Rallisti ai tempi del Coronavirus. Stefano Romeo: “Dopo aver risistemato l’archivio non vedo l’ora di fare un’escursione in montagna e tornare in prova speciale”

Due sole gare quest’anno per il reporter ligure che dopo Monte-Carlo e Val Merula si preparava a seguire tutto il Campionato Italiano Rally. La speranza che si possa ripartire presto per poter tornare alle gare e vedere riaperto il ristorante di famiglia. Nel frattempo rimette a posto l’archivio e si dedica alla cucina. Testi di Tommaso M. Valinotti, immagini di Stefano Romeo

VALLECROSIA (IM), 17 aprile Stefano Romeo si preparava a una nuova intensa annata di gare fra Campionato Italiano Rally, trasferta iridata in Sardegna e numerose gare locali. Per il momento tutto da dimenticare, come sono da dimenticare i bagni al mare e le passeggiate in montagna.

Qual è stata l’ultima manifestazione cui hai partecipato? – “Quest’anno, per ora, ho seguito solamente due gare poi si è fermato tutto. Il Rallye Monte-Carlo di fine gennaio e il Rally Ronde Val Merula del 7-8 febbraio. Come faccio da sempre ho seguito il Monte-Carlo dallo Shake Down al podio finale. Il Rallye Monte-Carlo è una gara che va preparata nei minimi dettagli iniziando dal momento in cui sono pubblicate le cartine del percorso. Nonostante sia ormai un veterano della gara monegasca, effettuo un giro di ricognizioni pre gara come fanno gli equipaggi, sia nelle prove sia sui trasferimenti per individuare punti nuovi dove scattare le foto. Da un anno all’altro possono cambiare molte cose. Anche se al giorno d’oggi le gare del mondiale sono molto più blindate e c’è meno libertà di scelta su dove posizionarsi. Un tempo il punto iconico della gara era il Col de Turini, ma oggi è talmente difficile muoversi che non si riesce a fare una foto decente. Molto meglio lo scollino sulla pista da sci del Col de Moissiere del sabato che offre ancora spunti fantastici.

A inizio febbraio sono stato al Rally Val Merula che ho seguito da solo; ma anche in questo caso sono riuscito a fare un buon lavoro sulle prove speciali sino al podio. Il punto classico è lo scollinamento del Passo del Ginestro, oggi ampiamente fattibile con le macchine fotografiche che scattano in remoto. Se così non fosse bisognerebbe rischiare la vita per fare una foto decente ”.

Quali sono state le manifestazioni che hai perso? – “Avevo in programma di seguire tutto il Campionato Italiano Rally, quindi al momento attuale mi sono perso il Ciocco (ora rinviato a fine giugno), il Mille Miglia, il Targa Florio e il Rally Italia-Sardegna, oltre al Sanremo Storico e il Rally delle Palme vicino a casa mia ”.

Quali erano i tuoi programmi per il 2020? – “Da alcuni anni il mio programma principale è seguire il Campionato Italiano Rally, il Sanremo Storico, le tre gare del mondiale Monte-Carlo, Corsica (quest’anno degradata a gara di Campionato Francese) il Sardegna, oltre alle gare liguri. Lo scorso anno ero riuscito a farmi le tre gare delle isole mediterranee come Corsica, Sicilia e Sardegna. Era stato divertente”.

Se si ripartisse il primo giugno, cosa faresti? – “Sarei molto felice, perché significherebbe che il ristorante di mia moglie Barbara e di mio cognato Sergio potrebbe rialzare le saracinesche. A livello rallistico mi piacerebbe fare le gare del Campionato Italiano Rally, ma a quel punto sarà questione di budget. Sarà fondamentale vedere quanti equipaggi potranno presentarsi al via e quanto potranno investire in comunicazione piloti e scuderie”.

Cosa hai dovuto rinunciare per l’emergenza Coronavirus? – “Avevo in programma un giro primaverile sui sentieri di montagna nelle giornate di libertà dai rally e dal ristorante. Ma soprattutto soffro per la mancanza di libertà di movimento. Mi sento prigioniero come un leone in gabbia. Inoltre avere il mare a pochi metri e non poter andare in spiaggia e fare il bagno è una vera tortura. Sembra che il destino voglia prenderci in giro. In questo periodo ci sono giornate bellissime e il mare ci invita tuffarci fra le sue onde. Ma non è possibile

Cosa fai in questo periodo? – “È l’occasione buona per mettere in ordine l’archivio, cosa che mi ripromettevo da anni. Con il ristorante chiuso al pubblico mi sono riciclato a fare il fattorino delle consegne per quei pochi piatti da asporto che serviamo ogni giorno. È il solo modo per muovermi un pochino, prendendo tutte le precauzioni necessarie. In cantina ho riverniciato le sedie del dehor, ma sono finite e non mi sembra il caso di dar loro sette mani. Quando sono in casa mi spiaggio sul divano, oppure cucino io e non Barbara. Ma fra la cucina del ristorante a quella casalinga c’è la stessa differenza che c’è fra guidare una macchina stradale e una da gara in prova speciale”.

Come festeggeresti il ritorno alla normalità? – “Farò quella famosa escursione in montagna, e poi festeggerò sia al ristorante sia in prova speciale. Ma la gioia maggiore sarà rivedere i volti delle persone felici”.