Il Gruppo Renault installa una linea di produzione di mascherine a Flins per soddisfare il proprio fabbisogno

Boulogne-Billancourt, 20 maggio 2020 – Il Gruppo Renault ha annunciato, in data odierna, di essersi dotato di una linea di produzione di mascherine per soddisfare il proprio fabbisogno e garantire ai propri collaboratori salute e sicurezza in tutte le sedi e nella Rete commerciale in Europa (siti industriali e terziari, nonché Rete di concessionari Renault e privata). Quest’unità di produzione sarà operativa presso lo stabilimento Renault di Flins, in Francia, e inizierà la produzione dal prossimo luglio, consentendo di realizzare fino a 1,5 milioni di mascherine di tipo chirurgico alla settimana.

Dotandosi di una linea di produzione di mascherine di tecnologia francese, il Gruppo intende trovare una soluzione permanente per garantirsi gli approvvigionamenti, far fronte ai rischi di carenze, ritardi e inflazione dei prezzi, nonché contribuire a ridurre la forte pressione della domanda su questo mercato.

Questa decisione è stata presa di concerto con i medici e il Dipartimento HSE (Igiene, Salute, Ambiente) del Gruppo, in linea con il protocollo sanitario adottato a livello locale, la cui priorità assoluta è la salute delle persone coinvolte nella ripresa delle attività.

La linea di produzione effettua automaticamente interventi di saldatura per ultrasuoni, passando da diverse operazioni: srotolamento del tessuto non tessuto, taglio e posizionamento della barretta nasale, saldatura e taglio, capovolgimento della mascherina, posa e saldatura degli elastici. Il controllo effettuato tramite telecamera consente di verificare la produzione e garantire un altissimo livello di qualità. Tutti i macchinari e i materiali utilizzati per la produzione saranno di provenienza francese o europea.

Una ventina di collaboratori saranno formati a giugno dal fornitore dell’unità di produzione per poi essere assegnati all’area di realizzazione delle mascherine.

La linea rispetterà gli standard di sicurezza del Gruppo e le mascherine prodotte saranno certificate in base alle norme vigenti.

Il progetto prevede l’allestimento di un edificio di 1.000 m2  presso lo stabilimento Renault di Flins, per accogliere la linea di produzione e le aree logistiche connesse. La produzione sarà, successivamente, inviata e centralizzata presso il sito Renault di Saint André de l’Eure (Sofrastock in Francia), prima di essere suddivisa tra le varie sedi francesi ed europee.

“Storie Alfa Romeo”, quinta puntata.  “Gazzelle” e “Pantere” sulle strade italiane: le berline sportive Alfa Romeo al servizio della legge

  • La quinta puntata delle “Storie Alfa Romeo” racconta l’Italia del dopoguerra, dalla ricostruzione al boom economico.
  • In quegli anni si consolida il mito Alfa Romeo: le più veloci su pista e su strada, diventano uno status symbol oltre che le vetture perfette per servire lo Stato con la livrea della Polizia e quella dei Carabinieri.
  • Dalla 1900 del 1950 alla Giulia di oggi, le Forze dell’Ordine hanno arruolato tutti i più significativi modelli del Biscione.
  • Negli stessi anni Alfa Romeo evolve e si modernizza, imbocca la strada della produzione in serie mantenendo immutato il fascino e il calore dell’artigianalità.
  • Il successo va di pari passo con l’evoluzione e le vendite crescono: la Giulietta – oltre 177 mila unità dal 1954 – è “la fidanzata d’Italia”, e la sua erede Giulia, venduta in più di 570 mila esemplari, un’icona tricolore.

Le auto dei Corpi dello Stato. Nell’Italia del dopoguerra, le Alfa Romeo sono un mito. Hanno dimostrato su pista e su strada di essere più veloci di qualsiasi altra auto. Sono potenti, e vincono sempre – come il bene sul male. Hanno tutte le caratteristiche tecniche e simboliche per diventare le auto dei Corpi dello Stato.

Il legame tra Alfa Romeo e le Forze dell’Ordine è un piccolo pezzo di storia della Repubblica. A partire dagli anni cinquanta, le Alfa Romeo vengono selezionate per il servizio di pronto intervento. Diventano le “volanti”, una presenza familiare per i cittadini, ed entrano nel linguaggio comune: quelle della Polizia sono ribattezzate “Pantere”, e quelle dei Carabinieri “Gazzelle”. Due metafore che sottolineano potenza e agilità.

La prima Pantera è un’Alfa Romeo 1900 del 1952: le sue linee aggressive ispirano il nome stesso.

La prima Gazzella è di pochi anni dopo. La più famosa di tutte è la Giulia Super; ma le Forze dell’Ordine arruolano moltissimi altri modelli Alfa Romeo, praticamente tutti i più importanti,  dalla Matta all’Alfasud, dall’Alfa 75 all’Alfetta, dalla 156 alla Giulia di oggi.

Alfa Romeo è un modo di vivere. La storia del rapporto con le Forze dell’Ordine corre parallela alla storia dell’evoluzione Alfa Romeo. E questo tema ci porta a fare la conoscenza di un altro protagonista: il torinese di origine sarda Orazio Satta Puliga, un grande innamorato di Alfa Romeo.

A lui si deve la famosa frase: “Ci sono molte Marche di automobili, e tra esse l’Alfa occupa un posto a parte. È una specie di malattia, l’entusiasmo per un mezzo di trasporto. È un modo di vivere, un modo tutto particolare di concepire un veicolo a motore”.

Nominato direttore della progettazione nel 1946, Satta Puliga ha davanti a sé un arduo compito: non solo ricostruire quanto la guerra ha distrutto, ma anche trasformare un’azienda artigianale in una manifattura moderna, continuando sulla strada avviata da Ugo Gobbato.

Satta Puliga inizia subito. Al suo arrivo, Alfa Romeo produce al Portello ogni singola parte meccanica, in base a criteri di alta artigianalità; lui razionalizza il processo, esternalizza i componenti secondari e abbatte i costi. E intanto pensa a creare le nuove Alfa Romeo “di serie”, da costruire con le più efficienti metodologie tecniche e organizzative disponibili.

1900, la prima pantera. La 1900 di Satta Puliga del 1950 è la prima Alfa Romeo con la guida a sinistra, e la prima ad adottare una struttura a scocca autoportante. Ha abbandonato i tradizionali 6 e 8 cilindri per un nuovo motore con frazionamento a 4 cilindri, testata in alluminio e due assi a camme comandati da catena. Il motore è alimentato da un solo carburatore, e offre brillantezza con una classe fiscale contenuta. La 1900 eroga 80 cavalli, è scattante e veloce come ci si aspetta sia un’Alfa Romeo, ma è anche molto facile da guidare. In altre parole, si rivolge a un mercato più grande. Lo slogan che accompagna il lancio è: “La vettura di famiglia che vince nelle corse”.

La 1900 è anche la prima Alfa Romeo a nascere su catena di montaggio. Una vera rivoluzione: i tempi di produzione dell’auto completa scendono da 240 a 100 ore. Il nuovo approccio porta a un successo commerciale mai visto: da sola, 1900 vende più di quanto avesse fatto l’intera Alfa Romeo fino a quel momento.

Il risultato nasce anche da un’accorta gestione del ciclo di prodotto. Vengono introdotte varianti ad alte prestazioni (la 1900 TI,  la 1900 C Sprint e Super Sprint, la 1900 Super) che vincono importanti competizioni internazionali di categoria.

E continua la collaborazione con i carrozzieri: su meccanica 1900 nasce la serie delle concept car BAT (Berlinetta Aerodinamica Tecnica), firmate da Bertone e disegnate dal giovane Franco Scaglione.

Lo stesso motore della 1900 viene anche adottato dall’AR51, più nota come “Matta”: un 4×4 nato per sostituire i fuoristrada post-bellici delle Forze Armate italiane.

Un milanese che ama la cultura e la boxe, Se con la 1900 Alfa Romeo ha imboccato la strada della produzione in serie, è con Giulietta che si trasforma in una grande fabbrica di automobili. L’uomo che guida la trasformazione è Giuseppe Luraghi.

