del 1919 con il grado di sergente.

Nel luglio 1919 apre a Cuneo lo studio fotografico situato in via Emanuele Filiberto 16.

Nel 1921 sposa Teresa Ventre.

Partecipa attivamente alla vita cittadina ed è impegnato a seguire le problematiche della sua categoria professionale tanto che nel 1930 è citato come “capo” della Comunità Provinciale dei fotografi.

Il 2 dicembre 1936 gli viene conferito l’incarico di Direttore del Museo Civico di Cuneo che mantiene con alterne vicende ancora negli anni ’50.

Dal 1952 al 1961 fa parte della Giunta della Camera di Commercio di Cuneo e dal 1954 al 1955 è Direttore artistico della rivista “Cuneo Provincia Granda”.

Nel 1959 cessa la sua attività di fotografo cedendo lo studio a Giorgio Giuliano, suo collaboratore.

Muore a San Nazzaro Sesia (Novara) il 18 luglio 1980.

Opere e strade bianche

Le edizioni dal 1925 al 1930 della storica sfida automobilistica che partiva da Cuneo per giungere al Colle della Maddalena sono ripercorse attraverso preziosi fotogrammi che ritraggono celebri protagonisti, le cui immagini spiccano accanto ai bolidi dell’epoca. E poi filmati, ambientazioni scenografiche e musiche appositamente create per l’esposizione. Il percorso espositivo, arricchito dalle scenografie a cui ha contribuito anche Angelo Sala – per anni direttore dell’allestimento scenico del Teatro alla Scala di Milano – mette in dialogo, 90 anni dopo, tre automobili protagoniste della corsa con le fotografie di Adriano Scoffone.

Scoffone con il drone? I campioni e la folla. I fotogrammi si susseguono e protagonista è la via del colle che era già considerata strategica in epoca napoleonica e fu poi utilizzata per la costruzione di diverse fortificazioni. Le immagini riprese dall’alto sembrano rimandare a vedute che oggi sarebbero realizzate con il drone. Tutto immerso in un grande bagno di folla e sportività. Tra il pubblico, a quanto riferito dai giornali, sono numerosi gli alpini di stanza a Cuneo che hanno pernottato in automobile. Infatti, la provincia all’epoca contava moltissime caserme alle quali si aggiungevano le scuole di Bra e Fossano. Allora il pubblico, numeroso per l’epoca, si trovava appostato sui prati della parte alta del percorso e da lì poteva seguire una buona parte dei tornanti.

Automobili e scie. Nella sezione automobili e scie spicca la Lambda numero 2 di Armando Rabagliati che affronta un tornante spettacolare. Come quello del pilota, anche lo sguardo del suo meccanico è teso sul bordo interno della curva, vicinissimo alle ruote.

Un’altra Lambda condotta da Bona emerge sulla strada bianca e polverosa e si presenta in vistosa correzione di sterzo, mentre il passeggero sembra guardare lo strapiombo che si avvicina.

Il favorito della vigilia. Sicuramente, il favorito è Tazio Nuvolari; Adriano Scoffone lo ritrae poco prima della partenza in Piazza Vittorio (oggi Piazza Galimberti) con un maglione colorato, quasi un “Missoni ante litteram”, fatto in casa. Tra i dettagli, i caschi dei “Nivola” erano o rossi o bianchi, alternati appartenente in modo casuale. Una foto in posa lo vede abbracciato al radiatore della Alfa Romeo P2 che lo portò al traguardo.

La corsa in piazza. Il Senatore Giovanni Agnelli non riteneva più, in quel periodo, le corse un valido strumento di propaganda per la Fiat, ma nel 1930 la casa automobilistica era tornata a competere aggiudicandosi vari primati. La 514, pur essendo un’auto “utilitaria”, vinse il premio di categoria a una media di oltre 80.3 km/h.

Le automobili entrano in piazza Vittorio provenienti da corso Nizza: tra i personaggi Hans Stuck, popolare e fascinoso campione tedesco della sua Austro Daimler 4996, uno dei massimi campioni degli anni ’30, che al volante delle celebri Auto Union vinse innumerevoli Grand Prix, ma la sua fama è anche legata alle corse in salita.

