Una gita sulle colline del Moscato con ActionRace

Viaggio nelle prove speciali della gara di mezza estate langarola con le spettacolari immagini del team di reporter astigiano

SANTOSTEFANO BELBO (CN) – Ci vuole un sole forte e potente. Ci vuole la giusta pioggia nel momento giusto per far maturare i succosi chicchi d’uva appesi ai filari di viti in questa parte di Langa e creare il “Moscato” che bevuto freddo, con la sua frizzantezza è il dissetante migliore al mondo. Sembrerebbe quasi la ricetta giusta per dare spettacolo e frizzantezza ai rally, ma non sempre è così. Non a tutti piace il sole, a ben pochi piace la pioggia, che rende complesse le operazioni più semplici in parco assistenza ed anche oltre, oltre a rendere estremamente difficile il controllo delle vetture in prova speciale. Ed è inutile dire che sarebbe bello vedere le R5 in bei controsterzi come Stratos, Alpine e Porsche dei tempi d’oro. Se la vettura oggi parte sono momenti difficili per i rally di oggi.

L’edizione del Moscato dello scorso fine settimana, a dispetto della cabala del numero 17, ha visto tutto filare liscio con le solite disavventure che fanno parte delle gare su strada e le scontate polemiche che scoppiano inevitabilmente tutte le volte che piove con cambio repentino di meteo. Si poteva fare diversamente? Probabilmente sì, con quei riordini eterni del sabato sera li si poteva accorciare (in sede di stesura tabella Tempi&Distanze) per prevedere un parco assistenza. Le regole potrebbero essere diverse? Non sarebbero comunque mai perfette.

Il Rally del Moscato ha proposto tutto questo in una sola gara. Un bell’acquazzone sul secondo passaggio del sabato sera sulla prova Torre che sta proprio alle spalle di Santo Stefano Belbo ed il caldo spacca-teste caratteristico delle estati langarole che, oltre a far maturare rapidamente i chicchi d’uva, ha rischiato di bollire vetture ed equipaggi (negli abitacoli le temperature hanno superato in molti casi i quaranta gradi). Con le consuete polemiche che emergono sempre quando le situazioni sono più incasinate di quanto dovrebbero, accuse e contro accuse, decisioni difficili ed impopolari da prendere da parte della Direzione Gara, concorrenti sanzionati che proclamavano la loro innocenza o per lo meno di non essere stati i soli a cadere in tentazione.

Chi è rimasto assolutamente estraneo a tutto ciò è il taciturno e sorridente Elwis Chentre che ha legittimato il suo successo con il miglior tempo in sette delle nove prove speciali ribadendo, se ce ne fosse bisogno che lui è il più forte di tutti. Svizzeri compresi. Se in cima alla classifica si sono seduti Chentre-Giovenale la battaglia c’è stata ed è sta sopraffina sia per le posizioni di rincalzo, sia nelle classi. Ad esempio si può citare il continuo scambio di posizioni in N2 con Andrea Castagna-Sara Farinella con Stefano Santero-Matteo Barbero, facendo volare specchietti e balle di paglia, divertendosi al punto da volere una foto tutti e quattro insieme, o ancora Gloria Andreis che per l’occasione ha cacciato il suo abituale pilota, Loris Ronzano, sul sedile di destra. Non sappiamo se l’occasionale navigatore si sia divertito, comunque prima di salire in pedana ha lapidariamente affermato che la prossima volta torna al volante.