Sergio Maiga

Sergio Maiga ed il Rallye Sanremo: Fra prove speciali e rincorsa budget una storia lunga quarant’anni.

L’ex navigatore, ora al timone dell’organizzazione della gara, fa il punto della situazione, fra difficoltà di trovare un budget importante e sogni iridati mai sopiti, oltre a raccontare come si mette in cantiere una delle prove speciali più lunghe ed impegnative, non solo per gli equipaggi, dell’intero panorama rallistico europeo. Foto Max Bianchi ed archivio Maiga

maiga2SANREMO (IM) – Parte da lontano la storia fra Sergio Maiga e il Rallye Sanremo. Il primo incontro avviene nel 1973, l’anno in cui il futuro architetto cresciuto in una famiglia di navigatori (il fratello Silvio all’epoca è uno degli astri emergenti, destinato a salire sul sedile di destra della Stratos di Sandro Munari con cui nel 1977 vincerà il Montecarlo) detta le note a Orlando Dall’Ava sulla Fulvia HF; l’anno successivo ripete l’esperienza, sempre con Dall’Ava, sull’Alfa Sud Gruppo 2 che difendeva i colori ufficiali dell’Alfa Romeo. Ma la grande soddisfazione arriva due anni dopo, alla terza partecipazione, quando, al fianco di Amilcare Ballestrieri, Sergio Maiga si classifica sesto assoluto: davanti a loro solo cinque equipaggi su altrettante Lancia Stratos, le vere mattatrici dei rally dell’epoca.

A quel tempo pensavo che fosse molto più difficile navigare in prova speciale e trasferimento che organizzare un rally”, commenta Sergio Maiga, oggi a capo dell’organizzazione del Sanremo. “Non è così anche se debbo ammettere che la macchina su cui “viaggia” il Rallye Sanremo è talmente ben oliata e rodata che quasi va avanti da sola”. Maiga ci pensa un attimo e poi precisa. “Quasi, perché al giorno d’oggi è difficile riuscire a reperire il budget necessario per effettuare la gara al livello che il blasone e la storia di questo richiedono. E l’edizione del 2013 è stata ancora più difficile di quelle passate, al punto che in alcuni momenti abbiamo tenuto di non riuscire a coprire tutti i costi rischiando addirittura di non effettuare la gara”.

maiga3Sceso dal sedile di navigatore, per Sergio Maiga fu quasi d’obbligo entrare nella macchina organizzativa della gara della sua città, fatto che avvenne nel 1978. “Dal 1996 sono presidente di ACI Sanremo, l’ente che è titolare dell’organizzazione dell’evento e quindi sono stato sempre più coinvolto. Ma il vero impegno in prima persona cominciò nel 2004, il primo anno in cui il Sanremo non ebbe la titolazione mondiale”. L’uscita dal circus iridato sembrava dover tarpare le ali alla gara della Città dei Fiori che invece è riuscita a mantenere elevatissimo il suo livello qualitativo, restando la gara italiana più importante a livello internazionale dopo la prova del mondiale rally. “Verrebbe da dire “perché Sanremo è Sanremo” e tutto questo rende facili le cose. In realtà bisogna lavorare duro per mantenere simili livelli. Il Sanremo è uscito dal giro mondiale né per incapacità organizzativa né per mancanza di idee. Semplicemente, come dimostrato da più parti, un Automobil Club di provincia, pur con il supporto di una città che però non è una metropoli, non è più in grado di organizzare un evento di questa portata e di questo impegno economico. Ma il Sanremo piace: per le sue spettacolari prove speciali, per l’ospitalità della gente, per il fatto che il parco assistenza è collocato su piazzali ariosi in riva al mare, dove piloti, meccanici, team manager ed anche spettatori possono muoversi con facilità e piacevolmente”.