Nato a Milano, nei suoi anni universitari alla Bocconi ha anche praticato la “nobile arte” della boxe. Quando entra nelle nostre storie è già riconosciuto come un manager di grande spessore, con una lunga esperienza in Pirelli. Dal 1951 al 1958 è direttore generale di Finmeccanica, la holding che controlla Alfa Romeo. Dopo un breve parentesi in Lanerossi, torna nel 1960 come presidente di Alfa Romeo stessa, ruolo che manterrà fino al 1974.

Scrittore, giornalista, editore, Luraghi è promotore di iniziative culturali anche in ambito aziendale. Nel 1953 affida a Leonardo Sinisgalli, “il poeta ingegnere”, il compito di creare una rivista che unisca in dialogo la cultura umanistica, la conoscenza tecnica e l’arte. Nasce così “La Civiltà delle Macchine”, su cui scrivono anche Ungaretti e Gadda.

Alla vigilia del “boom”. Al suo arrivo in Alfa Romeo, Luraghi rivoluziona la struttura chiamando in azienda il designer Rudolf Hruska, e Francesco Quaroni per riorganizzare i processi industriali. C’è una grande opportunità da cogliere: il Marchio ha eccezionale visibilità, le sue vittorie sportive esaltano e fanno sognare milioni di persone. Occorre dare a tutto questo un riscontro commerciale. Siamo alla vigilia del boom economico, e l’auto è il bene più desiderato: il possesso di un’Alfa Romeo deve diventare la prova visibile del raggiunto benessere.

Da prodotto di élite a oggetto aspirazionale: la Casa concentra in questa direzione le sue risorse progettuali e industriali. E Giulietta nasce per essere il modello della svolta – che fa crescere le vendite, ma al tempo stesso conferma la tradizione tecnica e la vocazione sportiva del Marchio.

Giulietta, la prima gazzella. Il nuovo modello ci riporta al legame di Alfa Romeo con le Forze dell’Ordine. La prima Gazzella dei Carabinieri è proprio una Giulietta destinata al servizio di pattuglia, ed entra in servizio già equipaggiata con impianto radio per il collegamento con la Centrale. Nel linguaggio dell’Arma, la Gazzella rappresenta il pilota di radiomobile: veloce, agile e resistente. Queste caratteristiche vengono immediatamente trasferite alla vettura.

Più corta, più stretta, più leggera della 1900, Giulietta porta Alfa Romeo in un segmento nuovo, per un nuovo pubblico. Offre linee moderne e filanti all’esterno e grande abitabilità all’interno, insieme con tenuta di strada, ripresa e velocità. Il suo motore (interamente in alluminio) eroga 65 cavalli per una velocità massima di 165 chilometri orari.

Al Salone di Torino del 1954, Giulietta fa il suo esordio in versione coupé. Giulietta Sprint, disegnata da Bertone, è una vetturetta bassa, compatta e slanciata che diventa un “instant classic”. Da notare che la sportiva nasce prima del modello standard: una scelta poco convenzionale (e molto Alfa Romeo), riproposta pochi anni fa da Giulia Quadrifoglio.

Giulietta raggiunge un livello di popolarità eccezionale, che le vale il soprannome di “fidanzata d’Italia”. Il risultato di vendite è altrettanto straordinario: oltre 177 mila unità.

Giulia, la rivoluzione. Solo una vettura rivoluzionaria potrà sostituire Giulietta. Satta Puliga lo sa bene. E la sua squadra (Giuseppe Busso, Ivo Colucci, Livio Nicolis, Giuseppe Scarnati e il collaudatore Consalvo Sanesi) sviluppa una vettura che è decisamente avanti rispetto al suo tempo.

Giulia è una delle prime vetture al mondo con struttura portante a deformazione differenziata. La parte anteriore e posteriore è studiata per assorbire gli urti, e l’abitacolo è estremamente rigido per proteggere gli occupanti: soluzioni che diventerannno obbligatorie solo molto più tardi.

Il motore biabero 1.6 litri della Giulia rappresenta una evoluzione del 1.3 quattro cilindri, e si distingue per le valvole di scarico raffreddate con inserti di sodio.

Anche il design di Giulia è rivoluzionario. Giulia è compatta, ben proporzionata nei volumi e con uno stile unico. Il frontale basso e la coda tronca sono ispirati da motivazioni aerodinamiche. “Disegnata dal vento”, recita la pubblicità di lancio. Grazie all’innovativo lavoro di sviluppo in galleria del vento, il Cx di Giulia è straordinario per l’epoca: solo 0,34.

Il modello riscuote un successo eccezionale: oltre 570 mila vendite complessive (più del triplo di Giulietta). Giulia diventa un’icona italiana.

Chi visita il Museo Storico di Arese trova una sala dedicata all’Alfa Romeo nel cinema. Tra molte presenze illustri, Giulia spicca come protagonista assoluta di molti film “poliziotteschi” del tempo – nati come “B-movie”, e diventati poi oggetto di culto. In queste pellicole dove “guardie e ladri” si sfidano, Giulia è spesso l’auto di entrambi.

Rallisti ai tempi del Coronavirus. Roberto Malvasio si racconta: dall’esordio fra i birilli alla 124 Abarth, passando per le cronoscalate

Il pilota genovese è nato negli slalom, specialità in cui ha conquistato dieci titoli tricolori, approdando un decennio fa alle cronoscalate, senza dimenticare i rally. A inizio anno aveva in programma di salire sulla Hyundai i20 R5, ma il Coronavirus ha per ora fermato tutto. Testi di Tommaso M. Valinotti, immagini di Elio Magnano  (www.fotomagnano.com)

RONCO SCRIVIA (GE) – Chi meglio di Roberto Malvasio può parlare con conoscenza di causa del mondo dei motori da competizione. Dalla sua posizione di slalomista, protagonista delle cronoscalate, rallista e soprattutto per il fatto di essere uno degli uomini chiave della OMP, ha il polso della situazione del motorsport come pochi possono vantare.

Sono sempre stato appassionato di motori sin da piccolino, anche se provengo da una famiglia in cui le automobili e soprattutto le corse erano cose totalmente estranee” afferma il pilota genovese.

Però, quando il sacro fuoco delle corse circola veloce nel sangue, uno la passione se la coltiva da solo. E inevitabilmente incoccia chi quella passione l’alimenta e spesso la concretizza. L’uomo che ha dato realtà a quelle che erano fantasie del giovane Malvasio è un carrozziere di Ronco Scrivia che, oltre a tirare su parafanghi e raddrizzare bauli tamponati, è un appassionato di slalom; non dimentichiamo che nella zona si disputavano due classiche fra i birilli come lo slalom Mignanego-Giovi e la Ceranesi-Praglia. Il gioco è fatto.

Il carrozziere era Gaetano Balbi, Roberto Malvasio era amico del figlio, che aveva preparato una 126 prototipo con la quale il quasi 23enne neo pilota di Ronco-Scrivia prese parte alla Mignanego-Giovi del 1990 nella tradizionale data del primo maggio. La gara non va nel migliore dei modi, la 126 ha qualche problema di gioventù, ma Roberto Malvasio arriva in cima ed è quello l’importante per un esordiente.

Da quel momento ho intensificato la mia attività negli slalom, l’unica specialità alla mia portata sia di tempo sia a livello economico. In famiglia non mi hanno mai ostacolato, però nemmeno non mi hanno mai aiutato, visto che non condividevano la mia passione”.

Nel quotidiano Roberto Malvasio si accontenta di guidare la 127 di famiglia, mentre con il passare del tempo prepara una Peugeot 205 Rallye con la quale affronta il Superslalom, il challenge che allora va per la maggiore, organizzato da Mauro Scanavino e che vede al via un centinaio di piloti a ogni occasione. Il lavoro di sviluppo della berlinetta del Leone termina a inizio 1995, quando Malvasio passa alla Renault 5 GT Turbo di Saccone, con la quale tenta l’assalto al Campionato Italiano Gruppo N.

Ero uno sconosciuto senza palmares e vinsi immediatamente le prime due gare segnando lo scompiglio fra gli avversari”. E da quel momento Roberto Malvasio è nel mirino degli avversari che si sfidano fra i birilli, anche perché è vincente conquistando ogni anno il trofeo che si prefigge, sia esso il Trofeo Nord Slalom o la Coppa Csai di categoria. La Renault 5 GT Turbo è una gran macchina, che va forte ma, come tutti i piloti, Malvasio vuole qualcosa di più. Che si concretizza nel 1998 con la Peugeot 205 Gruppo A curata da Salino che quell’anno gli porta il titolo tricolore Gruppo A, per passare l’anno successivo alla Clio Williams Gruppo N, la vettura alla quale, forse, è più affezionato, avendo disputato al volante della velocissima vettura francese oltre 100 gare conquistando i titoli italiani Gruppo N nel 2000 e 2001 e l’anno successivo il Gruppo A.

