Rallisti ai tempi del Coronavirus. Roberto Gobbin: “Dall’A112 alla 124 Rally l’importante è che siano Abarth”

Il pilota della Valle Chisone ha sentito nascere da bambino la passione sulle strade che portano al Sestriere, vedendo transitare per il suo paese le vetture in trasferimento del Rallye Monte-Carlo degli anni Sessanta. Raggiunta l’età della patente compra un’A112 Abarth con la quale corre per alcuni anni prima di appendere il casco al chiodo per motivi economici. Raggiunta la solidità lavorativa con la sua concessionaria TargaAuto nel 2015 acquista di getto una Panda Kit con la quale corre fino a inizio 2019, quando compra una 124 Abarth Rally R-GT con la quale conquista il titolo di categoria nella finale CIR-WRC di Como. Testi di Tommaso M. Valinotti, immagini di Elio Magnano  (www.fotomagnano.com). Foto di apertura: Gobbin-Fraschia sul podio del Trofeo ACI Como

SAN SECONDO DI PINEROLO (TO) – Ci sono strade che portano lontano. Soprattutto con la fantasia. Quando negli anni Sessanta i genitori del piccolo Roberto Gobbin portavano il loro bambino a vedere passare le vetture del Rallye Monte-Carlo che salivano al Sestriere durante i trasferimenti che dalle città di mezza Europa percorrevano la tappa di avvicinamento verso il Principato di Monaco, non immaginavano che così facendo instillavano nel loro erede la passione per le auto da corsa.

Che nessuno in famiglia aveva.

Da bambino abitavo a Villar Perosa e la strada che saliva al Colle era percorsa dalle vetture del Rallye di Monte-Carlo che da Roma, o Atene, andavano al Controllo Timbro del Sestriere. Alle 4 del mattino, al buio e nel freddo glaciale di fine gennaio come era negli anni Sessanta, guardavo quelle macchine da sogno salire e immaginavo di poter essere un giorno al volante di una di esse”.

Una fantasia innocente per un bambino in un paese che aveva pochi altri svaghi.

Uno dei miei preferiti era andare a vedere le vetture della famiglia Agnelli che veniva a Villar Perosa con macchine che difficilmente si vedevano nelle mani di altre persone”, perché Gianni Agnelli era un passionato di auto sportive e ha posseduto alcune fuoriserie da sogno, specie Ferrari, firmate dai più illustri carrozzieri dell’epoca.

A buttare benzina sul fuoco della passione del giovane Roberto Gobbin nel 1973 passa sulle stesse strade anche il Giro Automobilistico d’Italia, e il dodicenne ragazzino della Val Chisone impazzisce nel guardare auto come le Lancia Stratos, le Ligier JS2, i prototipi Abarth 030 e 031, De Tomaso Pantera, mostri come le Porsche 935 Turbo, Lancia Beta Montecarlo Turbo, solo per citare le più eccitanti che negli anni Settanta presero parte alla gara.

Un anno dopo, è il 1974, nasce il Giro delle Valli Pinerolesi, che si svolge in zona e che sarà un’altra fonte di spettacolo per il giovane Gobbin, una gara che dura fino al 1981, anno della svolta anche per l’appassionato ragazzino pinerolese, che ormai ragazzino non è più.

La cosa strana è che ero veramente attratto dalle auto da rally, anche se in famiglia nessuno aveva la mia stessa passione. Mio padre non aveva neppure la macchina. Io invece facevo la posta al giornalaio tutte le settimane per comprare appena arrivavano Autosprint e Rombo, allora unici strumenti di informazione per noi appassionati, che a quel tempo dedicavano ampie pagine al mondo dei rally, dal mondiale ai rally di zona, con articoli, fotografie e classifiche complete”.

E si arriva finalmente al 1981 quando Roberto Gobbin torna dal servizio militare e può finalmente soddisfare la sua voglia di rally acquistando una A112 Abarth dipinta con i colori Alitalia, come le 131 Abarth ufficiali che gareggiano nel mondiale rally.

