Con Danilo Ninotto le Schegge di Kaleidosweb vanno in trasferta ad Antibes

ANTIBES (Francia), 20 maggio – Ancora una volta la scelta si presenta difficile. Quale tricolore abbracciare? Ed ancora una volta nel dubbio il reporter cuneese Danilo Ninotto, valica le Alpi per andare a fotografare una gara francese, per l’occasione il Rallye d’Antibes Còte d’Azur, prova del Campionato Rallyes Francese oltre che valida per il Tour European Rally Series, serie che ha portato in Costa Azzurra equipaggi provenienti da Italia (il nostro Giandomenico Basso con Lorenzo Granai, vincitore del campionato 2017, oltre a Dino Romano-Renzo Fraschia), Inghilterra, Lussemburgo, Olanda, Finlandia, Svizzera, Emirati Arabi Uniti, Repubblica Ceca, Belgio e Bulgaria. Oltre che dalla Francia. E scusate se è poco.

A quel punto si cominciano a fare i conti e si scopre che al via ci sono 116 equipaggi nel rally principale, trenta nel Rally di Campionato Francese Storico (ed anche in questo caso non manca un pizzico di tricolore con Silvio Perlino-Serena Giuliano, Opel Kadett GT/E e i veneti Giulio Rubini-Fabrizio Handel, Peugeot 205 Rallye) con la loro brava pattuglia di stranieri e 13 nella regolarità (ed anche in questo caso noi italiani siamo presenti con Giorgio Schon-Francesco Giammarino, Alfa Romeo Giulia Ti e Sergio Aravecchia-Carlo Merenda, 128 Rally) che portano a un totale di quasi 160 vetture, buon risultato, ma in Italia con il Sanremo si era andati meglio.

Le macchine sono quelle che sono. Ovvero si va dalle muscolose R5 con quanto di meglio offre il mercato dalle Škoda Fabia, alle Hyundai i20, dalla Citroën C3 e DS3 alle Ford Fiesta con 18 equipaggi sulle top car, ma anche una serie di vetture che noi in Italia ci sogniamo come una Simca 1000 Rallye3 che era la vettura dei miei sogni quando ero un ragazzino parecchi decenni fa. Ovvio che la parte del leone la fanno le R2B con le usuali Peugeot 208 ed ancora Fiesta che da noi sono poco conosciute. Ma anche vetture spettacolari della categoria GT come Porsche e Lotus Exige, Datsun 350 Z, oltre alle classiche Subaru e Mitsubishi. Nelle storiche campo libero a tutti dalla Lancia 037 alla Renault 8 Gordini, vettura che nella storia del rally ha il suo perché.

Infine lascia a prima vista perplessi scoprire che le auto da corsa in Francia non hanno la targa, sia esse corrano in pista o affrontino le prove speciali su strada. Molto semplicemente hanno il numero di gara sulle porte, grosso, ben leggibile e lo spazio della targa, sia essa anteriore sia posteriore non è lasciato a nessuna fantasia, ma è occupato dal numero di targa, ripetuto in bella evidenza nell’aletta parasole. E di lì non si scappa. Infine se si gareggia in Costa Azzurra le prove speciali sono le classiche: come la Bollène-Col du Turini-Peira Cava e non poteva mancare la Cabanette-Col de Braus, mitizzate dal MonteCarlo e ripetute regolarmente da ogni gara che si rispetti in zona, con un sano chilometraggio di 204,38 km di prove speciali

Per la cronaca ha vinto Bryan Bouffier, ma il nostro Basso piazzandosi terzo ha preso il volo nel TER, mentre Romano-Fraschia hanno chiuso 64esimi assoluti, 21 esimi di Classe R2