In totale ho vinto dieci titoli nazionali fra i birilli, una specialità che mi ha dato molto e che mi ha permesso di guidare vetture molto prestazionali. L’ultima delle quali è stata la biposto Radical che mi ha messo a disposizione l’Autosport Sorrento a cominciare dal 2007 e con la quale ho corso fino al 2012 alternandola con la Clio RS Gruppo N, che in quell’anno mi ha regalato il titolo nazionale di Gruppo, mentre con la Radical ho vinto il Trofeo Nord”.

Un po’ come i pugili, che quando sono vincenti in una categoria fanno fatica a passare a quella superiore, Roberto Malvasio ha faticato emotivamente a staccarsi dagli slalom

Gli slalom sono stati un momento bellissimo del mio percorso agonistico. Ricordo un podio assoluto, conquistato con la Clio Williams alla Susa-Moncenisio nel 1997 sotto la  pioggia con 110 partecipanti al via preceduto da due mostri come una Osella e una Delta S4. Una gara che resterà per sempre nei miei ricordi

Le altre specialità arrivano alla chetichella.

Nel 1992 ho disputato il Rally Valli Genovesi con la mia Peugeot 205 Gruppo N in una notte di nebbia da tregenda. Invece ho dovuto aspettare il 2010 per iniziare a correre nelle cronoscalate. E ciò è dovuto esclusivamente a un discorso economico. Le salite hanno un costo decisamente superiore agli slalom. Se corri con un prototipo devi mettere in conto di usare un treno di gomme a gara e devi presentarti sul posto al giovedì per essere competitivo. E le gare sono quasi tutte lontane da Genova. Il primo anno disputai la Gubbio-Madonna della Cima in provincia di Perugia e la Limabetone nei monti di Pistoia. Nel 2013 ho disputato un paio di gare con la Radical, ed è stato molto divertente e con la berlinetta dell’Austosport Sorrento nel 2014 ho vinto la classifica moderne alla Cesana-Sestriere. Una gande soddisfazione

Nel 2015 Roberto Malvasio stringe un accordo con Claudio De Ciampis de L’Aquila per guidare la sua Osella ex Pasquale Irlando, una vettura dal palmares importante.

In quell’anno mi dedicai completamente alle cronoscalate, impegnandomi in tutto il Campionato Italiano, cosa che ha significato disputare due gare in Sicilia, un’altra in Calabria, un’altra ancora in Puglia, oltre a tutte quelle del Nord e Centro Italia, ma alla fine ho centrato il titolo tricolore di categoria ed è stato bello”.

L’esperienza di Malvasio permette al pilota genovese di evidenziare qual è il fascino delle gare in salita.

È una scarica di adrenalina che ha pochi uguali. Percorsi di gara da affrontare a velocità elevatissime, attorno ai 200 all’ora; strade di montagna che sono state costruite per le vetture di uso quotidiano. Una gara come la Trento-Bondone, la più lunga in Italia con i suoi 17 chilometri, si fa in appena dieci minuti. È facile calcolare la media e immaginare la velocità di punta. È una specialità per perfezionisti. Se non riesci a imparare a memoria il percorso, senza alcun tentennamento, stai a casa. A volte, per imparare il percorso di gara, ho fatto mille chilometri nei due o tre giorni precedenti l’evento. L’ideale è poter impostare un programma completo come ho fatto nel 2015. Dieci gare, tutte con la stessa macchina, precedute da test in pista in modo da avere la vettura cucita addosso al primo semaforo di partenza”.

Malvasio, anche per questioni di tempo, ha lasciato un po’ in disparte il discorso rally e nei quasi trent’anni di corse ha disputato una ventina di gare su strada o poco più.

Ho corso in modo sporadico sulle prove speciali con le macchine che mi venivano offerte, e ciò mi ha sicuramente impedito di ottenere risultati significativi. Ho preferibilmente disputato le gare soprattutto di zona a cominciare dal Rally Altavalpolcevera, che mi ha visto al via sei volte, la prima delle quali con una Opel Kadett di Scaduta Omologazione. Ho corso con vetture interessanti come la Clio Williams e la Clio RS, ma anche con la Honda Civic, una vettura velocissima e recentemente con la 124 Abarth Rally. La gara che mi ha dato maggiori soddisfazioni è stato il Rally dell’Evançon del 2008 quando ho vinto il Gruppo N con una Clio RS riuscendo a stare davanti ai velocissimi locali. Anche se ho disputato pochi rally, non significa che mi piacciano meno. Una volta li seguivo assiduamente, anche perché i rally sono una festa fra amici, specie quando si correvano di notte al buio, quando si stava via delle notti intere”.

Recentemente Roberto Malvasio ha disputato due gare con la 124 Abarth e avrebbe dovuto esordire a inizio anno con una Hyundai i20 R5 a Castelletto di Branduzzo. Il Coronavirus ha rimandato, per il momento, tutto.

Una particolarità che distingue Roberto Malvasio dai numerosi frequentatori delle gare è il fatto di lavorare in OMP, una delle aziende leader nel settore dell’abbigliamento e degli accessori nel motorsport.

Ho iniziato a lavorare in OMP nel 1998 nel periodo in cui correvo negli slalom. L’azienda ha la sua sede a Ronco Scrivia, dove vivo e ho conosciuto Roberto, uno dei fratelli Percivale i titolari, che anche lui correva. Abbiamo parlato diverse volte, poi quando è venuta l’occasione mi hanno fatto un colloquio e mi hanno assunto”.

Raccontato così sembra facile e quasi scontato.

In realtà il mio amore per le auto da corsa viaggia di pari passo con la passione per la meccanica. Ho lavorato in officina, poi ho fatto il manutentore in una grossa azienda seguendo i macchinari della produzione. In OMP mi sono occupato e mi occupo di molte cose, dagli acquisti e produzione e per un certo periodo delle omologazioni dei prodotti”.

Una posizione che gli ha permesso di incontrare molti personaggi del motorsport.

Da ragazzino il mio idolo era Markku Alen che seguivo con passione quando andavo a vedere il Monte-Carlo o il Sanremo. In azienda ho avuto modo di conoscere un personaggio incredibile come Mauro Nesti, che era amico dei titolari. Spesso passava il lunedì dopo le gare e ci raccontava quanto aveva fatto la domenica, con una serie di aneddoti molto divertenti e illuminanti. Un vero monumento delle cronoscalate”.

OMP è stata partner di Michael Schumacher negli anni in cui corse con la Ferrari.

Schumacher è stato uno degli ultimi piloti a scegliere il partner dell’abbigliamento indipendentemente dal team. I primi approcci avvennero quando stava lasciando la Benetton per approdare in Ferrari. Un personaggio simile va seguito costantemente, dai momenti in cui fa i test sino a quando si schiera sulla griglia di partenza. Per questo motivo c’era una persona dedicata esclusivamente a Schumacher. Molti credono che siano solo capricci di campioni viziati; in realtà, a quel livello, ci sono delle esigenze che cambiano da gara a gara, alle quali bisogna rispondere con la massima sollecitudine. E noi lo abbiamo sempre fatto. Come nel recente passato lo abbiamo fatto nel WRC con il team Volkswagen e lo stiamo facendo con la squadra Toyota adesso”.

E che ricominceranno a seguire Sébastien Ogier-Julien Ingrassia, Elfyn Evans-Scott Martin e Kalle Rovanperä-Jonne Halttunen appena torneranno sulle strade iridate.

