PIL: Crescita modesta e in frenata

Brutto segnale dal PIL per il Paese e per il Governo nel secondo trimestre 2018. A cura del Centro Studi Promotor

BOLOGNA, 31 luglio – Brutto segnale per il Paese e per il Governo dalla prima stima dell’Istat sul Prodotto Interno Lordo nel secondo trimestre del 2018. Il tasso di crescita rispetto al trimestre precedente si è ridotto allo 0,2% contro lo 0,3% dei tre trimestri precedenti, lo 0,4% del secondo trimestre del 2017 e lo 0,5% dei due trimestri a cavallo tra il 2016 e il 2017.
L’economia italiana continua il lento recupero iniziato nel 2014, ma la velocità di marcia è in rallentamento. Su base annua (cioè rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso) la crescita del secondo trimestre di quest’anno è dell’1,1% e se la tendenza alla frenata dello sviluppo continuerà è lecito prevedere – ha affermato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – che nell’intero anno il PIL farà registrare un incremento inferiore all’1%. Non è certo un dato positivo, soprattutto se si pensa che il gap rispetto ai livelli ante-crisi a fine 2017 era ancora del 5,4% e procedendo con i tassi di crescita attuali per annullarlo occorreranno ancora cinque anni, cioè si tornerà al PIL del 2007 soltanto nel 2023.
Il dato diffuso oggi era d’altra parte atteso. Il rallentamento, sottolinea il Centro Studi Promotor, era già emerso con particolare evidenza dai dati mensili sulla produzione industriale, mentre segnali in controtendenza venivano dalla spesa per le famiglie per consumi finali che nel primo trimestre aveva fatto registrare una crescita dello 0,8%, con un impatto non trascurabile anche sul livello dei prezzi. Il tasso di inflazione su base annua si è portato infatti in giugno all’1,5% sospinto oltre che dal recupero dei consumi anche e soprattutto dalla dinamica dei prodotti energetici ed in particolare dei carburanti auto.