Il ruggito dell’ATS torna sulle strade del mondo

MONTECARLO (Principato di Monaco) – Una delle leggendarie marche italiane del passato torna a rivivere. Si tratta dell’ATS, marca bolognese che ebbe una breve, ma intensa stagione nel 1962-1963, partendo da Bologna alla conquista del mondo. Ieri, giovedì 16 aprile, è stata presentata nell’ambito del Salone Top Marques a Montecarlo la nuova ATS GT, disegnata da Emanuele Bomboi, designer che vanta un passato in Bertone ed al Centro Stile Fiat, e non nuovo a rivisitazioni di grandi sportive del passato.  La nuova vettura è dotata di una carrozzeria in fibra di carbonio che riveste un telaio monoscocca con pannelli di rinforzo a nido d’ape e roll-bar integrato. Nell’abitacolo troviamo un prezioso volante Nardi e rivestimenti in Alcantara, mentre i cerchi in alluminio sono da 18” all’avantreno e 19” al retrotreno con possibilità di avere un monodado centrale. La vettura è spinta da un V8 aspirato in grado di erogare 640 CV. Grazie al peso a secco contenuto di soli 950 chilogrammi le prestazioni sono impressionanti: 2”9 per raggiungere da fermo i 100 km/h, e di toccare una velocità di punta di 340 km/h. Prestazioni degne di una vera erede della storica ATS 2500 GTS di mezzo secolo fa

La storia della casa automobilistica ATS, acronimo di Automobili Turismo Sport, è affascinante ed avvincente allo stesso tempo.

Tutto partì all’inizio dell’Ottobre 1961, quando in casa Ferrari a Maranello subentrò una profonda crisi interna che portò al licenziamento da parte di Enzo Ferrari  di alcuni personaggi fondamentali per la stessa storia Ferrari. Due di questi erano Carlo Chiti, progettista e Romolo Tavoni, direttore sportivo. I due, consapevoli delle proprie capacità e dell’esperienza acquisita, fecero una scommessa.  Creare in breve tempo una nuova scuderia tutta italiana di auto sportive che potessero fare concorrenza a quelle di Enzo Ferrari. Nacque così nel febbraio 1962 l’ATS. Insieme a Chiti e Tavoni arrivarono alla corte dell’ATS il geniale progettista livornese Giotto Bizzarrini, mentre il sostegno economico arrivo dall’imprenditore veneziano il conte Giovanni Volpi di Misurata, proprietario della Scuderia Serenissima che gareggiava in Formula 1 e figlio di Giuseppe Volpi di Misurata, noto per aver dato vita alla mostra cinematografica di Venezia

Nel marzo dello stesso anno, i due, prontamente presentarono al Salone Internazionale di Ginevra una nuova coupé stradale, la 2500 GT, disegnata da Franco Scaglione realizzata in soli 12 esemplari e successivamente, contesa quindi dai più sfegatati collezionisti di tutto il mondo. La vettura era dotata di un telaio tubolare, spinta da un motore V8 2,5 litri che erogava 210 e, nella versione GTS alleggerita con carrozzeria interamente in alluminio, pesava appena 750 kg, potendo contare inoltre su un motore ulteriormente potenziato che arrivava  a 245 CV. Sfortunatamente, nel 1964, a causa di svariati dissensi interni, ATS dovette chiudere la sua attività, pur sempre con la soddisfazione di aver racchiuso sotto un solo nome le migliori menti automobilistiche italiane del tempo, ma soprattutto di aver creato 15 nuove autovetture uniche ed irripetibili nella storia.