La Susa-Moncenisio rimandata a data da destinarsi

Il 13 e il 14 giugno si sarebbe dovuta correre la Susa-Moncenisio, la competizione che in 118 anni – nel 1902 si corse la prima edizione – ha scritto pagine memorabili della storia dell’automobilismo sportivo. Si sarebbe, perché dopo settimane di attesa, di speranza, di fiducia incrollabile nelle proprie capacità organizzative, ma anche di estrema consapevolezza della situazione di emergenza sanitaria legata al Covid-19, Supergara, organizzatore della manifestazione, ha deciso di rinviare la Susa-Moncenisio a data da destinarsi. “In oltre un secolo di vita”, commenta Mauro Scanavino, patron del sodalizio albese che da anni rende possibile questa “festa dei motori” all’ombra dell’Arco di Augusto a Susa, “la Susa-Moncenisio è stata fermata solo da due conflitti mondiali e da problemi di natura finanziaria. Ma, per senso di responsabilità e nel rispetto della salute e dell’incolumità di tutti i soggetti coinvolti e in attesa di chiare linee guida dettate dalla federazione, non avremmo potuto fare diversamente”. L’appuntamento della Susa-Moncenisio è solo rimandato. Torneranno i motori delle auto da corsa a rombare lungo le curve della vecchia strada napoleonica che da Susa conduce al Moncenisio e con loro i piloti pronti a sfidarsi nella gara che Enzo Ferrari definiva “La regina della montagna”. Torneranno insieme al pubblico degli appassionati, pronti ad applaudire i passaggi più spettacolari degli emuli di Vincenzo Lancia, il primo a scrivere il proprio nome nel “Libro d’Oro” su una Fiat HP 24.

Se è vero che, citando Steve McQuenn, “La vita è correre e il resto è soltanto attesa”, è altrettanto vero che questo è il momento di attendere. Per tornare, il prima possibile, a pensare alle proprie passioni, a correre e a vivere.

La foto del giorno: Elio Magnano immortala la guerra dei droni

Foto Elio Magnano (www.fotomagnano.com)

PATTADA (SS), 25 maggio – I droni stanno diventando padroni dei cieli. Compiono missioni militari, evitando il rischio di perdite umane di piloti e aviatori. Sorvegliano le città, possono fare consegne senza che il fattorino si muova dalla scrivania; sono usati nelle ricognizioni aeree e ci offrono immagini di città, campagne e manifestazioni particolarmente spettacolari.

Anche il mondo dei rally non poteva non essere interessato alla presenza di droni nei suoi cieli per ottenere immagini sempre più suggestive ed emozionanti.

Ma come spesso accade si esagera. Lo dimostra questa spettacolare immagine scattata da Elio Magnano sul Miky’s Jump del Rally di Sardegna nel 2017 che ritrae la Toyota Yaris WRC di Esapekka Lappi che vola in cielo, più in alto del drone che vuole osservare la berlinetta giapponese troppo da vicino lo colpisce al volo e lo abbatte senza troppi complimenti.

Drone distrutto in mille pezzi, marshall che subito impacchettano il pilota troppo curioso ed Esapekka che prosegue incurante conquistando un ottimo quarto posto nella classifica generale

 

Non si ferma il richiamo del ghiaccio. Ecco la prima bozza del calendario The Ice Challenge 2020-2021

23.05.2020 – Dopo la grandiosa stagione 2020, il Campionato Italiano Velocità su Ghiaccio The Ice Challenge guarda avanti con decisione, cercando di lasciarsi alle spalle il momento critico che il mondo del motorsport sta attraversando. Con grande determinazione, lo staff di BMG Motor Events, anima della popolare serie su ghiaccio tricolore, ha stilato la prima bozza del calendario 2020-2021 che si candida per essere una delle edizioni più spettacolari di sempre.
“Abbiamo avuto la fortuna di poter disputare la stagione completa di The Ice Challenge prima che il mondo si fermasse, – hanno commentato gli organizzatori, – e in questi mesi di lockdown non abbiamo mai smesso di pensare al futuro del campionato cercando di lasciarci quanto prima alle spalle questo momento difficile. Avevamo annunciato che entro l’estate avremmo preparato il calendario di massima della prossima stagione ed eccoci qui. Abbiamo cercato di seguire le indicazioni che ci sono pervenute dai team e dai piloti partecipanti e possiamo guardare ai prossimi mesi invernali con fiducia e con tanta voglia di un nuovo grande spettacolo”.
La stagione The Ice Challenge 2020-2021, come suggerisce anche la titolazione, partirà già nell’anno in corso, con un programma di 7 gare distribuite su 6 weekend. “Si tratta di una scelta che ha due motivazioni principali – hanno proseguito in BMG Motor Events. – Abbiamo dovuto chiudere l’edizione 2020 anzitempo per mancanza di neve, e quindi vorremmo riprendere la nuova stagione nel 2020 per terminare idealmente quanto non abbiamo potuto fare lo scorso inverno. Oltre a questo aspetto per certi versi romantico e dovuto nei confronti di team e piloti che ci supportano con grande passione, c’è anche il fattore neve: iniziare a dicembre dovrebbe permetterci di poter sfruttare al meglio il periodo invernale e scongiurare quindi l’eventualità di una riduzione del calendario per mancato innevamento”.
La nuova stagione inizierà a metà dicembre da Cervinia, uno dei tracciati scenograficamente più spettacolari. L’impianto ospiterà The Ice Challenge come primo evento e questo dovrebbe garantire una pista appena tracciata, più lineare e un appuntamento con meno imperfezioni rispetto alla passata stagione, esordio di un nuovo ciclo. L’idea è quella di consentire i test in pista al sabato per tornare in sintonia con il ghiaccio prima della vera gara alla domenica.
Si proseguirà oltralpe il 20 dicembre per la prima uscita fuori confine a Serre Chevalier, proprio laddove la stagione scorsa si è purtroppo conclusa anzitempo. La prima data 2021 sarà quella di Livigno, confermato il 9 e 10 gennaio con una succosa novità: due gare, una al sabato e una alla domenica, per rendere ancora più appetibile il round livignasco. Il 17 gennaio il circus di The Ice Challenge farà quindi tappa a Pragelato, la pista storica ed immancabile, dove si sono consumate alcune delle più belle battaglie degli ultimi anni.
L’ultima parte della stagione vedrà nuovamente il ritorno a Pragelato il 31 gennaio per poi chiudere il 14 febbraio 2021 a Serre Chevalier, ultimo atto di un calendario particolarmente completo ed interessante.
“Il calendario potrebbe subire delle variazioni – hanno concluso in BMG Motor Events, “e stiamo lavorando anche per riuscire a concretizzare altre idee che abbiamo sul piatto, come la possibilità di organizzare dei test pre stagionali e a stagione in corso, un aspetto che sappiamo essere molto importante per una specialità che vive in pochi weekend all’anno e dove per vincere è richiesta una grande competitività di uomini e mezzi fin dal primo giro in pista. Siamo inoltre in contatto con altre location e con piste completamente nuove per The Ice Challenge, per cercare di avere più opzioni nel caso il meteo non fosse così in sintonia con il campionato”.

 

 

The Ice Challenge 2020-2021 | Calendario
12-13 dicembre 2020 – Cervinia
20 dicembre 2020 – Serre Chevalier (FRA)
9-10 gennaio 2021 – Livigno
17 gennaio 2021 – Pragelato
31 gennaio 2021 – Pragelato
14 febbraio 2021 – Serre Chevalier (FRA)

Rimandata al 2021 la Rieti – Terminillo

La gara aveva ottenuto la validità per il Campionato Italiano Velocità Montagna e per il Trofeo Italiano Velocità Montagna nord e sud.

Non si correrà la 57esima Rieti Terminillo, organizzata dall’Automobile Club di Rieti e in programma nelle date dell’8 e 9 agosto 2020.

La decisione arriva al termine della riunione del Cda, condivisa dal collegio sindacale e dal direttore di gara. È il presidente dell’Automobile Club Rieti Inncenzo de Sanctis a comunicare il sofferto, ma necessario rinvio.

“L’emergenza sanitaria provocata dal Coronavirus  – spiega de Sanctis – e le difficoltà nel programmare gli ultimi preparativi, necessari per rispettare l’alta qualità della gara, hanno portato alla decisione.
Non abbiamo preso in considerazione l’ipotesi a porte chiuse, sarebbe stato inutile proporre una gara solo per gli stretti organizzatori.
Poi c’è l’aspetto economico, con gli sponsor che in questo momento non potrebbero garantire il loro supporto.
Dopo attente riflessioni abbiamo preso questa decisione che ci permette di mantenere il titolo per il 2021, per il quale cominceremo da subito a lavorare per continuare ad ottenere ottimi risultati, come abbiamo sempre fatto.
Il nostro grazie va oggi a tutti coloro che ci hanno supportato e che continueranno a sostenere questo importante momento dello sport automobilistico italiano. La Rieti Terminillo rappresenta un indiscutibile valore aggiunto per la nostra amata città e per la località turistica del Terminillo. Per evitare sovrapposizioni con altri eventi del territorio, abbiamo già chiesto che la prossima data venga fissata nel giugno 2021”.