Luci della Città. Giorgio Bocca scrisse il primo catalogo della mostra dedicata ad Adriano Scoffone nel 1980, descrivendo in questo modo le fotografie che raccontano Cuneo cinquant’anni prima, scena di vita che troviamo nel percorso della mostra: “Così per i valligiani imbellettati delle feste, per le scene teatrali del Ventennio, quelle della vita popolare o borghese nei diversi angoli della città e quell’espansione moderna che del periodo tra le due guerre, che ne “cambiò l’anima, senza trasformarla”.

L’Alfa ritrovata. Tra le automobili, l’Alfa Romeo 6C 1500 Mille Miglia Speciale è una star. Nel 1930 era pilotata da Emilio Gola e giunse seconda nella categoria “sport”, mentre l’altra 1500, guidata da Umberto Klinger, si piazzò terza; si notano i fari parzialmente ruotati, per motivi aerodinamici e per evitare che il pietrisco della strada potesse infrangerli. Un’ immagine molto interessante della Alfa 1500 di Gola è un ritratto “in posa”, scattato in un momento imprecisato prima della gara del 1930, forse quando il pilota venne a provare il percorso o in occasione dell’acquisto della vettura. Infine un’altra fotografia vede Emilio Gola all’arrivo, nell’abitacolo della 1500 6C MM che, novant’anni dopo, è stata ricondotta a Cuneo dall’attuale proprietario, Federico Göttsche Bebert.

I campioni in posa. Sono diversi i campioni in posa. In mostra il ritratto inedito di Rudolf Caracciola (1901-1959) presente sulla linea di partenza. Grande campione tedesco discendente da una famiglia napoletana giunta in Germania all’epoca della Guerra dei Trent’anni. Di qui il nome, translitterato con errore nel corso del tempo. Achille Varzi, altro favorito alla partenza, su Alfa P2. Poco sorridente, come quasi sempre, il campione si sarebbe ritirato dopo solo 12 chilometri, per guai alla frizione. Accanto a lui è Giovanni Tabacchi. Giuseppe Campari invece è protagonista insieme all’equipaggio di questa straordinaria fotografia, osserva la P2 roboante.  Ritratto di Attilio Marinoni (1892-1940). Con un’Alfa Romeo 6C vinse la Coppa Ciano 1927 e tre 24 Ore di Spa consecutive. Passò in seguito alla Scuderia Ferrari dove fu promosso meccanico capo e collaudatore.

Gran finale. In un altro scatto, vediamo la Maserati 1500 di Ernesto Maserati sulla linea di partenza. E ancora un altro ritratto di Ernesto Maserati (1898-1975) all’arrivo, con il suo meccanico. Gran finale della mostra, la Bugatti 35 di Avattaneo-Scagliotti si ribalta in località “le Pianche”: i due sono sbalzati dall’abitacolo, ma se la cavano con un occhio nero e una spalla rotta.

Nel percorso della mostra, i colori tradizionali delle vetture sportive nazionali del tempo hanno guidato le cromie dei pannelli.

LE AUTOMOBILI IN MOSTRA

ALFA ROMEO P2

Motore: 8 cilindri sovralimentato

Cilindrata: 1987 cc

Potenza: 175 CV a 5500 giri/min.

Velocità: 225 km/h

Peso: 780 kg

È la versione modificata della “P2” da corsa progettata da Vittorio Jano, che al suo esordio nel 1924, pilotata da Antonio Ascari, vinse la 200 Miglia del II Circuito di Cremona, prima di una lunga serie di vittorie tra cui il G. P. d’Italia con Ascari, due G. P. d’Europa con Giuseppe Campari e Ascari, il primo Campionato del Mondo con Gastone Brilli Peri, il G. P. di Monza e la settima edizione del Circuito d’Alessandria (denominato Circuito Pietro Bordino) con Achille Varzi. Il tipo modificato nel 1930 si affermò, fra l’altro, al Circuito di Alessandria e alla Targa Florio di quell’anno, ancora con Achille Varzi. Il modello “P2” è considerato il capostipite di tutte le celebri

Alfa Romeo da corsa.

Dono di Alfa Romeo spa, Milano

Bozzetti di Alessandro Zillio e Giosuè Boetto Cohen per i fondali delle vetture Alfa 1500 MM e Bugatti 35 B.