L’ambizione principale di Chiti, Tavoni, Bizzarrini e Volpi di Misurata, tutti frequentatori del bel mondo delle piste, era di costruire una vettura che potesse gareggiare in Formula 1 e riuscirono a realizzare una monoposto, denominata “Tipo 100” con motore 8V , 1500 cm3, cambio Colotti a sei marce in grado di sviluppare 190 cavalli. A guidarla furono chiamati due ex piloti Ferrari, anche loro delusi dagli atteggiamenti del Drake: l’americano Phil Hill (campione del mondo del 1961 con la Ferrari) ed il milanese Giancarlo Baghetti che stupì il mondo delle corse vincendo la sua gara di esordio in Formula 1 (Gran Premio di Siracusa del 1961, non valido per il campionato del mondo) ripetendosi tre settimane dopo al Gran Premio di Napoli, quindi esaltando gli sportivi italiani con la vittoria nella sua prima gara iridata, il Gran Premio di Francia a Reims con la Ferrari 156. Nonostante questi due campioni in scuderia le due ATS 100 si ritirarono nella gara d’esordio, GP del Belgio 1963 e la stagione fu avara di risultati (miglior risultato di Hill l’11° posto al GP d’Italia a sette giri dal vincitore, mentre Baghetti fu il 15° al GP d’Italia a 23 giri dal vincitore). A fine anno le vetture vennero cedute e l’ATS 100 venne inscritta al GP d’Italia del 1964 con il pilota portoghese Mario Araujo de Cabral. Che non concluse la gara.

Rinasce l’ATS – Cinquant’anni più tardi Daniele Maritan e la società DM9, rilanciano il marchio,  spinti da un’inarrestabile passione per le corse, riportando in vita la stessa blasonata azienda di un tempo, ma con idee molto più chiare ed innovative. Riprendere lo stile retrò che caratterizzava quei tempi, rispettare il profumo di quel marchio, di quella filosofia, ma portare allo stesso tempo una ventata di aria fresca rinnovando linee,  motori, prestazioni ed interni. Nasce così in casa ATS la nuova GT, una coupé di ultima generazione, ma con un elegante profumo vintage. La nuova GT è una coupé innovativa, sportiva, al top delle performance e senza compromessi.

Lo stile nell’insieme è classico e moderno, la scelta degli interni è sportiva, retrò,  molto ricercata sulla qualità dei pellami e dei tessuti. Ma le vere sorprese verranno dalle scelte tecniche dell’auto, che vuole diventare il nuovo punto di riferimento per le supercar ad alte prestazioni, ricercando nella filosofia e storicità corsaiola del marchio il filo conduttore per portare sulle strade di tutti i giorni un’auto veloce, leggera e dalle soluzioni tecniche proprie di un’auto da corsa puntando sullo sviluppo per l’utilizzo stradale di motori da corsa ad alte prestazioni,  naturalmente addolciti anche se la guida pura e cruda non viene  filtrata ed alterata da nessun dispositivo elettronico; ricercando nell’uso dei materiali di ultima generazione il modo per ottenere una vettura ad elevate prestazioni ma dal peso inferiore ai 1000 kg.

Insomma, un fiore all’occhiello per i più appassionati che non possono perdere il piacere di possedere un marchio distintivo di qualità e design, il lusso di possedere la nuova nata di questa avvincente avventura, ma soprattutto di godere di questo lussurioso sapore retrò dal motore dal grande contenuto tecnico, dalla guida pura  e dal profumo Italian Graffiti.

Per informazioni www.ats-automobili.com

Zagato – Collectibles and Design since 1919

Ultimo fine settimana per godere nell’area mostre del Museo dell’Automobile di Torino della mostra dedicata ai 95 anni della carrozzeria Zagato. Dieci capolavori in esposizione per ammirare l’evoluzione di una carrozzeria che pur avendo fatto proprio lo stile italiano, se ne distacca per grinta e sportività E dal 25 marzo prende il via la mostra fotografica “Revisioni” con esposizione delle opere di Alberto Di Lillo. Testo e foto di Tommaso M. Valinotti