Vacanze: quasi 7 milioni rinunceranno per paura di essere contagiati

Retro car with luggage on the roof rack on the coastal road. Travel, vacation concepts.retro, vintage color

Medical mask and travel suitcase. Travel ban during the coronavirus epidemic.

Oltre 24 milioni quelli che non faranno ferie. Dato triplicato rispetto al 2018. Tra chi si sposterà, il 78,3% userà l’auto di proprietà. Solo il 2,2% la nave

Milano, maggio 2020. Solitamente l’arrivo dell’estate per molti italiani significa vacanze, ma l’emergenza Coronavirus ha cambiato anche questo. A non partire per le ferie sarà più di un italiano su due (55,2%) ovvero, in totale, oltre 24 milioni di individui. Il dato, emerso dall’indagine realizzata per Facile.it da mUp Research e Norstat su un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta*, è piuttosto cupo visto che, confrontando i dati con quelli del 2018, quando a rimanere a casa erano stati circa 8 milioni di italiani, è più che triplicato.

A fugare ogni dubbio circa la correlazione diretta fra questo numero e la pandemia Covid, basta il dato degli oltre 6,9 milioni di italiani che hanno esplicitamente dichiarato che questa estate non si muoveranno da casa proprio per la paura di essere contagiati.

Perché si rinuncia alle vacanze

Nel 43,7% dei casi, corrispondenti a quasi 10,6 milioni di italiani, non si partirà perché non ce lo si può permettere, la percentuale sale al 51,3% nelle famiglie composte da tre persone. Nel 42,3% dei casi (10,2 milioni di italiani) si rimarrà a casa propria perché scoraggiati dalle nuove regole imposte con i DPCM; il valore cresce al 46,5% tra i rispondenti che abitano al Sud e nelle Isole.

Come detto oltre 6,9 milioni di individui (28,7% del campione), hanno dichiarato esplicitamente di rinunciare alle vacanze per la paura di essere contagiati; ad averlo ammesso sono soprattutto i residenti al Sud e nelle Isole (37,6%).

Elemento da non sottovalutare è che quasi 1,5 milioni di italiani (6,1%) quest’anno rimarrà a casa perché, essendo stati messi in ferie forzate durante il lockdown, non hanno più giornate per le vacanze vere.

Chi farà le vacanze, dove andrà, come ci andrà e dove alloggerà?

Se invece si hanno in programma delle vacanze, dove si andrà? La risposta è: decisamente in Italia. Rimarrà entro i confini nazionali il 90,2% di chi viaggerà; nello specifico il 51,3% farà le vacanze nel nostro Paese, ma in una regione diversa rispetto a quella in cui risiede, mentre il 38,9% non cambierà nemmeno regione.

Altro elemento emerso dall’indagine, e chiaramente legato all’emergenza che abbiamo vissuto, è che quelle del 2020 saranno vacanze su ruote; alla domanda “Come raggiungerà il luogo di vacanza?”, il 78,3% degli intervistati, pari a oltre 15,3 milioni di individui, ha risposto con l’automobile di proprietà, a cui si devono aggiungere gli oltre 600.000 italiani (3,1%) che noleggeranno la macchina e i 520.000 che utilizzeranno un camper o una roulotte.

La quota di chi si muoverà su ruote è molto maggiore rispetto a chi utilizzerà mezzi “promiscui”: solo il 12,4% dei nostri connazionali, pari a 2,4 milioni di rispondenti, userà l’aereo, mentre l’11,1% (2,2 milioni) si sposterà in treno.

 

Pochissimi, invece, gli italiani che quest’anno raggiungeranno il luogo di vacanza con la nave: rappresentano, purtroppo per il turismo delle Isole, solo il 2,2% del campione che ha in programma un viaggio.

Una volta in ferie, dove si alloggerà? Escludendo chi andrà in una seconda casa di proprietà (20,4% di coloro che andranno in vacanza, quasi 4 milioni di italiani), il 22,1%, corrispondente a più di 4,3 milioni di nostri connazionali, ha comunque scelto di prendere in affitto una casa (per brevi o lunghi periodi), il 27,4% soggiornerà in albergo, il 9,7% in un B&B e il 6,6% in un villaggio turistico. Stessa percentuale (2,7%), invece, sia per chi ha scelto un campeggio o una vacanza in tenda, sia per chi farà le ferie in camper o roulottes.

25 anni di ESP® Bosch: Niente più sbandate, pietra miliare per la sicurezza stradale

  • Il sistema elettronico di stabilità ha salvato circa 15.000 vite solo nell’UE
  • L’82% di tutte le nuove autovetture al mondo è dotato del sistema elettronico di stabilità
  • Harald Kroeger: “Lo sviluppo dell’ESP® è stato un passo fondamentale verso il traguardo dell’azzeramento dei morti sulla strada

Stoccarda, Germania – Una strada bagnata e una scartata improvvisa: un tempo, una situazione di questo tipo avrebbe, molto probabilmente, portato a scivolare in un fosso o a scontrarsi contro una barriera di sicurezza e spesso anche a lesioni gravi o morte. Quasi 25 anni fa, un’invenzione pionieristica ha finalmente risolto questo problema: l’ESP®, il sistema elettronico di stabilità, che Bosch e Daimler-Benz introdussero per la prima volta sui veicoli Classe S nel 1995. Da allora, l’ESP® contribuisce a mantenere i veicoli in strada in tutta sicurezza, anche in situazioni critiche. Secondo le stime dei ricercatori Bosch che studiano gli incidenti, il sistema antislittamento ha salvato circa 15.000 vite solo nell’UE negli ultimi 25 anni, oltre ad aver evitato poco meno di mezzo milione di incidenti che avrebbero comportato lesioni personali. L’ESP® è uno dei salvavita più importanti in un veicolo, insieme alla cintura di sicurezza e all’airbag. “Lo sviluppo del sistema elettronico di stabilità è stato un passo fondamentale verso il traguardo ‘vision zero’ dell’azzeramento dei morti sulla strada” ha dichiarato Harald Kroeger, membro del Board of management di Bosch. “L’ESP® è un esempio eccellente di ciò che intendiamo per Tecnologia per la vita“. Questa innovazione risale al 1995, ma è ancora perfettamente al passo con i tempi: Bosch ha costantemente migliorato il proprio sistema e ad oggi ha prodotto più di 250 milioni di ESP®. Non è più possibile nemmeno immaginare le auto moderne prive di questo angelo custode elettronico. L’82% di tutti i veicoli nuovi in tutto il mondo è dotato di ESP®. Nel 2017 questo dato si attestava al 64%.

CST Tires lancia sul mercato i nuovissimi pneumatici CM741 e CM742 dedicati alle ENDURO

Battistrada disponibile con mescola “Soft” e “Medium”. Omologati FIM

Dopo la presentazione avvenuta a Eicma 2019, stanno per arrivare sul mercato (giugno 2020) i pneumatici CM741 e CM742, i “tassellati” di nuova generazione dedicati alle moto ENDURO, disegnati e progettati da CST Tires nel suo nuovo e modernissimo Centro R&D per offrire grandi risultati e spostare un po’ più in alto l’asticella delle prestazioni nel mondo Off Road.

 

Mescola (Soft e Medium) – Battistrada – Durata

Il nuovissimo battistrada con mescola polivalente – disponibile in due diverse versioni: SOFT e MEDIUM – e struttura del polimero avanzata è infatti frutto di tutta l’esperienza maturata nel fuoristrada ed è stata realizzata nel nuovissimo Centro R&D di CST Tires.

I tasselli, piccoli all’anteriore e più grandi al posteriore, insieme alle varie scanalature presenti, aiutano a disperdere il fango in maniera davvero eccellente offrendo trazione, stabilità e tenuta con tutte le condizioni meteo e su qualsiasi terreno.

