Le schegge della Val d’Orcia nel mirino di Elio Magnano

donetto-menchini-customIl reporter saluzzese racconta per Kaleidosweb attraverso le sue immagini una gara che ha dimostrato la rinata vitalità delle prove sulle strade bianche

RADICOFANI (SI) – L’ottava edizione del Rally della Val d’Orcia di domenica scorsa 30 ottobre, ha chiuso la stagione ufficiale dei rally italiani titolati, mentre accende ancor di più il campionato Raceday con la seconda delle sei gare in programma. Una sinergia fra pubblico (Acisport) e privato (Dosso5) che raramente ci capita di vedere e meno che mai in un settore in cui la federazione fa e disfa a suo piacimento, prendendo spesso delle decisioni che lasciano per lo meno perplessi. In questo caso il merito va ad Alberto Pirelli che anni fa ha creduto nella spettacolarità delle gare su terra, che languivano in modo imbarazzante e che lui ha rivitalizzato con la sua serie Raceday Ronde Terra e che da gennaio 2016 la federazione ha sposato mettendo a calendario le gare di Pirelli nel suo Trofeo Rally Terra che era ormai frequentato dai soliti quattro amici al bar.

dalmazzini-ciucci-customE così ne ha guadagnato la Raceday (che nel frattempo ha perso la denominazione ronde trasformando persino il Nido dell’Aquila in un rallyday) e si è rilanciato il TRT, che è tornato ad essere appetito non solo da stagionati gentleman driver, ma anche da arrembanti ragazzini che hanno scoperto la bellezza del correre sulla terra e soprattutto che il connubio rally-terra è imprenscindibile.  Le gare su terra si disputano, giocoforza, in zone scarsamente urbanizzate, dove le campagne occupano ancora gli scenari a vista d’occhio, dove i cascinali sono distanti chilometri e chilometri l’uno dall’altro. Le colline toscane, le verdi terre umbre, ed anche le pianure del Veneto, oltre alla selvaggia Sardegna sono i palcoscenici sui quali si esibiscono i terraioli con manovre di controllo che esaltano l’acrobazia e la sensibilità di guida.

Kaleidosweb ha la fortuna di seguire le gare su terra con un occhio di riguardo attraverso l’obiettivo della macchina fotografica di uno dei reporter più affezionati al mondo delle gare su terra: il saluzzese Elio Magnano. Che anche domenica scorsa, nella Val d’Orcia, quella zona che è al limite della provincia senese, ha dato il meglio di sé raccontando le gesta dei 101 iscritti alla gara con partenza ed arrivo a Radicofani. Perché anche gli eroi più generosi, se non hanno i loro poeti, cadono ne dimenticatoio.