Zagato. Un nome che elettrizza tutti gli appassionati di auto sportive e corsaiole. A questo grande carrozziere, da sempre amante delle corse il Museo dell’Automobile di Torino (www.museoauto.it) ha dedicato una mostra che resterà aperta sino a domenica prossima 15 marzo. Una grande occasione per ammirare una collezione di vetture che hanno fatto la storia di una carrozziere che ha compiuto 95 anni di attività nel 2014. Una carrozzeria fondata da Ugo Zagato (1890-1868), quasi un secolo fa, e che è rimasta saldamente nelle mani degli eredi per tutto questo tempo: prima il figlio Elio (1921-2009), altro grande artista delle forme e del volante (è stato un ottimo pilota negli anni Cinquanta) ed ora il nipote, Andrea con la moglie Marella Rivolta Zagato (figlia di quel Piero Rivolta che costruì le splendide Iso Grifo, Fidia e Lele e l’interessante Isetta) che continuano con successo l’attività del nonno. Fondata nel 1919 da Ugo Zagato, che voleva trasferire nel settore automobilistico le esperienza accumulate nel settore aeronautico, la carrozzeria si distinse subito per le sue capacità costruttive che permisero alla Casa milanese di abbandonare le poco affidabili strutture in legno sostituite da quelle in acciaio, sormontate da carrozzerie leggerissime sapientemente ribattute. La Zagato, come ampiamente dimostra la rassegna torinese, collaborò fin dai suoi esordì con le maggiori case italiane dell’epoca: Alfa Romeo, Fiat, Lancia, Maserati, seguite poi da Abarth, Ferrari e Lamborghini, ma anche con costruttori stranieri di grande prestigio, come Aston Martin, Bentley, BMW e Porsche, solo per citare le più importanti.


Alla Mostra torinese
sono esposte dieci vetture della produzione Zagato, una nel foyer del salone e nove all’interno del salone dedicato alle mostre non permanenti.


Lancia Hyena –
realizzata in soli 25 esemplari la Hyena (1992-1993)  è l’interpretazione di Zagato della lancia Delta, rimanendo fedele a quei principi che portarono Ugo Zagato a collaborare con Vincenzo Lancia, producendo autentici capolavori come la Lambda Sport (1925) e numerose interpretazioni dell’Aprilia Sport, fra le quali famosa aerodinamica del 1938. Lo stimolo di produrre una piccola serie di coupé Zagato con meccanica Lancia venne dall’importatore della Casa di Chivasso olandese. Nonostante la mancanza di collaborazione con il gruppo Fiat, che si rifiutò di fornire telai e meccanica, la Hyena fu un successo. Presentata al Salone di Bruxelles del 1992 cesso forzatamente ed anzi tempo la produzione nel momento in cui anche la Delta HF andò in pensione. La Hyena è oggi uno dei più preziosi pezzi da collezione delle vetture degli anni Novanta, con il suo stile raccolto ed aggressivo caratteristiche di Zagato, la personalità elegante che contraddistingue le Lancia.


Alfa Romeo 6C 1500 GS Testa Fissa Zagato 1934
(l’era delle Corse, Anni 10 e 20) – una delle vetture più importanti dell’intera storia automobilistica italiana. Dotata del motore 6 Cilindri (come indica la sigla, prima 1500, poi portato a 1750, progettata da Vittorio Jano, fu uno dei cavalli di battagli di Zagato nella seconda metà degli anni Venti, imbattibile nelle corse nelle mani di piloti come Antonio Ascari e Giuseppe Campari che la porto alla vittoria nella Mille Miglia del 1928.


Lancia Aprilia Sport Zagato 1937
(l’era dell’Aerodinamica, Anni 30 e 40) – Realizzata in tre esemplari per il concessionario Lancia di Milano, la vettura è stata ricostruita nel 2006 e rappresentata uno dei più validi esempi d’interpretazione dell’aerodinamica nell’epoca futurista e dell’attenzione che Zagato poneva alla sportività delle sue vetture. Una sportività ben conosciuta dai piloti dell’epoca al punto che su 155 vetture al via della Mille Miglia del 138 ben 38 erano carrozzate Zagato


Maserati A6G/54 Zagato 1954
(l’era delle Gran Turismo, Anni 50) – Realizzata pensando soprattutto ai piloti privati che volevano correre e mettersi in mostra nelle numerose corse su strada, Mille Miglia, ma anche Coppa d’Oro delle Dolomiti, la Maserati A6G montava un motore sei cilindri 2 Litri in grado di erogare una potenza che poteva arrivare fino a 170 Cavalli e raggiungere una velocità di 210 km/h, inavvicinabile per le concorrenti dell’epoca.