Per la vettura di Emilio Gola si è pensato ad una ricostruzione al vero del pubblico, da uno scatto di Scoffone. Per la Bugatti è stato realizzato invece un fondale a doppio scorrimento (colline e montagne), ispirato alla tela futurista “Forze ascensionali” di Gerardo Dottori

ALFA ROMEO 6C 1500 Mille Miglia Speciale

Italia 1928

Motore: 6 cilindri sovralimentato con compressore tipo “Roots”

Cilindrata: 1487cc

Potenza: 78 cv a 4800 giri/min

Velocità: 140 km/h

Peso: 845 kg

Il primo modello della Serie 6C fu la 1500 Normale, con un motore sei cilindri a un solo albero a camme in testa, seguita dalla 6C 1500 Sport munita di testa a due alberi a camme, smontabile.

Nel 1928 la 1500 Normale e la 1500 Sport vennero affiancate da una piccola serie di 1500 MMS (Mille Miglia Speciale). Era un esperimento interessante: il motore, spostato indietro di 200mm, faceva posto a un compressore tipo Roots davanti al propulsore. Il serbatoio del carburante, maggiorato a 95 litri, venne posizionato dietro i sedili invece che sulla parte posteriore del telaio. Questo nuovo modello, riservato alle competizioni, debuttò alla Mille Miglia del 1928 condotta da Campari e Ramponi, che vinsero alla guida di una versione con compressore.

La vettura esposta, una di tre esemplari rimasti, partecipò alla Cuneo – Colle della Maddalena del 1930 nelle abili mani di Emilio Gola, oltre che a numerose corse in salita.

Collezione del MAUTO- Museo nazionale dell’Automobile, Torino

BUGATTI 35 B

Francia 1929

Motore: 8 cilindri

Cilindrata: 2292 cc

Potenza: 135 CV a 5300 giri/min.

Velocità: 160 km/h

Peso: 750 kg

Ettore Bugatti, geniale tecnico e poi anche costruttore di automobili, milanese di nascita trasferitosi in Francia, a Molsheim (Alsazia), dove apriva una fabbrica presto diventata famosa nel mondo, deve parte della sua celebrità alle macchine da corsa costruite nel primo dopoguerra. Probabilmente la più classica di queste vetture è il modello “35 B” a 8 cilindri, con una meccanica ammirevole per disegno ed esecuzione, e grande protagonista sui circuiti negli anni dal 1925 al 1930, con innumerevoli vittorie, tra cui ben cinque Targhe Florio consecutive ed i Gran Premi di Roma, d’Italia, di Spagna, di Monaco e di Germania.

Collezione del MAUTO- Museo nazionale dell’Automobile, Torino

 

“Quei temerari delle strade bianche Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo – Colle della Maddalena” riapre le porte dei musei automobilistici

Di Tommaso M. Valinotti

CUNEO, 25 giugno – La presentazione stampa non virtuale, ma con le persone in carne e ossa (con o senza mascherina, in questo periodo non si capisce più nulla), di ““Quei temerari delle strade bianche Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo – Colle della Maddalena” ha di fatto riaperto la stagione delle mostre dedicate alle auto (il Museo dell’Automobile di Torino ha aperto i battenti alcune settimane fa).

È stata l’ultima mostra a essere annullata e la prima a ripartire” ha commentato alla presentazione l’architetto Benedetto Camerana, presidente del Museo dell’Auto, ritornando con la memoria a inizio marzo, quando la mostra avrebbe dovuto aprire i battenti nel complesso museale San Francesco di Cuneo.

Una mostra che evidenzia il tocca di classe degli allestimenti del Museo dell’Auto, lasciando grandi spazi di respiro piuttosto che ammonticchiare vetture su vettura, oggetti su oggetti, come i banchetti dei mercatini domenicali. E bastano tre vetture (svariati milioni di euro di valore, non dimentichiamocelo) per fare di questa mostra un momento di culto. Ma anche se le due Alfa Romeo e la Bugatti esposte sono pezzi di un valore storico, economico ed estetico elevatissimo, sono le fotografie di Adriano Scoffone le vere protagoniste della mostra, documentando un evento che novant’anni fa vide le gesta di piloti come Tazio Nuvolari, vincitore e recordman della corsa rimasto imbattuto che ebbe la meglio su piloti del calibro di Hans Stuck, Giuseppe Campari, l’eterno rivale Achille Varzi. E per documentare quella giornata di festa del 29 giugno 1930 (saranno novant’anni lunedì) usò una macchina fotografica che oggi, nell’era digitale e della miniaturizzazione, ci fa sorridere, ma allora era sicuramente il massimo della tecnologia. Come l’Alfa Romeo P2, che Nuvolari condusse alla vittoria.