La Golf GTI prima serie (1976-1983). Semplice, ingegnosa. E di successo

A inizio marzo, è stata presentata l’ottava Golf GTI, la sportiva dell’era digitale. Dal 1976, la Golf GTI è il riferimento delle sportive compatte. La storia della sua nascita unica e insolita, come quella di tutte le leggende. Un viaggio giunto all’ottava tappa con oltre due milioni di esemplari venduti.

WOLFSBURG (Germania) – La ricetta originale era semplice e ingegnosa allo stesso tempo: un’auto compatta e leggera, un motore potente e un assetto sportivo. Quando venne lanciata sul mercato nel 1976, nessuno poteva prevedere che la Golf con le tre magiche lettere GTI sarebbe diventata un oggetto di culto. Un brillante 1.6 110 CV a iniezione elettronica di benzina (1.8 dal 1982) spingeva l’auto da 0 a 100 km/h in appena 9,2 secondi e fino a 182 km/h di velocità massima. La GTI edizione speciale “Pirelli” del 1983, equipaggiata con il 1.8 da 112 CV e resa celebre dai suoi cerchi in lega con i caratteristici fori a forma di P che montavano appunto pneumatici Pirelli, fu un successo immediato. Il modello speciale, fu prodotto e venduto in 10.500 esemplari in appena sei mesi.

Come le prestazioni, anche l’interno era di forte impatto: tessuto tartan a quadri per la fascia centrale dei sedili sportivi neri, cielo dell’abitacolo nero e pomello del cambio a forma di pallina da golf. Questi dettagli si devono a Gunhild Liljequist, la prima donna a lavorare nel Design Volkswagen sin dal 1964. “Sono stati di grande ispirazione i miei viaggi di quel periodo in Gran Bretagna, dove venni conquistata dai tessuti di alta qualità con fantasie a quadri”, spiega Liljequist, a proposito della scelta per il rivestimento dei sedili. Un altro aneddoto riguarda il pomello del cambio: “Quella è stata un’idea totalmente spontanea”, dice la ex designer Volkswagen. “Eravamo in tre e riflettevamo su tutti gli elementi associabili a una Golf sportiva. A quel punto dissi ad alta voce ciò che stavo pensando: ‘Che ne dite di una pallina da golf sulla leva del cambio?’ All’inizio venni derisa, ma poi…”, ricorda Liljequist.

La linea caratteristica color Rosso Marte sulla calandra, lo spoiler anteriore di dimensioni maggiori, le modanature in plastica sui passaruota e la cornice nera opaca del lunotto posteriore furono invece idee dell’allora Capo Designer Herbert Schäfer. Il rosso, ancora oggi sinonimo di GTI, venne ripreso anche all’interno con numerosi dettagli: dalla strumentazione, alle decorazioni sulle porte.

In totale, furono prodotte circa 462.000 Golf GTI prima serie.