 

Lancia Flavia Super Sport Zagato 1967 (L’era delle Fuoriserie, Anni 60 e 70) – Un progetto sfortunato, non nella tecnica o nello stile, quanto nei tempi. Commissionato dalla Lancia nel 1967 e presentato al salone di Torino di quell’anno, doveva diventare la versione sportiva per eccellenza della berlina a trazione anteriore della Casa di Borgo San Paolo. Ma proprio nel momento in cui si doveva passare alla produzione in piccola serie il marchio Lancia venne acquistato dalla Fiat ed allora il progetto rimase lettera morta.

Alfa Romeo S.Z. 1989 (l’era del CAD / CAM / CAE, Anni 80 e 90) – Creata per sbalordire con la sua linea definita all’epoca brutale per lo stile tagliente creato da Robert Opron e Antonio Castellana (responsabile degli interni) fu costruita in 1036 esemplari (tutti rossi tranne uno) con carrozzeria in Modar, un materiale termoplatico ad alta resistenza. Alla definizione del progetto, che vantava un telaio di derivazione 75 Turbo America (dominatrice dei due precedenti Giri d’Italia Automobilistici) e motore 6 cilindri 3 Litri da 219 Cavalli, collaborò anche Giorgio Pianta, che la rese ancora più aggressiva e corsaiola nella guida.

Fiat 500 Coupé Zagato 2011 – Presentata al salone di Ginevra del 2011. Come ha ricordato in un’intervista lo stesso Andrea Zagato il rapporto della casa milanese con la Fiat dura fin dal 1919 e c’era la volontà di Zagato di interpretare l’ultima nata della Fiat, riproponendola con la caratteristica della Doppia Gobba sul tetto che tanto affascinata, ad esempio, i clienti americani ed un padiglione rastremato che da un ulteriore tocco di sportività.

 

BMW Zagato Coupé 2012 – Presentata al Concorso di Eleganza di Villa d’Este nel maggio 2012, questo modello unico si basa sulla meccanica della BMW Z4 ed è frutto della collaborazione fra Adrian van Hooydonk (BMW) e Norihiko Harada (Zagato) con gli interni curati da Mariella Rivolta Zagato. Nel design unisce le peculiarità dello stile BMW con il caratteristico cofano anteriore lungo, e la doppia gobba “Zagato” sul tetto, con la coda tagliata verticalmente, altro segno caratteristico del design Zagato.

Aston Martin Virage Shooting Brake 2014 – Presentata in anteprima mondiale allo Chantilly Arts & Elegance Concours d’Elegance, per celebrare i 95 anni di attività della carrozzeria Zagato è un chiaro omaggio ad una tipologia di carrozzeria dinamica e sportiva che i designer italiani hanno saputo interpretare nel migliore dei modi. La vettura è un’esemplare unico commissionata da un collezionista svizzero

Alfa Romeo TZ3 Stradale 2011 – Seguito dell’Alfa Romeo TZ3 Corsa (che si rifà nella numerazione alle spettacolari Giulia TZ e TZ2 volute negli anni Sessanta da Carlo Chiti per l’Auto Delta) esemplare unico presentato al Concorso di Eleganza di Villa d’Este, la versione stradale viene realizzata in nove esemplari su progetto di Andrea Zagato e della moglie Mariella Rivolta Zagato. Spettacolare nel design che reinterpreta in chiave attuale i concetti aerodinamici di mezzo secolo fa, monta un motore di origine Dodge Viper da 8,4 litri e 600 Cavalli che permettono una velocità di 325 km/h ed una accelerazione da 0-100 km/h in soli 3”6. mozzafiato nelle prestazioni e nel design.

Nella storia della Zagato vi sono alcune collaborazioni particolarmente interessanti, anche se le vetture non sono esposte al Museo dell’Auto di Torino.

Lunghissima la serie di vetture Alfa Romeo che trovarono la loro esaltazione nell’interpretazione di Zagato. Si parte dal lontano 1922 con l’Alfa RL Super Sport, l’arma della Casa del Quadrifoglio nelle competizioni, per proseguire con la 6C 1750 GS del 1927, alla poderosa 8C 2300 che conquistò la vittoria alla 24 Ore di Le Mans nel 1932 e ben quattro volte la Mille Miglia. Nel dopo guerra Zagato realizzò le versioni sportive delle più prestigiose coupé Alfa Romeo a cominciare dalla 1900 SSZ per proseguire con le Giulietta SZ ed SVZ, le favolose Giulia TZ e TZ2, alla Junior Zagato, fino all’interpretazione retrò della 1750 Gran Sport realizzata in serie limitata su stimolo di Quattro ruote e prodotta dal 1965 al 1967 in 82 esemplari.