 

Il battistrada di ultimissima generazione disponibile nella doppia mescola soft o medium da scegliere sulla base del terreno da affrontare offre, inoltre, una grande protezione contro abrasioni e rotture, migliora l’avanzamento e fornisce al contempo una bassa resistenza al rotolamento, apprezzabile soprattutto quando si percorrono tratti di strada asfaltata.

 

Massimi livelli di trazione ed eccellente stabilità anche in curva grazie anche ai tasselli presenti sulle spalle che si fanno sentire in percorrenza regalando grande confidenza anche sui percorsi più difficili.

 

Ideali per le competizioni, questi pneumatici sono omologati sia per la strada, sia FIM.

GT Radial presenta la nuova generazione di pneumatici invernali ultra high performance con WinterPro2Sport

Giti Tire ha presentato ufficialmente il nuovo GT Radial WinterPro2Sport, ultimo nato degli pneumatici invernali dedicati al mercato UHP.

Progettato sia per le autovetture di grande potenza sia per i Suv premium, ha le seguenti caratteristiche: cerchi da 17-19’’, sezioni da 215-235 e serie da 40-65. Il pneuamtico riporta sul fianco il simbolo della Montagna a Tre Punte con Fiocco di Neve (3PMSF).

Le caratteristiche progettuali includono un profilo direzionale con bordi e lamelle studiati per migliorare l’aderenza su strade innevate e bagnate, blocchi spalla più larghi per una stabilità ottimale e una precisa esperienza di guida.

Le scanalature estremamente ampie disperdono l’acqua più velocemente assicurando una miglior frenata, mentre lamelle ed incavi profondi assicurano altissime prestazioni di aderenza sulla neve.

Una mescola ben calibrata, il profilo e la carcassa riducono la resistenza al rotolamento con un sensibile risparmio di carburante, senza compromettere minimamente la sicurezza di guida.

Il GT Radial WinterPro2Sport andrà a sostituire alcune misure del GT Radial Champiro Winterpro HP, con altresì l’introduzione di nuove misure di dimensioni maggiori.

L’obiettivo del progetto è stato quello di prendere le migliori caratteristiche del suo predecessore e migliorarle ulteriormente. Il nuovo pneumatico invernale performa il 15% in più nella trazione su ghiaccio e nella maneggevolezza di guida, il 10-15% in più nella trazione su neve, nella frenata e nella guidabilità e più del 7% nella frenata e nella tenuta sul bagnato.

Insieme al GT Radial WinterPro2, il nuovo prodotto fornisce 39 delle 42 misure più comuni per autovetture e SUV, assicurando così una copertura del 70% della totalità del mercato.

Il pneumatico è stato disegnato e progettato dal centro di Ricerca&Sviluppo europeo di Giti Tire ad Hannover, in Germania.

Roberto Malvasio, protagonista dell’intervista “Rallisti al tempo del Coronavirus” di www.kaleidosweb.com della prossima settimana

Tocca al pilota genovese, che spazia indifferentemente dagli slalom ai rally, ma è soprattutto un mattatore in salita, il palcoscenico dell’intervista di www.kaleidosweb.com di lunedì e martedì prossimi. Testi di Tommaso M. Valinotti, immagini di Elio Magnano  (www.fotomagnano.com)

RONCO SCRIVIA (GE), 33 maggio – Sarà Roberto Malvasio il protagonista della prossima doppia puntata delle interviste “Rallisti al tempo del Coronavirus” che sarà on line lunedì 25, e martedì 26 maggio scritta da Tommaso M. Valinotti e illustrata come sempre dalle immagini a tutto campo di Elio Magnano.

Un personaggio di grande spessore, che conosce il motorsport non solo in qualità di praticante in più specialità (slalom, rally e soprattutto cronoscalate), ma soprattutto perché dalla sua posizione all’interno dell’OMP, uno dei marchi storici nel mondo dell’abbigliamento e attrezzatura da competizione, ha il polso di cos’è e dove va il motorsport.

Rally Città di Arezzo-Crete Senesi-Val Tiberina annullato? Se così fosse il titolo RaceDay Terra andrebbe a Gianmarco Donetto

Il pilota carmagnolese è in testa alla serie sterrata e in caso di mancata disputa della gara aretina ne diventerebbe il vincitore. Nel frattempo RaceDay Terra ha comunicato che distribuirà i premi ai piloti già matematicamente vincitori entro fine mese Testi di Tommaso M. Valinotti, immagini di Elio Magnano  (www.fotomagnano.com)

CARMAGNOLA (TO), 22 maggio – Il primo a esserne sorpreso è stato lui. “Sinceramente sapevo di essere al comando del RaceDay Terra, ma non so ancora nulla del fatto che il Val Tiberina sia stato annullato. Ho sentito parecchie voci in proposito, anche da persone ben introdotte nell’ambiente, ma la notizia ufficiale non mi è stata comunicata. Se fosse vero, il titolo del RaceDay Terra 2019/2020 sarebbe mio” dice Gianmarco Donetto leader e ufficioso vincitore della serie invernale su terra.

Una bella soddisfazione per il ventinovenne pilota carmagnolese, che dopo due anni di assenza è tornato a calcare le strade bianche, quelle da lui preferite in occasione del Rally delle Marche nel novembre scorso.

Mi ero fermato a fine della stagione 2016/2017 dopo il Rally Adriatico, per la nascita di mia figlia Ginevra, avvenuta nel mese di novembre precedente. Una decisione che avevo preso serenamente, perché volevo dedicarmi a tempo pieno a lei e alla famiglia e di cui sono molto felice”.

Dal maggio del 2017 al novembre 2019, quando è rientrato in campo sempre a Cingoli, la voglia di polvere e derapate non è mai venuta meno. “Inizialmente seguivo le gare su Internet, mi informavo, guardavo foto e filmati. Il problema era che più andavo avanti più la voglia di rimettere il casco in testa era forte e cominciava a farmi male” ricorda ora il portacolori della scuderia Eurospeed.

Il passare dei giorni, però, fa anche crescere la piccola Ginevra e a novembre dell’anno scorso Gianmarco Donetto sente che è arrivato il momento di ripartire.

Nella mia carriera ho corso soprattutto sulla terra, e da quel punto volevo ripartire. Ho riallacciato i contatti con la struttura di Colombi, con cui ho corso in passato e ho chiamato al mio fianco come navigatore Eneo Giatti direttore sportivo di RB Motor Sport di Udine, con la quale ho corso prima dello stop. Era scontato che ripartissi dal RaceDay Terra, un campionato che conosco bene, in gare che conosco bene, anche se le prove sono cambiate. Mi piace l’ambiente del RaceDay, che trovo a misura di amicizia, oltre che essere un campionato perfettamente organizzato” sottolinea Donetto Jr.

Il ritorno in gara poteva essere traumatico, o addirittura una delusione.

Temevo che lo strato di ruggine fosse molto più spesso. Fin dalla prima prova del Rally delle Marche ho ritrovato il mio passo, con molta calma e serenità. Senza voler eccedere o strafare, come spesso mi accadeva nel passato. Avevo bisogno di tornare in vettura, anche se in questo periodo ho fatto qualche piazzalata e mi sono tenuto costantemente in allenamento sui kart. Facendoci addirittura salire Ginevra su un kart per bambini piccoli”.

Soddisfatto della sua annata agonistica, che gli porta il secondo alloro dopo il successo fra gli Under 25 di quattro anni fa, in attesa che arrivi l’ufficializzazione, Gianmarco Donetto si prepara alle gare future.

Sicuramente non rimarrò fermo altri due anni. Ginevra sta crescendo e mi posso muovere meglio. Quest’anno, alle gare, è venuta solo la mia compagna perché sono un padre apprensivo e preferivo che la bimba rimanesse a casa. Ma ora che è più grandicella, può affrontare anche le mie trasferte agonistiche. E sarà bella averla con me nei giorni di gara”.

