Buon compleanno Giovanni Battista Farina, dal 1961 Giovanni Battista Pininfarina 

(Cortanze2 novembre 1893 – Losanna3 aprile 1966), è stato un imprenditore e carrozziere italiano, fondatore della Società Anonima Carrozzeria Pinin Farina.

Decimo degli undici figli di Giuseppe e Giacinta Vigna, il suo soprannome Pinìn (ovvero “Giuseppino” in piemontese) si riferiva alla sua somiglianza con il padre. La famiglia Farina è di origini astigiane e si era trasferita da Cortanze a Torino, sul finire del XIX secolo, a causa della grave crisi economica di quegli anni, con la speranza di trovare miglior fortuna all’ombra della Mole. Grazie alle esperienze acquisite nella terra d’origine, di antiche tradizioni vitivinicole, unitamente alla facilità di far giungere la merce a Torino tramite la nuova tranvia Asti-Cortanze, Giuseppe aveva intrapreso il commercio al dettaglio di vino, aprendo una bottiglieria.

Dopo aver frequentato le elementari, nel 1906 Pinìn iniziò a lavorare nella piccola carrozzeria che il fratello maggiore Giovanni aveva aperto in quell’anno, formandosi come abile carrozziere e presto divenendo alter ego del fratello, con ampia autonomia decisionale all’interno dell’azienda, fino ad assumere la direzione degli Stabilimenti Farina nel 1928.

Nel 1930, grazie all’ingente finanziamento concesso da una facoltosa zia della moglie, ebbe l’occasione di mettersi in proprio e fondò la Società Anonima Carrozzeria Pinin Farina, insieme ad altri soci minoritari, tra i quali Vincenzo Lancia e Gaspare Bona, che sarebbe divenuta in seguito la Carrozzeria Pininfarina. Fin dalla sua fondazione, la casa automobilistica Lancia era cliente degli Stabilimenti Farina e nei 20 anni di collaborazione era nato tra Vincenzo Lancia e Battista Farina uno speciale rapporto di amicizia e reciproca stima, soprattutto basato sulla grande passione per le innovazioni tecniche che animava entrambi.

Per un decennio Battista Farina lavorò quasi esclusivamente per la Lancia, realizzando prototipi, speciali e piccole serie, soprattutto su autotelai “Augusta“, “Astura” e “Aprilia“.

Dopo la lunga parentesi bellica, l’attività riprese e, a partire dagli inizi degli anni cinquanta, conobbe un successo sempre crescente, anche per merito del figlio Sergio e del genero Renzo Carli, marito della figlia Gianna, che Pinin aveva associati alla conduzione dell’azienda. Nello stesso periodo si svolse il rapido declino della Stabilimenti Farina che chiuse i battenti nel 1953, mentre le maestranze furono assorbite dalla Pininfarina

Nel 1959 ridimensionò ulteriormente il suo ruolo aziendale, decidendo di partire per un lungo viaggio di piacere e studio, nel quale si dedicò principalmente alla sua passione per l’arte che ora aveva finalmente l’occasione di compiutamente soddisfare. Si trattò di un viaggio intorno al mondo di 83.000 km che effettuò in compagnia dell’amico e consigliere Giovanni Canestrini, decano del giornalismo automobilistico italiano. Come scrisse Canestrini sul Corriere della Sera, quella fu l’occasione nella quale Pinin Farina si rese conto della sua enorme popolarità mondiale. Ad ogni tappa del viaggio, infatti, venivano prontamente organizzati ricevimenti per degnamente onorare il carrozziere in transito, partecipati dalle autorità e dai più importanti nomi del settore industriale del Paese ospitante.[3]

Al suo ritorno decise di ritagliarsi solamente il ruolo di supervisore, in qualità di presidente, lasciando la direzione aziendale completamente nelle mani del figlio e del genero che nominò amministratori delegati il 27 aprile 1961. Nello stesso anno Giovanni Battista Farina cambiò ufficialmente il suo cognome in “Pininfarina”, quando la sua richiesta fu autorizzata da un decreto del presidente della repubblica Giovanni Gronchi, su proposta del Ministro di grazia e giustizia Guido Gonella.

Negli ultimi anni di vita, Pinin divise il suo tempo tra brevi apparizioni di azienda e lunghe scorribande per visitare opere artistiche, alla guida della sua Lancia Florida II, una dream car realizzata nel 1957 per il Concorso di eleganza di Cortina d’Ampezzo, che Pinin volle poi tenere come auto personale. Spesso diceva: «Mi torna in mente quel costruttore di Detroit, Olds, che viveva e dormiva nella sua automobile. E io abito nella mia Florida».

L’ultima creazione supervisionata da Pinin e realizzata su disegno del suo collaboratore storico Franco Martinengo e di Aldo Brovarone, fu l’Alfa Romeo “Duetto”, esposta la prima volta al Salone di Ginevra nel marzo 1966. Morì poche settimane dopo in una clinica di Losanna, per un male incurabile.