Particolarmente proficua la collaborazione con la Maserati che inizio con la Sport Mille Miglia 26 M, una classica 8 cilindri 2500 che esordì vincendo il reale Premio di Roma del 1930 ripetendosi alla Coppa Ciano ed alla Coppa Acerbo; la V4 Sport a 16 cilindri da quattro litri in grado di erogare 300 cavalli circa. Fu costruita in due esemplari, uno dei quali è stato possibile ammirare lo scorso anno alla mostra modenese del centenario Maserati. Di Zagato la splendida interpretazione della A6G del 1954 che si impegnò a realizzare i modelli da competizione più vittoriosi. Nel 1957 Zagato realizzò su disegno di Frank Costin una versione coupé della 450S, la vettura principe delle competizioni su strada che per la sua aggressività venne denominata “mostro”. Negli anni più recenti Zagato si è occupato della progettazione e della costruzione della Maserati Biturbo Spyder (1985) del coupé Karif prodotto in soli 221 esemplari fra il 1988 ed il 1992 e più recentemente la Maserati Gran Sport presentata al concorso di Villa d’Este del 2007.

Nemmeno la Lamborghini poteva sfuggire alle attenzioni di Zagato. Si comincia nel 1965 con la 3500 GTZ presentata al Salone di Londra e realizzata in due esemplari, di cui una per il marchese pilota Gerino Gerini; nel 1996 fu la volta del prototipo Raptor presentato al salone di Ginevra su telaio della Diablo. Ovviamente anche Ferrari e Zagato collaborarono fin dagli anni venti, quando Enzo Ferrari gestiva le Alfa Romeo della sua scuderia. Nel 1949 Zagato realizzo una coupé 166 Mille Miglia Berlinetta Panoramica per il pilota Antonio Spagnoli. Nel 2006 Zagato realizzo per il collezionista giapponese Yoshiyuki Hayashi un esemplare unico denominato 575 GTZ derivato dalla 575M di regolare produzione con tanto di doppia gobba sul tetto, che fu presentata al Salone di Ginevra di quell’anno. Nel 2009 Zagato e Ferrari ancora insieme per costruire (pare in cinque esemplari) una 550 GTZ in versione in versione barchetta. Tutte vendute, ancora prima di arrivare sul mercato, a prezzi superiori al milione di €.

Porsche 356 Carrera Zagato Speedster (1958): allestita per il francese Claude Storez, che cercava di realizzare una Porsche 356 perfetta, venne realizzata prendendo ad esempio le contemporanee 550 RS e 718 RSK. Fu distrutta in un incidente in gara il 7 febbraio 1959; Porsche 356 Carrera Abarth (1960): Ferdinand Porsche chiede all’amico Karl Abarth di realizzare 20 esemplari della 356 particolarmente performanti. Zagato ne vesti alcune con la sua linea particolarmente accattivante che contribuirono al successo della vettura. Porsche Carrera GT Zagato: anche per questa vettura parte dalla richiesta di un appassionato ex pilota, questa volta svizzero che richiede una Porsche Carrera GT, con motore V10 ed una potenza di 612. ovviamente non mancava la doppia gobba sul tetto, uno dei segni distintivi di Zagato.

Abarth e Zagato non potevano non collaborare. Una delle realizzazioni migliori di Zagato fu l’elaborazione Abarth della Fiat 600 del 1955, realizzata immediatamente dopo la presentazione della popolare utilitaria torinese, oltre ad una magnifica interpretazione, sempre in quell’epoca, della Fiat 8V realizzata per Ovidio Capelli. La collaborazione con BMW si evidenziò nel 1949 con una stupenda interpretazione della 329, mentre per Bentley Zagato realizzo una propria versione della Continental battezzata GTZ e presentata al salone di Ginevra nel 2006 che spopolò a Pebble Beach, mentre è in atto un progetto per realizzare e presentare alla kermesse californiana una versione della Continental nel 2019, in occasione dei 100 anni di Zagato.