maiga4Organizzare il Sanremo significa al giorno d’oggi, innanzi tutto, affrontare le enormi difficoltà di reperire il budget per mettere in scena la gara, ovvero trovare la considerevole cifra di 400.000 €. “Abbiamo sperato fino all’ultimo di esserci e ora possiamo dire che ci siamo. Nonostante tutte le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare e superare. Confesso che tutto ciò dà uno stress che ogni anno diventa più difficile affrontare. Abbiamo avuto problemi di budget fino a pochi giorni fa, quando le iscrizioni erano già aperte e cominciavano ad arrivare le prime richieste di partecipazione. Ma la copertura di spesa non era completata e la direttrice di ACI Sanremo, la dottoressa Brunella Giacomoli, non poteva dare il disco verde alla gara” commenta ancora Sergio Maiga, finalmente rilassato. “Siamo riusciti a mettere insieme la cifra necessaria grazie al contributo della Federazione, arrivato proprio all’ultimo momento, e grazie anche ad Eurosport Event, che ha ridotto drasticamente il suo cachet, ben comprendendo che il Campionato Europeo Rally avrebbe perso molto del suo prestigio senza la gara italiana”. Fare un flashback sul passato è anche un modo per guardare al futuro. “Quando abbiamo perso il mondiale ci siamo ritrovati ad avere a disposizione un budget addirittura superiore alle nostre necessità. Il Comune di Sanremo contribuiva con 250.000 € ed eravamo nel 2004; oggi siamo riusciti, dopo infinite riunioni ad ottenerne 145.000, ma è stata una lotta faticosa. Inoltre sponsor tradizionali, come il Casinò di Sanremo non sono più assolutamente in grado di sostenerci, perché sono loro stessi in grosso difficoltà”. Eppure il Rallye Sanremo porta un deciso contributo all’economia locale. “Nei giorni della gara gli addetti ai lavori effettuano circa 4500 pernottamenti che significano circa 700.000 € di giro d’affari per bar, ristoranti ed alberghi. Oltre naturalmente le spese che queste persone effettuano nei negozi di Sanremo e nelle località limitrofe. Non voglio considerare poi gli spettatori. Secondo alcuni rilevamenti vi sono almeno 15.000 persone sulle prove speciali del venerdì e altrettante su quelle del sabato. Non tutte scendono a Sanremo, ma molti soggiornano in alberghi e pranzano in ristoranti della zona”. Il momento difficile dell’economia colpisce indubbiamente anche Sanremo, ma Sergio Maiga è molto attento al significato che il rally ha per Sanremo ed il Ponente Ligure. “Dalla Regione Liguria non riceviamo più nulla; oggi ottenere soldi per manifestazioni fuori Genova è pura utopia. Il comune ci aiuta ancora, ma a livelli decisamente inferiori rispetto a dieci anni fa. Eppure il Rallye Sanremo è la seconda manifestazione per importanza e redditività per la Città dei Fiori dopo il festival. La Milano-Sanremo ha indubbiamente più risonanza, ma quanti soldi porta? I corridori arrivano al pomeriggio e la maggior parte prima di sera è già salita sul pullman per andarsene. Spettatori, addetti ai lavori e giornalisti arrivano il giorno precedente la corsa, nella migliore delle ipotesi, ma se ne vanno molto in fretta. Ci sono altre manifestazioni importanti, come ad esempio ‘Carri Fioriti‘, che dicono porti 35.000 spettatori. Ma anche loro arrivano con i pullman al mattino, e finita la manifestazione sono sulla strada del ritorno” afferma con convinzione Sergio Maiga leggermente contrariato. “E così ad essere redditizi per le attività commerciali restano solo il Festival della Canzone ed il Rallye Sanremo. Ma se il prossimo anno dovrò affrontare un simile stress per il reperimento del budget, il rally lo organizzerà qualcun altro. Oppure non sarà organizzato affatto”. E se lo dice l’uomo che pur nella difficoltà vede sempre il bicchiere mezzo pieno, c’è da preoccuparsi per il futuro.

maiga5Una delle caratteristiche del Rallye Sanremo, dal 2006 a questa parte, è quella di proporre la “Ronde”, la prova che unisce le prime tre in linea del venerdì pomeriggio e che, per la sua lunghezza, si pone ai vertici delle speciali europee. “Anche quest’anno avremo la ronde notturna e, a differenza delle scorse edizioni, sarà una prova quasi ad anello che partirà da Coldirodi ed arriverà fino a Badalucco. Questo per poter effettuare senza soluzione di continuità i 55 chilometri che ci eravamo prefissi”, spiega ancora Sergio Maiga. L’idea dei 55 chilometri è venuta ai vertici di Eurosport Event e noi abbiamo immediatamente preso la palla al balzo ed abbiamo trovato quella dozzina di chilometri in più per dare alla ronde la lunghezza che strizzasse l’occhiolino al numero di edizioni della gara”. Una prova così lunga e impegnativa, per di più corsa di notte, richiede una preparazione non indifferente “Per la speciale ronde avremo oltre 400 persone sul percorso, fra commissari, medici e infermieri supportati da autoambulanze di rianimazione, mezzi di soccorso posizionati nei punti strategici, sette vetture di pronto intervento e carri attrezzi. Quasi tutti i commissari di percorso saranno collegati con la direzione gara mediante radio trasmittenti in modo da sapere in tempo reale cosa sta accadendo in ogni tratto della prova”. Maiga ci pensa un attimo e con una battuta chiarisce bene quanto avverrà quella notte. “Le vetture in gara saranno praticamente a vista di un commissario con la radio su tutto il percorso. Se non fosse che le voci di quaranta commissari che parlano contemporaneamente si accavallerebbero, potremmo fare la radiocronaca in tempo reale di tutti i passaggi di tutte le vetture”. Una delle difficoltà di gestione di una prova così lunga è il rischio di interruzione a causa di incidenti o uscite di strada. “A questo proposito abbiamo previsto più apripista in modo di avere sempre allo start e lungo il percorso una vettura pronta che, sgombrato il percorso, possa riaprire la strada. Un altro problema che abbiamo dovuto affrontare è stato quello di pensare alla tenuta degli pneumatici per una speciale così impegnativa. Nel 2008 abbiamo avuto problemi. Fortunatamente in questi cinque anni le gomme hanno fatto notevoli progressi, non solo a livello di performance, ma anche a livello di affidabilità, ed oggi sono in grado di coprire senza problemi tutti i 55 chilometri della nostra prova speciale”.

maiga1Quando ormai mancano meno di dieci giorni settimane alla bandiera tricolore sulla pedana di partenza, Sergio Maiga guarda con il sorriso compiaciuto dell’artigiano che mette in vetrina la sua creatura. “È inutile nascondercelo: il sogno recondito di tutti quelli che amano Sanremo ed il Sanremo è quello di vederlo tornare nel giro mondiale. E non ci sarebbero problemi tecnici. Le strade dell’entroterra potrebbero accogliere le prove su asfalto e tornare in Toscana per le prove su terra non è affatto impossibile. Come il Montecarlo insegna, si possono ottenere deroghe alle regole ed impostare una gara di altissimo livello ed altissima spettacolarità”. Ed allora qual è il problema? Sergio Maiga strofina semplicemente in modo ritmico e ripetitivo fra loro il pollice e l’indice della mano destra: “Il budget. O in termini ancor più semplici: i soldi”.