La Susa-Moncenisio rimandata a data da destinarsi

Il 13 e il 14 giugno si sarebbe dovuta correre la Susa-Moncenisio, la competizione che in 118 anni – nel 1902 si corse la prima edizione – ha scritto pagine memorabili della storia dell’automobilismo sportivo. Si sarebbe, perché dopo settimane di attesa, di speranza, di fiducia incrollabile nelle proprie capacità organizzative, ma anche di estrema consapevolezza della situazione di emergenza sanitaria legata al Covid-19, Supergara, organizzatore della manifestazione, ha deciso di rinviare la Susa-Moncenisio a data da destinarsi. “In oltre un secolo di vita”, commenta Mauro Scanavino, patron del sodalizio albese che da anni rende possibile questa “festa dei motori” all’ombra dell’Arco di Augusto a Susa, “la Susa-Moncenisio è stata fermata solo da due conflitti mondiali e da problemi di natura finanziaria. Ma, per senso di responsabilità e nel rispetto della salute e dell’incolumità di tutti i soggetti coinvolti e in attesa di chiare linee guida dettate dalla federazione, non avremmo potuto fare diversamente”. L’appuntamento della Susa-Moncenisio è solo rimandato. Torneranno i motori delle auto da corsa a rombare lungo le curve della vecchia strada napoleonica che da Susa conduce al Moncenisio e con loro i piloti pronti a sfidarsi nella gara che Enzo Ferrari definiva “La regina della montagna”. Torneranno insieme al pubblico degli appassionati, pronti ad applaudire i passaggi più spettacolari degli emuli di Vincenzo Lancia, il primo a scrivere il proprio nome nel “Libro d’Oro” su una Fiat HP 24.

Se è vero che, citando Steve McQuenn, “La vita è correre e il resto è soltanto attesa”, è altrettanto vero che questo è il momento di attendere. Per tornare, il prima possibile, a pensare alle proprie passioni, a correre e a vivere.

Aggiornamento erogazione premi Raceday Rally Terra

Il Challenge Raceday Rally Terra tiene fede agli impegni presi ed erogherà entro Maggio i premi relativi alle tre gare disputatesi in questa stagione: il Rally delle Marche, il Prealpi Master Show e il Rally Va d’Orcia. Si tratta di circa 12.000 euro complessivi, vinti da 18 pilotiPer i premi relativi alla Classifica Assoluta, al Trofeo Pirelli e ai molteplici altri trofei che compongono il challenge Raceday,  Dosso5 è in attesa di comprendere come la Federazione intenda muoversi dopo che avrà  ricevuto indicazioni dal Governo relativamente ai rally nel loro complesso.

Larciano, Lamporecchio, Buggiano e Vellano: la proposta del 1° Virtual Rally Valdinievole e Montalbano

Svelati i contenuti della sfida “virtuale” proposta da Jolly Racing Team e ART Motorsport 2.0: quattro speciali pronte a far rivivere le emozioni della gara vera.

Larciano, 22 maggio 2020. Quattro speciali che ricalcano la tradizione di una gara che ha sposato alla perfezione il territorio.
Il 1° Virtual Rally Valdinievole e Montalbano è entrato nella sua fase più calda, con i pretendenti alla vittoria già focalizzati sullo “start” della gara, in programma alle ore 16 di lunedì 1 giugno sulla piattaforma Dirt Rally 2.0. Un’iniziativa che sta riscuotendo ampi consensi e garantendo a Jolly Racing Team, ART Motorsport 2.0 ed al designer Simone Brachi un ruolo di primo piano a livello nazionale. “Speciali” che, dal web, esprimeranno le forme più caratteristiche delle prove reali, facendo vivere a praticanti ed appassionati le emozioni legate – abitualmente – al contesto che ha in Larciano il proprio quartier generale.

Larciano, Lamporecchio, Buggiano e Vellano: occasioni proposte al plateau di partecipanti tenendo fede alle particolarità espresse da un appuntamento che ha esaltato il territorio pistoiese in ambito rallistico e che vedrà, nella sue versione virtuale, l’arrivo della gara alle ore 17.22 di domenica 7 giugno.

Larciano. Chilometri e puro spettacolo, con il passaggio nel quartier generale della gara. Una speciale caratterizzata da un tratto in salita e diversi tornanti, dal quale si raggiunge la spettacolare inversione del San Baronto, che dagli anni ‘80-‘90 è un “must”. Prova impegnativa con numerose variazioni altimetriche ed insidie dietro ogni curva: da non sottovalutare.

Lamporecchio. Caratteristiche che garantiscono tutto quello che si può chiedere ad una prova speciale: percentuali quasi uguali di salita, pianura, discesa. Si parte in salita, sede stretta e guidata dove è importante non perdere il ritmo date le continue destre-sinistre. Poi, la parte forse più difficile della prova, perché la discesa è di quelle che guardano in faccia l’equipaggio: la sede stradale è molto larga, traiettorie che riportano a soli due chilometri dal centro di Lamporecchio.

Buggiano. Un tracciato di quelli “bugiardi”: quasi tutta salita, tornanti, inversioni, apparentemente una prova da fare nel massimo della pulizia di guida, quasi rilassati. Poi vai a vedere le medie e i migliori sfiorano i 90 Km/h. Vuol pur dire qualcosa: eppure l’inizio è stretto e non consente grandi acrobazie: per viaggiare forte l’equipaggio deve sapere interpretare al meglio quelle curve, quei tornanti, quelle traiettorie apparentemente docili, ma che docili non sono affatto.

Vellano. Il tratto più impegnativo è totalmente in discesa. Prendere un buon ritmo è essenziale, in quanto le curvature sono numerose e si susseguono rapidamente, spesso accennate e grazie anche alla sede stradale abbastanza ampia permettono di raggiungere velocità ragguardevoli. Vietato quindi sbagliare o rilassarsi.

Le foto della settimana di www.kaleidosweb.com : fra Davide Peruzzi e Omar Ruzza, Elio Magnano bacia le stelle nel mondiale rally

Foto Elio Magnano (www.fotomagnano.com)

CARMAGNOLA, 23 maggio – In una settimana che ancora una volta non ha offerto spunti agonistici, la rassegna “Rallisti ai tempi del Coronavirus” ha tenuto banco con l’intervista a Davide Peruzzi, navigatore e nello staff che ha organizzato e, soprattutto, organizzerà il Rally del Piemonte e quella di Omar Ruzza, che rallista non è, ma merita sicuramente uno spazio su www.kaleidosweb.com per la passione con cui organizza il 457 Experience alla Palazzina di Caccia di Stupinigi e il Gran Galà Ceirano. Durante la settimana Elio Magnano è andato a scegliere alcune chicche dal suo archivio proponendoci due modi uguali e non diversi di volare in cielo con le vetture da rally nel mondiale. Con Daniel Sordo al Rally di Sardegna e Jari-Matti Latvala in Svezia. Due foto scattate in due dei punti più iconici della serie iridata: il Miky’s Jump e il Colin’s Crest. E che spettacolo sia.

Le forze di polizia in tutta Europa scelgono la mobilità elettrica Hyundai

  • Numerose forze di polizia in Europa hanno scelto la mobilità elettrica Hyundai per i propri spostamenti
  • I veicoli elettrici Hyundai sono utilizzati dall’Italia ai Paesi Bassi, passando per Svizzera, Spagna, Germania e Regno Unito
  • Particolarmente richiesti sono i SUV a zero emissioni Hyundai: Kona Electric, primo B-SUV completamente elettrico e NEXO, seconda generazione di veicoli FCEV

22 maggio 2020 – Un numero sempre maggiore di forze di polizia in Europa sta adottando soluzioni di mobilità elettrica Hyundai. Con una maggiore attenzione alle tematiche ambientali legate all’inquinamento, soprattutto nelle città, i veicoli a zero emissioni come le auto elettriche a batteria (BEV) o a celle a combustibile di idrogeno (FCEV) rappresentano una soluzione ottimale per le forze dell’ordine: autonomie elevate, costi di gestione ridotti e – nel caso di veicoli Fuel Cell – brevi tempi di rifornimento sono tra i fattori particolarmente graditi dai corpi di polizia.

“L’apprezzamento dei veicoli a zero emissioni di Hyundai tra le forze di polizia in tutta Europa è una testimonianza della qualità e della versatilità di questi modelli” – ha commentato Andreas Christoph-Hofmann, Vice President Marketing & Product di Hyundai Europa. “Il fatto che i nostri veicoli eco-friendly siano in grado di rispondere alle loro esigenze, oltre a quelle dei cittadini, dimostra come i nostri prodotti possano aiutare a rendere le nostre strade più sicure e più pulite”.