La cura artigianale del particolare, l’amore per la produzione in piccola serie se non addirittura in esemplare unico non poteva che avvicinare Zagato al marchio Aston Martin. A cominciare dal 1960 con BD4 GT prodotta in soli 19 esemplari dal 1960 al 1963 su diretta richiesta del proprietario dell’Aston Martin David Brown e con la consulenza del direttore tecnico John Wyer e disegno di Ettore Spada. In grado di raggiungere i 247 km/h è una delle vetture che spopola le rare volte in cui un esemplare compare in un asta. A questa prima seguirono la V8 Vantage Zagato presentata al Salone di Ginevra del 1986 e costruita in 89 esemplari fra coupé e cabriolet, seguita dalla BD7, presentata al salone di Parigi del 2002 e costruita in serie limitata di 99 esemplari fra coupé e cabriolet, che precede di un anno l’interessante DB AR1 costruita anch’essa in soli 99 esemplari e presentata al Salone di Los Angeles. La collaborazione proseguì a tamburo battente con la Vaquish Roadster, esemplare unico vista al Salone di Ginevra del 2004, la V12 Zagato presentata al Concorso di Eleganza di Villa d’Este del 2011 e costruita in 101 esemplari, seguono la DBS Centennial coupé e la DB9 Centennial spider del 2013 per celebrare i cento anni dell’Aston Martin, entrambe realizzate in esemplare unico per volontà di un collezionista giapponese (la coupé) ed americano la spider

I link

www.museoauto.it

www.zagato.it

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Mercedes Benz: 35 anni di Classe G

Mercedes Benz: 35 anni di Classe G. Un record mondiale e una special edition per festeggiare l’anniversario.

Mercedes_Class_G_2014_006STOCCARDA-UNTERTURKHEIM (Germania) – Un uomo, una G, il sogno di una vita. Queste poche parole riassumono l’essenza di un’avventura senza precedenti in giro per il mondo. Quando Gunther Holtorf e la moglie Christine si misero in viaggio a bordo della loro Mercedes-Benz 300 GD, Classe G era presente sul mercato da soli dieci anni. Oggi, dopo circa 26 anni, poco meno di 900.000
chilometri e 215 Paesi raggiunti, Gunther Holtorf ha fatto ritorno in Svevia sulla sua amata G, affettuosamente chiamata ‘Otto’. La vettura protagonista di questa incredibile avventura occuperà un posto d’onore nel Museo Mercedes-Benz di Stoccarda-Untertürkheim, dove i visitatori potranno ammirarla nella sezione dei classici. Titolare di un record mondiale, Otto entrerà di diritto nel Guinness dei primati. La fine di questo straordinario viaggio intorno al mondo coincide con il 35esimo anniversario di Classe G. Per festeggiare questa ricorrenza, saranno lanciati gli esclusivi modelli speciali G 350 BlueTEC Edition 35 G 500 Dark Edition.

Mercedes_Class_G_2014_007Nel corso della consegna ufficiale della vettura al Museo Mercedes-Benz, Dieter Zetsche, Presidente del Board of Management di Daimler AG e Responsabile di Mercedes-Benz Cars, è rimasto colpito non solo dalla vettura, ma anche dal suo proprietario. “La storia di Classe G proseguirà anche in futuro, lo prometto. Ci saranno altri personaggi come il signor Holtorf? Lo spero!”, ha dichiarato Zetsche.  “Nel 1988, quando acquistai la vettura, non ero molto convinto della promessa fatta da Mercedes-Benz, che più o meno suonava così: ‘Dove c’è una Classe G, c’è una stradaDopotutto avevo già visto alcuni posti nel mondo e sapevo più o meno cosa avrebbe dovuto sopportare la vettura durante questo tipo di giro del mondo”, ha raccontato il settantasettenne Gunther Holtorf, protagonista del leggendario viaggio. Pian piano questo scetticismo iniziale sparì, lasciando spazio alla fiducia incondizionata nelle capacità della Classe G. La simbiosi tra i Holtorf e Classe G aumentò, soprattutto nelle situazioni più pericolose.