Le macchine, oltre che la mia passione erano diventate il mio lavoro. Avevo una Golf GTI e la diedi in permuta in cambio dell’A112 Abarth che nei rally andava per la maggiore: e assieme a Paolo Falco, un amico che condivideva con me la passione per le gare ci schierammo al via del Rally Team 971”. Il tempo ha cancellato la memoria dei risultati, comunque i due amici riuscirono a vedere al traguardo, anche se la loro vettura non era certo al top della preparazione e nelle gare piemontesi erano presenti le velocissime Fiat 127 curate da Piero Lavazza, allora imbattibili.

La prima A112 venne sostituita da una seconda A112 Abarth Gruppo N e per alcuni anni Roberto Gobbin partecipa alle gare di zona prima di decidersi ad appendere il casco al chiodo.

La passione c’era ed era tanta, ma i costi erano per me insostenibili. Perciò decisi coscientemente di smettere e non pensarci più. Ho derogato solo una volta facendo da navigatore sulla Renault 11 Turbo di Roberto Rabino”.

Se Roberto Gobbin non può più soddisfare concretamente la sua passione per i rally, le auto continuano a essere la sua fonte di vita, lavorandoci quotidianamente nella concessionaria Fiat-Lancia e poi, a inizio terzo millennio, fondando la concessionaria TargaAuto di San Secondo di Pinerolo, avventura iniziata e proseguita tuttora insieme a Enzo Saluzzo, con il quale lavora da un quarto di secolo, ancora prima di mettersi in società.

Oltre la mia passione per le auto da rally, ho la passione per la caccia, la mountain-bike e lo snowboard alpino che pratico a buon livello. Per trent’anni mi sembrava che quelle passioni mi bastassero”.

Ma si sa, le concessionarie auto sono un porto di mare, con gente che va e viene, racconta storie e porta notizie.

Un giorno un amico mi disse che a Cuneo stavano vendendo una Panda Trofeo. Fu un raptus. Andai a Cuneo e in meno di dieci minuti ho concluso l’acquisto”.

Ancora una volta è il Rally Team ‘971 a essere il palcoscenico del ritorno in gara di Roberto Gobbin.

Nel tempo si parlava di rally con molte persone; la passione c’era e in una concessionaria si parla di poche altre cose oltre alle auto, specie di quelle da corsa. Una delle persone con la quale chiacchieravo spesso di rally era Davide Gulfi, con cui avevo anche rapporti di lavoro oltre che di amicizia. Avevamo sempre detto che se fossi tornato a correre lo avrei fatto con lui e così fu”.

La gara chierese di fine maggio 2015 non fu fortunata e i due pinerolesi si ritirarono già nelle prime battute, per l’immediata rottura di un manicotto dell’olio. Ma ormai il germe era inoculato nelle vene di Gobbin e Gulfi che due mesi dopo si presentano al via del Rally del Tartufo senza ottenere miglior fortuna. La sorte cambia al Pietra di Bagnolo di inizio settembre quando i due portacolori di Winners Rally Team, la scuderia che seguirà Gobbin in tutte le gare della sua Fase-2 rallistica, salgono sul podio di Classe A5, prima di fare centro pieno vincendo la Classe A5 al Rally del Grignolino di fine novembre dello stesso anno, loro quinta gara insieme.

Inizialmente mi curavano la Panda Orazio Ribet e suo figlio Flavio, anche loro nel giro dei rally, che però non potevano seguirla per i loro impegni. Fu Flavio Tarantino a presentarmi Dario e Michi di EVO Motorsport che mi seguono tuttora, che misero le mani sulla Panda, avvalendosi anche la consulenza di Rino Edmondo di RoRally, uno dei maggiori specialisti delle piccole Fiat”.

A fine anno per la prima volta sale a destra di Roberto Gobbin Renzo Fraschia, navigatore della Val Chisone che vanta un’esperienza di oltre 200 gare e sarà al fianco del pilota pinerolese per 18 delle sue trenta gare disputate.