Mobilità a idrogeno: NEXO e ix35 Fuel Cell. Da diversi anni sono in servizio in Italia due esemplari di Hyundai ix35 Fuel Cell, prima generazione di veicoli a idrogeno del brand. La prima, appositamente allestita per l’Arma dei Carabinieri, è stata consegnata nel settembre 2017 alla Legione Carabinieri Trentino Alto Adige, mentre la seconda è in uso al Compartimento Polizia Stradale per il Trentino-Alto Adige e Belluno da marzo 2018. Le due vetture vengono utilizzate per svolgere funzioni legate al pattugliamento, alla vigilanza e alla repressione dei crimini sull’A22 del Brennero – il tutto senza emettere sostanze inquinanti e rifornendosi di idrogeno ricavato esclusivamente da fonti energetiche rinnovabili presso l’Istituto per Innovazioni Tecnologiche di Bolzano (IIT).

Per il pattugliamento a emissioni zero, Autostrada del Brennero può contare inoltre su un esemplare di NEXO, modello che rappresenta la seconda generazione di veicoli Fuel Cell Hyundai utilizzato anche dalle forze di polizia di Osnabrück in Germania e dalla Surrey Police nel Regno Unito.

Kona Electric, presente dalla Svizzera al Regno Unito. Hyundai Kona Electric rappresenta una scelta molto apprezzata tra le forze dell’ordine in Svizzera, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito.

Un anno fa la polizia del Canton San Gallo in Svizzera ha aggiunto 13 Kona Electric alla propria flotta. Il modello era l’unico sul mercato a rispettare tuti i requisiti richiesti: oltre 100 kW di potenza, autonomia superiore ai 400 km e prezzo inferiore ai 50.000 CHF.

Nei Paesi Bassi, i corpi di polizia delle regioni centrali e dell’est del Paese, oltre a quella di Amsterdam, stanno testando l’adeguatezza della Kona Electric per il pattugliamento. L’autonomia elevata e la ricarica rapida rendono infatti il modello adatto anche a questo scopo, potendo raggiungere l’80% di carica in circa 54 minuti tramite una colonnina a 100 kW.

La polizia olandese ha voluto passare alla mobilità elettrica per rendere il proprio lavoro più sostenibile, individuando in Kona Electric un ottimo alleato anche per la sorveglianza grazie alla sua grande silenziosità.

Kona Electric viene utilizzata anche in Spagna dalle forze di polizia di Valencia, e nel Regno Unito dalla Sussex Police e dalla North Wales Police, mentre il dipartimento dell’Hampshire Police riceverà il prossimo mese altri nove esemplari del SUV compatto a zero emissioni.

Sulla strada delle emissioni zero con IONIQ. Hyundai IONIQ è stato il primo modello a offrire tre motorizzazioni sostenibili su un’unica carrozzeria: ibrida, elettrica o ibrida plug-in. La sua versione completamente elettrica, IONIQ Electric, è ora utilizzata in Spagna dalle forze di polizia di Guadalete e Bilbao.

La mobilità sostenibile per Hyundai. Attraverso lo sviluppo di veicoli elettrici come Kona Electric, NEXO, IONIQ e ix35 Fuel Cell, Hyundai è tra i pionieri della mobilità eco-sostenibile e offre già oggi sul mercato la più diversificata gamma di propulsori elettrificati. Entro il 2025 Hyundai vuole confermare la leadership nell’elettrificazione con un target commerciale di 670.000 veicoli elettrici all’anno e posizionandosi tra i primi tre maggiori produttori di veicoli BEV e FCEV entro il 2025. La sostenibilità riflette infatti l’impegno di Hyundai nei confronti del progresso, per rendere il mondo un posto migliore.

La Renault Clio Cup Italia riaccende i motori a luglio

Dopo una lunga sosta ai box, la Clio Cup Italia può finalmente tronare in pista a luglio, mantenendo un calendario composto da sei doppi appuntamenti.

La serie targata Fast Lane Promotion, con entusiasmo, potrà nuovamente far gareggiare le veloci Clio RS 1.6 turbo seguendo tutti i protocolli sanitari discussi in questi mesi con ACI Sport, organizzatore dei weekend in cui il campionato orbiterà quest’anno.

Il primo semaforo verde scatterà sui sinuosi saliscendi del Mugello il prossimo 19 luglio, successivamente sarà il turno di Misano 02 agosto, mentre a fine mese (30 agosto) la serie sbarcherà sulle sponde del Santerno ad Imola. A fine estate, il 20 settembre, sarà il turno del circuito capitolino di Vallelunga, con gli ultimi due round dell’anno fissati per il 18 ottobre a Monza ed il gran finale il 22 novembre nuovamente ad Imola.

Il campionato dedicato alle iconiche berline francesi torna così a calcare la scena sui tracciati più importanti d’Italia, affiancato al suo alter ego virtuale, la Clio Cup Italia eSport Series, che dopo il convincente avvio di Monza della scorsa settimana, vede all’appello altri quattro appuntamenti per far conoscere i nomi dei vincitori tra le classi Pro (dedicata ai piloti professionisti), Press League (giornalisti automotive) e Sim (aperta ai sim racer).

CALENDARIO CLIO CUP ITALIA 2020

19 LUGLIO – Mugello

02 AGOSTO – Misano

30 AGOSTO – Imola

20 SETTEMBRE – Vallelunga

18 OTTOBRE – Monza

22 NOVEMBRE – Imola

Grande successo per la prima sfida della Clio Cup Italia Esport Series & Press League

Domenica 17 maggio, sul circuito di Monza, si è disputato il primo dei cinque doppi appuntamenti che ha visto 28 piloti prendere il via. Due gare, quattro differenti vincitori ed una grande partecipazione del pubblico sui social. Si è aperta così la prima edizione della Clio Cup Italia eSport Series, che ha inaugurato virtualmente la stagione 2020 organizzata dalla Fast Lane Promotion, in attesa di tornare fisicamente in pista. Dei 28 piloti in griglia di partenza, 9 sono i giornalisti della Clio Cup Press League, il monomarca introdotto nel 2016 da Renault Italia, che vede i rappresentanti della stampa confrontarsi nel trofeo della Clio Cup Italia. Sei invece i “sim racer” (i piloti Esport) che hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa, trasmessa in diretta streaming su YouTube e organizzata sulla piattaforma di Assetto Corsa grazie alla sinergia con Motori nella Leggenda. È stato proprio il “sim racer” Stefano Zeni, al via con i colori della Melatini Racing (squadra che ha conquistato il titolo della Clio Cup Italia nel 2017 con Gustavo Sandrucci) a dominare la qualifica, centrando poi il successo in entrambe le gare. In prova Zeni ha stabilito il migliore responso di 2’09”827, battendo di quattro decimi Simone Di Luca (Faro Racing). In Gara 1 Zeni ha preso dunque il comando, con Di Luca che è riuscito a mantenere la seconda posizione e a fare sua la vittoria tra i piloti Pro. Il romano, due volte campione della Clio Cup Italia, in cui ha conquistato il titolo nel 2008 e poi a distanza di dieci anni esatti, ha chiuso davanti all’altro “sim racer” Alessandro Sciurti. Quarto posto per Gianmarco Quaresmini, seguito da Gianluigi Cortese, il quale ha così completato la top-5. Decimo posto per Riccardo Azzoli, in azione con i colori de La Gazzetta dello Sport e primo nella Clio Cup Press League. In Gara 2, con l’inversione dei primi otto classificati del precedente ordine d’arrivo, Zeni si è subito prodigato in una straordinaria rimonta, andandosi a prendere un secondo meritato successo. Alle sue spalle ha concluso Felice Jelmini, campione in carica della Clio Cup Italia. Il lombardo del team PMA Motorsport ha difeso la sua posizione da Quaresmini, a sua volta tallonato da Di Luca. Quinto posto per Azzoli, ancora primo nella “Press League”, in cui Michele Faccin (Infomotori.com) ha messo a segno due secondi piazzamenti. In questa stessa categoria vanno anche rimarcati i terzi posti nell’ordine ottenuti da Emiliano Perucca Orfei (Automoto.it) e Mirco Magni (Quattroruote). Il secondo appuntamento della Clio Cup Italia eSport Series si disputerà il 31 maggio a Imola e verrà seguito dalle tappe di Misano (14/6), Mugello (28/6) e Vallelunga (12/7).