Mercedes_Class_G_2014_002Dalla Terra alla Luna e ritorno più 80.000 km in condizioni proibitive: La 300 GD dei coniugi Holtorf ha percorso oltre 250.000 chilometri, su un totale di quasi 900.000, lontano dalle strade asfaltate, senza mai tradire la sua natura. Strade coperte da ghiaia, fango, tratti disseminati di buche o percorsi di montagna in forte pendenza. Per le sospensioni ed il telaio, questo impegnativo viaggio equivale a circa 2,5 milioni di chilometri sulle normali strade dell’Europa centrale. Senza contare che ‘Otto’ così come è stata battezzata dai suoi proprietari, ha dovuto affrontare le condizioni meteorologiche più disparate attraversando tutte le zone climatiche della terra: dal caldo implacabile del deserto al gelo della zona artica, passando per le piogge delle foreste pluviali. Come se non bastasse, la 300 GD ha dovuto fare sempre i conti con il carico. Tra equipaggiamento e generi alimentari, taniche, utensili, verricello, ricambi e ruote di scorta, la vettura raggiungeva ben 3,3 tonnellate, ovvero circa 500 chilogrammi in più rispetto al peso complessivo ammesso. Solo il tetto di questo modello adatto all’off-road doveva sostenere 400 chilogrammi. Ma secondo gli Holtorf, nemmeno questo ha fermato la vettura dei record: “Di fatto la nostra Classe G era sempre carica più del dovuto. Ecco perché ho montato molle rinforzate ed ammortizzatori adatti alle strade in cattive condizioni. Se non lo avessi fatto, Otto non sarebbe stata diversa dalle altre vetture prodotte in serie. L’intera catena cinematica con motore, cambio ed assi è ancora quella originale. Né il telaio, né la carrozzeria mostravano segni di fatica.”

Mercedes_Class_G_2014_001Quando la meta è il viaggio stesso: Quando la vettura ha tagliato il traguardo a Stoccarda, Gunther e sua moglie Christine Holtorf, nel frattempo venuta a mancare, avevano viaggiato in 215 Paesi. “Ho viaggiato davvero in tutto il mondo!”, sottolinea l’ex pilota e manager presso una nota compagnia aerea. “Una sosta rapida con un timbro sul passaporto ed una foto simbolica con l’auto al confine? No, a noi non bastava! Dal nostro punto di vista, l’unico modo di viaggiare è attraversare il Paese in questione, entrare in contatto con le persone del luogo e conoscere tutte le loro sfaccettature.” Dopo aver conosciuto un paese sulla base di questi criteri, un’altra linea rossa veniva tracciata sulla mappa personale del “tour dei record intorno al mondo 1990 – 2014”. Questa cartina, ormai definitiva, è attraversata da una serie di linee rosse e, nel corso della pianificazione del viaggio, ha aperto diverse porte a Gunther Holtorf, consentendogli di vivere avventure finora considerate impossibili. Basti pensare all’attraversamento di Paesi completamente inaccessibili come la Corea del Nord ed il Myanmar l’incredibile tour della Cina, durante il quale ha guidato per 25.000 chilometri senza che nessuno lo sostituisse al volante. Gunther Holtorf definisce questi viaggi “tour da pionieri”. Era infatti la prima volta che una vettura straniera guidata da uno straniero poteva attraversare questi Paesi così particolari.

Mercedes_Class_G_2014_008Prima che ‘Otto’ si goda la meritata pensione all’interno del Museo Mercedes-Benz, sarà in strada per altri due anni, a partire da fine febbraio 2015, e visiterà i centri Mercedes-Benz ed i punti vendita ed assistenza autorizzati in Germania ed in Europa. ‘Otto’ accompagnerà, infatti, un’esposizione itinerante appositamente allestita che ripercorrerà le tappe del viaggio e le esperienze più belle.