Renzo è stato fondamentale nel mio percorso di crescita. Guidare una vettura stradale, anche se potente, è assolutamente differente dal gareggiare in prova speciale in un rally. Nonostante la mia lunga militanza nel mondo delle automobili, i consigli di Renzo Fraschia sono stati preziosi per affinare il mio stile di guida, per lavorare sugli assetti e su tutti quei particolari che trasformano una gara di metà classifica in una vincente”.

Con Fraschia a fianco si prende delle belle soddisfazioni, conquistando per otto volte la vittoria di Classe (le altre due arrivano con Davide Gulfi, al Grignolino 2015 e Flavio Tarantino al Rally di Alba 2016).

La Classe A5 è sempre stata una categoria battagliatissima dove la differenza fra il vincere e il perdere si misura in una manciata di secondi. E ciò è bellissimo. Con la Panda mi sono preso delle belle soddisfazioni. Ricordo ancora il dosso del Team quando la Panda sembrava non voler più scendere a terra, o la grande battaglia al Rally della Lanterna del 2018 quando io e Renzo abbiamo vinto la classe su strade bellissime, in una gara organizzata alla perfezione, dopo una battaglia durata dall’inizio alla fine della gara, anche se abbiamo vinto tutte le prove speciali”.

Anche i grandi amori a volte finiscono.

E nella primavera scorsa è finita la liaison fra Roberto Gobbin e la Panda Kit.

Lo scorso anno ho iniziato al Valli Cuneesi con Alessandro Cervi. Abbiamo vinto la prima prova, poi siamo finiti indietro e ci siamo ritirati. Sono partito al successivo Grappolo affiancato da Renzo Fraschia. Dopo sette prove eravamo al comando della Classe A5 ma nell’ultima speciale ci siamo fermati. Era ora di dire basta. Facevamo fatica a trovare i ricambi della Panda e la vettura non era più affidabile”.

A quel punto Gobbin decide di voltare pagina.

La sua TargaAuto è concessionaria Abarth e lui è da sempre appassionato di auto dello Scorpione.

Volevo cambiare vettura, ma volevo continuare a correre con una vettura italiana come ho sempre fatto. Era d’obbligo rivolgerci all’Abarth e abbiamo contattato Giovanni Bernacchini che seguiva i clienti Abarth e abbiamo acquistato una 124 Abarth Rally nuova che non aveva mai corso”.

Nonostante la vettura abbia già tutti gli sviluppi necessari è necessario affinarla e lavorarci su per renderla competitiva nei rally.

La 124 Abarth Rally è una piccola WRC con 310 cavalli di potenza trazione posteriore e moltissima elettronica cui bisogna assuefarsi. È divertentissima da guidare e ammiratissima nei parchi assistenza, al punto che regolarmente arrivano persone, sia giovani sia quelli che si ricordano la spider degli anni Settanta per farsi fotografare a fianco”.

La seconda parte della stagione, dopo i due ritiri con la Panda, è favorevole a Gobbin-Fraschia che conquistano quattro vittorie di classe nelle quattro gare di Coppa Italia che disputano (oltre la cronoscalata della Cesana-Sestriere), nonostante siano state disputate tutte in condizioni meteorologiche a dir poco proibitive. Con la ciliegina sulla torta del 15esimo assoluto al Rally Città di Torino.

A fine anno sono stato ammesso alla finale del CIR-WRC di Como, una gara su prove difficilissime con tutti migliori specialisti italiani che si giocavano il titolo nelle varie categorie. Purtroppo abbiamo avuto problemi di elettronica che ci hanno fatto precipitare nella classifica assoluta in una posizione che non era quella che ci aspettavamo. Abbiamo comunque vinto la Categoria R-GT, una vittoria che mi da il titolo tricolore di Coppa Italia di categoria. E nuovi stimoli per la stagione 2020”.

Che non è mai partita.

Volevo togliermi la soddisfazione di fare qualche gara all’estero seguendo il Trofeo 124 Abarth che prevede gare in giro per l’Europa. Abbiamo lavorato tutto l’inverno per avere la 124 Abarth Rally nelle migliori condizioni possibili, preso contatti con sponsor che erano interessati al mio programma. Il Coronavirus ha fermato tutto, ma appena riaccenderanno il semaforo verde in prova speciale io sarò nuovamente al via”.