Il tour dei record di 300 GD in breve

Durata: 26 anni

Chilometri totali percorsi: 897.000, equivalenti a circa 22 volte il giro del mondo o al percorso dalla Terra alla Luna e ritorno più due volte il giro del mondo
Chilometri percorsi in off-road: 250.000
Paesi visitati: 215
Confini attraversati: 410 (fuori dall’Europa)
Trasporti marittimi/spedizioni in container: 41
Viaggi su imbarcazioni d’alto mare: 113
Punto più alto raggiunto: Campo base del monte Everest, 5.200 metri sul livello del mare
Punti più bassi raggiunti: Mar Morto/Death Valley, entrambi circa 150 metri al di sotto del livello del mare
Luogo più freddo raggiunto: Nei pressi di Irkutsk, Siberia, -27 °C
Luogo più caldo raggiunto: Outback australiano nei pressi di Alice Springs, +50 °C
Altri dati statistici: Tempo totale passato alla guida equivalente a 3,5 anni; Soste alle frontiere equivalenti a circa sei mesi

Dati tecnici Mercedes-Benz 300 GD

Struttura/carrozzeria: Telaio a longheroni e traverse con carrozzeria imbullonata, station-wagon a passo lungo
Motore: diesel a 5 cilindri in linea
Formazione della miscela: Iniezione indiretta con precamera, pompa d’iniezione a pistone Bosch
Cilindrata, cm3: 3.005
Potenza, kW/CV: 65/88 a 4.000 giri/min
Coppia, Nm: 170 a 2.400 giri/min
Cambio/trazione: Cambio manuale a 4 marce, trazione integrale inseribile, marce ridotte,  bloccaggi del differenziale inseribili su asse anteriore/posteriore
Lunghezza/larghezza/altezza, mm: 4.395/1.700/1.950
Passo, mm: 2.850
Peso a vuoto/carico utile, kg: 2.105/695
Peso di “Otto” per la spedizione, kg: 3.300
Velocità massima, km/h: 130

Il racconto del “Tour dei record intorno al mondo 1989 – 2014” è, invece, disponibile all’indirizzo www.ottosreise.de/start.html

L’esclusivo modello speciale Classe G Dark Edition: In 35 anni, Classe G non si è mai allontanata dalla sua silhouette originale. Per festeggiare questo importante anniversario è stata realizzata l’esclusiva serie speciale ‘Edition 35’ per G 350 BlueTEC e G 500. Questa limited edition è caratterizzata dalla livrea designo “mystic” bianco brillante o argento palladio metallizzato, cerchi in lega a 5 razze da 18 pollici in colore nero brillante, paraurti anteriore e posteriore, passaruota, specchietti esterni e tetto in colore nero ossidiana metallizzato. Chi è alla ricerca di un tocco più discreto può optare per la verniciatura nero ossidiana metallizzato per la carrozzeria. Gli esclusivi dettagli di design si inseriscono poi armoniosamente nell’intera vettura. Il pacchetto Sport (di serie), che comprende tra l’altro passaruota AMG e, nella versione G 500, terminali di scarico sportivi, ed il pacchetto Chrome con dettagli cromati nella griglia del radiatore ed intorno al pannello di comando per la regolazione dei sedili ed agli altoparlanti o i pannelli delle soglie nel vano bagagli con il logo “Mercedes-Benz”, rendono l’auto unica e ancora più affascinante.

Lusso e comfort allo stato puro nell’abitacolo: Per gli interni sono disponibili a scelta due rivestimenti in pelle pregiata e opzioni di allestimenti nella versione bicolore designo porcellana/nero o monocolore designo nero. In entrambi i casi, le cuciture a contrasto rosse sottolineano il carattere sportivo di questa esclusiva special edition. Insieme al pacchetto Exclusive con plancia portastrumenti rivestita in pelle, al volante Performance AMG, alla finitura designo in nero pianoforte lucido e al padiglione nell’elegante microfibra designo DINAMICA nero, danno vita ad un abitacolo di lusso. I sedili Multicontour regolabili e climatizzati garantiscono il massimo comfort a bordo.

Il listino della G Dark Edition parte da 107.594 € (inclusa IVA 22% e MSS) per la G 350 BlueTEC e 119.500 € (incl. IVA 22% e MSS) per la G 500.

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